- Rivelazione –

(Dettato ad Anita Wolf nel 1949/1950)

 

La Creazione spirituale primordiale nello Spazio-ur rappresentata nello sviluppo di sei Giorni-ur della Creazione nel Tempo-ur, il Santuario, l’amorevole guida dei primi arcangeli, il Testamento di Dio, la caduta di Sadhana, la formazione della materia, la redenzione, vale a dire il sacrificio di Dio in Gesù dal Suo’Amore, la chiamata della prima figlia al ritorno e il rimpatrio della totalità degli spiriti caduti nella Casa Paterna. L’originario nome dell’eterno Creatore-Sacerdote-Dio-Padre, in una parola ancora sconosciuta: ‘UR’

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«A noi, Dio le ha rivelate

per mezzo dello Spirito;

perché lo Spirito investiga ogni cosa,

anche le cose profonde di Dio».

[1° Cor. 2,10]

ETERNITÁ-UR

in

SPAZIO e TEMPO

 

“Eternità-ur, in Spazio e Tempo”,

così mi risuona incontro.

Eternità-ur, tu, parola così ampia,

tu, parola piena di forza e benedizione!

O Creatore primordiale dell’Universo,

…i Tuoi figli son pronti!

Falli stare coraggiosi nel Tuo Santuario

come Tuoi combattenti,

e anche quest’Opera, per la Tua Gloria,

lasciala giungere profondamente nel cuore di tutti.

O sublime Creatore, Sacerdote, Dio e Padre,

TU che sei il Sole della Vita e della Sapienza

Dell’Ordine, Volontà, Serietà, Pazienza, e Amore

avendoci donato GESU’ CRISTO!

Allora incoronaci nel dì della Misericordia,

finché Ti vedremo nella Tua Magnificenza!

(Adolfina Koudelka)

 

Titolo originale: “UR-Ewigkeit in Raum und Zeit”

Traduzione: Ingrid Wunderlich

 

Edito dal circolo degli amici di Anita Wolf

C/o Heidrun Langenbruch

 Wilhelm-Leuschner-Str.41 - 64354 Reinheim, (D)

Email:    bestellung@anita-wolf.de  /  awf@anita-wolf.de

Sito:           http://www.anita-wolf.de 

 

Portavoce: Jurgen Herrmann

Hohenfriedberger  - Str. 52 - 70499 Stuttgart (Welimdorf)

 

Questa edizione in lingua italiana è stata curata dal gruppo:

‘Amici della nuova Luce” – www.legamedelcielo.it

Contatti:    info@anitawolf.it

 

Il racconto biblico della Creazione

[ Genesi – cap. 1 ]

- [1]In principio Dio creò il cielo e la terra. [2]Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. [3]Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. [4]Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre [5]e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.

- [6]Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». [7]Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. [8]Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

- [9]Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne. [10]Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. [11]E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: [12]la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. [13]E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

- [14]Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni [15]e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: [16]Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. [17]Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra [18]e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. [19]E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

- [20]Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». [21]Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. [22]Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». [23]E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

- [24]Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: [25]Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. [26]E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». [27]Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. [28]Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». [29]Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. [30]A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. [31]Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

[ Genesi – cap. 2 ]

- [1]Così furono (saranno) portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. [2]Allora Dio, nel settimo giorno portò (avrà portato) a termine il lavoro che aveva fatto e cessò (cesserà) nel settimo giorno da ogni suo lavoro. [3]Dio benedisse (benedirà) il settimo giorno e lo consacrò (consacrerà), perché in esso aveva (avrà cessato) cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. [4a]Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.

 

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Secondo il senso della rispondenza, tramite Jakob Lorber nel 1862-1864 è stato rivelato ciò che Gesù aveva spiegato ai Suoi apostoli e ai discepoli in due occasioni nei tre anni di insegnamento 2000 anni fa, cioè il senso nella rispondenza spirituale delle parole bibliche di Mosè: [Creazione mosaica nel senso spirituale spiegata da Gesù]

 

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INDICE

Cap. ante 1       La quadruplice Creazione

Cap. ante 2       Al principio, il Pensiero

Cap. ante 3       La prima Parola

Cap. ante 4       L’Azione: la Fonte-ur, il Mattino, il Mezzogiorno, la Sera, la Notte, Anni, mesi, settimane, Giorni - UR diventa il Padre Imanuel!

Cap. 1              Il 1° Giorno della Creazione  (Giorno dell’Ordine)

 1/1                La prima figlia: Sadhana  

 1/2                I primi sette doppi arcangeli-principi 

 1/3                “La luce sia!”

 1/4                Sadhana eletta a essere il negativo di Dio, come collaboratrice e adempitrice dell’Anno-Azione-ur

 1/5                I dodici rintocchi

 1/6                La conferma dell’adempimento per il raggiungimento della meta

 1/7                Il primo arcangelo: Uraniel-Urea, portatore dell’Ordine con la bilancia

 1/8                Un grande insegnamento di UR

 1/9                Di luce in luce, un muro di luce

 1/10              La casa-santuario di Uraniel-Urea sulla prima collina

 1/11              La prima domanda di Sadhana

Cap. 2             Il 2° Giorno della Creazione    (Giorno della Volontà)

 2/1                Il secondo arcangelo: Michael-Elya, portatore della volontà con la spada

 2/2                Una prova di sottomissione al compito

 2/3                La casa di Michael – l’interiore e l’esteriore

 2/4                Le acque dei quattro fiumi nel pozzo per i sette corsi

 2/5                Un atto di volontà: le coppe di Elya

 2/6                Il diritto dell’ospite e del proprietario

 2/7                Il firmamento donato ai figli tramite i primi

 2/8                La seconda domanda di Sadhana

 2/9                Un’importante domanda – La prima risposta di Michael

Cap. 3           Il 3° Giorno della Creazione    (Giorno della Sapienza)

3/1                 Sadhana consacrata a sacerdote

3/2                 La testimonianza di Uraniel sull’essenzialità del Creatore

3/3                 Zuriel ed Helia eletti a principi della Sapienza

3/4                 Sulla Sapienza nella casa dell’Ordine

3/5                 Nella casa della Volontà il cerchio del Creatore con gli infiniti cicli

3/6                 Verso la collina sull’acqua e sull’asciutto

3/7                 Nella casa del principe della Sapienza con la falce per il Giudizio

3/8                 Una piccola prova fa guadagnare le ali

3/9                 Ad un’importante domanda decisiva risponde la Sapienza

Cap. 4              Il 4° Giorno della Creazione   (Giorno della Serietà)

4/1                 Le sei Ore della Notte: UR si prepara

4/2                 Muriel e Pargoa eletti a principi della Serietà

4/3                 Il ringraziamento di Uraniel e la domanda di Sadhana

4/4                 La risposta di Muriel confermata poi dall’insegnamento di UR

4/5                 Presso la prima casa di Uraniel, l’essenza originaria del Creatore

4/6                 Nella casa della Volontà vengono spiegate le quattro essenzialità originarie

4/7                 Nella casa della Sapienza, sul portatore del sacrificio e sulla risurrezione

4/8                 Davanti alla casa della Serietà, UR-Sacerdote pone un’importante domanda

4/9                 La preghiera di Muriel ottiene luce su luce

4/10               Le risposte dei figli alle quattro domande di UR

4/11               Il testamento di Dio con la Creazione

4/12               Le considerazioni della Sera del 4° Giorno

Cap. 5              Il 5° Giorno della Creazione   (Giorno della Pazienza)

5/1                 Nella Notte del 4° Giorno, UR lavora all’opera

5/2                 Alaniel e Madenia eletti a principi della Pazienza

5/3                 Davanti al muro-recinto del Santuario

5/4                 Davanti alla casa di Uraniel, l’indicazione alla pazienza

5/5                 Davanti alla casa di Michael viene offerto a UR un calice di acqua

5/6                 Nel giardino di Zuriel i quattro alberi della vita e i loro frutti

5/7                 Durante la via verso la casa della Serietà, la richiesta interiore di Sadhana

5/8                 Davanti alla casa di Muriel il dono a Sadhana: un sole della Creazione

5/9                 Nella casa di Alaniel, insegnamenti su insegnamenti ai figli

5/10               Tramite Alaniel, animali di ogni specie procedono in tutta la Creazione

5/11               Alla ricerca del sole di Sadhana

5/12               Mahapatra, il monte della rivelazione di Dio

5/13               “Come il lavoro, così la ricompensa”

5/14               Di ritorno dal lavoro, il primo convito con pane e vino

Cap. 6              Il 6° Giorno della Creazione   (Giorno dell’Amore)

6/1           Le ultime quattro Ore della quinta notte

6/2           Il Mattino del sesto Giorno, nella Volontà dell’Amore del Padre, come Dio  (1° Ora)

6/3           Primi insegnamenti per affrontare il nuovo Giorno

6/4           La grande domanda della prima figlia

6/5           Prima tappa nella casa dell’Ordine  (2° Ora)

6/6           Seconda tappa nella casa della Volontà

6/7           Terza tappa nella casa della Sapienza

6/8           Quarta tappa nella casa della Serietà

6/9           Quinta tappa nella casa della Pazienza

6/10         Verso la casa dell’Amore, Raphael e la visione del suo simbolo   (3° Ora)

6/11         Nella casa dell’Amore la grande lotta decisionale del settimo principe

6/12         Il Portatore del sacrificio appare a Sadhana; ma chi è?

6/13         La richiesta del principe dell’Amore: “Dacci dei figli!”

6/14         Il Giovinetto dà i primi insegnamenti ai neo-nati, rivelando la Sua essenzialità

6/15         Domande e risposte, poi i nomi dei soli primordiali

6/16         Quarta Ora del Giorno, Dio e Sadhana per la sua iniziazione al governo della Creazione  (4° Ora)

6/17         I primi figli di Sadhana, poi è libera di creare, fino alla ‘grande chiamata’ di Dio

6/18         I primi figli Orytam e Hagar creano i loro figli

6/19         La benedizione dei figli di Orytam, ma seguono la ‘primogenita’

6/20         Ritorno alla casa dell’Amore di Raphael

6/21         Nel Santuario l’elezione dei diversi figli per l’intera Opera  (5° Ora)

6/22         La consacrazione dei 4 guardiani, dei 12 anziani e dei 144.000

6/23         Il grande pasto dell’amore porta insegnamenti e decisioni

6/24         Il lento-rapido allontanamento di Sadhana dall’Ordine

6/25         La decisione di tutti i figli della città santa per il recupero di Sadhana

6/26         La pretesa: “Voglio essere come Dio!”   (7° Ora)

6/27         La ‘prova’ per tutti i figli: per i fedeli e per quelli di Sadhana   (8° Ora)

6/28         Fine della prova per i figli fedeli - UR li chiama a raccolta   (9° Ora)

6/29         La rivolta, come volontà di dominio contro i puri, ammonita dal Giovinetto

6/30         L’amorevole mediazione di Zuriel per dare un’ultima possibilità al ritorno

6/31         Le ultime parole del Giovinetto-Amore, poi la separazione

6/32         Sadhana diventa Lucifero e guida l’assalto al Santuario

6/33         La grande decisione dei figli fedeli: accettare il co-aiuto?  (10° Ora)

6/34         Uraniel conferma per tutti la disponibilità al sacrificio   (11° Ora)

6/35         UR e la necessità della redenzione e del Redentore per l’incoronamento

6/36         Lapreparazione degli otto gradini per la via di ritorno dei caduti

6/37         La ‘prova nello spirito’ di Raphael, poi viene creata la materia dell’Uomo-cosmico

6/38         La preparazione di Raphael dagli insegnamenti del Giovinetto-nuvola  (12° Ora)

6/39         La prima incarnazione di un ‘primo’ dalla luce

6/40         Dopo settemila anni Mecalames cerca di frenare la decadenza

6/41         La distruzione del primo mondo abitato, ma Lucifero non si piega

6/42         Mecalames/Gabriel ottiene il Paradiso per le anime dei fedeli da redimere

6/43         Giunge il tempo del sistema solare con la Terra, la prima umanità, Adamo e Gesù (14° Ora)

6/44         Le tentazioni di Gesù, la Preghiera al Getsemani, la Passione

6/45         “E’ compiuto!”, poi agli inferi per recuperare Lucifero

6/46         Gesù-Dio ritorna dai figli e riabilita i caduti redenti

6/47         Ulteriori elevate spiegazioni sul sacrificio del Golgota

6/48         Il segreto del vaso, contenente il dono per il settimo Giorno  (14° Ora)

6/49         Immagine del futuro svolgimento conclusivo della 15° Ora

6/50         Immagine dell’ultima Ora del sesto Giorno con la riabilitazione di Sadhana  (16° Ora)

Cap. 7              Il 7° Giorno della Creazione  (Giorno della Misericordia)

7/1           Immagine delle ultime quattro Ore della Notte del 6° Giorno-ur

7/2           Immagine della futura penultima Ora della notte del sesto Giorno

 

 

 

Personaggi citati

 

Sadhana              il primo angelo di questi sette giorni della Creazione - poi chiamato Lucifero

Uraniel           cherubino portatore dell’Ordine (sarà Mosè) - [bilancia] - (sole Uranastia)

  Urea             serafino portatrice della sovranità dell’Ordine (compagna di Uraniel)

Michael           cherubino portatore della Volontà (sarà Elia) - [spada] - (sole Mi-dephna)

  Elya              serafino portatrice della Volontà (compagna di Michael)

Zuriel             cherubino della Sapienza (sarà Parat, poi Isaia) - [falce] - (sole Zurania)

  Helia             serafino della Sapienza (compagna di Zuriel - sarà Enzilla)

Muriel             cherubino della Serietà (sarà Abramo) - [torchio] - (sole Mugona)

  Pargoa         serafino della Serietà (compagna di Muriel)

Alaniel            cherubino della Pazienza  (sarà Giobbe) - [calice] - (sole Alphania)

  Madenia        serafino della Pazienza (compagna di Alaniel)

Raphael          cherubino portatore dell’Amore (sarà Kretoh/Abada, poi Enoch) - [croce] - (sole Rajona)

  Agralea        serafino dell’Amore  (compagna di Raphael - sarà Admara/Ajera cara)

Gabriel           cherubino portatore della Misericordia (sarà Mecalames, poi Zuriel[1]) - [corona] - (sole Garapea)

  Pura             serafino della Misericordia  (compagna di Gabriel)

Orytam e Hagar         1° angelo-guardiano del Focolare (la 1° coppia di figli di Sadhana - saranno Adamo ed Eva)

Mackarat e Marida     2° angelo-guardiano (la 2° coppia di figli di Sadhana - sarà Lutero)

Perutam e Layja         3° angelo-guardiano (la 3° coppia di figli di Sadhana - sarà Giosuè)

Rajutam e Ralgar       4° angelo-guardiano  (la 4° coppia di figli di Sadhana sarà Remach/Abele)

Anziani                      sono i 12 coppie di figli figli di Sadhana creati dopo Orytam-Hagar, facenti parte del primo gruppo

Mahal                         il primo figlio di Raphael

Taagor                       un re del primo mondo abitato dagli uomini

Progal                       fratello di Taagor

Gesù/UR                     Dio/il Salvatore

Mahal                         1° figlio di Raphael (Simone di Cirene al tempo di Gesù)

Kretoh                       chiamato in seguito Abada, il nome di Raphael sul mondo della sua prima incarnazione

Admara                     è il nome di Agralea sul mondo della sua prima incarnazione

Parat                         è il nome di Zuriel sul mondo della sua prima incarnazione

Enzilla                        è il nome di Helia sul mondo della sua prima incarnazione

Remach                     è il nome di Rajutam sul mondo della sua prima incarnazione

Mecalames                 è il nome di Gabriel sul mondo della sua prima incarnazione

Ajera                         è il nome di Agralea sul mondo della sua prima incarnazione

il seduttore di Kretoh  il secondo più anziano sull’Ataraus sul mondo della sua prima incarnazione, che sarà anche Caino

 

Uranastia          il sole di Uraniel

Mi-dephna        il sole di Michael

Zurania             il sole di Zuriel

Mugona            il sole di Muriel

Alphania           il sole di Alaniel

Rajona              il sole di Raphael

Garapea            il sole di Gabriel

Ataraus             il sole creato da Sadhana

Mahapatra       il monte più alto sull’Ataraus

Orakania          un sole assegnato a Orytam

Hagarma           un sole assegnato ad Hagar

Jechahal            un ‘padiglione’ del Cielo (un limbo per i figli ex incarnati prima dell’incarnazione di Gesù)

Merhatom         un ‘padiglione’ del Cielo (un luogo temporale per i ritornati non completamente redenti)

 

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“Il nome ‘UR’ e il dittongo ‘ur’

 ‘UR’ - La fusione del Creatore e della Creazione: la vocale e la consonante. In questo Nome fondamentale della Divinità si fondono tutte le cose, le svelano e le cristallizzano. Il meraviglioso duale, esternato da SÈ, da UR, adattatosi a LUI, anche uguagliato. EGLI, l’Eterno PRIMO (la vocale ‘U’), e tutte le cose la seconda, la divenuta (la consonante ‘R’), oppure: il Primario e il secondario”.

 

Nella traduzione del testo si trovano tuttavia molte espressioni legate al dittongo ‘ur’, come: profondità-ur; spirito-ur; eternità-ur; dimora-ur; ecc., dittongo che nella lingua tedesca corrisponde letteralmente a: ‘originario’, ‘primordiale’, e sottintende perciò di qualcosa che in sé è divina, proceduta da una Divinità che in Sé è origine di tutte le cose e perciò primordiale. Solo in questa lingua tale dittongo si identifica con la sua essenzialità legata sia al nome della Divinità, in maiuscolo ‘UR’, sia al senso da dare a un elemento esistente da sempre, ‘ur’ in minuscolo, cioè ‘primordiale-originario. Quindi viene tradotto per le altre lingue: profondità primordiale; spirito originario; eternità primordiale; dimora originaria; ecc.

 

 

Indicazione al nome ‘IMANUEL’:

La radice del termine ‘IMANUEL’ è di sette lettere così come secondo le sette Caratteristiche della Divinità; si compone di quattro sillabe: I-ma-nu-el, in cui la vocale e la consonante corrispondono a due fondamenti della Creazione: ‘condizione’ e ‘libera volontà’; ‘stabilità’ e ‘attività’; consapevolezza ‘interiore’ ed ‘esteriore’; il ‘positivo’ e il ‘negativo’. Nel Nome si manifestano inoltre ‘quattro vocali’ secondo le quattro Caratteristiche determinanti (Volontà-Sapienza-Pazienza-Amore), e ‘tre consonanti’ secondo le tre Caratteristiche portanti (Ordine-Serietà-Misericordia) in esso contenute. Questa scomposizione si trova ancora magnificamente nella frase:

«Io sono l’Inizio e la Fine!»  Ich bin der Anfang und das Ende!»)

Anche questa frase ha sette parole, di cui quattro iniziano con la vocale e tre con la consonante (in tedesco). La sequenza delle consonanti sono nella stessa come in quelle nel nome Imanuel.

«Io, Inizio e Fine!»  (Ich, Anfang und Ende!)

L’ulteriore modo di scrivere il nome IMMANUEL con due ‘m’ non è corretta, soprattutto perché la prima sillaba sta per ‘I’ (Io), che rappresenta il Sé personale. Dato che i principi[2] hanno colto lo stesso Nome dalla profondità-ur, la ‘I’ sta all’inizio come sillaba, con tutto il diritto di una sola lettera, corrispondente all’Essenza del Padre, ma rappresentando in sé una sola Caratteristica: la Misericordia. Ciò affinché i figli possano afferrare veramente solo con l’intera conoscenza del Padre anche l’intero nome ‘UR’ con le sue quattro ‘Entità’ (Creatore-Sacerdote-Dio-Padre). Allo stesso tempo, questo corrisponde alla seconda sequenza dell’Arco-teso (il ponte spirituale tra il Creatore e la creatura – cap.4,207): dal figlio che ritorna al Creatore-ur! Inoltre, le tre restanti sillabe mostrano ognuna due lettere, come anche l’essenzialità di Dio,  ‘Creatore’ e ‘Sacerdote’, le quali portano ognuna due Caratteristiche (vedi cap.1,41).

 

 

Prefazione all’Opera a cura di Josef Brunnader

 

 

 

Commentino all’Opera

(a cura degli amici della nuova Luce)

 

La Parola! Dio è ‘la Parola’! «In principio era la Parola (verbo), essa era presso Dio, ed essa era Dio!». Come potrebbe allora esistere un tale Dio, se non avesse mai nulla da dire? Gli uomini religiosi usano adoperare molte parole per spiegare le parole contenute nella Bibbia, eppure ritengono che il Dio-Cristo da 2000 anni non abbia avuto più nulla da dire, nemmeno ritengono che Egli, come la Divinità-Amore possa avere qualcosa da dire, ritenendo che ciò che aveva da dire sia relegato nel Vecchio Testamento e nulla più. Una tale immagine del rapporto Dio-uomo viene presentata dai più che preferiscono lasciare nel mutismo il Creatore, quasi come una Entità vecchia ed incapace di esprimersi. Idea, questa, di chi ancora è nell’opposizione alla Divinità, essendo ancora legato al proprio sé.

Dalle innumerevoli rivelazioni che nei secoli si sono succedute, con alcune andate perdute o tenute ancora nascoste, questa, molto articolata ed ampia nelle numerose Opere comunicate ad Anita Wolf, presenta il rapporto del Padre con i figli, in particolare con i figli fedeli, attraverso cui, tramite la loro incarnazione sulla Terra, hanno espletato la loro opera di co-aiuto. Certamente da tenere in considerazione quella dei ‘primi’, o ‘principi’, o ‘fiaccole’, cioè di quei cherubini-arcangeli rappresentanti le sette Caratteristiche della Divinità. Tra tutte le opere rivelate tramite A. Wolf, la più importante non poteva che essere anche la più corposa, nella quale non si tratta più di insegnamenti parziali che il Padre dà ai propri figli nelle varie apparizioni terrene (nelle varie rivelazioni), ma qui vengono presentate, seppur nell’essenziale espressività, gli insegnamenti ai primi figli all’origine della Creazione di tali ‘sette Giorni-ur’, a quelle essenzialità-figli primi creati che avrebbero dovuto esprimere in una realtà spirituale sviluppantesi, l’essenza della Divinità che voleva manifestarSi a tutti i figli, ma solo in rapporto alla loro crescita subordinata alla sottomissione alla Legge racchiusa nella esternazione delle Caratteristiche insite nell’essenzialità della Divinità da scoprire man mano.

Che l’origine della vita, fuoriuscita dalla Divinità, non sia solo questa Creazione conosciuta, si percepisce a tratti, poiché essendo l’infinito – per un essere finito come lo siamo noi qui nella carne – impalpabile, anche l’idea che questa Creazione sia l’unica esistente, ovvero che non sia stata preceduta da altre, non regge. Dio è esistente da sempre! Cosa ne sappiamo noi se ‘prima’, sono esistite Creazioni iniziate e poi finite, o se queste si sono succedute nel tempo eterno che non ha un inizio, e poi (cap.1,125) tolte dal ricordo dei figli, almeno di questi primi sette (più sette) più uno, creati? Essendo nella capacità di creare della Divinità, senza limiti nel dare la vita a esseri e a ‘cose’ per l’uso di questi esseri, ed avendo Dio la possibilità di cancellare la memoria del singolo (un po’ come avviene con noi nella carne con la reminescenza), anche delle Creazioni che hanno preceduto l’attuale potrebbero essere esistite, e sicuramente sono ancora esistenti negli spazi infiniti dell’infinito. Basta considerare che nell’infinità, anche l’attuale Creazione, già immensa quella materiale, ma tanto più incommensurabile quella spirituale racchiudente i miriadi di esseri spirituali che la animano, è agli occhi di Dio quanto il Suo dito mignolo (cap. 3,83). In questa, la creatura, per quanto elevata, è pur sempre ‘creatura’, la cui vita insieme a quella delle miriadi viene tenuta esistente dalla Divinità che vede il ‘tutto’, comunque, come un puntino. Ma allora, quanti puntini, ovvero, quante Creazioni esistono al di fuori di ciascuna, nelle quali la vita esistente a livello spirituale, spirituale-materiale, e forse anche materiale con infiniti piani di essenzialità animica, persistono da sempre nell’espressività della Divinità? Ciò può essere paragonato a un bimbo che cresce avendo a disposizione un campo infinito, il quale prosegue nella sua capacità di creare giochi sempre più articolati e difficili, al fine di esprimere la sua capacità di interloquire con questi e godere di ciò che costruisce.

L’infinito è infinito! Noi adesso facciamo parte di un progetto di una Settimana-ur all’interno di un Mese-ur nel tempo di un Anno-ur, in un Ciclo-Anno (di otto Anni-ur), quindi, di un Piano che è stato pensato e realizzato in un definito arco di Tempo e in uno Spazio dell’infinità in una sola Settimana-ur, il tutto legato alla stabilizzazione della legge del libero arbitrio, o libera volontà, per la realizzazione dell’Opera-figlio, in cui qui sulla Terra (e negli infiniti piani materiali e animici dell’intera Creazione) vengono adoperati degli elementi simili messi a disposizione sul piano terreno per lo sviluppo delle basi dell’animico relegato, sul piano animico per le direttive delle Leggi nel cuore, e sul piano spirituale quale guida da parte dei fedeli e, man mano, dei redenti dopo il ritorno alla Casa del Padre. Se ciò può sembrare un’idea improponibile, lasciamo al lettore di comprendere quanto citato al cap. 6,363, dove il Tempo-senza-tempo lascia intendere di un’eternità precedente il tempo attuale, nella quale gli ‘esperimenti del Creatore’, dice il ‘Giovinetto-Amore-Gesù’ – «sette volte sette Cicli-ur hanno raggiunto la loro meta» ­– quindi sono già stati notevoli, anche se ciò non deve interessarci, poiché neanche gli angeli più supremi (cap.ante1,18) sanno di che si tratta (o sapranno, fino alla conclusione del settimo Giorno), ma che perciò, esistenti certamente, sebbene ancora sussistenti in altri piani e spazi della Divinità, nell’infinità, differenti da quella dei sette Giorni e di questo attuale penultimo Giorno (il sesto) di una Settimana-ur, dell’ultimo Mese-ur, dell’ultimo Anno-ur, ultimo degli otto Anni-ur facenti parte di un Ciclo-ur (l’ottavo), il respiro di Dio (cap.ante 1,18 e cap.6,313). Infatti, nulla di ciò che fuoriesce dalla Divinità può o deve essere distrutto, ma solo trasformato-migliorato nel tempo, essendo tutto, sempre subordinato alla Sua Volontà. Ciò si evince dal fatto che, nonostante Sadhana fosse la ‘prima’, erano comunque esistenti degli esseri che restano nascosti, ma dai quali si sentono ‘canti’, ‘cori’, ‘suoni di campane’, ‘melodie’ (cap.1,36). E anche dopo la creazione dei sette principi si percepiscono dei suoni d’arpa (cap.2,48), suonati da chi? Oppure, quando UR dice che «…ogni inizio cela i perfezionamenti raggiunti […], per un divenire del tutto nuovo» (cap.6,938), quindi nel senso che, pur essendo questa Settimana-ur in un tempo di per sé infinito, essa è come un singolo progetto, in cui, chi è all’interno di questo non sa cosa era prima, né può immaginare cosa gli è riservato dopo la realizzazione del piano in cui è posto. Un accenno di una Settimana-ur precedente questa attuale, viene già anticipato al primo capitolo (cap.ante 1,20), ma che sfugge al lettore, essendo conetti e termini del tutto nuovi da metabolizzare man mano. Ciò conferma che, se lo spirito è eterno, così come a ciascun essere umano è tolta la reminiscenza del ‘prima’, anche ad uno spirito creato all’interno di un tale piano in questa Settimana-ur può essere (ed è) proveniente da una vita-piano precedente della quale non deve ricordare nulla – almeno finché non si conclude il fine posto anticipatamente, e in questo caso, quello di quella settimana-ur nell’Anno-ur di quel Ciclo-ur, così come già avvenuto nel primo Ciclo, quello dell’Anno-Pensiero-ur e dell’Anno-Parola-ur (cap.ante 1,19), mentre in questa Settimana-ur si è nell’Anno-Azione-ur, in cui doveva avvenire la manifestazione del Dio-Padre da diventare visibile. Un ulteriore gradino del Tempo di Dio e delle Sue creature, da superare, cui spetteranno ancora ulteriori perfezionamenti, come peannunciato per un futuro Anno-Conseguenza-ur (cap.ante 1,20)

Volendo approfondire ancor più il senso della Vita-ur, si può ipotizzare un ulteriore livello dello spirito, e porre l’essenza-vita dei ‘primi’ (Sadhana più i sette più sette) nel rapporto di una loro ipotetica vita precedente, come quella nostra sul piano terreno. Cioè: così come nella nostra, noi siamo solo strumenti di vita materiale nei cui corpi vengono innestati anime già esistenti, allo stesso modo, nella vita che tali ‘primi’ danno poi nel sesto Giorno, essi consentono un re-innesto di spiriti-limitati già esistenti in un piano precedente a loro interdetto. Questo si desume da quanto viene accennato al cap.1,104-105 che ad una Creazione (passata) ad un certo punto non era più possibile alcuno sviluppo (come alla costruzione di un edificio che, per quanto grande, gradevole, funzionale, sempre edificio rimane). Gli esseri (spirituali) creati restavano subordinati, ma stabili nell’esternazione della loro individualità, come automi servizievoli della Volontà del Creatore.  Diverso sarebbe stato creare degli esseri autonomi in grado di generare essi stessi con la forza del Creatore – che perciò sarebbe stato ‘Padre’ – seppur con in sé delle linee guida per scoprire, sempre in sé, la potenzialità della Divinità (come un seme che diventa pianta che poi genera semi che a loro volta diventeranno piante all’infinito). Questo fu il grande progetto-Azione-ur per il fine di questo Anno-Azione-ur che terminerà con quest’ultima Settimana-ur: creare delle creature-libere, ma ad immagine di UR, autonomamente formanti, e con una vita-spirituale, senza tempo, donata, al fine di farli diventare ‘figli autonomi’. Vita, che la stessa Legge-ur non poteva togliere per l’eternità, nella quale avrebbero dovuto scoprire in sé, proprio quelle loro caratteristiche interiori derivate dalla vita divina in sé che ogni creatura-figlio ha, affinché questa possa crescere man mano, subordinata alla consapevolezza di restare nelle Leggi note e sotto la completa spontanea Volontà del Creatore-Padre.

Così come nell’interiorità dell’essenzialità della Divinità le forze in Sé dovettero prima pareggiarsi per di ottenere una definitiva ‘pace’, o ‘risultato’, per avere in sé ‘vita’ e mantenerla per il tempo eterno, così anche un ‘figlio’, una vita libera, ad immagine del Creatore, doveva, nella sua autoformazione, capire nel rapporto della potenzialità della sua forza-azione, di mettere a frutto la Forza della Divinità in sé, crescere prima nella consapevolezza di tale forza, acquisendo prima tutte le Caratteristiche della Divinità che in sé è Creatore-Sacerdote-Dio e Padre. Un’autoformazione non certo gratuitamente acquisita, ma che si sarebbe dovuta sviluppare in un tempo stabilito (appunto, in una Settimana-ur), per quanto agli occhi nostri, rapportata al tempo terreno, e infinita. In tale tempo, far sviluppare ad ogni figlio l’autonomia creativa, e perciò qualunque possibile scelta, sia che questi volesse seguire l’insita-innestata Legge oppure che volesse andare-contro (cap.1,148), seppur con dei limiti attraverso cui tutelare comunque l’essenzialità della vita dei fedeli; eventuali oppositori che comunque non sarebbero mai potuti uscire dall’interiorità della Divinità-ur, avendo in sé la Vita da Lui, quindi eterni a loro volta, si sarebbero comunque dovuti ricondurre a Lui. Ecco il perché dei primi sette aiutanti-principi-arcangeli. Ecco il perché di una guida iniziale della Divinità che spiegasse loro - in tale libertà - la necessità del co-aiuto verso tutte le Opere e verso i figli che avrebbero potuto deviare dal loro percorso di vita. Perciò, sette giorni della Creazione come lo sono le sette Caratteristiche della Divinità: Ordine, Volontà, Sapienza, Serietà, Pazienza, Amore, Misericordia, con a capo Sadhana che avrebbe dovuto guidare i figli, essendo Lei il pensiero più grande e più bello, il primo, affinché diventasse, quale creatura derivata dalla Divinità, il Suo negativo, attraverso cui la Divinità potesse esprimere la Sua Forza, Potenza, Potere e Vigore rappresentando l’Ordine, la Volontà, la Sapienza, la Serietà, la Pazienza, l’Amore e diventare figlia della Misericordia (cap.1,24). Ma ciò, solo dopo la grande ‘prova della libertà’ posta a tutti, tramite la quale lei stessa, allontanandosi dal ‘Padre’ e favorendo-esortando i suoi stessi figli a credere solo in un essere-Dio visibile, quindi ponendosi ella stessa su quel piedistallo di ‘creatore’ e autonominandosi ‘Lucifero’. E quindi i suoi figli-lontani, solo dopo, con l’aiuto di rivelazioni da parte dei fedeli, potessero autonomamente riconoscere l’impossibilità di restare lontani dalla ‘Fonte della vita’, che non può essere nessun essere creato, come lo era la loro madre, e ritornare al ‘Centro-ur’ di cui anche il capostipite, completamente ri-purificato, potesse rappresentare - ora sì - completamente la Divinità per tutti i ‘nuovi’ figli riabilitati. (cap.6-531-532): « In Sadhana voglio riflettere l’interezza del Mio Essere; in tal modo lei si trova quasi al di fuori delle rivelazioni avvenute e che ancora avverranno. Lei è la creazione di una prima unità di vita perfettamente formata. Questo si riferisce anche a Me, soprattutto è previsto per il Giorno della salvezza, in cui Io Mi rivelerò poi come UR in quella magnificenza a tutti i figli, come può avvenire nell’Anno-Azione-ur (completato). A questo precederà sempre una rappresentazione che dovrà avere in Sadhana lo specchio, allorquando, dopo aver conquistato il compimento (di essere) in una certa co-Divinità, lei diventerà il  centro dell’Opera visibile, mentre Io stesso rimango eternamente ed unicamente il Centro-ur!».

Il linguaggio di UR non è un linguaggio umano terreno, proviene da sfere di tempi lontanissimi, pur all’interno di un solo Anno-ur, che non fa parte della materia. Noi lo possiamo leggere affinché possa essere indicata una particella di quel mondo infinito dello spirito essenziale, e qui in questa rivelazione, donato per spiegare a grandissime linee l’origine della vita spirituale-animica del Regno, in un intercalarsi di parole e concetti che nulla hanno a che vedere con la nostra essenzialità materiale. Perfino tutti i legami che annodano gli uomini terreni allo spirito, qui passano in secondo piano, essendo presentato il rapporto inverso: dall’inesistente allo spirituale, quando ancora non esisteva nulla di niente. Tuttavia, il Creatore vuole essere rappresentato non soltanto nella Sua visibilità ai primi come ‘l’Increato’, ma si sforza di farsi comprendere anche come Una essenzialità simile e vicina alla creatura che vuole che Lo riconosca come Padre. Legato a questo, va di pari passo la caratteristica di Sacerdote e Dio, al fine di non farci dimenticare che in tali figure sono rappresentate tutte le sette Caratteristiche della Divinità. Pertanto, essendo anche i ‘figli’ derivati dal Padre, anch’essi, quindi fino a noi-terreni viventi nel piano più basso, vi dobbiamo tendere, affinché quelle stesse caratteristiche trasfuse in ciascuno, diventino proprietà acquisita. Se ciò non avviene, è solo il tempo l’elemento atto a trasformare ogni cosa, affinché ciascuno, autonomamente, se già non qui, sicuramente in un piano animico sempre più elevato, potrà affinarle in un tempo lunghissimo, fino al limite concesso, in cui tutti gli sforzi per rendere concluso il Ciclo-ur comprendente anche questa Creazione, saranno valsi a recuperare tutti i ‘caduti’ recuperati.

Che il ‘piano di una creatura libera’ già ai primordi dovesse contenere ogni probabilità al fine del rischio insito nello sviluppo di miriadi di esseri lasciati liberi di decidere per sé quale strada intraprendere, qui ci viene svelato nella più profonda consapevolezza di dare a quelle poche righe scritte da Mosè nella Genesi, una realtà infinita inimmaginabile. Cosicché, anche i sei giorni qui presentati che nella lettura sembrano scorrere comunque velocemente, sono tratti di tempi infiniti, nei quali si è sviluppata questa Creazione, ma che in un solo Giorno, il sesto, l’attuale, è avvenuta la ‘caduta’ dopo la settima Ora, e deve concludersi entro la sedicesima con il ritorno di tutti i caduti. Questo ci fa capire come il piano spirituale, nel rapporto con il materiale, è ancora per un tempo infinito, e la cui essenzialità non può essere espressa con cifre note, poiché gli eoni non sono quantificabili come i milioni o miliardi di anni di un’era terrestre, ma queste solo lontanamente possono esprimere un senso temporale tramite rappresentazioni di immagini spirituali nelle quali ciascuno, a seconda della sua crescita animica-spirituale, può interpretarle nella sua coscienza cosmica, come gli è propria o come gli si vuol far comprendere dall’Alto interiormente.

Il tempo dei verbi è un altro punto di riflessione da tener presente nell’espressività comunicata, perché è quasi sempre al presente, e ciò non tanto come errore o abitudine nella lingua della ricevente con cui ci sono pervenute queste rivelazioni, ma è un modus vivendi dell’espressività nello ‘spirito’, essendo il ‘tempo’, nel Regno, una realtà senza fine. Infatti, ciò che era può essere dimenticato, e ciò che diventa, che sarà, può essere ripetuto, come un eterno presente in cui la ‘vita’, essendo essenza della Divinità che tutto mantiene, può utilizzare tutto come un eterno rimescolare ciò che fuoriesce da Lui. Ciò è simile a un vasaio che dalla stessa materia può tirar fuori infinite forme, re-impastando e riformando ciò di cui ha bisogno per il fine che si propone. Cosicché per il Creatore, poiché è perfetto, anche le Sue Opere sono perfette, quindi una volta create-fuoriuscite, restano eterne. L’unica differenza è che nel creare cose finite non ci sarebbe nessun compiacimento, come avviene con i bambini davanti ad un giocattolo del quale poi si stancano, mentre le Opere di Dio nel piano di questa Creazione, e probabilmente di altre, hanno una loro vitalità, una loro vita auto evolvente, e quindi continuamente trasformantesi all’infinito, così come infinita è la Sapienza di Dio.

Riguardo la Sua quadruplice Entità-essenzialità, è una rivelazione che non trova riscontro in altre rivelazioni, e ci presenta il Creatore come avente un cuore dal quale la Vita in Sé scorre come da quattro differenti personalità (cap.3,87). Nella prima Entità Egli è il Creatore eternamente inafferrabile dal Quale tutto è creato nell’Ordine e giunge all’esistenza e al mantenimento della vita nella Volontà. Quale seconda Entità Egli è l’eterno Sacerdote benedicente dall’alto della Sua Sapienza essendo con una Serietà indissolubile. Poi è anche Dio, facendoSi riconoscere dalle creature affinché, benché fuoriuscite libere, siano nel contempo attratte dall’Origine della loro vita, riconoscendo in Lui la grandissima Pazienza e l’infinito Amore. In ultimo, Egli è il Padre, non ancora riconosciuto da tutti i figli, ma che lo sarà nell’ultima Ora di questo sesto Giorno in cui, con il ritorno del figlio perduto e di tutti i caduti-lontani, diventerà chiaro il Suo progetto iniziale da cui tutto si formò grazie alla Misericordia donata a ciascuno dei Suoi divenuti figli.

Le immagini presentate della Creazione non sono immediatamente percepibili come siamo abituati a capire nella nostra realtà materiale. Il Padre ha una Casa-Santuario, come un tempio nel quale ci sono colonne, il tetto, delle porte e delle finestre, un focolare, una coppa per il sacrificio, un braciere, dei tappeti, un tavolo, dei candelabri, due libri, un trono e dei seggi, sette più ventiquattro, e una fonte e, su tutto, un Sole che splende da un altissimo duomo, dal quale la vita viene continuamente mantenuta. (cap.1) Ma anche per i figli è difficile farsi un’idea della loro essenzialità, sia della prima, di Sadhana, sia dei sette co-aiutanti rappresentanti delle sette Caratteristiche della Divinità di cui ciascuno ha un’essenzialità duale, cioè doppia, maschile e femminile, cherubino e serafino, ai quali viene data una casa-santuario ad immagine di quella ‘Santuario’ del Padre.

Dio è ‘la Parola’! Se nel corso di questi due millenni l’umanità ha sempre creduto che Dio, oltre ai proclami riferiti dai profeti e dalle poche parole di Gesù riportate nel Nuovo Testamento, non avesse nulla da dire, con questa ulteriore Rivelazione deve necessariamente ricredersi. Dio, la Divinità, il Padre, parla! E la Sua parola, in qualunque tempo venga proferita, resta eterna! Non solo per quello che riguarda la ‘vita’, ma anche l’insegnamento è una caratteristica fondamentale. I primi figli, tutti, compresa Sadhana, furono iniziati a tutti i misteri della Divinità. Perciò, anche la ‘prima-figlia’ che doveva rappresentare ‘l’amore di Dio e la Sua luce, fu iniziata a tutti i misteri originari dell’essenzialità del piano della Creazione, e con quest’Opera viene dimostrato..

L’espressività del linguaggio dei Cieli è un ulteriore limite posto tra la materia e lo spirito. Se già in un’analisi umana nel confronto di una lingua, essa si modifica e trasmuta nei suoi dittonghi e sostantivi già nel corso di un secolo, è chiaro che anche nel corso di eoni di tempo essa avrà subito perfezionamenti nell’evoluzione insita in ogni cosa esistente; per cui, per essere trasfusa fino al nostro tempo, e dovendo comunque, necessariamente, riportare il significato originario, non sempre quel linguaggio è immediatamente comprensibile. Nulla toglie al lettore ricercatore della verità, di chiedere con la preghiera la Luce necessaria per la comprensione, considerando comunque che la traduzione dalla lingua tedesca originale del dettato, ne rappresenta comunque un ulteriore limite.

Il Tempo-ur! – Per chi non riesce a capacitarsi del senso del tempo che scorre nei sei Giorni della Creazione, un breve appunto può dare una briciola di idea, considerando che solo per la materia esso è caduco, limitato, effimero, ma per lo spirito non ha nessun fondamento, poiché scorre e scorre senza nessuna limitazione, per l’eternità. Che ciascun Giorno di questa Settimana-ur sia da considerare come un tempo infinito, non lo si percepisce come prima impressione, perché all’inizio che sia così esteso viene solo accennato. E tuttavia, il concetto della suddivisone in Anni-Mesi-Settimane-giorni-Ore-Minuti-Secondi del Tempo-ur al fine di dare alla creatura-spirito una briciola di comprensione della suo scorrere (cap.6,313), in cui il respiro di Dio, la Sua ATMA in otto Anni-ur, cioè quattro per l’inspirazione e quattro per l’espirazione, contiene già di per sé un tempo assolutamente inesprimibile, poiché una semplice considerazione deve far riflettere. – Al cap. 6,320, il tempo di attesa di UR di qualche Ora per una breve maturazione dei sette più sette figli più Sadhana, in quel breve lasso di tempo, viene detto che una Terra (non necessariamente la nostra, comunque un pianeta), potrebbe nascere due volte, cioè un ciclo di vita infinito-doppio!! Un’ulteriore conferma dell’infinito scorrere del tempo è nel tempo trascorso durante il 5° Giorno, in cui al cap. 5,138 Sadhana crea il suo sole, mentre al cap. 5,209 dello stesso Giorno, viene detto che quel sole aveva quasi completato un intera orbita di rivoluzione intorno al Centro-originario della Creazione, quindi in un’orbita quasi infinita e perciò in un tempo anch’esso infinito! Un concetto che Dio stesso lo dà come impensabile: (cap. 6,341) « Io ho aspettato questo Tempo e l’ho preparato fin da tempo immemorabile che nessun figlio può afferrare e, nonostante ciò: dov’è rimasto nella Mia infinità? Io non lo misuro, né su di Me né sull’Opera, perché ora lo bevo come il vino della Mia Vita!». Oppure, per un confronto, quando Dio dice a Sadhana (cap. 6,467) che, mentre La Divinità è incommensurabile, la vita data ai sette più sette e a Sadhana, rappresentata dallo sviluppo di questa Creazione dalla loro formazione che deve svilupparsi in totali sette-Giorni, per cui attualmente deve ancora completarsi il sesto (creazione, sviluppo-caduta-ritorno/redenzione), in cui le moltitudini sorte-derivate dalla forza-azione dei primi 15 ‘figli’ nel loro insieme, erano-sono da misurare come il Tempo di un solo Giorno.

I figli creati. - Anche per questa domanda atavica che tramite le Sacre Scritture non è stata rivelata, lasciando sempre aperte le supposizioni, ottiene risposta tramite questa Rivelazione. – Da Sadhana, dalle sui prime quattro coppie di figli, una quadruplice schiera. Ma anche dai principi le loro schiere (cap.6,469). Ciò chiarisce come, nel seguito, con la caduta, nella moltitudine dei creati quando un terzo si allontanò per seguire Sadhana, tali figli erano posti sullo stesso piano: ‘tutti appartenenti alla Luce!’ Perciò l’opera della salvezza-recupero dei caduti, doveva-deve essere per tutti i creati-figli, indipendentemente dalla loro origine! Inoltre, diventa anche chiaro che la vita di ogni creato, pur avendola avuta da uno dei ‘primi’, non resta esistente per la forza di questi, ma è sempre subordinata alla stessa Forza del Creatore che l’ha concessa e la mantiene per ogni creatura-essenzialità di vita, quindi viene confermato che ogni cosa esistente resta esistente sempre ed inequivocabilmente per la ‘forza’ della Divinità (cap.6,470), e non certo per la forza di un qualunque Suo creato, per quanto elevato possa essere. Perciò decade miseramente l’affermazione nelle varie rivelazioni che ‘Lucifero’ (ex Sadhana) possa avere titolo ad una qualche paternità, essendo che la sua forza è sempre qualcosa concessa in subordine e per la gentilezza e per Volontà della Divinità.

Interessante è ragionare sull’essenzialità del ‘figlio-Gesù’, poiché ancora una volta non viene chiarito completamente il mistero di ‘Chi sia e da dove è venuto’. Egli compare davanti a Sadhana e si presenta sì in Dio, come se fosse Lui, essendo nella Volontà del Padre, ma non si identifica mai essenzialmente in Lui, come espresso dalle Sue importantissime parole (cap.6,326-329) «UR si è privato ed ha liberato una Caratteristica per il servizio del Suo sacrificio[3]. Dunque, …io sono colui che si sottopone come te ad una prova. Dato che UR vuol dare ai figli la Sua pienezza di vita, perciò Egli, a ‘Suo Tempo’, somiglierà anche ai figli. La Mia missione è di aiutarti. Riconoscerai in Me come si impara a mettersi alla prova. Se io Mi inchino sotto la Volontà dell’Ordine, allora fallo anche tu, e il fasto e la magnificenza del Giorno dell’Amore sorgeranno su di te nella luce del Sole. In quest’Ora di Grazia ti verrà illuminata la santità della Serietà, perché sappi: la prova della libertà viene eseguita da noi due, la cui misura è dapprima in te! Il peso riposa equamente su di noi, perché tu sei la prima figlia di UR! Io lo porto per UR, tu per la Sua Opera! I principi portano un altro peso, e la loro settuplicità avvolgerà i pesi di noi due. Il loro giogo è un punto di equilibrio, poiché se da noi dovesse risultare una differenza di equilibrio, allora i principi saranno in grado di scegliere puramente da sé, o l’uno o l’altra. Se per causa tua venissero portati alla caduta, il Mio peso cadrebbe su di te! […] In Me osserva solamente l’amore, la benignità e la disponibilità di servire ogni figlio»[4]. Frase questa, in cui Egli si identifica in un osservatore ed esecutore che in tutto e per tutto eseguirà la Volontà del Padre fino ad accentrare in Sé l’immagine attraverso cui, poi, Dio stesso si potrà rivelare ai figli caduti che devono essere recuperati - anche se non espressamente detto, poiché ancora non è avvenuta la ‘caduta’ - e poi scompare. In un certo senso, come si dice all’inizio del Vangelo di Giovanni, Egli era perché è sempre stato. In un certo senso è come se un ‘Figlio’ appartenente ad un altro piano spirituale di un Ciclo-ur precedente, rappresentante l’Amore di Dio, avesse avuto in sè il compito di guidare questa Creazione di sette-Giorni-ur, di portare a compimento l’obiettivo di un Figlio-Figlia-ur (Sadhana), e tramite dei coadiutori (i sette più sette principi), dimostrare che con un allontanamento, l’Amore avrebbe comunque trionfato. Non solo, ma questo Figlio-Amore (nello spirito), partorendo un suo-Figlio (animico), e incarnandolo sulla Terra, e poi dimostrando la nullità della materia con i Suoi insegnamenti, e divenendo UNO col Padre-Amore, quindi potendo rappresentarLo oltre che sulla Terra anche nei Cieli di qusta Creazione, avrebbe potuto così dimostrare anche nel suo piano del Ciclo-ur, che ancora una volta è vincente l’Amore, anche se fosse caduto il ‘primo’ creato (la figlia) di una tale Creazione e rappresentante il Padre-Divinità. Ciò si evince da piccoli estratti: (cap.6,36): «Se fosse necessario, allora in seguito l’Amore partorirà il ‘FIGLIO’, il Quale si chiamerà Egli stesso ‘AMORE’, poiché Costui potrà formare il Sacrificio-ur della Mia Volontà nell’Azione risolutivo». – (cap.6,325): «I molti buoni insegnamenti che hai ricevuto non ti forniscono nessuna possibilità di inserirMi nell’immagine dell’Opera? Non te lo chiedi? La tua prova della libertà potrà portarti la conoscenza su di ‘Me’. Tu, come il giusto raggio del riflesso della Divinità-UR, puoi e devi conoscere che la difficile santa prova della Creazione che quasi ti schiaccia, è da svolgere nella conseguenza primordiale soltanto da ‘Me’ e da te!»  Né è da intendere che un tale ‘Figlio-Amore’ possa accentrare in Sé la sua Paternità, la Divinità, poiché si sottomette comunque a Suo Padre-Divinità già con le prime parole a Sadhana, quasi che questa sia (o diventi) una Sua pari. (cap.6.326): «UR non si scrolla della prova, benché riguardi il Potere e la servitù, altrimenti, la prova del ‘figlio che compare’, sarebbe l’apparente conseguenza del Diritto. Il Potere-ur e la Personalità-ur non sono da separare; Egli non retrocede nemmeno nella Sua dominante Volontà di guida del Creatore per via di un figlio». In un altro punto rimane sempre velato il ‘Tempo-ur’ precedente questa Settimana-ur, quando il Giovinetto-Amore indica, sebbene con gli stessi termini di ‘figli’, degli esseri che però fanno-farebbero parte di un Tempo-ur precedente, in cui erano da riordinare e riequilibrare le Sue Lotte eguagliatrici del Suo Essere primordiale, nel cui Tempo-ur l’impiego della Misericordia era ancora da realizzare dopo l’Amore, così come in questa Creazione il settimo principe (la Misericordia-Gabriel/Pura) è ancora co-aiutante di Raphael/Agralea rappresentanti dell’Amore. (cap.6,355):« UR voleva fondare la vita dei Suoi figli che Egli ha partorito dal pensiero-parola-azione per la Sua sublime gioia e per una conseguenza per voi mai afferrabile, sull’Amore; per la cui ragione proprio su di loro non è ancora possibile svelarne il motivo. Nondimeno, vi sia detto questo: il personale Azione d’amore di UR durante il sesto Giorno dell’Anno-Azione porta (porterà) la dimostrazione che Egli nelle Sue lotte uguagliatrici attraverso il pienissimo impiego della Misericordia come successore ed esecutore del Suo Amore, porta (porterà) in Sé la Sua alta meta». Che comunque, tutto sia sotto la diretta mano dell’Onnipotente, si nota dalle perfette parole del Giovinetto, che a UR dà sempre la Paternità di ogni Opera. (cap.6,356): « UR ha generato potenzialmente un unico ‘figlio’ (figlia): Sadhana, la Sua amabile, effettiva manifestazione per l’intera Opera!»

Il mistero di chi sia e da dove venga il Giovinetto-Gesù resta per un lungo tratto nell’Opera, poiché neanche le parole di Raphael concedono un chiarimento quando riferisce che il concetto dell’Atto del ‘sacrificio’ del ‘Portatore del sacrificio’ è «…così infinitamente grande nella sua efficacia…», quando la Caratteristica della Misericordia coadiuvante del Giorno dell’Amore consegnerà la sua parte all’Opera-figlio (dopo l’incarnazione-morte-risurrezione di Gesù), che «la conoscenza di tutti i figli non basterebbe per afferrarla nemmeno parzialmente» (cap.6,614). Né pare aiutare il fatto che il Giovinetto, quando parla di Dio, così come farà Gesù sulla Terra, non Lo accentra mai in Sé, ma Lo pone sempre al di fuori, come una Essenzialità ‘oltre’, che Lui rappresenta, ma che diverrà poi un tutt’Uno solo dopo i 40 giorni nel deserto dopo trent’anni di vita terrena. Né le parole di Zuriel-Sapienza che «…l’Amore di UR personificato ha formato il Giovinetto» (cap. 6,784), poiché non dice se tale formazione è stata postuma ai sette + sette + Sadhana nel sesto-Giorno, oppure se Tale rappresentante dell’Amore (come dovrebbe essere evidente) era già formato prima del primo Giorno di questa Creazione dei sette-Giorni. Eppure, se ci si lascia trasportare dal cuore, dalla percezione dell’amore in sé, anche alcune brevi parole lasciano rivelare molto, anche se sempre in modo sottinteso, come al cap.6,765, essendo il Creatore un’Entità sia quadruplice, sia setttuplice, ma sempre una Unità indivisibile. E al cap.6,366 che nel Giovinetto vive UR, ‘l’Amore-Dio personificato’, il cui Giovinetto è qualcosa di speciale (cap.6,784). E ancora, quando Egli stesso dichiara (cap.6,823) - pur ancora una volta velato - che «…per la seconda volta, nel boschetto, c’era stata la contemplazione unica di UR nella sua interezza…», oppure quando UR, del Giovinetto, dice: (cap.6,372) «…per un momento avete potuto contemplare UR nella Sua interezza…». E infine, il Giovinetto-UR ammette che «…UR stesso porterà il Sacrificio» (cap.6,839). Quindi, in questo sesto Giorno si sarebbe rivelato, non il Creatore, non il Sacerdote, non Dio, ma nella sua interezza, anticipandone la conclusione, il Padre stesso nella figura di Se stesso, di un Giovinetto, con l’immagine di Colui che poi verrà sulla Terra, Egli stesso - Amore - che s’immolerà per i figli, e in tal modo sarà conservata l’immagine del Dio-uomo per i figli fatti a Sua immagine, per non perderne neanche uno, come dichiarerà Egli stesso, autoeleggendosi, al cap.6,850. Tuttavia, poi diventa chiaro, sia quando i figli stessi riconoscono in UR stesso Colui che si sarebbe immolato (cap.6,919), sia quando UR dice del ‘Figlio del sacrificio’ che «…verrà generato solo dall’Entità di Dio della Pazienza e parorito dall’Amore», e che tale misero non poteva essere svelato prima (cap.6,947).

Una riflessione sul concetto della materia spirituale, da non confondere con quella seguente la caduta nella quale furono relegati i caduti. Di questa, l’insegnamento un po’ complesso rende noto che certamente era esistente una sostanza di una certa compattezza, per quanto in una essenzialità di ‘luce’, pur in una diversità infinita di varianti (cap.6,505). Diversità della materia spirituale, così come c’è diversità della materia in sé nei diversi pianeti e sui soli, già spiegato in altre rivelazioni[5].

Sulla ‘caduta’, l’anticipazione dell’indicazione nei molteplici insegnamenti nei vari Giorni non è immediatamente comprensibile, essendo questa solo da far supporre e presentarla ai figli come possibile; quindi tutti i termini adoperati per rappresentare l’artefice di questa e poi come presentare il Salvatore per il recupero-redenzione, traccia, nel linguaggio adoperato, termini non comuni, attraverso cui solo a fatica si potrà intendere a chi accreditare l’indicazione velata. Questi sono chiamati i ‘Portatori del fondamento’, così come il termine ‘fondamento’ viene però utilizzato anche per altri concetti; tuttavia, ad uno studio più approfondito non può sfuggire l’indicazione di Chi sia il ‘primo Portatore del fondamento’ o ‘Portatore del sacrificio’, o ‘primo Fondamento’, titolato alla Redenzione; mentre il ‘secondo Portatore del fondamento’ (il caduto) viene spesso indicato più semplicemente come ‘secondo-Fondamento’.

Sulla visibilità di Dio è un tema interessante da scoprire, perché in altre rivelazioni, come anche sulla Bibbia, si dice che ‘prima dell’incarnazione del Signore in Gesù, nessuno poteva vedere Dio, nemmeno gli angeli del Cielo, fino alla risurrezione/redenzione. Un tema dibattuto tra i credenti. In questa rivelazione diventa chiaro che ciò è effettivamente avvenuto, ovvero, per un arco temporale che va per i ‘fedeli’, solo parzialmente dalla settima-Ora fino alla conclusione dell’ottava-Ora, quale ‘prova’ da superare (pap.6,716-724), avendo confermato di ‘essere figli’ già con il superamento della stessa (cap.6,724); mentre per i ‘caduti’ (o semplicemente per i lontani che ancora non avevano conosciuto ne saputo nulla di Lui perché nati dai caduti), non vedranno più Dio-Padre dalla settima-Ora fino all’incarnazione/risurrezione di Gesù, cioè per tutte le restanti Ore del sesto-Giorno che ancora non si è concluso; una visibilità solo per chi raggiunge la completa rinascita e nel Regno riconosce/riconoscerà Gesù-Padre.

Sui figli fedeli si è sempre dibattuto il tema della figliolanza da acquisire da parte di tutti gli angeli, caduti e non caduti, presentando affermazioni che in altre rivelazioni farebbero credere alla necessità di un’incarnazione esclusivamente sulla Terra al fine di ottenerla. Anche su questo punto in questa Rivelazione viene data ampia chiarezza, e ciò essenzialmente considerando che un figlio fedele che nel tempo della ‘caduta’ di Sadhana e dei suoi figli è rimasto fedele – pur senza vedere Dio e dovendo scegliere se seguire gli insegnamenti di ubbidienza libera, già dimostrata nelle due Ore-ur già passate – perché allora un’ulteriore prova sulla Terra, subordinata al rischio di un successivo allontanamento, pur possibile e per tempi eterni? Chi nello spirito non cadde, non ha bisogno di questa per ottenere la figliolanza, l’ha già (cap.6,882), per cui la sua incarnazione sulla Terra, se avverrà (potrà avvenire per tutti, rispetto alla moltitudine in rapporto alla microscopicità del pianeta rispetto ai mondi della Creazione?), servirà solo come co-aiuto per recuperare/guidare i fratelli caduti, su questa o su altri pianeti. Diversa è l’incarnazione di un caduto che deve dimostrare il pentimento, e poiché sulla Terra riconoscerà difficilmente l’essenza del Dio unico e Creatore e continuerà a peccare. E purtuttavia, essendo passato dalla Terra, diversamente che su altri pianeti, sarà comunque un ‘figlio in divenire’, avendo acquisito in sé le basi della Dottrina di vita del Salvatore in Gesù che gli resteranno nel ricordo e potrà svilupparla sia nel Regno che con altre incarnazioni su altri pianeti/mondi (cap.6,1102).

Che dalle parole di Gesù ai discepoli e anche di qualche angelo, riportate in altre rivelazioni (es. Lorber) essendo riferite a quel tempo prima del Sacrificio sulla croce, si ipotizzasse l’esclusiva necessità di un’incarnazione sulla Terra, viene completamente chiarita con le numerose indicazioni in questa Rivelazione. Che non potesse essere così era solo una questione di giustizia evidente per chi ha nel cuore l’amore del Padre, indipendentemente da un’incarnazione, la quale diventa elemento di redenzione, e quindi di ‘visibilità di Dio’, solo per i caduti-redenti dopo la loro incarnazione e solo dopo la risurrezione di Gesù, se di là, accettano Gesù come Dio-intermediario; oppure per i ‘lontani’, cioè coloro che nel co-aiuto, nella loro incarnazione non ricevettero gli insegnamenti sull’esistenza di una vera Divinità, e perciò fino all’incarnazione di Dio in Gesù, di là, gli era effettivamente vietata la visibilità, poi diventata fattibile solo con il ritorno nel Regno del Dio diventato Uomo e quindi resosi visibile nel Regno anche ai lontani[6].

La conclusione di questa rivelazione accompagna il pellegrino credente in un crescendo senza fine. Sebbene si tratti solo di immagini, poiché la fine del sesto Giorno è in un tempo futuro tra migliaia-milioni di anni terrestri, e lo sviluppo viene solo profetizzato per immagini, per accompagnarci a una conoscenza anticipata che ancora non è conosciuta nemmeno agli angeli, se non a quelli che, incarnati, possono (fino al Giudizio) e potranno leggere queste righe nel ‘futuro regno millenario’ sulla Terra (Ap. cap.20). Lo svelamento di ciò che il caro Padre-Gesù ha in mente per la conclusione del sesto Giorno ci porta già a sensazioni irrefrenabili di gioia mai immaginata. In un Tempo-eterno, tutto il divenire porterà al recupero di tutti i figli! Non solo, ma in questo tempo, anche tutta la materia otterrà la sua trasformazione. Così come nelle 16 Ore del Giorno ne sono state riservate 7 per la preparazione, 7 per la caduta, e solo alla 14° Ora avviene l’incarnazione dell’Amore. Perciò una sola Ora-ur resta riservata al recupero di tutti i caduti, mentre l’ultima rimane riservata alla sola ‘figlia’ affinché avvenga la sua completa trasmutazione da Lucifero in Sadhana. Riuscire perciò a percepire lo scorrere del tempo-spirituale nel Regno, è impressionante, e diventa valida quella frase che dice: ‘Il finito non può comprendere l’infinito!’

Anche per ciò che riguarda il tempo delle Ore della notte, anche queste, accennate nell’ultimo capitolo (il settimo futuro Giorno ), quale anticipazione in immagini del futuro in cui le prime quattro Ore fino alla Mezzanotte, UR le riserverà per Sé, mentre le successive – per quanto in un tempo per noi terrestri infinito – verranno riservate a una guida ‘nello spirito’ (un ulteriore piano spirituale ancor più elevato), in cui i dormienti, come già avvenuto per ogni Notte-ur, possono però percepire gli insegnamenti e operare in modo animico-consapevole.

Inimmaginabile, né appieno comprensibile, lo sviluppo profetico del settimo Giorno, solo accennato. Ai primi del Seggio verranno presentate le immagini di ciò che sarà il senso del ‘Giorno della Festa’ in cui la Misericordia opererà nel pieno della sua Caratteristica, così come il Padre, insieme ai figli, raccoglierà il frutto del lavoro dei sei Giorni precedenti, ma per farlo assorbire nella sua realtà pronosticata dal Creatore e quale base per il proseguimento nella successiva Settimana-ur: ‘I figli con UR!’

 

Amici della ‘Nuova Luce’

 

 

 

 

Cap. ante 1

La quadruplice Creazione

«E un fiume usciva d’Eden

per irrigare il giardino,

e di là si spartiva in quattro bracci».

[Genesi, 2,10]

1. L’eternità-ur, le profondità della Divinità! L’infinito nel senza-inizio, nel senza-fine, maestoso, sublime, santo e, nel complesso, incomprensibile! Nondimeno, è dato allo spirito di investigare le profondità. Lo spirito-ur è il principio; da questo, il divenire di quella parte di spiriti a cui fu permesso e che sono in grado di realizzare il diretto collegamento tra UR, il Santo-eterno, l’unico-eterno e veritiero, e i figli sorti da Lui.

2. UR, il Creatore, è contemporaneamente il Visibile e l’Invisibile, l’Impersonale e la Persona. Egli genera e crea instancabilmente la vita sempre pulsante. Questo è il principio! – Nella Persona giace il Conservatore, il Collegamento, il Polo attraente. Entrambi, il principio-creativo e la Persona-conservatrice, portano in Sé un Potere trascendente, da cui avvenne una separazione per l’Opera. Questa separazione non fu una frammentazione; al contrario, procurò un continuo fluire della perfezione esistente. La prima divisione fu il duale: Principio e Persona, il potere stabile e quello regnante, in cui, nell’andamento delle Opere, il poter stare di fronte in un’indistruttibile connessione, lo Spirito-ur e lo spirito-parziale, esibendosi per eoni.

3. Nel duale si mostra il quattro, che lo Spirito-ur si è riservato. Questo fu il Suo segreto, e si rese palese allo spirito-parziale solo dopo aver stabilito un equilibrio, sebbene il quattro sta davanti ai seguenti e ai risultanti sette. In ciò è ancorata la crescita dello Spirito-ur attaccato dal principio, per cui l’immutabile perfezione non viene sfiorata. UR in Sé è invariabile, tuttavia è il Potere del Suo creare che porta con Sé un’ininterrotta successione di Opere infinitamente meravigliose.

4. Lo spirito – rispettivamente gli spiriti – mediante la realizzazione della Creazione, acquisirono la capacità di stabilire anche da sé il contatto con lo Spirito-ur creativo e vincolante. Nel momento in cui ciò accadde, fu possibile un’esplorazione di quella profondità di Dio, su ciascuno dei quali ogni volta era stata eretta un’opera congiunta. Una tale opera-parziale racchiude anche tutti gli spiriti-parziali e le correnti di forza che affluiscono verso di essi, in modo che a questo riguardo possa essere vista ‘una pienezza della Divinità’.

5. Nessuno spirito-parziale può compenetrare l’intero UR, perché esso rimarrà sempre come portatore di una (specifica) singolarità. D’altra parte, il contatto che si basa sulle vie dell’Ordine all’interno delle Opere acquisite, è senz’altro da stabilire, per cui lo spirito-parziale non viene afferrato dalla perfezione di UR, bensì è compenetrato da LUI solo in rapporto alla sua propria misura. In questo modo lo spirito-parziale può avere una dimora nello Spirito-ur senza perdere la sua propria personalità.

6. Alla conclusione di un’opera-parziale segue la ‘ripresa di possesso’ della dimora-ur, un collegamento altamente possibile tra Creatore e creatura. Se lo spirito-parziale insegue ciò – comunque stimolato dallo Spirito-ur e provvisto con la sostanza vitale – allora non solo simbolicamente segue l’onnipotente spinta creativa di UR che assembla incalcolabili Opere, ma nella maggiore conoscenza ottiene la rivelazione sulle creazioni, le quali formano una sequenza continuativa (come i Giorni di un Anno).

7. Quando ogni spirito-parziale, anche come essere umano, ha ricevuto la sua origine dallo Spirito-ur perché non può provenire da nessun’altra parte, allora l’idoneità dell’unione, che non s’interromperà giammai, è pronta a stabilire il contatto legato alla creatura. Questo genera una ‘sensazione dell’unità’, che generalmente tende verso quello Spirito-ur che viene portato vicino all’uomo con la parola ‘Divinità’, la quale revoca il ‘non-poter-vedere-Dio’ e trasmette allo spirito-parziale la ricerca di una concentrazione compatta: ‘il contemplare da volto a Volto’! Qui è radicata una sacra profondità, alla quale ora è accordata l’opera dominante.

8. Di fronte a UR vi stanno due forme-essenze che nell’immediato hanno assunto una posizione particolare: entrambe hanno uno spirito-parziale, nato personalmente = creato da UR, il santo-eterno. Queste due forme-essenze sono ‘angelo e uomo’. Fino a che punto sono differenti o equivalenti, ve lo mostrerà la Rivelazione. Se tuttavia entrambi possiedono una propria vita personale che risulta sia nel principio che nella persona anche secondo la rispettiva legalità dominante delle loro basi impiantate, allora UR non può essere senza rappresentazione, perché LUI è sempre l’immagine-ur, il Riflesso (lo specchio) di tutto il Creato! Si osservi il contatto tra macrocosmo e microcosmo, nonché il congiungimento immutabile dello Spirito-ur verso lo spirito-parziale generato da Lui; come al contrario, quest’ultimo, da sé, vuole avere ed aspira ad un ri-collegamento inseparabile. In ciò si consolidarono i sette (arcangeli/spiriti-ur) che più tardi si aprirono nella consequenzialità assegnata – i quali ricevettero uno dopo l’altro la sovranità – comunque senza differenza di rango. Proprio in questo si renderà palese la loro piena unione. - Su questi, ovviamente, aleggia uno speciale collegamento, che tuttavia, pur avendo una superiorità, non dà supremazia. Infatti, UR, in Sé, è Uno!

9. Di conseguenza, gli spiriti-parziali sono da considerare una parte di UR, i quali, nel loro divenire rimasero dapprima preservati nella Divinità come pensieri, senza una coscienza personale. In seguito, al fine di generare da questi pensieri delle forme mantenute con la sostanza di vita insufflata, in UR si allinearono insieme immense Opere. Lo Spazio e il Tempo nell’eternità-ur erano sconfinati; nondimeno, l’Essere-ur era il loro limite. Tutte le formazioni erano una faccenda personale di UR, sebbene in queste creazioni di Spazi senza Spazio, e Tempi senza tempo, Egli era, poteva essere e voleva essere, solo il Principio.

*

10. Diversamente andarono le cose dal momento in cui il concentrato dei Pensieri si sviluppò ulteriormente in forme figurative, anche se ancora certamente senza un genere personale proprio. Tuttavia, come un uomo cerca di modellare la sua opera pensata, per poi rappresentare in modo plastico tale forma immaginata, similmente avvenne con l’iniziale forma delle Opere. Anche se il raffronto tra un operare umano e l’operare di UR è molto scarso, dovrebbe comunque servire da esempio per la migliore comprensione. In questo modo, ciò che sarà rivelato è più facile da comprendere.

11. Così UR ha modellato, la Sua opera immaginata, in una ‘Creazione divisa in quattro parti’. Non sarà facile riconoscerla. Chi all’inizio segue semplicemente, avrà l’alto vantaggio, vale a dire quel rapporto che rimane riservato ad ogni spirito-parziale. La riserva è ovviamente legata al tempo, perché lui[7] – finora abbastanza sconosciuto – deve camminare contestualmente al tempo di tutti i santi. Tutte le cose spirituali si lasciano spiegare ampiamente e collocare giustamente nell’insegnamento-ur, anche ciò che l’intelletto umano ritiene impossibile.

12. Nella misura in cui l’eternità-ur si rivela in Spazio e Tempo, per le creature l’ultradimensionale decade lontano, perché UR lo copre mediante le Opere, che sono contemporaneamente il ponte di ritorno della relazione prima menzionata. Qui ha la sua validità questa Parola: «E vi sarà un solo gregge e un solo Pastore!». La radice è sempre ‘l’Uno’, UR, l’Unico! Si è già parlato del ‘Due’ come contrapposizione: UR e la Sua opera; oppure: il Potere permanente e quello regnante!

13. Nondimeno: da dove proviene il ‘Quattro’? Esso è nominato arbitrariamente, oppure in esso c’è un’impostazione di base confermata dall’opera? Sì, anche questo libro vi irradierà Luce un po’ alla volta. Inizialmente necessita di un segno più vicino all’unità e alla dualità che illumini da ogni Rivelazione, che manifesti le cifre fondamentali ‘quattro’ e ‘sette’ annunciate a sufficienza agli uomini. L’opera principale per la conoscenza di Dio, la Bibbia, ne porta così tanto dei quattro fiumi nel Giardino dell’Eden, fino alla settupla elevazione nella Rivelazione di Giovanni, cosicché nessun cuore volonteroso può passarvi oltre senza percepire anche qui la profondità della Divinità.

14. UR non sospende la Sua Unità nonostante la molteplicità di forme personali con cui Si rivela. Le più notevoli diverse personificazioni esteriori sono UR e GESU’ CRISTO! In Uno viene annunciato il rapporto permanente, nell’Altro l’ampia redenzione. Pertanto, Entrambi operano incondizionatamente sempre differentemente per via dell’opera, giammai nel principio-ur! Se UR è divenuto Cristo, allora è soltanto per il raggiungimento di una Meta, e questa fu grandiosa, cioè: l’unità, senza dissoluzione, di tutti i Pensieri di forme, coscienti della vita!

15. Per raggiungere l’unità basata non soltanto sul Potere, bensì anche sulla libertà della volontà (libero arbitrio), ad UR stavano incommensurabili mezzi a disposizione. L’impiego di tali mezzi porta sempre alla realizzazione, indifferentemente se nell’infinito oppure nel finito. La compiutezza, valutata (anche) dagli alti spiriti-parziali, può essere sperimentata solo gradualmente, perché l’inizio e la fine della stessa appartengono all’infinità.

16. Dopo che UR ebbe elevato la Sua opera interiore all’elevatezza voluta, Egli creò per la prima volta una finitezza (compiutezza). Questa fu ‘la Creazione divisa in quattro’. In essa Egli aprì per la prima volta – in nessun modo per uno scopo fine a se stesso – le quattro Camere del Suo Cuore. Per facilitare lo sviluppo del terreno prefigurato (della materia), sia significativo (questo): che UR modellò il Suo Cuore in un Lavoro così inconcepibilmente sublime, da adattare le Opere sul loro modo di essere. Se un uomo osserva l’ambiente e la propria vita da questo punto di vista, allora constaterà stupefatto quante variazioni importanti questa immagine-ur si riflette nell’immagine dell’opera.

17. Il principio della vita che pulsa attraverso ogni opera in Spazio e Tempo, trova il suo simbolo nel flusso del sangue: due Camere del Cuore danno, due accolgono! I quattro elementi: venti, stagioni, dimensioni, fasi d’età, settimane di una Luna e molto altro ancora, si basano su questa prima Creazione-ur, in cui si rivela un ciclo quasi inafferrabile, che nel principio-ur non è mai lo stesso, ma ovviamente, nell’impulso e nella direzione comporta costantemente la conseguenza dell’Ordine.

18. La Creazione in quattro parti fu un’opera altamente elevata di UR: la durevole Dualità! Prima di questa era sorto molto di santo – ciò che gli angeli più supremi presagiscono vagamente – che nessuno spirito umano può comprendere. Tutto questo trovò nella fine dell’opera considerata, una dissoluzione in UR, il Quale non aveva ancora creato ‘nulla al di fuori di Sé’. Tuttavia, ora dei Pensieri divennero il simbolo nel proprio Amore-ur, poggianti sui raggi di Vita fondamentale predominanti che una Dualità sarebbe stata in grado di mantenere nell’unità-ur senza spezzarLa minimante. Lo Spirito-ur aveva fatto come pieno Atto (o Azione) quanto segue: Egli diede al ‘creato’ una forma-pensiero, una forma-parola e poi una forma-azione e, in più – per far comparire il Cuore-ur in portentosa previsione – diede la forma conseguente. Quanto sublime fu tale forma conseguente, è da cogliere dal libro. UR pose ogni divenire sulla Sua via dell’Ordine, creando il Ciclo degli Anni, …gli anelli della Vita che ha colmato con i singoli Giorni (Giorni-ur). Così la Dualità diventò la base, prevista nella quadruplice Creazione come meta elevata. A questo, UR diede un inizio-limite e una fine-limite, nel cui Spazio e Tempo ogni opera doveva trovare il suo perfezionamento nella struttura, direzione, andamento e meta. Egli chiamò questo: il ‘primo-Ciclo-ur’, provvisto dualisticamente di due volte quattro Anni-ur, nei quali Egli – rispetto al Suo Essere – avrebbe espirato ed inspirato una volta, Potere, Forza, autorità e Potenza. Egli divise ogni metà di un Ciclo in pensiero, parola, azione e conseguenza. Nell’espirazione Egli donò all’opera il Suo Io; con l’inspirazione l’opera doveva donarsi a Lui. Questo fu un ATMA! (il respiro di Dio)

19. Il primo Ciclo dell’Anno-Pensiero-ur e dell’Anno-Parola-ur portò un costante fluire all’esterno, poiché lo Spazio limitato e il suo Tempo erano vuoti. UR voleva benedirli con il Suo Spirito, ma con l’Anno-Azione-ur doveva essere dimostrato se l’alta Meta era in grado di includere ogni opera. Con un’unica dedizione all’Opera, poteva e doveva essere dato tutto per contemplare da ciò il compiuto:

la restituzione dell’opera, all’Opera!

20. Anche qui vi viene anticipato che già nella prima Settimana dell’Anno-Azione (non quella di questa Creazione) nella quale una volta ciascuna delle sette Caratteristiche aveva operato e ciascuna aveva avuto da condurre un Giorno della Creazione, l’alta Meta era stata ben raggiungibile, indipendentemente dal fatto se aveva già trovato un’ampia organizzazione secondo la visione-ur. Sì, la volontarietà finale doveva rimanere riservata all’Anno-Conseguenza-ur, ma ogni beatitudine che si riversava in una singola opera in anticipo dal principio-ur, doveva essere ‘meta nell’alta Meta’.

21. UR ha immaginato ancora qualcos’altro per essere attivo in modo creativo benedicente. Se i Pensieri di vita da spostare al punto più elevato dell’Opera dovevano mantenere il dualismo dall’unione tesa liberamente verso lo Spirito-ur, allora EGLI poteva rivelarsi solo un po’ alla volta, in Principio, non contemplabile come in una Forma contemplabile. Per nascondere la Sua Pienezza, Egli suddivise il Suo Cuore-ur in quattro camere, e da ogni singola camera ne costituì un principio di vita, una parte essenziale di Sé.

22. Dato che UR è essenzialmente creativo, altrimenti Egli non potrebbe condurre né ottenere né completare niente, Egli chiamò la prima Camera “CREATORE”. Qui operò ovviamente il Suo primissimo Ordine, ma velato con il sacro principio-ur nel predominio della Volontà. Nessun’altra Caratteristica avrebbe potuto essere giammai efficace se non fosse esistita nessuna Creazione. Avrebbe dovuto Egli, indicare a Se stesso la Pazienza, l’Amore e la Misericordia? Al contrario! Egli riservò proprio questi raggi della Vita fondamentale per gli annunci, a posteriori. Dapprima dovette esistere la Volontà, con la quale UR avrebbe elevato il glorioso Duale contemplato alla Figura della vita in Sé.

23. La seconda Camera del Cuore che doveva dare la Sostanza vitale, UR la chiamò “SACERDOTE”, il Principio conducente. Egli diede questo alla Sua Sapienza, affinché fosse in grado di guidare l’Opera divenuta. E non appena accoppiò creativamente l’Ordine con la Volontà, allo stesso modo la Sapienza con la Serietà in modo sacerdotale, la Meta fu sacra! Pertanto, alla Via di Luce, cosa poteva essere dato d’altro, se non la Serietà, che Egli lasciò fluire nel divenire e li nutrì con questa? Così la Sua sostanza-ur vitale, fluì dalla seconda Camera del Cuore, nell’Opera, nel Corpo che Egli aveva fatto divenire, e gli donò la Sua piena ricchezza. Ora si doveva dimostrare che cosa avrebbe fatto l’Opera con questo Sangue vitale.

24. Sia notato, che nell’Anno-Pensiero-ur e nell’Anno-Parola-ur (già trascosi e completati), nonostante entrambi siano stati sotto un certo punto di vista un pre-ombreggiamento per l’Azione, non sorse nessuna errata via di percorso, cosa che – se fosse stato così – avrebbe avuto per conseguenza che nel frattempo, nell’andamento dell’Anno-Azione-ur, il ‘caso’, subentrato, sarebbe stato veramente ‘previsto’. Non lo fu! – Non lo è mai stato pre-ombreggiato, perché altrimenti la sacra Opera di redenzione sarebbe stata derubata della sua più alta Vittoria! Come Sacerdote, anzi, come alto-Sacerdote, UR voleva condurre le Sue Opere, benedicendole. E questo avvenne!

25. Nel portentoso divenire, giunse con il flusso vitale ciò che doveva assolutamente essere conservato. Per ottenere questo, UR diede alla Sua terza Camera del Cuore il Suo essere “DIO”. Nell’Anno-pensiero-ur e nell’Anno-Parola-ur la pre-Pienezza del divenire; e nell’Anno-Azione-ur – già irradiato liberamente – l’esistere! E quanto fu travolgente ciò! Durante questo andamento-parziale nel Ciclo, UR entrò nel Piano come DIO[8]! Egli non mise in risalto il Potere, no, – la Pazienza diventò rappresentante in quella Creazione nella quale c’era stata una deviazione. Inoltre, la Pazienza avrebbe potuto estendere infinitamente lo Spazio e il Tempo, senza porre nel contempo la giusta Meta alla deviazione nel senso di tutti i raggi di Vita fondamentale. E questo lo fece l’Amore!

26. L’Amore adempie il mantenimento proveniente dalla Pazienza. Così entrambi diventano la mediazione, i mediatori tra l’Opera vitale consapevole e UR. Essi, in questo posto, sono già nella quadruplice-Creazione, come gli altri raggi della Vita fondamentale sono al loro posto. Nell’Anno-Azione-ur che nel Ciclo si trova al terzo posto[9], ‘Dio’ è perciò attivo in modo predominante come terza Entità nella Pazienza e nell’Amore’, il che però non significa che nei confronti delle altre Entità Egli possieda una posizione più importante. Ogni parte è legata alla propria interezza, anche se, con essa, UR rappresenta la perfezione della Sua alta Meta.

27. Nell’andamento del primo Ciclo, UR ha suddiviso il Suo IO unitario in quattro grandi posizioni chiave, e le sette Caratteristiche nei relativi tempi e spazi di Giudizio, che più tardi si riveleranno come i Giorni della Creazione. Nel Principio conservante giace il redentivo, da cui risulta che il Redentore proviene dalla Pazienza e dall’Amore. In questo terzo Essere si rispecchia l’Azione: il Sacrificio-ur e il Golgota!

28. Se su questa portentosa Base, l’Opera dalle (quattro) parti del Cuore-ur fu progettata nell’immaginazione come ‘Creatore’, benedetta nella Parola come ‘Sacerdote’, e ora fu conservata nell’Azione, come ‘Dio’, allora necessitava ancora di un Raggio che avrebbe dovuto dare al Tutto il completamento dell’alta Meta. Questo avvenne pre-formando nella quadruplice Creazione attraverso tale sequenza: la Perfezione, l’Audizione senza abrogazione della Vita personale, il flusso vitale che rifluendo indietro scorse ora dalla terza alla quarta Camera del Cuore per raccogliere tutto; da lì, su quella Via segreta che in seguito si sarebbe rivelata come ‘le sante Notti della Creazione’, nell’area del centro-ur vitale, dove sarà provvista con nuova Forza e lo sarà sempre, per intraprendere e compiere un successivo Ciclo.

29. UR chiamò la quarta Camera, ‘PADRE’, e – quando poté mettere il Suo magnifico splendente ‘fine’ al termine della quadruplice Creazione – si diede a questa parte essenziale di Padre. Si dimostra ancora in quale delicatezza l’Onnisanto fece arrivare uno all’altro, per adagiare proprio il duale, sia nella quarta Entità, sia anche per rendere accessibile del tutto, attraverso la stessa, ‘la Sua inaccessibile Luce’: il contemplare da Volto a volto! Per questo Egli prese la Misericordia come settima delle Sue fiaccole.

30. Con questo bellissimo esempio, UR terminò la quadruplice Creazione e, come tutte le precedenti Opere interiori, la riprese in Sé in una Notte-ur. In questa Notte il nuovo ‘divenuto’ ricevette quella Sostanza di forza-vitale che Egli ha ottenuto in particolari Creazioni. Egli divise anche queste Notti-ur dalle singole Notti della Creazione. – Il mistero sarà rivelato.

 

[indice]

 

 

Cap. ante 2

Al principio, il Pensiero

 

[Gen. 1,1-2]: «Nel Principio Dio creò il Cielo e la Terra. E la Terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso, e lo spirito aleggiava sulla superficie delle acque».

«A voi è dato di comprendere

 il mistero del Regno dei Cieli».

[Matteo 13, 11]

1. Inizia il primo Anno-ur, un’Opera da pre-opere senza numero, perché UR non conosce in Sé nessun inizio! Le Sue forze formanti sono il Suo Io. Le Formazioni pre-costituite nella quadruplice Creazione ricevono i loro limiti dall’eternità-ur. Ora per la prima volta inizia un ovvio complessivo Ciclo-ur. Il suo inizio non è da rivelare; anch’esso rimane per eoni di volte un eone[10]! Perciò:

“ETERNITÁ-UR IN SPAZIO E TEMPO!”

2. L’incommensurabile reso misurabile. – Chi lo può afferrare? E’ la formulazione: ‘In Lui abita corporalmente tutta la Pienezza della Divinità!’ (Col. 2,9). Anche qui, ‘l’Incommensurabile’ in una piccola Forma (Gesù). Per un’Opera oltremodo magnifica, UR ha fatto diventare ‘Forma’ la Sua incommensurabilità, altrimenti non esisterebbero nemmeno dei figli. Così iniziò l’Anno-ur, colmato con percorsi e opere dei Suoi pensieri, i quali sono calcolabili con i numeri delle stelle. Previsto nel grande ambito della quadruplice Creazione, ma ora pensato in modo plastico, anche ideata.

3. Con Lui si forma mentalmente, ma in perfetta forma sensoriale, il duale dalla Sua unità: il CIELO e la TERRA!”. Non il Cielo dei figli beati, né la Terra degli uomini sprofondati, …questa è un’Opera che sorgerà più tardi. ‘Questo’ fu il primo Cielo = la formazione propria di UR da contemplare, per i figli in divenire. ‘Questa’ fu la prima TERRA = Spazio e Tempo, preparata per i figli. Per questo “la Terra era informe e vuota” – essendo senza l’Opera-Figlio[11], non ancora strutturata; quindi era ancora “buio sull’abisso”. – Spazio e Tempo, presi dalla profondità dal sacro Potere-ur creativo, non portavano ancora alcun essere vivente eccetto UR.

4. Ora “lo Spirito di Dio aleggia sulle Acque”; i Pensieri vengono aspirati dalla Vita = Acqua, ed ombreggiati dallo Spirito di Dio. In tal modo prende il suo inizio l’Anno-ur della Creazione. UR forma quattro estremità. Egli unisce ulteriori Pensieri personali esteriori con uno interiore in una unità; senza tuttavia realizzare una fusione perché nessuno dovrebbe, né può perdere la sua Unità. Sulla prima estremità Egli mette la Parte del Cuore, il ‘Creatore’, e con Lui irradia l’intero Anno del Pensiero (l’Anno-Pensiero-ur). In questo modo il Principio creatore rimane in ogni sequenza, l’Autore dell’essere e della vita personale, indipendentemente dal fatto che le altre tre Parti del Cuore irradiano in modo dominante i tre ulteriori Anni-ur.

5. Dal Principio del ‘Creatore’ si cristallizza il Potere. Deve rimanere il Fondamento, la sacra ‘Profondità’, perché senza la fondamentale Posizione di Forza, l’alta Meta pre-pensata non sarebbe raggiungibile. Se UR non avesse lasciato la moderazione del Potere creativo in modo continuativo al primo posto, in verità, la Legge della libera volontà sollevata per diritto più tardi, avrebbe reso impossibile il compimento di un Sacrificio per il riscatto (il Golgota).

6. La creatività, il principio del Potere, UR la rafforza tramite le due Caratteristiche: l’Ordine e la Volontà posti in alto, poiché la formazione del Pensiero (il Suo) è senz’altro ancora il puro Essere-ur collegato con esso in modo strettissimo, benché prodotto già in modo duale. E’ il concime-ur! Questa dualità del Pensiero, costruita in modo formativo nell’esteriore separato da Lui, richiedeva l’impiego della Sua Volontà. Dal momento in cui, dato che Egli vide crescere magnificamente la dualità equipaggiata con le forze del Potere che si sviluppava magnificamente nell’andamento dell’Anno-Pensiero-ur, Egli lo volle mantenere e, oltre a questo, adeguandolo al Suo proprio Essere, crearlo a Sua immagine.

7. In tal modo la Volontà del Creatore dopo la segreta pre-amministrazione si pose ora come un secondo, al fianco dell’Ordine del Creatore, e colmò gradualmente la TERRA informe, vuota = lo SPAZIO delimitato insieme al suo TEMPO. Gli spiriti parziali iniziarono la loro vita personale. Certamente, anche qui ancora nell’esistenza-Pensiero, vivendo la loro propria esistenza personale solo mentalmente, ma sufficiente per mirare ad una perfezione adeguata all’Opera.

8. Non c’era bisogno di un ulteriore aumento all’interno dell’Anno-Pensiero-ur, poiché gli spiriti parziali erano giunti al limite del perfezionamento legati al principio del Potere creativo, e come personalità auto-consapevoli avevano ottenuto mentalmente la ri-unificazione con lo Spirito-ur. Anche se in parte, secondo il Potere, erano derivati dalla prima Creazione, agivano degli spiriti parziali secondo il duale divenuto comunque con le proprie forze. Persino dei minimi pensieri esternati – indotti alla vita auto consapevole – portavano così tanto in sé, da usare la loro ‘sostanza-ur’ per il massimo impiego di forza possibile.

9. Raggiunto questo punto, UR concluse l’Opera dei Pensieri, perché un ulteriore aumento del germe-ur, sebbene possibile, avrebbe potuto riformare indietro nel nucleo-ur, per cui gli spiriti parziali avrebbero dovuto perdere la loro prima personalità già ricevuta. UR invece aveva considerato in antivcipo il contrario. Egli possiede tanto Spazio e Tempo per dei Cicli più ricchi (per il futuro). – Una singola stella, un piccolo mondo dell’attuale Cosmo, corrisponde, nel rapporto, ad un tale Ciclo rispetto alle miriadi di stelle, soli e mondi. Sì, così come nuota un sistema della via lattea come ‘piccola solitaria isola’[12] nell’Oceano della Creazione, così un Ciclo-ur nell’eternità-ur!

10. Non per nulla agli uomini era stato annunciato prima, di un CIELO e di una TERRA (Genesi 1,1), dall’interno all’esterno, in cui lo Spazio era delimitato e il Tempo suddiviso in singoli tratti. Già questo primo Anno-ur mostrò, rispetto ai giorni di un anno fisico, delle singole Creazioni, un muoversi graduale verso l’alto e in avanti. La grande suddivisione del Tempo provenne dalla quarta Camera del Cuore; e così questo Anno-ur fu suddiviso in quattro sequenze principali di tempo (quattro Stagioni-ur).

 

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Cap. ante 3

La prima Parola

 

[Gen. 1,3]: «E DIO disse: “Sia Luce!”, e la Luce fu».

 

«In verità, in verità, Io vi dico:

chi ascolta la mia parola e crede

 a Colui che mi ha mandato,

ha vita eterna; e non viene in giudizio,

 bensì è passato dalla morte alla vita».

[Giov. 5, 24.]

1. “Come e dove è stata adagiata l’Opera-Pensiero? Da quale culla, prese UR il nuovo Anno?”. – Innanzitutto è sufficiente l’indicazione che UR, il santo-eterno, nella Sua Potenza sciolga un Pensiero-parziale dopo l’altro per fraternizzare con loro grazie a questo distacco, e concludere un sacro Patto (alleanza). Questo accadde! Egli vide: “Era buono!”

2. Dal perfezionamento dell’Anno-Pensiero-ur, Egli estrasse il divenuto: l’Anno-Parola-ur. In questo avvenne ciò che è rimasto ancora preservato alla prima Opera. È ovvio che fu fondato dalla Potenza creativa di Spazio e Tempo attraverso l’Ordine e la Volontà, ma dato che era avvenuto in modo complessivo, questo fondamento aveva bisogno – come in tutte le conseguenze – di essere riposto proprio sul Piano, certamente secondo la seconda elevata sacra camera del Cuore del ‘Sacerdote’ con le sue Caratteristiche della Sapienza e della Serietà nella crescita legata all’Opera.

3. UR pronuncia le prime Parole alla Sua opera: “Ho contemplato in Me i Miei Pensieri e li ho inseriti secondo grandezza e numero dalla forza del Mio creare nella Mia essenzialità interiore, e li ho fatti divenire ‘forma’ come anche in vista dell’Io della Mia Persona. Voi vivete! Ma dal primo Anno sono ancora legati a Me come un embrione, benché possiedano già figura e personalità crescenti. Questo ‘nuovo Anno’ deve farli maturare per la nascita, sì, la Mia successiva opera li partorirà! Quale pienezza in questa futura nascita!

4. Ora la Mia forza pulsa come un secondo flusso attraverso Spazio e Tempo, e il ‘divenuto’, soffiato e fortificato, viene guidato da Me. Già ora l’Opera-Figlio deve udire la Mia lingua, e i Miei impulsi di vita devono essere nutrimento per il Mio embrione. Voglio nutrirlo con la Mia Sapienza e farlo crescere con la Mia Serietà, affinché presto giunga alla nascita! Voglio condurre un dialogo con ogni singolo spirito, con ogni embrione che onora la Mia sovranità, poiché essi sono spirito dal Mio Spirito, forza dalla Mia Forza, finché vedano da se stessi ciò che diventeranno autonomamente da ciò che Io ho fatto di loro dalla Mia vita-ur, e loro si ritrovino da sé a Me, lo Spirito-ur, per la Mia gioia e per la loro sublime santificata beatitudine.

Tu sacro Anno della Parola,

prendi possesso della Mia Forza conducente!

‘Sia Luce!’

5. La Mia Sapienza sia il tuo irraggiamento, la Mia Serietà sia il Dono che ti do dal Mio santo Essere, il passato, il presente e il futuro! Io ero e rimango creativo, sono e rimango conducente, sarò e rimarrò in eterno il Conservatore e il Perfezionatore! Quindi: ‘Ciò avvenga!’.”

6. UR pone il Suo Cuore in modo sacerdotale su una sacra Pietra bianca. Questa è la prima immagine. Su di essa fa affluire la Sua Luce, e la Sua Sapienza diventa una cima (una cupola). Su questo soffia il Suo respiro, e la Sua Serietà la rende visibile. Sulla pietra attizza un fuoco; da questo sorge il sacro focolare, edificato sull’adorazione, sul servizio, sul sacrificio e come alto Altare. Egli mette il Suo Cuore nel Fuoco, finché le parti diventano singole, come Egli in principio era passato dal Ciclo-ur nella sacra quadruplice Entità attraverso le quattro Porte della forza dei Pensieri. Egli pone tutte le parti sui quattro angoli del sacro focolare, vi soffia sopra tre volte in segno che in ogni Parte vivono anche le altre Parti e che la divisione non sia una scissione, bensì una Benedizione.

7. Dai quattro angoli, rispettivamente dal centro delle Camere del Cuore, Egli prende delle Fiaccole, le Caratteristiche nel Suo Principio creativo. Egli unisce la Sua Unità, il duale e le quattro Camere in sette raggi della Vita fondamentale. Li accende nel fuoco, li ricopre di nuovo fino alla nascita del figlio. Dopodiché ripone le Sue quattro Parti essenziali nuovamente nel fuoco, dove le stesse vengono fuse come un magnifico Cuore-ur. Allora UR vede: “Anche questo Anno maturerà nella perfezione!”

8. Egli benedice l’Opera e rimette il Suo Cuore nel Suo petto per tutti i tempi. UR e la Sua Opera, secondo la forza sacerdotale, hanno compiuto ‘l’Anno del dare’. E ciò non solamente secondo la Potenzialità, ma dalla ‘forza motrice del Suo Cuore’, dato che era stato posto al di fuori di Lui in quattro parti. Quindi tutti i Pensieri parziali, persino quando dovessero allontanarsi da Lui, avranno la loro unità fermamente consolidata, come lo ha dimostrato il Suo Cuore diviso in quattro nel fuoco della prova della Sua Unità.

9. Ora non c’è più nulla che ostacola ciò con cui affidare il Suo ATMA allo spazio e al tempo di questo suddiviso rispettivamente ad ogni Entità in un’ulteriore suddivisione anche in ogni raggio della Vita fondamentale[13]. Egli sa: ogni Entità, ogni Caratteristica non sarà efficace senza l’altra. Con ciò Egli conferma Sé stesso nella Sua divina unicità!

10. Nella pienezza della Sua consapevolezza di Forza positiva, Egli pronuncia ancora una volta il Suo sacro: “Sia la Luce!”. Non è una ripetizione. La prima Parola era dedicata al Cielo = a Se stesso, la seconda alla Terra = all’Opera-Figlio. In questa si riversano nella Forza, insieme alla Parola, innumerevoli fiumi di luce. Questi precipitano come cascate dall’alto del Suo Sacerdozio – nati nel fuoco del Sacrificio del Suo Cuore – nella profondità della Sua potenza creativa. Essi penetrano come potenza incommensurabile nella vastità dello spazio e del tempo, colmandoli entrambi, strapieni della Divinità sovra pervenuta in loro. Circoscrivendo i limiti, così i fiumi di luce s’appressano per ritornare alla vicinanza del Suo Cuore nella forza della loro ricchezza conquistata. Allora UR chiama la Vicinanza, come la quarta Camera del Cuore = ‘PADRE’, con essa si unisce il bene dei Pensieri parziali e prevede questo: ‘Ognuno deve avere un fiume di Luce dalla Sua Fonte di Luce, che lo porti da sé di ritorno, alla Parte del Cuore paterno, con cui potrà sorgere l’ultima volontaria unificazione con Lui, l’UR’.

11. Egli fa scorrere i fiumi di luce senza legarli subito agli spiriti parziali, benché questi come embrioni siano quasi maturati nel grande Tempo dell’Anno-Parola-ur. La Parola dà ai fiumi di luce la costruzione, la direzione, il corso e la meta, diventando dei ‘riflessi di Luce’.

12. I milioni di anni-luce riempiono nella forza concentrata lo Spazio e il Tempo dell’Anno-Parola-ur nelle quattro dimensioni. La Sapienza del Sacerdote, dalle relative due Luci un Raggio unitario, ordina grandi forze motrici di luce in armoniosa unitarietà e forma, senza derubare le due della loro propria essenzialità. In queste Egli simbolizza l’ultramagnifico duale della Creazione e dà in una luce, (qualcosa) della Sua consapevolezza positiva di Forza, e nell’altra (qualcosa) della Sua Consapevolezza negativa di Forza, qui già riconoscibile come due Poli.

13. Sebbene adesso la Creazione sia stata strutturata secondo la Parola in vista delle divenute forze-motrici di luce, nulla è comunque separato dalla Sua Entità-ur. Il tempo imposto è divenuto il Suo Tempo-ur, lo spazio limitato il Suo Spazio-ur, le Forze motrici di luce sono create dalla Sua forza di Sacerdote-ur! Tutto è sottoposto alla Sua dualità, quella divina, ma rimane Unità senza scissione. Dalle unite forme di forza consapevoli, positiva e negativa, Egli prende di nuovo un terzo di questa irradiazione di luce e lo forma insieme nella più meravigliosa Unità per un particolare complesso di luce.

14. Questo complesso di luce, dal Suo impulso primordiale di Potenza, diventa il Suo negativo Personale, formalmente anche un ‘Primo’. Questo Egli lo ha creato puro dalla Sua Serietà e poté crearlo da questo, poiché la sostanza-ur per questo divenire era già proceduta dall’Ordine e dalla Volontà, era già, guidata dalla Sapienza, benedetta. Alla fine, UR raccoglie di nuovo tutte le luci nella Sua propria grande Luce.

 

 

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Cap. ante 4

L’Azione: la Fonte-ur, il Mattino, il Mezzogiorno la Sera, la Notte Anni, Mesi, Settimane, Giorni

UR diventa Padre: Imanuel!

 

[Gen. 1,4-5]: «E Dio vide che la Luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce ‘giorno’ e le tenebre ‘notte’».

 

«Ecco, Io ti ho posta dinanzi una porta aperta,

che nessuno può chiudere».

[Ap. 3,8]

 

1. Sacra Notte-ur! Chi sa del suo tessere, delle Forze motrici che condussero dal misterioso buio, all’aurora magnificamente splendente? Chi percepisce il Soffio del Creatore che dai Pensieri risveglia nuova vita, l’esistenza consapevole di forza? Chi conosce la Mano onnipotente che nel nascondimento edifica cellula su cellula, ordina, forma, prevede la fine, finché il completato viene affidato al Giorno, per l’amministrazione? Chi ode il maestoso Respiro dell’ultraricca vita, che anima l’Opera fin dall’alta Mezzanotte, finché si muovono gli impulsi di Vita delle Forze motrici? Finché – spinti al dischiudersi della Forza – assumono figure auto consapevoli, presagendo la loro destinazione in anticipo, finché a loro può essere assegnata una ‘consacrazione’?

2. Chi è seduto nella notte, alla Fonte della foresta, finché l’aurora ha preso le ombre dagli alberi? E chi ha sentito, dalla profondità, il rumoreggiare delle acque, che ha compreso il loro mormorio? Ma, chi ha seguito il loro linguaggio fin nel fondo da cui provenivano le acque? Quale Fonte? Nessuno conosce la sua origine, nessuno sa da dove attinge. E ciononostante, è nota, vive, genera Vita e ricolma tutto il Cosmo.

Questa Fonte è UR!

3. Sacra Mezzanotte! UR riposa come Creatore alla Sua Fonte. Guardando indietro, Egli contempla il Suo operare. In avanti il Mattino e la Sera dell’Anno-Azione-ur. Vede sorgere degli eoni dalla Sua Fonte, nel cui fondo giace l’operare di eoni. La Fonte riflette tutti i miracoli delle Sue Opere. “Tutto era buono”, è buono, e sarà buono e lo rimarrà!

4. Egli attinge le Sue mani nella Fonte della Mezzanotte, la divide e ne fa scorrere quattro Correnti (fiumi), eternamente nutrite dalle quattro Camere del Suo Cuore. Egli conduce queste Correnti verso il Mattino, verso il Mezzogiorno, verso la Sera e verso la Notte, e il loro sfociare, ancora nella Fonte-ur della Sua creatività. Egli mette a ogni Corrente un grande spirito[14], i tre primi con ognuno due Caratteristiche, come Creatore, come Sacerdote e come Dio, il quarto con la caratteristica di Padre. E questa suddivisione è molto buona!

5. L’Anno-Pensiero era stato suddiviso in quattro quarti di Anni, poi l’Anno-Parola in dodici Mesi, e nell’Anno-Azione-ur divise ogni Mese in quattro Settimane, ed ogni Settimana – prevedendo per la conseguenza – in sette Giorni. UR sottomise questi ai portatori dei raggi di Vita fondamentale. Chiamò i sette davanti ai quattro, perché questo è il Suo Mistero, che deve rivelarsi all’Opera tramite i sette, come Egli mise anche l’Ordine davanti alla Volontà.

6. Ancora in sé, perché è l’alta Mezzanotte, i miracoli operano nel Gioco complessivo della Potenza, Forza, Potere e Vigore. In ciò si rivelano in inaudita quadruplicità tutti i Pensieri parziali, gli spiriti-parziali, quasi fino alla nascita. Ci vorrà soltanto la prima aurora, e nasceranno. Sarebbe certamente sufficiente un alito da UR – e tutto sarebbe subito compiuto, ma questa non è la Sua Volontà, poiché creare in questo modo, da Lui era già stato compiuto dell’infinito, divenuto un giusto scopo a se stesso.

7. Nella prima ora dopo Mezzanotte, l’Ordine fornisce il suo fondamento, la Volontà il suo impulso, affinché gli spiriti parziali eletti a vita propria ricevano la facoltà di formare anche dopo la loro nascita. Già si rivelano le Caratteristiche come simbolo del sacro Potere interiore, che in seguito al Principio formato esteriormente dovrà essere appoggiato allo stesso, un ‘rendere pari’, la grande Immagine. Con ciò è stata scossa nel sacro operare la misura della prima Ora del dopo Mezzanotte. La Fonte però spumeggia e rumoreggia, spinge verso il nuovo Giorno, e ora le sue acque scorrono attraverso la Mano del Sacerdote.

8. Oh, non divenuto soltanto dal Potere, così il Santo contempla il Suo fare. Allora dal Suo volto cade un alito sull’immagine dell’Acqua e, …guarda: l’Opera assume forma ed essenza simile a Lui: il Macro formato come Infinito, all’Essere-ur; il Micro secondo la Sua Persona, con la nobile immagine del Suo volto come sede della Luce! Allora Egli dà alla seconda parte del suo Essere, il Sacerdote, un Nome aggiuntivo, e lo scrive sul fondo della Fonte: “Sommo Sacerdote Melchisedec!” – Questo rimane riservato eternamente a Lui, al Cielo, in cui tutti i Pensieri vi entrano certamente, lo possono possedere, nel quale certamente non essere essi stessi ‘Cielo’. Quanto magnificamente si rivelerà una volta l’alto Dono della Sua Sapienza! E la Sua Serietà è la ‘Porta’ nel Regno dei Cieli! Chi vorrà mai comprendere anche questa misura della seconda Ora dopo Mezzanotte?

9. Quando UR sente, attingendo per la terza volta le Sue mani nella Fonte, che il divenuto si appoggia sulle Sue dita, viene sopraffatto dalla Sua Onnipotenza. Egli vede lo splendore della Magnificenza, e nel Suo petto divampa il giubilo della Sua Creazione! Ecco: – splendore e giubilo messi insieme, …e tutto si sarebbe perfezionato! Ma Egli impone una quadruplice briglia, presa dalla parte del Cuore di Dio nella Pazienza e nell’Amore.

10. Nessuno scopo fine a se stesso, no! Egli vuole avere un’Opera-Figlio, al Quale donare il Suo Amore. La briglia si chiama: ‘bontà, grazia, longanimità, mitezza. Non è ancora riconoscibile che cosa farà UR con questa briglia, per Sé oppure in Sé, per l’Opera o sull’Opera. Ma, con ‘questa’ (Lui-Gesù) Egli guiderà l’unificazione alla Sua sacra quadruplice Entità, alla quale Egli vuole legare l’Opera nella ‘Libertà’. – Lo farà nella quarta ora dopo Mezzanotte.

11. Questa inizia con le doglie di una sacra Nascita: UR diventa Padre!! – Anche a questa Parte essenziale darà un Nome particolare e così scrive sulla superficie dello Specchio della Sua Fonte: “IMANUEL”. Ed Egli lo dona alla Sua Opera. O UR, quanto prodigiosamente prevedi in anticipo, senza imprimere a questa visione un alito di Volontà! In verità, non per nulla Tu hai creato prima la quadruplice briglia e poi il nome IMANUEL!!

12. Una goccia si stacca lentamente dalla mano sinistra di UR; cade, vuole andare accanto alla Fonte. Non la riconduce con il Suo Potere, anche se tale goccia, quando sperimenta resistenza, si deve frantumare e non potrà mai più essere goccia. Deve succedere questo? Allora UR mette la Sua mano destra sulla resistenza e raccoglie la goccia. Con indicibile delicatezza Egli la lascia scivolare nell’acqua, e guarda, la goccia percepisce la sua caduta e spinge se stessa fino al fondo della Fonte.

13. Oh, qual meraviglioso splendore irradia sull’eterno Volto! Verso il fondo, UR immerge le due Mani e solleva la goccia al centro della Sua Fonte, ed Egli fa cadere la Sua Luce come un Sole sulla goccia. Allora anch’essa risplende nella luce del Sole-ur, allora il Sole-ur si riflette nella goccia ed attraverso questa in tutte le gocce che hanno Vita e scorrono come piccoli rii dalla Fonte-ur nel nuovo divenire, nel maestoso Anno-Azione-ur.

*

14. UR apre la quarta camera del Suo Cuore, vi raccoglie dentro tutte le gocce, quell’una e le incalcolabili, e le porta nel Suo Santuario. Allora risuona meravigliosamente, profonda e solenne la campana-ur per la prima volta. Essa conclude la Notte, e il suo ultimo vibrare saluta l’Aurora:

i sette Giorni della Creazione dell’Anno-Azione-ur!

15. “Santa-Luce! Santa-Luce! Santa-Luce!”

16. Fasci di raggi di luce in innumerevoli miriadi s’incrociano tra loro; su, accanto ed attraverso. Essi formano un punto centrale. Nessuno misura il primo Secondo dell’eternità in cui avviene questo. Un tono risuona; nessuno misura la potenza del suono. Il grande Richiamo di risveglio nel primo Giorno della Creazione è come la Parola: “Sia la luce!”

17. Perché deve divenire Luce? L’Onnisanto-UR che ha già creato del miracoloso, che ha rivelato magnificenze da ogni Creazione, non è già Luce illimitata? Può divenire Luce, se dapprima non c’è stata nessuna sostanza-ur, quella sostanza da cui tutto divenne? Perché si parla di oscurità, che venne separata dalla Luce? Dimora, questa, accanto ad una qualche luce in UR? Esistono quindi, comunque, tali due cose fin dall’eternità? Sono opposti? Se la Luce è stata la prima, la più elevata sostanza, che cos’è allora l’oscurità?

18. L’Opera porterà l’informazione! Sia detto questo in anticipo: “Nella pienezza dell’Opera degli spazi passati di spazi senza Spazio o di tempi senza Tempo, non esistevano due cose adagiate nell’Eterno-UR”. La Luce e l’oscurità erano delle sostanze-ur sublimemente omogenee, ed è ovvio che, nel Principio, la Luce era il creante, l’oscurità il riposante, provenienti dalla Mano destra e dalla Mano sinistra del Santo! Chi vuole stimare più alto il giorno che la notte? La notte può essere più alta del giorno? La Notte precede il Giorno, perché raccoglie e porta nuove forze, ed è lei che conclude il giorno. Non è la notte posta tra il giorno, bensì il giorno fra due notti. Vi verrà mostrato ancora il perché.

19. UR si trova in mezzo al Suo Santuario di luce per accogliere la santa nascita, per formarla, per educarla e portala alla più sublime perfezione. Ciò che hanno dato degli eoni, deve diventare visibile all’Opera-Figlio. Se ci sono voluti degli eoni fino a questa nascita del Figlio, allora UR ha a disposizione degli eoni per trasmettergli l’intera parte dell’Opera del Suo Essere. Se la nascita del Figlio troverà incommensurabile Spazio e Tempo, allora è giusto il perché è posta nell’incommensurabile. – In UR ogni Creazione trova Spazio e Tempo per la Sua più sublime benedizione.

 

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IL PRIMO GIORNO DELLA CREAZIONE

(Giorno dell’Ordine)

 

Cap. 1

 

[Gen. 1,5]: «Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce ‘giorno’ e le tenebre ‘notte’. E fu sera e fu mattina: primo giorno».

 

«Io sono l’Alfa e l’Omega

il Primo, e l’Ultimo,

il Principio e la Fine»

[Ap. 22,13]

1. Luce! - UR guarda in Alto. Il Sole che nella Notte di Grazia ha irradiato quell’una goccia, si è rispecchiato in essa e in tutte le gocce, fluttua nel Santuario, pura nello Splendore del suo Oro.

2. Il primo Secondo più altamente importante del Tempo del (primo) Giorno è passato. Da UR si sprigiona inarrestabilmente Luce su Luce, Raggio su Raggio, una imponente Maestosità senza pari. Ma per quanto risuoni anche la Sinfonia, solo una Camera del Cuore l’ha creata; e persino questa è solo partecipe nell’Opera, altrimenti il Suo Santuario non potrebbe essere visibile come Tesoro = Tabernacolo, Custodia.

3. In alto s’inarcano dei muri di cristallo color rossastro, vi si allineano intorno dodici doppie colonne; esse portano l’ampio, imponente tetto. Tra le colonne si trovano quattro porte e sette finestre, due doppie colonne in mezzo a quattro porte. La sala interiore, la cui profondità sconvolge, si divide senza limitazione in due parti, nel padiglione antistante e il centro. Quando però si sta davanti, entrambe le parti formano un insieme unitario. Sette colonne doppie che tendono fino alla meravigliosa cupola del duomo sono affiancate da muri interni che scintillano di vetro. Il centro ha al suo punto centrale quattro doppie colonne, le cui basi sono delle zampe di leone. Sostengono nel quadrato la solenne cupola, sotto il cui preciso centro fluttua liberamente il Sole-ur.

4. Sotto il Sole-ur, al centro della Sua irradiazione si trova il sacro focolare. La Sua magnificenza supera ogni creazione precedente. E’ rettangolare e riposa su quattro teste dorate di leone. La sua piastra è di alabastro. Procedendo da questa vi pendono alla base quattro tappeti nei colori blu, giallo, rosso e bianco, che si estendono attraverso le quattro porte fino alla lontananza dello spazio-ur. In mezzo sulla piastra di alabastro si trova un crogiolo d’argento, su di esso arde un eterno fuoco. Al di sopra di questo, tra lui e il Sole-ur, pende da quattro catene d’oro una scura ciotola delle offerte. Intorno al fuoco del focolare sono posti sette candelabri con ognuno due candele, ma non ancora accese[15]. Davanti ad ogni candelabro, avvolto da sette campane argentee, riposa un simbolo, altrettanto rispettivamente a uno grande e ad altri tre sulle quattro basi del focolare. Al di sopra di ogni campana fluttua una coppia di stelle.

5. Dietro al focolare, quattro gradini più in alto, si trova il trono alto, maestoso, della Divinità. Il suo schienale si erige in alto, e larghi sono i braccioli. I piedi sono come due leoni incrociati. Rosso è il colore del trono, bianco quello del baldacchino, i lati blu e giallo, una volta a righe: i quattro colori dell’eternità-ur.

6. Sul sacro focolare davanti al trono giace il Libro della Creazione sigillato con sette sigilli. I suoi quattro angoli hanno la forma di un cuore doppiamente incrociato. Davanti al focolare all’interno della sala a quattro colonne si trova un seggio-trono nei colori del trono, a metà cerchio dietro a questo, sette seggi di trono, il centrale in bianco, a destra e a sinistra a due a due sono in rosso, giallo e blu. Un secondo semicerchio con ventiquattro seggi è formato dietro ai sette. A destra e a sinistra, ai lati vicino al sacro focolare, si trovano ancora quattro grandi sedie, ognuno di un colore. Evidentemente attraverso queste file di seggi a trono, l’Onnisantissimo viene isolato dal resto della Sala, senza però voler essere una separazione. Molte magnificenze adornano il Santuario, ancora riposando come sotto una delicata nebbia. Soltanto lo splendore irrompe già.

7. Il successivo Secondo è passato, colmo fino all’orlo con un dono della Divinità. I figli che devono risvegliarsi alla loro nascita auto consapevole, ne saranno degni? L’eternità porta quattro suoni di campana: Secondi, Minuti, Ore, Giorni. Essi sono graduati nelle quattro ottave del suono di base. Nell’andamento vengono menzionati di tanto in tanto, ma ogni campana tintinna a suo tempo tutti i Giorni della Creazione.

8. UR è passato nel primo Secondo una volta attraverso lo spazio del Giorno del Suo atto con la goccia vitale sollevata dalla Sua fonte, durante il successivo Secondo attraverso il suo Tempo. Quando ora una chiara campana annuncia il terzo Secondo, si aprono le quattro porte del Santuario ed entra UR: Perché è arrivata l’Ora della nascita del figlio (del primo)!

9. Chi lo può descrivere nel Suo solenne maestoso splendore? – O cuore, fa sentire il più sublime, e si potrà percepire solo l’orlo più basso della Sua magnificenza. Anche se un angelo potesse annunciare: “Bianco, in una purezza immacolata, splende la Sua veste ricca di pieghe, i cui tre orli hanno i tre colori della Creazione. I Suoi occhi somigliano ad incendi di fuoco, il Suo capello alla luce-centrale del Suo sole; la corona a sette punte all’inaudita maestosa potenza che è stata rilasciata oltre ogni confine del Giorno creato da sandali dorati. Sostanza solare è il Suo mantello regale, che davanti Gli ricade fino alle ginocchia, dietro fino sul fondo. E il suo volto? No, nessun angelo potrebbe dirlo nel linguaggio umano, se già lo volesse trasmettere.

10. UR si siede sul Suo trono. Nel momento in cui Egli si siede, la luce del Sole-ur diventa vita fiammante. Anche il fuoco del crogiolo d’argento divampa in alto, finché la ciotola delle offerte comincia ad oscillare. Delle nebbie mattutine si dividono, e l’aurora splende attraverso le sette finestre fuori e dentro. La santa Entità di UR colma lo Spazio e il Tempo del Giorno, i Suoi occhi riposano sul Libro della Creazione, contemplando una volta attraverso ciò che sta divenendo e restando un’altra volta fermi sul libro dell’Opera. Nel Suo sguardo scintilla già il ‘è’ e ‘sarà’! Ora Egli parla all’Opera:

11. “Sia fatto! Tu, primo Giorno dell’Anno-Azione-ur abbi il tuo inizio nella visibilità! Ciò che Io ho formato in Me, deve essere destinato al di fuori di Me. Io, UR, Creatore, Sacerdote, Dio e Padre, adesso voglio avere che voi, i Pensieri pre-pensati a figli auto consapevoli, dovete risvegliarvi al vostro tempo di vita. Vi stanno a disposizione tutti i mezzi e le vie, affinché alla fine del Giorno vi sia la più sublime perfezione! Allora tu, Opera Mia, Mi dovrai lodare e ringraziarMi eternamente!

12. Lentamente Io dono la Mia Opera a voi figli, affinché – santamente maturando – abbiate la vostra gioia eternamente. A Me rimangono le Condizioni poste giustamente; ma tu, Opera, partoriscine una seconda: la libera volontà per i figli! Nei primi sette Giorni si deve mettere alla prova il Potere delle Condizioni e della libera volontà, ma la sesta Sera deve svelare se l’Anno può portare la Corona, cioè questa:

13. I Miei figli devono amarMi da loro stessi nella libertà della loro volontà e nel riconoscere il Mio Potere. Dalla profondità della loro vita devono salire alla Mia elevatezza, ma dalla loro elevatezza, andare nel fondo. Dalla lontananza li spinga a Casa la nostalgia, affinché alla fine di questa prima Settimana dell’Anno-Azione raggiungano in Me l’eterna unificazione. Ed Io li voglio custodire nella Camera del Mio Cuore di Padre, affinché abbiano nuova fortificazione. Poi escano per la seconda volta per l’Azione molto più magnifica, più santa, più libera!

14. Voglio porre alle Forze motrici la conservazione. La Legge della libera volontà (libero arbitrio) sia la base della loro stessa creazione, ma dal suo utilizzo devono elevare le condizioni poste giustamente e riservate a Me al di sopra alla loro volontà come simbolo e tributo. Se il sesto Giorno della Creazione non raggiunge il previsto ‘dare’, allora l’Anno-Azione-ur rifluirà nell’illimitato della Mia Entità.

15. Io stesso porterò un più sublime Sacrificio, purché attraverso questo possa essere possibile il compimento. La corona della conservazione è il Potere come fondamento della Mia magnificenza, l’autorità è come l’elevatezza della Mia Casa, la potenza è come l’ampiezza della Mia Entità, e la forza è come il miracolo della Mia Santità!!

E così comincio la Mia Opera del Giorno!”

16. UR si alza. Nella santa mano Egli tiene il libro. Soffia nel fuoco sul crogiolo d’argento, finché divampa sulla ciotola delle offerte e colpisce il cerchio dei raggi del Sole-ur. Una volta! Poi ricade e continua a bruciare come pura fiamma, il cui calore sfiora la ciotola delle offerte e la mantiene in costante oscillazione, nell’eterno ritmo circolare dei Giorni della Creazione. Da essa sale un incenso balsamico, che riempie il luogo della Divinità, la sede della Sua sovranità.

17. Quando la ciotola delle offerte ha terminato il primo cerchio, UR apre il libro, ma non già un sigillo. Egli vi posa la Sua destra e soffia quattro volte: sul libro, sul fuoco, sul focolare e sulla ciotola delle offerte. Questo simbolismo porta il senso dell’Opera: della vita, la più sublime! Presto al di fuori del Santuario si creano molte forme, ancora nel germoglio nell’ultima nebbia di una maestosa Notte. La rivelazione deve manifestarsi solamente quando l’Opera-Figlio possiederà il Giorno.

18. Dal fuoco divampa un fumo bianco; si raddensa davanti al focolare attraverso la mano del Creatore. UR dice: “Io voglio! Sia la Vita!!”. – Non riposa già sul seggio-trono, di fronte ad UR, una figura fine come un soffio, come un elfo? – Il linguaggio umano non avrebbe parole per indicare un confronto. È sufficiente rivelare ciò che sta accadendo. Le labbra di UR sfiorano la fronte della forma. Un bacio dal Creatore! Il primo che viene dato ad un essere vivente. Per frenare l’immenso giubilo titanico, la potenza della Sua Entità, dal Suo petto si sprigiona un eonico grido di gioia. UR ripete il quadruplice alito di Vita ed esclama: “Risvegliati! Risvegliati! Tua è la Vita. Pensiero da Me!”

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1/1 - La prima figlia: Sadhana

19. UR! UR! Chi Ti può comprendere? – Tu chiami Te stesso fuori da Te! Quello che da incalcolabili Tempi, di Spazio, era in Te, continuamente nato e donato in ogni singola Opera in un costante perfezionamento, riposa dinanzi a Te: il Pensiero diventato figlio! Sì, ecco che i Tuoi santi occhi splendono chiaramente, soavemente scuri; e tutte le future legioni di soli ne prendono il loro raggio, che, adorandoTi, portano al Tuo primo figlio. Se Tu, tuttavia il Creatore, nel primo Giorno dell’Anno-Azione-ur, stai già come ‘PADRE’ per il ‘figlio’ nel punto focale della Tua propria Entità-ur, …Tu hai fatto scaturire il giubilo titanico.

20. Nella figura delicata sta raccolta molta della Bellezza della Creazione. I suoi occhi, somigliando agli Occhi del Creatore, si aprono come nel risveglio di un figlio terreno dopo il suo primo sonno di vita. UR segue ogni minimo moto interiore ed esteriore del Suo primo figlio, al quale Egli ha dato spirito e anima. Lui chiama la Sua creatura “la figlia della Creazione”, e soffia sul focolare fino al primo miracolo della vita. Ecco che le viene conferita, lingua e intelletto. Si solleva con la Forza insufflatagli, ed ecco, …vede UR. – La magnificenza appena percepita è sprofondata, lo Spazio e quello che vi è dentro. Non sente ciò che scroscia attraverso lo spazio e nello Spazio-ur, non il maestoso suono di campana che annuncia un nuovo Secondo (un attimo) dell’eternità. Vede soltanto UR.

21. Il figlio appena svegliatosi percepisce la sacra unione? Su sandali argentati cammina sul prezioso bianco tappeto dello Spazio che si trova tra le quattro colonne sui quattro tappeti. Ora si trova – separato dal focolare – di fronte a UR. Come meravigliosamente si svegliano nella creatura-figlio dei pensieri e sentimenti, lei percepisce la sua appartenenza a Colui che è, ma anche la consapevolezza dell’essere divenuta che si sta cristallizzando. Allora piega entrambe le ginocchia, appoggia il suo capo nelle due mani, che premono sul tappeto bianco.

22. UR! ‘In nessuna delle creazioni, per quanto meravigliose, ho mai avuto un tale sacro sentimento di indicibile gioia!’. Così è il Suo pensiero. Oh, vorrebbe accorrere alla figlia, premerla al Suo petto. Ma la Sua mano destra si trattiene sul libro. Un primo figlio (derivato) dal pensiero deve essere educato, affinché raggiunga la sua destinazione di assomigliare a LUI come un giusto secondo Polo della Creazione. Così vuole il Suo Ordine! E adesso per la prima volta Egli parla, così che la Sua santa lingua trovi una risonanza in un essere personificato.

23. “Sadhana! Creatura Mia! Spirito dal Mio Spirito, essere dal Mio Essere. Figlia Mia!”.

- Sadhana alza la testa, ascolta le parole che si fermano nel Santuario. Un sentimento beatificante trema attraverso il suo petto. Vorrebbe chiudere i suoi occhi e contemplare ininterrottamente quello stesso maestoso Volto. Questa contemplazione riempie il quarto Secondo. In questo, Sadhana impara la sua propria lingua. Lei chiede: “Chi sei Tu, potente e maestoso, che siedi su un grande trono e mi hai chiamato?”

- Oh, quanto soave è la voce, quanto umile ogni parola! Queste colpiscono il Cuore dell’Altissimo.

24. Lui dice: “Io sono UR, Colui che è senza Spazio e senza Tempo. Io sono il Creatore, e creo le Mie Opere! Io sono il Sacerdote e consacro i Miei spiriti! Io sono Dio e guido i Miei esseri! Io sono Padre ed educo i Miei figli!”

- “Chi e che cosa sono io?”

- “Tu sei Sadhana, il Mio pensiero più grande, più bello. Ti ho portato in Me quando nel Mio Essere interiore ho creato le Opere senza Spazio e senza Tempo e senza nessun numero, ed ognuna era perfetta! In tutte le Creazioni tu eri il Mio primo Pensiero. Così sei diventata il Mio negativo, in cui Io magnifico il Mio Potere, Forza, Potenza e Vigore positivi. Ora sei creatura dall’Ordine e dalla Volontà, spirito dalla Sapienza e dalla Serietà, anima dalla Pazienza e dall’Amore, ed eri, sei e devi diventare ‘figlia’ della Mia Misericordia”.

25. Sadhana tace. Sacro silenzio è tra lei e UR. Ecco, …pregando, tende le sue mani: “Come posso sapere che cosa devo diventare per Te, per essere la prima, la Tua creatura? Sento la Tua Onnipotenza e giaccio sotto questa ai Tuoi piedi. Come Ti devo riconoscere? Alla parte del Tuo Spirito in me, diventa consapevole la Tua maestosa elevatezza, ma io non la posso afferrare. Come anima rabbrividisco davanti all’incommensurabilità della Tua ampiezza. Se posso sapere di essere Tua figlia, allora sento bensì la Tua più beata vicinanza, …ma ah, quanto è infinitamente maestosa! Hai fatto di me una personalità, pensiero dai Tuoi pensieri e posso avere anche dei pensieri in moltitudine. Vivo da Te, non più nel Tuo Essere. Mi hai dato forma ed hai creato a Te stesso una contemplazione, per preservare la Tua creatura da una paura della Tua onnipotenza. Ma io la percepisco!

26. Fra Te e me si trovano delle eternità. Come devo arrivare fino a Te? Ti chiami UR e sei santo, ultrasanto. Vedi, dalla fonte della Tua parola provengono le mie parole, e solo mentre parlo ne sento il senso. Tu sei UR, tutto, …il Tutto! Io non sono niente davanti alla Tua onnipotenza. O UR, aiutami!”, supplica Sadhana. Solleva più in alto le sue mani, perché sta sperimentando il divenire.

27. Anche il cuore del Padre, di UR, trema, ma in Lui predomina il Creatore; e questo è bene. La figlia non può ancora comprendere la completa lingua. Uno sguardo dalla profondità della Sua Entità – abbracciando Sadhana – le dona dai sette raggi di Vita fondamentale e dalla quadruplice Entità tutto ciò che è necessario per la sua edificazione.

- Un pensiero fluisce attraverso il suo cuore; ma indugia, per cui lo spinge nell’interiore.

28. Ecco che UR esclama: “Sadhana!”. Oltre al fuoco sul crogiolo d’argento saetta una scintilla di vita incontro a lei, costringendola a ogni umile inibizione. Lei si alza come un fiore, cammina a destra intorno al focolare e si trova sulla sinistra di UR. Qui si accascia, sopraffatta dall’inafferrabile vicinanza. Lentamente china il capo, finché il suo volto riposa sulle ginocchia di UR; stringe le braccia intorno ai Suoi piedi ed all’improvviso si china, finché le sue labbra li toccano. Soltanto, già si sente sollevata da buone Mani, e prima che si renda conto di cosa le succede, giace al Cuore di UR. – Questa è realtà?

29. Ed Egli dice: “Sadhana, Mia graziosa! Il meraviglioso gioiello di tutte le Mie Opere è la tua umiltà. Mai è sorto qualcosa di più delizioso! Come potevi quindi esserMi lontana? Conserva di certo la giusta riverenza e l’umiltà, perché ambedue, unite, ti insegnano il vero amore per Me!

30. Ma né tu né un altro figlio devono baciare i Miei piedi! Il tuo primo bacio sia fatto per ogni tempo. Solo come creatura non Mi puoi vedere; anche come spirito sarebbe eternamente giusto stare in ginocchio dinanzi a Me. Se inoltre, puoi lasciare agire consapevolmente l’anima vitale, allora puoi stare dinanzi a Me in ginocchio oppure con il capo sollevato. Ora sei tutto questo, e inoltre, sei figlia Mia! Sei nata magnificamente libera, e magnificamente libera devi essere educata tu e tutti i figli che seguono, per frequentare Me, UR come Padre, nella fiducia!

31. Il posto più bello per un figlio è il Cuore del Padre, e riposare al Mio petto di Padre è la ricompensa più sublime per ogni servizio. La riverenza produce obbedienza, l’umiltà la conoscenza. Se un figlio abbina questi, allora percorre liberamente consapevole le Mie vie. Esamina seriamente se vuoi percorrere una tale via, poiché, se una volta dovesse essere strappato un Giorno alla Mia santità-ur, in cui dei figli infrangono la Mia Santità, …allora guai a questo Giorno e al suo Tempo, ma quattro volte guai ad un tale figlio!

32. Vedi, prima hai avuto dei pensieri secondo i quali si formavano le parole. Anch’Io formo le Mie Opere dal pensiero fino alla parola. Dunque, da ciò è maturata l’Azione che avrà la sua conseguenza. Tuttavia, come un pensiero esamina la parola che deve esprimere, così gli atti hanno le loro conseguenze, che danno loro l’impronta. Un figlio godrà della più sublime beatitudine, solamente quando Mi può vedere nella Mia pienezza, adeguata alla facoltà del figlio. In te, Sadhana – la Mia risonanza, tu, giusto ‘negativo’ – la Creazione deve avere la sua alta conseguenza!”

33. Il fertile suolo del cuore, del figlio della Creazione che l’Agricoltore del Cielo ha preparato bene attraverso degli Eoni, accoglie il meraviglioso seme. Una sacra-seria Parola! Il “guai” è il chicco più grande della semenza, che cade in mezzo al campo.

- Sadhana domanda: “O UR, Santo, può mai succedere che un Tuo pensiero – divenuto figlio in inimmaginabile Grazia – non Ti lasci agire eternamente? Non dimenticherò mai il momento-ur più beatificante, in cui ho ricevuto l’esistenza consapevole e Tu mi hai elevato al Tuo Cuore! Ora mi sono infiammata per Te; Tu lo vedi appunto nel Tuo fuoco. Non lasciare mai, Ti prego, adempiersi questo guai”.

- UR getta le Sue braccia saldamente intorno alla figlia amata, preme la bella testa alla Sua spalla; ma con profonda Serietà, ombreggiata, risponde:

34. “Sadhana Mia, tu sei unita a Me indissolubilmente! Nessun pensiero si separa eternamente da Me. Temporaneamente può certamente avvenire una dissoluzione; ma mai una scissione! Però, che sia comunque possibile, è nella Legge del libero arbitrio, che Io ho dato all’Anno-Azione-ur come misura fra Me e le Mie Opere. Di ciò sentirai più avanti. – Ora Mi puoi aiutare; perché devono sorgere dei FIGLI”.

35. Sadhana pensa: ‘Che cosa passa in UR? Come posso aiutare, io stessa nata da un Potere insondabile? Non è da LUI tutto santo, ultrasanto?’. Un brivido corre sul delicato corpo. Oh, pura delizia, che procura a Sadhana una dolce beatitudine.

36. “Siediti sul Mio trono”, dice UR, “e lascia a Me il tuo cuore; allora vedrai come ti posso usare per la Mia Opera di bene”.

- Una mano guida Sadhana, benché UR rimanga seduto sul Suo trono. Egli ha di nuovo ripreso il Suo libro dell’Opera, soffia sette volte nel Fuoco del Suo focolare, affinché la fiamma divampi più chiara e l’incenso dalla ciotola delle offerte avvolga magnificamente il Sole-ur. Tutto è avvolto come da un delicato velo. Dei suoni d’arpa penetrano dolcemente dalla lontananza di UR. Chi è il suonatore d’arpa? Maestose campane suonano, ricadono sette colori. Sadhana sente un coro. Chi sono i cantanti? Che cosa significa il canto a molte voci? Un coro e delle campane, arpe e colori si fondono in un’inafferrabile armonia.

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1/2 – I primi sette doppi arcangeli-principi

37. La figlia guarda nella lontananza-ur, i muri del Santuario sono gli ultimi confini, sconosciuti. Allora sa che il Santuario è un’ultra magnificentissimo scopo del figlio. Sadhana vede, più inconsapevolmente, come UR soffia per la seconda volta sette volte nel Fuoco e scioglie il primo sigillo del Suo libro. Simili a delle lingue di fuoco, dai Suoi occhi si sprigionano interi fasci di raggi, come se l’immagine luminosa del Sole-ur irrompesse in settupla divisione dal Suo interiore. Le Sue parole sono delle vampate di fuoco:

38. “Così sia! Ordine Mio e Volontà Mia, uscite dalla Corrente del Creatore; Sapienza e Serietà uscite dalla Corrente del Sacerdote; Pazienza e Amore uscite dalla Corrente di Dio; Misericordia, esci dalla Corrente del Padre. Siate personificati, ogni Caratteristica in due figure, ma legate armoniosamente in una attraverso il giusto e creativo pareggio della forma di apparizione positiva e negativa.

39. In sette Giorni dovete mettere alla prova per voi il Potere, Forza, Potenza e Vigore attraverso quella Legge che si trova nel primo sigillo dell’Anno-Azione-ur. Ascolta, Opera Mia! Io sono UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. Questo è il Mio nome per l’eternità: ‘UR’! Ogni creare era conservato nella Mia fonte; ora per questo ne conduco quattro correnti, affinché le sante acque ne fluiscano intorno completamente. Quello che hanno bevuto delle Eternità, – ora è diventato ‘Opera’! Perciò accogli la rottura del Mio primo sigillo come l’inizio benedetto della tua vita. Ascolta, Opera Mia:

40. La Legge del libero arbitrio deve servire l’Anno-Azione-ur a favore dei Miei figli, che Io voglio nutrire dalle quattro Correnti dell’Essere, istruire attraverso i sette raggi della Vita fondamentale, guidare e perfezionare. Nella Guida relativa di una Entità e di una Caratteristica si devono mettere alla prova ogni Giorno le Leggi della condizione e della libertà, fino a quando il settimo Giorno non raggiungerà la sua possibile più alta perfezione. Nondimeno, Io dichiaro la Legge come nulla, se un sacrificio portato da Me o per qualcosa di necessario per il compimento della Creazione, provocato dai figli a causa di un’infrazione in base alla libera volontà data loro, non è in grado di eliminarla nel giro di un Giorno della Creazione.

41. Io voglio consacrare all’Opera-Figlio e al Sacrificio, come Creatore, l’Ordine e la Volontà; come Sacerdote la Serietà e la Sapienza; come Dio la Pazienza e l’Amore; come Padre la Misericordia. Il Sacrificio deve sospendere o rinsaldare i confini, a seconda se i figli Mi amano magnificamente liberi oppure se si distolgono da Me nell’ingiusta libertà. Veritiera è la Mia Volontà, sigillata è la Mia parola e la lingua nella Mia Opera. – Voi sette portatori delle Mie Caratteristiche, svegliatevi alla Vita e alla pronuncia del primo sigillo della Creazione! Alzatevi, voi luci; voi fiaccole, prendete possesso del trono della sovranità! Con la Mia Sadhana dovete creare e operare. Ora inizi la nostra prima Opera del Giorno!”

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42. Sadhana è unita strettissimamente a UR; il suo cuore registra la vita che si muove. Attraverso il fuoco scivola verso di lei un raggio di Forza. Dalla luce e dalla fiamma passano sette forme sull’imponente ponte ad arco che collega l’Opera-Figlio a UR. Come si slegano sette anelli, santamente irradiati dallo Splendore del Sole, fluttuano attraverso il fuoco del focolare e poi stanno in semicerchio davanti al focolare della Creazione.

43. UR accende le candele dei sette candelabri alla fiamma del focolare, e i sette strumenti diventano adessu visibili, ma poi di nuovo velati; ognuno ha bensì un Giorno. Oh, quale magnificenza! Nuovamente divampa in UR un’incommensurabile giubilo, che Egli deve contenere nella Sua quadruplice briglia. E quale delizia per Sadhana! Sette figure diventano visibili (cherubini), poi accanto a loro, rispettivamente, altrettanti, simili a loro nella forma e nell’essenza (femminile, i serafini). Ogni unione è però così stretta, che si possono separare soltanto come corpi. I ‘sette spiriti di UR, il Santo-eterno’, hanno ricevuto la loro forma d’espressione.

44. L’incenso soffia sulle coppe del sacrificio; il fuoco arde costantemente, nel Santuario riposa una calma che si respira. Sadhana mette davanti ad UR come silenzioso sacrificio, gioia, gratitudine, giubilo e onore. I ‘sette’ ricevono il loro primo insegnamento. Quando diventano capaci di parlare, per conoscenza, cadono giù nella più alta umiltà. Chinano quattro volte il capo, incrociano le mani sul petto, piegano il volto fino all’orlo del tappeto bianco. Il loro primo ‘Santo, Santo, Santo, Santo’ viene sussurrato attraverso il Duomo, che potrebbe richiamare alla vita in una volta una Creazione, o in una volta trasformarla in niente.

45. Il volto di UR risplende a questa invocazione. Serio e comunque con un magnifico sorriso, Egli guarda giù ai sette. La Sua Entità è quasi troppo colma. Le correnti fluiscono schiumanti nel Suo Cuore. In maestosa armonia risuonano tutte le voci creative, ed Egli vede l’Anno-Azione-ur nello splendore del Suo Sole. Egli posa aperto il libro dell’Opera sul focolare e conduce ognuno dei Suoi sette spiriti ai loro seggi-trono. Il tocco fornisce ai risvegliati nuova luce. E’ ancora velato, ma ciononostante percepiscono il loro essere negli eoni trascorsi. UR si reca di nuovo al trono del governo, al Suo passaggio sfiora i candelabri insieme alle campane presso il sacro focolare che coprono gli strumenti della prima Settimana della Creazione, ed Egli dice:

46. “Figli Miei! Io sono UR il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. Tutto ciò che è, ciò che ottiene forma ed essenza, proviene dalla pienezza della Mia ricchezza. Là riposava, e in essa riposano ancora delle infinità. Io sono l’eterno-Potere e l’eterna-Forza che formano il visibile e l’invisibile. La Mia eterna-Potenza e l’eterno-Vigore guidano ogni Opera all’altissima perfezione. Questo è il Mio nome!

47. Qualcuno viene ancora rivelato, ma ad ogni Opera si rivela diversamente la Mia molteplicità. Tuttavia il nome ‘UR’ rimane il più sublime, perché in esso è inclusa la Mia ricchezza. Se Mi volete riconoscere, ci vuole il riconoscere delle cose segrete come di quelle rivelate. Anche se siete figli Miei, Io rimango comunque il vostro UR! Infatti vi ha generato l’Entità-ur. I Miei pensieri sono divenuti il maestoso percorso dell’Ordine, originariamente al servizio della Volontà. Ambedue sono l’edificio di ogni Opera. Nell’Ordine e nella Volontà Io sono il Creatore, perché dalla Mia ricchezza-ur Io creo prima il divenire. Nella raccolta di questa Fonte della vita l’Entità-Creatore è la prima Corrente che fluisce attraverso il divenire. Proviene dalla prima camera del Mio Cuore, che lo nutre come parte della Fonte di base per tutte le Opere. Non era facile suddividere così la Mia onnipotenza per via di un’Opera filiale, perché eternamente Io ero, sono e rimango l’Unico, l’eterno-indivisible UR! E nonostante ciò, la Mia Opera più bella deve ricevere il frutto maturo.

48. Ho irradiato questo esempio con la Luce della Mia Sapienza e volevo, dalla condizione-ur, la personalità plastica ed autonoma dei pensieri-figli. Così ho agito nella Mia Serietà, e presto è stata lì, in e al di fuori della Mia Entità di Creatore, la forma più meravigliosa. La Mia Santità la sentiva come una consacrazione. Allora chiamai la parte dell’essere che aveva elevato a Me ‘il divenuto’ dalla Sapienza e dalla Serietà, il Sacerdote, ed ho lasciato pulsare i suoi flussi benedicenti – deviati come Mia seconda Corrente di vita – attraverso la seconda camera del Mio Cuore. Con ciò l’Opera edificata ha ottenuto la direzione. Quando con questa ha ricevuto la sua Forza, ha portato già in se stessa la spinta di ritorno al Mio Io. Un giubilo da eoni è stata la Mia ricompensa, ed Io Mi sono trattenuto, affinché non tutto stesse semplicemente compiuto davanti a Me. La Mia Volontà non lo avrebbe mai previsto e non era nel progetto del Mio Ordine; nemmeno nella Mia Sapienza né nella Mia Serietà.

49. Se Io avessi posto l’Opera da un pensiero-ur così pronta, avrei potuto anche avere il giubilo, ma mai l’Opera filiale come era prevista nel Ciclo-ur, prevalentemente nel terzo Anno-Azione. Qui è valsa unicamente la Pazienza come Piano benefico per l’Opera! Ogni pensiero del figlio doveva perfezionarsi lentamente dal dono del perfezionamento che sarebbe pervenuto su di lui attraverso il genere del Mio palesamento. Io l’ho amata oltre ogni misura; dischiusi la maggior parte del Mio Cuore con la terza Corrente, dando perfino a tutti i pensieri del figlio, della Pazienza e dell’Amore. Ciò lo ha rivelato la terza camera del Mio cuore, come Dio, perché ho visto il bene di questo ‘divenire’. Con Pazienza ho guidato il tutto come anche ogni singolo, per Mano, e così regalai già prima l’Amore.

50. La Pazienza e l’Amore diedero ora l’andamento, da ciò la possibilità di amarMi autonomamente, attraverso la cui reciprocità era da raggiungere la perfezione. Il bene di ciò che in apparenza era diretto da Me e dal Mio Amore, sorretto tanto più meravigliosamente dai raggi di Vita fondamentale precedentemente prevalenti, s’infiammò sempre di più. Io vidi tutto! Nessun figlio potrà mai penetrare in tali profondità, e questo è bene. – Se la parte del Creatore e Sacerdote-UR della Pazienza e dell’Amore avevano creato una base così solida, allora adesso la Mia parte, del Dio-UR, avrebbe riscattato il più sublime: il percorso dell’Opera-Figlio, indietro nell’intero Essere-ur, nella libertà della Sua permanente personalità!

51. Allora ho indagato ancora una volta quegli alti e bassi. Ed Io vidi che su una tale via il Mio Io-ur non sarebbe mai stato sfiorato seriamente, sebbene un quarto della ricchezza dei pensieri sarebbe andato alla parte del figlio. Tuttavia vidi anche che a lui doveva ancora essere dato un quarto del Mio Essere, per cui i pensieri non sarebbero diventati ricchi, né Io stesso ancora più povero. Per questo, i confini formati dall’Ordine e dalla Volontà non sarebbero cambiati! Quel quarto, dopo la fine di ogni opera-parziale, era una possibilità al ritorno, che era da tenere pronto sulla base di una Legge della sovranità, quindi della libera volontà. In questo modo il ritorno a Me sarebbe rimasto sempre aperto per i figli inviati (come co-aiuto), come anche necessariamente per i figli separatisi una volta da sé (eventuali caduti).

52. Questo (pensiero) scosse la Mia quarta Camera del Cuore come una forte Corrente, ed Io l’ho investita (eletta) con la settima caratteristica, la Misericordia, che in essa possedeva l’autocrazia (l’assoluto potere). Questo ora l’ho chiamato Padre. Certamente ho previsto che la Legge della libera volontà avrebbe potuto richiamare una seconda via, sebbene per questa non esiste la minima sostanza dal Mio Essere-ur. La possibilità del mutamento può avvenire dallo Spazio intermedio e dal suo Tempo, che Io presto ad ogni singola Opera come ‘limite d’isolamento’, affinché l’Opera-Figlio giunga allo sviluppo il più alto possibile. Infatti, tutto è dipendente da Me, UR. Io stesso sono sublimemente libero! Dalla Mia Libertà i figli devono avere adesso la loro giusta parte dell’Opera. Se Io ho portato il Mio sacro Bene pensato sulla via della libera volontà, allora sulla stessa via dovevo tenere pronto, se fosse necessario, la giustificazione e la soddisfazione.

53. Questo – sorto dalla parte del Mio Cuore paterno – ha dato alla Misericordia l’ultima decisione volonterosa a tutte le cose. Dev’essere il Polo ancorato in cui l’Opera-Figlio trovi il compimento, necessariamente la sua salvezza. Questo, come quarto punto, era la Mia Meta! In tal modo la Mia portentosa previsione che aveva edificato la quadruplice Creazione, era conclusa, e l’avevo creata Io. Tre volte due Giorni dovevano essere consegnati alla Mia parte del Cuore del Creatore, del Sacerdote e di Dio, per la guida, un settimo Giorno alla Mia Paternità. E vedete, ora inizia il primo Giorno della Crezione dell’Anno-Azione-ur, e i Miei Pensieri diventano Opera!

54. L’interiore non va perduto attraverso la formazione esteriore. Ho anche generato i Pensieri creativi rapportati a un figlio corporeo positivo e negativo, equipaggiato con una coscienza di Forza interiore ed esteriore, e devono chiamarsi entrambi, maschile e femminile. Io sono il Positivo unitario, l’Opera nella Sua complessità è la personificazione come il Mio negativo. Come però Io Mi rivelo nella Figura esteriore nonostante l’interiore positivo-ur eterno, così l’Opera riceveva anche questa rappresentazione. Questa è la Mia Sadhana, la figlia della Creazione”. UR indica lei, la quale s’inchina umilmente a queste parole.

55. “Questa non rimane però l’unica formazione della polarizzazione. In ciò ogni singolarità vi si è rivelata. Io vi ho affidato le sette stazioni di Vita fondamentale nella Mia quadruplice Entità; sono le Mie personali forze dei sensi-ur. Anch’esse hanno ricevuto la loro rappresentazione, perché proprio su queste si è edificato ogni progresso. Voi sette unità filiali, che ascoltate con riverenza le Mie parole, siete i portatori di queste forze dei sensi nel rapporto di un positivo e di un negativo. Voi siete i principi-angeli del Mio Regno.

56. Come ora Io, ho creato il Mio frontale (confronto) in Sadhana, la positiva interiorità in una figura, che con Me per via dell’Opera deve formare la più sublime Unità, non diversamente le Mie Caratteristiche in voi principi-angeli. Anche voi siete due esseri come simbolo del Mio positivo Potere di creare, e dell’Opera come il suo frontale negativo. Voi valete sempre come unità. Solo sette siete stati chiamati davanti al Mio volto come portatori e adempitori delle Mie Caratteristiche. Ma come figli, ognuno è registrato nella parte del Mio Cuore di Padre, e non ho fatto la minima differenza tra i figli positivi e negativi, perché ambedue i generi sono la Mia Opera unitaria di Creatore!

57. Voi sette coppie di figli dovete esser attivi, insieme a Sadhana, con Me in strettissima Unione, ed avere la consacrazione come Miei principi-angeli”. – Gli angeli si alzano, procedono fino al centro tra il sacro focolare e la sede di Sadhana, e rimangono fermi con le braccia incrociate sul petto. Sui loro volti c’è un bagliore sacro-chiaro.

58. E’ questo un raggio di UR che li colpisce, oppure già un risplendere della loro Caratteristica? Sadhana lo vede con ammirazione, perché si è recata dalla parte destra del focolare. Lei ha agito dal primo stesso impulso di volontà scegliendo il posto migliore. Lo sguardo di UR riposa benevolo su di lei, un dolce sorriso è sull’eterno Volto. Egli stende benedicendo le Sue mani. I figli sentono la Sua benedizione, si vorrebbero volentieri gettare giù. Ma UR li trattiene.

59. Egli dice: “Miei principi di luce! L’origine della Mia Onnipotenza è il Mio Cuore in una Santità indivisa. Se qualcosa si deve rivelare, questa sale al Mio capo. Sadhana è il Raggio riflesso del Mio Cuore; voi siete quello del Mio capo, sede delle forze dei sette sensi. Quello che deve divenire, sorgerà dal Mio Cuore; il Mio capo ne darà la figura. Così vi si rivela l’interiore e l’esteriore (il Mio) nella desiderata Unità-ur!

60. In tutto ciò che la Mia Volontà pensa, l’Ordine si predispone per il suo percorso. La Volontà lo fa divenire, la Sapienza lo irradia, la Serietà lo benedice, la Pazienza ode il battito del suo cuore, l’Amore gli apre la Porta, la Misericordia la chiude di nuovo, affinché Creatore e creatura, Sacerdote e spirito, Dio e anima, Padre e figlio rimangano uniti in ogni tempo. Questo lo deve già portare il Mio Anno-Azione-ur. Così notate bene: Cuore e Capo da mettere in sintonia reciproca; uno deve essere il Portatore e l’Adempitore dell’altro!

61. Ora avete ricevuto la vostra funzione. Io come sommo Sacerdote Melchisedec vi consacro alla Mia Opera della Creazione. Davanti a voi stanno sei Anni-ur, nei quali dovete rimanere ciò che siete diventati. Anche il seguente punto-di-svolta-ur può mantenervi la vostra esistenza e la vostra destinazione nell’ulteriore pienezza raggiunta delle Mie azioni. Con voi apro i singoli Giorni; tramite voi li lascio anche concludere.

62. Secondo: vi consacro come Miei santificati. Terzo: come cherubini e serafini. In tal modo siete i portatori della Mia intoccabile Santità. Se questa venisse mai ferita, avete il diritto – come il dovere – di procurarle al più presto l’espiazione. E in verità, quello che voi dal sacrificio d’espiazione pretendereste al Mio sacro focolare, per questo vi sia dato Potere, Forza, Potenza e Vigore. Io, UR, rispetterò il vostro consiglio.

63. Quarto: vi consacro come primi figli. Su di voi erigo la Mia Casa paterna, da voi deve sorgere il Regno. Quattro coppie di Figli rimangono donati alla Mia Sadhana, di cui i primi tre vengono inseriti nel vostro primo gruppo strutturato. Ma dalla quarta coppia devono sorgerne tre, che poi insieme devono incorporare quello che sta davanti ai Miei sette raggi della Vita fondamentale, ma questo lo rivelerò dopo, per via dell’Opera. La vostra quadruplice consacrazione deve giungere su tutta l’Opera dei figli fino al settimo Giorno della Creazione.

64. Come i sette Giorni, così vi appartenete anche voi insieme, Miei principi di Luce. Uno dipende dall’altro, ma nessuno può sostituire l’altro, poiché ciascuno ha la sua propria gestione. Sette Giorni sono una Settimana, e quattro Settimane un Mese, una grande Opera. Dodici di loro formano poi l’Anno, chiamato ‘la Creazione-ur’. Otto Anni-ur[16] sono un Ciclo-ur. Verrete ancora a sapere i miracoli di questa suddivisione.

65. Ogni Giorno avrà una Caratteristica come dominante sotto la guida di una Entità, ed ognuno sarà avvolto da una Notte, come Io custodisco i Miei figli nel Mio Cuore. Al Mattino devono svegliarsi e alla Sera avere il loro ricco ritorno. Il Giorno sarà pesante di lavoro, la Notte piena di buon riposo. Non subito ogni Mattino farà riconoscere il passato. Ma il proprio aumento nella Conoscenza getterà una Luce sia indietro come anche in avanti. L’indietro sarà certamente più forte a favore dei figli, che quello dell’avanti, perché Io solo, UR, l’Onnisanto, ho l’intera previsione!

66. Questo è il vostro primo insegnamento. Voglio vedere come questo conquisterà in voi la forma. Tramite la consacrazione e la benedizione potrete agire”.

- I principi-angeli si recano al focolare, mentre UR mette un segno velato nella ciotola delle offerte, appoggiando la destra sul libro della Creazione. L’incenso sale fino al tetto del Duomo, e i primi figli esclamano forte:

67. “Santo, santo, santo, santo è UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero! Lodato sia il Tuo nome! La Tua parola ci ha insegnato che siamo uniti con Te indissolubilmente. La benedizione e la consacrazione ci mostrano la via, e non vogliamo mai separarci dal Tuo Cuore. Tu sommo Sacerdote Melchisedec, annunciaci che cosa ci porta vicino a Te. Svela le condizioni da Te poste giustamente, a Te riservate, affinché diventiamo i suoi portatori. Rivela anche la Legge della libera volontà. Vedi, noi la vogliamo sacrificare, …onorando Te. Ci hai eletti principi-angeli, e presagiamo che puoi richiedere da noi tutta la dedizione della nostra esistenza ed essere. Vogliamo conservare l’Ordine e la Volontà.

68. La conoscenza è risvegliata! Unicamente Tu sei santo, ma noi siamo il Tuo buono dei Pensieri, così portiamo certamente il riflesso della Tua Santità in noi e possiamo essere santificati e benedetti. Essenzialmente Santo rimani Tu eternamente! Come santificati, noi portiamo la Sapienza e la Serietà in Spazio e Tempo. Presagiamo che come cherubini e serafini siamo i guardiani della Tua verità, e vogliamo custodire e sorvegliare le quattro Porte del Tuo Santuario. Solamente dei puri e purificati devono trovarvi l’accesso. Vogliamo spargere la Pazienza e l’Amore su tutti i sentieri dei figli che sfociano a queste Porte sul Tuo cammino.

69. Noi possiamo essere figli Tuoi e vedere che nei primi tre Doni siamo stati posti accanto a Te nella funzione e nella dignità come rappresentanti, ma anche come garanti per la Santità che Tu ci affidi. Il quarto Dono ci fa dimorare nel Tuo Cuore, come Tu stesso ci hai eretto il Trono della Tua sovranità. La Tua Bontà ci rende ricchi e beati; da questa vogliamo portare ai figli la Misericordia come il Tuo Essere, come la Parte più bella.

70. Ad ognuno di noi hai dato un Giorno; e come i Giorni uniti in uno, così siamo anche noi un unico capo nell’unione del Tuo Essere, come hai detto. E noi tendiamo ad un’unica meta: essere sempre servili a Te in umiltà e in riverenza! Lo dobbiamo imparare dalla Tua infinità; ma guarda, o UR, stiamo soltanto nel crepuscolo del Mattino di un primo Giorno, come anche della nostra vita. Per questo conduci Tu noi nella Tua Opera del Giorno, nei miracoli delle Tue vie, affinché ci orientiamo secondo il Tuo eterno migliore consiglio! Santo, santo, santo, …santo è il nostro UR!”

71. Simili a fiamme divampanti, riecheggia il grido portentoso attraverso il Cosmo; con Potenza creativa ritorna indietro e fluttua per un Secondo d’eternità nel Santuario come maestoso silenzio. Un risuonare di campana si propaga nell’incommensurabile elevatezza in questo tempo in cui UR comunica ai Suoi primi figli senza parlare. Loro comprendono il Suo sacro-silenzioso discorso; si inchinano con inaudita solennità, e Spazio e Tempo assorbono l’Attimo benedetto. – Allora UR solleva la Sua Destra, e la Fiamma della vita sale più in alto, la ciotola delle offerte oscilla in grandi cerchi, l’incenso si raddensa e il Sole-ur splende molto chiaramente. Tutto ottiene maggior vitalità. Lo sentono i figli e si domandano nel cuore come avviene ciò. Non giace tutta la vita solo in UR?

72. “Miei primi, dalla consacrazione e dalla benedizione avete riconosciuto la Mia silenziosa Parola ed avete stabilito con Me il collegamento alla vostra stessa via. Con ciò siete come ritornati davvero, anche se appena in dono al primo Giorno. Se una volta avete riconosciuto la Legge della libera volontà, allora sentirete la forza del legame che vi ha unito a Me attraverso la vostra conoscenza nel primo Mattino del Mio Anno-Azione-ur. E comunque, il vostro lavoro comincia per voi stessi, innanzitutto per l’Opera. Tuttavia non preoccupatevi, quando raggiungerete in ogni tempo il ‘Dare’, poiché vedete, Io sono l’eterno esauditore!

73. Nonostante ciò, vi posso assegnare una grande parte, anche preannunciarvelo senza che inizialmente notiate il suo scopo e la sua meta, fino a quando in voi stessi diventa realizzazione. Riconoscere questo, passo per passo, porta maggiore beatitudine che un’anticipazione di ciò che deve essere compiuto per il bene dell’Opera. Soprattutto, voi dovete divenire dei figli e, come tali, veri rappresentanti e garanti del Mio Regno. Adoperatevi di comprenderMi, di renderMi felice, di agire per l’Onore e, da tutto questo, essere strettamente uniti a Me, così i Segreti della Creazione vi riveleranno tutta la Mia Magnificenza e vi diventi propria.

74. Ciò che voi Mi avete portato ora, lo depongo come Dono sul focolare della Creazione, e tutti i figli ne devono avere la loro parte. Quale figlio come voi tende alla Mia settuplicità posta in Alto, riconoscerà rispetto alla sua purezza, grandi miracoli della Mia Paternità, Divinità, Sacerdozio e Creatività. Sì, in verità: chi è penetrato attraverso le Porte della Mia Corrente di Creatore, troverà da lì la sua via di ritorno nella più interiore Vicinanza del Padre, e crederà di sognare per via dell’insospettata realtà.

75. Dapprima sono certamente da guidare i Miei figli come creature, finché si riconoscono come spirito e da ciò diventano anima di vita, dal cui progresso si diventa poi un vero figlio. Ciò lo avrete raggiunto in un attimo di Eternità! Ma se dei figli, anche più avanti, necessiteranno di un tempo più lungo, allora avverrà appena più che in un Ora del Giorno.

76. Poi procederanno viventi, liberamente consapevoli, per la loro propria via, che è stata prevista nel principio delle Mie condizioni e della libera volontà. Questa conduce il figlio alla creatura, cioè alla voluta umiltà, e da lì all’elevatezza del figlio e al magnifico perfezionamento. Solo nella profondità di una tale umiltà un figlio come creatura trova la chiave che è adatta a tutte le Porte delle Mie Entità! – La chiave dell’umiltà apre quelle magnificenze della libertà, attraverso le quali un figlio raggiunge la ‘sua elevatezza’. Di questa elevatezza, tuttavia, un altro Giorno ve ne darà la rivelazione.

77. Chi vuole conquistare l’una o l’altra cosa, la raggiungerà pure, ma il tutto è pre-pensato nella pienezza della Mia ricchezza, non viene raggiunto così. Non a caso i primi sette Giorni dell’Anno-Azione sono una unità, come voi sette non siete entrati senza intenzione, insieme, nella vita, ed Io vi ho benedetti insieme.

78. Qualcosa rimane riservato a Me in eterno; non tutto può galleggiare lassù sulla Coscienza del Giorno. E questo è bene! – Io sono UR, siedo sempre alla guida. Io solo ho formato l’Universo e lo mantengo, anche i suoi particolari. Io sono il sommo Sacerdote della Mia Opera, che Mi serve da Sacrificio, al quale rivelo Me stesso, sacrificando Me stesso come Re del Mio Regno! Chi osasse toccare la Mia riserva-ur, si è giocato la sua ricompensa. I segreti della Mia creatività sono intuibili, ma in realtà non distinguibili, perché la creatività è la Mia prima riserva. Se Io do ai figli la facoltà creativa, questa rimane sempre la Mia proprietà di base, tutto il resto può essere conquistato da loro personalmente e coscientemente da sé. Quel figlio che lo riconosce, è più vicino al fondo della Mia creatività.

79. La tua domanda dal cuore, Mia Sadhana, perché la Misericordia deve portare ai figli la soddisfazione, mentre oggettivamente Io fondo le Opere sull’Ordine, con buona attenzione rivelerà subito una profondità. Vedete, l’Edificio di base rimane sussistente alla sua natura primitiva, poiché dove non compare l’Ordine prima dalla Mia Volontà-ur, nessuna Opera ha sussistenza, nessuna via conduce alla Meta prefissata. Ciononostante, l’Ordine non sta al di sopra di nessun Raggio, come anche la Mia Entità di Creatore non è più forte di altre Entità. Ci sono molte cose dove Io come Sacerdote, Dio o Padre, domino unicamente nel Raggio della luce di una Caratteristica. Soltanto, tutte le Opere prendono il loro inizio di realizzazione, non visibile a nessun figlio, unicamente nel Mio più interiore Centro del Mio Essere, e là, Io sono UR, il Creativo, che fa sorgere tramite il Proprio Ordine e la Sua forza di Volontà ciò che si sta formando.

80. La Mia Entità di Creatore può essere poco comprensibile a chi è solo-creatura (non ancora figlio), a meno che Io non impianti in essa questa conoscenza specifica, ma in questo caso sarebbe inutile il ‘lavoro personale’ dei figli e l’istituzione di una Legge della libertà. Allora basterebbe che Io operassi come Creatore. Invece la Mia unica Gioia faticata, che voglio conquistarMi da questa Creazione dei figli, l’alta Beatitudine che deve divenire per i figli, …ambedue rimarrebbero chiuse, riposando nel Mio Essere-ur. Ma se deve sorgere la Mia Gioia e la Beatitudine dei figli, allora deve rimanere la via predetta, cosicché da creature diventino figli. Un’unica buona conoscenza con la buona Azione collegata ad essa, farà raggiungere questo facilmente.

81. Il nucleo per ‘l’Opera-Figlio’ è preso dal Mio intero Io-ur. Di conseguenza ogni creatura è anche contemporaneamente uno spirito, un’anima e un figlio, come Io sono in UNO, Creatore, Sacerdote, Dio e Padre! Questo lo siete voi da Me. Se anche voi sarete tutto questo da voi, vedete, ciò dipenderà ora da voi. Dalla conoscenza personale dovete percorrere la via della Creazione. Questo riesce meglio dall’essere-figlio alla creatura, e di ritorno al divenire-figlio fino alla relativa perfezione. Il Mio ‘dare’, posto a Me stesso, è il vostro ‘avere’; e questo è il vostro essere-figlio senza un vostro proprio potere e la capacità di compiere. Ma se l’Opera si basa sulla reciprocità, allora voi dovete, partendo da questo inizio imposto, adempiere il vostro dare, e questo è poi il Mio avere! Voi raggiungete perciò la vera finalità anche di ritorno dall’Ordine alla Misericordia, poiché: dalla base voi imparare la vostra essenza!

82. La prima vostra stessa via da creatura a figlio viene irradiata da Me. Chi poi dall’umiltà della sua piccolezza, dalla grande nostalgia per l’eterna unificazione tende coscientemente in Alto, diventa figlio da sé! E questo, Miei primi, è il puro Scopo finale di questa infinita sacra Creazione. Tendere unicamente ad esplorare la Mia profondità, porta poca benedizione e poco successo. Invece sulle vie da creatura a figlio ognuno impara quasi da se stesso i miracoli delle Mie vie, con ciò anche i miracoli del Mio Essere, e erofondità, elevatezze, ampiezze, vicinanze si aprono in modo onnimagnifico. Quindi diventato figlio, è la pienissima propria Unificazione con Me, l’UR, sotto la conservazione totale dell’essere personale. Su questo non regna ora nessuna non-chiarezza in voi.

83. Non è diverso in vista dei sette raggi della Vita fondamentale e della Mia quadruplice Entità. L’Opera ha sette perfezioni e quattro gradi di perfezionamento per i figli, ma sempre un collegamento di base con Me, perché Io, UR, sono l’Unico. Questo viene raggiunto tramite l’aspirazione al perfezionamento e ai gradi di perfezione. I gradi intermedi portano sempre un su e un giù. Perciò – come ho fatto ben notare – ho unito sette Giorni in una Settimana della Creazione e ‘quattro Tempi di Settimane’ per una Grande Opera, il Mese della Creazione. Che poi un Mese si ripeta dodici volte, è uno dei Miei misteri-ur.

84. Con l’aumento dell’Opera crescerà anche la vostra conoscenza, perciò ho reso l’unificazione di base indipendente dalla sequenza dell’Opera per via dei figli. Ogni singolo Giorno può raggiungere la sua meta, ma nonostante sia dominante nell’Entità e nella proprietà (di quel Giorno) non potrà mai essere del tutto perfetto senza la Mia totalità (delle quattro Entità). All’opposto, ogni Giorno può portare ai figli un’unica unificazione di base persino permanente, se sotto i suoi piedi, inarrestabilmente, prende la via del Giorno pre-segnata da Me.

85. La sequenza di base rimane eternamente di diritto, indipendentemente dal fatto che per via dei figli le singole Opere abbiano la loro speciale Guida. In Me tutto rimane esistente in modo irremovibile! Quale Entità e, con ciò, quale Caratteristica regnerà sul primo Giorno dell’Anno-Azione, lo verrete a sapere presto. Ma ricordate bene: anche se una Caratteristica domina un Giorno con una Entità, la parità e l’unità di tutte le altre non viene annullata! Per imparare più facilmente il Mio Essere-ur durante questo Giorno dovrete occuparvi prevalentemente della (Caratteristica) sua dominante. Sotto ogni punto di vista dovete essere ‘figli Miei’, elevati a Mia immagine!

86. Io vi chiamerò tutti per l’Opera del Giorno, anche i figli che subentreranno, (dei quali) uno sarà scelto come dominante. Questo è il simbolo di ciò che Io, l’Uno, tengo tutto nelle Mie mani! Voi domandate: “Che cos’è la vocazione? Che cosa la scelta?”. Nel riconoscere questa differenza, ve lo porterà la prima Ora del Mattino, anche se non ancora del tutto. Ma vi sia data un’indicazione di base:

87. Tutte le creature vengono chiamate all’esistenza cosciente, affinché giungano alla conoscenza come spiriti e si sottomettano alle Opere come anime, subordinandosi al lavoro, per raggiungere su tali vie la ‘propria figliolanza’. Questo è uno Scopo di base del Mio Lavoro, e viene reso accessibile a ciascuno. Un’eccezione a questo riguardo è determinato dalla Mia Sadhana, da voi principi della luce, come pure da due successivi gruppi di figli, mentre poi il quarto avrà da occupare una posizione intermedia, in parte come voi, in parte come tutti i figli, ma vi sarà unita come gruppo di seggio. Ogni Opera ha bisogno di un ‘fondamento’. Un fondamento non pone se stesso, viene posto! Quindi ho posto fondamentalmente anche voi, detto in modo più giusto: inseriti.

88. Se le fondamenta ne sopporteranno il peso, dipenderà dunque dall’Opera-Figlio (Gesù), e in questa, voi siete uguali a tutti. Voi nella vostra posizione particolare ne siete le fondamenta, ma il peso lo dovete portare voi come figli (con il co-aiuto). Ma che ora, già con la vostra vocazione, ne abbiate un elezione, è una grande prova di forza che vi è posta, ma (solo) quando la supererete da voi stessi dopo il Mezzogiorno del Giorno, avverrà ancora per Grazia. Nondimeno, se dovete e volete essere i Miei co-portatori, allora dovete dapprima essere plasmati come le fondamenta, e ancora molto altro. Infatti, non subito tutti i Pensieri-figli possono giungere, come voi, alla forma e alla vita. Se siete chiamati ed eletti come portatori della Creazione, allora anche la Mia Opera si poggia su di voi fin dal Principio, e resta da vedere se potrete resistere alla prova-di-forza.

89. Tu, Mia Sadhana, hai ricevuto la Mia chiamata e la Tua scelta nella quadruplice Creazione; ma a te, consapevole, Ti chiamo per il Giorno come il Mio giusto negativo, come consapevolezza di Forza esteriore davanti al Mio focolare. Quindi vieni davanti al Mio sacro focolare, di fronte al Mio volto”.

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1/3 – “La luce sia!”

90. Sadana segue l’Invito. UR si alza, tiene le candele nel fuoco, che ai primi diventano visibili solo ora nel magnifico splendore, i quali diffondono soavemente e in modo potente. Ogni luminare porta due candele come simbolo del sacro duale. Da un tirante del focolare Egli prende nuovo incenso, lo mette nella ciotola delle offerte, e presto il fumo mentre sale riempie la cupola del Santuario. Il Sole-ur manda un anello di luce su Sadhana, sette Raggi sugli angeli, e UR prende il sacro Libro nelle due mani.

91. Egli dice: “Luce sia al Mio primo Giorno della Creazione! Ciò che Io ho preparato dal Mio centro-ur, dalla totalità del Mio Cuore, si forma nell’esteriore attraverso i Miei portatori di luce e delle Mie sette fiaccole! Sia luce! Il Giorno, che è ed eternamente dev’essere: l’attività il creante; la luce il vivificante della visibilità. Io sono la Luce-ur, visibile ed invisibile! Ma ciò che ora deve irradiare da Me, da questa Luce, deve chiamarsi ‘Giorno’, deve conquistare forma e figura. E la Mia Opera è buona!

92. Precedentemente, la Luce era soltanto in Me. Questo Tempo è stata una sacra Notte! Poi ho messo in Me la Luce come ‘Notte’, e fuori da Me come ‘Giorno’. Da ora in poi la Notte sia il tempo del riposo, senza una formazione esteriore, ma il Giorno sia il tempo dell’attiva vitalità. Così la Notte deve servire per raccogliere le forze, e il Giorno per l’impiego delle forze. Ogni Giorno della Creazione venga avvolto da una Notte, perché la Notte porta l’elemento fortificante! Ma Io solo, che sono uscito dalla sacra Notte della Mia Entità interiore, rimango Guardiano della Mia eternità-ur, e con ciò per tutti i tempi! Le Notti porteranno il mistero del completamento.

93. Il Giorno e la Notte sono il positivo e il negativo assegnato ad una Creazione, la consapevolezza di forza interiore ed esteriore. Per l’Opera del Giorno immetto i Miei collaboratori come costruttori; nella Notte, Io come Costruttore trovo i preparativi per la successiva rivelazione della luce, Infatti, la Notte, chiamata dai figli come ‘oscurità’, (la luce) splende in Me più chiara che in un Giorno!” (Salmo 139).

94. UR ripone il libro sul focolare e si reca subito davanti a Sadhana. Mentre solleva le Sue mani, lei cade sulle ginocchia, inondata da un brivido in un sacro sprofondamento. Un flusso di vita creativa le dà sensibilmente il collegamento tra UR e il suo cuore. Ecco che un nastro visibile tesse incenso e luce intorno alla figlia. Sul Volto divino splende un sorriso meraviglioso, colpisce i primi figli come un raggio dell’aurora.

95. “Mia amabile Sadhana, Mio più squisito Pensiero! Ciò che ti porterà l’Ora della consacrazione, ciò che il Mio Spirito mette in te, Mia Opera, nelle tue mani, è grande e pesante. Un Anno-ur dipende dalla tua conoscenza, dalla Guida personale, dalla (tua) predisposizione d’animo verso di Me e verso l’Opera, in rapporto a quanto, dopo l’appello, riuscirai a dare una risposta a quattro domande, che poi avrà per conseguenza la tua consacrazione.

96. Con questa consacrazione sono sigillate la costruzione, la direzione, l’andamento e la meta dell’Anno-Azione-ur. Una lotta tra le Mie sette forze dei sensi – eseguita dai Miei principi-angeli – potrà dare direzione e orientamento, se non ti sottometti in ogni tempo, grazie alla libera volontà, alle condizioni a Me riservate, poste giustamente. Poiché sappi: solo questo piegarsi permette di ottenere il dominio sulla Legge e adempie la Meta già pre-pensata della quadruplice Creazione.

97. Come tu agisci, figlia Mia, così la Creazione ha la sua risonanza. Tu devi compiere l’Opera visibile, …consigliata e guidata amorevolmente da Me. Come stai di fronte a Me, così sta di fronte a te la Mia Opera. Il Mio lavoro deve stabilire le condizioni e, se necessario, raggiungere la meta unicamente tramite queste. Tali condizioni non sospendono il libero arbitrio personale, ma, al contrario, lo garantiscono.

98. Voi non potrete mai misurare gli Spazi e i Tempi che finora sono stati portatori di molte Opere. Il lavoro delle Mie mani non deve mai annullarsi attraverso un minuscolo Giorno della Creazione oppure attraverso un figlio, magari per il fatto che Io, per la vostra beatitudine e gioia, ho dato la libera volontà all’Anno-Azione-ur. Dalle creazioni, in eoni, Mi spetta la ricompensa-ur, la quale Mi consente di incassare il Mio proprio Diritto più sublime, il diritto dalla Mia fatica, che alla fine di ogni Anno procura la perfezione. Tuttavia, se ho legato Me stesso alla Legge, per dare anche ai Miei figli una ricompensa, allora come Padrone della ricompensa devo dapprima pensare al Mio ben meritato guadagno. Come altrimenti dovrei ricompensare? Le Mie condizioni assicurano la ricchezza della Mia Casa e, con ciò, la giusta ricompensa per gli operai assoldati.

99. La Legge della libera volontà vi permette, grazie al talento ricevuto, la facoltà di realizzare la conoscenza conquistata dai pensieri e compiere delle azioni creative. Di fronte a questo sta la Mia condizione: ogni Opera, sia grande che piccola, deve essere formata per l’utilità, per l’insieme, almeno per ogni Giorno della Creazione. Se non lo si fa, la Mia onnipotenza cade in braccio ad un’azione affrettata o falsa! Lo Spazio e il Tempo non ne hanno alcun ruolo.

100. La separazione di un lavoro magari contrario all’Ordine può durare non solo un lungo tempo, bensì costare persino altissimi sacrifici, perché un’Opera una volta messa in scena non è da trasformare improvvisamente. Una tale sospensione ferirebbe la Legge del libero arbitrio e scuoterebbe la Mia costruzione di base. Voi dovete essere educati alla collaborazione. Questo richiede anche un procedere autonomo. Se un pensiero immaturo conquistasse la vita, come giungerebbe il medesimo alla sua maturità creativa? Non lo potreste dissolvere nemmeno dopo aver raggiunto la conoscenza, poiché, …nessuno deve disporre della vita di un pensiero che è diventato ‘figlio’ se non Io solo, il Signore della Vita! Ed Io non distruggo nessuna vita, nemmeno la più immatura, bensì guido tutto in quelle vie, per condurlo alla pre-pensata maturità di Opera! Questa è la Mia condizione fondamentale!

101. Risarcire un atto inopportuno richiederebbe inoltre la rinuncia alla riparazione. Tale è una irrevocabilità alla quale ho vincolato la Legge della libera volontà, ma non ho collegato la condizione e la Legge allo spazio e al tempo. Tuttavia, c’è anche questa condizione; che ogni azione fuori tempo deve essere riparata di nuovo entro un Giorno. Nondimeno, se Io vedo che un figlio secondo la riparazione vuole portare a Me la stessa, allora non metto un limite né allo spazio né al tempo; al contrario, Io stesso intervengo aiutando, in segreto oppure apertamente, per spingere tutto su quella libera scia che lega l’Opera alla riparazione.

102. Una falsa azione potrebbe anche essere riparata da altri figli che non l’hanno commessa, almeno contribuirne in gran parte. Questo richiederebbe poi un sacrificio consapevole, cosa che però porterebbe nuovamente in sé una condizione, cioè quella che colui che commette la falsa azione espii il sacrificio (che gli è stato) portato. Di questo, ora basta come primo Insegnamento.

103. La Legge della libera volontà ha ricevuto due Vie. Una delle condizioni da adempiere sta nella indissolubilità di un Mio pensiero. Però, se ho assegnato ai pensieri dei Miei figli una propria essenzialità, allora sarebbe assurdo legarli ad una pre-pensata meta per mezzo del Mio Potere-ur. Questo è successo eoni di volte prima della quadruplice Creazione, dove una irradiava sopra l’altra in perfezione. Tuttavia, …spettava a Me, completamente al Mio Potere, Forza, Potenza e Vigore.

104. L’ultima eternità prima di quell’imponente punto di svolta creato, aveva raggiunto un tale culmine, che secondo il metodo di lavoro non ci sarebbe stato più nessun aumento, eccetto se l’avesse pensato UR! In tal modo avrei ottenuto che lo stesso Panorama (staticità) sarebbe passato davanti ai Miei occhi-ur con quella differenza inebriante di rallegrarMi nella dimostrazione del potere prescritto da Me stesso.

105. Certamente le Mie Opere Mi soddisfacevano, essendo prima di tutto uno scopo a se stesse. Tuttavia, nella Mia più svariata ricchezza si agitava sempre più uno scopo di lavoro, perché il Mio Creare non conosceva nessun limite. Ogni ‘fine’ era un nuovo ‘inizio’. Alle Mie Opere non c’è da mettere nessuna misura, ma se imposto una misura allo Spazio e al Tempo, se ad un Giorno oppure ad un imponente Ciclo-ur, in ciò vi giace il germoglio per un nuovo operare. La Mia Fonte si apre, le sue correnti rumoreggiano potentemente; scorrono attraverso il Mio Essere-ur e in ogni impulso della Mia Volontà.

106. Le quattro Correnti sono gli impulsi che danno costantemente la vita; e tuttavia… sono anche raccoglitori nelle quali fluisce ogni sviluppo dell’Opera. La forza positiva dell’acqua, purifica e rinnova. Se in una Sera di lavoro tutte le sostanze d’esistenza ritornano nella regione della Corrente, allora vengono purificate dal ‘peso del lavoro’, ricevono nuova capacità di vita ed escono come ‘ri-nati’ dalla Mia Fonte-ur, su al sacro gioiello di un nuovo Mattino della Creazione. Questa è un’inarrestabile circolazione, e pur tuttavia nessuno vede come una via si allinea all’altra, come non ritornano mai le stesse vie. Se sono passati quattro Anni-ur, allora un Ciclo-ur giunge al suo confine più lontano, nel senso della destinazione alla possibilità del più alto sviluppo. Gli ulteriori quattro Anni-ur che sono la Mia inspirazione, riconducono l’andamento nel Mio proprio Io. La conclusione è un punto-ur di svolta. Nessun figlio lo può percepire.

107. Per i figli di buona volontà un Anno va inteso nel senso che tutto è diventato nuovo, anche ciò che Io ho lasciato dal Mio Essere alle Opere a causa loro. Pertanto, se l’Anno-Azione-ur raggiunge la pre-pensata perfezione attraverso i Miei figli, allora all’ultima Sera Io parlerò così: «Vedete, quello che era per la Mia Opera le è affluito, e con ciò ed attraverso lo stesso è diventata nuova. Tramite la vostra obbedienza avete la giusta parte nella magnifica perfezione; voi dovete partecipare anche nel nuovo Anno, in, accanto, e al di fuori di Me. Di conseguenza, voi potete formare una parte dell’Opera affidatavi, secondo il vostro modo».

108. Solamente, questo vi deve essere affidato solo se nei primi sette Giorni dell’Anno-Azione – per mettere alla prova la Legge della libera volontà subordinata ad esso – i Miei figli superano la grande prova della Libertà della Creazione, soprattutto tu, amabile Sadhana, e voi principi di Luce e i primi del Trono, perché in tal modo le condizioni poste giustamente, riservate a Me, dimostreranno nell’affermazione, che la libera volontà (il libero arbitrio) può portare il massimo sviluppo ad uno spirito-parziale nato da Me. Se lui l’ottiene, cioè lo raggiunge, allora anche l’Opera troverà la sua piena maturità.

109. Non potrebbe mai essere degno di Me se dovessi dire ad un figlio: «Guarda la tua via!». E poi lo condurrei così legato, che non potrebbe guardare né a destra né a sinistra; per non parlare di camminare mai autonomamente. Con ciò avrei creato sì un figliastro, e la Mia Gioia culminerebbe nel Potere illimitato esercitato. D’altra parte, metterei la Mia maestosa Perfezione del Potere in un giubilo-ur senza pari, se gli stessi figli nati da Me, giungessero alla perfezione in base alla libera volontà.

110. Non sarebbe grave se in seguito alla forza di volontà messa alla prova in modo insufficiente, si smarrissero qui e là. La Mia presenza li istruirebbe nel modo più amorevole ed indicherebbe loro il giusto sentiero. Se un figlio arrivasse poi alla conoscenza, allora la legge della libera volontà, come anche la Mia Gioia, sarebbero ben confermati. Per voi primi dovrebbe essere facile rimanere sempre sulla miglior via con la vostra volontà. Io vi aiuterò e vi consiglierò in tutte le cose nei primi quattro Giorni della Creazione, dato che siete l’Opera delle solide fondamenta. Di questo, ricordatevelo sempre”.

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1/4 – Sadhana eletta a essere il negativo di Dio, come collaboratrice e adempitrice dell’Anno-Azione-ur

111. Durante questo discorso gli occhi degli angeli in piedi e di Sadhana inginocchiata, sono rimasti attaccati al sacro volto. La Parola è stata per loro come una fonte, anche se il nesso causale non può ancora essere afferrato. Una deviazione dalla via indicata è del tutto estranea a loro. Le mani di UR scorrono accarezzando sul capo di Sadhana; dal Suo sguardo irrompe un dolce sorriso. Ma le Sue parole sono serie:

112. “Mia Sadhana! Ti chiamo innanzitutto come Mia prima figlia alla Mia Opera della Creazione, in secondo luogo come il Mio sacro negativo; come terzo, alla fedele collaborazione nei sette Giorni; e quarto, all’adempimento dell’Anno-Azione-ur. Nella tua mano, nella tua conoscenza, giace il perfezionamento delle future creature. Ti è affidato. – Il ‘perfetto’ sta a Me! Ora, figlia del Mio Cuore, riflesso del Raggio mattutino dell’eternità, vuoi riconoscere l’appello?

113. Ti faccio notare l’immenso sforzo che è necessario per questo. Non è ancora passata per nulla la prima Ora di questo Giorno, ed Io l’ho data liberamente per l’ammaestramento tuo e dei principi. Se ad uno di voi la via sembra troppo difficile, è ancora in tempo di chiederMi di lasciare la via della libera volontà. Allora annovererò quest’Ora alla Notte trascorsa e vi assegnerò un altro lavoro.

114. Poiché sappi, Sadhana: essere in grado di agire a propria discrezione e subordinarsi comunque alla Mia Volontà per l’Opera, è un darsi alla Creazione, il che richiede il pienissimo dominio del proprio sé! Vale a dire che Io misuro ogni ricompensa unicamente in base al lavoro e adeguo le Mie richieste alla meta pre-pensata. Un lavoro scarso non è adeguato ad un’alta ricompensa. Vi lascio il tempo per una matura riflessione ed esame di voi stessi, poiché vedete, la Creazione può dipendere dalla decisione della vostra libera volontà”.

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1/5 – I dodici rintocchi

115. La prima Domanda ad una figlia nata libera! Non pesa troppo sulle spalle delicate, cosicché il capo se ne deve piegare? Sadhana ne sente il fardello e, …una Mano che scivola fra peso e spalla. Ah, che le succede? Non fluisce dal fardello percepito, la maestosa armonia nel suo cuore? Lei guarda in su e, …è sola, avvolta nell’incenso. Scorge soltanto un largo raggio di luce. Le parole di UR riecheggiano in lei, in più la domanda, angosciosa e opprimente, e ciononostante la rende infinitamente piacevole.

116. Lei sente sei colpi bassi, soavi, di una solenne campana. Ogni colpo lacera il silenzio dello Spazio invisibile, spinge da parte l’invisibile e le dà una visione più ampia. Ardente di timore, le sue labbra formano nel respiro il nome ‘UR’, sopraffa sul suo amabile corpo, pensa al suo essere-figlia e al fatto che UR è suo PADRE. E questo Onnisanto, vuol mettere la Sua Opera nelle sue mani? Non è già questa, una prova? Può approfittare in questo senso della Legge della libera volontà? Non è arroganza? O UR: non hai assegnato alla Tua prima figlia, …qualcosa di irrisolvibile?

117. Il suo capo si china più profondamente, quasi fino al suolo. Se UR stesso chiama amara la decisione, non sarebbe meglio chiedere un’altra Opera? A cosa serve la libera volontà, se in tal modo il figlio perde la via? ‘O UR, noi, …voglio rimanere con Te, Padre del mio Amore!’. – Come le viene all’improvviso questa parola? Ha a che fare con il suo sentimento momentaneo, con un ‘No’? Che cosa farebbero i principi-angeli? Inarrestabilmente segue la domanda e la risposta interiore.

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118. Il settimo suono di campana si posa tranquillizzando sul suo cuore agitato. Quante volte può risuonare questa campana, finché si formi quella risposta che – mettendo al sicuro l’Opera – accontenti UR? Ecco che saetta la conoscenza: ‘Il Giubilo titanico di UR!’. Dove rimarrebbe questo, se pretendesse un ‘No’? Non potrebbe lei, servirLo nell’amore sacrificante, riconoscendo entrambi, la Condizione e la libera volontà?

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19. Risuona l’ottavo rintocco. Un avvertimento, oppure… una Fonte di forza e un incoraggiamento? Sempre di più si consolida in Sadhana che l’Opera della libera volontà è la Gioia più sublime di UR, anche il suo ringraziamento che lei può vivere coscientemente. Non è mai esistito il sacro duale: Creatore e creatura, Sacerdote e spirito, Dio e anima, Padre e figlio! Se rimane sospesa l’Opera del libero arbitrio, allora, in particolare, deve essere sospeso ‘Padre e figlio’. Allora attraverso Sadhana trema uno strano dolore.

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120. Il nono ritocco sta lì come rovesciato. – Non risuonava in modo più gentile? – E’ sulla giusta via? – Oh, tu, amara decisione! – Come creatura, può esistere senza una Legge pesante. Se però unita intimamente a UR, …come lo ha già portato la prima Ora del Mattino? E… come spirito? Per questo esiste l’unione, con cui ne è riccamente dotata, essendo irradiata dall’Essere sacerdotale. Anche qui non ci sarebbe nessuna separazione. – Ma come stanno le cose con la relazione tra Dio e l’anima? Come tale può di certo essere e vivere tranquillamente in UR. Anche in questo caso non esisterebbe nessuna separazione. Ma come stanno le cose con l’unificazione fra Dio e l’anima? Perché ‘vita’ significa ‘accrescimento’! Senza la Legge della libera Volontà nessuna creatura, né spirito né anima, potrebbe vivere consapevolmente, anche senza diventare figlio da se stesso.

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121. Il decimo rintocco fluisce formalmente attraverso il silenzio. Allora Sadhana si rende conto di essere ora sulla giusta via, e rapidamente comprende: tutti i pensieri diventati forma, necessitano di uno sviluppo esteriore, se UR vuole condurre in alto la Sua Opera che crei il concetto di Padre-figlio. Oh, non sarà facile possedere una propria volontà e, ciononostante, sottomettersi in ogni tempo alla regnante Volontà del Creatore, e riconoscere le condizioni legate allo scopo e…

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122. L’undicesimo rintocco di campana colpisce particolarmente solenne la figlia che lotta solitaria. Non pone anche UR la Sua imponente Volontà di Creatore dietro a questa Legge della libera volontà? Sì, non dà Egli il suo sacro, inafferrabile Lavoro da eoni di Spazio e Tempo ai figli, che Egli ha formato per Sé da creatura, spirito e anima? Anche Lui sacrifica la Sua paternità, …la quarta Parte del Suo Essere! La figlia viene inondata in modo elementare: “O UR, santo-eterno, il mio cuore è colmo dall’immensa grandezza di pensieri! Li sento, ma non li posso afferrare. Gravano su di me troppo potentemente. Prendili da me! Voglio soltanto essere Tua figlia, Ti voglio rendere felice, non farTi perdere la Tua ricompensa, il Tuo Giubilo.

123. Difficile sarà la via della libertà sotto le Condizioni. Vedi, allora avrò bisogno continuamente di aiuto, assistenza, forza e guida, altrimenti non posso adempiere le Tue legittime aspettative. O Creatore, aiuta la Tua creatura fuori dall’Ordine e dalla Volontà; Tu Sacerdote, provvedi a me, piccolo spirito, secondo la Sapienza e Serietà. O Dio, dà a me, essere, la pazienza e l’amore, affinché io diventi un’anima della Vita. Padre, assisti Tua figlia nella Misericordia e nella Bontà”. – La parte più intima del cuore si è aperta. Delizia, brivido, gioia, titubanza scuotono la figlia. Delle lacrime ardenti, che lei non conosce ancora, bagnano il Tappeto bianco. Così non sente il dodicesimo suono della campana-ur, non vede nemmeno come si divide il fumo d’incenso.

124. UR sta nella magnifica maestosità del Santuario. Ma chi Lo vorrebbe descrivere? Il Suo volto splendente, l’irradiazione dei Suoi occhi nei quali si riflettono delle lontanissime Creazioni nella più sublime armonia, il buon sorriso colmo dei più misteriosi miracoli, ogni fasto è scintillante di maestosità, la veste, il gesto della Sua mano benedicente! – Chi lo potrebbe, …anche se Lo avesse visto migliaia di volte?

125. Un tocco risveglia Sadhana dalla sua interiorizzazione. Si spaventa di tutto questo splendore solenne che le si rivela. Il suo spavento è un giubilo ardente del cuore, in un grande, unico raccoglimento, in un giusto silenzio dinanzi al Signore. Questo silenzio le indica – rabbrividendo di delizia – che è stata già sovente inginocchiata, ebbra di beatitudine dinanzi a UR. Non sa il come e il quando; soltanto, che era! Ma tale sfrenata Gioia, un sentimento sacro-timoroso che inonda il suo essere, di cui non si è mai resa conto in nessuna passata gioia della Creazione. Ora sente prossima la perfezione. E questa deliziosa Ora del Mattino le ha donato per questo il primo passo. Lei è beata! Beata!!

126. Quando però la sfiorano le mani di UR, lei Lo vede del tutto maestoso, come la divina sovranità davanti a sé. Si inchina con impareggiabile riverenza, finché la sua fronte poggia sui Suoi piedi.

- UR lascia fare Sua figlia; è bene gustare l’umiltà fino in fondo, ma nel raggio dei Suoi occhi, nel ‘sentirsi sollevata’, si rivela la Bellezza del Santuario, anche dei principi-angeli i cui volti splendenti le appaiono enigmatici. Lei non sa che anche questi la guardano come meravigliati. Può essere diversamente? Stanno sperimentando perfino un mistero dell’Opera, il cui senso impareranno certamente a conoscere solo un po’ alla volta. UR lo rivela in parte, le Sue parole rimangono ferme nel Santuario come una personificazione.

127. Egli dice: “Sadhana Mia, e voi, principi-angeli, figli del Mio Cuore! Il Tempo che ho dato per la riflessione della Domanda posta, rimane non misurato, affinché possiate dare una buona risposta. Vedo bene la decisione; ma come ho dato all’Opera la Mia espressione, così dovete fare lo stesso anche voi. Non svolgete la prova solo davanti a Me, bensì per voi stessi, prevalentemente per tutti i figli. E l’esame è ben conservato nelle Mie mani. Aprite i vostri cuori e date al primo Giorno dell’Anno-Azione-ur ciò che lo fa perfezionare anche da voi stessi”.

128. Sadhana sente ancora una volta la responsabilità come peso. Ma poi dice nella sicura conoscenza: “UR, santo-eterno, unico-eterno, e veritiero, Tu, bontà nella Tua Potenza, Forza, Autorità e Vigore, Tu, veritiero Donatore di pace! Io rimango in eterno legata a ciò che la prima Ora del Mattino di questo delizioso Giorno del Creare ha tenuto pronto per noi, degli Anni-ur ne sono colmati con delle beatitudini, quando i Tuoi figli percorrono l’alta Via da Te indicata.

129. Io riconosco la Legge della libera volontà, edificata per la prima volta con la nascita consapevole della vita dei Pensieri filiali, regnando nel Creativo. Riconosco le Tue condizioni poste giustamente, riservate alla Tua onnipotenza e al giusto pareggio dei due fondamenti. Dammi la Tua assistenza, onnibuono UR, affinché io viva ed agisca come Te lo puoi aspettare giustamente dalla Tua prima figlia. Hai detto che la formazione esteriore visibile giacerebbe nella mia mano. O UR, che cosa fai alla Tua figlia che parli così? Unicamente nelle Tue mani riposano del tutto l’Opera presso Opera, e fuori di Te non c’è nessuno che sa perfezionarli più magnificamente. Io non ne sono capace”. Sadhana china per un momento il suo capo, si alza di nuovo e continua a parlare:

130. “Onnisanto, Tu sei l’eterno Regnante! Se però la Tua Parola deve adempiersi in Me, allora conservami in Te; allora l’Opera viene incoronata soltanto in questo modo, e la Tua alta questione, sacra, del Fondamento-ur, sarà consigliata e guidata al meglio! Non voglio mai essere trovata dinanzi a Te che nella pura umiltà; perché io non voglio, non posso formare la Tua Opera, ma certamente Tu la Tua Opera in me!

131. Se non puoi aiutare diversamente la Tua alta Meta a causa mia, allora imploro la Tua Misericordia, di cui Tu dici che essa ha anche come ultimo raggio della Vita fondamentale in tutte le cose, anche la decisione finale della volontà. Accoglimi nella Tua paterna Custodia ed aiutami come a Te compiace. Amen!”

- Da dove prende Sadhana queste parole? Da dove ‘l’Amen’? Lei stessa ne è sopraffatta. Lei non riesce ad afferrare lo splendere e il buon sorriso dell’alto Onni-Padre nella sua profondità fondamentale.

132. E così il Padre parla da UR: “Amen! Amen! Così deve anche essere! Mantieni la tua promessa. Guarda: Io mantengo certamente il Mio ‘amen’!”

- Gli angeli s’inchinano profondamente. Interiormente portano la risposta del figlio della Creazione; nondimeno è diversa, non di più, non di meno. Sadhana come giusto ‘negativo’ è ora del tutto figlia, ‘ricevente’; gli angeli, come portatori delle sette Forze dei sensi, sono già divenuti ‘donanti’. Ambedue le cose sono giuste nell’Opera.

- UR conduce Sua figlia alla poltrona-Trono, seguono i principi. Poi Egli si reca al Suo Trono, e posa la Mano destra sul Libro aperto.

133. “Sadhana Mia! Mentre tu lottavi per la decisione, anche i Miei principi lo hanno fatto, perché anche a loro è stato assegnato l’adempimento dell’Opera. Dunque, principi Miei, venite qui, ognuno per se stesso. Ogni figlio e ogni figlia deponga la sua risposta sul sacro focolare, affinché dopo possano seguire le altre domande. Ora è la parola che Mi portate; l’azione da ciò deve dimostrarsi durante i primi quattro Giorni del Lavoro. Ma quello che è dato al Giorno dell’Ordine, rimane il fondamento del divenire”.

- Si fa avanti il primo grande spirito, cherubino e serafino s’inchinano nella massima riverenza. Entrambi parlano insieme; ma lo Spazio beve una sola voce, il Tempo sente una sola risposta.

134. “Onnipotente UR, santo-eterno, luce e vita! Dal Tuo centro-ur è salito gloriosamente il nostro divenire. Percepiamo l’alto Potere, la maestosa grandezza della Tua sovranità. Ma se Tu ci rivelassi così tanto dell’incommensurabile fino all’alta Sera di questo Giorno, di come noi potremmo sopportare nella Tua Guida di Grazia, non sonderemmo mai l’Onnipotenza della Tua Maestosità! – Non in questa Sera, non alla fine di un Anno.

135. Tuttavia, proprio il riflusso della luce-ur è il fondamento stabile su cui Tu edifichi tutte le beatitudini dei Tuoi figli. Però, noi pure vogliamo diventare per Te il buon fondamento, affinché in ogni tempo sia giusto il Tuo conto del Giorno. Per questo abbiamo bisogno del Tuo continuo aiuto. Fallo sempre giungere a noi, divina Maestà! Voglia ora la prima risposta di noi sette, avere un senso con il Tuo sacro consiglio.

136. Eterna Onnipotenza, Tu hai rivelato la Legge della condizione e della libera volontà e l’hai posta come imponente Polo della Tua autorità di tutte le creazioni. Dà le Tue condizioni nelle nostre mani. Guarda: noi mettiamo per queste, la libertà della volontà nelle Tue. Tu stesso come nostro UR sii il Mediatore tra i due. Sarà sempre preservato il Tuo Ordine a rivelare l’equilibrio dei due fondamenti, affinché ogni figlio rimanga memore della Tua alta maestosa Grazia. Da delle Profondità di Onnipotenza a me ignote, Tu mi hai fatto nascere forma ed essenza, un principe-angelo, un portatore di una delle Tue forze dei sensi.

137. Considerato che ero ancora in Te, ero una parte di Te stesso! Mi colpisce un raggio (un pensiero radioso): – Quelle Opere erano un immenso edificio preparatorio per il Ciclo-ur, in cui ci hai formato nel proprio io, in creatura, spirito, anima e figlio. Hai rinunciato a una gran parte della Tua essenzialità; per questo vuoi incoronare la meravigliosa Opera-Figlio come non è mai avvenuto con nessuna delle Tue Opere! Qual meravigliosa magnificenza! Nonostante ciò, presagisco che verranno dei Giorni in cui la maestosa Opera-Figlio dovrà sostenere delle inafferrabili prove di forza. Non so ancora nessun come, né quando, né perché; soltanto per la previsione mi hai aperto gli occhi.

138. Maestosa Santità! Lo sviluppo dell’Opera dipende dal Tuo Spirito, dalla Tua Parola, dal Lavoro delle Tue mani. Se mi hai previsto come portatore di una delle Tue caratteristiche, fammi dapprima pregare: Dammi dalla Camera del Tuo Cuore creativo, il Potere affinché possa rendere servibile l’Ordine. Se ci hai messo a disposizione qualcosa di così meraviglioso, chi di noi, o UR, di Grazia, può mai ingannarTi della Tua ricompensa? Perciò riconosco la Legge della libera volontà accanto alle Tue sante condizioni nell’alto giusto equilibrio come unico vero fondamento dell’Ordine! Solo così le Tue condizioni diventeranno l’onnipotente meta, e la Legge della libera volontà porterà anche all’incoronamento dell’Opera-Figlio. Allora alla fine di quest’Anno il Tuo Giubilo sarà anche il nostro giubilo, quando Tu – onnipotente ed onnimaestoso – vedrai dinanzi a Te nella Tua magnificenza il perfezionamento della Tua Creazione dell’Azione-ur!

139. Se devo servire l’Opera, allora Ti prego ancora: opera Tu, o UR, in me, come vorrei rimanere in ogni tempo nel Tuo Cuore. Io resto sempre un aiutante dell’Opera come Te lo puoi aspettare da me. Formazione e perfezionamento sono in Te! Come benedici i Tuoi Giorni, benedici me, affinché possa sussistere nell’eternità. Portami! Allora sarò un portatore delle Tue forze. Guidami, affinché io possa guidare! Illuminami, affinché da principe della luce diventi veramente anche la chiara Fiaccola. Assistimi Tu, affinché dalla vocazione ed elezione, anch’io sia un sostegno, se questo dovesse diventare necessario.

140. Lodato sia il Tuo nome, ‘UR’, da eternità in eternità! Tutto l’onore a Te, santo-eterno, unico-eterno e veritiero. Voglio sempre rimanere al Tuo fianco il primo angelo. Dì anche a me il sacro ‘Amen’ che la Tua amabile Sadhana ha attinto dal suo cuore e al quale Tu come Padre della Misericordia hai dato il profondo senso. – Mio amato UR, fa che riconosciamo apertamente la Tua Magnificenza”.

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141. Gli angeli s’inginocchiano sul tappeto blu adorando, inondati di luce. Hanno parlato bene?

- Ecco che risuonano delle sante Parole attraverso lo spazio; i figli sono toccati da un misterioso alito, in modo che tutti si accasciano rabbrividendo. Ed è questo che porta a loro la più sublime delizia e, contemporaneamente, la comprensione sconvolgente:

142. “Amen! E ancora tre volte, amen, amen, amen! Questo deve avvenire veramente così! In verità, se il Mio lavoro è posto su tali primi principi, le fondamenta sono indistruttibili! Mio principe di luce, portatore della Mia prima Caratteristica (Amore), tu devi fare la guardia a quella Porta attraverso la quale dovrebbero passare gli accusatori, se un giorno venissero abusati le Mie condizioni e la libera volontà[17]. Contemporaneamente essa è la Porta dei portatori della Legge con quelle Leggi immutabili, senza le quali nessuna Opera creata può sussistere. Il secondo principe-angelo veglierà con te; perché ordino due guardiani per custodire le Mie Leggi e la loro osservanza. Ora non potete misurare la grandezza del compito che vi ho creato, lo presagite solamente. Ma il futuro ve l’insegnerà. E ora i Miei altri principi devono testimoniare, affinché il Giorno abbia la sua continuazione”.

143. UR stesso solleva i Suoi figli e si siede di nuovo sul Suo trono.

- Dopo che tutti hanno parlato, eccetto il settimo, ne segue che il terzo e il quarto angelo possiedono la seconda Porta, attraverso la quale sono da portare le condizioni-ur dei Giorni; alla terza porta stanno il quinto e il sesto angelo. Sulla sua soglia vi è la Giustizia – su tavole di ferro come incisione – per arrivare alla rivelazione dell’Opera.

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144. Ora il settimo angelo è inginocchiato sul tappeto bianco del vano. Ci sono state delle imponenti risposte ascoltate dal Santuario. UR solleva benedicendo le Sue mani, uno splendore solenne illumina il Suo volto. La Sua grandezza, la sacra maestosità riposa quasi percettibilmente sul capo di ogni figlio. Si sentono crescere in una ignota elevatezza, una sulla quale troneggia UR, quando immerge la Sua Opera alla Mezzanotte nella Sua fonte. La Sua figura, che impone riverenza, irradia nel fuoco del Suo sole: “O voi primi figli, siete da lodare felicemente che sperimentate questo dalla prima Opera dell’Azione! Ancora lo splendore dell’Aurora cade nel vano, avvolgendo i figli nel mantello di Dio; e voi esseri, riposate, nonostante la vostra stessa vita in UR, l’eterno-unico.

145. Voi siete da chiamare beati, amabile figlia, forti angeli, che già in questo principio potete sostare davanti al volto del Signore. E per la terza volta siete beati di poter sentire l’espressione della Sua bocca e poter dare a Lui la risposta. Quindi, siete quattro volte ultrabeati, dato che siete stati convocati davanti al Suo trono e al sacro focolare e sedete sulle vostre poltrone nella magnificenza del Governo. I vostri volti portano il riflesso del Suo splendore di fuoco”. UR tace.

- Il silenzio è passato. UR pone le Sue mani sul Libro aperto. Ancora un nuovo splendore di Luce, il Sole-ur si è mosso!

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1/6 – La conferma dell’adempimento per il raggiungimento della meta

146. E ora parla l’Onnisanto: “Mia Sadhana, voi principi! Somigliate a delle coppe aperte in cui ora posso mettere la semenza. Non soltanto avete preso quella decisione che da Creatore Mi ha dato molta Gioia, bensì avete anche parlato bene di lasciare a Me la vostra propria Vita. Non potete ancora misurare la conseguenza di ciò, ma il Giorno ha già afferrato benedicente il vostro fare. Noi – Io con voi e voi con Me – gli doneremo la meta, preparata nella quadruplice Creazione. Ma non soltanto il livellato, bensì anche un possibile dislivello è da ricordare attraverso la libertà dei figli. Il Mio Sole-ur ve lo ha annunciato:

‘L’alta Meta sarà raggiunta!’

147. Il pensiero vi ha guidato a Me. Questo è stato la ‘garanzia’ dell’adempimento. Se oltre a questo, un giorno dovesse anche smarrirsi un figlio con false parole o con un’azione maliziosa, ignorando le conseguenze che sorgono dai falsi pensieri, allora degli altri figli che Mi avranno portato il loro sacrificio di volontà in quest’Ora del Mattino della Creazione, si cingeranno con un’armatura per difendere l’Opera. Allora Io sarò il loro ferreo scudo! Né scudo né armatura si spezzeranno mai!

148. Se al di fuori di un muro di difesa che sarebbe da erigere per i Miei fedeli, sorgesse una contesa, anzi, se s’infiammasse una lotta contro di Me, alcune parti della Creazione esterna verrebbero consumate nell’incendio. – Così vi sia detto: Tutto questo sarebbe vano, se avvenisse!

Nessun Pensiero-figlio, se si staccasse arbitrariamente da Me,

 potrebbe mai uscire dall’interiorità del Mio Essere-ur!

149. Ora che avete portato la vostra decisione, anche la Mia decisione è presa. Ascoltatela: – L’Opera-Figlio, misurato, esaminato, edificato e preparato per la perfezione attraverso eoni, guidata alla perfezione interiore nella Mia parte di Creatore, di Sacerdote, Dio e Padre, si formerà ora interiormente ed esteriormente nell’Anno-Azione-ur, e nulla potrà interferire nella ruota della Mia onnipotenza! Lo dico Io, UR il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero!!

150. In segno di ciò, vi sia rivelato che durante la prima Settimana dell’Anno-Azione potrebbe davvero essere eretta una spina per via della libera volontà. Tuttavia, chiunque lasciasse crescere incessantemente una tale spina, …a tutti sarebbe concessa un’Ora di conoscenza per via della vostra eccellente decisione; e nella stessa ognuno potrebbe ben riconoscere che non può colpire Me, bensì ferire se stesso fino alla morte!

151. La Mia meta rimane irremovibile! – Come vi ho però lasciato un tempo adeguato per la vostra libera decisione, così a quel Giorno in cui succedesse una tal cosa, deve essere anche lasciato un tempo adeguato all’interno del suo limite di tempo, nella Grazia, in cui in ogni caso dopo ogni caduta si giunga ad un’Ora di conoscenza. Per il Mio tempo, questo sarebbe un Attimo; per il Mio Spazio, una minuscola cellula, ma per lo smarrito sarebbe l’eternità più atroce!”

152. UR si reca davanti al sacro focolare. La Sua veste splende di bianco, decorata con un largo orlo d’oro e stelle argentee. Dalle spalle pendono giù delle corde d’oro fino alle anche. Una cintura intrecciata, guizzando come un arcobaleno, tempestata di zaffiri, topazi, rubini e diamanti, tiene la veste. La corona scintilla, e sul petto brilla il simbolo del Sole-ur. Così, con l’ultramagnifica veste, indescrivibile nella Sua più sublime sovranità, Egli sta davanti al settimo principe e dice:

153. “Mio angelo di luce, portatore della settima Caratteristica, tu devi stare alla quarta Porta, custode e guardiano della Mia eterna mitezza, che fluisce dalla ciotola delle offerte come acqua tutto vivificante. Attraverso le tue forti mani deve essere guidata la Corrente (il flusso). A chi la dai, sussisterà dinanzi al Mio volto; a chi la precludi, non Mi vedrà! Agisci secondo il comando del tuo cuore e lascia svolgere la sua Opera secondo il senso del Padre”. Poi si rivolge a tutti:

154. “Figli Miei, ancora non potete afferrare ciò che è stato detto nell’Anno-ur solo iniziato, perché tutto sperimenterà il suo accrescimento dapprima un poco alla volta. Nonostante ciò, vi rendete conto del presagio del destino della Creazione. Ma Io vi dico: ‘Ogni destino è nella Mia destra, quello esistente come anche il futuro!’. Se un figlio si forgia da sé una sorte stolta, allora devo mandargli anche il suo destino, così preservo comunque, a Me, il Mio Governo di Grazia. Ora però dovete ricevere la vostra vocazione”.

155. Egli conduce Sadhana a destra del sacro focolare, le dà sette erbe d’incenso e le dice di gettarle uno dopo l’altro nel crogiolo d’argento non appena chiamerà i principi-angeli. Quale beatitudine per lei, di compiere per la prima volta un sacro servizio. UR si reca al lato principale del focolare, sposta il primo candelabro nel cerchio dei piatti e fa spingere da Sadhana una campana d’argento davanti al candelabro. Lui apre la prima pagina del libro dei sigilli e con un cenno chiama la prima coppia di angeli.

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1/7 – Il primo arcangelo: Uraniel-Urea, portatore dell’Ordine con la bilancia

156. “Così sia! Tu, primo spirito di vita, dal primo elemento fondamentale domina i Giorni del principio dell’Anno-Azione-ur attraverso il Mio sacro Ordine! Sii il dominante del Giorno, affinché tutto l’Anno-ur possa poggiarsi nel giusto Ordine sulla Mia Potenza, Forza, Potere e Vigore. Nel simbolo del fuoco, la struttura, la direzione, l’andamento e la meta devono portare ai figli l’impulso della parola e dell’azione, affinché un giorno, su questi sia da inserire il magnifico seguito.

157. Stendete le vostre mani sul sacro focolare! Tu, cherubino, sei Uraniel, l’alto portatore dell’Ordine dal Mio interiore dalla parte del Cuore del Creatore; tu, serafino, sei Urea, l’alata portatrice della sovranità secondo il principio esteriore. Voi siete una fiaccola presso il Mio trono. Vi invio come principi-angeli, a rappresentare l’Ordine. Accettate il segno della vostra dignità”. UR trae da sotto la campana d’argento una BILANCIA; vi soffia su una volta e due paia di mani l’accolgono.

158. “Su questa bilancia”, Egli dice, “deve essere pesato ogni figlio ed ogni azione. Ciò che pesate, rimane pesato; ciò che stimate, rimane indietro, finché da Spazio e Tempo giunga una nuova risalita! Sia pesato ciò che si adegua al Mio Ordine; soppesato ciò che vi si oppone. Siate custodi delle Mie immutabili Leggi che vengono portate attraverso la vostra Porta. Esaminate sulla Bilancia anche i querelanti, se tali dovessero comunque sorgere, per provocare il Mio Giudizio. Mettetela dove deve rimanere per sempre”.

- Chinandosi profondamente, Uraniel e Urea ripongono la bilancia allo stesso posto dove stava prima, e rispondono:

159. “O UR, santo-eterno, Tu sei il più sublime-santo! Dalla Tua mano riceviamo la bilancia, la restituiamo volentieri al suo posto. Tu ci hai chiamati; guarda: il nostro lavoro nella Tua Opera sia la nostra gratitudine! Come alti portatori del Tuo Ordine vogliamo essere i custodi del Tuo fuoco, delle Tue immutabili Leggi. Tuttavia, prima che possano mai venire dei querelanti, noi staremo tramite di Te come eterni adempitori del Tuo Ordine. E noi esamineremo! Ciò che cadrà alla stima (della bilancia), non deve entrare nei Tuoi luoghi finché suonerà l’ora della conoscenza. Tuttavia, se ci è permesso essere davanti al Tuo Volto i primi dei Tuoi principi-angeli, allora chiediamo: resta sempre il nostro UR, il nostro Tutto!”

- Di nuovo, i due puri spiriti s’inchinano e sacrificano in ginocchio la lode e il ringraziamento.

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1/8 – Un grande insegnamento di UR

160. Quando si alzano, UR sta dinanzi a loro, fissa alla spalla destra delle loro vesti un nastro blu, il quale si avvolge all’anca sinistra in un leggero nodo e ricade fino all’orlo del vestito. Dopo la benedizione ricevuta ritornano alla loro sedia del trono, e così vengono chiamati tutte le coppie di angeli rispetto alla caratteristica affidata loro. In questa vocazione è la loro grande equiparazione, la loro comune collaborazione. La Scelta del Giorno del primo principe non sfiora minimamente questa uguaglianza. Questo è condizionato dall’Opera. – Ora segue un grande insegnamento, che è per tutti, e la conclusione è questa:

161. “Mia amabile Sadhana, e voi principi: a voi ho affidato la Mia Opera e l’Opera a voi. La Pietra fondamentale forma la buona conoscenza e risponde in modo giusto nel Mio senso a domande e supposizioni della Legge della libera volontà. Con ciò sono associate una serie di condizioni che si lasciano osservare solo su questa via.

162. Ho parlato di ‘Leggi immutabili’. Se lo spazio e il tempo ricevessero unicamente un tale genere, allora fin dal principio la Legge della libera volontà sarebbe superflua. Tuttavia, Io non creo nessuna Legge che annulli le Leggi ugualmente poste. Entrambi i concetti, l’immutabile e il libero, sono due contrari, il cui incastrarsi e il giusto equilibrio richiede il massimo impegno, e certamente non solo dall’Ordine come dominante del primo Giorno, bensì tutti i raggi della Vita fondamentale e la personale consapevolezza di Sadhana devono entrare in gioco, altrimenti non diventerà possibile nessun appianamento per i figli.

163. In verità, vi sarà mostrato quanto facilmente l’immutabile e il libero sono da portare entrambi in una magnifica unità di lavoro. Osservate quanto facili sono da inserire la Mia mano destra nella sinistra, benché le braccia siano attaccate a destra e a sinistra del corpo. Tramite le due mani si ottiene un’azione pienamente valida! Lo stesso vale per la profondità e l’elevatezza, per l’ampiezza e la vicinanza della Mia Entità-ur. Chi la vuole assemblare come Spazio? Tuttavia, chi vi tende con il Mio Spirito e soltanto per via del lavoro dalla profondità all’elevatezza, dalla più lontana lontananza alla Mia più interiore vicinanza del Cuore, ha davvero unito in sé pienamente queste dimensioni-ur, e poi per lui non ci sarà più nessuna separazione o contrarietà.

164. I Giorni porteranno delle cose che risveglieranno l’apparenza di una forte contrarietà. Nonostante ciò le immutabili Leggi come nucleo delle condizioni poste giustamente, a Me riservate con la Legge della libera volontà, che possiede per nucleo la mutabilità, giungeranno alla più sublime armonia. Anzi, seriamente, i pilastri di base fondamentali della perfezione dell’Anno-Azione-ur sono

il principio sia immutabile che mutabile,

(che è) condizione e libertà!

165. Questo opposto che (in tal modo) si pareggia, riguarda ogni Opera principale, procedendo eternamente da ME per la costruzione e per la meta; tutte le Opere secondarie che ottengono la mobilità della direzione e dell’andamento sono da esercitare liberamente dai figli. Ogni Opera principale ha la Legge immutabile nella sua costruzione, le condizioni nella meta; mentre le Opere secondarie portano nella direzione una mutabilità secondo la Legge, e invece l’andamento è sottomesso alla libera volontà.

166. Un’Opera-parziale magnificamente libera formata dai figli, porta però in sé anche la costruzione e la meta, in quanto nel figlio si assemblano molto prima il pensiero e la conseguenza, mentre la parola e l’azione sorgono lentamente secondo l’Opera. Questo avviene grazie al Mio aiuto, anche se questo sorge in segreto dal Mio Essere-ur; ciò è radicato per la maggior parte nelle Leggi mutabili, perché tramite queste, un figlio lo si può educare più facilmente alla perfezione, senza derubarlo della suo libero arbitrio.

167. Voi domandate che cosa siano delle Leggi mutabili e come sarebbero da inserire nella Mia via-ur dell’Ordine. Ora vedete: – Da un puro nulla non viene certamente niente, e senza (un Mio) Pensiero, Parola e Azione non esiste nessuna rivelazione. Tuttavia, quando qualcuno ha preso un Pensiero, allora continua a formarlo necessariamente e dice: ‘Voglio fare così!’. Può creare ciò anche insieme ad un altro figlio, oppure può – che è meglio – chiedere l’aiuto a Me, se il suo pensiero è ben giusto. La decisione giace già su una mutabilità quando il figlio giunge alla buona attività con un altro oppure coscientemente con Me. Determinante è sempre il pensiero, meno le circostanze che l’accompagnano. Un pensiero esaminato nel cuore può portare i migliori frutti.

168. Alla base di questo c’è la Legge della perfezione. Ma ora dipende se il piccolo maestro di quell’Opera esamini anche al meglio la direzione e il corso. Se Io avessi dato al Pensiero-Opera unicamente un buon ‘dare’ come Legge immutabile, allora vi sarebbe legato il lavoro di ‘figlio libero’, e il legame andrebbe a conflitto con la libera volontà. Ma se il figlio commette già degli errori nei suoi piani, allora la Legge mutabile mette in dipendenza l’esecuzione, cioè, il piccolo maestro d’Opera deve ora vedere da sé come possa dare alla sua Opera-lavoro la bellezza non raramente contemplata interiormente.

169. Qui delle Leggi mutevoli indicano una Bontà illimitata. Spazio e Tempo sono Miei! Se li lascio a lunga scadenza entrambi per i figli, qualche deviazione porterà comunque un vantaggio, mentre il divenendo potrà essere cambiato così sovente, fino a raggiungere la meta prefissata. Che una deviazione avvenga per via dello scopo, è lasciato alla Mia Provvidenza. Soltanto, delle Opere del tutto sbagliate provocheranno condizioni (diverse) e mutabilità. Ma se questo (comunque) non dovesse avvenire? Sarebbe da mettere in accordo con la Legislazione-ur? Oppure: ‘Che cosa potrebbe rendere il corso di un Giorno della Creazione, senza rischi e sfrenato?’. Mediante il vostro riconoscimento, la Legge della libera volontà ha (comunque) piena validità, e (per’altro) una guida obbligante o una retrocessione delle Opere ingiuste, inevitabili, in sé è escluso.

170. Con ciò le ulteriori tre domande si avvicinano. Ho parlato di una possibilità che attraverso l’utilizzo arbitrario della libera volontà possa risultare un’azione contraria all’Ordine, ma in un tal caso né l’azione né il figlio devono necessariamente essere cambiati o dissolti, bensì il figlio, insieme all’azione della Creazione, dischiuderebbero nuove vie, quindi, possono essere conservati da Me nella piena Serietà.

171. (se ciò accadesse) Dall’Opera dello ‘Spazio’ nulla è da togliere né da aggiungere esteriormente; e nonostante ciò, un’azione sbagliata staccherebbe il figlio dal Mio Essere interiore, perché avrebbe sospeso (da sé) il collegamento. Così capiterebbe in una strana costellazione, vale a dire: – Nell’istante, in cui si sciogliesse dal Mio Essere, diventerebbe non-libero, come prigioniero e incatenato da se stesso. Questa sarebbe un’amara prigionia, perché in tal modo mancherebbe la comprensione che deve essere apportata tramite l’assoluta Guida.

172. Quanto detto, però, dipenderà dalla propria conoscenza. Tuttavia, se invece si svolgesse una deviazione fino all’ultimo limite dell’esistenza, allora Io come Creatore non potrei tollerare assolutamente la sola Legge della libera volontà e la sua mutabilità, perché così all’Opera verrebbe fatta violenza. Questo non dev’essere! Io rispetterò al massimo la Legge della volontà data per il libero sviluppo, ma su questo fonderò delle condizioni per una definitiva riparazione (relegazione / reincarnazione).

173. Una riparazione può avere per conseguenza un grande, persino un più sublime sacrificio, e sarebbe da valutare se una piena redenzione fosse possibile. Ora su questo le tre domande annunciate, e cioè: “Una riparazione deve avvenire tramite la Legge della libera volontà, oppure solo dalle condizioni riservate a Me?”. – Seconda: “Dei singoli sacrifici che sovraccaricassero ingiustamente il Tempo di un Giorno dell’Opera, possono esercitare una riparazione, oppure sarebbe da portare un più sublime unico Sacrificio-ur che giustificasse sia le condizioni che anche la Legge della libera volontà?”. – E terza: “Può seguire ad un più alto Sacrificio una piena salvezza nel giro di sette Giorni, oppure un figlio, bensì graziato dopo la conoscenza, dovrebbe vivere lontano dal Mio Cuore per quattro Settimane della Creazione, affinché senta a lungo che cosa ha fatto a Me e ad ogni Mia Opera?”. – Queste domande sono precisamente da esaminare, perché da ciò dipende il vostro divenire. Voglio indicarvi alcune cose:

174. La riparazione avrebbe due vie: una che riguarderebbe il figlio, e l’altra che porterebbe un pareggio attraverso altri figli. Quale via dovrebbe ben essere la prima? Sarebbe da far dipendere una dall’altra? E ancora: – Se già riguardasse il nominato Sacrificio-ur (il Golgota), questo getterebbe un senso del Sacrificio, anche se come sacra Ombra, su tutti i figli. Sarebbe giusto se Mi rimanessero fedeli? Per quale motivo dovrebbero prendere su di sé i sacrifici di un figlio che magari seguirebbe (dopo)? Perché portare un peso, immeritato?

175. Ma se si agisse in modo astratto non solo per ignoranza, bensì per cattiva volontà? Non dovrebbe essere sopportato, per giustizia, almeno per il numero di tutte le vittime e per la perdita di tempo di questi, per ottenere così una piena salvezza? Infatti, la Mia Giustizia è la più alta immutabile Legge! – Ma così, non sarebbe posticipato l’ultimo Atto di salvezza fino alla fine dell’Anno? Voi figli non potreste misurare il tempo e le vie, né pesare il carico del Sacrificio che sarebbe da compiere, se una trasgressione avvenisse per cattiva volontà. Ma se per la libera volontà di riparazione un Pareggio della Creazione, avvenisse già mediante un Piano di salvezza e redenzione, chi – allora chiedo – vorrebbe prendere su di sé quel grande, sacro, unico libero Sacrificio? Chi lo compirebbe?

176. O figli Miei, con tutto ciò non viene presa in considerazione nessuna Guida arbitraria, perché non voglio ingannarMi della Mia ricompensa! – Ma intanto, basta su questo; l’andamento dei primi Giorni della Creazione vi illuminerà ancora sulle vostre domande. – Perciò seguiteMi, poiché finora avete visto solamente il Mio Santuario, e vi attendono delle magnificenze; e c’è molto di bello da creare, standoMi al fianco come Miei aiutanti”.

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1/9 – Di luce in luce, un muro di luce

177. UR cammina sul tappeto blu attraverso la prima porta, seguito da Sadhana e dai Suoi sette principi. Fuori i figli restano meravigliati. A loro si apre la profondità di uno Spazio, di cui una parte è circondata come da un muro. Dietro a questo, essi vedono incommensurabili campi di luce. Davanti alle porte del Santuario si trova una fonte, da cui scorrono quattro acque, le quali circondano il Santuario una volta e ciascuna prende una direzione sconosciuta ai figli.

178. Intorno alla fonte stanno quattro alberi della vita. UR spiega loro le strutture. I campi di Luce si dimostrano come sette sfere allineate una all’altra. Vi vedono dentro delle cose nebulose che necessitano ancora di un tocco, per diventare evidenti. Si risveglia un alto flusso di armonia creativa, inafferrabile nella sua magnificenza. In questa visione i figli ne sono del tutto assorbiti. UR lascia loro del tempo, dato che la loro gioia è la Sua più ricca ricompensa. Nel Suo cuore-ur i loro cuori riecheggiano timorosamente.

179. Finalmente Egli indica in avanti e dice: “Venite, camminiamo attraverso la luce! Accoglietela in voi. Ciò di cui godete è vita-ur eterna. Sì, la Mia vita vi dà la forza per compiere delle azioni creative. Ascoltate: la Mia campana annuncia un’Ora del Giorno. UR va verso il muro di luce.

- Allora segue un nuovo stupore, poiché tutta la luce sperimentata finora era morbida, fluente, penetrava attraverso il loro corpo, la sentivano all’interno come all’esterno. Ma ora? – Con riverenza e timidi toccano il muro; questo è costante. Loro provano se possono passare attraverso come attraverso la luce nel Santuario, ma il muro rimane sostanza.

180. UR va alla parte del muro che è di fronte alla fonte; vi batte contro con la mano destra ed esclama: “Ephata!”

- Presto diventa visibile una porta imponente che si apre, e una via di luce conduce all’esterno. Lentamente UR li precede, i Suoi figli devono gustare tutte le magnificenze.

- ‘Dove li condurrà UR? Che strana domanda’, pensa Uraniel.

-. Non proviene Egli dalla luce, e non li conduce unicamente nella luce? Allora UR si volta, convoca Uraniel e Urea alla Sua sinistra, Sadhana alla Sua parte destra; subito seguono gli altri principi.

181. Egli dice: “Il tuo pensiero era buono, Mio primo. Sì, Io vengo dalla luce, là Io stesso sono luce, e là conduco nella luce! – Chi rimane al Mio fianco, seguendoMi direttamente, costui va e viene di luce in luce! – Ma ora andate avanti!”

- I figli lo fanno. Un poco lontano si eleva una collina.

- “Vuoi tu, carissimo UR, guidarci lì?”. Sadhana Lo guarda, animata da un amore infantile.

182. “Sì, Sadhana Mia, perché dovete imparare molto affinché la Mia Opera su di voi diventi perfetta”. Sull’altura, UR raccoglie tutti intorno a Sé e indica verso il Santuario.

- Là i figli vedono sull’alto monte la ‘Casa del Signore’ in una inaudita bellezza. Vi scorrono fuori onde di luce su onde di luce, una spingendo l’altra fino alla riva del Giorno, di Spazio e Tempo. Si ricordano che anche i muri della casa sono compatti come quelle del muro di luce nel quale UR ha fatto la porta con l’Ephata. Ora questo scintilla a loro come cristallo. Riconoscono dal più interiore persino ogni particolare. Quasi estraniati guardano ad UR, ma nessuno osa domandare.

183. Egli dice a loro amorevolmente: “Figli Miei, questa deve essere per voi una straordinaria lezione. Mi dovete portare in voi mentalmente, come vi ho portato in Me da sempre. Vi meraviglia di vedere da qui l’interno del Santuario; ma non è un miracolo. Ma com’è possibile che potete vedere l’interiore, anche se ha delle mura solide?

- I figli riflettono. Sadhana dice che ciò potrebbe essere il fatto che tutto è luce-ur, e perché a loro è permesso penetrarla con i loro occhi.

184. “Hai ragione, Sadhana. Ma ancora qualcosa: – Perché l’interno del Santuario è riconoscibile da qui?”. UR si rivolge ad Uraniel e ad Urea. “Mio principe-angelo, ci troviamo sulla collina dell’Ordine che viene consegnato a te. Così penso che puoi conoscere il secondo”.

185. - Uraniel (anche Urea) s’inchina, guarda all’immagine meravigliosa, poi a UR, e …i suoi occhi splendono, ed esclama: “O UR, quanto è meraviglioso e… quanto è semplice! Tu stesso sei l’interiore del Tuo Santuario! Se sei con noi, così anche il Tuo onnisantissimo! Anche se la formazione visibile per via dei Tuoi figli ha ottenuto quel magnifico alto posto, il più interiore sarà da trovare là dove Tu, Onnisanto, dimori. Noi lo vediamo in lontananza perché Ti abbiamo del tutto vicino a noi”.

- Tutti si rallegrano di questa risposta, e UR impone benedicendo le Sue mani sul capo del primo.

186. “Pensato ed eseguito bene, Mio primo! Ma ora fa attenzione: Adesso Me ne vado da voi per un breve tempo e voi fate in modo che non vi sprofondi il più interiore del Santuario”.

- Con queste parole, UR scompare, i figli non hanno visto per dove. Si rivolgono all’alto monte, ma l’immagine rimane evidente. Come mai?

- Per la prima volta si consigliano a se stessi. C’è molto da pensare e da dire.

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1/10 – La casa-santuario di Uraniel-Urea sulla prima collina

187. Quando il settimo principe dice che l’Onnisantissimo resterebbe invisibile solo quando non portano UR come memoria nel cuore, come Egli vuole, ma tutto rimarrebbe presente nell’Onnipresenza di UR consapevolmente riconosciuta, Egli si trova di nuovo in mezzo a loro, accarezzandoli, e dice:  “Cari figli, Mi avete rallegrato! Sì, chi porta nel cuore la Mia onnipresenza, a costui Io sono anche davvero vicino e lo inondo con i Miei doni. Con tali figli Io sono in ogni tempo, sia che Mi vedano oppure no. Ma entrambe le risposte vi siano anche un segno: l’Ordine e la Misericordia pareggiano secondo il Diritto-ur, una contrarietà delle due fondamenta della Creazione precedentemente menzionate.

188. Ma ora c’è da operare in modo differente. Vedete, la collina appartiene ad Uraniel e ad Urea, e l’Ordine domina in questo Giorno. Ma a che serve il luogo nel quale non c’è da vedere pressoché nulla? Certamente l’ho fatto sorgere Io, ma a voi rimane da svelare il simbolo. Ora, Uraniel ed Urea: che cosa dev’essere con la collina?

189. Dice Urea: “O UR, questa collina somiglia molto al nostro interiore. Ma ora che abbiamo la Vita cosciente, dipende da noi come la valutiamo. Grazie alla Tua grande bontà abbiamo già potuto riconoscere molto, abbiamo potuto anche contemplare il Tuo Santuario esteriormente ed interiormente. Per noi riguarda però più l’esteriore, mentre l’interiore è ancora un povero campo, altrimenti questa collina dell’Ordine dovrebbe risultare meglio nel piccolo. Aiutaci, affinché il nostro interiore Ti serva presto alla giusta Gioia e la nostra collina diventi veramente quella dell’immutabile Ordine”.

190. Dice UR: “Ti devo lodare, Mia Urea, hai afferrato bene il simbolo. Sì, quello che vi viene dato è un confronto con l’Opera, in più una dimostrazione di formare la Mia Entità vivamente e perfetta in voi. Il Mio aiuto vi è sempre assicurato! - Ma ora ancora lo scopo e la meta. – Perché è sorta questa collina e viene assegnata all’Ordine? Esaminate precisamente; l’abbondante tempo del Giorno vi ha anche dato abbastanza forza spirituale per giungere alla conoscenza”.

- Ecco che i figli vedono fluttuare di qua e di là una magnifica irradiazione tra UR e il Santuario.

191. Allora ad Uraniel viene un’idea e dice: “O santissimo UR, fa che io Ti possa chiamare ‘Padre’ in quest’Ora di Grazia. Dalla Legge della libera volontà Tu ci vuoi essere un Padre. Ora guarda: lo scopo della collina consisterà nel fatto che un posto dinanzi al Tuo Santuario deve servire ai Tuoi figli che devono ancora sorgere. Qui sono da svolgere le prove della Vita fondamentale, qui c’è la grande Meta, dove tutti, nonostante l’inafferrabile maestosità del Tuo santo Essere, è da imparare a cercare nella camera del Cuore del Padre. E qui la troveranno! Padre, parla! L’ho riconosciuto in modo giusto?”. Uraniel tende titubante le sue mani e non può comunque fare diversamente che afferrare da sé le sante Mani, e vi si aggrappa.

192. Allora UR dice: “Ben per te; Mio principe dell’Ordine! Hai riconosciuto ciò che Io sono per il Giorno della Creazione, anzi, per tutto l’Anno-Azione-ur! Io rimango eternamente il Creatore, il Sacerdote, l’Iddio, bensì su tutto questo tempo dell’Anno voglio essere per tutti gli esseri, prevalentemente, il PADRE! Conseguentemente, ogni figlio deve conoscerMi, riconoscerMi. Chi ha la fiducia come te, chi tende da sé alle Mie mani, ha compiuto un’Opera non soltanto per sé, bensì per il Giorno intero e per i suoi figli!

193. Ora che hai iniziato bene l’Opera, continua anche a lavorare. Lo spazio non deve rimanere un involucro vuoto. Osserva il Mio Santuario sull’alto monte, forse il Sole-ur ti invia un ulteriore raggio di conoscenza”.

- Tutti guardano con attenzione e al Centro del Sole-ur e presto notano lo scintillio di un raggio. Ma come la Creazione ha bisogno di Spazio e Tempo per accogliere la luce fluttuante, proprio così anche i figli, finché questa conquista in loro la personificazione. Perciò UR menziona ancora qualcosa che serve allo scopo delle Opere passate e future per maturarle alla prima azione della Creazione.

194. Dopo l’insegnamento, il primo angelo (Uraniel) dice: “Onnisanto UR, dal Tuo magnifico palesamento Ti riconosciamo come una grande immagine, e noi possiamo essere coloro che nella libera forza creativa copiano le immagini. La mia prima conoscenza era dunque giusta. Tuttavia non sarebbe d’aiuto a nessun figlio, se qui dovesse sostenere una prova della Vita fondamentale e trovasse una collina di luce spoglia. Hai parlato della formazione interiore ed esteriore dei tuoi Pensieri per l’Opera. Quindi, Ti prego, Padre santo, fa sorgere su questa un buon riflesso esteriore del Tuo Santuario, nel quale io, come Tuo Portatore dell’Ordine, possa svolgere la funzione di santificarla da Te, anche nel Segno della Nobilità, con la Tua bilancia”.

195. UR risponde: “Questo può avvenire, ma se credi che sia giusto creare su questa collina un fedele riflesso del Mio Santuario, allora Io penso che lo possa fare tu stesso e non c’è bisogno che Io ne muova un dito”.

- Allora Uraniel si spaventa. Ha detto qualcosa di sbagliato? No, il suo cuore è calmo e …vede la gentilezza degli occhi soavi scuri di UR. Allora afferra per la seconda volta quelle Mani di grazia, e dice: “O Tu, mio UR, anche se fossi capace mille volte di compiere una tal cosa, …senza di Te non la voglio mai erigere e non fare mai qualcosa dove Tu non partecipi all’Opera! Ti prego: lascia a me le tue mani di Creatore e guarda, tenuto saldamente da queste, voglio formare l’azione con la Tua sacra Parola, come si trova pronta mentalmente in me”.

196. Non appena Uraniel lo ha pronunciato, in cima alla collina si eleva il Santuario, anche se in una copia più piccola. I figli si rendono conto come sorge un’Opera, anche se non riescono ancora a misurare il tempo del divenire. La Loro gioia è molto grande; ma nessuno ha il desiderio di accorrervi. Rimangono schierati intorno ad UR.

197. Lui dice lodando: “Sei un grande maestro costruttore; ora andiamo nella tua casa”, ed indica le due porte del tempio.

- Risponde umile l’angelo, “O UR, Tu mi chiami maestro costruttore, dove Tu solo sei l’unico, il più sublime Signore Costruttore! Guarda: sono stato soltanto il Tuo aiutante”. Il principe s’inginocchia davanti al suo Re; è sopraffatto.

- Anche gli altri. UR li benedice per via della loro umiltà. Poi ordina ad Uraniel-Urea di precedere. Lo fanno, ma aspettano davanti alle porte.

- Dice Uraniel: “Santo UR, entra Tu per primo nella mia casa, affinché entrino prima la Tua benedizione, la pace, la vita e la Tua luce. Ci sono anche due ingressi e non so quale Ti posso aprire”.

198. “E’ così difficile indovinare?”, chiede UR.

- Allora Sadhana dice: “O Padre, le quattro Porte della Tua Casa rappresentano la Tua alta santa quadruplice Entità. Invece queste due porte devono essere il simbolo delle nostre buone parole e possibilmente di azioni migliori. Attraverso quale delle due Tu vuoi entrare, non lo so comunque”.

- “Ben riconosciuto, Mia Sahdana! Abbiate sempre due porte che conducono nella parte più interiore, e lasciatele entrambe aperte, particolarmente quella delle buone azioni. Fate attenzione:

199. Io entro sempre da voi con la Mia pace attraverso la porta della pura Parola; attraverso la porta delle buone azioni porto la vostra proprietà auto conquistata come benedizione in tutto il Giorno! In tal modo vi porto come giusto sacrificio del Mio Regno”.

- Di questa indicazione, i figli ne gioiscono molto. Nuovamente si schierano fittamente intorno ad UR, e guidati da Lui entrano nella Casa dell’Ordine.

200. Qual Giubilo, quando anche l’interno si mostra adeguato al Santuario. Un trono per UR, un altare focolare, le sedie, strumenti e, soprattutto, …la luce! Non possono supporre che si sono avvicinati alla meta durante il tempo trascorso del Giorno? – Quando hanno contemplato tutto, sull’altare trovano la bilancia. ‘Come ci è arrivata, il sacro simbolo del Giorno?’. Uraniel lo chiede interiormente al Padre. Per lui è chiaro: la Bilancia deve stare sul sacro focolare!

201. UR dice sorridendo: “Non preoccupatevi! Ciò che è eretto nel Mio Santuario, rimane là! Il figlio che mantiene il contatto con Me, viva ovunque voglia, ma così la sua proprietà è conservata da Me. Questo unisce il figlio con Me nel matrimonio sacro-indissolubile! Da Spazio e Tempo non risultano degli ostacoli se un cuore batte nel Mio e la Mia immagine dimora nel cuore del figlio. Lascia perciò qui questa bilancia, Uraniel, qui è al suo giusto posto”.

202. UR si reca al trono, ordina ai figli di sedersi nelle loro sedie che sono più vicine all’altare che al focolare nel Santuario. E ora nella Casa dell’Ordine ricevono un ampissimo insegnamento sul sorgere di un’Opera, sull’afflusso di luce, sull’influsso di vita, su governi invisibili e visibili. Camminano, senza abbandonare la Casa, attraverso lo Spazio, sperimentando dei tempi quasi non immaginabili ed imparando a vedere che questa immensa formazione del Giorno è una minuscola cellula nell’eternità-ur.

203. Presagendo, contemplano l’allineamento di incalcolabili cellule della Creazione. Con ciò il giorno si riempie sempre di più con una vitalità, che il loro divenire fa rabbrividire i figli. In un intervallo che dev’essere lasciato loro per l’elaborazione di ciò che hanno ricevuto, si schierano unanimi intorno al trono. Qui il Cuore del Padre, di UR, festeggia per la prima volta la sua più bella vittoria di questa ‘Azione’. I figli ritornano come da una lontananza forestiera. Quando UR li sfiora benedicendoli, hanno quasi sperimentato il primo Giorno della Creazione secondo la Parola nota ma appena riconosciuta: “Sia la Luce!”. – Ora tutte le formazioni sorte nel modo più magnifico vanno verso la Sera della Creazione che si sta avvicinando.

204. UR dice: “Figli Miei, che siete nati dal Mio sacro Essere che Io ho portato eternamente in Me, UR, e porterò senza limiti, senza tempo. Voi avete quasi terminato con Me un Giorno della Creazione, e ora inizia il riposo serale. Nell’ultima riposo della Sera dovete ricevere quella facoltà che nel secondo Giorno vi risveglierà a una nuova, magnifica Opera. Ho eletto e scelto te, amabile Sadhana, Mia propria, ad essere il duale per le Opere; e te, Mio primo principe-angelo, di portare al Giorno dell’Ordine le Mie basi fondamentali nella figura esterna. Per il ‘Sia fatto’ ho aperto la prima camera del cuore della Mia Entità-ur ed ho fatto uscire il flusso del Creatore.

205. La successiva Opera pretende già una dualità, perciò il secondo principe del Mio Regno deve chiudere le porte con il portatore dell’Ordine, dietro le quali l’Opera del Giorno e i suoi figli possano raccogliere nuove forze. Fatevi avanti entrambi!”

- I principi di luce obbediscono alla richiesta.

- “Unite le vostre mani e ricevete la vostra consacrazione per il lavoro della Sera”.

- Ecco che i due si inginocchiano, e anche gli altri s’inchinano nell’umiltà e nell’adorazione. Dall’ATMA di UR soffia attraverso lo spazio della Casa, ed attraverso le finestre fluisce la luce del Sole di UR con una magnificenza rosso-oro.

206. UR continua: “Nonostante il termine del Giorno, voi d’ora in poi rimanete i Miei primi, come anche tutte le creature che ancora voi dovete risvegliare che devono diventare figli Miei. Questo l’ho preso dalla Mia fonte-ur, ma l’ho presentato attraverso il vostro Essere. Ricordatelo sempre: attraverso la buona azione del creare. Abbiate sempre in una mano le condizioni giustamente poste, riservate a Me, nell’altra la Legge della libera volontà datavi, e pareggiate delle Leggi immutabili e mutabili. In questo modo il Mio Anno-Azione-ur sarà incoronato!”

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1/11 – La prima domanda di Sadhana

207. Gli angeli – benedetti da UR – sfiorano la loro bilancia.

- Sadhana sta inginocchiata fino alla fine. Pregando stende le sue mani e dice: “O Padre, hai parlato dei Tuoi sette primi, dei futuri esseri viventi e ciò che devono diventare. Ma che cosa, o UR, sono io?”. La domanda è giusta ed ha l’impronta di un umile amore.

208. Così UR risponde: “Mia Sadhana, i Giorni te lo insegneranno. Ti ho eletta a Mio negativo, come portatrice del sacro duale, simbolo e riflesso dell’attività che Mi sta di fronte. Da ciò impara e riconosci ciò che devi essere tu; il divenire ti insegnerà ciò che tu sei! I principi-angeli sono i portatori della sovranità della Mia Entità; soltanto, che costoro sono anche, proprio tali figli Miei! Invece tu, favorita del Mio Cuore, sei la figlia della Creazione-ur!

209. Allorquando un giorno il tuo esame principale sarà finito, saprai che cosa significa tutto questo. Dato che tra tutti i figli tu porti il supremo inesauribile e, conseguentemente, il più pesante. Con ciò ti do la percezione, secondo la quale puoi sempre presagire ciò che significa: essere figlia della Creazione-ur. – Conserva questa parola nel cuore, essa deve sempre risvegliarsi del continuo in te. Questa rivolta a te, è anche la Mia benedizione della Sera del primo Giorno-Azione-Anno!

210. Ora venite! L’ultima ora sta terminando, e allora dovete essere a casa nel Santuario. Perciò, là dovete riposare, finché una nuova aurora promette un nuovo Giorno. – UR si alza, cammina avanti attraverso la seconda porta della Casa dell’Ordine, su al Santuario. I figli Lo seguono, stanchi del creare. Dietro a loro, lavoro e costruzioni di luce sprofondano nella notte. UR guida i Suoi figli provvidenzialmente sul tappeto blu.

- Strada facendo, Uraniel ed Urea si voltano a guardare la loro casa.

- Un bagliore serio-gentile brilla sul viso dell’Eterno. UR raccoglie ancora una volta i Suoi intorno al sacro focolare e dice:

211. “Figli Miei, voi avete sperimentato tutto, Via e Opera, dall’azione del primo Giorno, quello dell’Ordine. Se vi guardate indietro per contarli, non vi riuscirebbe mai. Dopo una rivelazione potete rivolgervi alla Sera e questa sono Io solo! Io sono la vostra Via dal Mattino alla Sera, il vostro percorso che vi dà la giusta retrospezione, l’Opera che vi rimane manifesta fino all’ultima Ora della vostra vita del Giorno.

212. Voi, Uraniel e Urea, non vi siete voltati verso il lavoro compiuto, bensì volevate gettare un ultimo sguardo a un dono che vi è sorto dal Mio Potere. E’ stata una lodevole retrospezione! A ciò è legato il Mio ultimo insegnamento per questo Giorno: – lasciate creare sempre le Mie mani con voi, poiché unicamente Io, il Tutto, sono il più sublime Creatore! Fatto questo, il vostro interiore ed esteriore possiederà in Me il solido fondamento ancorato. Allora la Mia gioia di Creatore si unisce con la vostra benedetta eterna beatitudine, da cui ogni Giorno della Creazione avrà il suo magnifico ‘Compiuto’. Ma ascoltate: suona la campana-ur”.

213. Otto meravigliosi rintocchi; il suo suono si perde prima del confine del giorno di Spazio e Tempo, mentre UR dà ai due primi principi una chiave d’oro e ordina di chiudere le porte. Tuttavia possono chiudere solo tre porte, la prima presso il tappeto blu ha un’altra serratura; correndo, tornano indietro e l’annunciano.

214. UR domanda: “Non dev’essere così? Oppure volete un’altra chiave?”

- Dopo la riflessione, Uraniel si inchina profondamente e dice: “UR, santo-eterno, unico-eterno, e veritiero! Hai fatto cose magnifiche su di noi! Ora riconosco: – la prima porta è per il Tuo Essere di Creatore, da cui divengono le Tue Opere. Nessun figlio, per quanto sia sublimemente perfetto secondo il consiglio dell’Onnipotenza, vorrà chiudere queste porte.

215. Certamente Tu puoi ben chiudere le camere del Cuore della Tua essenziale parte di Padre, di Dio e del Sacerdote, ma per via delle Tue Opere la camera del Cuore del Creatore ci deve essere aperta anche nelle Notti-ur a noi del tutto sconosciute. Infatti, Tu sei UR! Le Tue Notti sono in Te la luce del riposo, in cui i figli e le Opere vengono benedette e dischiuse per il Giorno successivo. Ma Tu, Onnisanto, non riposi mai! Nella Notte Tu sviluppi la più grande attività creativa. Al buio della Tua grazia prepari la magnificenza del nuovo Giorno della Creazione, di una rivelazione eterna!

216. Per questo motivo la porta del Creatore non ha nessuna chiave, rimane eternamente aperta, come eternamente TU stesso sei UR! Hai conservato la cosa più meravigliosa di tutta la magnificenza per noi come ultimo dono del Tuo ultraricco Giorno. Perciò sii Tu altamente lodato e glorificato. Onore a Te e nostra gratitudine, fama, preghiera e adorazione. Tu hai tutto il Potere, la Forza, l’Autorità e il Vigore. Santo, santo, santo sei Tu, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Santo sei Tu, o UR!”

- Quattro volte tuona il ‘santo’ attraverso lo spazio: “Santo! Santo! Santo! Santo!”, il suo suono si mescola con l’ultimo rintocco di campana. Sui figli si stende un meraviglioso crepuscolo. Portano beatitudini senza fine nel loro sonno della Creazione. – Misteriosi veli avvolgono il Santuario; persino il Sole-ur ha velato il suo splendore. E’ sorta la Notte.

*

217. UR è seduto da solo sul Suo alto trono, maestoso; intorno a Lui le magnificenze di tutti i beni riportati dal primo Giorno dell’Ordine. Allora Egli stende le sue mani su tutti i figli, benedicendo nel giubilo, su tutta la ricchezza, su ogni Sua Opera. – Ed Egli adagia tutto, proteggendolo, nella Fonte della Sua Mezzanotte, e dice a Se stesso:

«Tutto è diventato buono!

La Mia Opera del Giorno è compiuta!»

 

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IL SECONDO GIORNO DELLA CREAZIONE

(Giorno della Volontà)

 

Cap. 2

 

[Gen. 1,6-8]:  «Dio disse: “Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento, dalle acque che son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento ‘cielo’. E fu sera e fu mattina: secondo giorno».

 

«Amen! Signore, Tu sei degno

di ricevere il premio e l’onore e la forza;

perché Tu hai creato tutte le cose

e per la Tua Volontà hanno l’essere e sono create».

[Ap. 4, 11]

1. Sacra Mezzanotte! – UR è seduto alla Sua fonte; le Mani attingono dalla profondità della propria Vita, ne traggono le acque e le guidano attraverso lo Spazio e il Tempo dell’eternità-ur alla nuova Opera. Dal buio lampeggia una Luce che cade sui flussi. Luce e acqua: due santissimi concetti per la vita! Anche se guidati e condotti, le due Forze scorrono incontro al divenire del centro-ur dell’Universo, in segreto e liberamente.

2. Le quattro Ore dopo la prima Mezzanotte della Creazione dell’Anno-Azione-ur sono trascorse. Sono riempite in modo duplice con luce e acqua, sgorgando altamente dalla santissima profondità-ur, colma fino all’orlo, salendo all’altura-ur. Poi si precipita nella vastità-ur e ritorna indietro, piena, verso l’alto. Si tuffa nella fonte e riprende nuovamente la sua corsa, per prestare al Giorno, potenza, forza, autorità e vigore; e nuovamente potenza, poiché ora si apre un’intera camera del Cuore dell’Onnisanto.

3. Il Capitano è sulla Sua nave. All’Orizzonte della divina perfezione-ur risplende una magnifica aurora. Ecco che l’Onnipotente conduce la nave nelle acque, Egli la conduce nella luce del Suo sole sul mare libero. Questo è il nuovo Giorno.

4. Come al Mattino dell’Ordine sorse il Santuario; il Sole-ur riceve il Suo pieno splendore. E Sadhana si risveglia, della quale UR disse: ‘Tu sei la figlia della Creazione-ur!’. Si risvegliano anche i sette principi-angeli. Tutti hanno bisogno della prima Ora del Mattino per riconoscere la nuova vita quotidiana, per dare uno sguardo al passato.

5. Quando si sono preparati abbastanza, risuona un ‘Alleluia’ proprio attraverso lo Spazio della Divinità. Si schierano intorno al sacro focolare, levano in alto le loro mani e adorano: “Santo, Santo, Santo, Santo!”. Così termina la prima Ora del secondo Giorno della Creazione che è rimasto riservato ai figli per condurli alla vita progredita.

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6. La seconda Ora rimane unicamente ad UR; ma poi Egli si mostra nella ricchezza della Sua sovranità. Sulla veste bianca Egli porta una tunica blu come Creatore. Lo splendore del Suo volto è oltremodo maestoso; la Sua corona brilla e il Santuario è adornato nel modo più magnifico di splendore. Quando Egli prende nelle mani il Libro dell’opera, i figli si piegano sotto il ‘peso della magnificenza’, che è riversato su di loro.

7. UR dice: “Ci sia un firmamento! – Con la Mia luce ho attinto le correnti dalla Mia fonte, affinché portino benedizione al secondo Giorno dell’Anno-Azione-ur. Tuttavia, ora lascio che le mie acque – che fluivano dal Mio interiore all’esteriore del Giorno – siano differenti, affinché tutti i figli riconoscano una volta, qual è la Mia sacra fonte ovvero l’acqua santificata che porta vita ai figli e alle Opere, mentre la Mia fonte rimane sostanza-ur e base-ur ad ogni essere e a ogni vita.

8. Questo vale fino alla fine dell’Anno-Azione-ur come differenza riconoscibile tra Me e l’Opera, alla consapevolezza della Forza interiore ed esteriore, contemporaneamente tra Creatore e creatura, tra Sacerdote e Spirito, tra Dio e anima, tra Padre e figlio. In ciò, tutti i Doni di Luce e di vita devono giungere come dall’Alto e scendere sui figli come luce dal Mio Sole, che vi dà beatitudine e benedizione.

9. La Mia fonte-ur sia l’acqua al di sopra del firmamento come benedizione permanente per l’Anno-Azione-ur, mentre ora le correnti di acqua che vengono guidate alle Opere devono raccogliersi sotto il firmamento. Questo avvenga!”. UR ha ancora in Mano il libro della Creazione; il fuoco sul crogiolo d’argento – divampando chiaramente – spinge la ciotola delle offerte ad una maggiore vibrazione, e molto incenso sale alla cupola sotto il tetto del Duomo. Da un’infinita lontananza giungono ai figli dei santi cori, la campana-ur fa risuonare un eco di eoni di volte, dei colori irradiano il Santuario e sinfonie senza pari risuonano attraverso Spazio e Tempo.

10. I figli guardano adesso in su con accresciuta adorazione. Percepiscono in sé così pienamente coscienti il flusso di luce e di vita, riconoscendo l’onnipotenza nella Sua immensa, unica grandiosità, di questa Azione nella Creazione. Allora i loro cuori traboccano, proprio come acque vive, nello Spazio del Giorno e nel suo Tempo. Così sono strettamente uniti con il Creatore. E UR continua a parlare:

11. “Siate benedetti, tu Sadhana e i Miei primi per il perfezionamento di questo Giorno, e un’altra volta benedetti perché vi affidate a Me e non vi è nulla in voi che Mi fosse lontano. Siate benedetti per la terza volta perché avete lasciato fluire da voi stessi l’acqua della vita. Perciò assegno il secondo Giorno alla santa Volontà, che in accoppiamento con l’Ordine corrisponde alla Mia parte creativa. Regni la Mia Volontà! Per la quarta volta ricevete la benedizione, e chi rimane in questa la rappresenta anche lui stesso. Nondimeno, la benedizione è questa:

12. Ci sia un firmamento!’. Questa è la benedizione da Spazio e Tempo che deve compiersi su di voi e su ciò che diviene. Voglio chiamare il firmamento ‘Cielo’, perché ora siete divenuti saldi nella volontà di partecipare a portare le Mie Opere e di riportarMela alla fine di ogni Giorno. Dove perciò ci siete voi, figli Miei, deve esserci anche il Cielo, l’immutabile firmamento, un sostegno per tutti coloro che nascono dopo. Quando il Cielo in voi è saldo, allora voi stessi siete un pezzo del firmamento. E questa è la quarta benedizione che vi eleva a Me, perché in verità non dovete stare al di sotto di Me, bensì accanto a Me, se un giorno dovete essere ‘uno’ con il Mio Essere. Tuttavia, dalla Fonte-ur sotto questo firmamento dovete condurre l’acqua alla benedizione dell’intera Opera del giorno e di ciò che verrà ancora dopo”.

13. Mentre UR dispone Sadhana e i primi principi-angeli nel loro servizio, rispettivamente al Giorno dell’Ordine come già menzionato, anche i restanti come collaboratori, Egli accende le candele del primo candelabro e rivela la prima insegna della sovranità: la bilancia.

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2/1 – Il secondo arcangelo: Michael-Elya, portatore della Volontà con la spada\ 

14. Dopo convoca il secondo spirito davanti al focolare e dice: “Vi sia un guardiano al firmamento, cosicché nessuna azione ingiusta, che mai il secondo-Fondamento riuscisse a sviluppare, ne trovi l’accesso. Per questo chiamo ed eleggo te, Mio secondo principe, come portatore della Mia Volontà! Stendi le tue mani sul sacro focolare. Il tuo nome, potente cherubino, sia Michael, e il tuo nome, soave serafino, sia Elya. Entrambi siete portatori della Mia Volontà dalla creatività interiore ed esteriore. Nei confronti dell’Opera siete uno, il secondo principe-angelo presso il focolare, la seconda fiaccola del Mio seggio. Come principe della Volontà vi mando nel Giorno. Prendete l’insegna della vostra dignità”. UR solleva la campana d’argento che si trova davanti al secondo candelabro che ora è pure acceso. Ecco che sul focolare giace aperta una SPADA che nella luce del Sole, nel solenne splendore del Santuario, scintilla magnificamente. UR consegna la spada al principe-angelo e rivela:

15. “La spada deve proteggere ogni figlio, ogni lavoro della Creazione che serve al perfezionamento di tutti i Giorni. Ciò che potete proteggere con questa, rimane all’interno del firmamento, ma ciò che dovete abbattere, rimane abbattuto finché un nuovo Giorno porti il nuovo inizio. Viene protetto tutto ciò che è sottoposto alla Mia Volontà, ma sarà abbattuto quello che si oppone a questa! Insieme al primo principe di luce dovete essere i guardiani della Mia prima porta attraverso la quale vengono portati fuori, in Spazio e Tempo, le immutabili Leggi. Queste le dovete proteggere!

16. Tuttavia, anche ai giusti accusatori che dovessero mai fare di Me un Giudice, vale la protezione. Custodite anche il Mio fuoco; esso è l’elemento di base del Mio santissimo Essere, del Creatore. Però battete gli ingiusti accusatori e coloro che infrangono la Volontà ovunque li incontrate, fino a quando al posto delle loro accuse, accusino se stessi nell’umiltà. – Ora riponete la spada in quel posto dove può rimanere eternamente”.

17. I benedetti, si inchinano profondamente, piegano le loro ginocchia e depongono la spada al suo primo posto. Là rimane scoperta. A Colui che nel Potere rimane seduto sul Suo seggio, esclamano: “Tu sei Santo, onnipotente, onnimaestoso santo! Tu metti la Tua spada nelle nostre mani, la Tua Volontà nel nostro cuore; guarda: così, cuore e mani Ti devono essere obbedienti nel servizio. Perché solo Tu hai il Potere di proteggere oppure anche di battere! Ma se lo possiamo fare noi, allora la Tua mano voglia prestarci il suo potere e dal Tuo Cuore ci sia annunciata la Tua Volontà. Perché sei TU che hai fatto sorgere tutto. In ciò sei il Santo, l’Unico-eterno e veritiero!

18. Ci hai eletti come il Tuo Cielo, come il Tuo firmamento! Chi lo vuol comprendere? Ma se siamo parte della tua parte-ur santa-maestosa, allora anche Tu solo sei il Cielo e il firmamento, il simbolo della Tua immutabile Volontà. Perciò noi, ‘il cielo’, siamo solamente nel Tuo Cielo, siamo ‘il firmamento’, solo nel Tuo firmamento, e in verità”, Michael afferra la spada, “la mano che riceveva dalla Tua Volontà questa spada, la saprà usare se necessario!”. – Egli ripone l’insegna.

19. “Noi rimaniamo ciò che siamo diventati da TE, ma Ti preghiamo: ‘Rimani per noi ciò che Ti sei rivelato nelle Grazie: Creatore, Sacerdote, Dio e Padre, l’Onnisanto-UR!’ Signore, Tu sei degno di accogliere il premio, l’onore, la forza ed il potere! Infatti Tu hai creato tutte le cose ed attraverso la Tua Volontà hanno l’esistenza già nel Principio a noi sconosciuto delle Tue Opere! Santo sei Tu, o UR!”. Piegano nuovamente le ginocchia. UR si reca davanti al sacro focolare e consegna ai principi il nastro blu come lo hanno ricevuto Uraniel ed Urea nel primo Giorno. E’ il colore del Creatore, simbolo dell’alto firmamento del Cielo.

20. Dopo che tutti i figli si sono seduti sulle loro sedie, UR dice: “Per la gioia e l’onore che Mi preparate, siate ricompensati. Come gioiello dovete portare l’insegna sul vostro petto, affinché le future generazioni vedano chi siete. – Tuttavia in voi si è aperta una domanda, di come è possibile che ora giace l’immutabile Volontà sul Giorno, anche se ai figli è preparata la Legge della libera volontà come Dono più sublime. Voi avete assistito alla magnifica edificazione dell’Anno-Azione-ur fin dal momento della vostra vita cosciente, avete contemplato il Mio Potere ed avete percepito le forze dei sensi del Mio Essere. Con ciò la Legge della libera volontà già non è più per voi la cosa principale, bensì solo la Mia Volontà è in voi in primo piano. A questa vi chinate, a questa vi subordinate. Questo è giusto e bene.

21. Ma come ha potuto la Mia Volontà raggiungere un tale saldo fondamento in voi? Lì è entrata in vigore una condizione ben posta, per cui, di conseguenza non potete agire diversamente? Sono intervenuto in modo determinante? Quale Potere predomina in voi: ‘Le Mie immutabili Leggi, oppure la vostra libera volontà che vi ho preparato per Me stesso?’

22. Miei primi, questo è certamente da esaminare, altrimenti il Giorno della Volontà non potrà essere eseguito. Altrimenti le correnti non si lascerebbero guidare in Spazio e Tempo come comunque deve avvenire. Perciò ricercate nel vostro interiore la giusta risposta secondo l’Opera. Io potrei ben accendere in voi una chiara luce, ma ciò servirebbe molto poco a voi, ancor meno all’Opera, molto meno anche a ME. Perciò camminiamo! Sulla via verso la collina dell’Ordine che è sorta il primo Giorno, avrete abbastanza occasione per riflettere diligentemente su questo”.

23. Sadhana precede d’un passo e dice: “Buono-santo, Padre, il più amorevole, vogliamo con grande diligenza risolvere il compito dato a noi. Soltanto, a che servirebbe tutto il ricercare, se non venisse accesa in noi attraverso di Te la fiaccola dell’intelletto? Infatti, senza di Te non possiamo proprio nulla; invece con Te, tutto!”

24. “Hai di certo parlato bene, amabile Sadhana. Sì, con Me potete portare tutto sul giusto sentiero, ma se volessi condurvi già in segreto, e per questo ancor più dipendenti attraverso le immutabili Leggi affinché riconosceste il giusto, allora sarebbe appunto il Mio lavoro, il Mio merito. In tal caso non sareste degli esseri viventi capaci di uno sviluppo autonomo, bensì dei pensieri attratti che avrebbero bisogno di una continua guida nella non-libertà. Un tale sviluppo contraddice comunque, sia l’Anno-Azione-ur che la sua alta meta pensata in anticipo.

25. Dovete portare questo come pareggio: – Preporre sempre Me ed essere liberi dai poteri legati arbitrariamente! – Badate di riconoscere il giusto!”

- UR lascia il Santuario, seguito da Sadhana e dagli angeli. Arrivati all’esterno, Egli indica nello spazio e loro vedono la nota collina dell’Ordine che si eleva magnificamente davanti al muro di luce. UR dice che ora devono peregrinare da soli per la via, e che Egli andrà da loro a tempo debito.

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26. Lo devono fare? E’ una prova? Loro osservano il sacro volto del Signore a loro fidato e diventato caro, e allora li inonda una grande gioia. Sì, si sono già affermati, ma attendono per vedere dove UR dirige i Suoi passi; ma… all’improvviso è scomparso. Non si sono accorti dove sia andato. Sadhana, Uraniel ed Urea ora precedono, gli altri seguono, Michael ed Elya formano la fine. Arrivati al muro di luce trovano l’Ephata chiusa. Chi potrà, la aprirà? I principi lo chiedono a Sadhana, ma lei decide che la deve aprire Uraniel, poiché attraverso questa porta si procede proprio verso la via alla sua collina.

27. Invece Uraniel si rivolge a Michael, e dice: “E’ il tuo giorno, fratello di luce! Ti prego, esercita la tua funzione”.

- Michael si guarda intorno cercando. Stanno ancora all’interno del centro-ur e… ciononostante, …quanto avrebbero urgentemente bisogno dell’insegnamento del Padre. La sua umiltà è così grande, che su di lui cade un pieno raggio del Sole-ur! Allora questo risplende nei suoi occhi ed esclama: “Oh, quanto è facile la decisione! Solo UR è in grado di aprire la Porta! Anche se non è visibile, tuttavia questo è nella Sua essenza, e noi possiamo portare Lui, il Santo, nella nostra memoria. Quindi mettiamo insieme le mani alla serratura della porta; ma tu, Sadhana, come prima figlia, pronuncia l’Ephata”.

- Gioiscono di questa buona frase. Quando lo effettuano, ecco che si apre la pesante porta a due ante, e la via che conduce fuori nello Spazio e Tempo, verso la collina di luce dell’Ordine, essa è libera davanti ai figli.

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2/2 - Una prova di sottomissione al compito

28. Sul sentiero ripensano e discutono il compito. Anche se dapprima lentamente, ma procedendo nel tempo del Giorno, aumenta anche il loro intelletto. Si stupiscono molto di trovare sulla collina la casa di Uraniel come mostra loro la reminiscenza (il ricordo). UR porta le vecchie Opere talvolta in un nuovo creare? Ma perché le innumerevoli formazioni di luce nella grande lontananza sono ancora così nebulose, come senza forma? – Su ciò, dapprima non riescono ad arrivare a una vera chiarezza.

29. Allora Uraniel dice: “Entrate! Davanti all’altare ci verrà una prima rivelazione, poiché non all’esterno, davanti alla porta, bensì nella stanza dell’altare della casa, UR vuole incontrarci”.

- Su questo, tutti e tre sono d’accordo. – Entrano come una volta con UR attraverso la porta a destra.

- Uraniel la lascia spalancata, affinché quando viene UR, Egli possa entrare subito da loro. Poi tiene il servizio all’altare; attizza la piccola fiamma e mette dell’incenso nella ciotola delle offerte, che corrisponde alla loro buona conoscenza. Sulla libera decisione, dice quanto segue:

30. “Dobbiamo essere presso UR con tutti i pensieri, poiché da loro procede la costruzione di tutto ciò che sta per divenire. Nel cerchio dell’anello, al pensiero, segue sempre la conseguenza, nella quale vediamo l’immutabile Legge, la santa Condizione, senza la quale nulla persiste. Parola ed azione, fra pensiero e conseguenza, sono la direzione e l’andamento. Essi si basano su Leggi mutevoli, sulla libera volontà lasciataci per il massimo utilizzo. Quindi in UR troviamo il principio e la fine, nel cui mezzo sono da mettere pietosamente tutti i figli. Questo fa riconoscere che il libero arbitrio porta la benedizione solo quando il figlio – decidendo liberamente – mette questo tra Principio e Fine, e sotto le dominanti condizioni, la Legge immutabile di UR. Se ci alziamo accanto ad UR, allora perdiamo la benedizione; se ci eleviamo al di sopra di Lui, allora perdiamo la libera vita; ma se ci pieghiamo del tutto liberamente sotto la Sua buona Guida, allora le Sue mani ci eleveranno a tempo debito. In questo riposa la sacra libertà della nostra esistenza e della vita eterna”.

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31. Dopo un silenzio di riflessione, Sadhana dice: “Fratello Uraniel, quanto hai già riconosciuto…; è quasi come se parlasse UR stesso”. I principi lo confermano.

- Il primo china umilmente il suo capo: “Se era buona, allora è appunto la sacra Parola, ma la forza per parlare l’ho attinta contemporaneamente dai vostri cuori. Con ciò è la conoscenza della comunità”.

- Allora tutti si inchinano, sentono con sé UR, benché ancora invisibile.

- Michael pone la domanda se anche lui riceverà una collina di luce su cui potesse erigere una casa. Discutono su tutte le indicazioni ricevute dell’Opera, finché alla fine Uraniel, che sta ancora alla destra dell’altare, dice di nuovo:

32. “Ovviamente, avrai casa e collina aspirandovi tu stesso, e lo si vede già dal fatto che il secondo giorno ci ridona le Opere del primo. Tuttavia dovrai certamente compiere un’altra opera. E dato che UR ha detto che dobbiamo condurre i sacri flussi della Sua fonte sotto il firmamento divenuto saldo, con questa indicazione il tuo lavoro possiederà il suo fondamento.

- “Elya risponde: “Questo rimane riservato a UR; EGLI indica che cosa deve avvenire”.

- Tutti sono d’accordo e si immergono, aspettando il momento in cui UR apparirà.

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33. Un meraviglioso alito li tocca nella loro meditazione. Quando guardano in alto, ecco che UR si trova con il volto buono dietro l’Altare della Casa.

- Egli benedice i Suoi figli e dice: “Con compiacimento vi contemplo, e la Mia nostalgia per voi non era meno che la vostra per Me. Ma guardate la differenza! Ognuno porta per sé il desiderio per Me; Io porto il desiderio per ogni figlio che esso si voglia unire con Me nella completa verità. Da ciò, notate bene quanto infinito deve essere il Mio Cuore, per avere tutti i figli in Me. Ogni figlio deve percepire i dolori della fiamma della sua nostalgia, ma Io percepisco le fiamme di tutti i figli che sono in e al di fuori di Me, che faccio sorgere, ognuno secondo il suo genere.

34. Ho anche il Fuoco della nostalgia per il compimento delle Mie Opere. Oh, quante fiamme ardono attraverso il Mio Cuore! Però, prima ancora che ne giungiate alla conoscenza, passerà ancora qualche Giorno. Solo alla fine del settimo Giorno della Creazione riconoscerete la Parola: ‘Come la Mia nostalgia per voi è l’olio che nutre la vostra fiamma, allora voglio considerare nella Mia Bontà la vostra nostalgia come un olio nutrivo per Me’.

35. Voi avete riconosciuto molto bene l’importante questione di pareggiare e adeguare la Legge della libertà con le Mie condizioni-ur. L’ulteriore profondità che ancora manca, ve la deve aprire ora il co-creare posto nelle vostre mani. Tu, Mio Michael, hai già avuto ragione che questo Giorno ha pure bisogno di una collina insieme alla casa; ora devi guidare tu tutti quanti”.

- Michael ed Elya guardano UR. E’ questa una Legge immutabile che sarebbe da adempiere subito? Oppure hanno la libera volontà di pregare UR, di precedere sempre come la loro superiore e migliore guida? Michael si fa avanti, posa la mano destra sulla coperta dell’altare, sul tappeto blu che – come presso il sacro focolare – arriva, partendo da qui, fino a quel punto dove si unisce la via dell’Ordine con la grande via della Creazione.

36. Lui (Michael) dice: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Guarda: ho messo le Tue parole nel mio cuore. La nostalgia insegna che in questa ricchissima Ora di grazia, sei unicamente il ‘PADRE’! Infatti, solo un Padre può dare un tale onore al figlio. Tu sai che il mio desiderio Ti vorrebbe pregare di condurci Tu stesso, perché noi figli non siamo mai delle guide da noi stessi, anche se dovessimo prenderlo in prestito dalla Tua creatività. Ma dato che ora hai posto saggiamente la Tua Opera sulla consapevolezza di forza interiore ed esteriore, io voglio, grazie alla Tua bontà e su Tuo invito, essere il preparatore della via. In ciò riconosco l’efficacia di una Legge immutabile per l’alto utilizzo di questo Giorno. Riconosco la condizione e l’adempio. Qual ricchissima conoscenza ci dai con questo! Ora posso unire le due mani sensatamente come condizione e libera volontà. E’ molto facile compiere questo, quando la verità delle Tue parole colma il nostro cuore.

37. Ma che significa di precedere esteriormente al Tuo portatore della Volontà? Precedi TU eternamente; noi Ti vogliamo seguire volontariamente! Il Tuo interiore era la Tua prima Opera più sublime e sarà la Tua ultima con cui chiuderai il sacro cerchio-ur dell’Opera. Quindi, in ogni tempo l’elevare l’interiore sull’esteriore, mettere Te al di sopra di noi, esegue la Tua giusta e amorevolissima Volontà sui Tuoi figli. Amen! Siano portate a Te tutta la nostra gratitudine, gloria, lode e fama. Amen!”

38. La conoscenza di Michael va oltre il tempo stabilito. Sadhana si è fatta avanti con i principi. Loro posano le mani sull’altare come in un giuramento; tutti sono animati da un solo animo. UR sta in mezzo ai Suoi figli, e ognuno può riposare al Suo Cuore. Allora risuonano molti ‘Alleluia’ attraverso lo Spazio, per la benedizione del nuovo Giorno.

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2/3 - La casa di Michael – L’interiore e l’esteriore

39. Il principe della Volontà precede UR. Sovente guarda al Santuario e nota come i raggi del Sole-ur camminano con loro, poiché lui ha elevato UR come unica Guida nel suo cuore. Nel futuro vedrà sette colline come scala centrale dei raggi della Vita fondamentale preposti al Santuario. Questi sono anche i simboli dei principi-angeli, i portatori delle Caratteristiche. Quando il pensiero assume in lui delle forme sempre più solide, in lontananza, dall’indescrivibile mare di luce si forma una collina che somiglia a quella dell’Ordine. La collina della Volontà! Nonostante ciò, domanda sorpreso voltandosi verso UR:

40. “O UR, onnisanto, Tu, Padre della grazia: da dove sorge all’improvviso questa collina? Avrei dovuto vederla da tempo. Come me l’hai ordinato, ho pensato solamente alla Tua Opera, ma questa non voleva mostrarsi. Ti prego, spiegaci questa faccenda”.

- UR si ferma, subito accerchiato accanto ai Suoi figli. Lui dice con gentilezza:

41. “Sì, Michael, qui devo proprio aggiungere la Mia Parola affinché riconosciate questo: – La diligente riflessione serve davvero a poco se non la si unisce con una salda volontà. Ti sei esercitato nella prima, ma hai dimenticato di più la seconda. Qui di certo è stata l’umiltà il motivo per il quale hai pensato in te stesso: ‘Lo deve fare UR. È Lui il Creatore di tutte le cose!’. In tal modo hai addossato il lavoro solo su di Me. Però chiediti: ‘Perché ho fatto di te il portatore della Mia Volontà?’. Tuttavia, non proprio perché hai da portare unicamente la Mia Volontà. Questa sarebbe una povera faccenda! Ciò non corrisponde al Potere creativo insito in Me per il fatto che ho lasciato divenire i Miei figli. Essi hanno ottenuto la loro parte dal Mio Essere, portano la Mia Scintilla di luce e di vita, essendo fatti ‘del tutto simili a Me’.

42. Se l’ho fatto così, allora dimMi, Mio principe-angelo: ‘Come dev’essere fatto il tuo interiore, per incorporare in modo plastico la Mia grandiosa idea della Creazione?’. Se l’Anno-Azione-ur deve sorgere solo da Me, per quale scopo vi avrei generato? Per quale scopo verranno risvegliati ancora innumerevoli figli? Voi non siete delle bambole senza essenza pur essendo formati esteriormente molto bene ma interiormente privi della Mia risonanza. Questo sarebbe davvero un debole potere creativo, con cui andrei a commerciare come un Ambulante, ed Io sarei simile ad una Cavità, uno Spazio vuoto in cui non dimorerebbe altro che un qualsiasi potere e una qualunque forza!

43. Voi siete nati da Me, e questo per uno scopo sublime della Creazione. Perciò a ogni figlio dev’essere dato un giusto ‘quantum’ di Me stesso. Diversamente sarebbe il triste risultato di un capriccio. Vi ho generati principalmente, tutto il resto l’ho creato nello Spazio e Tempo come Opera secondaria, …certamente importante; e tutto per esservi utile. Persino il Mio Anno-Azione-ur che v’incute rispetto, è e rimane un’Opera secondaria, predisposta per voi. Consegno a voi l’Opera, voi la dovete edificare e un giorno aiutare a riaccoglierla perfetta. Da ciò vedete quale importanza avete per Me.

44. Potete persino assolvere la condizione-ur legislativa, non appena riconoscerete la sua immutabilità. Certo, la causa fondamentale di ogni Legge rimane riservata eternamente a Me, ma vivere fino in fondo la personale conseguenza della Legge è trasferibile ai Miei figli come dimostrazione che li ho creati per ME come Mia immagine. Perciò la seconda collina è potuta diventare visibile solamente quando Michael ha orientato i suoi pensieri non alla Volontà, bensì alla disponibilità della volontarietà. – Ora vogliamo proseguire, perché il tempo non si ferma e il Giorno prende il suo corso. Per questo è necessario eseguire un lavoro utile sulla Collina della Volontà”.

45. I figli sono oltremodo felici perché hanno imparato ad eliminare con maggior efficacia il grande conflitto tra la Legge mutabile e quella immutabile. Nondimeno, nell’ulteriore giubilo per avere una così imponente parte nel co-creare, hanno steso il mantello dell’umiltà: ‘Egli è la Conoscenza; noi, nonostante le facoltà, siamo figli e creature di UR, e senza di Lui nessuna Opera riesce e l’attività co-craetiva (può avvenire) solamente con la Sua santa Mano del Creatore’. Con questa conoscenza arrivano anche già al piede della collina.

46. Cammin facendo, Michael ed Elya sono pieni di piani su come vogliono costruire la loro casa. Ma qual sorpresa! Raggiunti in alto, trovano la casa già pronta. Loro sanno che non è diventata attraverso la loro espressione di volontà. Chi l’ha formata? UR? No, questo sarebbe contrario al Suo insegnamento. Magari Uraniel? – Nemmeno! Poiché tutti i figli non ne sono sorpresi da meno. Se in questa sfera esistesse una delusione anche se umile, allora potrebbe essere descritta così come ciò che assale il secondo principe-angelo. Loro guardano UR in modo interrogativo: ‘Non dobbiamo, non possiamo essere attivi sulla nostra collina?’

47. UR sorride dolcemente. La terza Ora del Giorno non è ancora trascorsa, e Lui non può pretendere dai Suoi primi-nati, di più di ciò che il tempo ha da dare, e questa è già una piccola parte in più. Quale alta Gioia incommensurabile: ‘Sì, loro diventeranno! Loro sono i figli Miei! Li tengo alla Mia mano di Padre! Loro sanno che in Me trovano solamente il meglio!’. Questo è un giubilo eterno per UR; Lui ha messo i Suoi figli liberamente sulla traiettoria più alta, ma… riprenderanno la loro corsa di ritorno a Lui?

48. – Allora Lui va alla porta destra della casa, e chiede: “Vuoi aprire, cherubino Michael? Guarda: Io sto davanti alla porta!”

- Michael si precipita. Tutti i pensieri incompresi sono dimenticati. UR vuole entrare in casa! Null’altro domina Michael ed Elya; ultrabeati, aprono la porta e ora, come portatori, in Onore del Signore, stanno a destra e a sinistra. Si inchinano profondamente quando UR passa la soglia. Loro entrano per ultimi sul tappeto blu. Presso l’altare, Michael pensa come la Creazione non lo ha sentito finora. Il fuoco divampa da sé, gli strumenti diventano visibili; e come nel Santuario, si sentono dei lontani cori, suoni d’arpa e di campane. Sì! – Anche se esteriormente non è il Santuario, UR è comunque con loro, quindi anche qui si deve manifestare la Sua santa Opera. I loro cuori riposano perfetti nel sacro Cuore del Padre. Sono da glorificare beati e ancora tre volte beati!

49. E UR? Santo, maestoso e… in alto, Egli troneggia al di sopra di loro, e comunque è del tutto come PADRE. Ha creato Lui il ponte del collegamento, oppure i Suoi figli dall’intimo collegamento con Lui? Entrambe le cose sono vere! UR erige i pilastri, i figli il loro ponticello, ma il Creatore è ancora in primo piano; quindi i primi Lo devono onorare riconoscendoLo, perché su questa via il perfezionamento viene conquistato dalla perfezione di UR. Già risplende la parte del Sacerdote e di Dio nella parte del Creatore-UR, poiché i figli hanno imparato ad amare UR in questo modo. Quanto grande sarà una volta l’amore quando dominerà? Ognuno deve percorrere il sentiero attraverso la quadruplice Entità della Divinità, perché per i figli il sacro collegamento è da stabilire un po’ alla volta. Invece UR ha riservato questo ad un altro Giorno, e questo è bene! Perciò Lui stesso non previene, bensì adegua il primo Insegnamento nella Casa della Volontà, al Giorno e alla sua Ora.

50. Lui dice: “Mia Sadhana, Miei principi di luce, quando iniziò il primo Giorno della Creazione, ho pronunciato qualcosa che vi era incomprensibile. Non era un errore, poiché ora si compiono quelle parole, e voi dovete cooperare. Io ho detto che la Mia fonte-ur, il simbolo dell’eterna Fonte della vita, è da porre in modo irremovibile al di sopra del firmamento (cap.6,9) come benedizione rimanente per l’Anno-Azione-ur, mentre invece sono da raccogliere le correnti d’acqua condotti da questa Fonte della vita al di sotto del firmamento. Ho chiamato il firmamento ‘Cielo’; e voi, portatori delle Mie caratteristiche, voi dovete essere questo Cielo. In ciò si trovano dei misteri che saranno poi riconosciuti da un figlio quando si aprirà al Mio Spirito. Così ascoltate:

51. Voi sapete che Io sono la Fonte-ur. Sia che pensiate alle quattro camere del Cuore come alla quadruplice Entità come Creatore, Sacerdote, Dio e Padre, oppure alle Mie sette forze dei sensi – i raggi della Vita fondamentale – sia che volete fare la differenza tra il Mio Essere interiore ed esteriore e l’Opera, …la Mia fonte-ur rimane sempre indivisa! Chi si sente qui a Casa e vorrebbe restituire a Me la sua propria vita, deve conoscere, riconoscere ed ammettere irrevocabilmente ME nella Mia interezza! Nella riconoscenza, nella forma più sublime è radicato l’unico, reale collegamento con Me, perché è il più intimo!

52. Chi ne contempla una parte, imparerà a riconoscerMi proprio unicamente in questa, e quindi avrà il diritto in quella parte di benedizione che fluisce da questa parte dell’Essere. Invece voi, come i portatori di una eternità, dovete riconoscere interamente il Mio Essere-ur per quanto Io stesso ve lo rivelo in ogni Giorno. Da questo, voi siete poi il ‘Cielo’, il che non esclude che dei figli successivi diventino partecipi pure di questo Cielo. Il Cielo come firmamento ha due significati fondamentali: – Una volta vale come muro di divisione tra la Mia fonte-ur e le acque che confluiscono alle Opere, ma anche la divisione o ‘linea di riconoscimento’ tra la consapevolezza della forza interiore e quella esteriore. Per quanto suoni anche improbabile, d’altra parte il firmamento è il collegamento, una porta che conduce dall’esteriore all’interiore; anzi, un giorno raccoglierà di nuovo tutte le acque raccolte sotto il firmamento e le ricondurrà verso Casa, al loro stato originario.

53. Il Mio umore di Creatore non ha fatto sorgere per caso voi sette in due forme, meno ancora la Mia Sadhana come un riflesso di luce. Al percorso fondamentale dell’Ordine dell’Anno-Azione-ur sono poste delle condizioni riservate, per le quali, di conseguenza, una creatura diventa solo ‘figlio’ e certamente, ‘figlio libero da se stesso’. Tuttavia nessuno può nemmeno presagire il più misterioso collegamento che sussiste tra Me, come Persona, e fra Me come fonte della vita-ur. Invece, grazie alla volontà auto consapevole, potete imparare a riconoscere la costruzione, la direzione, l’andamento e la meta delle Opere a voi consegnate.

54. C’è da raggiungere l’attività autonoma, affinché il firmamento non rimanga una separazione, poiché non l’ho posta così per via di Me, bensì per la benedizione più sublime nel finale. Ogni spirito-parziale mantiene in sé la cellula-ur della sua nascita, della sua appartenenza al Nucleo-ur! Uno spirito-parziale può coprire questo sentimento di appartenenza come si copre un rivolo con un po’ di sabbia. Ma vedete, l’acqua stessa, lo spirito-parziale, non sarà diversamente di com’era, anche se su questo venisse gettata una palla di Sole piena di sabbia. Rimarrebbe bensì nascosto per lungo tempo e un giorno potrebbe lavorare faticosamente per raggiungere di nuovo la luce del Giorno, soltanto, …l’acqua scorre, spinge in avanti!

55. Un tempo verrà l’ora per un tale piccolo corso d’acqua in cui essa si raccoglierà per un’eruzione. Forse irromperà dalla dura crosta in un altro luogo, ma allora si rifletterà di nuovo pura e limpida nella Luce del firmamento, del Cielo, che presto le diventerà ‘porta’, una via del ritorno alla Fonte-ur, a Me, a UR. Questa è la benedizione irremovibile che è stata promessa dalla Fonte-ur all’opera del figlio sul firmamento in quel momento, quando ne ho dato la benedizione!

56. Tuttavia, riconoscete anche questa altra cosa: ‘Io sono il Supremo, UR dall’eternità in eternità. Non esiste altro Spirito! In tal modo ogni spirito-parziale ha il collegamento con Me, oppure ritrova la via del ritorno a Me, anche se dovesse essere pieno di abusi per la Legge della libera volontà da ingiustizie provocate da se stesso’. Perciò vi è chiaro che è impossibile l’aver edificato questo firmamento come muro di separazione insuperabile, perché allora dovrei separare eternamente da Me delle parti del Mio Spirito, non appena ci si perdesse nella sabbia. Dovrei scindere le cellule-ur dal Nucleo-ur, e in tal modo tutta l’opera del figlio sarebbe in pratica un semplice gioco di Pensieri.

57. Voi comprendete che questo è contrario al Mio santo Essere-ur. Tuttavia ci sarebbe da dire di più sul tempo che ha bisogno di un collegamento oppure di un distacco. Non lo potete afferrare perché non conoscete ancora la percezione del tempo. Voi sentite i rintocchi dei Secondi, dei Minuti, delle Ore e del Giorno. Dato che siete abbondantemente benedetti, ogni vicissitudine dura poco per voi. Invece nell’alto Mezzogiorno del Giorno il concetto di ‘tempo’ vi si avvicinerà un po’ alla volta allorquando potrete tenere una retrospezione. Allora vi meraviglierete quante Opere maestose si allineano. Gioia, lavoro, buona co-attività fanno scorrere velocemente il tempo.

58. Lo stesso tempo diverrebbe un peso immane non appena un figlio fosse contrario all’Opera e dalla benedizione risultasse una maledizione. Ogni procedere contrario deve essere pareggiato dallo spirito-parziale stesso, eccetto che da un possibile Sacrificio della Creazione! Ma se nel figlio, a seconda della cellula-ur, il sorgere originale e il sentimento di appartenenza diventassero di nuovo pieni di vita, allora non sarebbe più difficile mettere un’Opera deviata sul percorso dell’Ordine. Allora un figlio rivoltato vorrebbe desiderare come del tutto annullata l’ingiustizia commessa, ma che giustamente non è possibile. Voglio mostrarvi la condizione.

59. Sarebbe ingiusto se un caduto che Mi ruba i tempi a lui lasciati, dopo aver riconosciuto la sua ingiustizia, si ri-trasportasse semplicemente nel luogo e nel tempo dov’era unito, puro, con Me, con il Nucleo-ur. – La cellula-ur dello spirito-parziale, la sostanza di forza del Mio Spirito universale avvolta nella creatura, non può mai cadere, bensì lo può unicamente la creatura come essere animico, oppure come figlio nella sua facoltà della libera volontà.

60. Ciò che sarebbe da portare come difficili sacrifici in un tale tempo di distacco per via dei figli fedeli, non potrebbe rimanere eternamente senza pareggio. Perciò un tale spirito-parziale dovrebbe estirpare tali sostanze immonde accadute nel corso della sua vita, e questo non può essere fatto tanto presto. Dovrebbe essergli dato un luogo e un tempo dove vi sarebbe accumulata un’immondezza, finché non potesse svolgersi una ri-trasformazione, poiché la Creazione non può accettare la sostanza immonda espulsa. La luce nei figli oppure anche nell’Opera, apporterebbe questa trasformazione. Tuttavia, finché ne esisterebbero ancora delle rimanenze, un tale spirito-parziale non potrebbe oltrepassare il Mio firmamento come porta.

61. Allora sperimenterebbe un’eternità piena di oneri, persino se la Grazia l’abbreviasse. Questa percezione di eternità non sarebbe presa ovviamente da nessun tempo dell’Opera di un Giorno, bensì sarebbe sempre la percezione del tempo che ne darebbe il peso. Questo sarebbe da adeguare al tempo effettivo solamente dopo la metà di una via del ritorno, che sarebbe poi un’Opera di Grazia. Una tale perdita di tempo potrebbe riguardare più ore di un Giorno della Creazione, ma anche soltanto dei frammenti di un’ora. La percezione di una pesante eternità non dipenderebbe da ciò, ma tutto sarebbe dominato dalla Mia immutabile benedizione espressa che ho dato all’Anno-Azione-ur come sommo Sacerdote; e questi tempi ripieni da questa sono delle vere eternità!

62. Prima che comprendiate con un’ulteriore sguardo la formazione dell’andamento del Giorno, deve succedere dell’altro. L’esteriore deve tenere il passo con l’interiore, altrimenti un lato verrebbe appesantito troppo, l’altro si affloscerebbe troppo facilmente. Anche quest’indicazione non è una caratteristica secondaria del collegamento della consapevolezza della forza interiore ed esteriore, perché se la conoscenza interiore è progredita fattivamente, allora deve germogliare visibilmente un’azione fruttifera, altrimenti ogni genere di conoscenza servirebbe a poco, anzi diventerebbe persino una zavorra, perché anche la conoscenza è un peso che ha bisogno del pareggio. In tal modo crescono entrambi alla pari, l’interiore e l’esteriore, come Io l’ho previsto.

63. Viceversa, se un figlio tende più all’esteriore, si origina anche una manchevolezza. Molte azioni possono somigliare a noci vuote! Chi dice pure: ‘Dipende solo dai fatti’, costui è uno stolto, perché cerca d’ingannarMi sul lavoro! Prima che esistesse l’esteriore c’era lo spirito della vita interiore! Prima che la Creazione-Azione-ur entrasse nel campo visivo del divenire, sorse la personificazione interiore. Non gli spiriti-parziali ottennero prima la loro forma di vita, bensì Io ero l’eterna luce-ur nella luce-ur, l’Essere-ur nell’Essere-ur! La formazione esteriore seguì dopo il creare in Me, pensato e pronunciato! A nessuno spirito-parziale riescono delle buone azioni utili per l’Opera complessiva se prima non lascia la sua alta signoria affidata da Me alla sua cellula-ur, cosa che avviene attraverso la relativa successione di scambio tra la conoscenza interiore e l’azione, …così anche con voi. L’insegnamento come seme interiore può essere arrestato un poco, affinché l’azione giunga al frutto attraverso la maturazione, che però richiede il suo tempo.

64. Allora nel nostro Michael è salita la domanda dimenticata: ‘Che cosa devo costruire? La casa è pronta!’. – Sì, sì, un buon consiglio sarà ben caro. E’meglio che ci rechiamo all’aperto, il Sole-ur aiuta di nuovo un poco, cosicché può donare una vera luce di Sole a Michael e ad Elya, e il bel Giorno della Creazione non debba finire a vuoto. Quindi, portaci all’aperto, cherubino Michael, perché qui tu sei il padrone di casa. Io sono il tuo Ospite”.

- I figli hanno ascoltato solennemente l’insegnamento che è fluito come acqua sui prati ricettivi. Sì, l’acqua! Prima non era ancora il tempo di sopportare tali verità dalla luce. –

65. Michael dice: “O UR, santo-eterno, Creatore, Sacerdote, Dio e Padre! Noi stiamo nella Tua luce, in mezzo all’irradiazione che tutto beatifica, in cui Tu sei il Punto culminante, come le scintille di luce che prendono la loro strada eternamente ordinata intorno a Te. Tu ci hai aperto la Tua fonte della vita in modo tale, che un po’ alla volta in noi si fa luce Chi e che cosa Tu sia veramente, ma anche, chi e che cosa possiamo essere noi. Tuttavia, accogli prima il ringraziamento di tutti noi come un’adorazione onorifica che Ti compiaccia. Ti glorifichiamo e pieghiamo i nostri ginocchi, perché santo-eterno sei Tu, e santo-eterno è il Tuo Nome! Il miracolo del nostro divenire non ci sarà mai del tutto chiaro, anche se potessimo vedere fino alla fine del Tuo sacro Anno-Azione-ur. Da un tale sguardo non verrebbe nessuna benedizione, poiché la Tua Luce ci coprirebbe come un flusso.

66. Per amor nostro hai trattenuto l’ultimo mistero in cui giace proprio il perfezionamento del nostro essere e della nostra vita e la Tua meta più sublime: il concetto della Divinità-Padre con il figlio! O Signore, questo Ordine è meraviglioso, altamente maestosa la Tua Volontà! Ti glorifichiamo e Ti adoriamo, eterno-unico e veritiero. Tu solo hai tutto il Potere, la forza della formazione. Tu tieni l’Opera con la Tua onniautorità e fai dimorare i Tuoi figli sotto la Tua forza. I miracoli del Tuo Cuore si sono rivelati a noi. Oh, percepisci anche il battito del nostro cuore che Ti adora eternamente! Tu sei santo, o Signore, santo, santo e santo in tutta l’eternità! Amen!”

67. Tutti s’intonano nell’adorazione; questa si perpetra, riecheggia e compare come stella, splendente sul capo degli adoranti. Quando costoro vedono e notano che le stelle rimangono su di loro, irrompono in un gioiosissimo giubilo.

- UR entra in mezzo a loro ed accetta con grande gioia del Cuore le loro timide carezze.

- Ora Michael, serio ed umile, sta dinanzi a Lui, e dice:

68. “Onnisanto Padre, mi hai chiamato ‘padrone di casa’, ed hai chiamato Te l’Ospite. Il rapporto mi sembra impari. Certamente mi sei eternamente l’Ospite più benvenuto non appena oltrepassi questa soglia, però vorrei pregarTi di assumere non soltanto il diritto di Ospite, bensì anche il diritto di Proprietario. Infatti, solo se posso salutarTi qui come Proprietario del bene immobiliare, la casa mi sarà di vera benedizione. Quando sono nell’Onnisantissimo, o mio UR, allora sono tuttavia io il Tuo ospite, e non voglio nemmeno essere altro, perché Tu sei originariamente in eterno il Proprietario di tutte le cose! – Ora però voglio eseguire il Tuo ordine. Voglia Tu istruirci, Ti prego, ancora sul Diritto di proprietà e dell’ospite, perché mi manca la comprensione più profonda”.

69. “Hai ragione, Mio Michael. Ma andiamo fuori, affinché sia fatta completa luce in voi come lo pretende l’Opera”.

- Sullo spiazzo libero davanti alla casa, UR spiega molte cose. Sovente somiglia ad un cammino interiore attraverso lo Spazio e il Tempo. – In un posto a forma di terrazza, UR si siede, circondato dai Suoi.

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2/4 - Le acque dei quattro fiumi nel pozzo per i sette corsi

70. Lui dice: “Figli Miei, soprattutto tu, secondo principe, osservate nel Santuario il posto davanti alle quattro porte ed esaminate che cosa può essere dato da lì al Giorno come Opera della Volontà. Il firmamento e l’acqua al di sopra e al di sotto devono diventare in tutti i particolari”.

- Quanto si adopera l’angelo, sostenuto da Elya e dagli altri, finché la Parola raggiunge lentamente la forma salda, interiore, sulla Fonte-ur, e sui fiumi, sulle acque e sui piccoli corsi.

71. Michael guarda gioiosamente a UR: “O UR, ora il Tuo Sole più bello mi ha portato una vera Luce. Sì, Tu lo sapevi in anticipo: il raggio di grazia della luce del Tuo Sole può aiutare sempre. Tu hai pronunciato la Tua sacra Parola-ur: «Si raccolgano tutte le acque!» Ma se deve diventare utile, è da condurre nello Spazio e nel Tempo. Adesso riconosco: – Come le due case in collina davanti al Tuo centro-ur erano da erigere come punti di Levante e di incanalamento della luce, così deve anche avvenire con l’acqua. Ogni casa ha perciò bisogno di un pozzo nel quale può essere raccolta l’acqua della Tua Fonte della vita, poiché da qui può essere trasmessa per la benedizione a tutti i Giorni come anche a tutte le Opere nei Giorni.

72. Ora comprendo il perché la mia casa era già pronta. Il Santuario sorse dapprima come il più sublime simbolo della Tua luce, un’Opera dell’Ordine, un Fondamento concentrato per tutti i Giorni! I santi fiumi d’acqua fluiscono secondo la Tua Volontà e Tu li hai fatti sorgere dalla stessa. Perciò deve esserci una fonte di vita-parziale davanti alla mia casa, per accogliere l’acqua dalla Fonte-ur e la possa condurre oltre per la benedizione della Tua Creazione. L’ho riconosciuto in modo giusto?”

73. Allora UR riconduce i figli dal mezzo dello spiazzo libero e risponde: “Lo hai riconosciuto bene, Mio Michael. Sì! Come dovrebbero giungere le acque al di sopra del firmamento nei luoghi al di sotto dello stesso, se non attraverso il firmamento stesso? E’ meno muro di separazione che piuttosto un collegamento dall’interiore all’esteriore, da Me al figlio e all’opera, e poi di nuovo di ritorno. Così Tu attingi dalla Mia eterna Fonte della vita-ur con cui tutti gli assetati sono da ristorare. Forma la fonte-parziale come pozzo della Volontà davanti alla tua casa, e lascia fluire le sue acque attraverso il Giorno della Creazione! La Mia benedizione è con la tua Opera”.

74. Grande è il ringraziamento che UR può accogliere.

- Nella buona conoscenza, Elya dice: “O amorevolissimo Padre, lascia che Michael costruisca il pozzo nel posto proprio dove stanno ora i Tuoi santi piedi, poiché quivi è terra altamente benedetta”.

- UR prende Elya al Suo Cuore: “Mia serafino, questa preghiera è sorta puramente in te, perché in Me vedi il Tuo più sublime. Allora voglio dare a te e a tutti coloro che giungeranno alla stessa conoscenza, una ricca benedizione retroattiva.

75. Badate bene: – Quando dimoro presso i figli che Mi consacrano volontariamente il loro cuore, il luogo dove stanno i Miei piedi deve portare abbondanti frutti al lavoro dei figli; lo stesso anche là dove voi figli vi trovate per un servizio santificato da Me per molti figli e per la loro opera del Giorno! Ora voglio metterMi da parte affinché il nostro costruttore del pozzo della Creazione possa iniziare e perfezionare la sua opera”.

- UR fa sette passi verso la porta di casa e i figli formano con lui un cerchio intorno al posto consacrato.

- Michael ed Elya rimangono nel cerchio davanti al loro ‘Re di Salem’.

76. Michael esclama forte: “UR, il Santo-eterno vuole donare luce e vita. La luce ha già preso in grande pienezza la sua via dall’eternità-ur nello Spazio e nel Tempo, ora deve seguire l’acqua. Dove stavano i piedi di UR, quivi mi diventi un pozzo nel quale si possa raccogliere la sacra acqua della Fonte-ur. Grazie all’impulso di vita dato dal Signore altissimo, voglio condurla oltre nel secondo Giorno della Creazione e in tutti i Giorni benedetti dalla santa mano di UR dell’Anno-Azione-ur. Nella santa giusta Volontà sia colmo di Benignità e Grazia! Acqua: raccogliti nel luogo che UR ha benedetto; diventa fosso e fluisci sette volte fuori nello Spazio e nel Tempo della sacra eternità-ur!

77. Michael ed Elya si recano ai due lati di UR.

- Presto si sente un rumore simile al tuono, il suolo trema, e nel punto benedetto irrompe un getto d’acqua simile ad un’imponente fontana, ma presto ricade come pioggia soave, vivificante. Oh, qual miracolo! Un pozzo saldamente murato diventa visibile e vi si raccoglie l’acqua. Da sette aperture prendono il loro corso sette fiumi. UR vi si reca e si siede sul bordo del pozzo.

78. Egli dice benignamente ai figli che si schierano intorno a Lui: “Michael ha lasciato agire la sua volontà. L’acqua si è spinta fino al settimo limite. Ma perché hai fatto sorgere dalla Mia fonte di quattro fiumi, una fonte di volontà settupla? Guarda: i tuoi fratelli della luce sono nel dubbio se questo corrisponde del tutto alla Mia Volontà. Il pozzo davanti al Santuario lascia fluire solamente quattro fiumi; ma tu ne pretendi sette! Sì, sì, un maestro edificatore deve riflettere in anticipo se il suo lavoro ha una duratura utilità, cosa che avviene sempre sulla via dell’Ordine. Il trasformare ha poco valore, perché lo si deve fare quando la prima opera di costruzione mostra dei difetti oppure quando il costruttore non ha sufficiente capacità interiore ed esteriore. Ora, Michael, che cosa puoi rispondere?”

79. Michael si spaventa perché le parole di UR indicano un procedere sbagliato. Tuttavia, quanto è mite il Suo volto gentile; Egli li vuol guidare del tutto sulla libera via. Allora risponde: “Padre della Misericordia, hai parlato con me come se fossi quasi pari a Te, cosa che è così impossibile, come è impossibile che un Giorno della Creazione possa portare in sé la pienezza di un Anno-ur. Se ho commesso un errore, allora non farne un carico al principe della Tua Volontà, Onnisanto, poiché ero dominato a condurre oltre la Tua acqua della vita, che ci hai donato nella misura più alta in modo così ricco, quanto mi era possibile.

80. Tu sei eternamente indivisibile. Verace è il Tuo nome! Ma per rivelarTi così, affinché i Tuoi figli non debbano vedere in Te unicamente una Luce sacra-inavvicinabile bensì sempre il buon Padre che li vuol stringere a Sé nella piena Grazia, hai dato a Te stesso quattro Forme rivelatrici, rappresentate differentemente come forma-ur, come le quattro camere del Cuore in un Cuore unico. In questo modo ci hai dato il Tuo sangue come fonte di vita, poiché la Tua unità-ur non può essere sopportata da nessun figlio. Così tu sei Creatore, Sacerdote, Dio e Padre, ed hai dato a ciascuno un quarto e del Tuo Essere-ur, rispettivamente quando Ti riveli a noi. Perciò hai mostrato nel simbolo i quattro fiumi che vivificano la profondità, l’altura e l’ampiezza, e che ritornano nella Tua onnisanta vicinanza.

81. Hai dato alle quattro Forme rivelatrici le Tue eterne forze-ur dei sensi, i sette raggi della Vita fondamentale o Caratteristiche. Queste le hai formate operativamente in noi principi. Nondimeno, nella Tua luce di grazia, non hai fatto di noi il Tuo firmamento? Così ho voluto simboleggiare la Tua settupla maestosa irradiazione come l’hai rivelata dalle quattro camere del Tuo Cuore. Ora, come Tu sei eternamente UR, così i Tuoi figli possono formare nella comunione anche un tutto, cioè il pozzo davanti alla casa. Perciò: non dovrebbe essere giusto inviare fuori dai quattro fiumi del Tuo cuore-ur, i grandi sette corsi d’acqua?

82. Dato che è il Tuo firmamento e il Tuo Cielo, attraverso il firmamento dalla quadruplice fonte di vita può essere condotto un fiume settuplo che deve suddividersi nei corsi d’acqua solamente al di sotto del Tuo firmamento. Questo, o UR, santo, era il mio pensiero che non doveva essere formato senza, o contro, il Tuo Ordine. E se ora la mia volontà non avesse avuto nessun fondamento dall’Ordine, avremmo mai potuto sperimentare noi figli, un tale maestosissimo e stupendo miracolo della Creazione? La mia casa era pronta ed ho riconosciuto che non si deve ripetere nessun lavoro ordinario. E così deve anche rimanere per coloro che arriveranno. L’Ordine ha creato il centro di forza della Tua luce, ed io non ho fatto altro che accettarlo in umiltà. Tuttavia, quanta parte di luce io possa possedere, dev’essere a favore di questa casa come di tutto ciò che ne sorgerà per il Giorno. Se ho pensato bene il lavoro, allora voglio nuovamente – lodando Te – chinarmi nell’umiltà, poiché il Tuo Sole-ur mi ha inviato la comprensione. – Se comunque non dovesse essere secondo la Tua alta santa Volontà, allora Ti prego, istruiscimi TU, per riconoscerla al meglio ed eseguirla”.

83. Tutti sono stupiti del lungo discorso di Michael, ma attendono l’alto Giudizio, perché non pretendono nulla per sé di afferrare in modo giusto i percorsi dei pensieri di UR. Invece il sacro Volto appare loro cambiato, irradiato ancora di più dalla gentilissima luce e dalla bontà. Riconoscono grati: ‘Michael ha agito per la particolare Gioia del Creatore, di UR!’. Di ciò ne sono certi quando UR risponde:

84. “Michael, portatore della Mia Volontà, ora ti parlo come alla Mia stessa Volontà, oltre a questo, a te come Mio figlio e quindi anche a tutti. Il Sole-ur e la Fonte-ur ti hanno certamente guidato la miglior conoscenza, ma per quanta luce chiarissima il Mio Sole volesse ancora dare, in più la Mia fonte dell’acqua della vita e se ambedue venissero su di voi come il continuo fiume benedetto, questo servirebbe ancora poco se il figlio non si desse volontariamente a questa benedizione. La pienezza rimane riservata eternamente a voi; soltanto, la Legge della libera volontà è data ai figli, non a Me. Perciò dipende quasi sempre dai figli se hanno parte del flusso benedetto oppure no.

85. Tu, Michael, hai percepito questo flusso di luce e di acqua, ma l’hai lasciato entrare in te per le tue pure proprie facoltà, anzi, l’hai attratto con la forza della volontà ed incorporato in te. In verità, dato che con grande propria conoscenza, come Elya dapprima nella scelta del posto per il pozzo, hai formato la Mia Parola da Creatore nell’azione, allora, se un giorno dovesse avvenire che la libera volontà senza osservanza delle condizioni giustamente poste, fosse sollevata contro la Fonte della luce e della vita, così dev’essere la volontà dei primi guardiani del Mio Santuario! Questo vale fino alla Meta dell’Anno-Azione-ur!

86. Sì, figli Miei, condurre dai quattro fiumi della fonte, sette principali corsi d’acqua, è avvenuto nel pienissimo Ordine. Siete benedetti quando accettate sette volte e perdonate sette volte, come l’avete ricevuto. – Ora vogliamo fare una passeggiata sulla collina per ammirare il lavoro di Michael. Là ci sarà ancora abbastanza da imparare. In seguito vi parlerò sul diritto di proprietà e di ospite. Michael Mi considera assolutamente come il Proprietario della sua casa. Dunque, …vedremo come ci mettiamo d’accordo, affinché l’Ospite e il proprietario arrivino al giustissimo diritto”.

87. La collina ha un’enorme estensione. La cosa più meravigliosa è che dei sette corsi d’acqua, solo uno scorre attraverso tutta la collina, naturalmente in una quadruplice ramificazione. I restanti sei corsi principali hanno preso la loro via in differenti direzioni intorno all’Onnisantissimo.

- “Perché è così?”, chiede Sadhana.

88. UR risponde: “Mia cara Sadhana, è facilmente riconoscibile. Guarda: intorno al Mio centro-ur giacciono sette colline come pre-guardiani del firmamento. Tra di loro devono essere ben uniti, cosa che avviene attraverso i principali corsi d’acqua. Ogni portatore di Caratteristica deve condurre il suo fiume all’altro, e ciascuno, nel prossimo futuro, si diramerà in tanti piccoli e piccolissimi rivoli quante Opere saranno nella sua area di lavoro, in particolare per dei figli viventi auto consapevoli come lo siete voi.

89. Proprio loro devono avere un tale afflusso, poiché vi ho già parlato della cellula-ur attaccata allo spirito-parziale. Se un giorno uno spirito-parziale si erigerà un muro di separazione oppure no, …il collegamento dal Nucleo-ur alla cellula-ur non dovrà mai essere dissolto! Per tutto questo, Mia Sadhana, servono le molte arterie d’acqua; in esse giacciono le sostanze nutritive da condurre alle cellule-ur, provenienti dal Nucleo-ur, da Me. Ora tutti voi riconoscete lo scopo e l’alto senso di questa formazione, e in voi regna una grande gioia”.

90. Allora il settimo principe della luce dice: “Oh, qual Misericordia che un figlio possa riprendere sempre questo clemente collegamento! Con ciò, Tu, UR, santo-eterno, Ti sei rivelato come PADRE, poiché la Misericordia – poggiata sulle altre Tue caratteristiche – può quindi operare in anticipo! Allora Ti spetta anche in anticipo il nostro ringraziamento il più alto possibile, perché anche questo è a nostro favore. – I Tuoi pensieri, sia grandi che piccoli, sono delle Opere che si manifestano nel Tuo Tempo. Tu non porti in Te perfezionato solamente quest’unico Giorno della Creazione, bensì l’intero Anno-Azione-ur, e certamente tutti gli Spazi e tutti i Tempi della Tua eternità-ur, perché Tu stesso sei il Portatore-ur dell’eternità! Per questo miracolo, accogli il ringraziamento di tutti noi. Guarda: Te lo portano gioiosi i nostri cuori!”.

91. “Bene, molto ben espresso, Mio principe della luce”, risponde UR, “il vostro ringraziamento sarà un raggio di benedizione, anzi, è un nastro ricco di grazia; e dato che sei stato riconoscente, la Misericordia come benedizione deve essere per tutti i figli. Conservala nel tuo interiore per quel Giorno della Creazione che sarà riservato a te, ma tienila pronta per ogni altro Giorno, se dovesse servire prima che la Misericordia assuma la reggenza del Giorno. Allora è da donare su ad un’altra Caratteristica, finché ne deve derivarne una benedizione della Creazione, magari una ‘benedizione della redenzione’. – Ora ritorniamo nella casa di Michael; il padrone di casa arde di ospitare i suoi ospiti”. UR sorride.

- Anche i figli sorridono, perché Michael ha un aspetto come se volesse dire: ‘Voglio essere volentieri l’oste, ma non il proprietario’.

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2/5 - Un atto di volona’: le coppe di Elya

92. Camminano su ampi campi irradiati dalla luce. Più UR dispensa degli insegnamenti sulla Volontà, su altre irradiazioni e sui loro collegamenti, ancor più si rivela tutta la magnificenza dell’alta casa. I figli vedono – anche se solo figurativamente – una Città magnificamente bella.

- Sadhana esclama: “O tu, città con i vicoli d’oro!”

- Sì, lei ha ragione perché la luce dorata del Sole-ur inonda quel ‘luogo’ e l’avvolge come in un tessuto scintillante. Arrivati di nuovo al pozzo, entrano in casa. UR attizza il fuoco, si reca al Trono e dopo che i figli hanno preso posto sulle loro sedie, che sono più vicine all’altare che nel Santuario al focolare della Creazione, Egli chiede dapprima a Michael:

93. “Mio principe-angelo, non volevi ospitarci? Guarda: sulla lunga via abbiamo accolto molto in noi. Questo vuol essere portato! Perciò abbiamo bisogno di una fortificazione, affinché ciò che è stato gustato spiritualmente possa essere pienamente valutato”.

- Michael risponde: “Padre nostro, amorevolissimo Santo, per la fortificazione richiesta voglio aver la giusta cura con Te. A Te, mio UR, come bevanda sicuramente ben compiacente, vale il mio cuore; e ai miei fratelli della luce vale ciò di cui sono debitore di dare. Però, come Tu incorpori l’interiore attraverso l’esteriore e benedici l’esteriore attraverso l’interiore, i miei doni devono essere formati esteriormente. Perciò Ti prego di lasciarmi andare un momento con Elya, e con il Tuo aiuto porteremo qui quel che è giusto”.

94. “Michael, Elya: attenetevi alla vostra conoscenza, ma non affidatevi unicamente al Mio aiuto. Come figli nati liberi non dovete attaccarvi continuamente alla Mia veste. Se fosse dato così, l’ho già accennato, allora sarebbero bastate le Condizioni riservate a Me, giustamente poste, e con ciò la Legge della libera volontà sarebbe superflua e del tutto senza valore”.

95. Michael si inchina. “Tu dai delle benedizioni, di cui una supera l’altra. Ti ringrazio mio UR!”. Ora si reca con Elya al pozzo. Come dono di ringraziamento vogliono portare dell’acqua ad UR. Ma come attingerla?

- Dice Elya: “Michael: fammi creare delle coppe”.

- “Coppe? Cosa intendi?”

- “Sul sacro focolare si trova un vaso tra il fuoco e il libro della Creazione nel quale si potrebbe versare dell’acqua. Infatti, se l’attingi con le mani, puoi di certo berne un poco, ma non la si può portare oltre”.

- “Quanto è vero, Elya! Affido volentieri a te quest’Opera”.

- Elya chiede interiormente se potesse prendere come esempio il sacro vaso.

- Riceve una parola confortante:

96. “Chi guarda alle Mie cose ed agisce per la gioia altrui, fa secondo il Mio compiacimento!”

- Allora ELya posa le mani sul bordo del pozzo e crea nove coppe secondo la forma del sacro simbolo: uno grande per UR, otto piccoli per i figli. Questi risplendono come cristallo scintillante. Che un giorno il vaso del sacro focolare diventerà un calice da sacrificio, non è rivelato all’Opera.

- Michael ed Elya, giubilando, portano nella loro casa le coppe colme. UR loda Elya, e quando tutti degustano l’acqua, per la prima volta notano il significato: loro bevono dalla fonte della Creazione! Il signore spiega il nuovo simbolo, e dopo parla sul diritto di proprietà e di ospite.

97. Lui dice: “Mia Sadhana, e voi, principi-angeli! Il collegamento tra Me e voi è singolo e doppio. Voi siete stati generati da Me, nati dal Mio Spirito di vita. Questo è l’eterno collegamento causale. Il doppio viene derivato dal primo, e certamente per via delle Opere. Nell’edificazione della coscienza della Mia forza interiore rimane stabile il collegamento causale da parte vostra che dovrebbe portare a Me, perché nessuna immagine indipendente vive in Me.

98. Esteriormente e nel senso delle relative opere si svolge il doppio collegamento come reciproco dare e prendere. Anche se, di certo, qui Io sono dapprima anche il Donante, tramite Cui ricade su di voi una benedizione speciale se il ricevente deve diventare subito il restituente, cioè, deve volere il collegamento con Me per propria conoscenza, con serietà e grande diligenza. Infatti, Io ho aspirato a loro con maestosa serietà e zelo di Dio, e grazie alla benedizione speciale menzionata prima l’ho resa duratura, cosa che ho già dimostrato con la spiegazione sul Nucleo-ur e sulla cellula-ur.

99. Il rapporto del duplice collegamento può fare di ogni creatura un ‘figlio’ perfezionato; per questo gli ho dato in anticipo la premessa. Questa non Mi induce solo a tenere aperta la via e il ponticello, al fine di recarMi dai Miei, bensì, che anche i figli devono venire a Me, cosa che ha da avvenire del tutto consapevolmente da se stessi con il proprio sforzo dalla conoscenza accresciuta.

100. Ho rimandato al motivo-base, al Ciclo-Azione, le condizioni riservate a Mio favore alla libera volontà data a vostro favore. In ciò risiede il più benedetto rapporto, sia che ora siete delle creature o spiriti, o esseri animici, oppure tutto in tutto, che è la meta di ogni singolo Giorno. Se voi dipendeste continuamente dal Mio aiuto, in verità sareste solo delle creature e in una condizione talmente magra, da non potervi nemmeno sviluppare a spirito libero, ancor meno in un essere animico o persino a ‘figlio’.

101. Certamente ci vogliono tuttavia le Mie mani che aiutano al gradino del perfezionamento possibilmente più alto, ma questo è sottoposto al primo collegamento, che senza la Mia Opera visibile è quello immutabile fra il Nucleo-ur e la cellula-ur. Dato che qui si tratta esclusivamente del Mio dare, questo non dipende né dalle condizioni, né dalla Legge della libera volontà, bensì è una faccenda puramente interiore di UR. In tal modo questo Aiuto è pure indipendente dalla Mia Volontà di Creatore, come anche dalle altre Caratteristiche, e in nessun modo porta i Miei figli nati liberi in una qualche dipendenza sbagliata.

102. Dunque, non appena qualcuno vi giunge attraverso la conoscenza e la riconoscenza ed all’ammissione di tutto ciò, ci vuole un’accurata Guida misurata, affinché la condizione e la libera volontà abbiano gli stessi diritti, ma anche gli stessi doveri. Allora è d’obbligo avere dapprima una grande pazienza, perché la Mia spinta di creare e di perfezionare è immensa. Ciononostante, nella Mia Potenza, Forza, Autorità e Potere Mi sono riservato di non formare l’Anno-Azione-ur ad uno scopo a se stesso, bensì per i Miei figli. Di loro deve diventare il Mio Regno e le Sue magnificenze!

103. Allora spesso Mi tengo a distanza e lascio operare solamente l’aiuto interiore. Un figlio tenuto sempre per mano, manca lo scopo e il senso della sua esistenza. Dovrei Io, che posso guidare tutto alla prevista perfezione, aver generato dei miseri spiriti-parziali che dovrebbero procedere solo se Io mantenessi il contatto con un aiuto diretto di tali Miei figli in tutte le cose, piuttosto che con il Mio Potere sulla via dell’Ordine-Volontà? Questo sarebbe per Me una testimonianza di vera povertà, perché così il Mio eterno Spirito-ur avrebbe generato degli spiriti-parziali incapaci che non raggiungerebbero da se stessi né la via né la meta pensata.

104. Oh, allora sarebbe veramente lo sghimbescio intorno alla Mia Casa, e sarebbe meglio continuare a creare mentalmente come nel Mio Tempo senza tempo prima della quadruplice Creazione! – Perciò ho lasciato operare Michael ed Elya da loro stessi, mettendo ben da parte l’Aiuto da derivare dal duplice collegamento. E vedete: i Miei figli sono capaci di agire autonomamente grazie allo spirito ricevuto.

105. Quando volete compiere qualcosa, allora badate all’Aiuto dato originariamente. Di certo è utile iniziare da sé il collegamento, che poi si può anche accrescere. Se lo curate, allora vi sorge la conoscenza, che nonostante l’autonomia senza il collegamento causale si raggiunge poco. Il sentimento di appartenenza a Me deve farvi diventare essenziali. Se lo raggiungete, allora basta il sapere che Io sono sempre con voi come voi con Me. Non Mi si addice chiedere una singola forza, un singolo aiuto.

106. Dire: ‘Senza il Tuo aiuto non posso nulla!’, non è umiltà. Chi conosce questo collegamento indissolubile (con Me), lo porta in sé come un tesoro, il quale non deve essere messo in vendita continuamente come al mercato. – Certamente Io non Mi chiudo a nessuna richiesta di un cuore rivolto a Me; soltanto, se non ci fosse nessun collegamento più interiore, qualche volta dovrei aiutare del tutto diversamente, cosa che poi non sarebbe compreso.

107. Chi però, pieno di coraggiosa fede, con il cuore colmo, dice: ‘Guarda, o Padre, voglio unirmi del tutto saldamente a Te perché in questo modo posso compiere la mia opera’, a costui riescirà anche. Allora farà suo ciò che Io gli do da portare. Questo è l’eterno collegamento tra Me e la creatura come spirito e anima, prevalentemente come figlio! Allora Io gli sono Creatore, Sacerdote, Dio e Padre, e ancora, tutto ciò che so dare al Giorno e ai Giorni successivi.

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2/6 - Il diritto dell’ospite e del proprietario

108. E ora vengo a parlare del diritto come Ospite e Proprietario, e proprietario d’immobile. Michael ha riconosciuto bene che nell’Onnisantissimo, come la Mia proprietà-ur, sono Io l’unico Padrone di casa. Chi viene nella stessa, gode del diritto di ospite, e nessun figlio deve potersi lamentare della Mia gentilezza come Oste. Così ognuno di voi è anche proprietario della sua casa. Solamente, in modo puramente creativo, sono Io il Proprietario dell’immobile, poiché ogni sostanza per la realizzazione proviene dal Mio Spirito. Comunque, predomina pure un particolare rapporto tra Proprietario e proprietario dell’immobile, e cioè secondo il genere del collegamento, semplice e doppio.

109. Preferisco che Michael si consideri come proprietario ed Io come Ipotecario della sua casa, ma se di tutto rimanesse soltanto un’ipoteca, allora sarebbe unicamente il Mio lavoro. Dunque, per cosa i figli? Nelle opere la metà della necessaria sostanza di costruzione può ben essere procurata dal Costruttore stesso; l’altra metà se la può far prestare volentieri da Me. Non sono un Avaro! Se ho aggiunto ipotecariamente quasi la metà, non voglio valere per nessuna ragione come Proprietario delle vostre opere. Qui il costruttore stesso rimane il padrone! Dipende da lui il restituire la somma dell’ipoteca, affinché presto diventi il proprietario libero dal debito. Con ciò non voglio dire altro che questo:

110. ‘Approfittate pienamente della Legge della libera volontà e dei Miei doni! Operate e create anche da voi!’. Allora avrete la più sublime beatitudine e la Mia più sublime gioia di Creatore! E in verità, così, insieme a Me, sarete proprietari d’immobile dell’intero alto-sacro Giorno della Creazione!

111. Ora è ancora da chiarire il diritto dell’ospite. Per quanto ne siete capaci vi ho rivelato qualche profondità della Mia esistenza, cosicché, dopo questo, presto sarete a casa con Me. Solo che come creature non potreste mai avere il diritto di Casa nell’onnisantissimo, bensì sareste degli estranei cui sarebbe da concedere l’alloggio all’occorrenza. Anche solo come spirito spetterebbe più un diritto d’alloggio che di ospite. Solo quando dalle creature e dallo spirito, grazie al collegamento con la parte del Cuore del Creatore, Sacerdote e Dio, diventa un essere animico, vi dico: ‘Entrate! Sentitevi a casa nella più grande gentilezza, finché vi piace stare con Me’, e vi intratterrò nel modo più gentile possibile, finché vi piacerà stare con Me. – Io non dirò mai: ‘E’ ora di andare, caro amico, vai; altri ospiti desiderano entrare!’. Comunque, il rapporto sarà tale, da sembrare agli ospiti più come Oste che come Padre.

112. Ma è del tutto diverso quando arrivano dei figli che hanno conquistato il loro essere-figlio dal collegamento originario e dal proprio sforzo di volontà. A costoro dico: ‘Entrate! Voi avete il diritto alla Casa del Padre come ne ho Io nella vostra’. In tal modo viene stabilito proprio il collegamento più bello, perché è l’unico vero che rimane in eterno, da cui i figli attingono la loro giusta parte. Così Mi accolgono in sé come Io li ho accolti eternamente dall’origine in Me.

113. Michael è quindi il proprietario della sua casa ed Io della Mia. Tuttavia, tramite questo collegamento abbiamo raggiunto un reciproco diritto di proprietà. E’ ciò che è da raggiungere il più sublimemente, allorquando un figlio Mi concede il diritto di compartecipazione come effetto del diritto sulla sua casa, e con ciò diventa compartecipe della Mia Casa. Ora dite, cari figli: vi compiace questo diritto? E ciò, deve valere per tutto il futuro? Come collaboratori nella Mia Opera voglio avere il vostro assenso per le cose che li riguardano entrambi, Me e voi, l’interiore e l’esteriore”.

114. Allora i primi sono molto sorpresi e sopraffatti dalla bontà dell’Onnipotenza. S’inginocchiano in semicerchio davanti all’altare, i loro cuori divampano incontro ad UR, senza parole, finché le stelle sui loro capi s’ingrandiscono. Ora il volto di UR è più chiaro che la luce del Sole. Lentamente i primi sopportano questa irradiazione, dato che sono diventati uno con il loro UR. La solennità è il dono della libera volontà, poiché si sottomettono alla Guida di UR. I Suoi insegnamenti sono diventati in loro realmente viventi, come i sette corsi d’acqua dal pozzo della Volontà.

115. Dopo la solenne funzione, UR benedice i Suoi e va verso la collina di Uraniel seguito da loro, rivelando ancora altro strada facendo. Con ciò trascorre quasi tutto il Giorno della Volontà. I figli non possono misurare il Tempo, come nemmeno lo Spazio che attraversano, essendo entrambi, Spazio e Tempo, un frammento dell’eternità-ur.

116. Sulla collina, Uraniel chiede se anche lui potesse costruire un pozzo.

- UR lo rimanda a Michael: “Lui è il maestro dell’acqua della Creazione; rivolgiti a lui”.

- Alla relativa domanda di Uraniel, costui (Michael) dice: “O Uraniel, tu sei preposto all’Opera come primo, ma nonostante la regolare successione, nessuno di noi deve essere di più o di meno dell’altro. Adesso tu hai preparato per me la casa, …ed io ti costruisco il pozzo”.

- Presto, quest’ultimo compare; su Ordine di UR compaiono anche le coppe tramite Elya. In casa, UR istruisce ancora i figli sulla ‘Volontà irrevocabile’, e alla fine dice:

117. “Per voi sembra essere una contraddizione dopo che ho parlato del libero procedere. Vi spiego ancora il nesso, in quanto la Volontà irrevocabile è da impiegare soltanto là, dove si tratta della formazione e della conservazione delle Mie Opere, oppure nel caso di abuso della libera volontà. Solamente, che la Volontà irrevocabile è avvolta in un grande telo di Grazia, nella Misericordia del Mio Amore, che prevarrà nel caso di un possibile abuso, come l’ho rimesso al settimo principe della luce di distribuire la benedizione della Grazia anche ad un’altra Caratteristica, se il suo Giorno dovesse disperdersi. Ecco perché dovete preoccuparvi unicamente del ‘grande collegamento’ con Me per ciò che riguarda il punto della Volontà irrevocabile. Il resto lo potete lasciare unicamente a ME; verrà amministrato in modo giusto per Me e per voi.

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2/7 - Il firmamento donato ai figli tramite i primi

118. C’è ancora qualcosa da chiarire, poi vogliamo rallegrarci giustamente nel cuore di una tale bel tempo del riposo serale. Ascoltate: – Io ho detto che voi, Miei portatori della luce, siete il firmamento del Mio Cielo. Se avete riflettuto sul relativo insegnamento, allora potete percepire persino nel piccolo, quale ragione abbia il significato del primo rango di questo firmamento in collegamento con voi, dato che del significato di questo firmamento ne testimoniano gli innumerevoli ruscelli che procedono dai vostri principali corsi d’acqua di primo rango. Sì, voi siete stati insediati nel primo rango e ci saranno ancora solo pochi figli da inserire in questo senso nel vostro ordine di rango.

119. Avete visto nel Cosmo il firmamento come qualcosa di esistente, ed avete notato che non era da legare veramente in nessun luogo, poiché, sia nell’alto come nel basso, lontano oppure sulla cima del Mio Monte, …ovunque c’era il Cielo. Voglio svelarvi il mistero. – Vedete, secondo le parole, Io sono passato con voi attraverso il grande Cosmo della Creazione, e in base alla vostra vocazione celeste avete portato il Cielo ovunque.

120. Invece dove stavate voi stessi non vedevate il firmamento, perché in tale posto lo portavate in voi. Questo vi è ora chiaro. Solo dall’ultima Onda del confine dello Spazio il Cielo vi apparve come una cosa minuscola nell’incommensurabile lontananza, e su questo state ancora cercando di risolvere l’enigma.

121. Questo vi dovrebbe insegnare a prendere la via verso di Me da voi stessi, ma come portieri del Cielo dovete anche segnare i sentieri attraverso il firmamento per condurre a Me i futuri figli. Ciò può diventare anche una viuzza difficile, cosicché la Mia magnificenza appaia ben piccola. Tuttavia, con piena nostalgia – come si potrà constatare – sulla via del ritorno questa cellula blu inizialmente così piccola, diventerà gigantesca, crescerà nell’incommensurabile. Questa è una di quelle più meravigliose magnificenze, poiché allora il figlio è racchiuso nel Cielo, è a Casa da Me nel Santuario.

122. Voi pensate: ‘Va bene, siamo proprio soddisfatti che Tu, caro UR, sei Tutto-in-tutto. Ma fino a che punto noi rappresentiamo il firmamento?’. Figli Miei, riflettete su questo, che chi vuol riconoscere del tutto il Mio Essere, ognuno ha da impossessarsi dei sette Raggi della vita, altrimenti non raggiunge il centro del Cielo! Se nei successivi Giorni della Creazione il Mio firmamento raggiungerà un significato crescente, allora intorno al Mio centro-ur si formerà un cerchio, trattenuto dalle vostre colline preposte. Voi siete i guardiani delle Mie Caratteristiche. – Chi non si conquista tutte le sette Caratteristiche, giungrà difficilmente nella parte più interiore della magnificenza. Per questo motivo ho descritto il Cielo che vuol essere preso d’assalto, affinché il figlio, secondo il collegamento causale, diventi lui stessi ‘figlio’, dal doppio collegamento menzionato.

123. Sì, ora comprendete che ovviamente, voi stessi non siete formalmente il firmamento stabilito, ma come ‘Mio Cielo’, lo dovete guidare attraverso le acque della vita affidate a voi in Spazio e Tempo, soprattutto ai figli futuri. Vi è divenuto un bel compito maestoso della Creazione! Ricordatevelo sempre! – Ora ricevete ancora la benedizione dell’Ordine. Si avvicina la Sera e dovete poter ritornare dal campo della vostra attività, riposare presso di Me ed essere custoditi”.

- Dopo la benedizione, UR conduce i Suoi a Casa sul tappeto blu.

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2/8 – La seconda domanda di Sadhana

124. Sadhana cammina al lato destro di UR, seguono i principi, e la prima figlia si stringe alla spalla di UR, afferra la Sua mano e dice: “O UR, mia luce e vita, quanto oltremodo felici ci hai resi in questo Giorno! Dovrei porTi ancora una domanda. – Guarda: Tu hai affidato molto lavoro ai Tuoi angeli, i quali l’hanno eseguito autonomamente grazie al loro collegamento con Te. Hai fatto di me il Tuo negativo, il Tuo riflesso, unita in modo particolarmente stretto con Te. Ma come può avvenire ciò, se non ho da eseguire nessun incarico che può portare anche ad una giusta benedizione? Come posso affermarmi? Mi rattristerebbe molto se Tu non avessi in me, nella Tua prima figlia, nessuna gioia di Creatore”.

125. Dice UR: “O figlia, il tuo cuore ha un bel riflesso d’un umile amore. Mia Sadhana, non preoccuparti se ti trovi dietro alla conoscenza e alla capacità creativa dei principi. Questo non è il caso. Guarda: alla Sera del Giorno dell’Ordine Mi hai chiesto circa il rapporto che tu avresti con Me, dato che ho chiamato i Miei sette figli. Ricordi ancora la Mia risposta?”

- “Sì, mio UR, mi illumini, mi hai chiamata figlia di tutta la Creazione” 

126. “Hai detto bene! Sì, gli spiriti-parziali risvegliati alla vita auto consapevole devono essere figli Miei, ma tu sei quella di una Creazione-ur. Tu hai compreso una cosa, quella che ti ho prestato come la cosa più altamente benedetta, e cioè: – ‘Tu, nella giusta risonanza, sei il Mio negativo; con te ed attraverso di te Io creo, e tu con Me ed attraverso di Me! Tutto ciò che diviene in una Creazione procede da Me, e con ciò, anche da te’. Io riconosco la tua co-attività nelle Opere divenute.

127. Ti ho dato la cosa più magnifica che è da dare a un figlio. Questo Mi autorizza di richiedere da te qualcosa di più sublime; ed è da pretendere semplicemente che tu entri unicamente in Me, quindi, non ad essere auto-attiva tu personalmente, come i Miei principi-angeli oppure come coloro che verranno. Tutti costoro co-creano delle singole opere; tu crei con Me il Tutto di un Giorno, perché Tu eri un Pensiero complessivo dell’Opera che in Me possedeva il suo Spazio. Perciò non tenere la singola cosa davanti agli occhi, bensì sempre il Tutto come lo faccio Io. Se vorrai formare anche una singola opera, allora in quel tempo starai più lontana dal Mio Cuore di come scintillava la cellula del Cielo blu nell’incommensurabile lontananza durante la camminata.

128. Rimani sempre alla Mia mano come ora, per la Mia vera gioia di Padre; ed Io manterrò la Mia Parola data, in seguito alla quale metterò nella tua mano i Giorni del Mio Anno-Azione-ur! Dunque, non ti colma, più di quanto puoi creare con delle singole opere? Guarda: ogni angelo (arcangelo) ne porta una parte in sé, ma tu devi conservarle tutte insieme in te”.

- Sadhana guarda in su, piena di felicità si appoggia nuovamente a UR e dice: “Conducimi alla Tua santa-buona mano; voglio essere Tua, e non più io!”

- I principi gareggiano per dare alla figlia di UR la parte migliore di sé.

129. UR risponde: “Benedetta sia la tua parola, Mia Sadhana! Sei nata in Me, sei Mia, ti ha portato il Mio interiore! – Ma ora, su, andiamo nel Santuario! Guardate: il Sole-ur si è voltato; presto suonerà la campana del riposo serale”.

- I figli ritornano nella Casa del Padre dal campo della Creazione. Il loro procedere è stato molto abbondante e UR gioisce della loro buona volontà. Nell’Onnisantissimo Egli si reca sul Suo trono. Sadhana mette dell’incenso nella ciotola delle offerte e il fuoco dal crogiolo d’argento divampa chiaramente.

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2/9 - Un’importante domanda – La prima risposta di Michael

130. UR afferra il Suo ‘Libro del lavoro’ e dice: “Figli Miei, per quanto il Giorno della Volontà ha previsto una unione con Me, voi l’avete raggiunta. Potete riposare benedetti nella seconda Notte, la quale porterà delle forze accresciute per vivere il Mattino insieme al terzo Giorno, ma c’è ancora una cosa: i primi quattro Giorni di lavoro pretendono quattro decisioni. Nel Giorno dell’Ordine avete dapprima procurato il riconoscimento delle condizioni poste giustamente riservate a Me e alla Legge della libera volontà.

131. In particolare vi ho indicato che un figlio, grazie alla libera volontà, possa ben una volta sciogliere da sé il collegamento, e questo collegamento interrotto sarebbe difficile da ristabilire. Perciò non può rimanere solo quest’unica decisione che vale per le Mie condizioni come Legge immutabile così come per il libero arbitrio come Legge mutabile. La prima è a causa Mia; la seconda è a causa della benedizione che è data ai figli per il libero sviluppo. Voi le avete riconosciute entrambe ed Io ho annodato una ‘conseguenza di riparazione’ nel caso di un abuso della libera volontà a danno della Creazione.

132. Una ulteriore domanda è questa: ‘Una riparazione deve avvenire tramite la Legge della libera volontà, oppure attraverso delle condizioni riservate a Me?’. – Questo è ancora da decidere, allora il Giorno può andare a riposo, ed Io voglio portarvi con cura in questa sacra Notte della Creazione. – Michael, come dominante del Giorno della Volontà porterà la prima risposta”. UR ripone il suo Libro sul sacro focolare.

- Un solenne silenzio fa presagire ai figli un imponente significato di questa domanda. Cercano seriamente consiglio fra tutte le conoscenze raccolte. UR diventa invisibile. I primi misurano la loro propria inquietudine nella fiamma che brucia tranquilla. – Ma la fiamma insegna: ‘Non siete soli!’. Da questo insegnamento colgono anche la decisione.

133. Tuttavia, questo non viene fatto rapidamente; esso dipenderà di più che dall’Opera di un solo Giorno. A loro si pone una grave serietà, disposta su tutto l’Anno, e loro sentono una tensione opprimente tra le condizioni poste giustamente e la Legge della libera volontà. Se UR non ha creato l’Opera del Giorno per uno scopo a Se stesso, bensì per uno scopo filiale, allora dovrebbe essere predominante anche la libera volontà del figlio. Non ci sono state dapprima innumerevoli opere in intima, sacra grandezza, fino alla quadruplice Creazione precostruita nel modo più magnifico che ha partorito il Ciclo dell’azione? Come potrebbe essere determinante per la maestosa Opera della Creazione, la Legge della libertà data a favore dei figli? – Ogni conseguenza della Creazione avuta finora è stata originariamente fondata sulle condizioni e completata come opera. Le condizioni, non dovrebbero essere determinanti? –

134. Quale pienezza ha dato UR alla libertà, lo hanno percepito a sufficienza. Che con ciò potessero giungere mai da qualche altra parte, a loro non viene proprio in mente. UR ha parlato del futuribile. La campana intona l’ultima Ora del Giorno; il suo suono fa tremare lo Spazio e il Tempo. Michael ed Elya vanno al sacro focolare; ed ecco, UR è di nuovo visibile. Il Suo maestoso volto è irradiato da inimmaginabile Bontà e lo splendore della Sua maestosa figura si riflette sui muri cristallini dell’Onnisantissimo.

135. E ora il principe della Volontà è deciso: “Alto Potere e Forza, Maestoso! Autorità è il Tuo nome, potenza è il Tuo Essere! Chi vede le ali che sono stese sulle Tue Opere che portano tutto, sotto le quali tutto riposa? I Tuoi piedi ne sono il fondamento; chi lo vuol sondare? I Tuoi occhi riflettono la Tua elevatezza; chi la può raggiungere? Le Tue mani formano ogni ampiezza. O Santo, …Santo, chi la vuol misurare, dato che non Ti si può misurare? Il Tuo Cuore come sacra-pienissima vicinanza è infinità; nessun figlio sentirà mai il suo primo ed ultimo battito, poiché con l’ultimo tono dell’Opera, l’Ordine e la Volontà nell’onnipotenza del Creatore passeranno come con un dolce alito su tutte le Opere, e ne sorgerà una nuova, di insospettata imponenza.

136. Tu sei il Cosmo, esso è sorto da Te; Tu lo hai fatto divenire per il palesamento delle Tue magnificenze! Tu, il Santo-eterno! Nessuno può parlare di questo palesamento come di una metà: ‘Guarda qui, guarda là!’. Io so per certo e lo testimonio, grazie alla conoscenza e alla Volontà: ‘O Santo-Santo, l’Unico eternamente vero! Fuori di Te non c’è nulla! Nulla avviene senza di Te; tutto è la Tua faccenda dal Fondamento-ur!’

137. Se Tu ci hai assegnato un rango della Creazione per la nostra impensabile gioia e dolcissima beatitudine, che nel senso di un Giorno Ti è magnificamente adeguato, allora a Te spetta pure la gioia più sublime che Ti deve sorgere come ringraziamento tramite i Tuoi figli. Tuttavia, proprio da ciò può svilupparsi che grazie alla Legge della libertà che abbiamo riconosciuto nel Giorno dell’Ordine, dobbiamo mantenere una via e una direzione, adempiere un comando, servire a una Volontà. Questo deve essere ancorato nella Tua santa Entità-ur!

138. Tu hai dato due tipi di direzione ai due Fondamenti ancora velati: l’una conduce oltre la Tua maestosa profondità, elevatezza ed ampiezza nel Tuo Cuore, come hai previsto con la benedizione; l’altra può procurare una profondità inaudita e un traviamento più lontano. Nelle due possibilità giace l’onnipotenza del Tuo palesamento, dell’intima dedizione mai sondabile al Tuo popolo filiale! Ah, Signore, onnialtissimo ed onnisanto, chi lo vorrà mai capire?

139. Davanti alla forza della Tua dedizione (zelo) causale anche noi dovremmo svanire, se ne volessimo contemplare un piccolo lembo. Unicamente custoditi sotto la Tua ultra benedizione si possono sopportare queste magnificenze!

140. Il Tuo sommo giubilo di Creatore è quello di metterci accanto e nella Tua magnificenza ed alta santità, per diventare partecipi della Tua meravigliosa proprietà fondamentale. O UR, santo-eterno, lasciami giubilare e ringraziarTi per tutta l’eternità, perché Tu – appena all’inizio del Tuo Anno-Azione-ur – riveli già incoronata la Tua magnificenza del Potere e ci hai fatto divenire la Tua proprietà fondamentale, affinché possiamo averTi con noi come il nostro Possesso più bello e più santo.

141. In seguito a questi magnifici doni-ur che con la Legge della libertà fai giungere ai Tuoi figli come ponte del beatificante collegamento con Te, la Legge della libera volontà deve portare fondamentalmente una riparazione nel caso di un approfittare illegittimo di questa libertà, e dalla pienezza della libertà che dimora nella Legge deve risultare il ritorno e la trasformazione di un’azione sbagliata. Una conseguenza di riparazione dalle condizioni riservate a Te e date giustamente non può essere per Te, o Santo, nessuna soddisfazione. Tu ne saresti anche l’unico Esecutore! O Signore, Tu hai eternamente ragione che sarebbe indegno per Te, se i Tuoi figli nati liberi non compissero nulla da sé!

142. La riparazione starebbe su una tale via, solo secondo il nome, perché la compiresti Tu grazie alle Leggi immutabili. Pertanto, dovrebbe avvenire da parte di quel figlio al quale sarebbe da mettere a carico, in maniera autonoma e libera. Anche se Tu un giorno dovessi forse congiungere tutta la Tua figliolanza ad una conseguenza di riparazione, ciò deve essere fatto possibilmente in modo libero.

143. Il collegamento causale tra Nucleo-ur e cellula-ur dovrà portare la sua parte, poiché non è sospendibile, perché la benedizione della Creazione inerente ad essa è la Tua sacra-buona benedizione dell’Opera. Questa potrebbe anche essere l’unica che fortifica la volontà di riparazione e lo rende possibile. Onnisanto-UR, fondala sulla Legge della libera volontà, e lascia regnare in ciò la Tua benedizione della Creazione come collegamento segreto. – Infatti, Tuo è lo Spazio, Tuo è il Tempo e Tuo è l’Avvenimento! La Tua Opera si chiama ‘compimento’. Lascia che noi Ti lodiamo!”

144. A questo invito, tutti si pongono in semicerchio davanti al sacro focolare, “Cantiamo la lode al Tuo nome; a Te sia compiacente la nostra gratitudine e la nostra adorazione. Santo, Santo, Santo, Santo sei Tu, o Signore ed Altissimo, UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Amen!”

145. Le mura, le colonne e gli strumenti del Santuario restituiscono la Parola pronunciata con grande forza a Colui che siede potente sul Suo trono, il Cui nome è ‘Magnifico’, ‘Consigliere’, ‘Potenza’, ‘Forza’, ‘Eterno-Veritiero’, sommo sacerdote ‘Melchisedec’ e ‘Re di Salem’. L’Onnisantissimo risplende nel maestoso splendore del Creatore, nel perfezionamento di un Giorno.

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146. I giubilanti trattengono il loro respiro, poiché scende un solenne silenzio. In questo maestoso silenzio vedono la splendente magnificenza di UR. La riposta di Michael è così importante, che avviene come se UR stesso avesse deciso? I figli non lo sanno ancora; persino una Sua risposta sarà trasmessa solamente, tanto quanto lo renderà necessario il procedimento dell’Opera. Nemmeno loro potranno mai afferrare la profondità di quel senso, e riconosceranno la tragicità di un avvenimento solo quando sarà avvenuta una variazione. Ma fino ad allora? – Ah, UR lo ha già previsto; la Misericordia già adesso copre il segreto con le mani, e il Suo Cuore è pronto ad accogliere ciò che un giorno giacerà distrutto al suolo.

147. Ora al Suo fianco ci sono dei figli fedeli, e il principe della Volontà ha compiuto bene il suo lavoro, proprio come il Giorno precedente il portatore del Suo Ordine. – Così i Suoi occhi guardano gentili ai figli. Egli stende su di loro le Sue mani e somministra l’ultima benedizione della Sera, poi apre il Cuore, affinché i primi vi possano riposare. Ora prende ancora una volta in mano il libro della Creazione che vi giace ancora aperto da quando il sacro bagliore dell’Aurora ha colpito la sacra fonte, dalla quale Lui, l’Altissimo, ha attinto il Giorno dalle Sue sante acque della vita.

148. Ed Egli dice: “Amen! E un altro santificato ‘amen’ all’Opera! Sulla Legge e sull’Adempimento deve regnare la Volontà, affinché non succeda altro che ciò che ha preteso il portatore della Mia Volontà. Se la decisione fosse stata emessa da una conoscenza guidata da Me, allora la Legge immutabile avrebbe dovuto portare in ogni tempo la conseguenza. Invece, grazie alla vostra conoscenza e alla vostra decisione nella libera volontà,

rimangano ferme le Leggi mutabili per la benedizione più sublime dei Miei figli,

come simbolo del perfezionamento della riparazione !

149. Io riservo un mistero per Me sul quale un altro Giorno dovrà dare Domanda e Risposta. Ora giunge la Notte, il tempo del Mio personalissimo creare, perché (in questo) è il Mio Giorno più interiore e colmo della Mia Luce. Allora voi riceverete – inconsapevoli della vita – della forza fresca, e il Mattino successivo vi donerà la sua magnificenza. La Notte conserva nella sua prima parte, il Giorno trascorso e i suoi beni. Io solo opero, affinché tutti i beni del Giorno siano trasformati nella nuova benedizione creativa per il nuovo Giorno.

150. Nel giro di quattro Ore fino a Mezzanotte, viene ordinato tutto fino all’elevata conclusione, la più altamente benedetta. Quando poi la campana della Mezzanotte manderà il suo ultimo rintocco attraverso l’eternità-ur, allora Io modellerò in quattro Ore, in ognuna delle quali agirò con un Tratto dell’essenza del Mio Io-ur, quattro volte quattro Ore prima del Giorno, nella costruzione e nella meta. La direzione e il corso che portano la costruzione verso la meta, rimangono lasciati al popolo filiale. Loro ricevono da Me in anticipo la benedizione del compimento, affinché tutto il Giorno possa raggiungere l’incoronamento tramite la Meta.

151. Ora accogliete la benedizione della Sera di questo Giorno riccamente colmo. Figli Miei, Io come Creatore vi benedico; perché i due Giorni che erano dedicati alla Mia essenza di Creatore, sono compiuti e… sono diventati buoni! Tutto è bene, …da Me e anche da voi. Perciò fluisce a voi la piena benedizione dalla camera del Mio Cuore come Creatore. Ma se una volta ricevete la Mia benedizione-ur, dopo che avete accolto da tutte le parti del Mio Essere, allora sì, …allora irromperà su di voi una Sera, la cui ultra misura devo aiutarvi a portare!

152. Nondimeno, già fin d’ora i vostri cuori sono colmi fino all’orlo, perché Mi avete dato così tanto dalla vostra vita, quanto vi era possibile nei primi due Giorni dell’Anno-Azione-ur. Perciò la pienezza della vostra offerta ritorna su di voi come benedizione della Sera. Il vostro lavoro è santificato, e così vi è anche certa la ricompensa che aiuta a vivere e a perfezionare il Giorno successivo. – Ora però siete stanchi di creare”. –

153. UR cammina sulla sinistra intorno al focolare e poi si reca in mezzo ai Suoi figli. Nella mano sinistra tiene il Libro, con la destra diffonde la Sua benedizione. Allora Lo vedono. Ah, quanto magnificamente vicino! Nessuna Ora ha mai portato loro una tale misura di un sentimento di beata felicità; essere adagiati al petto del Padre! – L’incenso si stacca dalla ciotola delle offerte ed avvolge la scena. I benedetti chiudono i loro occhi, e UR chiude anche il libro della Creazione, nel quale è registrato il secondo Giorno come ‘sacro guadagno’. UR adagia dolcemente i Suoi figli nel Suo Essere. Poi copre il fuoco nel focolare con la Sua destra, finché una piccola fiamma arde tranquilla in modo costate e stabile. La ciotola delle offerte riposa, gli strumenti vengono avvolti. Ora il Santuario è nella Divinità, e non più UR nella sacra Casa come ogni Giorno per via dei figli.

154. Una sacra solitudine circonda l’Altissimo. Questa solitudine crea un nuovo Giorno.

 

 

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IL TERZO GIORNO DELLA CREAZIONE

(Giorno della Sapienza)

 

Cap. 3

 

[Gen. 1,9-13]:  «Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto”. E così avvenne. [10]Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: “La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie”. E così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno».

 


 

«Qui sta la mente che ha sapienza».

[Ap. 17, 9]

 

1. La terza sacra Mezzanotte tra il Giorno della Volontà e il Giorno della Sapienza, UR siede alla fonte del Suo Potere e Forza, Autorità e Vigore. Vi pone il Suo cuore affinché sia bagnato dalle acque. Allora si apre la seconda camera, dalla sua profondità fluisce nuova vita, elevata alla sacra altura dell’Onniforza. Così le acque della fonte e il fiume del Cuore si sposano e diventano luce risplendente della sacra eternità-ur.

2. Nella prima Ora dopo la Mezzanotte, UR pensa un Inizio e una Fine. Ma in Lui non esistono né l’uno né l’altra; ciò che è divenuto, ciò che le Sue mani di Creatore hanno formato in ulteriori opere ed esseri, è perfetto.

3. Nessun essere vivente comprenderà mai il segreto andamento della seconda Ora, anche se potesse contemplare ciò che è celato. La forza sale ad una elevatezza incommensurabile e, nello sviluppo, forma un incantevole infinito baldacchino che ombreggia l’eternità-ur. Questa prende possesso dall’Alto di ciò che le è stato preparato dalla Fonte-ur e dal flusso del Cuore. Lo forma in un Inizio e con la sua Fine, che chiudono nuovamente il cerchio per un nuovo Spazio, per un nuovo Tempo.

4. UR guarda all’elevatezza dove si è sviluppata la forza dell’Essere. Questo è un gioco dell’Onnipotenza tra la Divinità e la nuova Opera. – O Santo, santo sei Tu così maestoso! E comunque, soffia solamente un infinitesimo sentimento dal Tuo Essere-ur, giù sul mondo. Lo si può bensì percepire, ma, ah, descrivere, …solo con magre parole. Tuttavia, nell’interiore divampa ultrapotente, perché proviene da Te, o Santo, Santo! Questa è la terza Ora triplicemente benedetta dopo l’alta Mezzanotte. L’essenza della forza diffusa fluisce inarrestabilmente giù come una Nuvola-bianca per una futura preziosità. E’ appunto lo Spirito dell’elevatezza che sa donare al terzo Giorno ciò che è stato preparato in pienezza. La Nuvola-bianca si divide; ecco che diventa visibile lo Spirito che tende alla seconda parte aperta del Cuore. Egli vi fa unire la fonte e il fiume, finché si compie la terza Ora.

5. Lo dice la campana. UR nella Sua meravigliosa Figura spirituale restituisce l’acqua alla sacra Fonte; nel Giorno deve rumoreggiare in segreto e creare il collegamento tra il Maestro dell’Opera e l’Opera. Ma il potente fiume sgorga dalla porta del Cuore; le sue onde si trascinano, magnificamente guidate, attraverso il paese. Sulle sue rive si trova la forza; questa, guida le acque che spumeggiano benedicenti le rive. Lo ha ordinato così la Volontà, e ora può iniziare il Giorno della Sapienza. La campana fa quattro rintocchi, e la Notte sprofonda dopo l’Aurora. L’Altissimo ha sorvegliato la Sua Opera, affinché vi possa vivere nuovamente là dove dapprima la Sera le aveva portato il ‘Compiuto’.

6. Il Santuario si rivela da una nebbia bianca. È diventato ancora più magnifico. Tuttavia, ciò che ha formato la perfezione di UR, può diventare più perfetto? Oh, voi, enigmi della Creazione, …e comunque è riconoscibile! Non la perfezione secondo come l’uomo la conosce, bensì la verità come ve la indica DIO! UR è perfetto, in e al di fuori di Sé, ma quando un’Opera si riflette nell’altra, allora la perfezione sale nella perfezione e si supera nella sua magnificenza! Questo è un irradiare in avanti e all’indietro, su e giù verso l’interiore e verso l’esteriore, che il primo angelo (Uraniel-Mosè) esclama: «La perfezione diventa nuovamente perfetta!» (Gen. 1,10 e 1,12)

7. ‘Allorquando, un opera si riflette nell’altra!’. Qui sta la mente che ha sapienza! UR si riflette nei Suoi figli; loro sono la Sua immagine! – E loro si risvegliano, nei quali UR mette alla prova la Sua Opera! C’è Raggio con raggio che si unisce nel perfezionamento, affinché ad ogni Giorno sia portata la perfezione più alta possibile. La prima Opera si riflette nella seconda, poiché il Santuario vede il risveglio dei suoi figli, e questi vedono la magnifica-bella Casa del loro Padre. Entrambi, il Santuario e i figli, si misurano; ‘e anche questo è buono!’

8. La prima Ora del terzo Giorno della Creazione insegna ai primi la retrospezione ai Giorni passati dell’Entità del Creatore. Solo la seconda Ora dona loro la visibilità dell’Altissimo. UR siede sul Suo maestoso trono. Lo splendore della Sua veste regale si sposa con la luce del Sole-ur. Sulle Sue spalle pende un copri spalle color oro, il mantello della dignità del sommo Sacerdote, perché in questo Giorno regna Melchisedek dalla sacra-Luce. La Sua corona, la cui terza punta è rivolta al centro della fronte, splende così maestosamente, che i figli restano senza fiato sotto il potere fluente.

9. Dal crogiolo d’argento il fuoco divampa verso l’alto, e la ciotola delle offerte che dapprima ondeggiava dolcemente, comincia il suo grande cerchio di vita. UR apre la terza parte del Suo Libro dell’Opera, il Giorno della Sapienza. Ad un richiamo interiore i primi si alzano; stando in piedi sentono ciò che deve valere per la Creazione. E allora il Santo parla:

10. “Si raccolga l’acqua sotto il Cielo in luoghi particolari, affinché si veda l’asciutto! L’acqua del Giorno della Volontà deve fluire attraverso tutto ciò che divenne finora, nella direzione e nell’andamento. Ogni figlio sia come un rivolo, cosicché si faccia strada verso di Me nella libera volontà, e una grande acqua somigli a molti figli, così che dal Mio Spirito siano come un solo spirito, nei quali voglio adagiare la Mia Sapienza come fluisce fuori da Me, per irradiare il Giorno. – Così sia! La Mia forza operi la Meta come Io la porto in Me come Mia Opera; così l’opera dei figli – ripiena del loro spirito – si riveli come frutto del Giorno, che sia da vedere come l’erba e le erbe aromatiche, e gli alberi che in se stessi portano i semi. Ogni buona azione deve essere come la semenza, un ‘portatore di benedizione’ per i figli e per la Mia Opera! Così Sia!

11. Voglio dare al Mio terzo spirito un ‘simbolo’, (in modo) da poter raccogliere i buoni frutti e poter distruggere gli altri (frutti non buoni). Non sarà mai possibile a nessun figlio nascondere delle azioni senza (preventiva) benedizione, poiché lo annuncerebbero le spine. I mietitori mandati fuori noterebbero nella Forza dov’è che regna il frutto dal Mio Spirito oppure dove i frutti sono inutilizzabili. La Sapienza conoscerà la verità! Essa, il raggio dell’alto sacro sacerdozio, cela in sé la Parola verace. La Mia parola diventerà benedizione ed apparirà come luce più limpida a coloro che stanno nel suo raggio. Persino dalla Mia fonte della Mezzanotte qualche maestoso Essere, (con) Parola e Opera si rivelerà ai figli che portano in sé la fertilità dal Mio Spirito. Così Sia!”

12. UR posa il Libro aperto sul sacro focolare. Una Sua luce colpisce i primi, affinché guardando riconoscano il Sacerdote, il Quale compie tutto il Suo alto procedere agendo in modo sacro. Anche qui una sinfonia di luce e colore, suono di campana e coro segreto. Il Sole-ur raccoglie insieme, raggio e suono, e sull’Opera cominciata si posa la pace della Creazione. Allora i figli s’inchinano davanti all’alta Santità, in silenzio compiono la prima funzione del Mattino. Devono dapprima crescere nel Giorno, ciò che farà pronunciare loro delle parole dallo spirito da sacerdote. Lo Spirito dalla nuvola-bianca avvolge il loro delicato essere. Nuovamente devono conquistarsi, nel senso della Caratteristica assegnata a questo Giorno, da creature, il ‘figlio’, lo ‘spirito’ e ‘l’anima’, poiché solo dopo una settupla prova di vita saranno figli perfetti di UR. Ora regnano dei Giorni; più avanti saranno delle azioni che condurranno alla settuplicità.

*

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3/1 – Sadhana consacrata a sacerdote

13. Ora parla UR: “Mia amabile Sadhana, e voi principi-angeli portatori delle Mie caratteristiche: vedete, ho fatto del terzo Giorno la rivelazione della Mia alta magnificenza. In ME dovete formare e collaborare attivamente come Miei figli nati liberi nella personificazione della Mia parola creativa.

14. Dalla Mia camera del cuore di Sacerdote fluisce il secondo fiume attraverso lo Spazio e il Tempo. Pertanto, lasciate diventare vivente in voi lo spirito-parziale consacrato dal Mio sacerdozio, e per questo ricevete la vocazione e la consacrazione, poiché se ora la Mia rivelazione aumenta per voi, ci vuole anche per voi una maggiore applicazione, finché non sia perfezionato l’Anno-Azione-ur. A te, Mia Sadhana, do in mano di nuovo dapprima l’elezione, come anche ai primi due principi. La seconda Ora prevede inoltre l’elezione del terzo portatore di luce”.

15. Sadhana s’inginocchia davanti al sacro focolare posando le sue mani sulla coperta d’oro del focolare, la quale da lì rotola come un tappeto attraverso la seconda porta del Santuario nell’incommensurabile lontananza. E lei guarda in alto, …al progresso dell’Opera-ur voluto, poiché durante i due primi Giorni della Creazione loro s’inginocchiavano con il volto chino. Ora si possono alzare già dal primo contemplare. Con ciò è aumentata la forza della devozione, dato che era stato lo Spirito sacerdotale ad essere salito all’altura della Sua Onniforza e si era adagiato sull’Opera del nuovo Giorno come un ‘Fiume benedetto’. Quest’adorazione dà il collegamento più interiore, non soltanto tra Creatore e creatura, tra Spirito e spirito-parziale, bensì porta già la Luce all’anima e al figlio.

16. UR si alza. Dal sacro vaso, secondo il cui modello la serafina Elya il Giorno prima aveva creato delle coppe, Egli prende dell’acqua e la sparge sul fuoco del focolare da cui si eleva un delizioso fumo bianco. Con ciò Sadhana riceve la consacrazione e la Sapienza del sacerdote, e lei può contemplare interamente l’Opera del Giorno, senza che per lei il particolare diventi forma, poiché anche lei ha bisogno del libero progresso.

17. UR dice: “Ogni opera originaria viene provvista con luce e acqua come simbolo di un continuo rinnovamento della vita. Questi si riversano su innumerevoli regioni. Non esiste opera che non abbia già ricevuto il raggio della forza che riporta indietro la luce e l’acqua, con cui l’Opera rimane sempre unita con il suo Maestro. Questo vale in particolare per voi figli, nati liberi, come anche per coloro che verranno. Ognuno deve diventare da se stesso un raggio tramite la propria accoglienza di luce e acqua. Se da questo sviluppo di forza il figlio rimanda il suo raggio, allora si svolge il riflesso del collegamento originario sorto da Me.

18. Tramite questo raggio è da attingere la Sapienza del Mio Spirito-ur per la conoscenza iniziale. Questa Sapienza dà a te, Mio giusto negativo, la santa consacrazione. Come Sacerdote ti consacro a Me, al tuo proprio perfezionamento e al perfezionamento dell’Anno-Azione-ur, e nulla, nemmeno tu stessa, potrà rendere nulla questa consacrazione! Risolvi il tuo compito e ricorda: ‘Tu sei eternamente coniugata a Me’!”

- UR benedice Sadhana. Non è dato di offrire un ringraziamento a voce; ciononostante, UR ha il Suo ringraziamento. Non è un’alta glorificazione beata, bensì la semplice lode di uno spirito che percepisce su di sé lo Spirito-ur. Perciò questo giustifica la seconda Ora di benedizione. Anche i sette portatori di luce vengono convocati nello stesso modo e ricevono la loro consacrazione.

19. A questo atto, UR aggiunge: “Figli Miei, siete divenuti i portatori del Mio regno anche per il terzo Giorno, e come principi dovete servirMi nel Mio Santuario! Tuttavia, solo il Giorno successivo vi rivelerà il servizio complessivo come guardiani del Mio Santuario, quando entrambe le caratteristiche del Mio Sacerdozio saranno date all’Anno-Azione-ur. Voi potreste – insegnandolo anche adesso – raggiungerlo certamente già ora, poiché i vostri cuori si muovono, ma in ogni caso è meglio che cresciate nel vostro procedere. E’ più delizioso che vi conquistiate da voi la funzione di guardiano.

20. Proprio come la Mia Sadhana, anche voi ricevete la quadruplice consacrazione: a Me, all’Opera, a voi stessi e al perfezionamento del Ciclo-Azione. E vale quella stessa Parola: ‘Nulla sospende questa consacrazione, rimanendo nella somma funzione del Mio sacro-vero Sacerdozio!’ – Assumete il lavoro del Giorno per la Mia Gioia, per la benedizione di questo Giorno, allora la vostra meta entrerà nella Mia maestosità! Ricordate che vi ho convocati e scelti per un’Opera regale”.

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3/2 – La testimonianza di Uraniel sull’essenzialita’ del Creatore

21. I principi ricevono la loro benedizione. Anche loro ringraziano dapprima con una parola silenziosa.

- Poi, Uraniel sta tra la sedia di Sadhana e il sacro focolare e dice: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Tu hai dato alla prima Ora del Giorno dalla Tua ultrapienezza del Tuo Potere, ciò che avevi premeditato fra Sera e Mattino come patrimonio del Pensiero. Tu hai suscitato dalla sacra Opera della Notte della Tua parola la Visibilità, ora irradiata dalla piena luce del Tuo Sole e ci hai consacrato. Ma che cosa saremmo, buon UR, se Tu non ci avessi preparato in TE, e grazie all’alta santa consacrazione non ci avessi assicurato il ritorno interiore ed esteriore? Che cosa, Sacerdote regale, Ti chiedo, potremmo cogliere dalla varietà della Tua ricca benedizione, se la consacrazione non ci desse anche la facoltà?

22. Questa conoscenza poggiata sul sacro focolare da noi tutti come dono è stata dapprima accesa dal Tuo Spirito sacerdotale, ma è divenuta anche da noi. Noi percepiamo il legame con l’Opera che giace già perfezionata alle nostre spalle, e quella che crescendo si rivela dinanzi a noi nella magnificenza. Noi vogliamo sacrificare a Te il dono anche da noi stessi. Accettalo, sommo Sacerdote-Melchisedec, e sacrificalo alla Tua Opera! Lascia che questo sia il nostro primo ringraziamento nel Giorno della Tua Sapienza. Consideralo valido nella Bontà e nella Grazia; poiché guarda: per noi il Mattino si è appena risvegliato, siamo all’inizio del suo nuovo divenire!”. Uraniel ha pronunciato bene la prima parola (di questo Giorno) dei figli.

23. UR lo loda e dice: “Portatore del Mio Ordine, il ringraziamento è giusto e il dono è buono. Li scrivo entrambi nel Mio Libro da Sacerdote. Sì, a voi è affluita la conoscenza dal fiume di forza della Mia Sapienza; soltanto, avete ricevuto direttamente da Me la sostanza, la segreta spinta dal Cuore del Sacerdote. La conoscenza stessa l’hai attinta da te e l’hai data ai Miei figli. Pertanto, sacrifico il dono di ringraziamento alla nostra Opera del Giorno. Se un sacrificio viene accettato così, allora il suo fumo porterà la benedizione e la pace a coloro che sacrificano. Questo lo guido nella somma funzione del Mio sacerdozio”.

24. Tutti se ne rallegrano grandemente. Contemporaneamente sorge però anche una riflessione. Quante volte hanno già ricevuto la benedizione e la pace dalla mano del Creatore? E non si può dire che hanno ricevuto di meno di come viene loro offerto adesso. Ciononostante, percepiscono che i loro cuori si riempiono di più. In UR, l’Entità del Sacerdote predomina più forte che in quella del Creatore? A chi spetta quindi il ringraziamento più grande: alla prima o alla seconda parte dell’Essenzialità? Questa è una grande domanda all’inizio del Giorno, e verrà risolta del tutto, solamente alla Sera.

25. I figli si sforzano di comprendere il perché, considerato che non accolgono solamente tutte le magnificenze, bensì le vogliono restituire pienamente consapevoli. È Sadhana a porre la domanda, il che non avviene solo per il Giorno; eseguendolo in anticipo, nella mano di Dio riposa qualcosa di celato. Con la domanda viene mostrata una buona Luce a coloro che verranno dopo, il cui spirito-parziale non è così grande come quello dei primi, affinché si lascino guidare liberamente dalla maturità della conoscenza dei Giorni precedenti.

26. Perciò UR risponde anche: “Mia Sadhana e voi figli del Mio Cuore! Chi cerca e lotta per la verità, a costui essa gli si aprirà da sé. ‘Prendere’ porta molta gioia, ma ‘dare’ promuove l’eterna-vera beatitudine! Ed è uguale se vorrete diventare dei donatori reciproci, oppure piuttosto nei Miei confronti. Certo, Io rimango il Donatore-ur di tutti i doni, ma sono anche il Ricevente-ur di ciò che Mi offrono i Miei figli. Nei doni offerti a Me non misuro né il numero né il peso, bensì sempre la gioia del cuore!

27. Riconoscetelo, ed ascoltate ancora: – Con ragione chiamate Me, UR, santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, poiché tutto procede da Me! Io vi ho provveduto con una piccola infinità, affinché possiate guardare complessivamente i Giorni anche oltre le loro Sere. Nonostante ciò, non vedete il vero inizio né la fine di un Giorno della Creazione, perché solo Io li contemplo entrambi nel nascondimento della Mia ignota Mezzanotte. Questo è e rimane unicamente il Mio santissimo diritto-ur!

28. Ciononostante, voglio rivelarMi come compiace al Mio Cuore. Ho dato a Sadhana la terza parte del secondo Polo che ho creato per Me come Opera, e a voi sette insieme ho dato gli altri due terzi. Quanto ne avete ricevuto, tanto potete vedere della parte-ur rivelata che è sorta dal Mio Potere operante. La parte del Potere fermo rimane velato! In ciò i Miei figli devono notare che sono sorti da Me! La parte-ur assegnata all’Opera è del tutto riconoscibile dal figlio secondo la grandezza del suo spirito, e qui vale la stessa misura come nell’accoglimento del vostro dono.

29. Per offrirvi questo come proprietà personale, ho scisso il Mio Essere unito nel Tempo senza tempo nelle parti riservate a Me e rivolte all’Opera. Da quest’ultima ho preso la seconda forma, il Mio CUORE, ed ho formato da questo, quattro camere. Ho suddiviso anche queste in una suddivisione di base nelle sette forze dei sensi, per rivelarMi un po’ alla volta a voi grandi spiriti. La prossima Creazione porterà su questo un’ulteriore contemplazione particolare. Non l’ho (ancora) formata, perché senza la suddivisione non sarebbe diversamente possibile unire di nuovo le Mie creature con l’Io-ur nel loro divenire.

30. Questo vale unicamente per la possibilità di sviluppo dei figli secondo il loro adeguamento al Mio Essere-ur. Io sono eternamente libero nella Mia Volontà! Per eseguire questo adeguamento sulla via della libertà, adesso ci vuole in anticipo una prova di aggravio fin nel minimo dettaglio, che ancora non presagite e sulla quale un altro Giorno calerà il ‘lume’. Unicamente ora si è già mostrato che persino un essere nato per ultimo può incorporare la Mia immagine come voi, Miei primi; perché qui si tratterà unicamente del cuore del figlio.

31. La Mia onnipotenza non lo schiaccerà, ma avrà in Me la protezione della pace e della Patria. Per via di questo, suddivido anche un Ciclo-ur in Anni, questi in Mesi, Settimane e Giorni. Perciò ogni figlio è capace di riconoscerMi perfettamente secondo la sua perfetta e libera restituzione a Me!

32. Voi vi chiedete il perché Mi sono dapprima rivelato come ‘Creatore’ e se questa Entità fosse di rango superiore. Questo dipenderà dal fatto, quale Opera e in quale grado questa stessa starà in primo piano, oppure come si comporteranno i figli in seguito alla loro libertà di fronte a Me. D’altra parte, il Mio sacerdozio vi ha concesso un diritto speciale per via del vostro ringraziamento, per cui ora siete dell’opinione che questo sarebbe da stimare più alto che le restanti tre Entità.

33. Questo non dipende per nulla dal Mio Io-ur! Voi Mi chiamate l’Eterno-Unico e Veritiero. Lo sono! Come sarebbe possibile allora, che una parte avesse un maggior diritto di santità che l’altra? Nulla avviene per via di Me, bensì a causa dei Miei figli, come anche l’Opera è un’opera per il figlio, e non un’Opera per se stessa! Loro devono passare attraverso tutto il Mio Essere come partecipanti di un diritto fondamentale! Io non potevo farMi più piccolo solo perché diventassi comprensibile a voi in una volta; non vi sarebbe servito a nulla! Entrambi, Io e i Miei figli, dovremmo rinunciare diversamente alla Cosa più magnifica!

34. Nello stesso modo il Mio Essere non si può ingrandire. Se fosse così, allora dovrei essere stato un ‘Embrione’, e grazie al Mio Potere di Creatore, crescere in modo sconfinato, così che persino voi primi non sareste mai stati a Casa da Me. – Continuate a chiedere se in Me regni comunque un limite e in quale modo sarebbe riconoscibile il Mio Io-ur come tale. – Sì, cari figli, questa è una sospetta domanda coscienziosa rivolta a Me, e non avete ancora né conoscenza, molto meno ancora confidenza con la Sapienza per comprendere un’indicazione. Sospendiamo la difficile domanda per la Sera, per quando sarete più maturi per una risposta.

35. Ma ora torniamo all’origine dell’insegnamento. – Originariamente, Io sono e rimango Colui che crea, che genera, che fa nascere, che conserva, essendo il Creatore! Io attingo da Me, conservo anche. Proprio così ho attinto da Me il Mio sacerdozio, la Divinità e la Paternità. Dall’Unità del Mio cuore-ur non sarebbero mai sorte quattro camere come Entità del Creatore, del Sacerdote, di Dio e del Padre, se non lo avessi fatto Io come UR con il Mio potere di creare! Non dimenticate mai: – Solo l‘Opera e la sua maestosità Mi hanno indotto a rivelarMi a voi così come Mi vedete, poiché solo su questa base si può conquistare il diritto fondamentale di proprietario offertovi, e solo questo vi porta l’alta gioia di ogni beatitudine, e a Me porta l’alta felicità del Mio creare!

36. Qualunque cosa voglia farMi apparire come un Essere singolo, Io sono e rimango ‘UR’, il santo-eterno, l’unico-eterno e veritiero! Perciò i Miei figli vogliono attribuire a Me, al Creatore di tutte le cose, la riverenza che offrono in una timidezza solenne. Ed Io vi dico: una tale verace, giusta timidezza, sarà riconosciuta da Me nel Mio Amore e nella Mia Misericordia, come il più sublime elogio. Da ciò scorre poi la pienezza della benedizione, che consente ai figli di sopportare l’essenza del Creatore, finché arrivano pieni di beatitudine al Mio petto di Padre.

37. Tuttavia, proprio questa beatitudine è da raggiungere attraverso una scuola di umiltà. Qui vale l’offrire al Creatore, con timidezza e solennità, i doni della libera volontà. Certamente, questo richiede inoltre anche la santificazione attraverso la parte dell’Essere sacerdotale, perché il Creatore presenta al Sacerdote i doni sacrificati nella volontà, il Quale soltanto possiede il ‘Diritto della santificazione attraverso l’alta funzione’, non soltanto nell’Onnisantissimo, no, ovunque ci si serve in modo giustificato, e questo può essere in ogni cuore di figlio.

38. Lo spirito-parziale deve naturalmente volere la via del ritorno allo Spirito-ur attraverso il doppio collegamento, affinché la sua cellula-ur possa giungere con il Nucleo-ur all’ininterrotta fraternizzazione. Dopo di che si raggiunge la conoscenza che non si trova in assoluto sotto il Mio costante controllo, bensì è elevato a Me come simbolo del Mio Essere secondo la consapevolezza della forza interiore ed esteriore. Qui si apre quella porta attraverso la quale può passare, da creatura, a spirito-parziale e all’essere animico, il figlio al Padre. Allora entra in vigore la beatitudine pre-menzionata.

39. Da questo insegnamento si vedrà se una parte del Mio Essere-ur vale di più che un altra. Sarebbe bene se il terzo spirito di luce avesse una risposta fin dove avete dato uno sguardo nel Mio santo originario IO. In seguito verrete accolti come Miei costruttori”.

- Per ora regna un silenzio solenne; ciò che è stato ascoltato vuole essere assimilato. UR lascia ai figli il tempo, che di fronte a quello dell’Opera non si può valutare.

- L’angelo non riflette troppo a lungo; si reca al sacro focolare e dice:

40. “Santo, santo, santo, santo, onnipotente, veritiero UR, unico-eterno! Su di noi viene la ricchezza della Tua luce e della vita, la Tua Magnificenza! Tu siedi su un Trono, Ti riveli come un Essere, con un volto che noi possiamo vedere altamente beatificati, e in noi splende una Grazia dell’eternità-ur. Sì, ora sappiamo, o UR, santo-eterno, il perché non Ti riveli in tutto il Tuo Essere, il perché nessun figlio potrebbe avvicinarsi a Te per servirTi, per adorarTi, per amarTi, per essere uno con Te. Se questo avvenisse ora nella Tua Forza, allora non starebbe bene intorno alla legge della libera volontà; non esisterebbe mai un figlio vivente auto consapevole, bensì eternamente le sole creature che sarebbero legate alla Tua Onnipotenza.

41. Tuttavia non hai creato per Te dei pensieri adottivi, bensì figli del Tuo cuore. Figurativamente, secondo il palesamento del Tuo Essere, le Opere inconsapevoli sono sorte dalle Tue mani, piedi, petto, corpo e fianchi, e dal Tuo capo; invece i Tuoi figli, o santo Signore e sommo Sacerdote Melchisedec, li hai presi da tutto il Tuo Essere, affinché fossero da adeguare completamente a Te, creandoli unicamente dal Tuo cuore, dalla Fonte-ur di ogni Vita.

42. Se dunque non sei altro che puramente il Tuo cuore rivelato, allora eternamente non può spettare a nessuna delle parti del Tuo Essere un più alto ringraziamento oppure stare davanti o dietro. Questa conoscenza ci dà un’ulteriore beatitudine: perché TU Ti doni a noi interamente! Se perciò, una volta venisse un’Ora della Creazione nella quale, magari dei figli, andassero per altra via, allora già ora vedo splendere la sacra alta Meta. Guarda: allora Ti metteresti del tutto a disposizione della Tua Opera. Allora Ti riserveresti un Sacrificio, che porterebbe la Pazienza, l’Amore e la Misericordia!

43. Questo non potrebbe succedere se da un inizio previsto, Tu non avessi completamente rinunciato al Tuo Io-ur come Creatore, come Sacerdote, come Dio e Padre. Perciò a TE il ringraziamento, o UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero. Ma poiché in questo (terzo) Giorno della Creazione è in primo piano il Tuo regale Sacerdozio, così il nostro speciale ringraziamento del Mattino va a Melchisedec!”. Questa ulteriore conoscenza ha fatto sorgere un ramo di palma, che l’angelo depone davanti al Calice. “Tu vedi la nostra gratitudine, Tu conosci la nostra richiesta, che noi vogliamo aiutare per perfezionare l’Opera delle Tue mani secondo la misura dei Tuoi doni. O Santo, santo, santo, santo, Tu, Signore, onnimaestoso, onnipotente!”

44. Il ringraziamento intonato da tutti i figli, scroscia attraverso il Tempio, scorre con grande forza fuori, nel Cosmo, nei Giorni della Creazione trascorsi, e fluisce indietro come un mare nel Tempo e nello Spazio, i quali rivelano ulteriormente la Deità-ur. – Il principe-angelo si è chinato profondamente.

- E UR? Non si è riaperto un maestoso splendore dalla profondità di quegli Occhi pieni di profondo mistero? Gioia e tristezza abissale è ciò che riguarda i figli? Tuttavia la santa afflizione viene velata nel momento in cui UR si alza, altrimenti Sadhana e i principi-angeli la percepirebbero. UR tiene un ramo di palma sul fuoco per quattro respiri, lo immerge nella ciotola delle offerte, finché ne sale una volta un forte incenso, e poi lo rimette in quel posto dove lo aveva posto l’angelo. Questo è un simbolo! Qui sta la mente e la Sapienza.

45. UR dice: “Mio principe-angelo, la testimonianza della Mia Magnificenza rivela in voi la Mia Opera, soprattutto la Mia Parola che ho dato al terzo Giorno dell’Anno-Azione-ur. Sì, a Me unicamente spetta il ringraziamento! E per quanto lo fate sorgere in voi come giusto frutto, allora non domanderò meno, come UR, a quale entità è rivolto. L’importante è che lo diate interamente, così come Io Mi rivelo a voi interamente. Vi voglio far percepire per un attimo la Mia gioia di Creatore, che cosa passa nel Mio Essere-ur in seguito al ringraziamento dato a Me”

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3/3 – Zuriel ed Helia eletti a principi della Sapienza

46. Oh, che cosa sta succedendo? Chi si eleva onnipotentissimamente al di sopra della cupola del Santuario, in modo che il trono e il focolare, insieme agli strumenti, alla ciotola delle offerte, al Sole-ur, alla campana-ur e, e ancora infinitamente di più, vengono uniti in questa Figura crescente? Qui si mostra quell’elevatezza nella quale nella terza sacra Ora della Mezzanotte si elevò lo Spirito, discese onnibenedicendo su tutta l’Opera? Qual suono è questo, eoni di volte nelle voci senza numero, in cui in ogni numero non c’è una (sola) voce, in cui in ogni voce non c’è un altro suono? Qual sinfonia creativa riecheggia dall’inaudita lontananza, e comunque è così vivente vicino all’Onnisantissimo! E quali raggi, quale splendore, avvolti nella più gloriosa tonalità dell’oro, in cui si specchiano i colori dell’eternità-ur!

48. Allora il Sacerdote si china pieno di Grazia regale, li bacia sulla fronte e su di loro ritorna la Vita consapevole. In questo Giorno si risvegliano per la seconda volta. – Ma se ogni Creazione accresce le Magnificenze di Dio, dove mettere la beatitudine, …dove la gioia, il giubilo, il ringraziamento e ciò che rende il cuore come ebbro? E’ bene se i figli crescono con l’Opera, allora possono portare la ricchezza. UR prende il libro della Creazione e convoca Sadhana come anche i principi-angeli al loro servizio del Giorno. Segue la consacrazione di Sadhana, di Uraniel e di Michael. Dopo questo, Egli chiama il terzo angelo al sacro focolare e dice:

49. “Ti eleggo come portatore della Mia terza caratteristica, della Sapienza incontestabile. Non esiste nessuna Verità che non venga come raggio splendente della Mia propria consapevolezza-ur interiore dalla Forza della Mia Sapienza! Come ognuna delle Mie maestose caratteristiche possiede una forza particolare, così la ‘Mia Verità nella Sapienza’ diventa l’espressione consolidata di ciò che ha da divenire dalla sua pienezza di luce!

50. Stendi le tue mani sul focolare, Mio imponente cherubino, Mia soave serafina. Il tuo nome, di cherubino, sia Zuriel; e il tuo nome, di serafina, sia Helia. Come portatore della sovranità della Mia Sapienza, voi rappresentate il Mio Sacerdozio interiore ed esteriore. Nei confronti dell’Opera siete il terzo principe-angelo, la terza fiaccola presso il Mio trono. Accogliete il simbolo della vostra dignità”. UR toglie la campana d’argento dal terzo candelabro, le cui candele sono accese fin dal Mattino come le prime due del primo candelabro. La luce del Sole-ur, il solenne splendore del Santuario, cade su una FALCE, che nel suo scintillio raccoglie tutte le irradiazioni del tempo del suo Giorno.

51. Il Santo dà la falce all’angelo eletto, e dice: “Questa Falce mieta il frutto della Mia semina, il salario del Mio lavoro, l’adempimento della Mia meta, la cui maturità è attesa dalla Mia Opera-ur. Quello che tu mieti, rimarrà come frutto nella Mia aia. Nessuno lo potrà mai rovinare, nessuno Me lo potrà distogliere! Ma se una volta un ladro dovesse assalire il raccolto, allora volteggia la tua falce tagliente sull’erba secca, sulla verdura deteriorata, sugli alberi marciti, affinché il suolo che attraverso la Mia parola di Creatore è salito come ‘Terra’ dalle acque, venga purificato per una terra fertile per il nuovo creare! Sì, allora taglia con la falce, finché un nuovo Giorno e la sua Ora porti nuova risalita ai mietuti e ai tagliati!

52. Viene mietuto il figlio che riconosce la Sapienza come espressione più sublime della santità e della rivelazione del Mio Sacerdozio. Invece viene tagliato colui che vi si oppone. Ogni Creazione deve essere ricca di sante azioni, che non sono per nulla da sconsigliare. Chi crede che il Mio Sacerdozio sia magari una qualunque cosa secondaria, si sbaglia di grosso; a lui nemmeno i frutti lo aiuteranno molto, cosicché anche lui sarà mietuto! Se dovessi designare qualcosa per la semplice Grazia come ‘utile’, allora un tale figlio non giungerà quasi per una via diritta nella Mia Casa paterna. Nessuno diventa comproprietario della proprietà fondamentale prima che non sia stato recuperato qualcosa di mancato.

53. Come guardiani vi insedio alla seconda porta del Mio Santuario. Anche attraverso di essa passeranno un giorno dei portatori della Legge. Come attraverso la prima porta vengono portate le Leggi immutabili, così lo saranno qui quelle mutabili per i figli. Proprio i portatori di questa Legge riporteranno sulla via del ritorno le Mie condizioni giustamente poste non appena che le stesse dovessero di nuovo essere rovesciate dai figli dopo il riconoscimento. Esaminate i portatori, quelli che escono e quelli che entrano, poiché è la Mia Sapienza che può interpretare ed esercitare, e le eserciterà, sia le Condizioni come anche la Legge mutabile grazie alla sua Verità.

54. La Mia Sapienza penetra con i suoi Raggi fin nel più recondito nascondiglio. Da essa nulla rimane non visto! Perciò è la prima caratteristica del Mio Sacerdozio e viene posta da te, Mio principe, come primo guardiano, alla porta della seconda Camera del Cuore. In essa riposa il più giusto pareggio fra Condizioni e Leggi mutabili. Essa incorpora per la prima parte l’Avvocato della Mia Opera, se una volta venisse provocato un Giudizio, affinché sia incorruttibile.

55. Sii tu l’eterno guardiano della Mia Luce sacerdotale e della Forza di irradiazione che ne fluisce. La Mia Parola sia la benedizione dell’azione per l’Anno-ur!”

- Dopo, UR allaccia il nastro nel colore della toga sacerdotale a Zuriel e ad Helia, e la falce scintilla argentata sul loro petto. Allora risplendono di nuovo sui figli le stelle ricevute il Giorno della Creazione precedente.

56. UR ordina: “Mio principe-angelo, rimetti la falce al posto che a te pare quello giusto, dove deve rimanere fino al compimento dell’Anno-Azione-ur”.

- Helia lascia che Zuriel agisca secondo l’ordine dato, e lui fa come hanno fatto i due primi il Giorno precedente. Ecco che sale dell’incenso, perché un’Opera-parziale viene completata secondo l’Ordine, la Volontà e la Sapienza. Un intimo dialogo fra UR e i nati nella luce domina il sacro silenzio. Ma l’Immagine-ur che i figli han potuto vedere, è rimasta reale per loro.

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3/4 – Sulla Sapienza nella casa dell’Ordine

57. Melchisedec si reca con una magnifica veste fra i Suoi, li invita e dice: “SeguiteMi, cari figli, perché in questo Giorno c’è molto da fare. Ora avete ricevuto abbastanza dell’interiore, quindi è di nuovo il turno dell’esteriore”.

- Sadhana cammina alla Sua destra, a sinistra Zuriel con Helia, gli altri seguono. Passano attraverso la nota porta ‘Ephata’ e camminano sul tappeto giallo del Sacerdote che temporaneamente è stato srotolato fino alla prima collina. Strada facendo, UR spiega qualcosa sulla sequenza della Sapienza e alla fine vi aggiunge qualcosa sul percorso dell’insegnamento:

58. “Figli Miei, quello che vedete, è e rimane più un simbolo del Mio interiore-ur; anzi, certe cose non hanno più molto a che fare con l’esteriore e saranno sempre visibili rispetto allo scopo dell’insegnamento, per farvi prendere confidenza con Me. Voi sapete che Ordine e Volontà rappresentano l’elemento fuoco, Sapienza e Serietà l’elemento acqua. Sovente avete riflettuto sul fuoco, dato che lo vedete ardere sul Mio sacro focolare e bruciava anche sugli altari delle case dell’Ordine e della Volontà. Ma come è veramente da considerare il fuoco non lo sapete ancora, non avete ancora nemmeno ottenuto nessuna giusta conoscenza sull’acqua.

59. Nel sacro fuoco governa il Mio potere. Chi una volta potrà essere veramente attivo creativamente nell’Ordine e nella Volontà, risplenderà subito ovunque come un fuoco, e questo, pienamente quando esso potrà essere acceso su un alto monte. Un monte corrisponde alla Sapienza, getta i suoi raggi su Giorno e Notte, anzi, fino alla fine di un Anno-ur. Ma nemmeno allora un tale fuoco si spegne veramente, bensì risorge in altra forma, certamente però come una parte della vita consapevole e formativa. Lascio al governo della Misericordia di rivelarvi questo nella più profonda verità.

60. Lo stesso vale per l’acqua, il contenuto della Mia forza. Noterete il simbolismo quando alla Sera farete un’ultima passeggiata attraverso la nostra Opera del Giorno. Sforzatevi dunque di conquistare il riflesso della Sapienza che domina in questo Giorno con la sua forza splendente”.

- Ora Uraniel domanda che cosa fosse veramente la Sapienza, dato che sulla sua verità non sarebbe venuta ancora nessuna Parola d’insegnamento.

61. UR risponde: “Mio Uraniel, ho già detto che la sapienza è una forza del pensare. Come Creatore lascio giungere le cose alla loro forma dall’Ordine, pre-formate dalla Mia Volontà. Come portatore dell’Ordine riconoscerai che in tal modo nulla è ancora finito e pronto come lo ha portato in sé la Mia forza di pensare. Secondo il Ciclo del Pensiero (Anno-Pensiero-ur) e della Parola (Anno-Parola-ur) la forma secondo l’interiore era diventata grande e ricca, perché allora le Mie caratteristiche creavano ancora in una Unità inseparata, perché allora non esisteva nessun palesamento-parziale del Mio Essere, né era ancora necessario.

62. All’opposto, nell’Anno-Azione-ur separerò il Mio interiore e porrò le Mie caratteristiche in successione nell’Opera. Questo avrà per conseguenza che non lascerò nemmeno afferrare le Opere come nell’interezza del Mio Io-ur, bensì le formerò nella rispettiva sequenza[18] come rivelo a turno il Mio Essere e i raggi della Vita fondamentale.

63. Se quindi ho formato per Me un’Opera in modo creativo, allora devo provvedere per cosa c’è ancora da perfezionare. Inizialmente l’illumino da tutte le parti con il raggio della forza della Mia Sapienza, se nella costruzione creativa interiore ed esteriore sia un portatore di un ‘germe di vita’. Poi la Sapienza affila ogni opera. Più avanti entra in gioco la Mia Serietà; ma su questo vi indicherò di più il quarto Giorno della Creazione.

64. Per quanto sono pure Opere della Mia Onnipotenza, quindi dipendenti dalle Leggi immutabili e non hanno bisogno di condizioni e della libera volontà, allora basta la costruzione elementare dall’Ordine, dalla Volontà, dalla Sapienza e dalla Serietà. In ciò non hanno bisogno di agire né la Pazienza, né l’Amore crescente, nell’espressione più sublime della Misericordia, perché a questo riguardo dominano comunque nei determinati raggi della Vita fondamentale.

65. Invece, per le creature che secondo lo sviluppo dei singoli Giorni devono divenire spiriti-parziali, anime e figli capaci di un alto sviluppo, ho imposto due tratti dell‘Opera, e cioè il primo come nelle cose viventi inconsapevoli, il secondo invece sulla Pazienza, sull’Amore e sulla Misericordia. Il perché questo avvenne così, sarà rivelato quando il Giorno della Pazienza vi avrà portato abbastanza progresso.

66. Ora vediamo se le Opere fondamentali del nostro maestro della casa e dell’acqua sono riuscite bene e perciò si mostreranno anche nel terzo Giorno. UR ordina al primo principe di precedere, affinché – quando sarebbero giunti gli ospiti – la casa sarebbe stata anche in ordine.

- Ringraziando gioiosamente UR, Uraniel e Urea s’affrettano su per la collina. La c’è la casa, il pozzo e nella stessa perfezione come se li ricordano ancora. Ma notano che tutto è diventato più bello. Questo viene dal loro lavoro, oppure dall’Onnisanto? Aprono le due porte, Uraniel attizza il fuoco che arde coperto dall’altare della casa.

- Urea indugia: ‘…non dovrebbe, questo, essere lasciato piuttosto al sommo Sacerdote?’

67. Uraniel dice: “Certamente, finora lo ha fatto UR. Se adesso deve fluire da noi la forza della Sapienza, allora come portatori delle Sue caratteristiche dobbiamo riuscire a compiere pure un’Opera. Egli ci ha insegnato a non aspettare mai, solo finché Egli aiuti. – Questo è certo: se prendessi per me l’Opera sacra del fuoco, dalla Sua mano, non lo potrei mai attizzare, anche se avessimo colmato la ciotola delle offerte con l’incenso fino all’orlo. Oh, guarda il segno: il fuoco arde! Ora il Sacerdote può venire!”

68. Uraniel ordina la casa e Urea liscia il tappeto dell’altare; hanno steso quello giallo del Sacerdote. Ecco che si sentono già le voci davanti alla casa. Uraniel corre fuori, mentre Urea nella bella conoscenza, vuole ricevere presso l’altare il Simbolo del focolare: UR! Il sommo Sacerdote Melchisedec oltrepassa la soglia della casa dell’Ordine.

69. Egli si ferma davanti all’altare e domanda: “Chi ha attizzato il fuoco, toccando la ciotola delle offerte, dando così la prima consacrazione alla stanza come se Io stesso l’avessi fatto per la casa dell’Ordine?”

- Uraniel dice con voce forte: “L’Ordine!”

- E UR: “Questo, è giustificato nel senso del Mio santo Essere, che un’Opera possa rimanere in tutte le Opere?”

- Urea dice: “E’ avvenuto nel nome di UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero; Egli lo giustifica e lo santifica per tutta l’eternità come irremovibile opera dell’Ordine”.

- Allora UR si volta bonariamente verso i figli e, inginocchiati, ricevono la benedizione del sommo Sacerdote. Egli si siede sul trono, indica anche ai primi di sedersi, e comincia a parlare:

70. “Figli Miei, portatori di luce dell’eternità-ur! Il primo principe ha compiuto una buona Opera da tutto l’insegnamento e dalla sua riconoscenza. Le Mie parole del Mattino, al Giorno, sono già diventate una grande parte della benedizione. Dalla consapevolezza della Mia forza interiore ho sparso della semenza, affinché si riveli utilmente nella consapevolezza della forza esteriore. Infatti ho inviato nella terza Ora della prosperità dell’ultima Notte il Mio grado di Sapienza all’alto campo il più alto possibile, e di nuovo l’ho immerso come semenza benedetta. Esso è diventato parte del primo principe! E come fiaccola vivente davanti al Mio sacro focolare e al Mio seggio ha lasciato divenire da sé, la parte della benedizione, un bene del Regno.

71. Di conseguenza, l’Ordine Mi ha ben preparato la sua casa, e Mi sento…”, UR sorride, “…del tutto come Comproprietario e compartecipe. La vostra azione, Uraniel e Urea, porterà con se stessa la sua ricca semenza fino alla fine dell’Anno-Azione-ur, perché Mi servite nelle Mie mani”. UR menziona questa semenza benedetta cosicché venga giustificata tramite delle azioni svolte da soli, ma insegna anche di badare con cura che non si può manifestare nessuna anticipazione. Ed aggiunge:

72: “Comprendere l’Io-ur e portarLo realmente in sé fino a quando un azione compiuta nel campo visivo di tutte le Caratteristiche riceva la forma, ce ne vuole moltissimo. Non è ancora difficile fare la cosa giusta, perché vi custodisco Io. La vostra conoscenza e la Mia custodia vanno mano nella Mano. Nei prossimi Giorni, Settimane o Mesi, dove ogni piccola opera sarà guidata responsabilmente alla ‘grandezza dell’Anno’, aumenterà anche la vostra conoscenza rispetto alle pretese della formazione responsabile dell’Opera, ma cresceranno altrettanto quegli atti compiuti unicamente da sé. Allora ci sarà molto da esaminare, e vi ricordo che Io levigo da tutte le parti ogni Opera attinta e posta attraverso la Mia Sapienza, prima che venga consegnata all’ulteriore procedimento.

73. Nondimeno, se un figlio dovesse mai dire a se stesso dopo un’azione sbagliata: ‘Lo volevo a fin di bene’ ma s’ingarbugliasse in scuse di ogni genere, allora fuggirebbe davvero da Me. Solo quando quel figlio in tutta umiltà si sottomettesse di nuovo a Me, non appena ammettesse l’errore, una tale azione ingiusta verrebbe riparata presto da Me. Solo allora il figlio e l’Opera verrebbero elevati a Me, perché altrimenti, la restituzione e l’umiltà porrebbero nel fuoco del Mio focolare qualcosa di ingiustificato o di sbagliato, dove sarebbe da ritrasformare nuovamente in una benedizione dell’Opera.

74. Ora non pensate timorosi: ‘Oh, allora è meglio lasciare tutta l’Opera della Creazione unicamente al Santo, allora riuscirà sicuramente bene in eterno!’. Certo, Miei primi. Che così diventerebbe il meglio, non ho bisogno di confermarlo. Soltanto, i Miei figli devono maturare per Me in buoni frutti, per essere attivi per il meglio, come Me. Finché il cuore rimane pieno di quella umiltà che genera forza, gioia e il compiere, non esiste nessuna Opera-Figlio che non sia o non diventi per il meglio. E’ quando riceve la giustificazione, che lo diventerà, quando la consegnerà a Me per la rettifica! L’azione di Uraniel è un buon segno. Chi agisce come lui, agisce come faccio Io! – Con ciò interrompiamo l’indottrinamento e ci recheremo nella casa di Michael”.

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3/5 – Nella casa della Volontà il cerchio del Creatore con gli infiniti cicli

75. Strada facendo, i primi si consigliano già bene. UR li lascia fare, e li precede. Quando Michael ed Elya – anche inviati – aprono le porte, brilla loro incontro chiaramente il fuoco dell’altare. Chi l’ha acceso? Michael vi rimane fermo davanti, riflettendo nel cuore. Allora sopraggiunge la conoscenza: ‘Non delle stesse azioni uguali sono sempre le medesime!’. Elya riempie le coppe ed attende al focolare. Michael mette a posto il trono di UR, mette la sua mano su tutto. Poi attende davanti alle porte. Quando sta lì, sembra essere l’incorporazione di una grande Forza.

- Gli altri lo sentono così chiaramente, che domandano meravigliati: “Michael è più di noi?”

76. Lui invece, chinandosi profondamente, saluta il ‘santo Proprietario’ della sua casa. Saluta gli altri e conduce Sadhana per mano, al suo posto.

- O Michael, del tutto senza notare quel tempo della Creazione dal destino grave, commetti un’azione che un giorno deciderà tra te e Sadhana, quando la prima figlia dell’Onnisanto dovrà imparare a piegarsi alla più sublime Volontà. Entambi non presagiscono ancora nulla, né li lega l’amore.

- Uno splendore bonario-serio passa sul volto di UR, che dopo, indica l’altare e dice:

77. “In verità, se i Miei figli Mi preparano in tutto un ricevimento festoso, allora nella Mia Casa devo pur preparare per loro una ricca tavola. Nessun figlio vede la Mia preparazione più interiore, perché da parte Mia è già dato in anticipo, rispetto al tempo che deve ancora venire. Tuttavia il collegamento di cui parlavo aumenterà la visione, la quale di conseguenza farà percepire un’alta beatitudine nel ricevere i doni. In ciò il cuore è talmente pieno, come lo sono qui le coppe sul focolare dell’altare della Volontà preparati per Me e per tutti per la deliziosa bevanda. Perciò fortifichiamoci, affinché il seguito possa essere ben accolto e valutato”.

78. In ginocchio, Michael porge all’Onnisanto il grande calice. Anche questa è un’immagine segreta di cui non presagisce ancora nulla, nemmeno perché quel simbolo un tempo futuro avrà due volti: uno pieno di indicibile superamento, l’altro pieno del più sublime “Gloria-in-giubilate”! E come principe delicato del Cielo, serio e cavalleresco, dà in mano a Sadhana la successiva coppa, quando tutti hanno bevuto, UR comincia con un nuovo insegnamento.

79. “Uraniel e Urea hanno osservato stupiti la loro casa. A loro sembra più bella e più grande, ma non sanno ancora se in effetti è così, se ciò ha a che fare con la stessa costruzione della casa oppure soltanto con ME. Quando Michael stava davanti alla sua porta, voi altri avete creduto che egli vi avesse superato notevolmente. Ora, figli Miei, ascoltateMi bene:

80. Delle Mie Opere ogni singolo porta una parte del Mio potere e della Mia forza; e l’autorità e il vigore costituiscono la sua forma, che perciò vengono prodotte parte per parte dal principio-ur creativo secondo ai loro predeterminati gradi di perfezione. Ma se un tale grado di perfezione fosse delimitato fin dal principio secondo lo spazio e il tempo assegnato, come anche lo sviluppo, la Mia Opera starebbe praticamente ferma e non esisterebbe una reale edificazione, nessun eterno accrescimento, meno ancora una meta di perfezionamento, l’unica a riuscire a condurre alla perfezione. Ve lo voglio spiegare ancora meglio.

81. Vedete, qui dall’incenso ne traggo un cerchio”. UR lo fa e la struttura estratta dalla santa Mano rimane immobile nello spazio. Ora UR forma al suo interno molti piccoli anelli i quali gradualmente riempiono completamente la linea esterna del cerchio. UR continua l’insegnamento: “Ogni piccolo cerchio rappresenta un Anno-ur. Per la vostra miglior comprensione ne tolgo uno e all’interno dello stesso vi disegno ulteriormente i Giorni della Creazione di un Anno come piccoli puntini.

82. Ecco…”, continua UR dopo che i primi hanno ammirato ad alta voce questo miracolo, “…ora consideriamo il cerchio grande come un raccoglitore di cicli di molti anni, i piccoli come Anni singoli. Tuttavia tutti i Giorni sarebbero come gli Anni, se Io in anticipo avessi limitato i gradi della perfezione dei singoli cerchi secondo lo Spazio, secondo il Tempo e secondo la loro propria possibilità di perfezionamento. Da ciò risulterebbe praticamente una continua ripetizione che rallegrerebbe brevemente, e dopo, come superata, la si getterebbe in un fosso. Che in ME è impossibile che esista una tale fattivo lavoro, lo capite da voi stessi. Nondimeno, in base alla stessa immagine vi mostrerò adesso la verità della Mia Opera, e senza molte parole acquisirete una giusta luce di Sapienza con la quale qualche angolo nascosto del Giorno sarà chiaramente illuminato.

83. Devo cancellare quest’immagine e disegnare di nuovo la grande sfera. Adesso vi vogliamo praticare dentro tanti Anni come ne esistono tanti – diciamo – nel Mio dito mignolo destro. Pensate comunque all’infinità, alle Opere con la Mia potenza”. UR soffia all’interno, e non si può contare quante volte questo avviene. Nessun occhio di figlio può afferrarne la velocità, ma i primi vedono chiaramente come ogni soffio genera un puntino che cresce molto rapidamente e si appoggia alla parte interna della grande sfera che era stata fatta. Tuttavia, nonostante tanti punti diventino anche delle formazioni crescenti, lo spazio interno dell’anello principale rimane comunque vuoto, e lui stesso non diventa più grande. Questo è inspiegabile a tutti.

84. UR lo indica: “Ora, cari figli, vi piace? Vedete, i Cicli, gli Anni oppure i Giorni, nel ‘sorgere’, tutti sonosimili ad un puntino – in cui Io concentro il Mio potere, forza, autorità e vigore – anche se adeguato ad ogni singolo. Quale effetto imponente abbia questa concentrazione, che è un agglomerato di infinite energie creative, lo avete visto nella crescita di ogni puntino. Ore comprendete bene che in Me esistono delle possibilità di perfezionamento non misurabili.

85. Tuttavia ancora non vi è chiaro come mai il cerchio grande non si allargava né si riempiva, benché abbia incorporato innumerevoli puntini nella sua parte interna. Sì, sì, dovrò prestare di nuovo il Mio Sole-ur affinché lo comprendiate”.

- Dalle quattro larghe finestre che sono presso le porte a destra e a sinistra, entra un pieno raggio.

86. UR spiega: “La Mia vita pulsante è in sé illimitatamente creativa, senza cogliere da nessuna parte la forza o la volontà di formare. Il grande cerchio rappresenta il principio di vita del Creatore. Un cerchio è sempre qualcosa di intero, senza inizio, senza fine. Se Io stesso sono simbolicamente questo Cerchio, allora in ognuno è contenuta la Sostanza-ur che crea delle Opere visibili ed invisibili. Quindi, prendo da ogni cerchio del globo ogni piccolo punto di Vita e gli dono il suo Polo, ovvero l’inizio dell’Opera che – rispetto ad un Giorno della Creazione – significa quasi un nulla. Logicamente, la Sostanza-ur del cerchio deve attirare a sé la piccola sostanza del punto, perché è il Magnete più potente della vita e non lascia nulla di ciò che le viene tolto. Ogni piccolo punto di vita si estende e si allarga attraverso l’irradiazione della sostanza dell’anello, venendo attratto nuovamente da essa magneticamente e diventando così sostanza-parziale nello Spazio-ur, nel Tempo-ur, nella Vita-ur! Perciò lo spazio interno del grande cerchio è rimasto, per così dire, vuoto, senza però esserlo.

87. Sì, figli, queste sono le Mie Opere miracolose che si rivelano dal grande Magnete, il principio complessivo dei Miei raggi di Vita fondamentale che servono ad assicurare a Me il giubilo del Creatore, e ai figli la beatitudine della Creazione in grado di aumentare. Proprio questo è il Mio Essere: Io sono UR, il Creatore, l’Inafferrabile che dall’Ordine e dalla Volontà attinge dalla propria fonte un’Opera meravigliosa dopo l’altra! Questo (Essere) sono Io: il Sacerdote che benedice nella Sapienza e nella Serietà. Questo sono Io: Dio, che le attira (tutte le Sue Opere) magneticamente a Sé attraverso la Pazienza e l’Amore. E questo sono ancora Io: il Padre che tramite la Misericordia unisce Se stesso! Così si aggiunge anello ad anello e, …tutto, tutto riposa in ME, l’Anello-UR, il Principio della Vita fondamentale!

88. Ora vi stupite, i vostri occhi splendono incontro a Me come puntini benedetti che presto riempiranno completamente lo Spazio e il Tempo di un Giorno. Ora riconoscete anche il perché il primo principe della casa dell’Ordine credeva di trovarla più grande. Ogni opera benedetta cresce con la Mia Opera, certamente non secondo la forma, la quale dev’essere adeguata alla sfera della vita esteriore di un Giorno, ovviamente crescendo secondo la struttura interiore, (con) l’impulso al perfezionamento.

89. Tuttavia avete riconosciuto la crescita come esteriormente presso il nostro maestro dell’acqua della Creazione, Michael. Ora vedete: la più giusta umiltà è di constatare negli altri una crescita e di averne la gioia più disinteressata, e questo vale per Me come un preziosissimo gioiello. I Miei figli non devono mai vedere o misurare in sé il proprio divenire grande, bensì sempre nella grandezza del loro prossimo.

90. Di questo ne siete stati capaci e nel frattempo avete constatato che dipende meno dalla grandezza visibile, bensì, che dall’essere irradiante che viene denominata come ‘anima’. Questa stessa cresce dallo spirito, come l’esteriore dall’interiore; ma l’esteriore è l’espressione nell’Anno-Azione-ur, il Mio collegamento con i figli. Così l’anima dev’essere l’espressione del suo spirito. Se lo è diventata, allora entrambi, nell’unione con la creatura, sono ‘il figlio’. L’umiltà è una buona protezione, poiché è meglio se l’anima non continui a crescere, bensì nel tempo la veda così di tanto in tanto. Non può neanche farla crescere da sé, essa cresce da sé se accetta e valuta il Cibo offerto da Me. Questo vi diventerà chiaro nel Giorno del figlio[19], allora verrà su di voi un’alta benedizione e gioia”.

91. Loro sono già beati, poiché il Sole-ur ha rischiarato magnificamente la casa, più ancora i cuori. Non dovrebbero veramente…? Sì, Michael piega le sue ginocchia con gli occhi ardenti davanti all’Onnisanto, poi prende in mano il segno della spada e lo solleva in alto. Ed è lì come un vero principe, come una vera stanga della luce, per difendere quel che gli è divenuto santo, …e adora:

92.    “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Grandi sono tutte le Tue Opere, così come le Tue Magnificenze sono l’espressione creativa più bella. Nel Giorno dell’Ordine e della Volontà ci hai rivelato un’ultrapienezza del Tuo Essere, e nel Giorno della Sapienza ci irradi costantemente con la luce del Tuo Sole-ur. Dì, o Onnisanto: come Ti dobbiamo ringraziare per il Tuo compiacimento? Seguiamo volonterosamente la Parola che ci ha descritto con il meraviglioso miracolo del Tuo Anello-ur. Di ciò non abbiamo posto nessuna domanda, né sapevamo se l’insegnamento ci avrebbe portato una benedizione oppure no. Ma ora, o Padre…”, giubila ad un tratto a voce alta il principe del Cielo, e la sua voce risuona chiara e forte come il suono di una tromba, “…Padre, quello che Tu ci dai, serve sempre per il nostro meglio! Quello che Tu ci insegni, diventa la nostra proprietà, perché è una Parte dalla Tua alta-santa Parte-ur, ed è il più bel Dono che ci regala la Tua Grazia. Ma ora il nostro ringraziamento. Accoglilo, o Padre, o UR!

93. Le nostre case hanno avuto quattro finestre, senza che Uraniel, che Tu nella Benignità hai chiamato il costruttore di case della Creazione, sapesse come si sarebbero formate le sue opere, poiché nella costruzione lui ha pensato al Tuo Santuario come io alla fonte davanti allo stesso. Ci hai spiegato le due porte, ma non le quattro finestre. Dato che hai previsto quest’Ora della grazia e non hai preso in anticipo il nostro ringraziamento, siamo felici perché possiamo accendere noi stessi una luce dopo l’altra grazie al Tuo gentile Sole-ur che dona così tanta luce, come lo vorremmo sempre avere.

94. Le nostre finestre sono un’immagine riflessa delle quattro Camere del Cuore del Tuo santissimo Essere. Le vogliamo aprire come il Tuo firmamento, affinché attraverso ogni finestra possa cadere un pieno raggio delle Tue (quattro)[20] Entità. Attraverso le stesse finestre vogliamo inviare i nostri raggi cercando Te costantemente. E ora giubilo a Te: Padre, Padre! Così l’esclamazione è contemporaneamente adorazione e ringraziamento al Creatore, al Sacerdote, a Dio, a Te, l’Onnisanto e Onnigiustissimo! Unicamente Te, UR, santo-eterno, riconosciamo; unicamente Te preghiamo, unico-eterno e veritiero! Tu, il grande Anello, l’Origine-ur di ogni essere e di ogni divenire, hai attinto la Tua santa Opera-Figlio dalla Tua fonte della Mezzanotte e ne hai fatto la Tua faccenda-ur!

95. O UR, guarda ora la mia spada, la tengo verso la luce affinché possa risplendere bella nella forza. Se la sollevo a protezione della luce, la porto nella protezione delle Tue Opere, ed io, Michael, la porto a protezione della Pazienza, dell’Amore e della Misericordia! Venite fratelli, sorella, giubilate al Signore, rallegratevi e cantate, poiché il santo, sommo Sacerdote Melchisedec, è il nostro Re. Uniamoci in un cerchio e adeguiamoci al Suo Cerchio-ur posto in alto. Egli è eternamente la nostra Tutela! Alleluia, Alleluia! Santo, santo, santo, santo sei Tu, o Signore!”

96. Tutti s’intonano nell’esclamazione di ringraziamento e di giubilo del principe della Volontà. Nel semicerchio stanno intorno al focolare dell’altare. La loro chiamata s’infrange verso l’Onnisantissimo e rimanda benedetta ed eoni di volte, la luce e il raggio. Questo rotola come onde attraverso lo Spazio e il Tempo, formandosi e, ad un tratto, appoggiandosi come un simbolo alla parte sinistra dell’altare. Loro lo percepiscono come uno ‘scudo’, e comprendono che questo è stato aggiunto alla ‘spada’, ma non presagiscono che dal giuramento della protezione di Michael, un giorno diventerà per lui stesso un’imponente protezione. UR copre anche il futuro, non ci deve essere nessuna determinazione.

97. Sotto il giubilo di tutti, Michael ed Uraniel sollevano il pesante scudo e pregano UR di consacrarlo.

- Questo avviene. I primi non sanno quasi trattenersi per non irrompere sul trono.

- Allora UR si reca in mezzo a loro. Percepiscono chiaramente che è UR’. Con riverenza guardano su al Creatore, ricevono la benedizione dalla mano del Sacerdote, ed è Dio che li attira a Sé come un Magnete. Lo accerchiano sempre più strettamente, ma alla fine è ‘il Padre’; infatti è Sadhana che interrompe il sacro incantesimo e si getta al Suo petto.

*

98. Ah, la figlia più bella! Non ha tremato il tuo cuore quando dal giubilo davanti all’Onnisanto sorse lo scudo come una dura difesa? Non è venuta su di te la paura? Sì, su Sadhana era venuta la paura insospettata di perdere UR. Per questo motivo reclama, cercando l’aiuto per una protezione di qualcosa che lei non conosce ancora. UR dev’esserle Scudo contro tutto, necessariamente contro se stessa. Egli non concede né spazio né tempo alla previsione, perché Sadhana è il Suo giusto Eco. Egli fa di tutto per ricondurre i Suoi figli nel grembo-ur della Misericordia, oltre i probabili scogli della Legge della libera volontà.

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3/6 – Verso la terza collina, sull’acqua e sull’asciutto

99. Dal Suo cuore di Padre scorre una sacra calma sulla figlia e sugli angeli, i quali sentono più inconsciamente l’inquietante preoccupazione di Sadhana. In tutti domina lo stesso grido: ‘Rimanere con UR! Non perdere il Padre!’

- Lui toglie ogni paura con un bacio, e adesso va verso la terza collina. Strada facendo insegna ancora qualcosa sul raccogliere delle acque e quale compito del Giorno sia questo.

100. Lui dice: “Cari figli, pensate alle parole della Creazione all’inizio del Giorno del ‘raccogliere le acque’ e del ‘vedere l’asciutto’ (cap.3,10). Che l’acqua pulsa come il Mio Spirito attraverso l’Opera come un fiume di vita, lo sapete. Esistono due tipi di fiumi. Vedete, le vostre colline hanno anche bisogno della Mia luce e della Mia acqua, ma non di quella sostanza-ur che proviene dal centro del Mio Cuore. Ogni opera dev’essere nutrita continuamente con luce e acqua, se deve raggiungere la sua meta predeterminata. Una tale predestinazione è sempre delimitata da Leggi immutabili. Infatti, può una collina parlare, sentire o fare qualche altra cosa? Può diventare qualcos’altro di ciò che è, secondo le eterne Leggi dell’Ordine? Perciò ha soltanto bisogno dell’irradiazione indiretta.

101. Dei figli viventi auto consapevoli, più avanti anche dei puri spiriti o esseri animici che compariranno per differenti scopi, persino delle creature, avranno bisogno della diretta irradiazione di luce e vita, se devono diventare perfetti pure da se stessi. Questo è certamente anche una predestinazione, ma la più alta non strettamente delimitata, bensì fondata sulle Leggi mutabili. Ciononostante, ho preso dalla Mia fonte-ur un unico raggio di luce e di vita per tutte le cose.

102. Già dal primo riflesso visibile, dal pozzo davanti al Santuario, defluiscono quattro acque della vita: due di queste danno, due guidano oltre, e rispettivamente, uno di due tipi contiene una destinazione indiretta e una diretta. Anche nei vostri pozzi si trovano le due acque della predestinazione e fluiscono fuori in modo settuplice secondo i raggi della Vita fondamentale. Esse tuttavia incorporano un Piano comune; infatti, come deve essere realizzata una parte dell’Opera, così dovrà formarsi obbligatoriamente nell’altra.

103. Ora qualcosa sul raccogliere e sull’asciugare! Se il nostro maestro dell’acqua della Creazione non avesse costruito nessun muro del pozzo, l’acqua si riverserebbe ovunque e noi dovremmo passare sempre attraverso quest’acqua, cosa che sarebbe bensì possibile, ma non corrisponderebbe al Mio piano doperativo. Sarebbe come se il Mio Io-ur traboccasse, con cui non si potrebbe mai in eterno pensare ad un’Opera visibile. Se invece questa viene raccolta, allora essa si muoverà nei limiti stabiliti dalla Legge. Soltanto, proprio per questo diventa un Potere concentrato tale da creare delle opere infinitamente magnifiche e permanenti! Lo stesso vale rispettivamente per la luce, ma anche su questo, il prossimo Giorno porterà una grande rivelazione.

104. Contemporaneamente a questo raccogliere, oltre alla costruzione avviene anche la direzione rivelata. In tal modo il corso dell’acqua è ordinato e giunge certamente alla sua meta prestabilita. Così anche i Miei figli devono raccogliere i raggi della luce e dell’acqua della vita in una unità potente e poi, secondo lo scopo, indirizzarle qui oppure là con più o meno quantità, come ogni Opera ne ha bisogno. Se voleste creare tutto in una volta, qualcosa vi potrebbe riuscire, ma tutto rimarrebbe poi una costruzione molle senza consistenza creativa.

105. Ora comprendete il perché nel primo Giorno ho lasciato eseguire come cosiddetta ‘Opera principale’ solo la costruzione della casa attraverso Uraniel, nel secondo Giorno tramite Michael la costruzione del pozzo, e inoltre, affinché tali opere fondamentali continuino ad esistere da un Giorno all’altro, (sono state eseguite) delle piccole opere secondarie da considerare come abbellimento dei lavori di base, che non ne toglierò nessuna; queste le potete creare come volete. L’importante è che facciate tutto con Me, cioè con la volontà consapevole di aiutare l’Opera complessiva all’ulteriore magnificazione. Solo attraverso la concentrazione tramite il raccogliere si formerà il duraturo!

106. Un’Opera della Creazione che è anche da completare con molti figli, ha bisogno della raccolta di molte acque della vita, come in un mare nel quale, verso questo Giorno, nella stessa forte caduta si riversino la Mia Sapienza e tutte le Caratteristiche, per cui si svolga l’accumulo delle Parti del Potere creativo in tali ‘bacini di forza’, che siano in grado di svolgere la rispettiva parte di lavoro.

107. Anche qui la doppia benedizione, perché un tale mare di acqua della vita è contemporaneamente una centrale di forza per tutte le piccole e piccolissime acque della vita dei figli che hanno da questo mare il loro afflusso oppure nel completo esaurimento sono da nutrire e da ricostituire nuovamente.

108. Nel raccogliersi delle acque si trova pure un simbolo particolare. Significa guardare unicamente a Me, come anche alla Mia meta della Creazione, e che tutto il resto come ‘l’asciutto’ non deve stare in primo piano. Nondimeno, non badare a quest’ultima cosa sarebbe del tutto sbagliato. Un paese attraverso il quale l’acqua scorre in modo sensato nel suo corso regolato, l’asciutto non solo è utile, bensì è molto benedetto e capace di benedire esso stesso. Attraverso di questo i frutti possono maturare attraverso la luce e l’acqua, per la vostra beatitudine e per la Mia gioia.

109. Chi non raccoglie l’acqua può certamente conoscere la Mia verità, ma non possiederà nessuna base dell’ordine ed annegherà nella sua stessa conoscenza. Questo significa che ‘l’impeto della verità’, intanto, lo manderà in rovina. Vi ricordo l’acqua nascosta dal monte di sabbia. E chi la lascia esaurire per tiepidezza, avrà un paese prosciugato che non darà nutrimento a nessun frutto. Perciò è da considerare di raccogliere tutte le conoscenze in azioni, affinché la terra diventi fertile, come anche il Mio Santuario non è costruito sulla fonte, bensì visibilmente accanto ad essa.

110. Sì, Miei primi, non è difficile formare delle opere, ma dare a loro il valore duraturo dopo l’Ordine della Creazione, per questo ci vuole sapienza. Perciò adesso vogliamo prenderne confidenza qui, tanto abbiamo raggiunto la loro collina. Andate avanti, Zuriel ed Helia, affinché troviamo anche la giusta Sapienza”.

- Risponde Zuriel: “O UR santo e amorevolissimo, per questo non ci vorrebbe nessun passo da parte nostra, perché è presso di Te e Tu sei con noi! Perciò saremmo già nel luogo migliore. Ma ora che hai dato l’Ordine, sarà certamente la perfetta Sapienza che ha ordinato questo”.

- “Ben pensato, Zuriel”, conferma UR. “Da Me nulla avviene senza un sacro senso né scopo! Preparatevi strada facendo, vi attende un grande lavoro”.

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3/7 – Nella casa del principe della Sapienza, con la falce per il Giudizio

111. Il principe-angelo corre avanti, e a distanza seguono UR e gli altri. Zuriel ed Helia trovano sulla loro collina tutto ciò che era stato creato finora, perciò la loro gioia è talmente grande, che per il momento non viene posta la domanda di quale sarebbe stato il loro lavoro. Il loro animo è inondato dal fatto di attendere l’Onnisacro come Proprietario fondamentale e come Ospite, affinché Egli benedica la loro casa con il pozzo e dia tutto all’Opera del Giorno. O voi uomini, non potete misurare una tale beatitudine degli angeli, perché sulla Terra non avete ancora il raggio di luce come fu offerto nel Duomo ai primi, dall’onnipotenza del puro creare.

112. Zuriel ed Helia non sono entrati in casa, non hanno fatto nulla al pozzo, perché UR non è stato ancora qui a benedire i figli, tuttavia hanno preso possesso della collina con lode e ringraziamento. Così Zuriel, quando UR domanda il perché non avessero preparato il loro luogo per il ricevimento, dice: “O Veritiero, lo abbiamo potuto fare nel cuore. Tu vedi se nel ricevimento festoso manca ancora qualcosa. Siamo senza dono, con il quale potremmo preparare bene la tavola per il Proprietario e per gli ospiti, allora accetta con grazia ciò che Ti offre il nostro cuore.

- Allora il sommo Sacerdote Melchisedec entra nella casa con le mani stese benedicendo la casa della Sapienza, i cui raggi illuminano chiaramente tutte le Opere. Egli benedice la casa e il pozzo, attizza il fuoco, affinché diventi la proprietà del terzo Giorno della Creazione e dice:

113. “Mia Sadhana e voi principi-angeli del Mio Cuore e del Mio Santuario, ora siete usciti dalla prima conoscenza del Mattino. Quello che avete udito finora è stata l’introduzione alla nuova Opera del Giorno. Quello che avete compiuto era l’opera dei figli, le cui mani furono guidate dal PADRE. Dei primi Giorni vi è rimasta la vitalità, a cui sono seguiti la conoscenza e l’azione. Nonostante ciò, avete attinto più o meno dalla fonte altrui, e non dalla vostra. Due volte avete attinto consapevolmente dalla Mia come dalla vostra fonte nel giorno dell’Ordine e della Volontà. Anche qui compaiono due differenze secondo le condizioni giustamente poste e riservate a Me e secondo la Legge della libera volontà. Ora fate attenzione.

114. Vi ho già rivelato ciò e per quale motivo le grandi Opere principali non hanno bisogno di essere create nuovamente: esse sono, e furono anche incorporate dai figli come bene stabile nel Giorno della Sapienza. Diversamente stanno invece le cose con le opere della vita interiore dei Miei figli. Certo, ad una grande Opera rimane conservata la sua sostanza-ur, ma deve essere riconosciuta nuovamente e consapevolmente appropriata di nuovo in ogni Giorno dai figli, perché su questa via prevista benevolmente nella Mia Sapienza è da raggiungere il grado del più alto perfezionamento che sfocia in quel grado di perfezione preservato alla fine di una Creazione-ur. In ciò è incorporata la Mia santissima Immagine vivente!

115. Considerato che adesso in ogni Giorno, sopratutto i primi sette dell’Anno-Azione-ur, le Mie Caratteristiche sottostanno come nuova irradiazione supplementare per giungere alla vera Immagine vivente premenzionata per l’Opera filiale, ogni figlio nato libero deve cogliere per sé la nuova costruzione da ogni Giorno, affinché dall’afflusso di questo colga anche il relativo raggio più alto possibile. Quindi, avete attinto in ogni Mattino dapprima una volta il dovuto dalla menzionata fonte, come appunto in questa bellissima Aurora della Creazione nella quale vi è sorta la Mia Sapienza come un Sole splendente nel puro Cielo della conoscenza.

116. Ora dovete condurre la vostra fonte nell’Opera del Giorno, la cui acqua freatica non può essere naturalmente altra, né deve esserlo, che quella dalla Mia fonte. Lì vale pure il diritto del Proprietario, del Partecipante, dell’Ospite e dell’ospitalità. Dipende sempre dal fatto quali di questi quattro collegamenti vivifica il figlio; di conseguenza, l’afflusso dalla Mia fonte si forma nel possedimento proprio oppure solamente in quello preso in prestito. Perciò è perfettamente nell’ordine se nelle prime Ore dei sette Giorni altamente concentrati dell’Anno-Azione-ur in cui operano fondamentalmente per la prima volta le Caratteristiche, i Miei figli attingano prima unicamente da Me, dopo coscientemente, e conquistano tutto il bene della vita nella libera volontà.

117. In tal modo con ogni Giorno crescono il lavoro e la responsabilità, e ora comprendete il perché nel primo Giorno per un tale lavoro preparatorio serviva un’ora, nel secondo Giorno due e nel terzo Giorno persino tre ore, in cui si è svolta l’imponente costruzione. Ormai davanti a voi sono aperte la direzione e il corso, potete raggiungere senza ostacolo la meta, e alla sera posarla per Me sul sacro focolare come un buon frutto maturo della Sapienza, dall’Ordine e dalla Volontà.

118. Tuttavia non dipende soltanto da questo. Vedete: come i muri delle case, come la recinzione delle nostre acque sono assemblate da molte singole parti in una totalità, così ogni singolo lavoro deve avere in sé struttura, direzione, corso e meta, altrimenti i figli non la possono raggiungere liberamente da se stessi. Ogni meta singola è diventata in voi una primizia già così chiara, che Io ne ho la Mia più bella gioia. E’ un sacro interesse nell’Opera-ur, da cui attingete entrambi: il ‘lasciarsi-guidare’ e ‘l‘andare da sé’! Con ciò avete raggiunto un continuo doppio collegamento, e questo ve lo voglio spiegare mentre il terzo principe-angelo attende Me davanti alla casa.

119. Se in lui fosse rimasto predominante il ricordo portato con sé dai Giorni precedenti, in più pure dal fatto che i primi due attivi nell’Opera erano stati mandati avanti, allora sarebbe stato vicino il pensiero, persino il diritto, che anche lui poteva entrare nella sua casa e fare come loro. Ma se credete che Zuriel ed Helia non si fossero preparati alla Mia venuta, allora voi e il principe della Sapienza vi sbagliate al massimo. È avvenuto il contrario: la sua conoscenza non è stata guidata dal percorso del lavoro precedente come finora, bensì l’impulso accresciuto del pensiero di far entrare innanzitutto Me nella sua proprietà e farla consacrare. Lui ha impiegato utilmente questo auto impulso. Ve lo rivelerà di più un esempio quando lasceremo agire Zuriel con Helia all’aperto a cuore pieno, in modo che nell’ambito della Sapienza fino alla fine di questo Anno-Azione-ur, ad un figlio non possa mancare nulla come sono da realizzare il più bello e il più sublime.

120. A questo voglio allacciare un altro insegnamento, il quale – come tutto – non vale solamente per voi, bensì per così tante eternità, come l’Anno-Azione ne ha di Giorni. – Ogni Opera primaria deve sempre essere iniziata e completata con Me, e mai completamente libera da un figlio! Certamente, nulla accade senza di Me, ma questo si riferisce al segreto o al primo collegamento tra il Nucleo-ur e cellula-ur menzionati prima. Con l’inizio della coscienza del tutto personale di un figlio, detta Opera primaria deve quindi essere attivata coscientemente con Me, poiché ho costruito il Mio Anno-Azione-ur sulle opere primarie!

121. Se agite in questo senso, allora non dovete preoccuparvi se il nostro Anno si dimostrerà valido. Allora raggiungerà il suo ‘dare’ della Creazione, dai moti coscientemente liberi dei figli e, oltre a questo, raggiungerà la sua più bella magnificenza. Tutto ciò che segue dalle Opere primarie risulta come da se stesso, poiché una volta che le Mie mani sono state afferrate fondamentalmente nell’Ordine, questo porta a un legame creativo stabile!

122. Finora lo avete eseguito così, nella misura in cui i particolari vissuti ve ne hanno dato la possibilità; di questo lo testimonia in particolare l’afflusso del vostro cuore al Mio Cuore. Ecco perché si poteva entrare anche nelle due case, perché queste opere primarie erano stabilmente composte in sé. Uraniel e Michael, dato che siete i pilastri fondamentali delle Mie Opere, avreste potuto creare ben da voi stessi dalla forza prestatavi, ma allora non sarebbero diventate delle opere primarie. Invece per via del vostro lavoro giustificato è venuta su di voi la grande pienezza di benedizione.

123. Con questo insegnamento avete accolto abbastanza in voi, ed è tempo di trasportare la teoria alla pratica. Perciò avanti! Presso il pozzo ci attende già il Sole-ur, affinché per Zuriel ed Helia, la Luce della Sapienza possa sorgere fortemente”.

- Dapprima è silenzioso, come sempre, ma poi irrompe il giubilo, il ringraziamento e la gioia.

- E Zuriel dice semplicemente: “O UR, Donatore di alti doni, quando avrò attinto la pienezza della Tua Sapienza, allora Ti ringrazierò con le parole per adorarTi in modo giusto e sacro. Ora accogli il ringraziamento dal mio cuore e da tutti noi. La Tua santa gioia nel nostro ringraziamento sia la nostra benedizione per la nuova opera”.

124. “Bene! L’hai espresso straordinariamente bene, Mio Zuriel! Lascio valere questo: la Mia gioia nel vostro ringraziamento si rivelerà presto come una benedizione nella quale crescerà il vostro lavoro. Questo è il giusto fluire dalla Mia fonte-ur ai vostri pozzi, e poi di ritorno. E questa benedizione ha il valore dell’eternità-ur! Amen!”

- Questo fa scaturire nei primi un sentimento finora non presagito: la Parola-ur, per il cui adempimento non devono mai preoccuparsi! S’inginocchiano in silenzio; l’imponente soffio di benedizione li ha toccati molto profondamente.

125. Presso il pozzo percepiscono come se il Sole-ur si fosse modificato, certo non nella forza del suo raggio o della forma. Stupiti osservano il nuovo, meraviglioso panorama di luce e di colori. Inspirano profondamente, i loro occhi risplendono. Non è unicamente la contemplazione puramente esteriore di ciò che si svolge qui, no! Succede qualcosa di eoni di volte di più! E’ il linguaggio del dialogo santificato tra Padre e figlio, derivato dal primordiale collegamento tra la fonte della luce e l’opera della luce, tra Creatore e creatura, tra Sacerdote e Spirito, tra Dio e anima.

126. Più i primi, liberi e staccati dall’esteriore, si danno a questo fluido, più intensamente vengono irradiati dalla luce, finché non riescono quasi più a resistere per tanta beatitudine, e infine, Uraniel dice: “O sublime, maestoso buon Padre! Che cosa vuoi fare di noi, quando la Tua sacra e più incommensurabile irradiazione beatificante di luce e di vita ci avvolgerà talmente? Guarda: i nostri cuori non possono più accogliere il più piccolo raggio; essi traboccano, fluiscono a Te. Io credo che ora devi deviare un poco da noi il Tuo bel Sole, altrimenti ci sciogliamo nel suo onnipotente bagliore, e allora non saremo più i Tuoi primi, bensì scintille nel mare del Sole. Allora il Giorno della Creazione avrebbe mancato la sua meta. Quindi, per il nostro bene, gira ora un poco il Sole, affinché rimaniamo ciò per cui TU ci hai fatto divenire nella Tua potente perfezione”.

127. Dice UR: “Va bene, ma da quale parte, affinché non vi sciogliate, bensì rimaniate dei fedeli aiutanti e cari figli? Dev’essere da quella parte dalla quale sta la tua richiesta?”

- “Oh, sì, è questa la mia richiesta”, esclama Uraniel.

- “Allora proviamoci!”. UR stende la Mano destra, rivolgendosi da quella parte dove siede Uraniel, e tutti vedono come il globo di luce si gira. Ma non appena è avvenuto, sentono un raggio di luce e di vita molto più forte di prima, e guardano stupiti a UR.

- Uraniel domanda modestamente: “Signore, non hai girato il Sole dalla parte sbagliata?”

- Sul Volto santo passa un sorriso.

128. UR risponde con benignità: “O portatore dell’Ordine: dov’è la parte giusta o sbagliata del Mio Sole? Affinché tu trovi la giusta risposta, voglio mostrare come esempio scolastico il cerchio come nella casa di Michael. Dunque, eccolo lì! Osservalo con attenzione e mostraMi la parte giusta o sbagliata, con cui intendi l’inizio e la fine. Poi impiegheremo lo stesso sul Mio Sole, al quale con ogni probabilità non ho mai dato un lato sbagliato! Ora, figlio Mio, gira tu la ruota della Creazione!”

- Confuso, Uraniel guarda ad UR, poi al Cerchio, e dice timidamente:

129. “O UR, hai potuto fidarTi malamente del tuo principe dell’Ordine! Sì, né questo cerchio, meno ancora il meraviglioso Sole hanno un inizio o una fine e, con ciò, nessun lato giusto né sbagliato. Però ho osservato, e non lo comprendo ancora, che la forza della luce e del raggio è aumentata, dato che hai comunque girato il Sole secondo la mia modestissima richiesta. Tu sai com’era fatto il mio desiderio”.

130. “Già! Allora, naturalmente vi devo aiutare, e cioè attraverso il Mio portatore della Sapienza. Quando ciò accadrà, allora vi spiegherò il ‘miracolo’. In Zuriel sorge ora una ulteriore giustificata domanda: ‘Se e che cosa deve portare al Giorno, poiché abbiamo delle case e dei pozzi, visto che il nostro Maestro di casa e quello delle acque hanno ben provveduto per l’eternità?’. – Perciò guardatevi intorno, Zuriel ed Helia, ed esaminate ciò che sarebbe il lavoro successivo, affinché la nostra gioia di questo Giorno diventi perfetta”.

131. Allora entrambi si mettono davanti al Creatore di tutte le cose, e Zuriel dice: “O Signore, santo, o Melchisedec, sommo sacerdote, la forza del Sole aumenta costantemente in potenza, così che anch’io devo formare il pensiero: ‘Come ci proteggeremo, così da non dissolverci nella Tua luce, da tanta delizia in Te?’. Nonostante ciò, lascio passare su di me la Tua Luce-ur ancora per un po’, finché mi doni il giusto pensiero. So già una cosa: ora deve sorgere un’ulteriore prima Opera. Perciò voglio cercarTi diligentemente con gli occhi e lasciar agire dapprima le Tue sante mani, le quali tengono il timone di ogni nave della vita e della Creazione, e poi, arrivare così profondamente nella Tua sacra Fonte-ur per quanto profondamente mi è possibile. Allora voglio dire dalla Sapienza affidata a me: ‘Sia fatto!’. E voglio attendere ciò che succede. E’ giusto così? O Onniamato, Tu, Onnisanto, fa che anche quest’Opera raggiunga il valore dell’eternità-ur!”

132. UR risponde: “Hai parlato bene, Zuriel; agisci così insieme ad Helia!”

- Allora il principe guarda verso il Santuario sull’alto pinnacolo. Ora la luce avvolge morbida e meravigliosa il suo essere. All’occhio interiore, che anche qui è da descrivere come spirituale, la Parola del Giorno della Creazione passa in modo plastico (immaginoso). Ne offrono il motivo i quattro Alberi della vita che stanno alla fonte del Santuario. Lui amplia coscientemente lo sguardo. Allora si mostrano delle forme con alti alberi carichi di frutti, delle estese superfici verdi cosparse con fiori di infinite varietà di colori e forme. Magnifici boschetti danno spazio al pensiero, che là l’Altissimo sarebbe da adorare solennemente come davanti all’altare di una casa dell’angelo. L’immagine diventa sempre più formativa nella viva forza trainante. E come Sadhana, anche lui vede, circondata tra tutte le magnificenze, la Città dei vicoli d’oro, e vede – simili a queste – delle moltitudini di ‘figli nel divenire’, di cui parlava UR.

133. Sadhana e i sei principi formano un grande cerchio, mentre Zuriel ed Helia afferrano le mani di UR. In ciò sono spinti a formare l’immagine interiore. Esclamano all’unisono: “Così avvenga! Tutto il paese sotto i santi piedi del Creatore diventi fertile con alberi, erba, verdura, frutti, con fiori di ogni genere! Come delle azioni viventi colmano se stesse, così tutto porti il suo ‘seme vivente’ in sé, si fecondi e si moltiplichi fin dove il Braccio onnipotente dell’Onnisanto ha dato lo Spazio e il Tempo all’Anno-ur! Ogni azione produca quest’Opera primaria, l’Opera del nutrimento e della gioia, della benedizione e della grazia!

134. Se venisse mai offesa la Legge della Luce della Sapienza, allora si mostri nei ‘frutti offesi’. Allora la Sapienza prenderebbe in mano la falce per il secondo lavoro, e la Parola-ur sia adempiuta dai legislatori e tramite l’Opera di benedizione, da loro offesa. Così la falce rimanga il simbolo fino all’Ora in cui la Legge della libera volontà rivelerà la santissima somma meta, di UR. Dunque, avvenga l’Opera primaria della Sapienza! Voglia UR, come il Santo-eterno, Melchisedec, Sacerdote, darne il Suo amen”.

135. O maestosa Sapienza, incompresa dagli uomini, qui hai pienamente manifestato la Tua forza del Cielo! Tutti, tanto meno il terzo principe, non riescono quasi ad afferrare ciò che si mostra in loro. Delle palme tendenti il più magnificamente verso l’alto, e alberi simili alle colonne del Santuario li ombreggiano, poiché si trovano in un boschetto del primo Ordine. La luce del Sole, dapprima pur percepita troppo forte, diventa per loro di inesprimibile godimento. E tutto è avvenuto dal Pensiero, dalla Parola e dall’Azione. In verità, la collina della Sapienza è diventata un Paradiso. I primi, giubilando, si spingono beati intorno a UR, e il loro amore, con questa azione di creazione piena di grazia, Lo inonda. –

136. Quando il giubilo si calma un poco, UR dice: “Miei cari figli! Voi Mi ringraziate come non può avvenire nel modo più perfetto. Allora come ricompensa devo trasformare l’Opera originaria in una benedizione ancora maggiore. Nondimeno, vogliamo ringraziare il nostro maestro giardiniere paradisiaco, come Zuriel ed Helia sono da impiegare come tali. Loro hanno creato un Eden oltremodo meraviglioso. Il Mio terzo ha accolto potentemente in sé il Sole-ur, e così gli spetta giustamente anche il ringraziamento”.

- Gli angeli, e Sadhana davanti a tutti, circondano Zuriel ed Helia con grande amore.

137. Zuriel dice: “Chi porta in sé la Sapienza come il raggio della luce e della vita da cui è stata generata l’Opera? Chi ha lasciato divenire il Sole-ur come punto centrale per ogni Giorno, anzi, per le eternità? Questo è il nostro UR! EGLI soltanto lo ha fatto. Io ho ben potuto creare una bella opera secondo la mia sapienza; sì, mi sono lasciato irradiare costantemente dal Sole-ur, affinché secondo la Sua parola, venisse formata un’opera per l’eternità.

138. Soltanto, anche il nostro miglior Sole ha la sua forza dal Creatore, dall’onnisanto UR che lo ha lasciato sorgere, e ora, nell’ultramisura di una pienezza per noi eternamente incomprensibile, dal sommo Sacerdote Melchisedec pieno di Grazia. Perciò a Lui unicamente, l’Origine di ogni Creazione, il ringraziamento. Infatti, fin da eoni, che noi non riconosceremo mai coscientemente, riposava già in Lui il seme di questo Giorno, pre-pensato per la nostra eterna benedizione.

139. Venite tutti, chiudete nuovamente il cerchio intorno a UR, affinché Egli, come il santo Punto centrale, non lasci mai i nostri cuori. Da Lui riceviamo il potere, la forza, l’autorità e il vigore, per colmare i Giorni secondo il Suo eterno piano dell’Ordine e della prosperità. Non allontaniamoci mai da questo Punto centrale, allora il nostro perfezionamento si rifletterà nello splendore della perfezione del Creatore, del Sacerdote, di Dio e del Padre. Allora attingeremo dall’Origine la sacra faccenda-ur, cioè la nostra perfezione, che fin dalle eternità è stata la faccenda di prosperità del nostro UR! Ringraziamo Lui come è ordinato dalla Sapienza”.

140. Allora il boschetto diventa un Tempio dell’eterna maestosità. Zuriel s’inginocchia solennemente, così fanno anche gli altri. Il maestoso Volto si rivela all’infinito, la magnificenza nello splendore e nel fasto regale. Incapaci di proferire una parola, i primi guardano l’immutabile al Punto centrale della loro vita, del loro amore, con le mani tese in alto nella pesante adorazione della Creazione. – Così stanno a lungo inginocchiati, finché UR finalmente fa loro cenno di alzarsi. Egli li conduce in mezzo al boschetto in un posto libero, tutto coperto da una specie di muschio.

141. “Vogliamo riposare qui dopo il grande lavoro, e ristorarci”, dice UR. “Per questo ci mancano ancora alcune cose, e così il maestro giardiniere deve chiedere aiuto al costruttore di case”.

- Zuriel esegue l’invito, ma Uraniel si rivolge a UR: “O Padre, la mia richiesta per via dell’orbita del Sole era proprio sbagliata, e così non so se posso eseguire il Tuo incarico, che mi onora”.

- La modestia di Uraniel è così grande, che è subito magnificamente da lodare. E’ la prima volta che UR va in questo modo incontro ad un figlio, senza attendere che esso Gli corra incontro. Il venir incontro era umiltà.

142. Lui prende al Suo petto il Suo primo portatore delle Caratteristiche, e dice: “Mio cherubino, non rattristare il tuo cuore! La tua richiesta era giustificata, e verrete pure a sapere il perché il Mio Sole risplendeva più forte, invece che più debole. Prendi il privilegio e trasformalo in forza, allora vedrai quanto facilmente c’è qualcosa da procurare. Inoltre, l’Opera primaria è proceduta da Me nella sequenza dall’Ordine alla Sapienza. Dunque, posso lasciare operare i Miei figli, dato che si sono magnificamente affermati nell’Opera; in ciò delle piccole Opere secondarie non sono mai sbagliate.

143. In modo del tutto superfluo Mi avete posto in un centro da cui difficilmente posso uscire, poiché rispetto ai Miei raggi della Vita fondamentale avete formato un cerchio a cui posso appendere senza preoccupazione il Mio Anno-Azione-ur. L’Opera complessiva non cadrà. Anche se un figlio con la sua libera volontà lasciasse questo cerchio, la Mia doppia benedizione datavi ora colmerebbe la lacuna ed oltretutto conserverebbe il posto al figlio, …se fosse necessario, anche attraverso un Sacrificio! Dunque, andiamo di nuovo all’azione! Ho ancora molto da rivelare”.

144. Allora Uraniel misura il boschetto secondo la costruzione del Tempio, erige il maestoso seggio sotto la palma più alta, davanti a questo, nel semicerchio, i posti per i figli. Come per caso, ogni sedia ha una bella palma. Entrambi i principi operano secondo la gioia del cuore. Helia ed Urea costruiscono un altare e lo adornano con fiori variopinti che crescono nel boschetto. Tutto questo è diventato meraviglioso.

145. UR lodando i primi allorquando Gli mostrano il loro lavoro, Si siede subito sul seggio principale e dice: “Io do ad ogni Mattino della Creazione una sacra Parola. Voi non l’avete ancora sentita perché solo tramite la Parola vi risvegliate alla vita cosciente. Essa abbevera le Mie Notti e conduce le Opere al loro Giorno. In una Notte ogni Opera è santamente velata, perché allora sonnecchia nei Miei Pensieri-ur. Così come vi esiste, la dono ad ogni Giorno per la formazione. Tale formazione è poi l’Essere santificato!

146. Voi domandate: ‘Come posso lasciare ad un Giorno l’Opera dal pensiero compiuta in Me, che è comunque esso stesso un’opera-parziale del Mio Essere?’. E’ vero, cari figli, ma ascoltate e presto comprenderete che cosa vi è ancora di poco chiaro. Voi conoscete già la differenza degli Anni-Pensiero-Parola-Azione-ur. Il Mio lavoro più bello, più grande e a Me più caro è la Mia Opera-Figlio, che con la nascita dell’Anno-Azione-ur ha ricevuto in Me la sua propria forma. Con la forza del Mio Spirito-ur, santo, i figli sono già generati e saranno partoriti tutti quando la terza camera del Mio cuore entrerà nella pienissima attività. A questa Opera-Figlio dedico Me stesso. Io sfrutterò ogni Notte altamente benedetta per la Mia più sublime Opera, allorquando la preparerò per il Mio piacere di Creatore, per la beatitudine creativa dei figli!

147. La parola che intendo è questa: ‘Sia fatto!’. Una piccola parola dalla Mia bocca, …e cela comunque tutto il potere, la forza, l’autorità e il vigore, l’ultrapienezza della Mia magnificenza e perfezione! Sì, in essa si manifesta la Mia grandezza. Io l’affido al Mio Anno-Azione cosicché dal più piccolo divenga anche il più grande. Voi non riuscite ancora certamente a riconoscere il collegamento, e dapprima devono passare un paio di Giorni finché avrete familiarizzato con la Mia parola di Creatore ‘Sia fatto’. Ciò diventerà pienamente riconoscibile quando la Legge della libera volontà avrà la sua più sublime affermazione tramite i Miei figli. Questa è la Mia alta Meta nella prima Settimana dell’Anno-Azione. Per quanto l’evoluzione di ogni Giorno richieda in voi una comprensione, lo capirete anche nella Parola e nell’Opera.

148. Se un giorno verrà l’Ora della condizionale (libertà vigilata), allora in voi dev’essere radicata la Mia Forza, affinché il vostro proprio ‘Sia fatto’ sia in grado d’intervenire nell’andamento dell’Opera secondo la disposizione della Mia Provvidenza creativa, con la quale ogni Meta finale è assicurata. Tutto deve divenire: la Mia luce, da essa la vita, da questa i Miei figli e, da loro, poi, la Meta! Questi sono i quattro principali ‘divenire’! Tutto il resto risulterà poi gradualmente da sé. La forza della Parola dev’essere in voi ‘la vita’, che nel senso delle mete di tutti i Giorni adempiono questo vostro più sublime compito. In ciò riposa il perfezionamento e una perfezione fatta a Mia immagine. Chi raggiunge il ‘devi’, Mi riconosce secondo il Mio Essere-ur, l’IO-sono, così come anche gli ‘abiti rivelatori’ (la Mia incarnazione) che Io indosserò per la redenzione dei figli. Ma senza l’umile aspirazione, a nessun figlio riuscirà di pronunciare nella realtà creativa il ‘Sia fatto’. Anzi, ogni simile tentativo porterebbe con sé gravissimi pesi.

149. Io vi guido a questo traguardo della luce in modo meraviglioso e leggero, poiché il vostro lavoro, soprattutto le Opere fondamentali, sono la Scuola di vita migliore e più sicura che ho stabilito. Anche se in ogni Giorno – perché così è previsto salvificamente secondo le Mie caratteristiche – esteriormente solo uno dei loro portatori compie l’Opera fondamentale, ne partecipate comunque tutti, ognuno secondo il suo genere, la Mia Sadhana come Punto focale speculare di Tutto, ed Io stesso come il vostro Punto-Centrale-ur eletto da voi liberamente.

150. Sono Io il Proprietario fondamentale di tutte le Opere, ma in quelle Opere voglio essere il Compartecipe che voi stessi create grazie ai raggi di luce e di vita dati. Uraniel è in tal modo il primo co-proprietario fondamentale delle case, Michael dei pozzi e Zuriel di tutti i campi paradisiaci. Tuttavia ogni figlio si conquista subito la sua parte nel Diritto di co-proprietà fondamentale non appena si sceglie del tutto consapevolmente la via pre-menzionata. Infatti, ascoltate Miei primi: tutti coloro che si attengono a questo, un giorno saranno co-proprietari, perché sono i Miei figli ed Io il loro vero Padre!

151. Per adesso, null’altro su questo; i tempi vi porteranno vicino al meglio il mistero del ‘Sia fatto’. – Prima devo togliere dal cuore ad Uraniel il Sole-ur, perché grava ancora un poco su di lui, cioè il lato sbagliato”.

- Ah, con quanta dedizione il primo principe guarda negli Occhi fondamentalmente buoni, e quanta forza ritorna nello stesso modo. Allora tira un profondo sospiro liberatorio.

152. UR continua nel Suo discorso: “Figli Miei, quello che ricevete, lo prendo ogni volta da un pezzetto: dal Giorno, dall’Ora, anche dal Minuto o da un solo Secondo; dato che solo Io so che cosa porta il procedere di ogni singolo, cioè quello che manca ancora al perfezionamento, ciò che Mi è lontano o vicino, e questo con particolare riguardo ai figli nati liberi, perché se dessi troppo poco di quello che potete portare oppure anche una minima misura di troppo, ambedue sarebbero senza utilità. Nella fatica del lavoro la gioia ed il peso sono da pesare con molta precisione, se devono essere di benedizione dell’intera Opera.

153. Voi eravate dell’opinione che il Sole-ur risplendesse con troppa veemenza, quasi come insopportabile. Tuttavia voi vivete, il Sole non vi ha incorporato in sé. Questo è successo perché guardavate costantemente il Sole, anche se con vera gioia, ed avete trascurato un poco Me che dimoro tra di voi. Cosicché, dato che il motivo di quest’azione Mi doveva procurare una vera grande gioia, era comunque nell’Ordine e non impediva per nulla la Mia Opera. Nello stesso senso abbiamo da considerare la richiesta di Uraniel, cioè di distogliere un poco il Sole-ur.

154. Ma vedete, come dovrei girare il Mio donatore di luce, dato che Io – come descritto – peso precisissimamente ciò che serve per il vostro meglio? Zuriel ha portato la conferma che il Sole stava nel modo giusto e che la sua misura era secondo l’Ordine, poiché lui sopportava persino i raggi più forti. Nondimeno, se comunque era possibile la rotazione desiderata da Uraniel, allora spettava al ‘lato della perfezione’, poiché in Me non esiste nessuna diminuzione nel senso di questa parola, bensì sempre soltanto un accrescimento. Per questo motivo l’irradiazione è aumentata. Inoltre, la richiesta di Uraniel era colma talmente di umiltà e amore, che il Mio Cuore di Padre non ha pensato a nessuna diminuzione di luce proprio per questo primo motivo, bensì ne ha aggiunta una forte porzione per la vostra benedizione. A questo, accludo il Mio ammonimento, a cui ci si deve aspirare diligentemente adesso e per tutti i tempi:

155. Miei cari figli, ricordatevi che tutti i Miei doni possiedono una giusta misura. Ogni misura, sia per un’opera inconsapevole, con più ragione per i Miei nati liberi, li peso Io stesso sulla Mia bilancia dell’Ordine! Tuttavia Io uso una sola misura e un solo peso secondo la Mia unica Giustizia fondamentale che aspira ad un’unica meta di perfezionamento! Quest’unica Misura si adegua ad ogni grado e ad ogni grandezza di ogni vaso. Io do volentieri una misura stracolma, senza risparmiare, ma …non spreco nemmeno! Tutto ha il valore di un’eternità-ur ed è una preziosa proprietà. Riconoscere nella distribuzione dei Miei doni la magnifica libera Giustizia fondamentale, procura ad ogni figlio la perfezione, soprattutto nella gioia disinteressata, quando un altro riceve di più. Il ‘più’ allora è già da tempo pareggiato, e il figlio perfezionato non penserà diversamente di ringraziare la Mia benignità di come voi avete ringraziato dapprima in silenzio. Riconoscete la Mia Giustizia fondamentale ed insegnate a riconoscerla a coloro che verranno dopo di voi. Chi dunque agisce così, si adegua da sé a Me come ‘Mia immagine’, ed è realmente un compartecipe della Mia Proprietà fondamentale confermata da Me!

156. Vi ho promesso ancora qualcosa in vista del fatto che Zuriel ed Helia Mi aspettavano davanti alla loro casa. Avvicinatevi di più a Me! Vedete: a destra e a sinistra del Mio seggio sono fioriti due begli arbusti, uno per l’umiltà di Uraniel, l’altro per la giusta attesa di Zuriel. Li vogliamo chiamare ‘rose‘, cosicché quella rossa a destra corrisponde all’umiltà, quella bianca a sinistra l’aspettare-Me. Zuriel si è rivelato come il miglior maestro giardiniere, cosicché tutto deve portare con se stesso la sua semenza, perché la prima rosa piena porta già in ogni cespuglio molti germogli. Gioite di cuore di questa bella opera. Anche una tal gioia vi procurerà forza.

157. In futuro ogni buona parola e ogni vera azione dovranno somigliare come ora a una rosa. E chi tiene in conto ambedue, lui stesso somiglierà presto ad un tale nobile arboscello di rose. Il suo profumo di fiore deve corrispondere a una preghiera; e così deve fluire incontro a Me la meditazione o l’adorazione. Perciò fra i suoi simili la chiamo ‘regina’. E vi dico: ‘Davanti alla Mia Santità rimanete così amabili come questa deliziosa pianta, ed Io voglio piantarvi come la rosa nel più interiore del Mio paradiso, affinché ivi facciate le vostre radici’. Più spingerete le radici nel Mio sacro terreno, cioè nel Mio Cuore, più saldamente sarete uniti con Me, se la vostra radice primaria penetrerà fino a quella profondità dove la Fonte della Mia Mezzanotte ha il suo rumoreggiare. Allora rimarrete per ogni eternità, inseparabilmente i Miei cari figli.

158. Ora abbiamo dato un grande onore alla collina della Sapienza con la nostra lunga permanenza; il Giorno procede, e anche noi vogliamo procedere. Facendo questo, portiamo la nuova Opera fuori, nello Spazio e nel Tempo. Questo avviene dapprima certamente più nell’interiore, com’è sempre la cosa più fondamentale. Solo il Giorno successivo porterà il palesamento esteriore, nel quale la Mia piena elevatezza si abbasserà sui Miei figli. Durante i primi due Giorni vi ho guidato sensatamente nella Mia profondità, poiché l’Ordine e la Volontà sono i fiumi del Mio fondamento. Ora dobbiamo arrampicarci sull’altura, perché solamente da lì si potrà afferrare con lo sguardo tutta l’ampiezza. Ma questo ce lo riserviamo per la quinta e la sesta Creazione, ed oggi ne approfittiamo solamente per quanto è necessario. Invece il ritorno a Casa, indietro alla Mia vicinanza, al Mio Cuore, …vedete, questo rimane la cosa più sublimemente importante di tutto, dalla profondità, elevatezza e ampiezza. Quindi camminiamo!”

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159. UR precede. Nonostante ciò, ai primi è sconosciuta la via verso l’alto. La magnificenza del Giorno della Sapienza, irradiato dall’immensa luce, si apre sempre di più ai figli. Sovente camminano dietro a UR, il Quale dona loro queste preziosità. Dall’elevatezza del Suo sacerdozio, per quanto sia a loro possibile una strapiena misura giornaliera , Egli lascia intravedere loro uno sguardo nella seconda sacra Ora della mezzanotte, dove la Sapienza, e in grande misura anche la Serietà, si espande benedicendo come seconda caratteristica della (seconda) camera del Cuore sacerdotale, e come luce e vita il veniente discende di nuovo sul sorgente.

160. Viene osservato molto, ancor più potrà aiutare il Giorno per il fatto che il veniente sarà nella sacra preparazione interiore. Il tempo passa come qualcosa di minimo, ma colmo di benedizione e gioia con incommensurabile ricchezza. Anzi, i Giorni precedenti sarebbero quasi da chiamare ‘poveri’? I figli percepiscono che, anche se non pienamente consapevoli, arriverebbero come a quel lato, giusto o sbagliato del Sole, se interrogassero UR. Allora tacciono. Invece Lui gioisce del loro amore e spiega che in Lui non esistono dei Giorni ricchi o poveri, bensì che il primo Giorno era pregno di tutta la misura dell’Anno, ma che si rivelerà poco a poco, e perciò sarà percepito come accrescimento, perché ogni palesamento di un Giorno si mostra in quello successivo, come p.e. le (due) case nel secondo Giorno, queste e i pozzi nel terzo, e tutto ciò con l’Opera del Paradiso nel quarto Giorno.

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161. Dice UR: “La forma originaria procede infatti da Me, lascio ai figli l’abbellimento, soprattutto quando sono affidabili. Più un figlio sviluppa l’efficacia, più bella diventa la sua opera. Quanto alto è il vostro credito da Me, tanto siete ricchi. Più alto un credito, meglio è, poiché da questo potete diventare dei rimborsabili più puntuali. Ed anch’Io ne divento sempre più ricco. Voi siete proprio i Miei migliori amministratori come un giorno lo sarà ognuno che avrà agito così. L’alta prestazione da giardiniere di Zuriel conferma la verità di ciò”.

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3/8 – Una piccola prova fa guadagnare le ali

162. A questo, segue ancora qualche visione della Creazione. Presto arriva la Sera. UR conduce i Suoi figli sulla via del ritorno in una parte dello Spazio molto lontano. Da lì Egli ordina loro di ritornare a Casa da soli. Una Parola di benedizione, e presto è scomparso alla loro vista. Chi precede ora?

- “Il nostro UR deve sempre precederci anche quando non Lo vediamo”, dice Sadhana. “Lui non ci lascia soli su una difficile via sconosciuta. Ma voi, Zuriel e Uraniel, assumete la guida, Michael ed io andiamo in coda. Quindi, alla fine anche noi giungeremo interamente dal Padre”.

163. Questa è una parola! Gli angeli circondano Sadhana; sembra come se UR avesse affidato loro il Suo più prezioso gioiello.

- Perciò il settimo principe dice: “Solo tu, Sadhana, chiamata dal Padre come l’Amabile’, potevi parlare così. Il Padre ne gioirà! Il mio sesto fratello ed io ti prendiamo in mezzo a noi e seguiamo Uraniel e Zuriel, altrimenti rimanga come tu hai detto”.

- Allora vanno a Casa, trovano ancora molte magnificenze strada facendo, finché si vede il tappeto giallo. Allora sanno che hanno camminato nel modo giusto. Tuttavia, presto una deviazione porta alla collina di Zuriel. – ‘Dove devono rivolgersi? Subito a Casa?’

164.  “Andiamo per ora verso la mia collina”, decide Zuriel. “Anche nei Giorni precedenti la via verso casa passava da questa collina. Forse il Padre ci aspetta proprio là”.

- Corrono avanti e ad un tratto si accorgono che corrono sempre più velocemente. Presso la collina si trova la santa maestosa Figura. Fanno ombra ai loro occhi. E’ Lui, UR! Allora nulla li ferma; i loro piedi sfiorano appena ancora il suolo. Ma… volano? Più veloci che il soave vento che passa attraverso le palme? Loro non lo sanno, ma percepiscono la nostalgia, e che il tempo senza UR era per loro infinitamente più lungo che le Ore del Giorno, in cui Lui era con loro.

165. Un Sacerdote maestoso, inesprimibilmente pieno di nobiltà, è pronto a riceverli; ma… le Sue buone braccia di Padre sono spalancate! Ogni figlio si poggia al Suo petto e ad ognuno sembra come se godessero contemporaneamente della beatitudine. Il ringraziamento ed il giubilo non vogliono finire. O Creatore, come Padre Ti sei indicibilmente reso ricco con i Tuoi figli! Qui è la mente per la Sapienza. UR li lascia sfogare la loro gioia, perché con ciò sono benedetti migliaia di volte.

166. Ma poi Egli dice che devono conservare il loro ultimo ringraziamento fino a quando saranno poi a casa. Ordina a Zuriel e ad Helia di precedere. Essi lo fanno; ed ecco, gli altri vedono che i due hanno delle ‘ali’; così sentono in sé questo termine. Ebbene, che cosa c’è ora (di nuovo)? E tutti hanno tali ‘ali’, con cui possono muoversi in avanti senza piedi. Guardano UR interrogandoLo, ed Egli spiega sorridendo:

167. “Figli Miei, le ali sono la ricompensa per la vostra nostalgia. Sulla via del ritorno, soli per un’Ora della Creazione, eravate continuamente dominati da una grande nostalgia. Il pensiero, la parola e l’azione – com’era ordinato e lo richiedeva l’Opera del Giorno – erano rivolti all’Uno. Questo ero Io! E così avete conosciuto una sola Meta: ‘E questa ero ancora Io!’. Esteriormente di certo lontani, ma non eravate separati da Me. Eppure vi siete spinti ancora verso di Me e la vostra nostalgia è cresciuta molto oltre di voi.

168. Per quanto vi ho elevati alla Mia elevatezza, tanto alto saliva anche il vostro desiderio, il sentimento ardente. Alla fine, il desiderio di ritornare a Casa, a Me, era talmente forte, che i vostri cuori erano già arrivati da tempo a Me, prima che questo fosse avvenuto esteriormente. Allora la Mia gioia salì alla vostra elevata nostalgia, e quello che proveniva di buono dai vostri cuori a Me, fluì mille volte benedetto su di voi. Le ali, in un certo senso, vi hanno resi capaci di raggiungerMi di nuovo più rapidamente.

169. Certamente le ali sono un simbolo; in pratica le lasciamo più tardi ad altri esseri viventi ancora da creare. Però il bel Dono deve rimanere figurativamente, in cui altri figli riconoscano quale grande forza dimora in un ‘angelo’, con quale leggerezza può superare gli spazi della Creazione alla velocità della luce. Ora, camminando con Me, le ali sono scomparse. Solo a Zuriel e ad Helia che ci pre-corrono, sono lasciate per la vostra gioia sulla via della collina.

170. Nel Mio Regno di luce non avete bisogno di ali; ve le ha mostrate la Mia gioia. Nel Giorno successivo avrete ancora da percorrere grandi spazi. Allora ricordatevi del dono, e vi muoverete come con le ali, veloci come l’acqua, rapidi come un pensiero, anzi, più veloci che il raggio della luce! Rimanete capaci di mostrare anche le vostre ali non appena lo richiederà un’Opera. Siamo arrivati. Zuriel ci attende come il più amorevole oste. Dunque, …sbrighiamoci”.

171. Zuriel saluta il sommo Sacerdote Melchisedec con la massima riverenza ed invita ad entrare Lui e i suoi fratelli di luce. Helia attende davanti all’altare. Oh, quanto magnificamente bello è adornato insieme alla stanza. Molti fiori scintillano nello splendore della Sera del Sole-ur, e presso il seggio due alberelli di rose, rosse e bianche. Accanto alle coppe si trovano dei vassoi d’argento, colmi dei più meravigliosi frutti.

172. Il vassoio di UR è il più colmo e decorato con una corona di fiori. I primi sono dominati da una grande gioia, e nel successivo Mattino della Creazione vogliono preparare l’Onisantissimo con questi doni, per il loro UR! Il Sacerdote loda molto Zuriel ed Helia, e spiega il senso dell’impiego dei fiori per la gioia.

173. Lui dice: “Vedete, ogni fiore è l’allegoria[21] di una Caratteristica secondaria che proviene dai Miei sette raggi di vita-ur, ma per nulla è secondaria, perché aiuta maggiormente al perfezionamento. Proprio la gioia è una bella facoltà, quindi da valutare come Caratteristica secondaria. Il ringraziamento può far sviluppare prevalentemente una Caratteristica principale nel figlio. Inoltre, ancora la Giustizia, poi la Gentilezza, la Bontà, la Bonarietà, la Mitezza e molto altro sono delle Caratteristiche secondarie utili, senza le quali nessun figlio procede. Infatti, più sono i Giorni, più ricca è l’irradiazione. Come un’Opera principale si suddivide in molte piccole opere secondarie, così anche le Mie caratteristiche principali nelle relative caratteristiche secondarie, poiché con ciò i Miei Giorni della Creazione raggiungono il più sublime stato di benedizione.

174. Ora assaggiamo i Doni del nostro maestro giardiniere, e questi non sono dei simboli, bensì ordinaria realtà. Certo, anche qui è da considerare come una rispondenza, dato che le vostre facoltà conquistate, il vostro servizio nel Mio Onnisantissimo, somigliano ai buoni frutti, il vostro amore come tutti i fiori. Sottopongo anche questo alla consapevolezza di forza interiore ed esteriore, poiché la costruzione dei due Fondamenti di base vi ha dato, appunto un interiore e un esteriore, ad ogni principe due figure, la positiva e la negativa, come Io sono sempre il positivo verso ogni Opera, e la Mia Sadhana invece ne risulta come il negativo.

175. Ogni magnificenza che creerete nel Mio Regno di luce sarà visibile nella forma, indipendentemente dal fatto che certe cose sono solamente un paragone. Tuttavia anche un’Opera di paragone sorge per via del futuro, quasi sempre per l’osservanza della Legge della libertà. Infatti, se dovessero rimanere come simboli, Mi sarebbe bastata la creazione dei pensieri. L’intera Opera riposerebbe appunto in Me come un maestoso simbolo! In gran parte anche la Mia parola porta la stessa impronta. L’Anno-Pensiero-ur e l’Anno-Parola-ur erano comunque dei Simboli pre-ombreggiati per l’Anno-Azione-ur”.

176. I frutti sono stati consumati. Ora Zuriel s’inginocchia al centro dei primi davanti all’altare. Stende le sue mani incontro a UR e dice: “O Onnisanto, Melchisedec, sommo Sacerdote, ci hai colmato questo Giorno con grande gioia. Quello che abbiamo potuto creare in opere dalla Tua perfezione, dal Potere, Ti sia l’espressione della nostra gratitudine e adorazione. O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero, lascia che attingiamo alla forza dalla Tua alta Sapienza, per autentico ringraziamento, per giungere alla verità. Tu, Santo, Santo, sei la Verità, e la Tua Opera è verità! La luce raggiante del Tuo bel Sole, il mistero della Fonte della Tua Mezzanotte, il Tuo Santuario è verità, e lo è tutto ciò che fluisce dalle Tue cose. I Tuoi santi impulsi di vita sono verità, poiché sono le irradiazioni fondamentali della Tua Entità-ur.

177. Ci hai spiegato il fatto e il simbolo. Entrambi sono la verità, perché Tu hai fatto sorgere tutto. Se riconosciamo questo, allora abbiamo riconosciuto TE come Verità-ur! Da essa lasciaci cogliere alla Sera l’ultimo dono del Giorno della Tua Sapienza, affinché, perfezionati, arriviamo al riposo previsto in Te, con la perfezione della Tua Creazione del Giorno. Tu sei la Verità, sei la nostra vita e noi siamo la Tua vita; quindi, siamo la Tua verità. Infatti Tu ci hai generati e fatti nascere dalla pienezza della Tua veridicità fondamentale!

178. Ottenere questo riconoscimento era il compito principale del terzo meraviglioso Giorno della Creazione. Nessuno entra nella Tua grande verità, chi non cerca di conquistare la Sapienza! Ti ringraziamo veramente, poiché TU sei il Veritiero! Ti ringraziamo nella Sapienza, perché Tu sei la Pienezza di ogni Sapienza! Oh…”, esclama Zuriel mentre sporge agli altri dei rami dall’altare, “…venite, gioiamo, cantiamo il canto della Verità, il canto della Sapienza!

179. A Te, Signore, sia il ringraziamento, la lode, la gloria e l’onore, Ti adoriamo! Altamente lodato sei Tu, Creatore, Sacerdote, Dio e Padre in eterno! Alleluia! Tu Re della santa-luce! Davanti ai Tuoi santi piedi stendiamo le palme; camminaci sopra, guarda: questa è la nostra adorazione. Nelle Tue sante mani posiamo il ramo verde; sono i nostri cuori, offerti a Te nella Sera della Creazione. E noi stessi rimaniamo eternamente la Tua proprietà fondamentale! Santo, santo, santo, santo, sei Tu, o Signore, l’Onnipotente e l’Onnimaestoso! Ti lodiamo, Ti glorifichiamo, Ti adoriamo, Ti ringraziamo nell’eternità! Amen!”

180. Il ‘giubilateee’ scroscia attraverso lo spazio. UR si reca in mezzo ai Suoi primi. Davanti a Lui si stende un tappeto verde di palme e le Sue mani sollevano in alto otto meravigliosi rami verdi. Li tiene al di sopra del fuoco. Allora da essi germogliano innumerevoli piccoli rami, e da questi, nuovamente altri, continuamente.

181. Egli dice: “Cari figli, ognuno di voi Mi ha dato il suo cuore, e in ognuno giacciono così tante forze motrici più belle, più vigorose, che da un ramo ne crescono innumerevoli nuovi. Quello che fate in vista del vostro ‘giubilate’ in ogni futuro, avrà anche con sé la semenza benedetta che perfeziona il vostro lavoro. Qui vi restituisco i rami. Metteteli nel posto dove possono rimanere come se li tenessi sempre nella Mia mano. Ora vi siete immersi in tutta verità nel Mio cuore, e questo è in eterno la vostra Casa del Padre! Ora venite, presto la campana annuncerà l’ultima Ora”.

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3/9 – Ad un’importante domanda decisiva, risponde la Sapienza

182. Con commovente cura i figli portano a casa i loro rami. Si soffermano brevemente nelle case di Michael e di Uraniel, dove UR dà ancora qualche indicazione su come ogni Caratteristica è da conquistare con sicurezza tramite l’altra, e come Egli stesso è riunito attraverso tutti i raggi della Vita fondamentale.

183. Anche qui si trovano dei bei boschetti nei quali regna una grande gioia. Solo dietro l’Ephata[22] si trova un’immagine ancor più meravigliosa di paesaggi paradisiaci, il cui centro mostra la sua forma di base con percorsi orlati da palme snelle. Ma poi, …l’Onnisantissimo! Egli è piazzato lì con un ultraricco adornamento, in modo che i primi non riescono nemmeno più a giubilare, essendo del tutto stanchi di gioire. In silenzio posano i loro rami intorno al libro della Creazione, e i loro occhi interrogano se questo fosse giusto e chi fosse ad aver dato al Santuario quel fasto regale. UR attizza la fiamma sul crogiolo, per la Sera, mette l’ultimo incenso del Giorno nella ciotola delle offerte e si siede sul Suo seggio regale, poi comincia a parlare:

184. “Mia amabile Sadhana, voi forti principi, avete scelto il posto giusto dove i rami verdi possono giacere. I vostri cuori sono diventati la Mia Opera del Giorno più bella e sono stati scritti nel Mio libro. A questo posso ben aggiungere il Mio ‘amen’ della Creazione, ma c’è ancora da chiarire la questione della ‘coscienza’ che avete posto al Mio Io-ur: ‘Esiste in Me un limite, oppure no?’. A questa, sarebbe da annettere una seconda domanda: ‘Mi sono forse dato un limite?’

185. Occupiamoci per prima cosa della seconda domanda, perché così la prima si risolve come da sé. Oltre a questo, avete attinto molta sapienza, non di meno nell’ordine e nella volontà, dato che le Caratteristiche che erano dominanti andavano mano nella mano con il relativo raggio fondamentale del governo del Giorno, con cui è da raggiungere il perfezionamento e la perfezione da mettere pari alla Mia.

186. L’opera singola ha i suoi limiti, i Giorni della Creazione hanno il loro Mattino e la Sera, e voi stessi, Miei figli dalle facoltà più sublimi, avete un fattivo inizio vitale e una fine vitale. Soltanto, …non sapete ancora come un tale limite sia veramente costituito e formato da Me. Voglio chiarirvi la cosa più importante con l’esempio dell’immagine del cerchio. Vedete, il cerchio non ha né inizio né fine, comunque lo si voglia girare e voltare. Ora presumiamo che inizi un nuovo Mattino, che Io lo tenga con due dita e così il posto dove lo tengo sarebbe da considerare come un inizio.

187. Le Mie mani, esse stesse una parte dell’eternità-ur, ne prendono il cerchio, ed Io lo dono all’Opera. Ora noterete già che un tale limite posto non è altro che un punto, il quale termina una fase dal quale ne inizia subito una nuova. La struttura del limite – soprattutto nell’Anno-Azione-ur – è compatta, realmente adeguata del tutto alla giurisdizione dello Spazio e del Tempo. Io mantengo questi limiti perché li ho santificati, come ogni Pensiero, formato nella Parola e nell’Azione, mantiene pure la sua santificazione, perché Io sono santo.

188. Tutto il limitato è sottoposto ai Miei figli come la Mia Opera del Cuore più bella; poiché Io ho creato per amor loro. In ciò giace il ‘come’ dei confini (i limiti). Tuttavia tutto ciò che è ‘finito’ dipende dal progresso dei Miei figli, più giusto: Io la dirigo da loro stessi. Questo avviene naturalmente nelle Notti, per cui voi stessi lo potete solo presagire pur nella migliore rappresentazione.

189. Come alla fine di un Giorno della Creazione si mostra ciò che i Miei figli hanno raggiunto grazie alla Legge della libera volontà, proprio così si forma il ‘come’ della limitazione. In nessuna delle Mie Creazioni un limite resta rigido ed immobile nonostante la compattezza. Io sono la Vita-ur eterna, Io sono la ‘mobilità’; così tutto il Mio intraprendere è mobile, mutabile nel momento in cui vi aspira l’ulteriore sviluppo dei Miei figli. Nondimeno, c’è un mistero: anche le Mie Notti hanno dei limiti, benché nessuna Opera sia formata con evidenza, così anche i Miei figli vivono in Me solo come inspirati Pensieri-ur consapevoli. Proprio per i figli che di notte sonnecchiano ho delimitato le Notti, e cioè in modo molto più immobile dei Giorni delimitati compatti. Questo perché – e qui arriviamo alla prima domanda – perché Io, l’Illimitato, non posso, già dall’origine, costruire nessun limite per Me. Tutte le limitazioni hanno il loro grande motivo unicamente nel Pensiero dell’Opera.

190. Ma Io non ho tracciato nessun limite, sia compatto, sia essenziale, provvisto con maggiore o minore estensibilità, senza aver rispettato già in origine della costruzione del Pensiero i limiti esteriori che diventano necessari per via del progresso futuro!

Con ciò è confermata l’illimitatezza della Mia Entità!

191. Diversamente, Io dovrei – come già accennato – essere stato un Embrione. Le domande sulla provenienza di un Pensiero-Embrione-ur e cosa esisteva prima di questo, sarebbero inevitabili. Invece sono inutili, poiché non coglierebbero nessuna sostanza-ur. Di conseguenza, sono senza diritto di Creazione[23]!

192. E’ importante riconoscere che Io, per via dell’Opera-Figlio, percorrerò da Me stesso un limite! Lo chiamo il ‘limite-ur’, per cui vale l’esempio con i cerchi incalcolabili nel cerchio-ur e con l’anello nelle Mie dita. E’ anche fondamentale che tutti i limiti, anche i compatti, diventino liberamente mobili non appena è stata compiuta l’Opera che si svolge in loro e si è raggiunta la finalità dello scopo. Ve lo voglio spiegare, per quanto ora possa essere ancora rivelato.

193. Notate questo esempio: fino alla terza Ora del Giorno doveva essere stata conquistata una determinata parte della Sapienza, con cui era da compiere l’Opera del Giorno, cioè la creazione e la formazione della benedizione del suolo. Questa è una finalità limitata. Invece voi non avete raggiunto solamente il debito dell’Ora, bensì avete attinto una piccola misura in più di Sapienza. Con ciò il limite tracciato è diventato già mobile, poiché Mi siete venuti incontro superandolo (il limite). Sì, allora ho dovuto estendere i limiti da Me, altrimenti avreste avuto una beatitudine in meno. – Se però questo porterà la giusta utilità, dipenderà meno da Me che piuttosto da voi stessi.

194. In buona parte dipenderà dai Miei figli se si lasceranno smuovere dai limiti fondati secondo il sacro Ordine. Più progredite, più profondamente si rivela il Mio illimitato Essere-ur, in e al di fuori di voi! Sulla via verso casa la mobilità si è mostrata nell’esteriore, e mentre ‘sorvolavate’ lo spazio siete volati nel Mio cuore-ur sospendendo l’interiore. Soprattutto l’ultima Ora vi ha dato una misura quasi immensa di beatitudine, perché Mi avete portato un’ultramisura di gioia, del Giorno.

195. Con ciò sia detto quanto segue: – Se aspirate raggiungere il Punto-centrale-ur e sorvolate ciò che vi separa senza ignorare ciò che avete sorvolato, allora annullate ogni limitazione, allora siete il cerchio nel Cerchio-ur, l’essere nell’Essere-ur, vita nella Vita-ur e perfetti nella Perfezione-ur! – Come in Me esiste lo Spazio senza spazio e il Tempo senza tempo, così anche il Limite senza limite. Come è UR, illimitato, così l’Opera-ur è il limite auto imposto! Questo adesso lo avete compreso. Più l’Anno-Azione porta i suoi Giorni, maggiore conoscenza attingerete dall’Altura della Sapienza, finché anche in questa sarete compartecipi della Mia alta-santa Proprietà fondamentale.

196. Ora c’è ancora da applicare il risultato pratico della conquista sul Mio sacro focolare. Il segno esteriore sono i rami verdi, l’interiore è ancora mancante; questo lo porterà la risposta alla terza domanda sulla Creazione. Vi faccio notare le pre-domande e le risposte sulla Legge della libera volontà, così come sulla riparazione e sulle conseguenze legate alla riparazione. La terza questione, che con la seconda si appoggia sulla prima, è questa:

197. ‘Dei singoli sacrifici che oltremodo aggraverebbero il tempo dell’Opera di un Giorno, possono procurare una riparazione, oppure vi sarebbe da portare un unico Sacrificio-ur che giustifichi sia le condizioni come anche la Legge della libera volontà?’. – Valutatela, affinché la risposta a questa difficile domanda possa benedire ogni futuro. Vi lascio il tempo (per riflettere); il Mio Sole-ur ha ancora bisogno di sette svolte (inversioni-virate), sette Secondi fino alla Notte. Vi benedico per la vostra decisione”. UR si alza. La Sua veste di Sacerdote risplende come oro nella luce della Sera. Officia al sacro focolare e scompare.

- Ora i primi devono percorrere la strada interiore da soli, come prima quella esteriore. Una pesantezza creativa ricade su di loro nel silenzio: la co-responsabilità nella grande Opera di UR!

*

198. Quanto dura un Secondo? E’ mobile? È limitato saldamente? Dipende dalla rapidità o dall’affidabilità di una risposta? – Solennità! Sacro silenzio intorno a loro. Tutti sopportano entrambi: il silenzio e la solennità. Tuttavia essa li solleva entrambi su quell’elevatezza che in questo Giorno hanno visto due volte. Da questa elevatezza ottengono la risposta attraverso l’affidarsi al sommo Sacerdote Melchisedec. Ecco che l’incenso si divide, e UR diventa visibile.

- Senza giubilo, serissimo come pre-sintomo del quarto Giorno della Creazione, Zuriel viene al sacro focolare, tiene la sua falce sopra il fuoco sul crogiolo d’argento e dice:

199. “O UR, santo! Inafferrabile è il Tuo maestoso Essere! Incomprensibile è l’eternità-ur a noi primi, il miracolo della Tua verità, fino a quando la Tua alta Onnipotenza ce la farà percepire e sperimentare. Santo-eterno, unico-eterno e veritiero, Tu hai edificato innumerevoli magnificenze! Se unisci ciò che è stato inviato fuori e ciò che è ritorna di nuovo a Te, guarda, allora ecco che c’è una novità: che Tu la fonderai in una continua maggior Perfezione di forza. Nessun figlio imparerà mai nella sua vera pienezza la Tua illimitata profondità, elevatezza, ampiezza e la più intima vicinanza.

200. Maestoso è il Tuo piano: creare accanto a Te dal Tuo stesso patrimonio di pensieri, dei figli con il proprio perfezionamento finché siano adeguati a Te nel grado della perfezione! Per questo ci vuole la messa alla prova interiore di questo Piano fino all’ultima, sottile fase. Chi lo afferra, che Tu, Veritiero, al Pensiero-figlio, insieme all’Opera sorretta dal Potere, hai anche prestato la sostanza-ur auto consapevole, affinché i figli non trovino da soli l’alta Meta nella ri-unificazione con Te, bensì, affinché nello svolgimento dei singoli Giorni della Creazione possano rendere fattive le ricevute sostanze della Vita-ur come proprio patrimonio di forza e veridicità?

201. Questo, Tu lo hai pensato attraverso degli eoni. Innanzitutto nella tua Entità interiore; secondariamente lo hai pronunciato attraverso la Tua sacra Parola; terzo, lo hai prodotto sulla base del perfezionamento nella perfezione della forza del clemente Anno-Azione-ur. Così siamo divenuti creature, spiriti parziali, anime, …poi ‘figli della Creazione’ che devono creare con Te! – Comunque, non sarebbe degno di Te se i figli della Creazione compissero la loro collaborazione attraverso la Guida voluta da Te, dipendenti dalla perfezione della forza. Allora, nonostante la figura esteriore, saremmo in Te. Infinite volte hai ragione! Se fosse così, avresti potuto fermarTi alle Opere del Pensiero, e tutto ciò che sarebbe seguito nella Parola e nell’Azione non avrebbe avuto nessuno scopo, sarebbe rimasto senza una degna Meta-ur!

202. Invece, affinché i figli della Creazione giungano alla perfezione della Tua immagine e (diventino) duali, perciò hai creato l’Anno-Azione-ur con i suoi fondamenti: le condizioni riservate a Te, giustamente poste come la Tua Immagine essenziale, e la Legge della libera volontà come simbolo dell’immagine posta accanto a Te. Ogni decisione deve avere entrambi i Fondamenti di base per giustificare la compensazione.

203. Tu sai che non desideriamo nessuna separazione da Te, ciononostante hai previsto in segreto questa possibilità. Non la decidi Tu, è nel campo della libera volontà e del suo utilizzo definitivo o illegittimo. Sì, ora capisco: poiché Tu vuoi formare dei figli della Creazione dai Pensieri divenuti figli, i quali diventerebbero attivi non soltanto nella dipendenza causale dal Tuo potente aiuto, bensì siano capaci di creare liberamente consapevoli, pur se la libera volontà deve anche avere un limite-ur che in se stesso può essere illimitato.

204. Se lambiamo l‘ultimo limite della nostra propria volontà, allora in noi nasce il più perfetto sublime. Naturalmente, il procedere può essere difficile, e sulla corda ad alta tensione della libera volontà si mostrerà se un figlio cade, se poi diventa più dipendente da se stesso che dal Tuo Potere-ur, oppure se allargherà le sue ‘ali’ per salire da questo alto punto di vista della libertà, attraverso la definitiva accettazione della Tua Volontà e sotto la rinuncia alla propria volontà nella Tua luce-ur!

205. La risposta alle prime domande e la loro osservanza hanno procurato il collegamento tra Creatore e creatura, come anche tra Sacerdote e spirito-parziale, perciò la risposta alla terza domanda (cap.7,197) e la sua ottemperanza sarà il più giusto collegamento tra Dio e l’anima, perché hai preso la loro esistenza dai raggi della Vita fondamentale della Pazienza e dell’Amore dalla Tua parte dell’Essere-Dio. Sì, la Pazienza genererà e l’Amore partorirà! – Sii glorificato, perché abbiamo potuto spargere a Te delle palme e dei rami verdi come simbolo della decisione finale alla Tua quarta domanda sulla Creazione che non è ancora stata portata.

206. La mia risposta è questa: – Se Tu, Onnisanto-UR, hai posto la Tua Opera complessiva su entrambi i Fondamenti di base, allora entrambi sono i garanti dell’adempimento dell’Opera. Pertanto, se un figlio dovesse mai cadere volontariamente nel suo abisso, in modo da non potersi né alzarsi né trovare la via verso Casa, allora i figli rimasti sulla via del Tuo Ordine devono aiutare il caduto nel libero servizio e attraverso il sacrificio, perché il caduto, in seguito al collegamento segreto tra il Nucleo-ur e la cellula-ur non si può mai staccare da Te e dalla Tua Opera.

207. Dove dovrebbe essere scaraventato? Lo spazio, il tempo e il confine sono unicamente una Tua faccenda-ur, originati in Te; ma se un tale figlio caduto potesse rimanere da qualche parte, allora anche lo spazio datogli dovrebbe essere incluso nel Tuo Spazio-ur, il suo tempo nel Tuo Tempo-ur e il suo limite nel Tuo limite-ur, poiché non vi è nulla al di fuori di Te!

208. Tutti i sacrifici dei figli, anche in continua successione, non potrebbero purificare del tutto nessuna deviazione dalla Creazione. Potrebbero però aiutare a conquistare delle singole parti nella lotta amara per portarle nel Tuo Santuario, dove dovrebbero essere raccolte fino al ritorno del caduto.

209. O Santo-santo, …allora dovrebbero avvenire grandi cose! Tali sacrifici dovrebbero svolgersi sotto il massimo rispetto delle condizioni da Te poste giustamente, finché Tu stesso li coroneresti tramite un Proprio sacrificio per la Legge della libera volontà. Infatti, solo un tale più sommo Sacrificio – a Te riservato – vincerebbe il cuore di un figlio (caduto)! I sacrifici parziali dei fedeli potrebbero però ben risolvere tutta la dimensione e il seguito di una caduta.

210. Le altre Tue caratteristiche si chiedono il perché la Sapienza (Zuriel stesso) pretende che la Tua maestosa Entità-Dio debba portare un Sacrificio per la Creazione. Potresti Tu, rinunciare alla Santità, mentre sei giustificato a reclamarla? Chi può imporre un percorso alla tua Onnipotenza, se Tu volessi aspettare degli eoni di Tempi finché una caduta si debba obbligatoriamente rivolgere a Te dopo un totale esaurimento? La Sapienza ha la sua sede nella sublime elevatezza. Essa prevede che poi, senza un Sacrificio, il Maestro-capo dell’Opera e l’opera sarebbero solo da mettere alla pari, con cui l’Opera diventerebbe diversamente perfetta. Tu puoi aspettare; nell’eternità-ur, dei Secondi sono eoni!

211. La Tua Giustizia fondamentale si ricorderebbe di coloro che resterebbero davanti al Tuo trono e nel Tuo cuore. Allora imporresti alla caduta dei limiti molto duri. Il Sacrificio portato un’unica volta non potrebbe infatti prendere su di Sé nessun figlio perfezionato se il figlio della caduta fosse più grande. Veramente, Tu santificheresti il suo sacrificio, ma rimarrebbe sempre la cornice di una riparazione che compirebbe il rimpatrio di una parte del bene d’Eredità sperperato. Non si riuscirebbe mai a prevedere per quanto tempo i figli fedeli dovrebbero aspettare fino al rimpatrio del caduto, per vivere nella più somma beatitudine di nuovo uniti nell’Onnisantissimo in un riposo serale, perché un figlio non può rimanere lontano da Te oltre una Notte, in quanto Tu sei puramente UR nelle Tue sacre Notti, e unicamente su questa base ogni nuovo Giorno guida al progresso del Tuo Anno-Azione-ur. Nondimeno, il Giorno in cui accadrebbe la caduta, esso dovrebbe vedere anche compiuta la via del Sacrificio, la magnificenza della Tua Meta!

212. Nondimeno noi, sommo Sacerdote Melchisedec, chiediamo la benedizione che ci renda capaci di posare sul sacro focolare uno o più sacrifici, grazie alla libera volontà. Dopo, potrai unire i singoli sacrifici con una parte del co-sacrificio con il Tuo unico Sacrificio-ur per la più eccelsa incoronazione del Tuo Anno-Azione-ur. – Allora incoroneresti Te stesso, poiché il Tuo Sacrificio-ur incoronerebbe noi, e il nostro sacrificio incoronerebbe Te, dato che così si affermerebbe ciò che hai preparato alla Tua Opera-Azione! Quindi, ‘sia fatto!’

213. Tu sii ringraziato per il Giorno benedetto, onniamato UR! Dal Tuo Essere altamente sacerdotale ci hai donato con così tanta magnificenza una misura stracolma, cosicché i nostri cuori questa Sera non riescono ad afferrare più nulla. Sì, Tu ci hai dato di più che la ricchezza di un Giorno! Ora guarda, o Signore e Maestro dello Spazio e del Tempo, toglici tutto ciò che ci è possibile di dare a Te, e questi, …siamo noi stessi! Fa che restiamo custoditi in Te nel sacro riposo della Tua Notte e che possiamo dormire verso un Giorno di Vita ancora più bello. Ti abbiamo chiuso nel nostro cuore, così anche Tu tienici nel Tuo Cuore dell’eternità-ur! Amen!”

214. Un silenzio solenne. – Ciò che è stato detto, la ‘Parola’ forma già la decisione richiesta non appena dovesse entrare in vigore:

«Un Sacrificio per la Creazione

sta di fronte a al destino della Creazione!»

215. UR aspetta dai figli il loro pieno impegno, quindi Lui stesso deve osare il Suo pieno impegno-ur, e… Egli lo farà!

*

216. UR prende in mano il libro della Creazione. Scrive il giorno sulla pagina aperta. Qual prezioso risultato! UR può dire: “Guardai: tutto è diventato buono!” (Gen. 1,12). Egli benedice i Suoi con la benedizione della Sera da Sacerdote, e dice che il tesoro del Santuario di cui si erano stupiti, sarebbe stata la loro azione tramite la loro totale dedizione. Perciò Egli vorrebbe adornare il Giorno successivo con le Sue luci. Soffia tre volte sul crogiolo d’argento e allora il Suo fuoco diminuisce, finché arde pacificamente come una piccola luce fidata nella camera più interiore di una casa. Il Sole-ur copre i suoi raggi, la ciotola delle offerte cessa di ondeggiare. Su ali leggere, non viste, giunge la sacra maestosa Notte.

217. L’ultimo incenso, salito all’immane cupola del tetto del duomo, discende su tutti i santi strumenti; avvolge i figli in un sicuro recinto. Essi chiudono già inconsapevolmente gli occhi. Ora riposano in UR, …ed hanno comunque la loro vita misteriosa. Chi lo può afferrare? Oh, le meravigliose dolci segretezze in Te, UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Tu adagi i Tuoi figli nel grembo-ur della Tua Notte, e ciononostante non sciogli la forza della vita. Così facendo li nutri piuttosto del tutto in segreto, affinché il Mattino successivo si risveglino fortificati, per poter aumentare il bene conquistato finora tante volte quante un Giorno ne ha di Secondi. Qui sta la mente per la Sapienza! O Giovanni, …hai visto, e …riconosciuto così tanto.

218. “Santo! Santo!”, così cantavano gli angeli, così giubilava Sadhana. “Santo, santo sei Tu, o Signore!!”. E sacra è la nuova Notte. Sacra è l’Opera misteriosa alla Fonte della Mezzanotte.

 

 

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IL QUARTO GIORNO DELLA CREAZIONE

(Giorno della Serietà)

 

Cap. 4

 

 [Gen. 1,14-19]: «Poi Dio disse: ‘Vi siano dei luminari nel firmamento dei Cieli per separare il giorno dalla notte, e siano dei segni e per le stagioni e per gli anni; e servano da luminari nel firmamento dei Cieli per dar luce alla Terra’. E così fu. E Dio fece i due grandi luminari: il luminare maggiore per presiedere al giorno, e il luminare minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. E Dio li mise nella distesa dei Cieli per dar luce alla Terra per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che questo era buono. Così fu sera, poi fu mattino: e fu il quarto giorno».

 

«Ed egli calcherà il vino dell’ardente

Ira dell’Onnipotente Iddio»

[Ap. 19,15]

4/1 - Le sei Ore della Notte: UR si prepara

1. Buio! Originaria sacra Notte! Nessuna oscurità nella quale gli uomini temono, nemmeno una notte della Terra senza le comuni stelle; ancor meno la notte dell’anima senza fede, senza la Luce dal Regno di Dio. Qualcosa di sconosciuto nella quale UR svolge tutte le Sue Opere secondo il Suo Essere: il passato come una Meta raggiunta, e una nuova Azione.

2. Nella prima Ora (della notte) dopo il terzo Giorno pieno di benedizione, Egli controlla ancora una volta la via della libera volontà, poiché il nuovo Giorno porterà la quarta decisione. Se risulterà secondo la Sua alta Meta, allora la via dei figli si chiamerà ‘perfezione’; necessariamente, attraverso un Sacrificio del Creatore!

3. La seconda Ora richiede la compensazione tra la riparazione e le sue conseguenze; la terza tra l’unico Sacrificio-ur e i figli, i quali sono pronti persino sotto la rinuncia del loro Cielo, ad aiutare a santificare il Suo personale Sacrificio! Ed è proprio questo che pretende il pareggio, che UR prende dalla Misericordia.

4. Chi afferra che i sacrifici dei figli, nell’umiltà, possano aiutare a santificare il Sacrificio-ur? Oh, la Notte vi stende ancora il velo. Sì, …ci vogliono ancora certe Notti, qualche lavoro di un Giorno della Creazione, finché possa essere sollevato un lembo del mistero, …simile ad un Secondo dell’intero Anno-ur. Allora tutti i figli sprofonderanno nella più sublime beatitudine nell’Essere-ur come parte della onnimaestosa parte di UR, finché un nuovo Ciclo, del tutto ignoto, tracci i suoi percorsi. Questo lo causa la terza Ora. – Nella quarta, UR compone i Pensieri sulla redenzione, nel caso che la libera volontà senza il riconoscimento e senza l’osservanza delle condizioni poste giustamente, lo richiedesse. Il ponderare, l’esaminare serio è così gravoso da creare, che la sacra Mezzanotte discende sulla Fonte-ur prima che quest’ultima cosa sia soppesata.

5. Egli vede ciò che il suo Ordine dovrebbe bilanciare; sì: Egli lo porta già! E in verità, solo perché Lui ora è già Portatore, un giorno sarà Colui che lo compirà, poiché Egli è UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. – Cosa potrebbe ostacolare LUI di intervenire nello strano gioco a scacchi della Creazione, e di piazzare un singolo pezzo in modo tale da conquistare (il caduto) anche senza Sacrificio? Non sarebbe già questo un Sacrificio, se Egli guidasse consciamente l’andamento di un’Opera secondo la misura di un unico Secondo di otto anni di un Ciclo-ur? Quindi, se Egli nello stesso rapporto del suo Potere, spostasse un figura di figlio secondo il Suo senso, il figlio lo sentirebbe? No! – Ma in tal modo, ai figli della luce potrebbe essere tolto qualcosa?

6. L’esame pronuncia un grave “Sì”! – Egli prenderebbe qualcosa da Se stesso e, in tal modo, dai Suoi figli che sono parte della Sua parte-ur. Si interromperebbe il ponte per la creatura e per il figlio, come tra quelle camere del Cuore delle parti dell’essere Creatore e Padre. Questi Pensieri riempiono completamente la prima Ora dopo l’alta sacra Mezzanotte in un’inimmaginabile perfezione di Potere. E quest’Ora vede come dovrebbe avvenire un riequilibrio con la redenzione. – Allora UR immerge le Sue mani profondamente nella Sua fonte della vita e tira su l’acqua; vi soffia dentro tante volte, finché diventa rossa come il sangue: il Sangue del Suo Cuore! Ne beve, il resto lo lascia scorrere nella fonte. Il sangue si raccoglie al centro della superficie e diventa un Cuore rosso nelle chiare acque bianche splendenti. Anche questo mistero si risolverà solamente quando si risolverà il ‘co-aiuto del santificare’! Non prima, poiché questa è la Faccenda più intima e sacra del Cuore di UR!

7. Nella seconda Ora dopo la Mezzanotte Egli riflette sul Giorno della Pazienza, nella terza a quello dell’Amore, nella quarta a quello della Misericordia, secondo il senso della prima alta sacra Ora della decisione. – Presto la Notte è passata: UR ha compiuto la Sua Opera, in Sé!

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*

4/2 – Muriel e Pargoa eletti a principi della Serieta’

8. Quattro solenni rintocchi di campana. Un segno, un primo suono-ur del nuovo Giorno scorre attraverso lo Spazio e il Tempo. Salgono dalla fonte e vi risuonano profondamente. – Da dove provengono? Dalla profondissima contemplazione dello stesso UR! – I quattro colori della Creazione risplendono, e risuonano quattro Parole: ‘Abbi inizio il Giorno!’. I quattro raggi di luce fluiscono insieme formando una CROCE, stando simbolicamente sulla fonte. – La prima Ora del Giorno si riempie con quello che hanno portato finora visibilmente i Giorni di lavoro. Sadhana e i sette principi-angeli si svegliano nell’Onnisantissimo, ricevono gli insegnamenti per la necessaria retrospezione, finché riescono a riconoscere ciò che richiede il palesamento della vita.

9. La seconda Ora porta loro la vocazione e la consacrazione, poiché l’Opera della Notte spinge verso il Giorno, con ciò, nel vero creare: l’elezione del quarto angelo. UR siede sul Suo seggio. Egli soffia quattro volte sul fuoco del crogiolo d’argento; la fiamma divampa finché la ciotola delle offerte ondeggia, e il Sole-ur diffonde la sua luce più bella. Dei rami verdi che i primi di UR hanno portato l’ultima Sera come simbolo del loro cuore e, …per tutto, …sono di nuovo visibili. UR prende il quarto dai sette e lo posa sul Libro aperto. Con ciò Egli onora il loro dono.

10. Egli dice: “Mia amabile Sadhana, Miei principi-angeli! Il Giorno ha già mostrato molto di magnifico, e nonostante ciò i Miei nuovi Doni sono ancora velati. Per quello che deve venire ho posato il quarto ramo sul libro. Fin da ora deve giacere su questo un ramo sempre verde durante ogni Giorno, come simbolo di tutti i cuori che i figli Mi danno dalla loro libera volontà, anzi, che restituiscono. Adesso unisco il ramo della Serietà con quello dell’Ordine, questo del Giorno della Pazienza con quello della Sapienza, aggiungerò il ramo dell’Amore con quello della Volontà, e il settimo Giorno porterà il ramo verde della Misericordia”.

11. Se UR parla dei sette rami, quando si vedrà il bel ramo di Sadhana sul Suo libro? E perché Egli non ne parla? Sadhana si esamina coscienziosamente se nelle due Ore del Mattino che devono ancora finire, ha fatto qualcosa, …del perché UR non ha pensato a lei. Ma per quanto indaghi, non vi è nulla che fosse un’ombra sotto il Sole di Dio. Allora rimane modesta. UR saprà il perché è così e non diversamente! E il suo ramo, non giace sopra il libro? Non è già questo, il più alto onore che le può capitare? – Sì, sì, ora il suo animo e del tutto lieto; UR non ha per nulla dimenticato il suo ramo del cuore.

12. O tu, prima figlia più bella, un giorno penserai a questa sacra Ora e comprenderai profondamente quest’Azione. Allora giungerà il Giorno di Festa della Creazione, anzi, il Giorno della Risurrezione colmo di letizia, nel quale il tuo ‘ramo diventato di nuovo verde’ giacerà su entrambe le pagine del libro, quel ramo dalla cui Caratteristica (la Misericordia) sorgerà il Giorno del Giubilo della Creazione. Fino ad allora, figlia della più grande benedizione della Grazia, devi portare all’arresto la libera volontà in te, affinché l’impulso della vita preso dalla Legge, non conosca più nessun proprio io, bensì quel grande, unico ‘IO’, dell’eternità-ur! – Tuttavia questo Pensiero riposa segretamente in UR, segretamente come il procedere di una mezzanotte in Lui.

13. Viene eletto il portatore della quarta Caratteristica. I due figli si inchinano fino al tappeto giallo e poi guardano con la più somma solennità al divino volto di UR.

- Lui dice: “Tu, angelo-principe, quarta fiaccola davanti al trono e al sacro focolare, Io ti chiamo! E’ una maestosa chiamata, una sacra elezione. Con il tuo impegno si rivela pienamente la seconda camera del Mio Cuore, ed Io, come sommo Sacerdote Melchisedec, sto ora come Punto focale del Centro-ur nello Spazio e nel Tempo dell’eternità-ur.

14. Io metto la santa Serietà nelle tue mani, nel tuo cuore, nel capo, nella volontà-azione della tua vita personale. Voi non sapete ancora che cosa significhi quando per il Creatore, il Sacerdote diventerà visibile ed inizierà la piena forza del Potere del Creatore, che porterà la santità della Serietà. La Mia Santità rimarrà intoccata! Il Mio Essere può, vuole e consacrerà all’Opera-Figlio (nota 5) dal coercitivo obbligo del compito posto alla Creazione, ME stesso, all’occorrenza messo a nudo, ma mai la Mia Santità! Ciò lo comprenderete solo più tardi.

15. Ma tu, elevato portatore della Mia Serietà, la devi già ora portare in te, anche se ancora inconsapevole. La Mia parola ti accende la fiaccola che corrisponde alla santità nel settuplo Raggio. Da te deve passare agli altri portatori della Luce”. UR toglie la campana d’argento dal quarto candelabro. Come ardente sostanza del Sole, essa fluisce nel quarto angelo e provoca – per quanto la seconda Ora del Giorno trasmetta la conoscenza – un’enorme eruzione. Proteggere la Santità di UR dal pur minimo scoprimento, fa divampare in lui un faro infuocato che all’improvviso diventa sette volte visibile.

16. Dietro e intorno al trono dell’Altissimo si alzano sette colonne granitiche provviste in alto di profondi bacini, da cui bruciano delle potenti fiaccole. Chi potrebbe mai passare attraverso questo fuoco senza perdere subito l’esistenza? I primi guardano il sacro monumento, scossi. Come vi è arrivato all’improvviso? E’ soltanto l’Opera di un portatore di luce? E se fosse, che cosa succederebbe se tutti i sette fossero richiamati all’azione – uniti in un unico pensiero – dalle parole di UR, il Santo-eterno? – Essi non lo sanno.

17. Egli dice: “Le Mie parole sono vere, e quello che Io prometto, ciò accade! Non c’è tempo che la Mia parola non riveli; non c’è spazio in cui il palesamento non diventi visibile! Io, il sommo Sacerdote Melchisedec, ho riposto per questo, per la protezione della Santità, le sette fiaccole. Esse sono contemporaneamente un muro di separazione ad ogni opposizione che può formarsi nella libertà della vita; inoltre, sono i testimoni della Mia Entità-ur, e infine, gli araldi ed esecutori di ciò che la Santità pretende come protezione dell’Opera. Devono splendere eternamente, e l’Anno-Azione-ur non deve avere nessun Giorno in cui sarebbero da riaccendere nuovamente. Esse rimangono nel Mio Santuario, come Io rimango in esso. – Ma tu, imponente principe-angelo della Luce, le hai accese tu stesso.

18. Perciò, stendi le tue mani sul Mio focolare! Tu, cherubino, ti chiami Muriel; e tu, serafino, ti chiami Pargoa. Voi siete i sovrani portatori della Serietà del Mio sacerdozio interiore ed esteriore. Come principi nella forza-unita vi invio nello Spazio e nel Tempo per servire l’Opera. Nell’elemento del Sacerdote, dell’Acqua, giace la vostra grande forza e l’adempimento del vostro lavoro. Prendete il simbolo della vocazione, della dignità, della consacrazione e dell’elezione. Lo metto nella vostra mano”.

- Il simbolo risplende nella piena luce del Sole-ur, e in esso si riflettono le fiamme del focolare, le torce e le fiaccole, …un TORCHIO, un simbolo profondamente segreto! E’ più difficile da comprendere che la bilancia, la spada e la falce; dato che in esso regna la Santità di UR.

19. La Sua voce fluisce attraverso lo Spazio: “Io immetto i Giorni della Mia Creazione nel torchio. Da questo scorre l’Opera inconsapeole, una gioia per Me e per voi, ma in esso il figlio viene torchiato insieme al suo operare. Ciò che corrisponde alla Santità, tu, principe della Serietà, lo devi torchiare per il Mio giubilo di Creatore, ai figli per le beatitudini della Creazione come nobile vino che mai si esaurisce, che si rinnova continuamente da se stesso. Ciò che però resiste al Mio ‘SANTO’, gettalo dentro e spremi il tuo torchio finché trabocca, come sangue quando la Terra santificata dovrà bere il sangue del torchio! Allora dalla seconda torchiata deve essere benedetto ancora una volta il primo. – E questa, portatore della Serietà, questa è la tua opera della Creazione!

20. Sii il co-custode alla seconda porta, attraverso la quale Io, come sommo Sacerdote Melchisedec, porterò il Mattino nell’Onnisantissimo, e dopo aver compiuto l’Opera del Giorno, porterai i Miei spiriti-parziali alla Fonte-ur, dove poi riposeranno nel Mio Essere dell’infinità e riceveranno la preparazione per il Giorno successivo. Anche tu bada ai portatori delle leggi mutabili[24] che attraverso la porta sacerdotale verranno portati fuori a favore di tutti i figli, e rifletti sul loro ritorno con le condizioni-ur liberamente riconosciute. La Sapienza sarà l’esaminatore di tutto ciò e la Serietà un protettore della Mia Santità.

21. Riconoscilo: dei figli della luce particolarmente guidati, diventeranno i portatori delle Leggi, e per questa funzione riceveranno una parte della Santità! Infatti, anche le leggi-mutabili saranno santificate, altrimenti non diventerebbero la benedizione di nessun figlio. Le Mie condizioni sono invece sacre da sé! – Ogni parte della Santità ha bisogno di protezione, perché un figlio può benissimo approfittare della Legge della libertà come formazione arbitraria della vita, ed vi ho detto a sufficienza quali conseguenze ne deriverebbero.

22. Già il primo Giorno ho chiamato voi sette, le Mie fiaccole. – Ora sono anche accese tramite il portatore della Mia somma Serietà sacerdotale e rimangono un’eterna custodia assunta dalla Mia Serietà. Se un giorno dovesse essere necessario, allora prendi la tua fiaccola, santificato portatore della Serietà, ma bada: ne basta una per portarla attraverso lo Spazio e il Tempo di un Giorno come incendio consumatore, come un faro verso tutti gli angoli della Mia magnificenza divenuta visibile nelle profondità, nell’elevatezza, nell’ampiezza e nella vicinanza del Mio Io-ur! Possono esserci due tipi di incendio: benedizione o maledizione; dare nostalgia, pace, gioia e adempimento, oppure spingere alla sofferenza, all’inquietudine, all’assenza di pace e all’amara morte. Il primo l’ottiene chi, in virtù delle leggi-mutabili della libera volontà, deriva (desume-deduce) dalle Mie condizioni; il secondo, colui che vive contrariamente ad esse. Non si potrà mai sfondare il muro di fuoco della Serietà! Parimenti, molto meno ancora, tutte le sette fiaccole, poiché la Mia Santità rimane intoccabile!

23.    Ora ricevi la benedizione, principe Muriel-Pargoa. Accendi le luci che ho posto nel governo di questo Giorno sul e nel f­irmamento come segni risplendenti di benedizione, dato che non nascondo nulla all’Opera-Figlio, dalla Sua parte della Santità”.

- I portatori della Serietà, circondati da Sadhana e dagli altri angeli di luce, accolgono in ginocchio la benedizione. Il loro grande ringraziamento è una lingua sacra-seria. La loro forza riecheggia nel Santuario. Allora divampano tutte le fiaccole, arde il fuoco nel focolare. L’incenso cade dalla magnifica cupola a forma di ventaglio in sette raggi con la luce del Sole giù sui figli.

[indice]

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4/3 – Il ringraziamento di Uraniel e la domanda di Sadhana

24. Misteriosa è la Parola non pronunciata da UR, dal Santo-eterno, ma è chiaramente percettibile nei cuori dei figli nella Sua solenne facoltà d’espressione. Questa è realmente una Parola della Divinità-UR, il cui pieno potere, forza, autorità e vigore del portatore, del tutto immutabili ed assolute, non hanno bisogno di nessun accrescimento. Anche i figli rispondono in un linguaggio segreto della Creazione.

- Dopo il maestoso silenzio, tutto si muove di nuovo, dato che è un Giorno della Creazione in cui domina anche il percettibile, e dal dialogo segreto del cuore è Uraniel che rivolge ad UR una prima richiesta, anche una domanda al Giorno:

25. “Onni-Benignità, sommo Sacerdote Melchisedec, eternamente secondo il sacro Ordine! Già al Mattino del Tuo quarto Giorno miracoloso ci copri con indicibile grazia, in modo che domandiamo semplicemente: ‘In che cosa raccoglieremo quei tesori che il Giorno porterà ancora?’. Dacci, o Padre, un grande cuore, affinché non vada perduto nemmeno la più minuscola parte di tutte queste preziosità! Sì, …prezioso è il patrimonio dell’eternità, e noi lo vogliamo custodire e conservare coscienziosamente, affinché lo si possa portare a tempo debito, di nuovo nel Tuo Essere-ur. Per eseguire questo, abbiamo particolarmente bisogno della Tua Serietà. E così chiedo, o nostro UR, l’Amorevolissimo-santo, mostraci l’essenza della Tua maestosa Serietà.

26. Ora che sappiamo che lui è il primo custode della Tua Santità, benché gli altri raggi della Vita fondamentale ne sono possessori in ugual misura perché dei sette nessuno è maggiore dell’altro, dacci la rivelazione per raccogliere tutti i Tuoi buoni doni!”

- Sul volto di UR risplende un chiaro bagliore.

27. Egli risponde benignamente: “Figli Miei, dalle vostre fiaccole ho colto per Me la giusta gioia. E tu, Uraniel, hai presentato la migliore richiesta che in genere si può porre. Degli eoni di Creazioni possono sperimentare in sé il loro accrescimento, che a voi non è possibile afferrare. Solamente, …non esisterà mai un impulso più sublime che la richiesta per un grande cuore nel quale sono da mietere tutti i Miei buoni Doni, il Mio prezioso patrimonio.

28. In verità vi dico: ‘In un tempo futuro verranno portati davanti al Mio sacro focolare delle richieste e delle preghiere, giuste ed ingiuste, che nel loro numero sommergeranno quasi lo Spazio e il Tempo di un Giorno, ma nulla, per quanto possa essere giustificato, sarà pari alla richiesta che Uraniel ha posto dal senso riconosciuto dell’Ordine. Questa rimarrà in eterno la prima richiesta, la preghiera più sublime, poiché, chi ci tiene, affinché nemmeno una minimissima parte del dono vada perduta per ospitare in sé il prezioso patrimonio come benedizione dell’eternità-ur, costui è del tutto uno con Me, e sa che Io lo porterò sempre nel Mio Cuore’.

29. Perciò sii benedetto, portatore del Mio Ordine, e tramite la tua richiesta, siano benedetti tutti i figli che faranno lo stesso. Questa benedizione opera immutabilmente, …anche per quei figli che non percepiscono ancora il sacro-profondo senso, non potendolo formare così fattivamente come voi ora, Miei primi. Pertanto, ora voi siete i benedetti dell’Eternità, poiché tramite voi voglio dare questa benedizione a tutti coloro che hanno nostalgia della Mia preziosa ricchezza. La Mia parola rimane veramente sussistente, finché gli Anni scorreranno attraverso la Mia Opera-ur.

30. Ma ora vediamo la domanda per l’essenza della Mia Serietà. – Vedete, il Giorno è ancora davanti a noi, potete imparare ancora molto. Avete riconosciuto il perché metto un grande valore sulle Opere formate visivamente che danno il nome all’Anno-Azione-ur. L’esteriore non è per nulla superiore all’interiore, all’invisibile, ma tutto l’interiore deve essere manifestato, rappresentato, …essere l’andamento e la conseguenza, la direzione della struttura dell’Anno-Azione-ur. L’interiore esisteva prima e rimarrà il principale dominante.

31. Accanto a questo principale dominante è determinante la struttura esteriore per la Creazione-Azione. Pertanto, per via dello scopo dell’Opera, l’interiore viene quindi mostrato come il valore dell’eternità-ur, se rimane fondato interiormente durante un’Opera temporale e, oltre a questo, sperimenta nella conseguenza esteriore il suo precipitare nella corrispondente personificazione. Quando inizia il vero e proprio lavoro della Creazione – non appena deve essere dimostrata la Legge della libera volontà – non serve a nulla esprimere un’Opera solamente come Pensiero e dire: ‘Voglio aiutare!’. In tal modo non si porta nessun aiuto. Il pensiero deve creare anche azioni esteriori, se la volontà interiore dev’essere di utilità e di benedizione all’Anno-Azione-ur.

32. Perciò lasciate che il Giorno prenda il suo corso; formate ciò che portate in voi consapevolmente e, in parte inconsapevolmente, in belle, benedette Opere della Creazione che sono da contemplare come il Mio Santuario, allora l’essenza della Serietà si manifesterà da sé e con quello che manca ancora oltre a questa. – Vedete, Io sono pronto con i Miei doni, e la Sera in arrivo raccoglierà le vostre ricchezze! Perciò mettiamoci al lavoro. La terza ora mostrerà dai Tempi preceduti ciò che è già sorto di meraviglioso”.

- Uraniel pronuncia il ringraziamento per tutti e, felici, seguono il loro UR in ogni cosa.

33. Per la quarta volta si apre la porta ‘Ephata’. Un percorso di luce conduce i figli in una lontananza impossibile per vedere tutto. Il tappeto blu della Creazione è coperto da quello giallo del Sacerdote. I primi si consultano.

- Sadhana si rivolge a Muriel: “Dimmi, o principe di questo Giorno: com’è possibile che attraverso la tua parola che testimonia di te grandi forze, le sette fiaccole sono potute diventare visibili? Oltre a questo, quelle sette colonne oltremodo magnifiche come le fondamenta di tutti i Tempi? Ma perché – e questo mi commuove molto – per me non è sorto nessun incendio? Non mi sono preparata a sufficienza? Sono così lontana dietro a voi principi? Non ha generato, UR, dapprima me, e mi ha fatto nascere come la figlia dell’intera Creazione-ur? Dimmi: in che cosa manco, che io non abbia un uoco come voi sette, da proteggere la Santità dell’Onnipotente? – Guarda: questo mi preme, e non so come mai è così!”

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*

4/4 – La risposta di Muriel confermata poi dall’insegnamento di UR

34. Di queste domande gli angeli sono profondissimamente preoccupati, soprattutto Muriel. Che cosa pensa l’amabile figlia di UR che si umilia così davanti a loro? Come deve aiutare lui, che lui stesso non dev’essere aiutato? – UR precede pochi passi con il primo e con il settimo portatore di luce. Non si volterà aiutando? No, UR non lo fa, e non è riconoscibile qual Tratto porta ora il suo volto da Sacerdote. – Pargoa getta il suo braccio intorno alle spalle di Sadhana. Questa è una consolazione interiore che dev’essere data e a cui può seguire una esteriore.

35. Dopo una breve riflessione, Muriel dice: “Sadhana, UR ti chiama ‘l’amabile’. Egli ha posato dapprima i Suoi santi beni nel tuo grembo ed ha anche eletto il tuo cuore per primo. Tu fai il primo passo di ogni Giorno e sei posta come inizio e fine di ogni Opera. Non dovresti somigliare a nessuna fiaccola! Le tue domande sono giustificate, sì, sono condizionate sotto l’aspetto creativo perché il tuo essere si deve manifestare in grande chiarezza. Ma guarda: se noi siamo simbolicamente le sette fiaccole, così tu sei simbolicamente il fuoco sul crogiolo d’argento. Noi non possiamo recarci nella fiaccola senza essere consumati. Invece, solo per servirci del fuoco per eseguire la santa Volontà di UR, vedi, questo lo possiamo fare.

36. Tuttavia, il fuoco del focolare, Sadhana, il Suo simbolo originario, sei tu, e questo lo devi portare in te, non è nessuna protezione per la Santità come le nostre fiaccole, bensì – anche simbolicamente – (sei) la Santità stessa! Perciò per te non c’è bisogno di nessuna fiaccola che sia visibile accanto, davanti o dietro il trono e il focolare dell’Altissimo, bensì la tua destinazione, la quale determina fondamentalmente la Creazione, è il fuoco del focolare. Se un giorno le nostre fiaccole dovessero spegnersi, allora anche il fuoco del focolare dovrebbe morire per i Giorni. E se UR, l’Eterno-Unico e Veritiero, per un motivo della Creazione a noi ignoto, dovesse spegnerlo, di che cosa le nostre sette fiaccole avrebbero la loro Luce?

37. Non ti preoccupare, figlia del Cuore dell’Altissimo. Riconosci nella fiamma eternamente ardente, che riflette l’alto Santuario, la tua fiaccola, e tu, come nessun altro figlio, avrai l’immagine di UR in te. Ora prega Lui per tutti noi, che la Sua Grazia voglia dare ciò che ci manca in conoscenza”.

- Sadhana lo fa. Oh, come splendono i suoi occhi nel puro splendore incontro ad UR, a Lui, al Quale lei non ha preparato meno il suo cuore di come lo hanno fatto i Suoi principi. E lei riceve la risposta più bella:

38. “Mia Sadhana! Quello che ti ha detto Muriel è eterna-maestosa Serietà. Sì, tu, figlia della Creazione, sei anche la sua luce e la sua fiamma! Di certo, viene prima pure il Giorno in cui tu, insieme ai Miei principi, dovete rispondere alle domande a voi già poste e viverle fino in fondo in modo creativo, in particolare, metterle anche in atto per il più sublime Dominio.

39. Esamina quindi, sempre, se il tuo cuore è contenuto nella fiamma del sacro focolare, devi persino impiegare l’azione in grado, dalla tua stessa forza, di scambiarMi, per questo, definitivamente, e sacrificare la libera volontà alle Mie giustificate condizioni! Se raggiungi questo – Sadhana – allora, solo allora comincerà per te l’effettiva Opera della Vita!

40. Ti sembra di essere stata retrocessa. Ma guarda, se voglio raggiungere la Meta posta in te, allora c’è bisogno di una guida che devi da ogni altra dei figli, persino dai Miei principi. Nonostante ciò, questo è l’aspetto esteriore, ma interiormente esiste sempre, soltanto un’unica scuola, e certamente è: la scuola fondamentale della vita. Per cui viene anche insegnata una sola materia, e questa è: il perfezionamento più alto possibile, mettendolo alla pari alla Mia propria alta, …santa perfezione! Vi ho fatti a Mia immagine, e certamente non soltanto nella figura. No, anche qui l’interiore è il primo elemento fondamentale. Vi ho fatti simili a Me, come Io stesso sono interiormente contemplabile e reale!

41. Starebbe solo al posto sbagliato l’immagine esteriore, se il Mio Essere interiore rimanesse estraneo. Allora la Mia Opera starebbe lontana da Me, come ieri siete stati per un tempo lontani dal Mio centro. Ma sarebbe un onore se volessi osservare la Mia Opera da lontano, un Giorno della Creazione dopo l’altro? – Oppure, non ho riservato a Me la gioia nelle Opere? Voglio soddisfare il Mio umore di Creatore, oppure giocare con Me stesso, solo per mettere alla prova il Mio Potere?

42. In verità, per fare questo non ci sarebbe stato bisogno di nessun Ciclo-Azione, nemmeno della quadruplice Creazione! Prima ho vissuto per Me stesso, allora c’era in Me, gioco su gioco, finché l’Azione si è cristallizzata nella costruzione di due imponenti Poli. Nel primo Polo c’era già la Mia gioia di Creatore che culminava nella riuscita delle grandiose Opere, pre-pensate; nell’altro Polo riposava la beatitudine della Creazione promessa a voi, che ho preparato per i Miei figli da allevare dapprima come dono per gli spiriti-parziali da allevare, e dopo, anche come ben meritata ricompensa.

43. Se dal dono non sorgesse nessuna ricompensa, allora sarebbe un inganno verso di Me. Ma questo è impossibile! Per trasformare un dono in ricompensa senza l’arbitrio, ho dato ai due Poli più posizioni. Rimaneva lasciata all’Opera l’impiego dell’una o dell’altra posizione. Sotto di queste cadono anche le Leggi immutabili e mutabili a voi già note da tempo, come anche le giuste condizioni e la volontà creativamente libera. C’è ancora un gioco contrario che voi potrete sperimentare solamente nel procedimento dell’Opera. Vi do un’indicazione: ‘Questo riguarderà la santificazione procedente da Me e l’aiuto nel co-santificare procedente da voi figli!’

44. Ora basta con questo, poiché altre cose sono più vicine per essere elaborate. In una tale indicazione dovete notare che voi siete da considerare come vere immagini della Mia Personalità-ur. Con ciò, Mia Sadhana, hai la completa conferma di ciò che ti ha detto ora Muriel.

45. Nel frattempo siamo arrivati sulla collina dell’Ordine. In questo Giorno, Miei principi-angeli, non potete correre in avanti per prepararMi il luogo, ma fatelo interiormente, perché il Giorno è sacro-serio e richiede essenzialmente da voi di più di come è avvenuto finora. Giungerò nelle vostre case come il sommo Sacerdote Melchisedec. Il perché lo potrete riconoscere in parte solo alla Sera, del tutto alla fine di quel Giorno in cui la Legge della libera volontà giungerà all’affermazione. Siate diligenti! Ma non solamente Uraniel-Urea, bensì ognuno deve aiutare nella sua Opera del cuore”. UR precede, e i figli seguono le Sue orme. Del tutto colmi, essi agiscono secondo la sacra richiesta.

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4/5 – Presso la prima casa di Uraniel, l’essenza originaria del Creatore

46.    Presso la casa di Uraniel si fermano davanti alle porte dopo una chiamata interiore. Che cosa sta facendo UR da solo nella casa dell’Ordine? I figli non vedono, sentono solamente l’Onniautorità di un nuovo divenire. Presto Egli esce dalla porta a destra, le Sue mani invitano ad entrare in casa. Presso l’altare Egli tiene una sacra ‘alta funzione’. La Parola risuona dal fuoco dell’altare. Che cosa significa? E UR, ha mai agito così solennemente come ora? Sono profondissimamente impressionati, non soltanto per il contemplare che li colma, bensì per un co-sperimentare interiore, un co-agire. UR benedice tutti gli strumenti. Dopo prende dalle ampie pieghe della Sua veste Sacerdotale un libro. Ha la settima parte del volume del libro della Creazione e vi sta scritto sopra a lettere d’orate: ‘Le Opere del Mio Ordine!’ Lo apre, fa cenno ai principi della casa di venire davanti all’altare, consegna loro il Libro e dice:

47. “Ogni Opera viene derivata dal Mio Essere; non ve ne è nessuna che non sia avvenuta originariamente e condizionata in Me. Sul sacro focolare giace quel libro in cui è registrato il Mio procedere dall’inizio del Ciclo. Quello che c’era prima non lo rivela nessun libro visibile, bensì Io stesso sono la Scrittura dei Miei eoni-ur! Ora porto una veste esteriore che copre il Mio Essere-ur, santo, senza renderLo irriconoscibile. Al contrario, con questo Mi mostro come sono fatto.

48. Così è anche con la Scritta del Mio Essere. Riguarda il Mio IO a fianco di UR! Solamente, che anche questo deve essere avvolto. Per questo serve per primo il libro della Creazione sul sacro focolare. Tuttavia un figlio non prenderà mai nelle sue mani il sacro libro per potervi leggere dentro oppure mettervi una scritta, a meno che Io non lasci il sacro libro per una frazione di Attimo ad un primo che ricevesse il potere di conservarlo per Me! (Golgota)

49. Ma questo, solamente nel caso che Io abbandonassi il Mio Santuario per il Percorso sacrificale diventato necessario, e questo pretende molto anticipatamente un ammaestramento più sublime dei Miei primi. Chi di voi si affermerà nella difficilissima richiesta, potrà un giorno – se fosse necessario – essere il conservatore del Mio Onnisantissimo, e in tal modo anche del Mio libro della Creazione!

50. Perciò voi sette aiutanti dovete ricevere rispettivamente una parte del Mio libro dell’Opera in certo qual modo come duplicato. Quando poi alla Sera, ritornati dal campo d’azione, allora passate ogni volta sulla vostra collina e registrate nei vostri Libri il risultato di un Giorno secondo la vostra rispettiva Caratteristica. Per ogni raggio di Vita fondamentale ne è destinato uno. Sulla parte destra scrivete quello che ho consegnato al Giorno e ciò che avete potuto crearne nella giusta sequenza; sulla parte sinistra ciò che era avverso all’Opera. Dopo l’ultima registrazione determinate le Pagine e comunicate a Me il risultato finale! Questo Io lo scriverò poi nel Mio grande libro contabile, nel libro del dare e avere dell’Anno-Azione-ur.

51. Ogni figlio avrà una volta il suo libretto nel quale viene registrato il suo fare e non fare. Tutto sarà registrato coscienziosamente, poiché vedete: l’Ordine è il fondamento di base su cui appoggio le Mie Opere, e ancora, l’Ordine è tre volte per la direzione, l’andamento e la meta! Senza il Mio Ordine e il Mio benestare, nulla si svolge! Su altri raggi della Vita fondamentale dovrei edificare secondo la pura Volontà; ma senza la struttura di base dell’Ordine non avrebbero nessun valore permanente dell’eternità. Nonostante ciò, ogni Caratteristica vale come ogni altra.

52. Osservate il Mio Santuario attraverso la prima finestra. Si trova esso semplicemente sul suolo ed è unicamente questo, un fondamento della superficie? Oppure ne procedono dei muri, pilastri, colonne e forti angoli al di sotto del livello della base visibile, saldamente strutturati per delle eternità, che non potranno mai essere scossi? Quale rispondenza ne è alla base?

53. Figli Miei, questo rizoma[25] sorse dal Mio Essere-ur e continuerà a crescere eternamente, intoccabile e, perciò, anche irrevocabile! – Certo, nessun figlio può vedere questa struttura di base di queste mura, perché questa è la profondità del Mio nascondimento, la sacra Fonte della Mezzanotte. Inoltre, i meravigliosi pilastri e colonne tendono molto in alto, i quali portano l’imponente tetto del duomo insieme alla cupola. Sopra di tutto vedete come firmamento l’infinito duomo del Mio Potere di Creatore, adornato con il colore blu del Creatore. Voi percepite l’elevatezza del firmamento, senza riconoscerla nel sua completezza. La cima del Santuario visibile giunge in questa onnipotente elevatezza, mentre il firmamento è pure la custodia e il culmine sul tetto del Mio Santuario visibile.

54. L’alto duomo somiglia al Mio Essere interiore, benché includa tutto l’esteriore. L’altro, il visibile, corrisponde al Potere creativo, alla Volontà creativa del Mio Essere personale. Nel duomo cristallino Mi manifesto per amor vostro; da lì vado nei Giorni, e là dentro porto la fine di ogni Lavoro dell’Opera. Tuttavia, il duomo dell’infinito poggiato sulla base della Mia maestosa Fonte-ur lo vedete bene, e in esso risplenderanno presto i segni più stupefacenti. Eppure, nemmeno voi primi avete mai sondato completamente questa casa del Creatore, poiché la casa del Creatore sono Io stesso!

55. Anche voi potete essere un buono specchio. Questo avviene quando portate il Mio Essere in voi e cercate di adempiere ciò che Io vi ho assegnato come collaborazione. Ogni Opera somiglia al Santuario visibile, saldamente strutturata sull’Origine più interiore, segreto, il Quale sono pure Io! Le vostre case sulle colline sono la grande corte antistante che un giorno raccoglierà dapprima tutti i figli, prima che entrino nella sacra-luce”.

- UR lascia ai primi il tempo di assimilare ciò che hanno sentito, affinché per loro ne possa accrescere una proprietà benedetta.

56. Dopo un lungo silenzio, Uraniel prega ad alta voce: “Onnisanto, Sacerdote Melchisedec nell’eterno Ordine ed immutabilità! Ti chiamiamo ‘Padre dei nostri cuori’ poiché Tu ora devi vedere in noi un duomo nel Quale, come Proprietario fondamentale del nostro essere, devi operare. Ti ringraziamo! Sì, …come era salito il Tuo Santuario dalla Tua base-ur, così anche il ringraziamento dal fondo del nostro cuore che – certamente la nostra proprietà – è una grande parte del Tuo magnifico-maestoso Essere. E su questo poggiamo il nostro ringraziamento; salga fino all’essenzialità del Tuo Regno come la cima del Tuo Santuario sale nell’incommensurabile blu del duomo del Cielo.

57. Dapprima mi hai dato una parte del Tuo sacro libro. Sulla prima pagina voglio scrivere il Tuo nome: ‘UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero!’. E non deve esserci scritto null’altro che il tuo alto lodato Nome! Infatti, in Lui è fondato tutto il Cosmo, l’eternità-ur, lo Spazio e il Tempo, il Tuo Cuore dell’infinità con le Sue quattro camere, tutti i Tuoi santi-nomi ed Entità! E incido il Tuo Ordine come un fondamento di base irremovibile, e nulla, nulla potrà scrollarlo!

58. Se una volta la Legge della libera volontà dovesse essere richiesta completamente, questa scritta non potrebbe comunque essere cancellata, perché io, Uraniel-Urea, portatore del sacro Ordine, getterei figlio e Opera sulla Mia bilancia, così che perdano la loro esistenza e la vita fino al momento che dei figli, magari caduti, giungano essi stessi al riconoscimento della loro colpa. Tu ce lo hai mostrato adesso da questo lato, affinché lo dobbiamo riconoscere. E guarda, lo abbiamo riconosciuto! Ancora di più: lo riconosciamo nell’osservanza di ciò che Tu ci incarichi!

59. Hai detto che una volta durante un Giorno della Creazione dovremo essere sovente lontani da Te, attivi nell’Opera, e solamente alla Sera essere di nuovo con Te. O UR, abbiamo paura! Nonostante ciò la Tua Volontà verrà eseguita da noi. Allora ricorda la nostra nostalgia, Maestro di ogni eternità! Ci hai dato delle ali che ci portano a Te alla velocità della luce. Lontani da Te vorremmo continuamente muoverle per svolgere il servizio davanti al Tuo sacro focolare ed adorarTi. Ti preghiamo: facci sentire sovente il cenno, affinché possiamo accorrere a Te dal campo della Creazione. Bada alla nostra richiesta, Padre amorevolissimo, Dio onnigiustissimo e Sacerdote santissimo, Creatore maestoso, Costruttore di tutte le cose!”

60. Quanto bene Uraniel ha chiesto per tutti. Sì, che cosa potrebbe significare per loro l’Opera senza il Santuario? Una buia Notte getta già avanti le sue ombre molto tempo prima che giunga a regime? Una Notte che può colpire anche malamente i primi? Ma non si trova UR fra queste ombre, e il Suo popolo in una maestosità senza pari che li fa rabbrividire? – Un Potere sacro, maestoso, pienamente concentrato, dominando lo Spazio, UR si è alzato. Allarga, come se volesse abbracciare tutto il Suo proprio Tutto, così stende le Sue braccia per benedire, per proteggere e per preservare dalle ombre nel senso della condizione e della libertà.

61. Egli dice: “Mio Uraniel, amabile Sadhana, voi tutti primi figli del Mio Essere. Avete ben soppesato l’ammaestramento e ne avete attinto un patrimonio nobile. Sì, a questo riguardo siete già diventati figli del Creatore, ed attivi da voi stessi. Attenetevi saldamente a questo motivo, allora non vi mancherà il potere, la forza, l’autorità e il vigore secondo la misura filiale, finché – interiormente ed esteriormente perfetti nel vostro perfezionamento – non sperimenterete più nessuna separazione da Me.

62. Unicamente fino ad allora la Legge della libertà è decisamente da mettere alla prova, e così dovete orientare tutto, l’interiore come l’esteriore, la vita e l’opera, secondo le regole dell’Ordine dei relativi Giorni della Creazione, altrimenti mancherete la meta. Il vostro ringraziamento, che avete veramente fondato su Me stesso, ha ampliato il collegamento interiore con il vostro UR. Perciò vi dico: – Questo collegamento è tanto meno da distruggere, quanto poco il Mio Santuario sarebbe da spostare dal suo posto di una minimissima misura!”

63. UR solleva in alto la Sua destra e dice: “Nessun figlio potrà mai opporsi, diventerebbe subito manifesta la sua impotenza! – In questo Giorno vi siete coniugati con Me nello splendore della magnificenza, e così il Giorno passa dal maestoso Potere del Creatore e dal maestoso Sacerdozio, ad una posizione ancora più sublime! In verità, i beni della salvezza manifestati nei Miei sette raggi di Vita fondamentale, …vengono custoditi e conservati per l’Opera attraverso di voi. Ben per voi rimanere sempre memori di questo collegamento, anche se per ora è ancora irriconoscibile! Esso vi mostra il percorso dell’Anno-Azione-ur.

64. Davanti a Me sta esposta la vostra struggente richiesta. Oh, cosa non preferirei prima, se non concedervela subito secondo le due Leggi fondamentali! Ora potete già riceverne una parte, non appena sarete in grado di dare una risposta relativa all’Opera, a una domanda che affronta l’Opera pareggiando la vostra richiesta. Così ascoltate:

65. «Il perfezionamento delle Opere, è da perfezionare dal Mio Santuario, oppure dal mezzo dei loro spazi adattati? In ciò considerando due cose: le forze che portano ogni Opera alla sua piena maturità del Giorno sono da prendere unicamente dal Mio Santuario, oppure la forza dovrebbe giungere all’impiego là dove serve?» – Se la nostalgia vi spinge verso Casa, vi trovate certamente nella Mia vicinanza che vi rende felici, ma non là dove il vostro intervento deve avvenire per la benedizione. Ma se vi trovate là, vi trovate però lontani dalla Fonte da cui potete attingere le forze per il vostro lavoro.

66. Che cosa sarebbe magari meglio, non solo per un Giorno della Creazione, bensì forse per tutto l’Anno-Azione-ur? Esaminate precisamente la questione; forse questa volta anche la Serietà vi aiuterà a conquistare chiarezza. – Perciò continuiamo sulla nostra strada, perché la terza Ora del Giorno richiede ancora molto da Me, in parte anche da voi. – Accogliete ancora la benedizione dell’Ordine, la quale può offrirvi un grande aiuto”.

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4/6 – Nella casa della Volonta’ vengono spiegate le quattro essenzialita’ originarie

67. UR consacra anche la collina della Volontà per il Giorno della Serietà. Dopo l’alta funzione Egli dice: “Come già accennato, la terza Ora vi pone grandi pretese, poiché il lavoro del Giorno precedente ha bisogno di una certa ripetizione. Questo non sta nell’effettivo, ma è piuttosto condizionato dall’essenziale, ed attraverso questo si arriverà alla decisione finale secondo l’andamento della grande Opera che la circonda. Un tempo futuro, l’ultimo Giorno porterà le Opere di tutti i Giorni dell’Anno-Azione-ur all’alta maturità come in un autunno greve di frutti. Sì, in esso arriveranno alla più gloriosa risurrezione che a nessun figlio è possibile immaginarla in anticipo.

68. Certamente giungerà già prima un pensiero luminoso quando la libera volontà sarà messa alla prova e si affermerà. Questo, in tali figli che dopo Mi rimarranno a servizio, attizzerà un grande ardore. E ‘il servizio per Me’ diventerà il sigillo di quel Giorno e alla fine di esso sarà inconcepibilmente sacro.

69. Solamente, che la conseguenza allacciata ad ogni azione, in seguito non sarà mai pareggiata da nessuna breve Sera, né dalle leggi mutabili, meno ancora da quelle immutabili, bensì è fin dall’origine da disputarsi nelle Creazioni che si allineano, finché le quattro settimane preparate in aggiunta all’Anno-ur – Simbolo della quadruplice Creazione – riveleranno il più maestoso scopo della Creazione. Fino a questa fine pienissima di grazia, della più alta benedizione dell’Anno-Azione-ur, deve essere e sarà saldato un immane conto[26], presentato a Me, a UR, il Santo-eterno, dalla legge della libertà. La presentazione del conto si basa sulle conseguenze giuste, come magari anche su quelle ingiuste, dell’utilizzo della libera volontà.

70. Nondimeno, Io ho impostato nell’Ordine ogni Mia Opera fondamentalmente secondo le disposizioni dei Giorni delle Caratteristiche e degli elementi. Non vorreste sapere qual è l’elemento e il perché ho preso l’Ordine e la Volontà dall’elemento ‘fuoco’, benché alla Volontà spetti innegabilmente il segno dell’acqua? Dunque, allora ascoltate qualcosa sui quattro elementi.

71. La Mia creatività rappresenta il ‘Fuoco’. Il fuoco è la Potenza diventata visibile, la quale forma all’interno e all’esterno per mezzo di svariate posizioni (condizioni). Non credete che la Mia Fonte-ur nella sua essenza-ur sia acqua. È nel fuoco che si trova il miglior principio-ur. Infinitamente molto tempo prima che si svolgessero dei Cicli-ur, si infrangeva in Me il fuoco della Mia Potenza. E’ impossibile rivelarvi solamente con un accenno com’era formato il fuoco dell’Essenza-ur. Dovrei annunciarlo nella Mia espressione-ur che però non avrebbe nessun tenore (enunciato) per le creature, bensì una gran quantità di forza, di cui un minuscolo atomo rivelato trasformerebbe la struttura di una creatura, di nuovo nella (sua) forma primordiale!

72. Questo fuoco-Essenza-ur non tollerava nessuna singola formazione. Differente, in esso, erano il Mio e il Potere nella lotta dinamica primordiale! Da un ‘anelarsi’ (struggersi-consumarsi) si formò il reciproco completamento per una CREATURA (Individuo, Tipo). Ci vollero degli eoni, prima che i due opposti, il Mio e quel Potere, giungessero all’unità eruttiva, al primo finale, e questo suonò poi così: «Il Mio Potere!»

73. Fino ad allora il Fuoco era stato il Reggente-ur! Io lo chiamavo ‘il Creatore’, avendo creato la prima volta qualcosa per Me stesso attinto da quel fuoco, e questo era pari al ‘Mio stesso Potere’ che si riversava in una nuova concentrazione, maggiore, nel Mio Essere-ur. Del tutto diverso che la prima dominante Essenza-ur, ‘il Fuoco’ si mostrò nel riversarsi. Arrendevole e retto, procurando con un’inaudita fermezza la Forza-ur, scosse l’UR lo sollevò dalle più salde fondamenta, in modo che Io Mi esaminassi in questa preferenziale ‘alta posizione’.

74. Questo fu il secondo elemento ‘Acqua’. Essa salì in alto e scorse verso l’abisso. Nel tipo di elemento previdi la benevola compensazione di tutte le eruzioni-ur. Dapprima, anche in questa dominarono separatamente, il Mio e la Forza. Entrambi però, dopo l’unificazione, formarono dei loro tipi fondamentali di acque, contrastanti la Mia Forza! Se dapprima l’unificarsi dei fuochi basilari aveva prodotto il ‘Creatore’, allora, dal tipo di acqua basilare sorse il ‘Sacerdote’.

75. Come Tale, dalla seconda unità ne presi una futura per condurre le Opere generate dalla parte del Creatore, o in modo libero e consapevole, oppure in modo non-libero, inconscio e determinato. Nondimeno, questo poté avvenire solamente ‘conducendo’. L’essenza del Sacerdote assunse l’equilibrio tra ogni contrasto: retroattivo per l’elemento-fuoco, come anticipatore delle due Essenze fondamentali che fermentavano ancora in Me. In tal modo Mi creai nella parte del Sacerdote la reggenza benedetta, e persino delle previste Opere ancora embrionali furono assunte già per la Guida (tratte) dalla partecipazione del Sacerdote, dell’alto-maestoso UR.

76. Ora vi diverrà chiaro del perché nei Giorni della Creazione del Sacerdote (il terzo e il quarto) c’è particolarmente molto da creare, e adesso avrà luogo anche l’equilibrio nel Ciclo-Azione del passato e del futuro. Lo può fare la Serietà che – stabile – avvicina tutti gli opposti. Quando il suo Giorno sarà trascorso, esisterà un’unica ultima voluta decisione. Su questo, di più, poi presso Muriel.

77. Il secondo elemento trasferirà anche una creatura ad uno spirito-parziale. Quando il Mio fuoco divampava ancora nell’Essenzialità-ur, esisteva in esso, nonostante il contrasto, un unico sviluppo del Potere. Dunque, poiché a seconda del potere, una creatura diventa dipendente dal Creatore, diventa legata, inconsapevole e governata con determinazione, questo significa che il Creatore rimarrebbe sempre Lo stesso, come quei cicli della Mia unica Entità-interiore. Se l’Anno-Azione-ur venisse dominato (solo) dal fuoco del Creatore – in verità – eccetto delle eventualità, non esisterebbero degli spiriti-parziali, né esseri animici, nemmeno persino dei figli.

78. Io ho confrontato la ‘Guida divenuta’ dell’originario principio del Sacerdote, con dei Pensieri dell’Opera da formare, e così ho creato l’equilibrio dei loro opposti come ancor più giustamente la loro migliore unione. Io ho fuso la loro dipendenza nel servizio, ho fatto in modo che fuoco e acqua fossero una comune guida, prima che gli altri elementi agissero operativamente. Infatti, nonostante l’equilibrio altamente concentrato delle forze dell’acqua, il fuoco non poteva affatto essere respinto o da escludere. Al contrario, ho operato dapprima nell’elemento-fuoco del Creatore, e questo rimarrà così eternamente, a prescindere dal fatto se per il risultato finale di un’opera-parziale il più alto possibile, dominerà ogni volta un’altra Entità, e pertanto, anche un altro elemento e le sue caratteristiche.

79. Potrebbero esistere delle creature, se Io, il Creatore-UR non formassi inizialmente, dai Pensieri, delle creature libere coscientemente viventi? Pertanto, voi figli dovete anche, sempre, onorare in Me dapprima il ‘Creatore’, perché così come prima cosa Io lasciai che tutte le Opere ‘divenissero’. Da ciò non vi sarà difficile adorarMi come ‘Sacerdote’. Inoltre, sarete anche capaci di adempiere i comandi dati a causa dei motivi originari dalla Mia parte di ‘Dio’, con cui la strada conduce facilissimamente nella Mia essenza di ‘Padre’, ed imparerete ad amarMi come amo voi come creature, come spiriti, come anime e, come figli! E’ in questo ‘amore Padre-figlio’ che la ‘Misericordia’ (la settima caratteristica) otterrà la sua rivelazione più superba.

80. Ora sono ancora da esaminare gli altri elementi. – Nell’interazione del fuoco e dell’acqua seguirono ulteriori formazioni simili ad eruzioni. Come successivo entrò in primo piano l’elemento ‘Terra’. Miei primi, non scambiate questo elemento-ur – come nemmeno gli altri – con una massa esteriore compatta. ‘Terra’ possiede delle forze di formazione che si manifestano in potenze ambivalenti. Mia era la facoltà e la potente formazione! L’equilibrio tra le due parti non fu creato subito all’origine, bensì qui si svolse anche come una ‘santa Guerra! In Me giaceva naturalmente dapprima il pretenzioso primordiale ‘Mio’!

81. Io sono il SIGNORE, l’UR! A Me solamente appartengono il Potere, la Forza, l’Autorità e il Vigore; tutto questo è Mio! Anche il Mio ‘Io’ è Mio! Le parti dell’Autorità conquistarono il loro predominio nella loro unione. Dopo la Lotta-ur la Mia Autorità restò sull’elemento Terra! In tal modo ogni elemento ottenne – innanzitutto di certo interiormente – ciascuno acquisendolo da sé dalle lotte dei tre elementi, una formazione con l’arresto della personalità. Io creai, tuttavia dal principio di dipendenza, il principio operante dell’indipendenza.

82. Qui ho posto il primo originario Punto di svolta, dando a Me stesso una plasmazione indipendente che potesse stare di fronte al Mio Io-ur originario e, secondo l’Opera, lo Spazio e il Tempo, potesse manifestare questa o quella Entità nel principio d’indipendenza messo alla prova per primo. Io poggiai su questo ‘il Divenire’. Quindi, anche l’elemento ‘terra’ è una formazione divenuta originariamente in Me.

83. ‘Terra’ aveva originariamente due peculiarità, come il Fuoco e l’Acqua, poteva liberare e legare. Da questa è dipeso se un’Opera creata dal Creatore, governata dal Sacerdote, era da legare all’Essere-ur oppure da sciogliere da Lui. Il distacco era la prima possibilità, perché il principio della dipendenza è il fondamento della regressione nella sostanza-ur.

84. Il legame – per voi imperscrutabile – era nel principio dell’indipendenza! Giungere all’unificazione ostinata, alla sostanza-ur, indipendentemente da come si è stati creati, porta al legame. In esso domina la seconda caratteristica di Dio ‘l’AMORE’, in cui si rivela l’elemento Terra: la realtà effettiva, l’esistente, il ri-unito per l’eternità, il principio duraturo!

85. Ora voglio prima, dire ancora qualcosa sulle caratteristiche dei tre elementi: – Nel Fuoco dominano l’Ordine e la Volontà. Io diedi all’Ordine il ‘Mio’ (il fuoco) come prima essenzialità-ur fondamentale. In esso è radicato anche il Mio nome ‘UR’! La Volontà come ‘Potere’ chiama-fuori dall’ordinato Essere-ur la lotta della prima parte del Mio Essere. L’Ordine è il permanente, la Volontà il formante. Entrambi, uniti, generano la ‘Creazione permanente’. Tuttavia, qui la Volontà è già posta dopo l’Ordine nell’alta previsione della creazione-figlio oramai già eseguita.

86. Il ‘Mio’ dell’acqua è il portatore della Sapienza, mentre alla Serietà appartiene la ‘Forza’. La Sapienza è malleabile, arrendevole, cedevole. Lei leviga l’Opera, la raffina attraverso un’immensa facoltà di adattamento. Nondimeno, come il fuoco ha conquistato il suo sviluppo del potere attraverso l’Ordine e la Volontà, così l’elemento acqua la sua forza attraverso la Sapienza e la Serietà, poiché la Serietà come parte ‘determinante e inesorabile’, stabilisce la forza!

87. Adesso vedrete per quale ragione, proprio le contrapposizioni furono impiegate nel lavoro equilibrante in una parte dell’essenzialità-ur. Dalla Sapienza e dalla Serietà unite risulta un’elevata abbondanza dello sviluppo, che sarà riconoscibile nella sua stesura non prima della fine dell’Anno-Azione. La formazione elementare dell’implacabile potente Serietà desume la sua sostanza dalla Mia Santità. Questa spiegazione non vi lascerà più estraneo il motivo per cui ho eletto specialmente la Serietà come custode della Mia Santità.

88. Da tutto ciò è riconoscibile che il principio del Creatore nell’elemento fuoco rimase in primo piano necessariamente sovrano. Di conseguenza, qualunque risultato, benedetto dalla Creazione, porta ai figli l’onore del Creatore. Le parti degli elementi ‘Miei’ (fuoco, acqua, terra) erano originariamente pre-determinanti nella loro unione delle lotte equilibratrici, mentre i generatori del Potere, Forza, Autorità e Vigore giunsero uniformemente alla meta innanzitutto attraverso la lotta. Perciò ho unito le Caratteristiche dominanti: dapprima la Volontà con la Serietà.

89. Ho assegnato perciò alla Volontà la formazione dell’acqua, invece alla Serietà quella del fuoco. Da ciò vedete bene che le Mie quattro Entità, nella loro realtà-ur, non possedevano nessuna formazione particolare e si mostrano differenti solo nell’attuale ‘epoca-azione’ per via dei figli generati liberi, affinché sia riconoscibile il Mio IO-ur santo. Solo così si offre la possibilità di portare Me in sé, grazie alle disposizioni di pareggio al ‘Mio’ di UR.

90. L’accoppiamento delle prime quattro Caratteristiche nei loro elementi si concluse senza essere d’ostacolo all’unione di base con gli altri elementi e caratteristiche. Tuttavia queste unioni non avvennero subito sotto l’influenza-ur, pertanto è sufficiente dire che innanzitutto ha avuto luogo il pareggio.

91. All’elemento terra fu data la possibile soluzione della Pazienza, la quale possiede infatti delle sostanze di base dell’Ordine, della Sapienza, della Volontà e della Serietà. Questo ha a che fare con il compito di lentezza ad essa affidato. Se si fosse pensato di perfezionare un’Opera prevista dall’Ordine, dalla Volontà e dalla Sapienza, ma che non avrebbe potuto proseguire tramite la Serietà, allora le Caratteristiche che non erano state ancora dominanti avrebbero dovuto comunque consegnare dapprima la loro parte-ur. La successiva sarebbe stata la Pazienza. Dunque: secondo la vostra misura, essa avrebbe dovuto intervenire continuando l’Opera nell’aspettativa che la portasse là dove l’andamento di una Settimana-ur l’avrebbe condotta inizialmente?

92. Di molto mancato, figli Miei! La Pazienza avrebbe sciolto quell’Opera dal percorso sul quale, nel segno della Serietà sarebbe forse capitolata, ma giammai l’avrebbe distaccata con violenza, come farebbero la Serietà o la Volontà nella loro santità altamente concentrata, rovesciando al’improvviso qualcosa nel fondo della Mia primordialità, bensì essa la formerebbe lentamente a ritroso all’interno di un tratto di Tempo ancora rimasto, e dopo, lascerebbe svolgere il suo gran talento dal ritratto-ur dai suoi due elementi, fuoco e acqua, cioè quelli ottenuti originariamente dalla Volontà e dalla Serietà.

93. Dopo, essa avrebbe richiesto una riedificazione con il fermo comando, sostenuto dall’Amore e dalla Misericordia, al quale le prime Caratteristiche non avrebbero mai resistito. Un ‘non-resistere’ risulta prevalentemente dall’equilibrio delle sette Caratteristiche, e solo nella seconda successione dal ‘Mio’, dall’unitario Io-ur! La menzionata ri-trasformazione sarebbe stata anche corrispondente al Mio Essere, una conclusione compiuta dell’Opera, e non un immediata dissoluzione.

94. L’Amore, assieme al contrario del suo elemento sovrano, terra, possiede anche quello del fuoco e dell’acqua. Esso tenterà sempre di provocare dei legami con pronunciate consequenzialità che raggiungerà anche, sorretto dalla Pazienza e con il pre-raggio della Misericordia, soprattutto dalle cose-ur della Mia Entità, e quindi colmerà continuamente delle Opere viventi nel giusto. Perciò l’elemento terra, benché non accoppiato fondamentalmente con questi due, il fuoco e l’acqua, offre un maggior luogo di rilassamento, lo ‘scenario degli avvenimenti della Creazione’! Infatti, innanzitutto sulla base della plasmazione personale, godano realmente fino in fondo la loro vittoria. Così dalla creatività non venne solamente il ‘sia fatto’, bensì in ugual misura dal fuoco e dall’acqua, la personificazione dimorante nell’elemento terra.

95. Includiamo nel Cerchio-ur anche l’elemento ‘Aria’ cioè la ‘Misericordia’ che domina singolarmente. Il quarto elemento non possiede dei contrari, perciò non avvenivano nemmeno delle lotte. In esso erano pareggiati ‘Mio’ e ‘Forza’. Di conseguenza, solo un’uniforme caratteristica essenziale tramite la Misericordia giunse alla manifestazione e, di conseguenza, all’intera unificazione di tutti gli elementi e delle loro qualità.

96. Che cos’è l’aria, quell’inspirazione come un respiro essenziale della vita, adeguato al Regno della luce? Essa è sottilmente spirituale. Benché voi avete costantemente bisogno di quest’aria come eterno nutrimento della vita, non la potete né vedere, come il fuoco come simbolo-ur del primo elemento fondamentale, né gustare come l’acqua come simbolo-ur del secondo elemento fondamentale.

97. Inoltre, voi sentite sotto i vostri piedi un suolo come qualcosa del tutto confidenziale. Anche questo è sostanza spirituale, altrimenti non potreste camminarci sopra come il simbolo-ur del terzo elemento. Queste tre cose-ur sono completamente diverse dalla quarta cosa-ur, l’aria, la quale ha comunque la stessa solidità come il fuoco, l’acqua e la terra, perché c’è una formazione di tutte le Mie sostanze fondamentali, come Io stesso sono una Formazione, e le rivelo come il santo-supremo IO-ur!

98. Voi Mi vedete davanti a voi, Mi potete davvero toccare, sentire le Mie parole, e perciò Io sono una Sostanza personificata. Ciononostante, Io somiglio maggiormente ai Miei quattro elementi: inconcepibile come UR, come il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, cosa che vi ho menzionato particolarmente dai tempi delle iniziali lotte equilibratrici. Sì, il puro UR Lo potete tenere nelle mani tanto meno, quanto lo potete con l’aria, mediante la quale però vivete e dalla quale siete circondati; in particolare, quest’ultimo lo fa la sostanza nobile di questo strano elemento. Perciò l’ho posto come in un auto-adempimento, come il tratto della Vita fondamentale che tutto abbraccia, nella quale tutte le lotte equilibratrici dei tre elementi hanno ricevuto la loro culminante ultima volontà.

99. Questo significa che le parole di contrasto degli elementi che tendevano al potere, di fatto, giammai demoliscono i tratti caratteristici dimoranti nel Mio Essere, bensì li sollevano dalla loro ‘posizione di riposo’, per voi inspiegabile, e li vogliono chiudere cingendoli assieme. Io ho chiamato questo sommo attacco, ‘MISERICORDIA’, come caratteristica conclusiva di tutte le lotte-ur, e di conseguenza sarà sempre l’ultima a giungere all’attività. Essa, come costante completamento simbolico del Creatore, è anche la portatrice del perfezionamento delle creature e domina come corona su tutte le Caratteristiche. Il suo potere di corona dà alla creatura perfino la possibilità di inspirare ed espirare in modo primordiale-spirituale l’elemento aria, così come:

‘ricevere e dare Misericordia senza misura’

con la quale viene ottenuta la più sublime facoltà di vivere.

100. Allora incoronerò tutte le Mie Opere come finora le ho incoronate nella più potente Magnificenza e Maestosità primordiale! Pertanto, l’AZIONE, nonostante la primaria messa alla prova della Legge della libertà della volontà affidata alle creature, giungerà ad una perfezione la cui rivelazione finale apparirà per voi primi, e certamente per i figli abbondantemente provvisti dal Mio Essere-ur, così inafferrabile, che all’ultima Sera di questo glorioso Ciclo-Azione le Potenze delle Mie caratteristiche affidate a voi s’infiammeranno come una volta in Me il fuoco della prima eruzione-ur!

101. Questo vi unirà a Me con un personale-consapevole ‘sorgere’ (elevarvi) come una volta vivevate in Me come Miei propri Pensieri primordiali. Rivelarvi ancora di più su questo, non serve a nessuno dei Miei figli. Solo questo sia ancora detto: ‘Che nessuno perderà mai più la sua Vita auto consapevole!’

102. Quanto ampiamente avviene il completo avvolgersi della Mia Opera-Figlio tramite la Misericordia potrà dimostrarsi, se una volta si dovesse rivendicare la Legge della libera volontà. Allora vi accorgereste che la Misericordia, impiegata come principale dominante, guiderebbe prima tutte le Caratteristiche, fondamentalmente, alle loro più straordinarie attività. – Di questo vi verrà dato pienissimo chiarimento in un altro Giorno.

103. In questo insegnamento includo la domanda del secondo Giorno. – «Quale caratteristica è da portare prevalentemente alle Opere, in particolare ai figli? L’Ordine come punto-base-ur di tutte le Creazioni, la Serietà come essenza-base-ur del Mio Essere, santissimo, oppure la Misericordia come adempimento-base-ur dell’interiore ed esteriore dell’Opera-Figlio?». Avete tempo, forse arriverete alla miglior conoscenza nella casa della Serietà. Io vi do la benedizione della Volontà. Con essa penetrerete fino alla Chiarezza. Ora venite e seguiteMi”.

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4/7 – Nella casa della Sapienza, sul portatore del sacrificio e sulla risurrezione

104. Sulla via verso la terza collina i primi si avvicinano amorevolmente al loro UR.

- Circondati da loro, l’Onnisanto cammina benedicendo altamente il Suo percorso creativo. Egli stesso prepara anche la Casa della Sapienza.

- Zuriel-Helia nel ricevere il ‘libro della Sapienza’ ringraziano nel modo più bello; Zuriel solleva la falce sul fuoco divampante dell’altare.

- Segue il terzo grande insegnamento in questo sacro-serio Giorno.

105. UR dice: “Mia Sadhana e voi principi-angeli! Con Michael (cap.4,67) ho parlato della gloriosa Risurrezione che procurerà la chiave di volta del maestoso Anno-Azione-ur. Voi avete riflettuto su questo, di che cosa si tratta di quella risurrezione. La Mia indicazione vi ha guidato ad una grande previsione, di cui fanno parte anche tutti gli insegnamenti avuti finora. Infatti, se in effetti volete essere i Miei primi aiutanti dell’Opera, allora ci vuole un ammaestramento che si riferisce a voi personalmente, all’Opera, in particolare al menzionato pareggio della libera volontà con le condizioni poste giustamente riservate a Me. Non si può evitare di porre i due originari Fondamenti di base dell’attuale Ciclo-ur in continuo primo piano delle nostre considerazioni e, in seguito, allineare sopra l’Opera. Un Ciclo-ur comprende otto Anni, quattro dei quali risultano per la costruzione, quattro per la disattivazione. Nei primi quattro Anni-ur espiro una volta come UR, e nella seconda successione inspiro una volta.

106. Voi credete che ogni prima parte del Ciclo-ur procuri magari delle ripetizioni come presunta risurrezione. Figli Miei, la vostra opinione non è del tutto sbagliata, ma non è la verità. Delle ripetizioni dell‘Opera sarebbero in questo modo un misero panorama riflesso in Me, che dopo una successione di tempo porterebbe le stesse immagini. In questo modo il Mio elemento-Fuoco non avrebbe bisogno di uscire dalla sua ‘posizione di riposo’, che richiederebbe il massimo impiego di tutte le parti dell’Essere-ur. Potrei dilettare di Me stesso? Chi pensa questo di Me?

107. Inoltre, direste che nei Giorni della Creazione vissuti c’era qualche ripetizione, come il sorgere di tutte le formazioni esteriori, il cammino verso le colline, persino gli insegnamenti. Lo potete pensare perché non conoscete ancora l’andamento dei sette Giorni della Creazione. Solo allora (alla fine) noterete l’enorme differenza che domina fondamentalmente i singoli Giorni. Non si può parlare di vere ripetizioni, anche se il Mio Onnisantissimo risorge sempre, anche le vostre colline, alle quali viene sempre aggiunto realmente qualcosa di nuovo. Qui non potete essere aiutati con poche o con molte parole; uno sguardo vi indicherà come tutto si forma veramente. Allora rivedrete precisamente la vostra opinione sulle ripetizioni. – Ma ora ancora un insegnamento sulla risurrezione.

108. ‘Risurrezione’ significa: rinnovamento di una forma passata. Questo non riguarda solamente l’esteriore, ma comprende tutte le sostanze-ur, per quanto siano sottoposte alle Leggi vigenti che predominano nel Giorno di una risurrezione. Non si tratterà di una singola-opera-forma, bensì dell’intero Giorno della Creazione non appena lo esigerà il predominio di un seguito della risurrezione. Non lo comprendete perché non conoscete ancora l’effetto di tali Leggi. In ogni caso possono avere il predominio solo le condizioni riservate a Me oppure (quelle della) la Legge della libera volontà. Se una volta, allorché si trovassero di fronte i due bronzei Portatori dei fondamenti nell’ultimo più volenteroso pareggiamento, giungerebbero al predominio le Mie condizioni, e la risurrezione sarebbe un’altra rispetto al predominio della libera volontà.

109. Voi domandate in modo non ingiustificato: ‘Come mai sarebbe necessaria una risurrezione, se ogni condizione dell’Opera giunge del tutto giustamente all’effetto, oppure dovrebbe risorgere un ulteriore Anno-ur?’. – Dunque, figli Miei, una Risurrezione-Anno-ur sarebbe davvero inutile, oppure dovrei addirittura risorgere dalle Mie Opere, con cui si determinerebbe che Io stesso dovrei sottoporMi ad un rinnovamento (*).

 

(*) [dato a posteriori] = (Tenetelo a mente: “C’è sempre differenza tra le Opere sorte da Me e quelle esternate da Me! Se dunque tali condizioni giungessero al predominio, allora, nonostante ciò, non sussisterebbe nessuna risurrezione, né in Me, né perfino per Me, bensì essa sarebbe radicata nel fatto che ciò che è sottoposto alla Legge della libera volontà (libero arbitrio), dovrebbe sperimentare un rinnovamento visibile”.)[27]

 

110. Con ciò sarebbe collegato un Pensiero-ur, che Io – in quanto Ricchezza investita (messa a disposizione), che (però) non deve mai essere attaccatala porterei in Me come Reservatio mentalis (riserva mentale) del Mio Potere, Forza, Autorità e Vigore. Questa riserva-ur, che (invece) conserva interrottamente la sua Forma straordinaria, avrebbe poi bisogno di palesarsi, nel senso quindi di una risurrezione ovvero di una formazione esteriore per i figli, non appena loro si fossero formati al Mio Io-ur attraverso il definitivo riconoscimento delle condizioni riservate a Me nel Pareggio più alto possibile!

111. In un tempo futuro verrà anche questo Giorno della Risurrezione in cui il Mio Pensiero-ur investito otterrà un rinnovamento visibile. Questo vi basti. – Invece sull’altra risurrezione causata dai figli, si può dare ancora una breve indicazione. Allora ascoltate:

112. Se giungesse al predominio la Legge della libertà, allora l’Opera apprenderebbe un fondamentale cambiamento, che comunque non necessariamente mostrerebbe neanche dappertutto delle variabilità esteriori. Questi si trovano ben nella direzione e nell’andamento dell’Opera, mentre ogni struttura appartiene esclusivamente alle Mie condizioni e possiede una piccola parte di eoni della riserva-ur espressa precedentemente. Le variazioni che si formerebbero, richiederebbero un rinnovamento, che tuttavia sarebbe collegato ad un Sacrificio. Il sacrificio porterebbe la risurrezione dell’Opera che sarebbe sottoposta al cambiamento, ma il Portatore del Sacrificio sarebbe ‘la Risurrezione’!

113. Per svelare una tale Opera in modo benedicente, persino l’esteriore del Portatore del sacrificio dovrebbe manifestare la risurrezione. In tal modo sarebbe contemporaneamente portato a tutti i figli, anche ai non ancora perfezionati, il visibile rinnovamento della loro forma sottoposta alla caducità; essi risorgerebbero, inclusa la Legge della libera volontà con l’adattamento alle condizioni, ma nondimeno, tutto dalla riserva-ur, da cui la sacra Essenza è diventata sostanza benedetta.

114. Tuttavia, entrambe le resurrezioni porterebbero unicamente ad una condizionata Meta originaria, la quale venne già al primo palesamento con le lotte degli elementi. Nel tempo futuro le multiformità delle Mete saranno immense, cosicché nemmeno un Ciclo-ur potrà minimamente esaurirle! – Con questo ho rivelato una parte della Mia grandezza, che a voi serve per il buon progresso. Pensate a questa rivelazione e vi accorgerete quanto immenso, quanto unico è il Mio IO-ur, santo! Attraverso il vostro amore, che diventa autentico tramite tutte le Caratteristiche, Mi offrirete un’adorazione giusta rispetto all’Opera. Infatti, con una tale adorazione è collegata una co-protezione della ricchezza di base che non conservo assolutamente per Me solo, bensì pure per i Miei figli.

115. Io distribuisco qualcosa della Mia ricchezza. Anche la Legge della libertà affidata a voi è un dono regale del Mattino, che in sé è insuperabile. Nondimeno, il Re stesso deve conservare il tesoro della corona e della casa, altrimenti sarebbe un cattivo capace per la reggenza. Se invece il ‘FIGLIO’ s’incarica del co-dominio dopo la prova, allora il Re mette nelle Sue mani anche il tesoro della corona, e la ricchezza rimane conservata in eterno all’alta Casa.

116. Io custodisco il Mio tesoro regale della Creazione, finché ‘il Figlio’ – la Mia ‘Opera-Figlio’ – non ha dimostrato la co-reggenza guidato da Me. Allora il Pensiero-ur festeggerà la sua risurrezione, cioè: Io stesso eleverò questo tesoro come risplendente magnificenza del Giorno della prova dal fondo del Mio Essere-ur e lo consegnerò al Figlio, al Mio popolo-filiale, per l’amministrazione e la crescita. E questa sia poi l’altra risurrezione!

117. Ora voglio concedervi il promesso sguardo che, per il vostro ammaestramento, vi mostrerà due Giorni dalla quadruplice Creazione in una sequenza interiore. In seguito potrete mantenere oppure rivedere in modo approfondito la vostra opinione su un ripetitivo andamento dell’Opera dell’Anno-Azione-ur,; questo dipenderà da voi. Su questo non do ordini. Tuttavia, per raggiungere la meta accennata, dovete ovviamente decidervi per l’una o per l’altra cosa. Dunque: guardate!”

118. UR mette molto incenso nella piccola coppa oscillante del sacrificio, soffia tre volte sul fuoco dell’altare e i figli sono presto rimossi dalla loro realtà. I misteri-ur contemplati non si possono descrivere con parole terrene, ma i futuri Giorni della Creazione insegneranno a riconoscerli. La sequenza delle immagini ha un duraturo effetto sui primi. Lo dimostra il ringraziamento di Zuriel, che lui pronuncia al sommo Sacerdote Melchisedec per tutti.

*

119. Dopo un comune canto di lode, Zuriel dice: “Solo ora noi, che da ‘creature’ siamo diventati ‘figli’, possiamo afferrare il Tuo nome: UR, santo eterno, unico-eterno e veritiero! Esso cela la pienezza indicibile della Tua ricchezza, che è il Tuo Essere, …UR stesso! Noi siamo soltanto come una goccia d’acqua dalla Tua fonte-ur. Ora comprendiamo anche la Tua rivelazione sulla risurrezione, sommo Sacerdote Melchisedec. Sì, ogni Giorno che Tu doni ad un Anno-ur è in sé già risorto, poiché allora ogni forma da Te pensata diventa davvero una figura benedetta.

120. In questo non c’è tuttavia mai da pensare a nessuna ripetizione del grande o del piccolo; tutto porta un germoglio-ur di una molteplicità. Noi porteremo ininterrottamente solo parti; ma già una porzione ci rende similmente divini, ci porta l’autentica immagine del Tuo maestoso Essere. Tutti i Tuoi figli diventeranno ‘FIGLI’, a cui verrà consegnato il tesoro della corona. Ma Tu, Signore, Santo, troneggerai eoni di eoni di volte sull’Opera delle Tue mani!

121. Nondimeno, dobbiamo adoperarci per riconoscere la Tua alta reggenza, la, corrispondente Deità del regno, riconosciuta ad una parte del Giorno. Prevediamo che noi diventeremo co-portatori in vista di una risurrezione, affinché Tu possa raccogliere un giubilo-ur sulla Tua ‘Opera-Figlio’ nell’incommensurabile pienezza! La Sapienza (Zuriel, egli stesso) vede: – Questo giubilo-ur è il portatore fondamentale di un nuovo grande creare! Accogli, Ti prego, come adorazione, la nostra disponibilità al sacrificio, che aiuti a sostenere il pareggio dei due Portatori dei fondamenti che decideranno l’Anno-Azione-ur. Questo sia d’ora in poi il nostro ringraziamento, la preghiera e la lode, e l’onore per il Tuo nome ‘UR’ pieno di Grazia”.

122. Gli Occhi di UR irradiano un chiaro fuoco. Oh, questo succede sovente, e si dovrebbe ritenere che sia sempre uguale. Sì, rimane sempre lo stesso, nutrito dal Suo Essere immutabile, ma diventa sempre più ardente, assumendo in Sé tutto ciò che è, accendendosi le scintille nel fuoco delle creature che unicamente da UR trovano il loro nutrimento. Anche questo è un mistero-ur! – Lui invece alza le Sue mani benedicendo, così che i primi cadono in ginocchio per via del potente flusso che ricade su di loro, per adorare COLUI che dà questa Benedizione. Ed Egli dice:

123. “C’è una terza decisione da sottoporvi. Vedete, ho parlato del portatore del sacrificio e di una risurrezione, e che quest’ultima non esisterebbe se non seguisse ‘il’ oppure ‘un’ sacrificio. Dovrebbe venire UNO, al cui sacrificio segua la risurrezione, mentre è Egli la risurrezione. Con una buona comprensione di ciò, vi siete dichiarati liberamente come co-portatori del sacrificio e volete essere una parte della risurrezione. Questo può avvenire! Mi servirò della libera offerta, altrettanto, come pure voi potete richiedere il legittimo da Me.

124. Sono da considerare entrambi i generi di risurrezione a seconda di quale Fondamento otterrà il predominio. Il Portatore del sacrificio prenderebbe su di sé in entrambi i casi lo stesso onere del sacrificio, sebbene essi e i loro effetti sarebbero anche fondamentalmente differenti come lo sono il giorno e la notte. Tuttavia, l’adempimento del sacrificio sarebbe in sé anche uguale come onere.

125. Diversamente (da) voi figli, stanno le cose con i co-portatori del sacrificio. Per loro è differente: sacrificio, peso, sostenibilità e influenza. L’adempimento sarebbe ancorato in quello del portatore del sacrificio. Inoltre, tutto, dal predominio del secondo-Fondamento sarebbe anche più difficile per i figli in confronto al primo. Tuttavia Io non lego la vostra offerta a nessuna possibilità di sacrificio, poiché con la crescente conoscenza, spetta a voi mantenere in seguito il voto, se necessario. In entrambi i casi riceverete la più alta benedizione da un tale co-sacrificio, e in verità, per mezzo di quell’Anno-ur, sarete benedetti! Ora esaminatevi: «Quale Legge predominante deve avere il vostro dono della Creazione?». La luce della Sapienza vi illumini.

126. Ora possiamo lasciare alla Serietà il vero andamento del Giorno. SeguiteMi! Presto inizierà la quarta Ora. Con il suo rintocco dobbiamo essere sulla collina della Serietà”.

- Su questa via, UR lascia i primi dietro di Sé; hanno bisogno di tempo per affrontare tutte le richieste poste loro. Ma poi, quando a metà altezza vedono la casa-Serietà nella meravigliosa luce del Sole-ur, il principe di quel Giorno sente in sé la chiamata interiore, e Murel-Pargoa percorrono l’ultima parte della via ai due lati del loro UR.

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4/8 – Davanti alla casa della Serieta’, UR-Sacerdote pone un’importante domanda

127. Quando essi vedono tutta la magnificenza sulla loro collina, Muriel dice a UR: “Ti ringrazio”.

- Una parola semplice. Essa attinge nella profondità dell’Essere, dell’Onnisanto, di conseguenza Egli crea una nuova misura di pienezza della Grazia. Egli, senza parlare, benedice la semplicità di questo ringraziamento e, ancora non notato dai figli, accoppia la parola focosa-impulsiva di Zuriel con la semplicità della profonda conoscenza di Muriel. Ambedue, la fiamma rivelata e la luce calma, Egli le vuol considerare come giusto ringraziamento.

128. UR ordina al quarto portatore della luce di aprire le porte. Per la prima volta, nell’Anno-Azione-ur, viene aperta la casa della Serietà per la Creazione. Ma UR entra da solo nel luogo del più sublime significato: la decisione della Serietà in tutte le sette Caratteristiche! Poi conduce i Suoi figli con indescrivibile cura nella sala. Oh, indicibile Benignità! O UR! Tu dai davvero una preziosità dopo l’altra! Adorni i Tuoi cari con dei piccoli gioielli della Tua ricchezza, ed è il Tuo proprio gioiello, il Tuo tesoro regale della corona: la Tua Paternità, della Tua sovranità senza fine! – UR inizia la Sua solenne funzione:

129. “Mia Sadhana, Miei principi della luce! Ora comincia l’Ora decisiva in cui come sommo Sacerdote Melchisedec assegno a voi la Mia Santità per quella giusta parte della Creazione con cui dovete conservarvi in anticipo. Ambedue hanno da andare mano nella mano, se devono avere un’eterna sussistenza. La vostra consacrazione all’Opera rimane nell’alta funzione del maestoso Sacerdozio, e nulla, nulla rende invano questo possesso primordiale! Se però, oltre a ciò, lasciate la vostra consacrazione a Me, cosicché attraverso tutti i Tempi coprite il Mio sacro focolare scoperto, sì, questo dipenderà dalla vostra preservazione e in questo: a come manterrete la Mia Santità all’antagonista e adornerete con questa i vostri altari scoperti.

130. Chi non supererà la preservazione derivata dal predominio del secondo-Fondamento, dimenticherà presto la propria consacrazione e la Mia Santità, così che questa dovrà essere nascosta sull’altare del figlio, quella sul Mio focolare. Questo provocherebbe un destino della Creazione, il Portatore del sacrificio e la seconda risurrezione.

131. La vostra domanda se i figli possono co-proteggere la Mia Santità era giustificata, dato che unicamente Io sono l’Onnimaestoso, il Sublime, la cui onnipotenza è la forza della stessa protezione, mentre una creatura ha bisogno esclusivamente della protezione. Nel senso della grande umiltà e secondo la formazione esteriore delle Caratteristiche, in ciò avete perfettamente ragione. Oh, Io ovviamente sono la protezione di Me stesso; e sarebbe triste per la Mia Onni-Divinità, se le Parti dell’Opera provviste con insufficiente protezione fossero sottoposte alle parti da proteggere. Qui però non si tratta di una protezione nel senso del termine, bensì di preservare ciò che è stato dato all’Opera.

132. La Mia Santità non ha bisogno di nessuna protezione in Sé! Dal momento che ho dato al Ciclo-Azione delle forze esternate dai Pensieri perché volevo contemplare anche esteriormente la formazione degli elementi, in certo qual modo ho fatto con Me stesso un compromesso: ‘Tanto Io do all’Opera-Azione, tanto di questa a ME!’. Lo conferma ogni reciprocità: la Mia ‘Opera-Figlio’ in seguito al contratto concluso dall’Essere-ur, porta in sé un pezzo come proprietà, ma con ciò è anche la Mia proprietà per sé!

133. La preservazione mostrerà se il contratto sarà stato buono e se può essere mantenuto dalle due parti, o non lo sarà! Da parte Mia è radicata l’eredità regale nell’osservanza; da parte vostra la protezione concessa alla Santità. Con la messa a disposizione della Legge della libera volontà ho approvato il contratto; con il riconoscimento delle condizioni riservate a Me, giustamente poste, voi rendete la vostra firma.

134. Muriel Mi chiede in segreto com’è possibile che la Mia Santità possa essere toccata nonostante la protezione personale primordiale e l’intoccabilità. Oh, ascoltate! La Mia Santità-ur non cade mai vittima di un denudamento, poiché, nel momento in cui qualcuno vi tende illegittimamente le sue mani – come ne ho parlato prima – l’Anno iniziato, corrispondente all’effetto Pazienza, verrebbe ripreso nel Mio Essere-ur.

135. Al contrario, la parte della Santità che serve all’Opera è violata non appena la libera volontà giungesse al predominio e si cercasse di respingere le condizioni. Quindi, affinché rimanga a favore dell’Opera-Figlio un avvio flebile, ho concluso con l’Opera una clausola della Creazione: Io conservo la vostra consacrazione nelle Mie mani, e voi la parte della Santità nelle vostre, e nel contempo lasciamo giungere alla piena sovranità entrambi i Portatori dei fondamenti! Io saprò mantenere le clausole a Mio carico, e nessuno deve preoccuparsi se e come Io sia un buon Commerciante.

136. Riconoscere questa parte della Creazione nella piena verità è certamente difficile e richiede una Serietà altamente concentrata. Chi non esplora con tutta la Serietà nella profondità dell’avvenimento, non lo comprenderà quasi. Chi invece ha compreso la Parola del diritto del Proprietario e del partecipante e vi vede la più sublime garanzia della Mia Opera, dovrebbe sottoporsi con gioia a questa fatica, ed imparare a comprendere ciò che è stato detto prima sulla Mia Santità. La comprensione è un gioiello prezioso dal Mio Tesoro! Chi la possiede, è nel ‘Figlio’ un ‘erede della corona’ del Mio Regno regale!

137. Voi primi siete gli aspiranti all’eredità della corona. Solamente, per questo ho dato la facoltà ad ogni Pensiero-Figlio! Nella Notte che precede questo Giorno della Creazione ho sigillato l’Opera prodigiosa, l’ho immersa nella Mia sacra Fonte primordiale della Mezzanotte e ne ho attinto ciò che diverrà! Ora il Giorno porterà la libera decisione dei figli, e la conseguenza potrà essere che si manifesti un avanti oppure un indietro.

138. E’ giustificata la domanda se ho agito come Creatore, nonostante nel Giorno della Serietà fosse stata aperta la camera del Sacerdote del Mio Cuore. Molto giusto, cari figli; il Giorno stesso con la decisione è sottoposto al sommo Sacerdote Melchisedec, ma è proprio per via della decisione che il Creatore ha la Sua parte-ur in essa. Se si dimostra, cioè già nella ‘previsione’, che il secondo Portatore del fondamento spinge alla posizione di Dominante, allora l’Anno-Azione, senza sconvolgere i suoi solidi fondamenti, sarebbe da immergere di nuovo nell’onnipotenza dell’Essere-ur.

139. Sul genere di un’ulteriore continuità deciderà un’unica Notte! Se invece giunge al predominio il primo Portatore del fondamento, mentre la libera volontà può essere trattenuta nei limiti della sostenibilità, allora l’Opera del Giorno rimane ulteriormente affidata al Sacerdote, e il flusso scorrerà nella terza camera del Cuore, nella parte di Dio. Con ciò verrebbe il tempo dell’affermazione per tutti i figli nati liberi.

140. In questa successione starebbero il sacrificio, il co-portare, la redenzione e la risurrezione verso la giustificazione interiore ed esteriore dell’Opera. Persino dopo un altro seguente ulteriore utilizzo della libera volontà, in nessun caso influenzerebbe minimamente la Mia meta! Infatti, il tempo, magari rimesso a una caduta, sta incluso preparato nel Tempo di ogni Giorno. Ciononostante, un atto ingiusto della Creazione non la dovrebbe espiare solo un Figlio del sacrificio, come non sarebbe nemmeno male se con ciò il tempo sprecato venisse compensato, mentre non potrebbe valere come aggiunto.

141. Oh, no, così non deve avvenire! Il riscattatore dal peso dovrebbe riparare sia l’azione, come anche il tempo a Me sottratto, su una giusta via d’espiazione. Di questo, nessuno sarebbe esentato! Che un tale tempo non significhi come uno aggiunto per l’eternità-ur, ovviamente, vi è chiaro. Per il figlio stesso, anche per gli altri figli, nel suo decorso sarebbe tuttavia un’eternità non prevedibile.

142. Ma ora qualcosa sulla serietà del nostro lavoro. – Se dovete dimostrarvi capaci al massimo, allora in anticipo ci vuole anche una parte della più sublime rivelazione. Ascoltate dunque: – L’Ordine è il fattore decisivo, come lo rivela già il suo simbolo, la bilancia, e tuttavia ho chiamato decisiva la Serietà! La primordialità presso quest’ultima, si fonda unicamente sulla continuazione, oppure sulla regressione dell’Opera-Azione. Tutti i figli soccomberebbero assolutamente alla regressione! Nella stessa misura, un proseguimento dell’Opera includerebbe anche tutto in sé, persino quel figlio che si fosse allontanato al massimo da Me, insieme alla sua parte di spazio e tempo, perché ambedue dovrebbero sperimentare una certa trasformazione.

143. Una tale continuazione non si baserebbe unicamente sul pensiero-portatore-sacrificio, bensì similmente, sul pensiero-accettazione-sacrificio. Solo la non accettazione di un Sacrificio-ur porterebbe con sé la definitiva dissoluzione dell’Opera-Azione, come in tal modo il ‘definitivo’ e un ‘senza diritto’ rimarrebbero squilibrati. Non si potrebbe quindi parlare di una regressione, …come detto prima. Una regressione non esclude una nuova formazione dalla stessa sostanza della Creazione.

144. Una dissoluzione deve invece rappresentare una completa ripresa dell’intero patrimonio del (Mio) Pensiero affidato al Ciclo-ur. Questo non riguarda l’essenza-opera del Mio Essere-ur, che non può subire nessuna dissoluzione, poiché una tale dissoluzione equivarrebbe a un’annientamento. Io sono eterno, ma non un distruttore, bensì in ogni tempo il Conservatore! Tuttavia, sottoporrei un’altra volta il Ciclo-Azione alle lotte uguagliatrici degli elementi-ur e ne creerei uno nuovo. La Serietà deciderebbe tra regressione e continuazione, il tempo della preservazione (sarà) – nel Giorno dell’Amore[28] – ma, tra la continuazione e la dissoluzione.

145. La seconda decisione ha tuttavia il suo Polo nel primo, per cui la Serietà come ‘ago della bilancia’ viene impiegata tra le Caratteristiche determinanti: Ordine, Volontà e Sapienza da un lato, e tra quelle portanti di Pazienza, Amore e Misericordia dall’altro lato. Pertanto, prima di questo Tempo della decisione, non verranno impiegate le funzioni portanti, bensì solo quelle determinanti.

146. Chi crede che con ciò il carico sui due piatti della bilancia, gravi da un solo lato, si sbaglia di grosso! L’unificazione segreta offre loro un illimitato sviluppo del Potere. Ogni frammentazione porta alla dissoluzione! La Serietà ha entrambi i generi proporzionati: essa è determinante e portante, sebbene col carattere puramente determinante dalle lotte degli elementi-ur. L’adattamento che l’Anno-Azione-ur deve compiere, si esprime secondo i due generi di qualità. La determinante deve sostenere proporzionalmente, quella portante; all’opposto, deve essere determinante. Con questo adattamento nessuno di entrambi i tratti fondamentali vengono sfiorati in nessun modo.

147. Pertanto: o tornare alla Divinità-UR, oppure avanti alla perfezione di figlio! La regressione è meglio della dissoluzione diventata necessaria. Infatti, dal ritorno è da formare subito del nuovo, al quale tutto il popolo dei figli avrebbe il suo diritto. Anche se con una dissoluzione, rimane il Mio segreto! Una diminuzione è sempre da inserire pure nella prima metà di un Ciclo-ur, che anzi è il tempo della Mia espirazione.

148. «Che cosa è meglio adesso: la regressione, soprattutto dato che la Legge della libera volontà deve conservare il suo predominio, oppure una continuazione di sé, persino con il mettere in conto una dissoluzione?» – Questa è la vostra domanda del quarto Giorno. Ogni risposta sulle domande condurrà alla decisione. Ma prima che la riportiate, il portatore della Serietà deve arrivare al suo diritto dell’Opera. Andiamo all’aperto”.

- Il ringraziamento dei figli a questa rivelazione è silenzioso, santificato da UR.

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*

4/9 – La preghiera di Muriel ottiene luce su luce

149. Dal pozzo Egli attinge di propria mano dell’acqua nelle coppe, così come Egli stesso raccoglie anche i frutti più belli, ma anche i primi non sono pigri nel servirLo. Durante il pasto, UR indica ancora molto su ciò che è stato detto prima. I Suoi figli devono perfino essere i frutti più belli, da cui Egli vuol raccoglie dal Proprio albero-ur il frutto: il ‘COMPIMENTO dell’OPERA’!

150. Muriel si rivolge a Lui e dice: “O UR, miglior Donatore della vita, ci hai portato all’aperto perché devo ancora avere il mio diritto all’Opera, ma guarda, tutto è preparato nel migliore dei modi di ciò che era divenuto finora. Ho una domanda: ‘Come mai che Tu non irradi nessuna luce, Tu, la Fonte-ur di ogni luce, almeno, non come il Sole-ur, l’Opera più sublime delle Tue mani?’. Inoltre, il Tuo Sole indica due forze di luce a seconda dove ci troviamo. Quando Tu, Onnisanto, sei seduto sul Tuo maestoso seggio, allora percepiamo procedere dal Sole un’immensa vibrazione che muove tutto, anche il nostro cuore. Quando Uraniel Ti ha chiesto una volta di distoglierlo un poco, credevamo che non potesse dare mai una più vigorosa forza di luce di quanto era successo fino allora, ma adesso la luce e il raggio del Sole sono notevolmente aumentati. Non afferriamo questo miracolo.

151. Vorrei ancora rivolgerTi umilmente una domanda; ascolta benevolmente il Tuo angelo: – Ci hai chiamati i Tuoi portatori di luce. Io so che Tu, santissimo, sei il Tuo stesso primo Portatore della Tua luce! Tu dall’originaria eternità non hai bisogno né di una forma, né di un luogo o una posizione con cui, o attraverso cui, la Tua luce venga tenuta. Tuttavia, dato che ora hai creato il Ciclo-Azione, per noi ancor sempre inafferrabile, è per la Tua Legge eternamente fondata che i Tuoi figli abbiano la loro parte dell’Opera, corretta in tutte le cose.

152. In quale modo possiamo portare adesso la Tua luce, fuori nello Spazio e nel Tempo? Certamente non intendevi quelle forze interiori di formazione che – secondo l’Opera – si devono manifestare lentamente. Allacciato a questo, dovrebbe essere il portare fuori della sostanza visibile della Tua luce, come lo dimostra infatti il Tuo Sole-ur. Ogni Tua Opera, basata sulla consapevolezza di forza interiore ed esteriore, mostra così il progresso del Tuo creare.

153. Se dunque noi siamo come portatori della luce, le fiaccole del Tuo maestoso seggio, allora, fa che noi possiamo portare nella giusta attività di lavoro la Luce, come Tuo risplendente simbolo-ur, nella magnifica pienezza del Tuo Giorno. Mostraci come possiamo personificare la Tua luce. Io vorrei che il mio Giorno venisse benedetto tramite questa luce”.

154. “Hai parlato molto bene, Muriel”. Un sorriso sfugge sul sacro Volto. “La tua conoscenza ci renderà gioiosi di lavorare. Sul raggio di Vita fondamentale, la Serietà riposa grazie al suo carattere determinante e portante, soprattutto il pareggio tra il genere interiore-eterico e l’esteriore-sostanziale, come fra il positivo e il negativo. Vi servirebbe poco riconoscere le Mie parole come le uniche giuste; con ciò non servirebbe a nessuno e a niente. Solo il loro riconoscimento, il loro senso nell’ottemperanza e nell’esecuzione, porterà all’Anno-ur il perfezionamento più alto possibile alla Mia perfezione-ur.

155. Questo adeguamento vale per ogni forma sorta interiormente ed esteriormente. Quindi non si può evitare di condurre la Mia luce secondo la Legislazione interiore ed esteriore nel futuro, al Giorno della Serietà, sotto cui cade anche il divenire visibile della luce del Mio Sole.

156. Con questo, vi ho indicato quello che il Giorno deve aspettarsi da Me, ma anche ciò che Io da te, dal portatore della Serietà. Inserisciti tra i maestri del Mio Cielo, e la tua Opera rimarrà una dei più sublimi Atti benefici nel Ciclo-ur. Più avanti avrete bisogno di un ulteriore insegnamento”.

- Con un atteggiamento nobile e umile, Muriel-Pargoa vengono dinanzi a UR, e Muriel chiede: “O UR, Onnisanto, lasciaci andare all’altare della nostra casa per andarvi a prendere la luce di questo Giorno. Dalla Tua maestosa potente santità, deve nascere ciò che la Tua sovranità rivela nel suo splendore, e nel quale Tu, eterno UR, operi nella Tua funzione di Sacerdote! Così la Tua Opera riceva la santificazione tramite la quale fluisca una volta ad una nuova, insospettata magnifica risurrezione nel Tuo Essere-ur”.

157. “Fa questo, Mio principe!”, dice UR.

- Che cosa e come avviene il divenire? Nell’imponente flusso, si riversa luce su luce, arde eoni di volte attraverso lo Spazio e il Tempo. I suoi confini rimangono del tutto smisurati. I cuori dei figli restano come fermi sotto questo peso di grazia.

- Il principe del Giorno, nuovamente venendo dinanzi a UR e chinandosi nell’adorazione, dice:

158. “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Nel fuoco dell’altare ho visto il fasto della Tua alta Casa e – oh, miracolo su miracolo – il Tuo inspirare ed espirare, e come il Tuo cuore-ur dà questo ATMA alla sua unità e alle quattro camere del Cuore! Il Tuo flusso di vita, per noi eternamente inafferrabile, pulsava attraverso il Tuo Essere. O UR, …il Tuo mistero! Tutto era un respiro del Tuo illimitato Potere vitale! Tu, meraviglioso Regnante regale! La preziosità della Tua ricchezza mi scuote! Ora comprendo l’indicazione del Tempo: un nulla! E ciononostante, …un eone del Tuo eone-ur! Nella magnificenza della Tua rivelazione ho già visto là dove l’Ordine crea pianificando, il ‘compiuto’ della Misericordia: la Meta! In questa spanna incommensurabile hai circondato i Tuoi figli, o UR!”. – Il principe fa una pausa nel serio silenzio.

159. “Ho visto di più! Tu conduci l’Opera inconsapevole attraverso le Caratteristiche determinanti; hai radunato intorno a Te noi primi nel loro tempo, mentre per i figli sono tenuti pronti da prima i raggi portanti della Vita fondamentale, per cui verranno all’esistenza della vita solo nell’alta metà di questa irradiazione fondamentale (nel 6° Giorno/Amore). Quale pareggio! E Tu vuoi donare questa magnificenza, sebbene nell’attingere non è esauribile da nessun figlio, su una via che a Te sembra quella giusta, almeno da ciò, il flusso di benedizione. Se posso aiutare anch’io cooperando, allora, o UR, dà per questo la Tua sacra riuscita! Questa sia ora la mia Opera!

160. OnniSanto, Tu sei il Punto-ur di tutto il Creato, e come Figura originaria Ti sei anche rivelato a noi come Creatore, come Sacerdote, come Dio e come Padre, l’Unico più sommo Rappresentante. Nel simbolo di ciò, hai posto come punto-centrale il Sole-ur, il quale dà alla Opere, luce e vita. Come hai però posto Sadhana come il Tuo più bel raggio riflettente, hai posto intorno a Te, noi angeli come fiaccole, così anche Spazio e Tempo devono avere il loro raggio corrispondente del Tuo Sole-ur: luci senza numero!

161. Intorno al Tuo Santuario costruisco la Città prevista; poi sette anelli di luce, rappresentati e guidati dai portatori delle Tue caratteristiche. Questi anelli si devono riempire con dei Soli come il riflesso dei Tuoi pensieri in un insospettata molteplicità, dando la Tua vita a coloro che ancora verranno: schiere di eoni di figli più che beati!

162. Nel primo anello i sette Soli-centrali-primordiali devono accogliere la luce del Sole-ur e nutrire ciò che ne segue. Il secondo anello si riempia con ventiquattro Soli-centrali, rispettivamente tre da noi otto primi (i sette più Sadhana), poiché vedi, o UR, noi possiamo portare molto della Tua pienezza, ma non potremmo mai essere creatori. Pertanto, questi soli devono raccogliere per noi i doni del Tuo Sacerdozio, della Tua Divinità e della Tua Paternità e continuare ad irradiare per noi dall’Ordine e dalla Volontà.

163. Rispettivamente tre Unità[29] di questi Doni secondo entrambe le fondamenta diano il numero dei Soli di questo terzo anello, la Sapienza. I portatori della Legge procedano dai 144.000 Soli-cerchio, che hanno da nutrire il successivo, l’anello-centrale (il 4°) della Serietà. A questo sia assegnato il settuplo (144.000x7) del numero dei Soli-centrali, e il loro settuplo (1.008.000x7) di stelle[30]. Infatti, questi luoghi sono preparati per le moltitudini dei Tuoi figli, o UR. Il concentrato di luce deve ancora – in modo previsto – generare tre altre Sfere.

164. La Pazienza popoli il quinto anello con Soli di luce di sette volte il numero dei Soli-centrali e di stelle del primo e del secondo ordine, tutto modulato sempre per sette volte. L’amore deve adornare nel modo più splendido il suo anello con soli di raggio che, elevati alla grande rivelazione dell’Opera-Figlio, abbiano ha da irradiare ovunque. Infatti, dall’eterna Fonte salgono tutti i pensieri dei figli, capaci di una libera vita consapevole. Nel sesto cerchio, agli ordini (del numero) delle stelle se ne aggiunga un ulteriore terzo.

165. In questo stesso Giorno c’è anche da pensare al settimo anello, della Misericordia, con la sua ‘pienezza della corona’. Io ho previsto questo: – La Misericordia ombreggerà sull’Amore, perché nel segno ‘AMORE’ possa esserci il Portatore del sacrificio! Dai soli-raggio devono sorgere sette volte dei Soli-cellula con i loro quattro ordini di stelle, in più, dei gruppi di mondi di stelle che, se necessario, possano servire ai figli nel tempo di una lotta di pareggio di entrambi i fondamenti della Creazione, se non ci fosse nessun adempimento nell’Anno-ur senza un Portatore del sacrificio.

166. Irradia! Irradia, o Sole della salvezza! Colma le prime quattro sfere del Giorno! Lascia risplendere la tua sacra Luce della vita dalla tua eterna Fonte inesauribile! Sia fatto!”. Con le ultime parole, Muriel-Pargoa hanno elevato in alto le loro mani verso UR e verso il Suo Sole. Sono avvolti dallo splendore, loro stessi sono da vedere come raggi.

167. Uno spettacolo della Creazione senza eguali! Il Tempo in cui avviene l’AZIONE della SERIETA’ non ha nessun limite per le creature. Il Sole-ur lancia in modo eruttivo dei Nuclei ardenti, divampanti; si spingono simili a palle di fuoco nelle sette direzioni verso la prima Sfera. Dopo una rotazione sfrecciante, i più magnifici Soli-centrali-ur vorticano intorno al polo del Sole-ur. Tuttavia, anche se questi immani corpi celesti costituiscono il Sole-ur nella sua forma e dimensione del raggio, dopo l’eruzione-nascita, questo non diviene né più piccolo né più povero nella sua luce. Come prima, esso sta nel sacro apice dell’Onnipotenza-ur.

168. Le potenze dell’eternità-ur passano fragorosamente attraverso lo Spazio e il Tempo di questo Giorno della Creazione. Durante questo Atto sinfonico né UR né i primi assistono inattivi! No! Loro sono immersi nella più sublime attività concentrata. C’è da condurre la luce, c’è da annodare insieme i raggi. Prima che queste formazioni di luce sferiche, inimmaginabilmente grandi, possano incominciare la loro ordinata orbita come ‘Soli’, ciò che sta diventando deve essere governato ed assemblato dalla forza dell’Onnipotenza di UR, dev’essere consegnato alla sua destinazione creativamente benedetto.

169. Che cos’è per UR un Giorno della Creazione, di cui un Ora somiglia a milioni di anni di questa Terra? Una luce procede dall’altra. I soli partorienti diventano tanto meno più piccoli come non lo diventa una madre dopo la nascita del suo figlio. E come cresce il bambinello, così anche i soli e le stelle, finché la magnifica maestosa Volontà di governo di UR guida tutte le nascite di luce nelle orbite dei corpi celesti.

*

170. Si avvicina il Tempo in cui i primi quattro anelli si calmano ed appaiono disseminati di soli e di formazioni di stelle. UR si trova di nuovo con i figli sulla quarta collina. Loro, gioendo dello spettacolo di luce, osservano il panorama del cielo. UR vede davanti a Sé nello splendore di milioni di soli, un’Opera, una solamente tra la molteplicità delle sue Opere. Ecco che divampa attraverso di Lui un immane giubilo titanico, quando la piena misura del Suo Anno-Azione-ur si riflette nell’onnipotente splendore dei soli.

171. UR scioglie Sadhana e i principi-angeli dall’immersione dell’imponente avvenimento. Loro stanno accanto a Lui presso il pozzo e vedono l’Opera del Giorno con i cuori che battono forti. Ne hanno davvero fatto parte? Soprattutto Muriel-Pargoa si chiedono se questo regno di sfere di soli si è formato attraverso la loro parola. L’umiltà domina la loro conoscenza: unicamente da UR è derivata quest’Opera! Sì, …la loro umiltà risplende come la luce del loro Sole. Con sempre nuovo stupore contemplano i particolari, specialmente i Soli-centrali-originari. Ecco che vedono l’intero anello che gira intorno al polo-ur, ma, dei soli, ne vedono solamente sei. Dov’è rimasto il settimo?

172. UR sorride e dice: “Sì, cari figli, domandate a Muriel; è lui che ha fatto i soli e deve sapere dov’è capitato questo settimo”. e posa la Sua mano sul capo del principe.

- Costui, sopraffatto della suprema inaudita bontà dell’Altissimo, si accascia all’improvviso sulle sue ginocchia. Il suo capo è appoggiato al fianco di UR e, …lacrime, lacrime scorrono.

- Perché piange il principe della Serietà? Oh, se il sentimento di beatitudine non avesse delle lacrime, mai ne verrebbero piante! Nella casa insieme a Pargoa ha visto un’immagine del futuro, quello che un giorno futuro dovrà essere soppesato tra Creatore e creatura!

173. Ora vedono l’Opera prodigiosa in cui riposa già quella Grazia per quei figli che in un tempo futuro daranno l’ultima spinta! E inoltre, ciò che è più grande: UR, il Creatore di questa magnificenza, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, starà come loro pari, tra loro! Egli parla in modo così reale, dona il Suo cuore! Tutto questo fa piangere Muriel. Le lacrime sono santificate, poiché – miracolo su miracolo – UR raccoglie con le Sue mani tutte le lacrime, e le beve. Questo scuote tutti nel più profondo del cuore. Ed anche loro piangono.

174. Ancora in ginocchio, Muriel dice: “O UR, quanto è colmo il mio cuore! Tu sai ciò che mi commuove. Hai detto che avrei fatto io i soli? Con questo vuoi rendermi felice, ma essi sono sorti unicamente da Te, altamente lodato Creatore-UR! Lasciami essere, o Padre, fin dove percepisco il Tuo Potere miracoloso nello splendore di questi soli, unicamente un Tuo figlio! Guarda: sono Tuo figlio nell’umiltà!”

- Allora anche dagli occhi soavemente scuri di UR cade una lacrima e, …cade sul capo di Sadhana, che è in ginocchio accanto a Muriel.

175. Lui dice: “Angelo Mio, tu sei Mio figlio! Hai testimoniato per te e per tutti la più vera umiltà. Il miracolo ti ha reso piccolo; ma guarda, in questa piccolezza sei diventato grande, e così puoi assumere (la paternità di) quest’Opera, giustificata come fosse la tua, benché originariamente sia una questione Mia. Dalle Mie mani l’ho condotta attraverso le vostre. Come l’ha partorita il Mio cuore-ur, così anche i vostri cuori ne hanno partecipato pienamente giustificati. L’umiltà e le lacrime sono state il premio che voi avete pagato a Me per la parte della proprietà.

176. Ogni figlio potrà in un tempo futuro conquistarsi in modo facile la sua parte, e non dipenderà necessariamente dalla Grazia aggiunta! – Ma ora…”, UR deve sgravare i Suoi primi, “…Muriel, cerchiamo quel sole. Dì tu: dove lo hai inserito?”

177. Allora passa su tutti i figli come una liberazione. L’avvenimento-ur si allontana un poco, per la loro salvezza, e solo ora possono gioire del tutto.

- Muriel si siede sul bordo del pozzo, indica il primo cerchio di soli e dice: “All’inizio del Ciclo-ur, le sette colline, simbolo dei raggi di Vita fondamentale, giacciono intorno all’Onnisantissimo, il polo-ur. Queste colline sono il primo flusso della luce del Sole-ur che ha creato da sé queste sette sfere di luce.

178. Vedete, se noi guardiamo a destra e a sinistra, i sei Soli girano alla stessa distanza l’uno dall’altro. Di conseguenza stiamo sul mio quarto Sole ed orbitiamo con lui e con gli altri intorno al Santuario. Le colline sono dei punti polari per i soli. Ora è dato l’esteriore; molto di più il nostro interiore deve orbitare intorno al Nucleo-ur, intorno a UR stesso! Egli è pari alla vita primordiale, noi siamo le Sue forme di vita, quindi siamo presso e in Lui, ma Egli è con noi, e il raggio del Sole-ur rimane il simbolo del collegamento personale; quanto (al percorso fino) alle dimore di luce e ritorno, così è fra noi e il nostro eterno-Padre! Dunque, diventiamo capaci di portarGli una volta un sacrificio di ringraziamento, un co-sacrificio come una parte della corona, di cui UR ha già annunciato qualcosa.

179. RingraziamoLo per il firmamento del cielo. Vogliamo adorarLo nello splendore sfolgorante di innumerevoli soli, come Gli è dovuto”.

- Allora riecheggia un canto di lode sia di Sadhana che dei cherubini e dei serafini, la cui forza smuove il Cosmo. Poi regna un silenzio solenne. È tramite questo che UR risponde ai Suoi figli il Quale poi li invita e dice:

180. “Ora vogliamo esaminare l’Opera del nostro maestro della luce del Cielo (Muriel), se magari risulta un errore del Regista. L’immenso numero che il nostro Muriel ha preso così semplicemente dal Sole-ur, richiede una Guida, ed è necessario che Zuriel con la sua sapienza, ma anche voi altri, siate d’aiuto”.

- Muriel chiede umilmente: “Signore, onnipotente Creatore: ho creato troppo?”

- E’ sorta una preoccupazione, per il fatto che ai primi manca ancora un lavoro del tutto proprio e la necessaria conoscenza?

- Di nuovo sfugge quel buon sorriso come un soave bagliore sul volto di UR. Con ogni simile sorriso, i figli di Dio rabbrividiscono. Sì, in questo si rivela il Potere fondamentale del Suo Essere.

181. Egli risponde: “Muriel, vedremo che cosa c’è ancora da salvare. Hai attinto ben profondamente nella Mia riserva, hai attinto a piene mani ed hai sparso il seme della luce nelle profondità, nelle altezze e nelle ampiezze. Ora esaminiamo se il Giorno ha del terreno a sufficienza. Anche i Giorni futuri hanno bisogno di spazio ed ampiezza per conservare le luci. Accogliete questo insegnamento: – Per ogni cosa, per ogni parola o per ogni opera, per quello che volete dare al vostro Giorno, dovete misurarne lo Spazio e il Tempo in cui avviene la vostra Opera!

182. Spargere abbondantemente una buona semenza assicura un ricco raccolto; tuttavia un ‘troppo’ del seme andrebbe perduto se il terreno coltivato non lo può utilizzare o portare, e inoltre verrebbe fatta violenza al campo, e con ciò nulla sarebbe fatto bene, la ricchezza andrebbe sprecata! Perciò osservate dapprima il suolo, poi il seme, entrambi sono qualità e quantità, se entrambi hanno le stesse condizioni. Il Mio Anno-Azione-ur porta del terreno coltivabile formato in modo molteplice, soprattutto tra il Mio popolo di figli, e si tratta di esaminare quale semenza è valida per quale terreno. Ma sta tranquillo, Mio principe-angelo, vedrai se sei stato un buon agricoltore”.

183. Ed è così. – UR conduce i Suoi primi attraverso il campo di luce, affinché ancor prima dell’andamento del Giorno possano condurre questa bella Opera della Vita come incaricati ed amministratori di UR. Il suolo dell’infinito – come anche un Giorno della Creazione – si dimostra come abbastanza capace a sostenere tutta l’incorporazione di luce.

184. UR spiega le costellazioni e le figure visibili, riconoscibili nell’immagine della loro forma rispetto alla posizione; inoltre le forme immense, costituite dalle differenti piccole forme, per il significato da dare a questi segni e quale effetto avrà più tardi con il gran numero di tutti i figli. Allora seguono miracoli su miracoli! Passano così delle Ore eterne fino a quando hanno attraversato l’intera Opera. Finalmente ritornano a casa sulla collina del quarto Sole-centrale-primordiale, nella casa della Serietà.

185. UR dice: “Mia Sadhana e voi principi-angeli, questo Giorno è colmo con un lavoro significativo. Avete raggiunto molto, in e al di fuori di voi. Vi ho insegnato ad esaminare il campo del terreno e la sua capacità di portata. Sì, ora il Mio portatore della Serietà dice nel suo cuore: – ‘O UR, se Tu non avessi tenuto l’Opera e messo le briglie, chissà, che cosa ne sarebbe stato! Perciò sei unicamente Tu il Creatore di questa magnificenza di sfere!’. – Sì, figli, questo linguaggio, nella sua profondità è perfettamente giusto. Umiltà e conoscenza, completandosi, promuovono un buon frutto! Ve lo voglio anche mostrare subito.

186. Vedete, ogni Giorno era un Pensiero-Parola-Azione e conseguenza del pre-pensato nella quadruplice Creazione. Perciò l’esercito di luce sarebbe comunque sorto se solo l’avessi fatto sorgere Io, e voi, figli Miei, l’avreste fatto valere come spettatori, eventualmente come ‘ricevitori della Grazia’. Ma che cosa sarebbe il Mio guadagno, se tutto – dipendente dalla Mia mansione-ur – sorgesse nella forma rigida, consolidata, dove non verrebbero concessi nemmeno le pur minime variazioni? No, …allora l’Anno-Azione-ur sarebbe il purissimo modello di immagini pre-contemplate, e non vi sarebbe eternamente da parlare della Mia gioia e della vostra beatitudine.

187. Dunque, qui, in particolare il Mio principe di luce, prima che cominciasse la sua Opera mentre era inginocchiato presso il suo focolare dell’altare, ha equilibrato in sé la conoscenza con l’umiltà, ed ha ricevuto dalla mano della Mia Onnipotenza ciò che era da creare. Perciò ha potuto pronunciare nel senso creativo il ‘SIA FATTO’, nella costruzione di tutti i sette santi raggi di Vita fondamentale.

188. Voi altri avete assistito beati senza chiedere il perché il principe del Giorno ha potuto creare tali cose, mentre voi nell’ugual rapporto avete fatto sorgere poco, e in parte ancora niente. Bene! Sentirete quanto buono era il vostro ‘non-domandare’. Vedete, voi avete accoppiato con cuore puro, l’umiltà con la conoscenza, proprio come Muriel e Pargoa.

189. Così al lavoro del Giorno avete messo a disposizione delle forze vigorose, vitali. E credetelo certamente: ‘Questa era una parte della giusta Forza originaria, con cui il Mio quarto principe-angelo ha operato questa formazione di luce’. Voi tutti avete quindi collaborato com’è stato anche nel lavoro dei giorni passati. Il rapporto fra ciò che è stato finora, vi sembra impari. Sì, figli Miei, una casa è certamente piccola di fronte ad un sole, quasi scompare, ma è proprio in questo che si rivelerà il rapporto dell’interiore verso l’esteriore.

190. Va detto solamente, che se non esistesse dapprima il Mio Santuario nel Quale vi vivifico ed ammaestro, dal quale vi conduco nei Giorni della Creazione, nulla sarebbe sorto di ciò che si riversa su di voi nello sviluppo del fasto! L’opera-casa tramite Uraniel-Urea somiglia alla rappresentazione del Mio Santuario per tutti i Tempi dei relativi Giorni; attraverso questo penetrano anche le forze nell’Opera. Non vi è nessun ‘divenire’ che non provenisse dapprima dal Mio Santuario e poi attraverso le vostre case come giusta rappresentazione del Potere dei Miei sette raggi di Vita fondamentale! Anche il quarto angelo ha attinto dalla casa della Serietà tutta la forza per il creare, e da ciò, dal Mio originario Santuario.

191. Non è diverso con il lavoro del nostro maestro del pozzo e giardiniere (Michael), con il quale si è mostrato che voi sette avete reciprocamente parte in ogni creare. Notate ancora: la grandezza delle forme esteriori, non sempre corrisponde alle forme interiori! Un sole e un singolo frutto di un albero possono celare in sé le stesse potenti sostanze, dato che procedono dallo stesso autentico Amore! Invece tu, Mia amabile Sadhana, devi chiedere per ultima, perché tu stessa non devi creare questo o quello, perché vedi, in ogni opera è adagiato il tuo cuore!

192. Il Mio Spirito ha generato te per prima, con te intendo qualcosa di particolare. Sarebbe facile assegnare già ora a te una tua opera. Soltanto, per questo dovrei far fluire da ME una grande parte del Potere, e per te non sarebbe un’Opera co-propria come con i Miei principi. Vuoi prestare solamente dei servizi di manovalanza? Devo allora metterti su un piano inferiore, te, la Mia primogenita? Attendi con pazienza fino al tempo debito! Se sosterrai questa prova, allora non ti verranno affidate solamente dei singoli Giorni della Creazione, no, allora le tue mani devono operare ed essere del tutto racchiuse dalle Mie mani.

In te devono divenire tutti i figli:

la Mia perfetta Opera-figlio!

Per questo ti ho eletta.

193. A ogni figlio senza distinzione resta riservato di riportare il proprio io al Mio Io-ur. Tutti sono figli, con il più elevato attaccamento. I più piccoli, che affido ai grandi per la reciproca gioia, non mancano nulla in beatitudine e amore, anche se non creano soli e non possono guidare nessuna Opera del Cielo.

La completa unione con ME

pone tutti i figli nel Mio Cuore su un solo gradino,

sul gradino di ‘figlio’!

194. La Giustizia esige che i bambinelli piccoli non devono percepire nessuna piccolezza, gli aiutanti dell’Opera non devono sollevarsi. Nel futuro vi verrà perfettamente rivelato del perché ho creato l’esteriore grande e piccolo, ma nell’interiore unicamente due misure fondamentali: la Mia misura e quella del figlio.

195. Ora le questioni del Giorno sono da considerare più da vicino. Sadhana deve dare risposta alla prima domanda (v.65), Uraniel alla seconda (v.103), Muriel alla terza (v.125), e il settimo principe alla quarta (v.148). Poi ritorneremo a casa nel Santuario per l’ultima Ora della Sera, dove c’è ancora molto da fare come nucleo per la quinta Creazione. Magnifici sono nel loro splendore le luci che vanno attraverso il Cosmo; maestosi devono essere l’amore e la conoscenza dei Miei figli! Quindi parlate!”

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*

4/10 – Le risposte dei figli alle quattro domande di UR

- Sadhana va all’altare e guarda pensierosa nel chiaro fuoco. Al posto dell’incenso lei pone un ramo d’olivo nella fiamma, poi nella ciotola delle offerte e dice:

196. “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Meravigliosa è l’Opera di luce e di vita delle Tue mani. Noi siamo una parte dell’Opera e possiamo comunque essere co-proprietari della stessa. Ci hai chiesto che cosa sarebbe più giusto: dare delle ali al desiderio che potrebbe portarci in ogni tempo nel Tuo Onnisantissimo, oppure rimanere nello Spazio che dev’essere condotto da noi? – Oh, guarda, altamente amato Padre della Misericordia, immergi la mia risposta nel Tuo onnimaestoso Essere-ur, e giustificala davanti al Tuo volto.

197. Tu sai quanto siamo eternamente spinti verso di Te. Anche nella lontananza abbiamo fatto ciò che Tu potevi aspettarTi da noi semplicemente, e noi sapevamo che Tu dimoravi con noi, benché non Ti vedevamo sempre. Non è una domanda facile, poiché entrambe (le risposte) sarebbero ben giuste, oppure – per noi ancora velato – ingiuste. Allora può decidere il nostro cuore; la spinta, il ramo del desiderio farà fiorire la verità.

198. Guardando TE, il nostro desiderio sarebbe giusto, attendere adorando nel servizio e nell’umiltà, ma giusta è anche la gioia di adempiere autonomamente le richieste di lavoro nell’Opera. Perciò dico: ‘Rimani con noi, o UR, e noi con Te, per quante volte sussiste la possibilità, nella Tua buona Legge fondamentale dell’Ordine, di poter contemplare il Tuo volto, ricevere la benedizione e servire Te nel raccoglimento’.

199. Se però ci mandi sul campo, allora incontreremo Te ‘OVUNQUE’ e saremo uniti con Te – nella Tua altrettanto eterna e piacevole vicinanza – come nel Santuario, poiché in TE siamo custoditi! Il Tuo orecchio sente le nostre voci; una preghiera Ti raggiungerà. Con il meraviglioso dono di poter essere co-aiutanti, anche nella lontananza, vogliamo essere ininterrottamente al servizio con gioia.

200. Con il Tuo aiuto, buon UR, il nostro desiderio diventi una forza per ogni lavoro che compiamo per mezzo Tuo, con Te e per Te. Nella lontananza, che dà nutrimento alla nostalgia, conservaci la fonte della Misericordia e dona sempre un lieto, benedetto ritorno. Il Tuo Santuario è la nostra patria! Solo dove si prega Te, nello spirito e nella verità, Tu edifichi un ‘Tempio negli oranti’! È con questa forza della preghiera che è da annunciare l’alto Onore della Tua casa.

201. Fallo Tu nella Tua inafferrabile Bontà, la più sublime Luce della Creazione, fino alla fine dell’alto maestoso Anno-Azione-ur. A Te sia il mio ringraziamento, o Santo-santo, che Tu mi hai considerato degna di portare la prima risposta. Purificala nel Tuo carbonchio, prima che sia da stendere sul Tuo sacro focolare”.

- Sadhana ha detto il vero. L’Amore di UR divampa nell’amore dei principi per la figlia più bella della Creazione. Piena di pura umiltà, lei si siede sul suo seggio da trono, affinché la ‘sacra risposta’ giunga su tutti come benedizione.

202. UR dice: “Figlia del Mio cuore, le tue parole devono mostrarsi per il nostro Anno come benedizione comprendente tutti! Là dove Io vengo adorato nello spirito e nella verità, si deve mostrare il giusto ulteriore raggio del Santuario da dove sono da governare molto bene le Opere, e ogni Azione che ne deriva è una rivelazione della Mia luce! In verità, la benedizione che Io ora unisco con la risposta della Mia Sadhana, creerà delle Opere ancora più magnifiche di come lo è già un sole! Per la Mia gioia nella risposta, aggiungo alla benedizione pure una parte di Bontà per ogni Giorno in cui la Legge della libera volontà fosse rivendicata senza alcun diritto, perché attraverso le conseguenze di tali effetti, molti figli, che si allontanassero da Me e pure quelli che si trovassero nell’incarico oppure nel libero servizio, vivrebbero come ‘in un paese straniero’.

203. In entrambi i casi la benedizione deve poi diventare una grande guarigione. Il Mio Spirito e la Mia Verità si riveleranno come ‘consolatori’! Chi riconoscerà questo Consolatore in un paese straniero, vivendovi ingiustamente oppure giustamente, a costui lo spirito e la verità costruiranno un tempio nel cuore, il quale rimarrà eternamente esistente nel Mio Santuario.

204. Figlia Mia Sadhana, attieniti saldamente a questa benedizione, poiché le prove caricate su di te sono particolarmente difficili. Tuttavia ti sei assicurata un tesoro della cui forza hai bisogno. Anche voi principi ne avete la stessa parte, e un giorno, tramite voi, tutti i figli. Se una volta si troveranno di fronte, ‘l’essere’ e il ‘non-essere’, allora ricordate il promesso ‘Consolatore’. Egli sarà con voi! – Ora il portatore dell’Ordine deve dare la sua risposta alla seconda domanda del Giorno. Sappiate anche che è già un pre-raggio della decisione di ciò che può condurre l’Opera indietro oppure alla sua fine magnificamente pensata”.

*

205. Uraniel-Urea si fanno avanti. Calmi e con grande forza prendono dall’altare un ramo di palma e ne fanno ciò che ha fatto Sadhana con il ramo d’ulivo. Uraniel dice: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Quando il Tuo nome altamente lodato sale nei nostri cuori, allora è come la Tua fonte che fa salire dei misteri-ur. In ciò percepiamo la Tua Onnipotenza. Dalle Tue sette caratteristiche, dalle quattro parti rivelate del Tuo Essere, sorgerà ancora qualche Nome della Tua potente magnificenza e maestosità. Tuttavia sono racchiusi tutti nell’unico Nome-ur che regge delle infinità!

206. Tu, sommo Sacerdote Melchisedec, nella casa della Volontà ci hai chiesto quale Caratteristica-ur dev’essere la dominante, affinché giungesse anche questa alla maturità nel caso in cui la libera volontà venisse elevata ad oppositrice delle condizioni. Sarebbe davvero da spostare nell’Atto-culmine solo uno dei Tuoi raggi di Vita fondamentale?

207. L’Opera sta sull’Ordine, la Serietà esige il suo procedere, la Misericordia il suo incoronamento! Queste tre sono di più che la Volontà, la Sapienza, la Pazienza e l’Amore? Oppure, non sono tutte un ponte che conduce dal figlio al Padre? Ma a cosa serve un ponte, se non esistessero i pilastri? A cosa i pilastri, senza la passerella? Io vedo che l’Ordine, la Serietà e la Misericordia sono i tre pilastri tra il Creatore e la creatura, tra il Sacerdote e lo spirito, tra Dio e l’anima; mentre la Volontà, la Sapienza, la Pazienza e l’Amore sono la passerella per il Padre e per il figlio!

208. L’intero ponte – pilastri e passerella – non si può costruire se non viene eretto dapprima il giusto pilastro, il ‘Diritto del motivo-ur’ dall’Ordine! Quindi questo sarebbe il primo dominante fondamentale. Sulla Serietà, come pilastro centrale, riposa l’intera distribuzione uniforme. Il suo telaio offre al ponte il sostegno e deve poter portare anche il pesantissimo carico dell’Opera. Quindi la Serietà sarebbe dunque come ‘l’Essenza-ur di base’, il secondo dominante fondamentale di pari rango.

209. Tu, Eterno-Buono-UR, hai detto della Misericordia che è da considerare – soprattutto per mezzo dell’esatto utilizzo della Legge della libera volontà – come dominante fondamentale. In essa giacerebbe il ‘collegamento dell’ultima volontà’! Un figlio, potrebbe mai giungere a Te, se la Misericordia non fosse il terzo pilastro, il sinistro, del ponte, il ‘Punto d’appoggio’ presso la riva della beatitudine a cui ogni anima deve guidare la sua navicella? Sì, il Giorno della Serietà deve lasciare un particolare predominio alla Misericordia. Dunque: tre Caratteristiche si evidenziano, quelle che Tu hai suddiviso come i punti-base-ur di ogni meta.

210. Osservate nello stesso rapporto le quattro Caratteristiche per la parte della passerella. Il loro diritto di causa-base non è meno importante, perché esse offrono un’immagine sulla Tua quadruplice Entità posta in alto. Nondimeno, la Misericordia è la signora (padrona di casa) più nobile, non perché sia la maggiore, bensì perché porta alla conclusione l’Opera e conserva per Te il VIVAIO. Invece, nel senso dell’Entità-ur, tutto è da trasmettere ad ogni Giorno della Creazione, non vi deve mancare nessuna parte, nessuna dev’essere rilevata, perché altrimenti non esisterebbe nessun ‘Ponte intero’. Il perfezionamento dipende perciò dalla propria conoscenza e dall’equilibrata accoglienza del Tuo Essere-ur.

211. Ogni Caratteristica offre la propria beatitudine, ma se per un figlio diventano importanti anche le altre parti del Cielo, allora noterà come in precedenza ha tracciato da se stesso uno stretto confine. Infatti, chi vede e riconosce Te, o UR, nei maestosi quattro tratti dell’Essere e nelle sette Caratteristiche, chi adora la Tua totalità nello spirito e nella verità, raccoglierà la grande beatitudine come ricompensa e dono! Perciò vogliamo portare alle Opere la più sublime benedizione preparata da TE rivelando l’unità del Tuo Essere e scrivendo noi stessi saldamente quest’unità nei nostri cuori.

212. Se la Serietà porta a un punto di svolta, allora sia anche la dominante fondamentale nel suo Giorno, soprattutto come caratteristica determinante e portante, ma nessuna deve possedere il predominio esclusivo nell’Opera-ur! Il punto-base-ur del Tuo Ordine, l’essenza-base-ur della Serietà e il compimento-base-ur della Misericordia sono da considerare come pilastri soltanto per via dei figli, come sostegno di quella passerella che conduce a Te!

213.  Come Tu riveli pienamente il Tuo Essere, come il Tuo Sole invia tutti i suoi raggi, così noi vogliamo portare avanti in modo perfetto ciò che Tu ci hai dato perfetto in anticipo! Nel servizio, o Melchisedec, Onnisanto, i nostri cuori, le nostre mani, lo devono restituire a Te. Questa è la nostra meta!”

- Uraniel, che con Urea ritorna al loro seggio da trono, ha parlato in modo giusto? – L’interezza di UR si lascia dividere? Le parti dell’Essere, si lasciano unire completamente?

214. UR dà la risposta: “Mio principe-angelo, il tuo paragone del ponte deve valere fino alla fine del Ciclo-Azione-ur, così come la parola della Mia cara Sadhana, del tempio della vera adorazione! Questi sono delle prime pietre dell’Opera nelle quali chiudo tutte le Caratteristiche. La Misericordia copre quando dei figli credono di sperimentare piene beatitudini secondo la maturità, anche se difficilmente riconoscono quella Caratteristica. Tuttavia devono partecipare a tutte e sette, se a tali figli si devono aprire gli occhi. Solo allora un figlio ammetterà stupito che il suo Cielo di beatitudine era un frammento di ciò che spetta ad perfezionato.

215. Nella tua risposta pongo la benedizione del desiderio, che da ogni parte del Cielo-benedetto ci si conduca al Cielo-perfetto nel quale si comprenderà il Mio Essere-ur. Subito dopo si avvicinerà il perfezionamento dalla benedizione dell’Ordine, accordata alla tua risposta. Ora vieni tu, principe di luce della Serietà, e porta anche la necessaria parte della benedizione attraverso la giusta risposta operativa, affinché il tempio e il ponte diventino l’eterno simbolo della promessa!”

- Muriel-Pargoa si recano all’Altare e, seguendo l’esempio di Sadhana, prendono un frutto, lo tengono nel fuoco per la consacrazione e poi lo pongono nella ciotola delle offerte.

*

216. Muriel dice: “Sommo Sacerdote Melchisedec! Maestosa è la Parola dell’onnipotenza che le Tue Opere richiamano da Te; meraviglioso è il punto di svolta come terza domanda del Giorno per Spazio e Tempo, il cui nocciolo è radicato nella Tua Opera-Figlio! L’Ordine ha giustamente riconosciuto la Serietà come pilastro centrale d’equilibrio del ponte del perfezionamento, poiché come dominante del Giorno decide lui quale Portatore dei fondamenti può ricevere il predominio secondo la Legge. La terza domanda è fondata nella Tua terza Entità, quella parte del Tuo Cuore divino da cui è da attingere la risposta come ferma polarità del Potere e in cui fluisce la benedizione dell’Azione.

217. Prima di affidare la nostra offerta del co-sacrificio ad uno dei due Fondamenti, è da esaminare se il Portatore del sacrificio risorge esclusivamente dalla parte del Tuo Cuore divino. Rimane aperta la domanda tra: se lo debba partorire la Pazienza oppure l’Amore. Avanti oppure indietro, …lo esige il Tuo Spirito creativo. L’avanti prende in considerazione un Portatore del sacrificio, benché non nella più assoluta conseguenza. Se venisse nel punto centrale della Creazione, dei figli, allora solo lui avrebbe il diritto di dissolvere l’Opera oppure di adempierla. Un indietro potrebbe allora mettere un’altra conseguenza al compimento, se sia quella della figliolanza, non è ancora prevedibile! Alla Serietà, come Spirito di protezione, spetta la protezione della Santità in entrambi i casi!

218. Tu, o Sublime, hai trasformato la nostra disponibilità al co-sacrificio in una benedizione permanente. Qual benignità della Tua sovranità per i figli! E ora io, un figlio, devo decidere il corso che è da intraprendere? – O UR, hai caricato dei gravi pesi sul Tuo portatore della Serietà; unicamente per questo, …Tu lo hai anche benedetto!

219. Valutare se la Legge della libera volontà si affermerà, nonostante l’utilizzo del predominio, indica la grandiosità della Tua azione!

La vittoria poggia nella libertà della Legge,

la Tua Meta, …nella vittoria!

220. Chi Ti impedisce di riprendere l’esistente nel Tuo grembo d’onnipotenza? Nessuno esige da Te di renderne conto, poiché, …Tu sei UR!

221. Non esiste nessun giusto equilibrio tra il procedere e la ripresa, perché sull’essenziale condizione dell’adattamento della libertà alla Tua propria Volontà-ur, l’Opera-Figlio giunge all’alta meta. Nella Tua magnificenza, nella Tua luce, nella contemplazione delle Opere interiori ed esteriori attraverso di Te, arde il giubilo dell’Onnipotenza! Non ne hai portato in Te nessuno maggiore! Il precedente era solamente un riflesso di quel giubilo che suggellerà l’alta maturità dell’Anno-Azione-ur. Sì, il Tuo giubilo della luce s’imprimerà poi sul Cielo delle sette sfere. In verità, nonostante i fardelli della Creazione, il Tuo Sole pieno di Grazia illumina il nostro cammino.

222. Hai considerato due volte la Tua Opera, o Santo-santo, nel Pensiero e nella Parola. Entrambi erano perfetti! Nuovamente si trovano di fronte due ancoraggi: la quadruplice Entità e le sette forze dei Sensi. Nella conseguenza immediata l’Opera-Figlio ha una ‘Fondazione doppia’, e questa Scrittura della verità rimane un’eterna incisione! Pertanto, ogni Portatore dei fondamenti deve arrivare allo stesso ‘diritto di sovranità’ e procurare la sua ‘sovranità della conservazione’ attraverso il Portatore del Sacrificio per le prime fondamenta, e attraverso il Portatore del co-sacrificio per le seconde fondamenta, se una volta venisse pretesa la libera volontà in modo illegittimo.

223. Con ciò sarebbero garantite la base, la meta, come anche l’equilibrio del diritto delle fondamenta della Creazione. Il Portatore del sacrificio dovrebbe formare in Sé, quale ‘Figlio‘, la Volontà, la Sapienza, la Pazienza e l’Amore, e i suoi sostegni sarebbero l’Ordine, la Serietà e la Misericordia. Infatti, Uraniel su queste quattro ha indicato la passerella per i figli.

224. Guardando al futuro, l’Ordine ha dato l’anello di chiusura a tutto il divenire della Misericordia, attraverso la quale il perfezionamento riceverà la più sublime cristallizzazione. E noi, i portatori delle Tue caratteristiche, ci inseriremo come un anello intorno alla Tua Santità, finché la Legge della libera volontà data a favore dei figli, formi l’armonia della Creazione per le Condizioni esistenti per il Tuo Diritto.

225. Posa la risposta proporzionalmente distribuita su tutte le Caratteristiche nella sacra Fonte della Mezzanotte, e finché passeranno dei Giorni attraverso l’Anno-Azione riccamente benedetto, fino ad allora non verrà inventato nulla di più delizioso che lo splendore della luce di questo glorioso finale! Senza interruzione sia a Te, eterno Sacerdote delle Tue Opere, il nostro ringraziamento!”

- Come in segno di una conferma tenuta segreta, il principe della luce va verso il suo seggio del trono con le mani aperte. Muriel-Pargoa portano il dono della corona palesemente incontro all’Opera-Figlio.

226. Dice UR: “Principe della Serietà, hai pronunciato la decisione più difficile, ma la migliore, poiché ora il sacrificio della Creazione riposa unicamente su di Me! Non lo dovevate sapere prima, finché non fosse avvenuto liberamente per i figli attraverso la Serietà. Voi, generati dall’Ordine, dalla Volontà, dalla Sapienza e dalla Serietà, nati dalla Pazienza, dall’Amore e dalla Misericordia, potevate giungere alla conoscenza di questa irrevocabile conseguenza pur senza esserne guidati.

227. Al ‘tempio della preghiera’ e al ‘ponte di collegamento’ aggiungo la ‘benedizione del Sacrificio’ conquistata ora. Chi volesse un sacrificio immutabile sotto il cui Raggio diventa un co-aiutante, diventerà da ricevente della benedizione in un portatore della benedizione. Perciò anche qui due tendenze di base: il Portatore del Sacrificio e i portatori della benedizione! Come il primo, attraverso il Sacrificio donerà la redenzione, così i secondi daranno la benedizione a coloro che non vorrebbero essere co-portatori nell’alto senso del termine. Sull’essere co-portatore saprete tutto il necessario più tardi.

228. Manca ancora la risposta alla quarta domanda che si è richiesta nella casa della Serietà e la cui soluzione è affidata alla Misericordia. – Vieni, settimo, dalla sublime corona delle Mie fiaccole! Metti la tua risposta nel fuoco, la Serietà la saprà apprezzare”.

- L’angelo il cui nome è ancora in UR, si fa avanti, uniti in cherubino e serafino. Lui afferra il calice di UR, la cui acqua risplende limpida dal pozzo della Serietà nel fuoco dell’altare, lo mette nello stesso, ed ecco, …l’acqua diventa rossa nella ciotola delle offerte, dal quale salgono in alto in un chiaro incenso tre segni (ancora) sconosciuti ai figli.

229. Il principe della luce (della Misericordia) dice: “Come quarto portatore della risposta sto davanti all’altissimo Signore del Potere, della Forza, dell’Autorità e del Vigore. Io ho posto il calice della vita, di UR, nella fiamma della Serietà, davanti al cui altare può diventare valido in seguito a un Sacrificio. Ecco, era sangue! Sangue, che scorre dal cuore attraverso il corpo e si riversa di nuovo nel cuore. O maestoso simbolo-ur!

230. Come rappresentante della Misericordia, l’ho versato nella ciotola delle offerte. I segni a noi sconosciuti sono quelli dell’Onni-Forza che uniscono la decisione e il suo adeguamento, di cui Tu, Eterno-Unico e Veritiero, ne hai rivelato le irradiazioni fondamentali. Era la Tua Serietà, sommo Sacerdote Melchisedec, di impiegare i due Fondamenti per la continuazione dell’indescrivibile, magnifica Opera-Figlio, perché in ciò riposa ogni adeguamento della polarità, il suo consolidato tutto.

231. L’organizzazione delle fondamenta esige un tutto secondo l’Opera: piena accettazione, oppure pieno rifiuto! Questo aveva già la sua immagine, quando in Te, maestosa Onnipotenza, lottava la Tua sovranità fra ‘Mio’ e ‘Potere, Forza, Autorità e Vigore’. Il rifiuto dell’Opera della libera volontà non porterebbe a TE nessun su né un giù, poiché il Tuo nome significa ‘Eterno-Eterno’! Nell’originario imponente flusso del Tuo Potere, crei per Te del nuovo, dell’insospettato.

232. Nel terzo Anno del Ciclo-Azione un rifiuto toglierebbe inevitabilmente la beatitudine ai figli, la cui radice nutre la Misericordia. La Tua parte di Padre, o UR, può gettare un ultimo nella bilancia della Creazione. Unicamente la Misericordia starebbe al centro della sua Entità paterna. Deve, la Magnificenza della sua Grazia, rifluire nell’Essere-ur senza giungere affatto alla manifestazione?

233. Davanti a me sta l’immagine, gravata dall’onere: ‘il SACRIFICIO’! Quando il secondo dei due Fondamenti vorrà innalzarsi in modo cattivo contro le Tue condizioni dal Diritto. Una possibile inevitabile dissoluzione non toglierebbe poi solamente a noi l’esistenza e la Vita, bensì toglierebbe a Te, o UR, un’Opera dalle Tue mani! Comunque, il rifiuto starebbe da solo; invece la continuazione dell’Opera-Figlio, fondata sul dono del Padre adagiato sulla Misericordia, avrebbe un sommo Aiutante. L’Aiutante è quello stesso aiuto che può porre un’immutabile simile-adempimento!

234. Davanti alla perfezione-Figlio! Questo suona così: il Tuo dono-di-Padre, un tratto fondamentale della quadruplice Entità, uno ‘vero’ per i figli, nel simbolo dei tre segni dalla ciotola delle offerte! Anche un Sacrificio-ur soppesa tutte le lotte, considerando un perfezionamento del figlio. Quello che adesso ritornerebbe di nuovo a Te, o UR, non sarebbe certamente nessun errore, ma nemmeno un guadagno, a meno che Tu non prendessi un nuovo Seme del guadagno dalla Tua Onnipotenza. Se la Serietà ha determinato che entrambi i Fondamenti sono continuative e nella Maestà sovrana un Sacrificio possiederebbe il diritto di un intervento, allora il dono della Misericordia non sarebbe preparato invano in modo così ricco!

235. Per questo, il Padre guarda al perfezionamento visibile come corona nello Spazio e Tempo, il lavoro delle Sue mani: il più alto possibile adeguamento dei figli al Suo IO-ur, santo! E’ questo che la Destra del Padre tiene saldamente come continuazione dell’Opera e la Sua Sinistra, proprio, il perfezionamento. Con entrambe le mani Egli apre e chiude il Suo libro dell’Opera all’inizio e alla fine di ogni singola opera. La Sua Parola è veritiera; Egli mantiene certamente la promessa della Misericordia! A Lui, al Padre-UR, siano la lode, la gloria, il ringraziamento, la fama, l’onore, la fedeltà e la nostra adorazione. Eterno! Eterno! Amen!”

236. Raggiante, lui stesso un simbolo della fedeltà, il principe del Regno si trova tra UR e i primi, tra il Maestro dell’Opera e l’Opera. La solennità del maestoso silenzio grava altamente benedicente su Sadhana e sugli angeli, riposa in modo sacrificale su UR. Quanti Secondi di eternità beve il silenzioso sigillamento di ciò che è stato presentato? – Dopo che il portatore della settima fiaccola ha preso possesso del suo seggio da trono, UR si alza. Un’infinita maestosità arde sul Suo volto. Dalle rose bianche e rosse che i figli hanno messo a destra e a sinistra del Suo trono la Sera precedente, Egli ne spezza rispettivamente un fiore, e fa come hanno fatto i Suoi primi.

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4/11 - Il testamento di Dio con la Creazione

237. Dal Suo sacrificio sale un fumo d’incenso diritto, formando prima un tetto poi una cellula, la quale circonda Padre e i figli nell’eterno simbolo di unità. I primi sentono il dinamismo che il mistero fosse ancora da risolvere, perché l’Azione-ur pretende la soluzione da ogni figlio personalmente, non importa come e dove viva, come e dove incontrerà il Santo-eterno. Il mistero si rivela ad ognuno nel suo co-portatore. Chi ne attingerà le forze consolatrici, otterrà il timbro della preghiera, il ponte di collegamento e la benedizione dal Portatore!

238. UR rivela: “Dalla Mia fonte un’alta luce inonda la fine di questo Giorno, la trasporta attraverso la Mia Notte; e la fonte e la notte continuano a formare il delizioso Anno-Azione-ur. Anche la vostra perfezione finale, voi, portatori del Mio Regno, giace del tutto nelle Mie onnipotenti mani, lasciata del tutto a Me. Eternamente ha la sua sede della corona nella sobrietà del Potere di UR! La magnifica Legge della libertà assegnata ai figli può giungere definitivamente al predominio, in opposizione al primo dei due Fondamenti; una tale ‘caduta’ potrebbe mettere il Regno in subbuglio, potrebbe voler distruggere un Giorno della Creazione, poiché, …vedete, nel gioco finale sarebbe inutile, poiché nulla può svincolarsi dalle Mie mani!

239. Io rivelo uno dei tre segni come una Scrittura dichiarata, offerta indelebilmente dal settimo angelo. Quanto certamente lo riconoscerete, così certamente si adempiranno la Parola e la Scrittura, promessi da ME nell’Ora decisiva di questo Giorno.

240. Una Corona! Il suo puro oro è il garante di questa Parola: prima che l’Anno-Azione-ur sperimenti una dissoluzione attraverso la completa rivendicazione del libero arbitrio, Io stesso voglio diventare il sublime e primo Portatore del Sacrificio! Il Mio Sacrificio deve redimere una caduta ancora più profonda! Come ‘benedizione della Corona’ la Misericordia otterrà il dono di scambio dal Potere della Mia perfezione: il beato perfezionamento dei Miei figli!

241. Come sommo Sacerdote Melchisedec do’ questo sacro Pegno dalla Mia parte di Creatore e di Dio, alla parte del Padre. La do anche a te, Sadhana, per l’Opera, a voi primi per i figli. Nel fuoco del Mio sacro focolare e nelle sette fiaccole del Mio trono, in un tempo futuro l’incoronamento sarà la base per il successivo Ciclo. Fate attenzione a ciò che succederà adesso”

242. Si sente un soave fruscio, i figli si sentono sollevati e presto stanno davanti al sacro focolare, e l’Onnipotente siede sul Trono. Egli dice: “Solo in questo luogo è da imprimere il sigillo alle Mie parole. Tengo le Mie mani nel Mio stesso fuoco”.

243. E i figli vedono – profondamente scossi – che le Sue mani diventano una Corona, e queste cingono Calice e Croce. I due ultimi Nomi e il maestoso simbolismo sono ancora coperti, ma che in ciò sono compresi il sacrificio e il sigillo, lo sentono quasi in modo opprimente. Allora s’inginocchiano, posano la loro fronte pulita sul tappeto bianco ed attendono, rabbrividendo continuamente per ciò che succederà.

244. “Immergo le Mie mani nella ciotola delle offerte”, continua l’Onnisanto. (la coppa era stata fatta scendere sul fuoco del focolare da una mano invisibile) “Dispongo i vostri rami della vita offerti, nella Mia creatività, che adesso nella Scrittura e in futuro nell’ATTO, sigillerà la vera promessa della Mia Parola!”

- UR tiene i rami fioriti sul fuoco e nella ciotola delle offerte e li posa immutati intorno al libro della Creazione. Dopo chiama Sadhana e il portatore della settima Caratteristica, fa tenere a loro il Libro aperto e vi scrive con una penna d’oro la Sua Parola data nella Casa della Serietà. E così sta scritto:

245. Io, UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, nella Mia Volontà, affinché il Mio Anno-Azione-ur non sia più dissolvibile, Io voglio, se la Legge della libera volontà venisse ingiustamente rivendicata e fosse possibile la dissoluzione della Mia Opera-ur iniziata nel modo più magnifico, con cui verrebbe provocata anche una dissoluzione di figli rimasti giusti, voglio Io stesso essere il più sublime e primo Portatore del Sacrificio! Io lo voglio! E poi, inclusi in questo Sacrificio, voglio redimere l’intera Creazione, tutti i figli, del tutto particolarmente anche quel figlio caduto più o meno profondissimamente, attraverso il quale una dissoluzione potrebbe diventare la conseguenza di un atto illegale! La Mia Parola deve portare come sigillo un segno della corona. La corona è il garante per la Mia Parola pronunciata, scritta, sigillata e, con ciò, eternamente vera! Questa è la Mia benedizione della corona, che Io do affermativamente ad ogni figlio, in eredità come magnifico Testamento!

246. UR tiene la corona nel fuoco del focolare e l’imprime come sigillo al centro sotto il Testamento scritto. Dopo di che consegna a Sadhana la penna d’oro; lei scrive il suo nome a destra del santo sigillo, il settimo principe della luce a sinistra il suo nome finora sconosciuto. Gli altri principi scrivono i loro nomi liberamente. Così risulta la seguente immagine:

 

U R

(autoimpresso come il simbolo sulla  corona)

Gabriel – Pura (Misericordia)

Sadhana (prima figlia)

    Uraniel – Urea (Ordine)  

Michael – Elya (Volontà)

Zuriel – Helia (Sapienza)

Alaniel – Madenia (Pazienza)

Muriel – Pargoa (Serietà)

Raphael – Agralea (Amore)

 

247. Al centro della corona risplende – non scritto – l’alto-sacro nome ‘UR’. Si è impresso da se stesso. Al di sotto, come condizione inevitabile, si trova la Serietà, e sotto questi, l’Amore che porterà il Sacrificio. Per la forza del diritto del Testamento, la Misericordia richiede l’Ordine e la Sapienza. Del perché sotto il nome di Sahdana stanno scritti i nomi della Volontà e della Pazienza, lo rivelerà quel Giorno in cui il Testamento di UR esigerà l’Atto del Sacrificio. Quindi, sta magnificamente sigillato, un Documento nel libro della Creazione! L’eterna incisione di UR! – Non si deve dunque adempiere?

248. Un divino silenzio ardente pulsa attraverso Spazio e Tempo, del divenuto e del divenire, dell’educazione e del compimento. – Ora i primi possono camminare da soli attraverso l’Opera del Giorno fino al quarto anello del Sole. Per il loro procedere autonomo richiedono umilmente la benedizione nella casa di Muriel; ma dall’Opera ritornano direttamente nell’Onnisantissimo. Quando entrano, UR non c’è. Sadhana predispone di portare dal boschetto dei differenti rami verdi per abbellire la Casa del Padre, per il loro Dio, il loro Sacerdote e Creatore, per il loro UR, che amano, soprattutto con onore.

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4/12 – Le considerazioni finali alla sera del quarto Giorno

249. Quando hanno terminato, gli angeli-sacerdoti sentono la chiamata interiore: ‘UR ritorna dalla Sua ricca Opera del Giorno; vuole donare ai primi il Suo riposo serale!’. Lo incontrano presso la porta Ephata. Non si può quasi determinare il peso della gioia del Padre e dei figli. Quando Egli vede l’abbondante decorazione d’amore tra le quattro potenti colonne, sorride. Un ‘grazie’ ai Suoi aiutanti, i quali sono ancora colmi della gioiosa attesa. Egli ha previsto anche questo, ma ora gusta la loro gioia. Si reca sul Suo trono e dice:

250. “Figli Miei, Io conservo in Me il vostro amore, ma c’è ancora qualcosa da mietere. Presso Zuriel eravate convinti che i Giorni fino ad allora si sarebbero mostrati quasi uniformi, perciò vi ho nuovamente inviati al lavoro. Avete agito bene ed ottenuto una visuale più ampia. Ora vi domando se vi è piaciuto questo Giorno e – a parte delle cose fondamentali – se i Giorni si somigliano.

251. Guardatevi adesso una volta indietro fino al primo Mattino, allora non sarà difficile constatare i fatti. Vi accorgete che non vi ho eletti per nulla solo come spettatori e riceventi delle Mie Opere, bensì, più sono proceduti i Giorni, maggiore era la vostra collaborazione in tutto ciò che è sorto. Questo rende già differenti i Giorni della Creazione. Inoltre, ciò che sorge, forma ogni Giorno per sé. Sì, ora siete colmi di lode e ringraziamento, tuttavia, ascoltate ancora di più:

252. Su voi stessi potete misurare le più grandi differenze di ciò che giace nell’ambito dello sforzo educativo. Ogni Mattino vi ha riportato la vita, il crescere insito nel nuovo Giorno. Ciononostante, non avete mai percepito una monotonia. La pienezza sempre nuova ha risvegliato in Uraniel la preghiera per un cuore grande per la raccolta di tutte le preziosità. Questo viene operato dalla Legge della vivacità, perché Io continuo a rinnovare sempre ciò che una volta è fluito attraverso la Mia fonte primordiale della Mezzanotte. Ogni Giorno che è pronto vi viene immerso, e ogni Mattino lo faccio risalire. Proprio questa costanza, fondata su ciò che è preceduto, rivela l’innumerevole molteplicità dell’Eterno-UR!

253. Vogliamo aiutare anche il quarto Giorno della Creazione, che è provvisto con molta magnifica Luce, all’edificazione, alla direzione e all’andamento fino alla sua meta, poiché quando suoneranno i rintocchi della campana del riposo serale, l’Opera di noi tutti dev’essere compiuta. Voi, cari figli, avrete inoltre contribuito con il vostro, fedelmente e da bravi, e ora per la prima volta dico: ‘Avete agito bene!’. Nel Testamento della Creazione ho investito in un elevato valore la ricompensa per la vostra fatica! La sua rivelazione è la ricompensa di base, la vostra firma gli interessi. Così siete diventati dei co-portatori della Creazione, dalla cui posizione di base si conquista a diventare co-portatori del Sacrificio. Una ricchezza unica! Sì, figli Miei, Io sono molto ricco!

254. La domanda del Giorno-Anno è ancora aperta e, rispetto allo stesso, ha la parola il Mio Muriel. Ricordatevi di questa domanda: ‘Ad un più supremo Sacrificio, può seguire una piena redenzione nel giro di sette Giorni della Creazione; oppure dovrebbe un figlio – certamente aggraziato secondo la conoscenza – vivere per quattro Settimane della Creazione lontano dal Mio Cuore, affinché percepisca a lungo che cosa ha fatto a Me e alla Mia Opera?’

255. Le quattro domande del Giorno e le risposte indicano quanto può diventare difficile il procedere. Dipende seriamente dal risultato dell’esame. Il Giorno ha ancora quattro Secondi, abbastanza tempo per posare l’ultimo dono sul sacro focolare”.

- UR officia da sommo Sacerdote Melchisedec. I primi hanno bisogno di raccoglimento, e la solennità di UR alita come ATMA attraverso la sala delle quattro colonne.

256. Chi misura un Secondo che l’Onnipotenza dona? Tutte le misure umane, allineate, non colmerebbero né la sua profondità, né l’altezza, né l’ampiezza né l’interiorità. Sono da misurare nel Regno. Il principe cammina verso il focolare con forza raccolta, portando la giusta parte della sovranità di UR. EGLI sta davanti al Suo trono, nelle due mani il Testamento aperto, l’Occhio nell’occhio del portatore della Sua Serietà, di Muriel-Pargoa.

257. Muriel dice: “Signore, Onnipotente, Fondamento originario della vita, Essere primordiale del divenire, noi Ti adoriamo! Ricevi nell’onore il premio e la lode senza inizio e senza fine! Nella Gloria sia il Tuo Potere e Forza; gratitudine all’Autorità e al Vigore! Dalla Sorgente-ur Tu hai creato i Tuoi miracoli, hai posto in noi una Semenza-ur. Il Frutto di questo sia Tuo! Anche adesso Ti sia portato un frutto. Possa esso rimanere benedetto nell’eternità!

258. Noi abbiamo conosciuto e riconosciuto: la Legge della libera volontà per i figli, le condizioni poste giustamente per Te, le Leggi immutabili e mutabili, la riparazione e le sue conseguenze, l’eccezionale santissimo Sacrificio e il co-sacrificio. Tutto questo sta nell’andamento del Tuo magnifico Anno-Azione-ur. Tu stesso, UR eternamente veritiero, hai sigillato saldamente il nostro riconoscimento con la Tua corona. L’incoronamento del sigillo rimane eternamente riservato a TE! Sì, la mia risposta deve unire la corona, il sigillo della corona e l’incoronamento alla sinfonia del Creatore colma di meravigliosa regalità, splendore e maestosità. In essa un nuovo Ciclo deve trovare la sua Pietra fondamentale!

259. Ponderare la conseguenza di un tale Sacrificio, come redenzione completa, già adesso, quando essa non c’è ancora, significherebbe privare in anticipo il successo al Portatore del sacrificio. Non sarebbe nemmeno stato necessario il sublime Testamento, perché può (ancora) regnare la Volontà di UR. Nonostante ciò, alla Sera di questa Creazione, della Serietà, non è da mettere in dubbio un probabile verdetto di una completa assoluzione, né è da sanzionare senza eccezione. Un bilanciamento, così come UR alimenta nell’elevato Tempo i Giorni sorgenti e li riconvoca là nella Mezzanotte, è la cosa più difficile della collaborazione.

260. Il Sacrificio che forse si potrà portare, non può aspettare un impiego dipendente; raggiungerà l’adempimento – perché messo a disposizione in anticipo – indipendentemente dal singolo evento. Se attraverso un Sacrificio è prevista la redenzione, allora attraverso questa deve essere possibile una piena assoluzione. La conseguenza del Sacrificio non è da legare a nessun Tempo, perché appare come puro Atto di grazia della Misericordia che incoronerà il Portatore del sacrificio, ma non deve ricompensare nessuna opera di merito di un figlio.

261. Inoltre, per il fatto che un tale Atto di grazia esige la più sublime dedizione, la redenzione assolutoria deve cominciare quando dalla corona e dal sigillo della corona, si effettuerà l’incoronamento del Portatore del sacrificio. E questo avverrà non appena risuonerà un ‘E’ compiuto!’. Con l’esclamazione di giubilo del Sacrificio, il Portatore starà da solo nel potere e nella posizione di avvolgere subito la redenzione intorno a una caduta, oppure di allacciarla sapientemente al tempo delle condizioni, che porterà con sé la successiva conquista della grazia di un Sacrificio.

262. Infatti, nemmeno la GRAZIA è un Atto del solo Potere creativo, neanche nell’ingiusto predominio del secondo-Fondamento. Ad ogni figlio spetta di guadagnare una Grazia oppure di conquistare successivamente un Atto di Grazia, con il quale una colpa potrà ancora essere estinta. Solo così dei figli sono liberi. Una giusta immagine di UR.

263. Se il Sacrificante attraverso il Suo stato d’incoronamento terrà nella Mano la svolta dei tempi della redenzione, allora successivamente non potrà essere modificata arbitrariamente. Il Tempo è da adattare alla colpa e al Sacrificio. Se nei Giorni di lavoro si cade in una cattiva strada, il primo Giorno di Festa deve vedere la redenzione e il rimpatrio! In seguito alla vista più sublime, la colpa è da pagare nel Giorno della colpa in un unico Atto di grazia, perché quello stesso Giorno deve portare il sacrificio, l’assoluzione, la redenzione e il rimpatrio!

264. Solo il senso della colpa non dovrebbe spegnersi fino a quando non sarà stato estinto il grado della colpa e sarà iniziata la via del ritorno a Casa. L’OMBRA del Sacrificio deve colpire il colpevole, poiché, semmai dovesse cadere su di lui la santità del Sacrificio, non lo potrebbe redimere nell’eternità nemmeno la Pietà, a meno che fosse con un Potere puramente creativo!

265. Soltanto, il Sacrificio deve essere espiato e pareggiato! Noi primi non abbiamo dato inutilmente la disponibilità del co-sacrificio per il secondo-Fondamento; quindi il Sacrificio può e deve essere distribuito su tutte le creature figli, su Spazio e Tempo del Giorno della colpa e del Sacrificio. I volontari co-portatori devono averne la prima parte, affinché su di loro venga la GRAZIA, in seguito al loro ‘dono della libertà’, che può esigere bensì un diretto riconoscimento e pagamento della colpa. – Perciò ai figli della Luce spetta la Grazia, ai caduti l’Atto di Grazia!

266. La grazia può mettere un figlio nello stato di immediata riparazione, invece l’Atto di Grazia pretende il tempo per l’espiazione. Un tale tempo d’espiazione può dare l’idea di eternità, e questo è bene! Così l’Atto di grazia porta alla confessione della colpa. Il terzo pilastro del ponte rivelerà per tempo quando terminerà un periodo gravato dalla colpa. Ma se qui la Misericordia che tutto abbraccia, tiene aperte le Sue mani di grazia, allora con più ragione nel co-sacrificio dei Suoi figli.

267. Anche se questi divenissero inoltre dei co-colpevoli, non li potrebbe aggravare fondamentalmente nessuna colpa. Attraverso il volontario co-sacrificio cadrebbe su di loro quella parte del sacrificio fondamentale come benedizione salvifica. Infatti, l’alto Portatore del sacrificio sarebbe eternamente l’Estintore principale della colpa! Nemmeno sui figli della luce, sotto l’influenza di uno stato inconscio, persino nel divenire colpevoli, potrebbe riposare il peso delle colpe, ma certamente il peso del sacrificio. Nell’auto riconoscenza la Grazia avrebbe già raggiunto la sua meta su di loro, con cui avverrebbero per loro le quattro grandi benedizioni miracolose, che Tu, sommo Sacerdote Melchisedec, hai dato a questo Giorno.

268. Se ogni debitore della Creazione dovesse ripagare ogni tempo e ogni peso che per causa sua comprendesse tutti i sacrifici, chi vorrebbe pretendere da Te la giustificazione di questa espiazione? Tu sei eternamente giusto, o UR, ma trasformi una giustizia regnante in un Atto del Giudizio, nel quale ogni debitore della Creazione sperimenta il Tuo Atto di grazia. Il maggior deflusso della Tua Giustizia, che magari conosce un pagamento di debito oppure utilizza la Misericordia come base, porta in Te già da tempo il sacro riflesso più bello! Non è necessario designarlo a parole! La rivelazione della Gloria-ur si appoggia di pari passo sulle Caratteristiche determinanti con la tendenza di base della Giustizia e sui raggi di Vita fondamentale portanti, i quali elevano la corona nel suo glorioso splendore.

269. Tuttavia la Giustizia può spiegare le ali sull’ampia Creazione, soprattutto l’immolazione dovrebbe sorgere dalle Caratteristiche portanti della Pazienza e dell’Amore, e la Misericordia guiderà su questo Atto del Sacrificio. Infatti, la Giustizia protegge la Priorità-ur delle fondamenta del primo, per conservare comunque le fondamenta del secondo, all’Opera-Figlio nell’illegittimo utilizzo, e guidare nel percorso dell’Ordine-Volontà.

270. Come si pareggia la Giustizia, nella Volontà e nell’Ordine, con la redenzione attraverso la Misericordia? Infatti la Santità sta sovrana tra ambedue! La sua prima protezione nominata deve riscattare la Tua Parola per tutte le Caratteristiche. Io vedo che la santità dell’Opera ha già bisogno di un anello di protezione, perché colpa e il sacrificio possono diventare possibili. Ma chi avrebbe così il primo diritto alla Giustizia? Il debitore insieme con tutti i co-debitori, oppure il Portatore del sacrificio insieme ai portatori del co-sacrificio? Qui parla la SERIETA’! Io, Muriel-Pargoa, come principe-angelo della stessa e come figlio, decido: la Giustizia di base spetta al Portatore del sacrificio e ai Suoi!

271. Se il Portatore del sacrificio mediante un sacro «È compiuto!» diventasse Lui stesso ‘Giustizia’, allora Egli la condividerebbe attraverso il Suo incoronamento. Chi Gli starebbe più vicino: il Suo debitore, oppure coloro che Lo seguirebbero nel libero ‘dare’? Certamente questi ultimi! Ma sull’incoronamento, dovrebbe decadere la Giustizia che spinge per il pagamento? Ai figli del sacrificio, non dovrebbe capitare la Giustizia per GRAZIA?

272. Sì, a costoro si penserebbe per primi, coloro che riconoscono le condizioni fondamentali e percorrono la co-via nel magnifico libero servizio. Il Sacrificio li libererebbe da ogni colpa assunta! In questo, nemmeno il debitore della Creazione potrebbe cambiare nulla, anche se attirasse i fedeli di UR nell’interdizione della colpa. Questo non deve avere nessuna influenza sulla giusta Misericordia e le sue conseguenze.

273. Io domando, amorevolissimo Padre: ‘Perché si vorrebbe, nella cambiale di debito, anche tali, che nella misura della Giustizia non sarebbero dei debitori?’. Se la Giustizia si occupasse dapprima con il debitore, cosa che avrebbe per conseguenza che si basasse su un accomodamento, quanto sarebbe possibile liberare i fedeli dalla co-colpa sorta solamente attraverso il co-sacrificio, affinché non stessero troppo dentro nell’Anno-ur sotto il Sacrificio del Creatore, l’Onnisanto? Questo sarebbe giusto?

274. Oh, la Santità non può misurare la Sua Giustizia fondamentale solamente nel debitore della Creazione, altrimenti tutti gli aiutanti diventerebbero dei co-prigionieri della colpa fondamentale e sottoposti alle stesse condizioni che colpirebbero l’autore della colpa. Ci sarebbe da esigere non un severissimo Giudizio, no, ma uno fondamentalmente giusto in cui sarebbero da ascoltare dapprima i portatori del co-sacrificio. (solo) Dopo la loro resa dei conti il Signore del Giudizio potrebbe passare ai debitori della Creazione. Al contrario, la redenzione spetterebbe primariamente al principale colpevole, perché da una redenzione principale potrebbero svolgersi le redenzioni di tutti i membri. In questo opererà la bilancia con la sua alta maestosa funzione, e in ognuna dei suoi piatti giacerà un sovrano Pareggio-ur.

275. Spostare una piena redenzione solo alla fine di una Settimana della Creazione, questo, o UR – lo chiediamo tutti noi – non farlo accadere! Vedi, ad ognuno dei Tuoi Giorni miracolosi mancherebbe la cosa più deliziosa, se alla Sera non tutti i figli tornassero nella Patria. Noi primi stiamo davanti alla grande forza della Tua bontà; ci appelliamo al Sacrificio, grazie alla nostra disponibilità. Noi sappiamo: la Tua più somma magnificenza è il Tuo procedere nella santità della Notte!

276. Se in una Notte Ti mancasse un unico figlio – o sommamente amato UR – dì: non starebbe il cordoglio presso la Fonte della Tua Mezzanotte? Lasciami riconoscere: fuori di Te non c’è né Spazio né Tempo, dove dei figli, in particolare nella Notte, potrebbero rimanere. Figlio oppure Opera dovrebbero sperimentare la loro dissoluzione, se nottetempo non fossero avvolti amorevolmente da TE! Dalla dissoluzione tornerebbero a Te solamente le sostanze-ur.

277. O sommo Sacerdote Melchisedec, hai immerso le Tue mani sante nel fuoco dell’onnipotenza sul crogiolo d’argento, prima di scrivere il Tuo Testamento nel libro-ur delle Tue Opere. Pure Io tengo le mie mani nel fuoco dell’Opera e del Sacrificio come simbolo, affinché io sia una protezione della Santità secondo la disposizione della Tua Serietà. Nondimeno, Tu rimani per sempre il nostro Patrocinatore! O Creazione, guarda le mie mani, la loro forma, il tino d’oro! La mia risposta è santificata ed è diventata giusta nell’Opera.

278. Nella redenzione procedente dal Sacrificio pre-pensato, dev’essere incluso il debitore della Creazione e, tramite lui, tutti i co-debitori. Prima però devono sperimentare la giustizia i portatori del co-sacrificio, e poi, attraverso di loro, il debitore della Creazione! Non vi dev’essere nessuna Notte in cui tutti i figli, nemmeno il più perduto, non abbiano il loro posto di riposo nel Tuo Cuore di Padre! Avvenga così, se – salendo dalla Camera del Tuo Cuore-Dio – sarà necessario un unico immane Sacrifcio per pareggiare una colpa della Creazione!

279. La via è ordinata. Possono pur giungere, colpa e Sacrificio, …UR, la Tua Opera è pronta! Ora puoi conservare sublimemente benedetto il Giorno della Serietà; per via del suo compimento, nell’alta Mezzanotte il Tuo Sole-ur splenderà illimitatamente! Anche questo si riveli come salvezza dalla Grazia, se una volta l’oscurità dovesse colpire il REGNO-TERRA (non il nostro, ma ‘Terra’, come simbolo rispondente). Sì, in nessuna delle Tue alte Notti il Tuo Sole-ur verrà più coperto, nel segno dell’eseguibilità del Tuo Testamento! Redenzione e Giustizia, Grazia e Atto di Grazia conducono tutti i figli a Casa prima che una Notte copra il Giorno della colpa e del Sacrificio. Questo si compia nel Nome della Tua Misericordia di base! Amen! O UR, Ti adoriamo, Tu che sei Tutto per noi!”

280. Il principe-angelo s’inginocchia, subito circondato dagli altri.

- Pregano insieme: “Ti ringraziamo! Fa che riposiamo nel Tuo cuore di grazia, dove il Tuo sacro battito di Vita pulsa attraverso il Tuo Essere ed anche attraverso di noi. Ora esclamiamo questa Sera, che Tu ci hai fatto vivere in inimmaginabile delizia:

Santo, Santo, Santo, Santo sei Tu, UR-IMANUEL!”

281. L’alta Casa trema nelle sue fondamenta; così risuona l’esclamazione attraverso le sue sale e porta a casa la magnifica Creazione dalla profondità, dall’elevatezza e dall’ampiezza. Il fuoco del focolare divampa in alto fin sopra la ciotola delle offerte che oscilla come avesse delle braccia e diffonde il più delicato fumo d’incenso. Giù dalla cupola del duomo si distende come un panno lindo sui figli di Dio. Il Sole-ur indora la Sera con la sua piena luce benedicente, ed attraverso l’eternità-ur in Spazio e Tempo risuona enoni di volte ‘IMANUEL’, ritornando su scintillanti ali nel Centro-ur. Con il suo ritorno vengono riportati l’Opera e la via, …in un pietoso simbolo anticipato! UR pronuncia la Sua ultima Parola della Sera ai Suoi primi:

282. “Amen! Miei forti principi-angeli, ora siete co-portatori della Mia santità! È stato fondato con voi il regno dei figli, con voi sussisterà. E tu, Sadhana, amabile del Mio cuore, il tuo mantello sia questa santità! Come il più caro gioiello, voglio conservarti in esso. Tu sei Mia! Quando in un tempo futuro sarà compiuta la prova della libertà della Creazione, e dopo comprenderai il suo profondo senso, allora tu sarai poi come sommo segno su tutte le Mie Opere. Io regnerò, e tu creerai insieme, sotto la Mia mano!

283. Ora attingo dal Mio mare di fuoco il grande potente nome ‘IMANUEL’, che la quarta fiaccola ha acceso nel suo fuoco e che per voi deve significare: UR con noi! Ovunque e ogni volta questo Nome risuonerà sempre nei vostri cuori, sia che lo invochiate nelle lotte per la sacra luce, sia che da esso cogliate tutta la forza della fede, la somma adorazione e ringraziamento e piena, libera dedizione a Me, vi aiuterà a ogni vittoria, …UR-IMANUEL!

284. Il ricco Giorno della Creazione è compiuto. Io lo immergo nella Mia camera di Sacerdote, nella Fonte della Mezzanotte, e quando il prossimo Mattino opererò nuovamente, la tua parola, Mio principe-angelo, deve valere per il nuovo come primo raggio del Sole-ur. Vi do la benedizione come UR-IMANUEL!”

- Le sante Mani si estendono ampiamente. I primi si sentono abbracciati come se delle forti braccia li sollevassero in alto al grande petto di UR. E presto il fumo d’incenso li avvolge proteggendoli.

*

285. Da una fantastica lontananza percepiscono il bacio dell’AMORE, sentono nell’alito il nome UR-IMANUEL. La Notte li copre con vellutate ali. Il Giorno ha portato i suoi doni non soltanto ai figli, no, anche UR è stato abbondantemente ricompensato, soprattutto nel nome ‘IMANUEL’! Nessun discorso lo ha sentito; lo ha affidato alla Sua fonte nel segreto notturno. I Suoi primi lo hanno esclamato al Giorno rivelato. Da questo Nome verrà una volta la Corona del Portatore del sacrificio!

286. Regna un’inesprimibile pace! La Notte è pacifica; pacifica riposa l’Opera nella Fonte della nuova Vita. Prima che suoni la campana della Mezzanotte, UR mette dietro al Suo quarto Giorno della Creazione non soltanto l’abituale ‘Riuscito!’ come dono di Grazia per i figli, bensì con un raggio fondamentale scrive a lettere risplendenti ‘IMANUEL’! Il cui Nome giace nel puro oro sullo specchio dell’acqua, e dal mezzo di questa scritta l’Onnisanto attinge la Sua Opera per il nuovo Giorno.

287. Ed è un suono-ur che la campana annuncia chiaramente, che già eleva liberamente il divenire nel ‘Giubilate’, sublime-sacro, a LUI:

 

IMANUEL, UR-IMANUEL.

 

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IL QUINTO GIORNO DELLA CREAZIONE

(Giorno della Pazienza)

 

Cap. 5

 

 [Gen. 1,20-23]: «Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo”. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra”. E fu sera e fu mattina: quinto giorno».

 

«Qui è la costanza dei santi

che osservano i comandamenti di Dio

e la fede in GESU’!»

[Ap. 14,12]

5/1 – Nella Notte del quarto Giorno, UR lavora all’Opera

1. Santi, infiniti, maestosi, sono i periodi delle Notti delle Ore piene di eternità, nelle quali non vi è altro che UR e la Sua santità, laddove, Opera dopo Opera Lo attira in alto, l’esistente e il divenuto, e formano l’essere, riempito da Lui stesso. Dov’è da intendere il senso del perché UR produce le Notti nel Suo Essere-Io e fa la differenza tra la maestosa Notte e il sacro Giorno? La Notte più sacra sarà quella in cui UR formerà il Portatore del sacrificio. Egli darà simbolicamente questa Notte ad un mondo, quando nascerà il Figliuol d’Uomo. Non era ‘alta Mezzanotte’, quando il raggio del cielo colpì la Terra? Colpì Maria, Giuseppe, i pastori, i tre saggi, …ed offrì la redenzione alla materia?

2. Essa non è ancora quella Notte da Spazio e Tempo, dell’eternità-ur! Ora la fonte sta ancora formando il suo benedetto quinto Giorno della Creazione. – Essa è, unicamente, quella Notte nell’Anno-Azione-ur che precede la ‘Nascita del Figlio’, ed essa – solennemente – la farà ombreggiare attraverso la prima caratteristica della camera del cuore di Dio. Infatti, la Pazienza è il fondamento del sacrificio, ma l‘Amore è il fondamento del Suo Portatore del sacrificio.

3. Nella prima Ora dopo Mezzanotte, l’Onnisanto tiene le Sue mani nell’acqua. Rumoreggiando, questa gronda sull’Opera attraverso quelle Mani creative, Opera che si cristallizza dal Pensiero e dalla Parola. Sull’acqua scintillano innumerevoli raggi di luce; s’incrociano e si uniscono, diventano forma ed essenza. Un raggio fortemente incrociato fluisce sul Cosmo, volteggia indietro, scivola nelle mani del Creatore, e UR lo preme al petto, là dove il battito del Suo cuore si riversa in un quadruplice fiume. – Quando nella seconda Ora Egli coglie dalla fonte un gioiello, Egli porta un'altra veste; è un altro Volto che si china giù, guarda in alto, abbraccia l’infinito e riflette Se stesso nelle sante acque.

4. Chi è che origlia alla Fonte, che ora passa attraverso il Suo interiore come se ci fosse una seconda Vita? UR può essere interiormente ed esteriormente differente? – No, Egli è e rimane Lo stesso nello Spazio senza spazio, nel Tempo senza tempo, donando alle Sue Opere miracolose, l’edificazione, la direzione, il corso e la meta, affinché siano santificate e compiute in se stesse. Ora però Egli rivela la terza parte del Suo Essere.

5. O UR, Portatore del sacrificio, santissimo, chi comprende ciò che avviene qui? Tutte le Tue Notti, non erano colme della più maestosa Santità, cosicché una superava quasi l’altra? Chi percepisce il risuonare dell’Onniautorità? UR, come stai ed ascolti dentro di Te? Come Tieni nelle Tue mani il divenire? Come irradia nel riflesso il Tuo maestoso volto e, …ah UR, non si può proprio afferrare ciò che Tu fai! Eternamente, nell’eternità santamente-sacra, splende già una Luce della redenzione. Il più sacro procede da Te per i Tuoi figli, ciò che Tu porti nel Tuo grembo-ur, nel potere e nella forza del Sacrificio dell’avvenimento in arrivo.

6. La campana suona la terza Ora dopo Mezzanotte, si riempie con tutto ciò che il quinto Giorno della Creazione deve dare all’Anno-Azione-ur per l’accresciuto perfezionamento. E la quarta Ora fiancheggia il segreto operare di UR prima ancora che la nuova Aurora rischiari il firmamento. In quest’Ora Egli lascia che si elevi il nome ‘IMANUEL’ dalla Sua fonte in ‘sette luci’. Lo scrive sul Suo ‘sacro Regno-Terra’, su cui Egli si trova, che non è la Terra degli uomini, …non ancora! – In ciascuna punta della Sua corona egli incide una lettera, e nel mentre, la Notte è trascorsa.

*

7. UR ha inciso quattro volte ‘Imanuel’, in tal modo è diventato per i figli, un Potere e una Forza, un’Autorità e un Vigore, per proteggere ancor più il nuovo Giorno. – Sorge il Mattino. Quattro volte echeggiano i rintocchi della campana al di sopra della fonte e su UR, …e comunque provengono dalla Sua stessa profondità, perché Egli circonda il Cosmo, Egli riempie tutto!

8. Magnificenza dell’eternità, luce dalla luce, nata da DIO! Finissime sinfonie di colori, luci e suoni, così sale il Giorno virgineo dall’Aurora, e si svela nell’incredibile bellezza e molteplicità! Dallo splendore che inonda il Cosmo sorgono dapprima l’Onnisantissimo e i contorni della ‘città dell’Iddio vivente’. UR cammina sul tappeto rosso attraverso la terza porta del Santuario, attraverso il grande padiglione nella Sua regale, imponente sovranità e Si reca nel quadrato delle quattro colonne dominanti. Prende in mano il libro della Creazione; la Sua Parola di Creatore al Mattino della Pazienza echeggia attraverso il sacro Spazio e si posa come il Suo ATMA su tutte le cose della vita che attendono di essere destate.

9. “Sia fatto! Tu, quinto Giorno dell’Anno-Azione-ur: destati alla Vita, divieni ciò che Io ho previsto per te fin da eoni, porta ciò che puoi dare ai figli, perfezionalo attraverso l’autorità della Pazienza! Ora sto al centro della terza camera del Mio cuore-ur. Come Dio, santo, voglio governare il Giorno e aiutare i Miei figli nella divina Pazienza paterna, finché avranno la loro maturità.

10. Solo nella prova dalla Pazienza potrano riconoscere il Giorno più decisivo e il suo Amore, portarlo in sé e formarsi alla vera vita. Poi comparirà la Misericordia, la Caratteristica incoronante ed incoronata, nella quale Io domino come ‘PADRE’. Senza la Pazienza non possono afferrare del tutto né l’Amore né il Padre, non possono arrivare all’unione con Me. Prevedendo per il Giorno in cui potrà diventare necessaria una via dell’umiltà di un Portatore del sacrificio, per un’Opera particolare, Io libero da Me delle potenze ancora legate, affinché i figli giungano alla loro prova di forza, dell’umiltà e della pazienza.

11. La separazione delle potenze vitali è pronta; una parte è conservata per i figli, affinché da loro provengano ulteriori figli. Ma tu, Giorno della Pazienza, devi lasciarli riposare ulteriormente, perché in Me devono imparare la benedizione dell’obbedienza. L’altra parte è prevista per la prova, contemporaneamente per l’intervento del Sacrificio, quando la via della libera volontà sarà sollevata all’avversità. Allora, grazie alle ‘Potenze legate’, redimerò anche la forza di un caduto come una creatura dipendente unicamente da Me. Tuttavia, ora devono avere una vita per la gioia e per l’utilità spirituale, per i Miei figli.

12. Come DIO, voglio benedire ciò che la Pazienza creerà per l’azione dal pensiero e dalla parola, perché Io sono un Dio fervente, compio tutte le Mie Opere!”

- UR posa il libro sul Suo focolare, ordina i rami verdi dei Suoi primi, li tiene nel fuoco del crogiolo d’argento e li immerge nella ciotola delle offerte da cui sgorga un forte fumo d’incenso. Poi accende le candele dei cinque candelabri; gli altri due si trovano al di sopra del libro della Creazione, tra di loro il calice della Creazione. UR lo riempie dal terzo fiume della fonte davanti al Santuario; questo scorre fuori nella lontananza dello Spazio e del suo Tempo.

13. Ritornato, UR continua a parlare all’Opera: “Sono passati quattro Giorni nei quali come Creatore e come Sacerdote ho agito con ciò che in Me era pre-pensato e l’ho anche pronunciato. Dalle Mie lotte-ur si sono mostrati uniti ‘il Mio Potere’ e la ‘Mia Forza’! Ora c’è ‘l’Azione’! La Serietà, come custode della Mia Santità, ha introdotto validamente la decisione nel senso di tutti i raggi della Vita fondamentale, ma sulla voce della Serietà nell’incarnazione di un Mio primogenito, Io, UR, come Creatore e come Sacerdote, elevo la possibile misura della libera volontà, poiché ora sul piano sto Io come Divinità, e la Mia parte di Dio deve portare il peso della libera volontà.

14. Dovrei lasciare oltraggiare la Santità dell’Opera, non appena quel figlio al quale ho riservato una piena forza di volontà, riconoscerà la meta del Potere e, da ciò, pretenderà la piena libertà della Legge senza un pareggio delle Mie condizioni? Non sarebbe meglio mettere il secondo-Fondamento nell’operare della Pazienza sotto la misura ponderata? Nessuno dei figli percepirebbe la restrizione. L’impulso del Creatore pensa all’azione, poiché il Mio Amore e la Mia Misericordia anche in questo avrebbero la piena formazione dell’azione!”

- UR vede la misura dalla Sua quadruplice Creazione, ma vede anche il più bel frutto della libertà che maturerà al limite della Grazia.

15. Allora il Sacerdote dice all’Opera: “Sarebbe piena Sapienza, se rimanesse la misura quadruplicata, che si completerà certamente, perché i figli non possono vivere in sé fino in fondo, più di quello che è assegnato ad ogni Giorno. La meta dei Giorni del creare starebbe per loro aperta senza ostacolo e, con questa, la loro beatitudine. – Allora non avrei bisogno di portare il Sacrificio della Creazione, e i Miei buoni figli nessun peso (il co-aiuto) non voluto. Quello che la Serietà Mi ha lasciato come giogo[31], è comunque da inserire nella misura stabilita, ed anche così i Miei figli possono godere della pura beatitudine”.

16. UR soppesa ancora una volta nella Serietà quello che il Suo Pensiero e la Sua Parola nella Volontà dominante hanno previsto per sé nell’Azione. Ambedue sono buoni: limitazione ed elevazione della misura; e UR vuol fare entrambe le cose per via dei figli. Perciò adesso sta come DIO presso il sacro focolare, posa le due mani sul libro dell’Opera, aperto, e dice: “Il Creatore ha dato ai pensieri creativi la vita consapevole; il Sacerdote ha immesso in loro, benedicendo, il Suo Spirito; Dio ha insufflato in loro l’anima vitale della vita ed ha costruito quel ponte che conduce alla vera figliolanza, all’unione con Me, il PADRE. Io, Dio, assumo perciò la decisione che la Serietà ha dato nella quarta Sera della Creazione.

17. Se verrà limitata la misura secondo le determinate Caratteristiche, nondimeno tutti i figli avranno la loro beatitudine! Solamente, …che loro stessi non la raccoglieranno! Ed Io, UR, non raccolgo i Miei figli così! Poi li riprenderò solamente, appena più capaci di com’erano nel principio dei Pensieri. Questo soppesa l’impiego del Mio Anno-Azione-ur? Ebbene, sarà una prova difficilissima, e non voglio prevedere (far previsioni), anche se per la prima volta, Mio figlio riconoscerà la via (originariamente Sadhana, in genere tutti i figli). Unicamente quello che magari farà da se stesso, lo farà dalla libera spinta della sua forza, come Io, UR, creo dalle Mie potenti polarità, permanenti e dominanti.

Io voglio che i Miei figli Mi somiglino in massa nell‘immagine!

18. In questo adeguamento il più alto possibile, voglio vedere Me stesso nella Mia potente perfezione, nel riflesso di tutte le Mie Opere!”

19. UR come Sacerdote dice: “L’adeguamento si potrà raggiungere, se fino all’ultima conseguenza creativa succederà ciò che pretendono le Parti di Dio e del Padre, dall’Opera-Azione. Allora nessun figlio dev’essere guidato secondo le Caratteristiche né portanti né determinanti, bensì secondo le leggi-mutabili, affinché così impari a percorrere la via della libera obbedienza. Pertanto, non è decisivo se e come il primo figlio viene provvisto con la libera volontà. Pesa di più, se Io come UR voglio prendere su di Me, dopo una caduta, un’immensa Umiltà e il Sacrificio, non volendo distruggere la Creazione, e volendo mantenere Me stesso legato alla Mia Parola!

Ma Io, DIO, sono il libero Garante dell‘imponente Pareggio-dell‘Atto!

20. La parte del Mio Cuore di Padre, in una tale battaglia della Creazione, deve porre la Misericordia sulla bilancia del Mio Ordine, e come PADRE voglio attendere finché sia possibile il Pareggio. Non l’ho perfino pensato nella Mia santità? – Perciò è da ponderare se la Meta soppesa oppure no il Mio Sacrificio dell’umiltà per tutti i figli!”

21. Da UR fluisce: “La meta del Ciclo-Azione soppesa il Sacrificio dell’umiltà. Le Mie essenzialità di Creatore-Sacerdote non lo possono prendere su di Sé; invece la Pazienza e l’Amore lo condurranno oltre, alla perfezione che lo irradierà! Allora la corona del Padre incoronerà quei figli che poseranno il loro co-sacrificio sull’altare e saranno i più veri pacificatori della Santità, finché il Sacrificio-ur rivelerà nella magnificenza il Mio santo Essere-Tutto!

22. Lo sviluppo della Mia sovranità, dopo il Sacrificio d’espiazione, deve conservare la parte della Mia essenzialità di Padre, e questa, poi, lo riversi nel sacerdozio e nella creatività. Mi si vedrà come UR nella continuazione dell’attività, come il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. In UR ognuno contemplerà la sua propria perfezione di volontà nel modo il più sublime possibile. Allora tutti i figli Mi riconosceranno per Colui che sono:

il PADRE-UR!

23. Voglio ottenere che i Miei figli nati liberi Mi riconoscano come ‘UR’, Mi contemplino, Mi comprendano come Colui che sono sempre stato e che sarò eternamente, Mi portino vivo nei loro cuori, senza cadere nella possibilità di essere dissolti. La ‘Mia immagine’ deve essere scavata nel loro interiore! Ora a loro Mi rivelo ‘una parte per volta’ poiché non sono ancora stati messi alla prova, sono ancora senza quella forza di volontà che è la sola a renderli capaci di frequentare con Me come figli-ur. E tuttavia è questa la Mia meta più sublime! Per questo motivo è da accogliere il Sacrificio dell’espiazione e da incoronare con il ‘È compiuto!’. La camera del cuore del Padre saprà adeguare tutti i sacrifici dei figli fedeli al Mio Sacrificio, affinché anche loro ricevano ‘l’eterna corona’, che spetterà alla Mia Misericordia.

24. Questo, per il Portatore del sacrificio e di tutti i co-portatori del sacrificio, sarà anche una protezione e uno scudo della Pazienza e dell’Amore. Così come accoglierò il Mio sangue, così pure accoglierò il sangue dei figli sacrificanti. Poi verrà il Giorno in cui Io regnerò come UR-Padre con il bastone bianco, riconosciuto ed amato come mai prima! Infatti, tutto l’amore portatoMi fin lì, sarà un amore-parziale, perché anch’Io ora Mi rivelo in parte, mentre in seguito, Io e i Miei figli terremo un raccolto lieto, riccamente benedetto! Io li raccoglierò interamente, e loro la Mia ricchezza. Quanto pienamente scorrerà dal Mio Essere-ur in Potere, Forza, Autorità e Vigore, e potranno portare ciò che è stato dato loro.

25. Per ottenere questo, difficilmente sarà possibile senza la via del sacrificio. Perciò come Padre la do alla parte del cuore di Dio, per compensare il sacrificio con l’equiparazione dei figli al Mio Io, nella Pazienza e nell’Amore”.

- UR guarda in alto e misura la via, dall’Ora dell’immolazione (Golgota) fino al tempo in cui Egli come Padre-UR starà di fronte ai Suoi figli-ur. Chi può misurare questa visione spaziale, quell’espressione del Suo sacro volto? Oh, che cosa vi vive nell’inaudita consacrazione e in…, sì, in una tristezza che a Lui conferisce quello strano soave splendore? Oscuro, maestoso e sacro, così sale la propria questine-ur, inafferrabile per un figlio, meno ancora da portare. – Non riposa quello sguardo, con una sconvolgente forza, sull’anima di Sua figlia?

26. Santo-eterno, quanto dovrebbe divampare il cuore, se seguisse quello sguardo che all’inizio del quinto Giorno della Creazione ha compenetrato con forza il TUTTO? Invece la figura è controllata, poiché l’eterno volto brilla, …ancora velato dalla lontananza di Dio. Può un cuore descrivere ciò che esso teme, tremando, e tuttavia si sente beato? In questo silenzio, che UR dà a Se stesso, Egli assume anche il sacro segreto. Ah, potesse ogni cuore seguire quegli occhi che vedono l’amarezza della via, prima che maturi la decisione.

27. UR agisce! La mano destra sfiora il sigillo del Suo libro e la sinistra lo apre. Egli apre quella pagina dove sta scritto il Suo testamento. Con gesto delicato posa solennemente il ramo verdeggiante di Sadhana sulla scritta del Testamento. Oh, guarda, una parte del ramo si secca! Egli osserva a lungo il povero ramo. – O UR, UR, come puoi guardare così, che fa male a un figlio?

28. Nondimeno, si vede pure che Egli immerge il ramo nel Suo Calice; ecco: l’acqua diventa rossa come sangue! E ora, …ora UR beve l’acqua rossa e posa il ramo nella Sua ciotola delle offerte. – Giubilo! Oh, Giubilo di luce, …diventerà di nuovo verde! Rifiorirà più grande e più bello, così da raggiungere quasi la lunghezza del sacro focolare. Allora gli occhi fondamentalmente buoni di UR hanno un chiaro bagliore. Egli tiene il calice vuoto nel fuoco, e presto, questo si riempie con acqua pura, limpida, dalla fonte. Egli sfiora ancora una volta il ramo di Sadhana, affinché lo stesso rimanga conforme al Giorno. – La potente ouverture[32] del quinto Giorno della Creazione è terminata.

29. Quello che era divenuto finora, assume forma e vita; anche la quinta, sesta e settima Sfera dell’anello ricevono i loro soli e le stelle. Nel riempire il settimo anello, UR alza la mano destra contro il Suo Sole e un’ombra cade su una parte della Sfera come una figura creata. Lo spazio così ombreggiato rimane temporaneamente vuoto. UR sa quando là (sulla nostra Terra), in un tempo futuro, luce e raggio dovrà essere incarnato. Di sicuro, è che delle forze segrete operano già benedicendo.

[indice]

*

5/2 – Alaniel e Madenia eletti a principi della Pazienza

30. Con la fine della prima Ora del Mattino, Sadhana e gli angeli, ricchi di conoscenza, stanno già davanti al sacro focolare. Essi sono in grado di abbracciare con lo sguardo lo spazio, …fin dove è formato oltre il Santuario, soprattutto i loro Soli-centrali-primordiali. Ma perché diventa tutto nuovamente nuovo con ogni Giorno? Oppure rimane costante in UR, senza dissoluzione? Lui vede la domanda dei suoi figli, i quali non sanno che cosa succede nelle sante Notti. Egli parla loro benevolmente:

31. “Mia amabile Sadhana, Miei principi, voi portatori delle fiaccole della Mia luce! La Mia essenzialità fluisce sempre di più in voi, e dalla conoscenza cresce la forza per l’azione creativa. Tuttavia, certe cose non vi sono ancora chiare. Certamente nell’ultima Sera avete ben riconosciuto la costruzione dello Spazio durante i Giorni. Le sfere ad anello e le sfere a raggi ora inserite in esse, indicano chiaramente quanto diverso sia ogni Giorno dall’altro, a parte il fatto che le Opere fondamentali compaiono di nuovo per prime e in precisa successione. Questo però non è sufficiente per accogliere il nuovo Giorno con i suoi beni con ciò che porta e con ciò che esige!

32. Il collegamento tra Me, la Fonte eternamente primordiale, e voi, le acque che fluiscono da Me, viene trattenuto dallo spirito-parziale datovi, che in particolare sorge dalla camera del Mio Cuore sacerdotale. In una insurrezione più che personale, dei figli possono staccare il collegamento, ma sempre quello che parte da loro a Me, mai quello che da Me giunge al figlio. Lo spirito-parziale è l’Essenza-Spirito-ur e come tale – anche nel figlio – non influenzabile!

33. Se dunque possedete questo spirito, allora, non dovrebbe essere sufficiente che Io vi chiami una volta alla vita, visto che lo Spirito, il Mio Io-Sono, è eterno dall’origine, non cessa di creare, è instancabile, e questo persino nelle Mie alte Notti colme di insospettata forza di lavoro? – E’ appunto questo che voi non comprendete! Ebbene, ancora non avete alle vostre spalle i primi sette Giorni dell’Anno-Azione, e quindi vi mancano le conoscenze della Pazienza, dell’Amore e della Misericordia. Dunque, ascoltate che cosa ho da dirvi:

34. Che Io stesso non conosco accrescimenti perché in Me non è mai esistito un inizio embrionale, voi lo avete riconosciuto bene, in memoria dell’esempio degli anelli e dei puntini che crescevano in essi. E ciononostante: dovete maturare, diventare più grandi nella forza dell’azione e veramente creativi; dovete diventare perfetti, nonostante avete ricevuto dal Mio Spirito. Questo è un enigma per voi. A questo dovrebbe precedere – almeno secondo il senso – che prima di questo, foste imperfetti".

35. Sadhana si chiede se questo dipende forse dall’anima, che la parte del Mioo cuore, di Dio, vi ha dato. Allora Io richedo: ‘La Mia parte di Dio, è forse più piccola di quella della Mia parte del Sacerdote, del Creatore o del Padre?’. Io infatti, vi ho dato del Mio Spirito sacerdotale; in più, un’anima essenziale sulla quale ha soffiato Dio. Quindi è impossibile che in valore possa divenire qualcosa di meno, per voi visibilmente accresciuto, che dall’anima potesse essere derivata un’imperfezione. Soltanto, Miei cari figli, anche su questo non avete ancora preso confidenza con la luce del Mio Sole, benché ora nel quinto Giorno porti nuove magnificenze.

36. Quello che Io creo come Creatore, fin dal primo momento è perfetto, dato che era! Sì, ora i vostri puri cuori non sanno darsi nessuna ragione. Ma…, figli Miei, ci sono Io e vi do volentieri dalla Mia Sapienza, affinché in questo si faccia luce in voi. Fondamentalmente rimane sussistente questo: Io come Creatore ho creato le Mie creature perfette, ho dato loro come Sacerdote uno spirito perfetto, come Dio ho creato da ogni creatura benedetta spiritualmente, una perfetta, vivente anima di luce! Come Mi vedete ora davanti a voi e non come Forma di comparizione, così la Mia Figura rimane come la più sublimemente perfetta, nella quale Mi rivelo eternamente come UR!

37. Il nostro Zuriel pensa fra sé e sé: ‘Se le creature, come spiriti e anime, sono perfette secondo la misura perfetta assegnata come UR è perfetto nella Sua misura, perché allora dei Giorni che la aumentano? In che cosa vi sta il senso e lo scopo, se non nel cambiamento? A parte di una probabile infrazione della libertà, tutto dovrebbe comunque rimanere perfetto. In genere, un’avversità può elevare il secondo-Fondamento a Legge predominante?’ – Le domande del portatore della Mia Sapienza sono giustificate, poiché la perfezione che fluisce da Me non coincide con una caduta della Creazione. E ciononostante, può succedere! Soltanto, questo non dipende dalla perfetta creazione di un’Opera, bensì dalla meta che proprio nella perfezione si deve motivare nell’Opera stessa.

38. Con questa parola si può fare qualcosa: voi percepite il collegamento tra la costruzione e la meta. Nel Giorno precedente, nella casa della Serietà, ho detto quella parola molto significativa: ‘Avanti alla perfezione di Figlio!’. Per quanto possibile, nel quarto Giorno avete potuto comprenderne il senso. Una nuova Opera pretende ora delle conoscenze ampliate, ma nella conoscenza si mostrerà apparentemente una lacuna. Voi domandate: ‘Se nottetempo avete avuto una retro-formazione, perché ora vi manca la chiarezza su questa domanda?

39. No! Voi primi non perdete nessuna conoscenza già conquistata. Ma vedete, se una volta diventerete co-portatori del sacrificio, allora talvolta sorgeranno dei dubbi se la via conduce avanti oppure indietro. Questo dipenderà dal fatto che poi le singole parti dell’essere non potranno o non vorranno mantenere lo stesso passo. Lontano da Me qualche figlio cercherà di rendere indegna la ‘creatura’ nel falso diritto di possesso.

40. Tuttavia, se riconoscerà uno ‘spirito’ in sé, allora presumerà – certamente nel bene – che deve crescere. Un tale pensiero sorge dalla discordia della sua anima, di cui una parte appartiene alla Legge del predominio falsamente elevata. Se ammetterà anche questa verità, allora in generale darà il predominio allo spirito che secondo il suo punto di vista significherebbe anche un ‘crescere’.

41. Nondimeno, questo significherebbe poi poco, se crederà nella crescita dello spirito oppure nel suo costante perfezionamento, perché ambedue sono utili. Se lo spirito raggiunge la preponderanza, allora la verità comincerà già ad albeggiare. Sì, nessuno spirito-parziale ha bisogno di crescere, nemmeno in un tempo futuro quella parte dell’anima di luce che ogni figlio porterebbe dalla Patria del Cielo alla via del pellegrinaggio. Entrambi sono perfetti, ma entrambi devono imparare ad estendersi, per esercitare sempre, il dominio della luce e il potere dello spirito.

42. Sarebbe diverso con la seconda parte dell’anima formata da una caduta; ma questo sarà svelato più tardi. Ora osserviamo ‘il figlio’ che proviene dalla Mia parte del Padre. Qui non giace unicamente l’Origine di ogni creare, no, qui si svela il mistero del ‘divenuto’ e del ‘divenendo’! Tutto è divenuto, ma tutto il divenuto deve ancora divenire!

43. Questa è una meta, la perfezione a cui si deve aspirare nell’adeguamento al Mio IO-ur. I ‘figli’ devono diventare! Certo, voi lo siete già dalla quarta camera del Cuore-ur, e così non supponete che dapprima, di conseguenza il ‘figlio’, sia imperfetto. Il figlio in quanto tale non ha bisogno di crescere, poiché anche la Mia parte di Padre produce solamente delle perfezioni. Il ‘figlio’ non deve nemmeno lottare per il predominio, come lo spirito e l’anima di Luce, non è perfino nessuna sostanza, come creatura, spirito e anima costituenti la vostra forma, forza e capacità.

44. Come già detto, l’Opera-Figlio è la mia creazione più bella. Ogni figlio ha la forma di una vita interiore ed esteriore, quest’ultima presa dal Mio principio di Creatore, la prima dal principio del Sacerdote e di Dio. Secondo entrambi gli aspetti siete perfetti a regola d’arte. Solamente, che questo non è ancora diventato nessun possesso; voi esistete solo perché Io vi ho creati. Voi siete ‘divenuti’! La Meta è: diventare la perfezione come proprietà conquistata personalmente, avere una certa indipendenza dal Potere puramente creativo, osservandone l’immagine finale, anche una sovranità! – In tutto questo si mostra proprio la via per diventare un ‘figlio’!

45. Questo però non lo ricevete come spirito-parziale e come anima. La forza dello spirito e la facoltà dell’anima sono dei beni sacri, con cui Io provvedo ogni creatura, e tramite cui un ‘figlio’ deve diventare auto-attivo ed autonomo. Il nostro settimo principe della Luce chiede con ragione che cosa ha a che fare l’essere-figlio, in collegamento con tutto il resto.

46. Ebbene, continuate ad ascoltare: il desiderio di essere nuovamente, completamente uno con Me, ha la sua ragione nel fatto che Io stesso, come Padre, sono originariamente il Desiderio, poiché tutte le forze dei Pensieri sono il Mio inalienabile Bene. Questo ‘riprendere-in-Me’ non porta alla conseguenza che nella meta raggiunta, i figli diventino di nuovo ciò che erano prima delle Mie sante lotte uguagliatrici. Se ciò avvenisse, allora ogni Creazione e ogni desiderio sarebbero solo un inganno. Il ‘di-nuovo-uno-con-Me’ fa di voi un personale ‘sé originario’. Il vostro essere-figli è il desiderio; un sé originario ne è la meta! Io ho fondato l’Onniautorità dell’alta Meta su questo quinto Giorno del creare, e ora nessuno ha più bisogno di domandare il perché la Mia caratteristica ‘PAZIENZA’ è diventata la prima dominante di questa parte del Cuore di Dio.

47. Come Creatore sono il Punto di fatto nella Polarità del Potere stabile; come Sacerdote e Dio sono la forza e la capacità nella Polarità del Potere regnante. Tutto ciò che né è ‘divenuto’ riceve il suo ‘divenire’ nel principio del Padre, e con ciò, ogni adempimento. E così anche voi possedete delle sostanze essenziali e compatte secondo la vostra forma divenuta. Sì: Sacerdote e spirito, Dio e anima, Padre e figlio non sorgono solamente dallo stesso Principio, bensì guidano anche verso la stessa Meta. – Come Creatore riservo a ME, in questi, il Principio e la Meta; tutto rimane dipendente da Me, in questi, sono e rimango Io stesso, UR! Nessun figlio potrà mai penetrare nel Mio Sé-ur; quindi un figlio-ur non allungherebbe neanche la sua mano.

48. Adesso – guardando indietro – scoprirete l’avanti e comprenderete il perché dovete diventare perfetti. Essere figlio significa: ‘essere colmo di desiderio’; significa: come creatura, essere assolutamente dipendente dal Creatore, ma anche guidata, protetta da Lui! Così lo spirito-parziale si estende nella sua Forza, e l’anima arriva all’autonomia grazie alla capacità, finché, riunito tutto ciò, si sviluppa il figlio-ur. Giunto a questo stadio, Io Mi rivelo poi come ‘UR senza divisione’! Questo diventa una beatitudine, che non potrà nemmeno essere esaurita da voi primi, persino quando ricadrà, in un certo senso, in parti uguali su di Me e sui Miei figli.

49. A questo scopo, dalla camera del Mio Cuore, di Dio, salì in primo piano la Pazienza. Diversamente la perfezione sarebbe stata creata direttamente più o meno come puro Atto originariamente creativo. Tuttavia, sono proprio Io l‘UR indiviso! Un ‘lasciar divenire’, qui non sarebbe possibile. Ma di questo volo-ur, nessun figlio ne è all’altezza.

50. Pertanto, solo adesso ho imposto la meta sotto il predominio della Pazienza nella prima Settimana dell’Anno-Azione, ho inibito il Mio volo-ur per via dei figli ed ho allestito le quadruplici redini già menzionate: Bontà, Grazia, Longanimità e Mitezza. Infatti, proprio queste sono singoli tratti della Mia Pazienza-divina. Questa solleverà il suo Tempo analogamente come un ‘FIGLIO’ dal Grembo dell’Amore, e questo sarà poi il Portatore del sacrificio quando sarà necessario. Altro su questo, più tardi”.

51. Nuovamente regna un consacrato silenzio. - UR officia. - Egli sposta in avanti il quinto candelabro, posa i rami della Sapienza e della Pazienza sulla pagina del giorno del Suo libro, insedia Sadhana e i primi quattro angeli per il Giorno, e tutti per la collaborazione. Il tappeto rosso adorna il focolare che si srotola lontano nello Spazio e nel Tempo. Su questo, il quinto angelo sta in ginocchio quando viene convocato per l’elezione.

52. UR dice: “Mio principe, ti insedio come quinta fiaccola; risplendi come eterno simbolo della Mia Pazienza che tutto abbraccia! Nella sua Autorità viene inclusa in modo imperituro la prima Caratteristica della parte del cuore di Dio nella grande Opera del Mio Potere e Forza. Sì, nell’irremovibile Ordine, nell’irrevocabile Volontà, nell’incontestabile Sapienza, nell’intoccabile Serità, così sta la Mia Opera! Ora la prima Caratteristica portante ha assunto fondamentalmente il palesamento visibile. Dal divenuto, diventerà un eterno-vivente ‘divenire’!

53. Nel primo Mattino del Giorno ho preparato la Pazienza per il motivo particolare della libera volontà. Tu, quinto principe, avrai da esaminare costantemente il motivo proprio dalla Pazienza, se può sopportare il peso che le fondamenta della libertà potrebbero generare nel caso di un predominio. Uguale alla Serietà come guardiano particolare della Mia santità, tu sei ora insediato per il menzionato motivo, poiché in conformità al Giorno, non è da prevedere fin dove la Pazienza si lascia esaurire.

54. Di fatto, il vero Giorno in cui si misureranno le Potenze, e in queste tutti i raggi della Vita fondamentale giungeranno al loro impiego, deve ancora arrivare. Allora dovranno testimoniare la loro prova in Me, il Proprietario, ma sul loro campo in una grande prova della libertà della Creazione dei Miei figli, i portatori di questa proprietà. Proprio allora la Pazienza dovrà stare lì pressante, non perché sia più grande delle altre (Caratteristiche), bensì perché Io – UR – nel suo Giorno, prenda nelle Mie mani divine la decisione della Serietà, per Me e per tutti i figli, e perché da questa caratteristica sarebbe da generare il Figlio del sacrificio, il quale nascerebbe però dalla Mia successiva caratteristica, l’Amore di Dio!

55. Elevati portatori della Pazienza, imponente cherubino, soave serafino, riportate ciò che avete ricevuto ed assunto vivamente in voi a tutti i principi. Siate un tempio della verità delle Mie parole!”

- UR sposta la quinta campana d’argento e lì vi si trova un calice come quello sul focolare da cui UR ha bevuto l’acqua rossa. C’è bisogno di un secondo calice? Ogni sacro strumento, non esiste una sola volta? Oppure il primo calice sarebbe quello previsto, il non assolutamente necessario, mentre nel secondo si rivelerebbe una necessità inevitabile?

56. Le domande segrete dei primi trovano presto la risposta. – UR versa dell’acqua chiara dal calice del focolare nel calice rivelato, tenendoli entrambi sul fuoco (proveniente) da un crogiolo d’argento, e nella santa Mano ha (compare) un recipiente. I figli di Dio percepiscono profondissamente il mistero, che UR rivela con il Suo atto. Egli conferma anche il loro presagio indicando il (nuovo) calice, che posiziona tra il fuoco e il quinto candelabro:

57. “Dal Tempo senza tempo, quando i Pensieri combattuti a figli erano ancora radicati fin dall’origine, non divisi da Me, l’onniautorità dell’attuale divenire – ora a voi riconoscibile – brillò. Infatti, perennemente, perennemente creai Opera su Opera in e da Me, benché prima del Ciclo-Azione-ur nessuna delle stesse era formata accanto a Me. Nonostante ciò, alineai lentamente fuori da Me già allora una seconda forma operativa. Quando dopo la definitiva riflessione su ciò, s’infiammarono i combattimenti-ur, non Mi chiusi a ciò che avrebbe potuto portare con sé una quasi completa Opera autonoma posta accanto a Me, se le avessi concesso una presunta indipendenza di volontà nel corso delle condizioni.

58. Questo non si lascia comprendere da un figlio senza qulcos’altro. Ma abbiate pazienza fino a quando nell’alta meta del giorno potrete ricevere uno sguardo nel mistero. – Ora ti chiamo davanti al Mio sacro focolare, principe della Pazienza. Stendi le tue mani sul fuoco che arde perennemente, affinché si manifesti il tuo nome, imponente angelo di luce, come sta scritto nel Mio testamento come co-sigillo.

59. Tu, cherubino, sei Alaniel; tu, serafino, sei Madenia. Dal Mio Essere divino voi portate come positivo e negativo, nell’unità datavi, la consapevolezza interiore ed esteriore della Mia Autorità divina. Nell’elemento ‘Terra’ si conferma la vostra funzione. Accogliete il segno della vocazione, dell’elezione, della consacrazione e della dignità; esso è contemporaneamente il simbolo del quinto Giorno del Mio Anno-Azione-ur!”

- Un raggio di luce accarezza il calice d’intorno, il cui luccichio abbaglia quasi i primi. Tutti i santi strumenti si riflettono nel suo argenteo splendore, ma ancora di più – anche se in segreto – nei meravigliosi occhi di UR. I menzionati sollevano il CALICE sul fuoco del focolare, e UR continua a parlare:

60. “Il calice, simbolo della Pazienza, anche di un’azione di sacrificio! Chi si chinerà su questo, chi lo conoscerà e riconoscerà, anzi, chi vuole parteciparvi, raccoglierà dall’acqua amara un’eterna dolcezza e gioia. Costui allora starà sulle basi della Pazienza nel sacro ancoraggio. In verità: il Giorno in cui si berrà al calice, porterà ciò che vuole: avversità, caos e conseguenze di morte, …tutto sarà inutile, pur se non colpirà seriamente i Miei fedeli! Sì, una cosa si mostra già: la misura della Grazia, piena, del Mio calice, è così grande come quella di tutti i co-portatori del sacrificio messi insieme! Dacci da bere, principe della Pazienza!

61. Però, su colui che per il sacrilegio della volontà farà del Mio ‘terreno consacrato’, una povera terra di mondo, riverserà il calice come la coppa dell’Ira della Giustizia e della Santità, affinché si ricordi dell’ora in cui la Mia Pazienza esigerà il Sacrificio, per i figli! Non risparmiare nessuno che scambia ciò che è sacro contro ciò che non è sacro! Privalo del suolo della Pazienza finché desidererà uscire di nuovo dal suo abisso per giungere sul FONDAMENTO! Allora, ancora una volta si darà all’infedele il calice amaro. Se lo accetterà, allora con pazienza voglio ricordare la promessa di salvezza e riportarlo a Casa nel ‘Regno della Mia sacra Terra’ (Regno della Luce). Questo sia poi il Regno della pace, il rivelato pegno riscattato del Mio testamento!

62. Bada però, sempre, ai fedeli, cosicché nessun abisso li consumi. I Miei grandi possono bere per i piccoli, come il Portatore del sacrificio berrà per tutti! Egli riporterà il ‘figlio’ (Sadhana); i co-portatori del sacrificio, ciò che un caduto perde (forza santificata). Gli stessi caduti devono portare la parte creativa come tributo di diritto per la conseguenza del Sacrificio. Nel sacro operare, le quadruplici redini guidano così lo smarrito, per cui è possibile una successiva acquisizione della Grazia fondamentale.

63. Alaniel-Madenia, siate i primi custodi presso la terza porta del Santuario, attraverso la quale ‘Dio’ passa nell’ampiezza, ed attraverso la quale Egli ritornerà come ‘Portatore del sacrificio’, per salvare il Bene del Regno, il Diamante più splendente: il Padre-UR e i figli-ur! I portatori delle Leggi immutabili e mutabili usino le porte del ‘Creatore’ e del ‘Sacerdote’, la porta di ‘Dio’ quelli del sacrificio. Allora esaminate se è stato giustificato il peso di coloro che han dovuto vivere al di fuori della luce; esaminate il loro ritorno, se un peso disdegnato è da misurare con la misura di base della Pazienza.

64. Non lascerete entrare nel Mio Onnisantissimo degli accusatori ingiustificati. Loro devono rimanere fuori, finché il tempo della Pazienza riveli attraverso l’Amore, la Misericordia incoronata ed incoronante. Fate lo stesso con tutti gli inadempienti che vorranno fare a pezzi la base della Pazienza, affinché la loro parte di colpa venga ritenuta scialba (futile). Proteggere la Pazienza è prerequisito per qualunque sacrificio che si rendesse necessario.

65. Portatore della Pazienza, ricevi la Mia alta benedizione, da ‘Dio’. Con questa sono da vivificare tutti i corpi celesti con le forze motrici di ogni genere per la vostra gioia. Adempi la tua funzione, Mio quinto principe-angelo!”

- In ginocchio, i consacrati ricevono la loro benedizione. Allora tutti i primi si alzano. Dal ringraziamento degli angeli sale già un raggio della Caratteristica affidata loro. Il ringraziare non è migliore di com’è stato finora, e ciononostante, l’accrescimento si trova aperto davanti ai figli.

66. Allora oltrepassano per la prima volta il confine e si schierano fittamente intorno al maestoso trono dell’Altissimo, dalla Cui onniautorità li colpisce una scintilla, …e loro s’inchinano. Non vedono come il fuoco del focolare, la luce delle candele, delle fiaccole e dei soli si uniscono in una sinfonia infuocata. Unicamente UR lo vede. E questo è bene! Loro non si accorgono nemmeno come UR si prende un raggio dai loro cuori; e questo è nuovamente buono. Solamente UR vede che il desiderio santificato in loro, raggiunge da se stesso il primo libero gradino. Nel solenne silenzio Egli stende le Sue mani, …non visto. La benedizione silenziosa riposa riccamente sui capi chini e sui cuori elevati. Interiormente vengono elevati in alto, finché anche esteriormente stanno sul primo gradino del Trono e non sanno come sia successo.

67. Quando vedono da vicino il soave scuro splendore dei Suoi occhi, vengono scossi in modo indicibile. ‘Adorare! Adorare!’, esclama il loro spirito. Il Giorno in cui possono venire più vicini ad UR: ‘Contemplare DIO da Volto a volto’, è dato! La Grazia li tiene stretti. – Allora si arrestano presso di Lui; e il ‘Dio della Pazienza’ li aiuta a sopportare il Suo maestoso volto. Ora lo consolidano anche in sé nella vera adorazione e nel vero ringraziamento.

68. UR dice: “Miei primi, era ben previsto che voi stessi faceste questo passo per venire vicini a Me, ma non era deciso il Tempo. Io vi dico: ‘Voi avete vinto il Tempo!’. Ogni previsione, nonostante la libertà, è qualcosa legata a Me, ma Io la raggruppo nella previsione pensata, sempre giusta verso l’Opera, e in quella libera lasciata ai figli. Il vostro operare sorse da quest’ultima previsione. Per il Mio Giubilo-ur, questo era il vostro primo passo liberamente consapevole, una proprietà conquistata autonomamente dei figli-ur nel divenire.

69. Voi avete partorito quest’azione dai vostri cuori, perciò il cuore rimane la sede dello spirito e dell’anima, nel quale Io sono il Proprietario. – I cuori dei figli rimangono la Mia proprietà inalienabile!

70. Voi siete già in buona parte figli Miei da voi stessi, quindi ciò che è formato dall’Opera della quadruplice Creazione si compirà in quell’alto senso che oramai voglio rivelare.

71. Voi percepite il respiro, il sacro ATMA conservato nel Tempo senza tempo. Se nell’Opera del Giorno della Pazienza, iniziato oltremodo benedetto, non lo percepite più che come presagio, il sentimento dell’unione con Me che va oltre a questo è comunque diventato in voi così forte, che preferireste rimanere eternamente nello stato attuale. Ebbene, il Giorno esige di più e porta anche di più. Ma una cosa rimane: il collegamento interiore che persino voi primi non potete strappare! Un disturbo passeggero, anche cattivo, sul decorso dell’Anno-Azione-ur non ha oramai nessun’altra influenza che quella di un Tempo di Grazia concesso nella Pazienza, il quale può essere ben utilizzato, forse persino esaurito, ma non succede null’altro!

72. Voi non sapete ancora niente di una parte in ombra, tuttavia il presentimento in voi conferma comunque la domanda di come mai anche delle ombre possano essere attizzate dalla luce di eoni. Se guardate nel Mio Santuario e nel suo raggio riflesso i Giorni divenuti luce fino all’ultimo limite, allora la vostra domanda è certamente giustificata, soprattutto perché proprio l’opposto della luce, effettivamente, non potrebbe essere nessuna sostanza-ur”. UR tace.

- I primi devono esaminarsi.

73. Alaniel risponde dopo un po’: “O UR, santo-eterno, nostro buon Dio, sacra è la Tua ‘luce nella luce’ che sorge dal Tuo cuore. Tu hai pronunciato la nostra segreta domanda, e in tal modo abbiamo notato che una parte di ombra può formarsi solo come disturbo provocato tramite una forza della Legge della libera volontà. Nondimeno: fuori da Te non c‘è niente, onnieterno Dio! Persino la Tua Opera accanto a Te è una parte della Tua santa Essenza interiore. Da dove prenderebbe la ragione un contrario? Insegnaci a riconoscerlo nella Tua Benignità – se una volta una parte d’ombra dovesse assumere forma - in modo che noi possiamo portarvi la Tua luce, affinché ne diventi di nuovo del Bene, come deve sicuramente diventare”.

74. “Questo è un buon discorso”. Gli occhi di UR si posano gentilmente sull’oratore. “Ebbene, già una volta ho accennato che certe cose erano da considerare diversamente da come ne ha sovente l’apparenza. Vedete, voi non sapete risolvere questa questione, ma sappiate una cosa: che Io posso dare la giusta risposta, se voi guardate unicamente a Me! Questa è una delle più belle conoscenze che non si potranno mai conquistare. In essa c’è anche il grande motivo di questa domanda co-decisiva di questo Giorno, e presto si rivelerà qualcosa di nascosto.

75. Il Tempo attende ciò che voi dovete dare. Perciò venite, figli Miei, seguite il vostro Dio, il Quale è e rimane soprattutto il Padre di tutti voi”.

- Alaniel prende dalla decorazione del focolare un ramo di fiori (rose) bianchi; in ginocchio lo consegna come ringraziamento per la lode ricevuta, di cui crede non averla meritata.

- UR tiene il ramo nella mano destra e più tardi lo poserà sull’altare della casa di Alaniel.

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5/3 – Davanti al muro-recinto del Santuario

 

76. Sul tappeto rosso che come strada magnifica conduce attraverso i boschetti più belli, camminano verso il muro che già conoscono. Arrivati là, non si mostra soltanto il loro ‘Ephata’, bensì dodici porte a due ante. Sadhana chiede del loro scopo. UR ferma il passo e domanda di rimando quale fosse la porta della Pazienza, e se lei sarebbe passata volentieri attraverso la stessa. Tutti osservano il gigantesco quadrato del muro.

77. Uraniel risponde: “Onnibuon Dio, è certamente una domanda di prova, e così non so se ne basta la mia comprensione. Vedi, là fuori orbitano i nostri soli, di conseguenza non dovrebbero condurvi le prime sette porte? E sarebbe magari, per questo, la quinta porta, quella della Pazienza?”

- UR sorride dolcemente e, mentre si fa avanti il settimo angelo, dice:

78. “Uraniel ha ragione se pensa soltanto ai nostri Soli; ma dove condurrebbero allora le altre porte? Esse in genere avranno a che fare con i nostri soli? La prima porta presso la quale ci troviamo è la porta di UR, del Santo-eterno, dell’Unico-eterno e veritiero, per passare attraverso la quale soltanto Lui è autorizzato, e nessun figlio dovrebbe mai oltrepassare la sua soglia senza guida o incarico. Se all’Ephata calcoliamo ancora sette porte per i soli, ne rimangono inoltre ancora quattro. Domando: che significa?”. UR guarda incoraggiando i Suoi figli. 

79. Allora Sadhana appoggia dolcemente la sua mano nella destra del Padre e dice: “Le quattro porte stanno forse in collegamento con le porte del tuo Santuario, oppure sono piuttosto un simbolo della grande quadruplice Creazione, di cui Tu, o UR, ci hai già riferito così tanto di meraviglioso? Se è così, allora anche Uraniel e il nostro settimo principe (Gabriel) avrebbero perfettamente ragione”. Sadhana guarda nel volto ardente d’amore di ‘Dio’. Sì, vi risplende la conferma. Ciononostante, UR attende ulteriori libere conoscenze.

80. Allora Zuriel (la Sapienza), indicando UR e la prima porta di luce ancora chiusa, dice: “La maestosa Divinità si è creata maestose Opere! UR ha portato tutto il divenuto attraverso questa magnifica porta della luce, fuori in ogni Spazio, in ogni Tempo, da riempire delle eternità! Noi non conosciamo nelle Notti della Creazione, nemmeno il primo o gli ultimi momenti del Giorno in cui UR opera secondo la Sua essenzialità. Egli avendo rivelato la Sua eterna perfetta Figura, può pertanto mostrarsi contemporaneamente in quattro Forme personali e, per questo, passare attraverso quattro porte? Ma se Egli lo facesse, avverrebbe in modo invisibile e in un lavoro segreto per via di una meta.

81. Invece nel senso della Sua essenzialità interiore, aperta per noi nelle quattro camere del Cuore e nelle sette Caratteristiche, Egli passa contemporaneamente attraverso così tante porte della luce e della vita, di quanti Pensieri prendono da Lui le loro vie dalla Grazia. Tuttavia, per il compimento delle Sue alte Opere, è sempre necessaria una sola porta, che l’Unico-eterno usa! – Tu, Padre, Onnisanto, volevi dirci la destinazione delle quattro porte, poiché unicamente TU conosci il loro segreto”.

- I primi tacciono.

- UR indica i quattro muri con le rispettive tre porte per ogni lunghezza, e risponde:

82. “Figli Miei, quello che avete detto è un nocciolo dalla verità, da cui può crescere un Albero della vita per l’appagamento di un completo Giorno della Creazione. Ora aggiungo anche il Mio piccolo granello di verità. – Tutti voi avete riconosciuto bene una cosa, che la prima porta Ephata è la Mia personale attraverso la quale Io porto dentro e fuori ciò che rimane riservato a Me. – Zuriel ha ragione che non c’è bisogno di una vera suddivisione del Mio Essere. Vi sono state poste una (sola) volta quattro porte per il Santuario, e con ciò è confermata la rivelazione della Mia santa quadruplice Entità.

83. Vedete, ho creato la Mia amabile Sadhana come simbolo del Mio Io-ur e voi, Miei sette principi, allo stesso riguardo come portatori dei Miei sette raggi di Vita fondamentale. Se però la Mia Entità deve svilupparsi per quanto possibile sempre nelle Opere attraverso i figli, allora ci vogliono ulteriori rappresentazioni. Tra queste c’è quella di quattro-grandi-coppie di angeli che avranno da determinare la quadruplice Entità, e per questi futuri angeli valgono le restanti quattro porte.

84. Oltre a queste personificazioni, Io possiedo ulteriori dodici irradiazioni fondamentali che sono previsti come gruppi di collegamento tra il Mio interiore e l’esteriore. Da questo motivo primordiale vengono generati separatamente i gruppi di ventiquattro angeli positivi e negativi, che avranno da assumere la vera custodia sulle dodici porte nei muri. Il perché di questo vi può essere facilmente rivelato quando ciò avverrà, che non ora con molte parole. Una cosa sia accennata in anticipo: che i quattro-angeli diventeranno gli angeli custodi, inoltre, simbolicamente per i quattro-alberi della Vita presso il pozzo del Giorno e i suoi quattro-fiumi del Giorno, mentre per i 24 angeli, i più anziani, valgono le dodici irradiazioni fondamentali. Vi sia annunciata ancora la suddivisione delle porte attraverso un’immagine di rispondenza”

85. UR fa vedere ai primi la suddivisione dei muri con tutti i nomi e continua: “Dall’immagine si riconosce che il primo muro davanti al quale ci troviamo, appartiene unicamente a ME. Se v’imprimete questo al meglio, allora presto vi verrà la chiarezza che in ciò riposa un mistero veramente importante, il quale diventerà una benedizione della Creazione per ogni figlio, non appena se ne occuperà.

86. Dalla creatività ascese per i figli l’essenzialità del Padre, perciò il primo muro è per Me come Creatore e come Padre. Il muro ha a destra e a sinistra, nel preciso confronto, le caratteristiche della parte del ‘Creatore’ e del ‘Sacerdote’, e due angeli-guardiani conducono dalla parte del Sacerdote alla parte di ‘Dio’. Di fronte a Me come UR sta la Misericordia come simbolo della parte del ‘Padre’, e voi vedete la ‘via’ da UR al Padre, e alla sua destra e alla sua sinistra le Caratteristiche di Dio: la Pazienza e l’Amore come arco di quel ponte che in caso di bisogno si stenderà sulla spaccatura in seguito a una ‘caduta’.

87. In verità, un sacro simbolo al quale si lascia allacciare un grande salvifico insegnamento. Vi sia anche detto: La vostra vita, simile anche per tutti i figli, somiglia ad un tale muro, celando la vostra eterna Casa attraverso la figliolanza conquistata autonomamente. Come caratteristica esteriore di ciò, questo muro di luce non sarà mai sfondato qui. Più figli si conquisteranno una tale figliolanza, più lontano si lascerà spostare nel fermo riflesso tutta l’immagine di luce, finché nel maestoso vis-à-vis (faccia a faccia) risplenderanno meravigliosamente il ‘Padre-UR’ e i ‘figli-ur’. Su questo avete intanto sentito abbastanza. Perciò ora vogliamo aprire la porta della Pazienza e portare i nostri tesori all’Opera del Giorno”.

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5/4 – Davanti alla casa di Uraniel, l’indicazione alla pazienza

88. La sacra compagnia vi si reca. Davanti a UR si srotola il tppeto rosso, fatto da un Potere invisibile. Presto si trovano sul primo Sole-centrale-primordiale. Uraniel-Urea vorrebbero volentieri preparare la casa per il Proprietario, – così è la loro richiesta.

89. UR risponde: “Portatore del Mio Ordine, ricorda: – quello che oggi succede di buono, può essere già domani di male, poiché ogni Giorno ha il suo! Alla Pazienza con il suo proprio carattere, sono alla base anche delle proprie condizioni. Solo adesso, o principe del Cielo, inizia realmente la libera volontà creativa. Finora siete stati guidati da Me, interiormente ed esteriormente, ma adesso, in seguito al vostro primo passo verso la libera figliolanza, invece di guidarvi preferisco condurvi, necessariamente dirigere, se date via libera alla direzione. Collegato a questo, è che dei misteri più profondi vi rivelerò spesso unicamente la grande cornice, mentre l’essenziale lo dovete attingere da voi stessi. Perciò puoi andare o rimanere con Me; questo è del tutto nella tua libera volontà”.

90. L’angelo percepisce la portata del (secondo) nuovo divenire. Sì, entrambi non sono sbagliati; si chiede solamente in che cosa si trova la libertà all’obbedienza.

- Uraniel dice semplicemente: “Il mio sole, la mia casa, io stesso, tutto è Tuo, O UR, Onnisanto; fa che segua TE nella libera obbedienza!”. E la coppia di principi segue UR.

- Nessuno vede il meraviglioso irradiare, il profondo ardore degli Occhi soavemente scuri, perché tutti si sono allineati in coda. Quello che fanno loro, i puri figli, è un puro riflesso di quella luce che li avvolge continuamente. Per quanto questo fatto sembri secondario, UR vede comunque divenirne la cosa grande; perciò Egli precede tutto Solo per via dello splendore, e non perché Egli vuole e deve guidare tutti i figli.

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5/5 – Davanti alla casa di Michael viene offerto a UR un calice di acqua

91. Similmente avviene nella casa di Michael. UR si ferma presso il pozzo come se avesse sete. Michael lo percepisce in modo pressante. ‘Mai, giammai l’Onnisanto deve aver sete!’. Egli corre verso la casa per andare a prendere il calice-coppa, sa bene che UR vuole entrare per primo, ma l’espressione del maestoso Volto lo ha sopraffatto. ‘Servire UR!’, grida in lui non appena sta per oltrepassare la soglia.

92. UR alza il capo: “Michael!”. Oh, quale Amore giace in questo richiamo!

- Come un fulmine, Michael è di ritorno, s’inginocchia davanti al Santo e domanda: “Sì, Signore?”

- Quale immagine! Sadhana, i cherubini e i serafini rabbrividiscono quando vedono stare UR così imponente, e il portatore della Volontà creativa chinarsi profondamente pieno di riverenza e nella più sublime servilità. Non dimenticheranno mai quel momento.

93. UR dice: “Volevi darMi da bere il calice dalla Volontà affinché accadesse?”

- Ecco… un grido! Michael nasconde il suo volto nella veste rossa che UR porta in questo Giorno. E il Cosmo trema. “O UR! Non sarà mai la mia volontà! Ti volevo servire perché mi sembrava come se il Tuo Amore avesse sete”.

- Dolori sconosciuti fanno scorrere abbondantemente le sue lacrime. Anche Elya si preme con le sue lacrime a UR.

- Il Santo alza il Suo volto una volta in alto e poi si china con un inafferrabile sorriso, come i figli – profondamente colpiti – non Lo avevano ancora mai visto. In verità, le mani del Padre sollevano delicatamente i due che sono profondamente inchinati davanti al Dio della Consolazione e della Pazienza.

94. “Michael, figlio Mio, abbraccio te ed Elya con Amore, poiché né come principe né come figlio Mi offri un calice della Creazione! Ora seguiteMi, come prima da Uraniel, ed entriamo nella casa della Volontà”.

- Anche qui i primi ricevono degli insegnamenti fondamentali sull’essenzialità della Pazienza e sul decorso del suo Giorno.

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5/6 – Nel giardino di Zuriel i quattro Alberi della vita e i loro frutti

95. Sulla collina del sole di Zuriel (della Sapienza), UR si reca ai quattro Alberi della vita che – come in ogni casa degli angeli – questi portano ricchi frutti. UR ordina di raccoglierne e distribuirne. Da quale albero può prendere Zuriel? A chi ne può dare? Lui rimane senza alcun segno e indaga nel suo cuore. A UR unicamente spetta il principio dell’Essere-Creatore e, con ciò, anche il primo albero. Il Santo, non deve anch’Egli avere gli altri frutti? Ai figli non va perduta una parte dell’essenzialità, se non possono aver parte nel frutto-ur del Creatore?

96. Lentamente stacca dal primo albero due dei frutti più grandi. Lo colpisce uno sguardo dell’Onnipotente. Lui non ha bisogno di seguire UR come Uraniel, non deve stare in ginocchio, piangendo davanti a Lui come Michael, però la fiamma dal fondamento della Sapienza di UR lo ha piegato interiormente. Egli posa i due frutti nella mano del Creatore e (solo) poi va a prendere dagli altri tre alberi, rispettivamente otto frutti per i primi. Pregando umilmente, guarda nel Volto diventato di nuovo chiaro, se anche la sua azione possa ricevere una giustificazione. Nella casa della Sapienza ricevono la risposta.

97. “Mia Sadhana, Miei principi-angeli! Fate attenzione all’esempio datovi nel senso della Sapienza. – Le Mie Opere celano molti frutti, però sono preparati tutti allo stesso modo per Me e per voi. Oppure credete che abbia lasciato divenire tutto il Mio operare, senza la parte di diritto per Me, perché prodotti per amor vostro? Oh, sì, poché IO sono l’eterno Produttore di tutto ciò che voi non potete ancora presagire. Nessuno lavora senza riservare per se stesso la sua ricompensa, come anche, un giusto padrone di casa non lascia lavorare la sua gente senza ricompensarli.

98. Se un lavoro non porta nessuna utilità, allora verrebbe fatto senza scopo! Nessuno lascia lavorare solo per pagare i salari dei lavoratori e lui stesso va a mani vuote dopo tutta la fatica. Quindi IO, il miglior Padre di Casa e il miglior Datore di lavoro, non lascio lavorare per Me solamente, né solo per i Miei, bensì per entrambe le parti nella giusta misura.

99. La personale proprietà del Signore non dev’essere toccata da nessuno. Egli attinge da questa le sostanze al fine di rinforzare la ricchezza. Il Mio personale possesso deve sempre essere la riserva della forza, il principio e la meta del Creatore, eternamente riservato a Me! In questa, Io rimango UR! Il ‘primo Albero della vita’ corrisponde a questo, e il Mio Zuriel ha afferrato il Mio sguardo. Nessuno deve desiderare il Mio frutto, del Creatore! Persino ai figli-ur non spetta quest’una Cosa! Ma dalle ulteriori sostanze prese dalle proprie riserve che ampliano ed abbelliscono l’Opera di base, i fedeli ricevono la loro parte altamente giusta, e perciò nessuno deve preoccuparsi.

100. Ma guai a colui che ha desiderio del frutto! Guai a lui, se volesse scegliersi dalla libera volontà il Potere, per essere uguale a Me! Io ho sempre detto che vi ho creati nella giusta misura come la Mia immagine, e voi potete aspirare a un adeguamento più alto possibile. Nessun figlio è UR, in questo senso nemmeno una parte-ur! Perciò, quando mangiate dagli Alberi della vita, interiormente ed esteriormente, ricordate: il Frutto del Potere rimane a UR! Non tendete a questo! Chi lo fa…”, UR alza la Sua voce a seria severità, “…è autore del sacrificio della Creazione, il quale Io come Portatore del sacrificio devo prendere su di Me! Guardatevi da tale colpa della Creazione!

101. I Miei due frutti somigliano alla Mia Opera che ho creato per Me e per la libera restituzione dell’opera a Me. La restituzione siete voi figli, ed avviene tramite voi! Come opera Mia, vi posso incorporare di nuovo in Me in ogni momento. Chi Me lo vorrà impedire? Posso anche portarvi in Me dalla vostra figliolanza procurata liberamente! Dello stesso genere sono stati dati due frutti come Mia rivelazione a voi, affinché Mi portiate in voi nel vero amore.

102. Questo ricade sul doppio collegamento tra il Mio Spirito e lo spirito-parziale. Un Frutto vale per il primo collegamento proceduto da Me; l’altro, quello da voi a Me. Ambedue sono inoltre simbolicamente la consapevolezza di Forza interiore ed esteriore oppure il positivo e il negativo, anche le sante Notti della Creazione e pure così i santi Giorni della Creazione. Il frutto dal quarto albero che voi avete ricevuto, è la segreta benedizione del Padre, che vi è da rivelare solamente più tardi”.

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5/7 – Durante la via verso la casa della Serieta’ la richiesta interiore di Sadhana

103. In Sadhana sale la domanda: ‘Io non sono inserita nell’Opera come gli ‘angeli’, ma in me porto tutte le Caratteristiche come figlia dell’intera Creazione. Perché non posso prestare nessun mio servizio a UR, come gli arcangeli[33] nel (suo) negativo co-incorporato? Loro sono posti del tutto alla pari agli arcangeli-ur, allora perché non io, al seguito di UR come lo sono loro al seguito degli arcangeli-ur? Se sono un’unità, allora che n’è della mia unità con UR come il Suo giusto negativo?

104. I principi-angeli sono impiegati nei sette anelli e nelle sfere dei raggi come dominanti, hanno soli, stelle, case, pozzi, tutte le magnificenze creative; li potevano creare su incarico del Potere di UR. Loro sono degli operai, quindi ricevono anche il salario promesso. Ma che cosa riceverò io, senza qualsiasi lavoro? Io, la prima figlia, la Sua amabile Sadhana?’

105. Arrivata a questo pensiero, la colpisce un profondo sguardo dagli Occhi scuri; perché UR si è voltato verso Sadhana. Lei rabbrividisce sotto questo Raggio, ciononostante guarda supplicando ad UR: ‘Devo stare così svergognata dinanzi ai Tuoi primi come se non fossi capace di nessuna Opera?’. Anche i principi ora lo percepiscono come un malinteso, e in segreto si domandano che cosa sarà della nostra bella, matura Sadhana.

106. UR si ferma a metà strada che conduce dal sole della Sapienza a quello della Serietà, …anche un simbolo! Lui guarda verso il Santuario. Nessuno dei primi si accorge nemmeno un poco dei Pensieri-ur, benché siano già uniti con Lui nell’interiore. Sì, solo dopo la prova della libertà è stato possibile dare un piccolo sguardo in un tale mistero. Ora si può riconoscere che …allora, sorse in UR l’amaro tremore, l’accusa della Creazione: Questi figli non possono superare in sé la-via-della-libera-volontà? Deve capitare una caduta?

107. Può UR chiederselo? Non lo sa Egli? Chiude forse una parte della conoscenza del Creatore, davanti alla parte di Dio e del Padre, per non intervenire arbitrariamente con la forza, nonostante l’unità raggiunta delle Sue Potenze? Contendono in Lui ancora una volta i propri titani? Oppure, …c’è un ‘ALT’ creativamente condizionato delle Caratteristiche determinanti? Deve servire come Legge, come avvertimento? Ma che cosa sarebbe adesso della Pazienza, appena diventata dominante? E non ha ragione la Sua Sadhana? Per educarla al meglio, non l’ha retrocessa troppo? – No! La Sapienza e la Benignità hanno accoppiato per la via di questa figlia la giusta Mitezza e la severa Serietà. Non si deve ostacolare Sadhana, ma non la si deve nemmeno lasciar andare senza impedimento! EGLI deve condurre il primo come anche l’ultimo figlio ed assisterli sempre con il consiglio e con l’azione. Perciò Egli domanda a Sadhana in modo molto amorevole:

108. “Che cosa, ti devo fare, figlia Mia? Guarda ciò che è divenuto. Esso è sorto dalla Mia mano, ed Io l’ho dato nelle mani dei Miei primi. Invece la Mia Volontà ha posto tutte le cose nel tuo cuore, Sadhana, e quindi sono sorte insieme da Me. L’origine proviene dal Mio centro del Potere positivo, ma per la conoscenza e per la benedizione di tutti i figli la Legge fondamentale dell’Ordine li conduce attraverso la Mia figlia-negativo creata giustamente.

109. Così tu hai messo la tua mano a tutte le Opere. Per la tua salvezza, ora annuncio: Per quello che i Miei primi hanno creato, hanno attinto la forza da ME, ma la formazione è stata presa dalla parte del tuo essere. Tu sei infatti il Mio negativo santificato, sei l’eco del Mio cuore! Tu hai ricevuto in modo settuplice di quello che porta uno solo dei Miei principi. Esiste un’onorificenza maggiore, una lode più alta, per il dato di fatto che ti ho partorito per prima? Tu hai eternamente in Me il tuo posto di riposo; perché con te, Mia Sadhana, conservo in Me il Mio operare!

110. Ma se vuoi possedere una singola Opera, allora parla, e potrà avvenire. Però, bada alla promessa data a Me di elevare le Mie condizioni poste giustamente al di sopra della libera volontà. La Mia promessa rimane invece certissima per ogni figlio, poiché il Mio nome è:

Fedele e Veritiero !”

111. Questo è un discorso serio, il suo peso colma tutti i Giorni, perciò loro, gli Anni-Pensiero-Parola-ur li portano insieme fedelmente. Sadhana percepisce quella parte che grava sul Giorno della Pazienza, così pure i principi. Nel cuore aiutano la figlia della Creazione a giungere ad una scelta possibilmente la migliore, e adesso sarà buona! Se più tardi (lei) rimarrà nell’Ordine giustificato, lo dimostrerà realmente il Giorno della libera Volontà.

112. Sadhana risponde: “Onnisanto, Dio, buono, così come Ti riveli nella Pazienza, guarda a me nella Bontà, Grazia, Longanimità e Benevolenza. Riconosco che Tu hai dato la Tua maestosa magnificenza nelle mie mani. O Padre, voglio anche dimostrare, come figlia, che io – servendo Te – porto allo sviluppo quelle forze, come lo fanno i Tuoi angeli. Non mi sento spinta anch’io, per dirTi: ‘Guarda, o UR, Ti porto la mia Opera come libero dono del mio amore!’?

113. Tu vedi se il mio cuore s’infiamma meno per Te, di come lo fanno i cuori dei Tuoi principi ai quali hai dato gli anelli dei soli. Io mi rallegro con loro che possono occuparsi di una tale Opera. Io non chiedo un anello di soli, bensì una piccola stella dalla moltitudine delle Tue luci. poiché nell’umiltà voglio rimanere la Tua prima figlia. Soltanto un sole, mio Creatore! Su di esso una casa dove Tu puoi entrare. Anch’io desidero sacrificarTi il mio cuore su un altare, affinché Ti diventi amabile. Padre-UR, ricorda la richiesta della Tua figlia, ed esaudisci il mio desiderio per il Tuo compiacimento”.

114. La richiesta è buona, gli angeli lo percepiscono, ma non vi manca qualcosa? Non è da posare sul sacro focolare, senza pensarci? Non attende Dio, in segreto, ciò che dovrebbe sorgere dalla parte dell’anima di Sadhana, anche se dapprima inconsapevolmente, dal sentimento che la camera del Cuore di Dio ha preparato nella luce della Pazienza su questo Giorno come raggio di benedizione?

115. Dal silenzio di UR gli angeli hanno riconosciuto certamente anche il loro, ma Sadhana, di benedizione, ne ha ricevuta dalla luce oltre al ‘settuplo’, anche (in più) la stessa misura della benedizione. Quindi, è sette volte più difficile riconoscere da sé ciò che manca? Perciò la Grazia deve regnare sette volte, affinché il sacro dare e avere della Crezione possa essere pareggiato.

116. L’errore può ancora essere trasformato, rispetto all’Opera, se Sadhana manterrà ciò che UR le ha ricordato. Un giorno lei saprà che adesso è mancata l’aggiunta: ‘Se Tu, o UR, hai deciso diversamente da me, allora attenderò con pazienza l’Ora in cui Tu mi affiderai l’Opera richiesta’. La misura della Pazienza, come forza e tempo, impiegati per questa mancanza, non la si può abbracciare con lo sguardo. Che sia incommensurabile, lo dimostrerà la rivelazione.

117. UR rimane a lungo in attesa, e ora dice benevolmente: “Mia Sadhana, esaudisco la tua richiesta. Sul sole di Muriel avrai la tua gioia, ma ricorda le Mie parole severe, ma amorevolissime, come finora non sono state date più amorevoli. – Ora vieni…”, Egli fa cenno a tutti, “…il Giorno procede, e dobbiamo adoperarci per adempierlo bene”.

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5/8 – Davanti alla casa di Muriel il dono a Sadhana: un sole della Creazione

118. Nella casa di Muriel ricevono un bell’insegnamento: ‘Io voglio ciò che vuole UR!’

- Dopo di ciò, UR li conduce all’aperto. Loro vedono un’imponente ruota i cui sette raggi si mostrano attraverso l’ammasso di innumerevoli piccoli corpi di luce. Non si riconosce ancora che cosa significano questi che non sono come auto-irradianti[34], tuttavia danno alla grande immagine una magnifica impronta. UR spiega ai figli tutti i movimenti delle formazioni di luce, il primo intorno a se stessi, il loro secondo movimento è con molti simili compagni intorno alla successiva stella o sole maggiore. Questi e i relativi ‘fratelli’ orbitanti intorno alla luce posta al di sopra di loro, finché dal tutto risulta una grande immagine. Anche le grandi immagini percorrono la loro via intorno ad un sole-guida in un cerchio e tutti i cerchi come una ruota intorno ad un asse, intorno al centro-originario.

119. Quando la ruota è passata ventiquattro volte intorno al centro-originario, allora è compiuto un Giorno della Creazione inclusa la sua Notte. Il centro-originario con la sua quadruplice irradiazione è l’asse stabile della grandiosa sublime ruota del Sole. Sotto la guida di UR i primi imparano a comprendere la struttura della luce e a sorvegliare le vie dell’Ordine. Loro preparano a UR una grande gioia quando dicono che essi stessi vorrebbero girare sempre intorno a Lui come una ruota del Cielo.

120. Egli dice: “Angeli Miei, vi ho dato molto, perciò la richiesta di Sadhana che lei riceva una parte dell’Opera del Cielo, è giustificata. Muriel, rivolgiti al Mio Sole e cattura il raggio che vi si stacca. Il resto verrà da sé”.

- Quale gioia per Sadhana! Lei guarda UR felice. Muriel non smette di guardare il Sole che orbita maestosamente. Potrà lui, che UR ha chiamato ‘il  maestro della luce del Cielo’ per la gioia di tutti i primi, catturare un raggio?

121. Ecco: è come se la regina della luce si fermasse un attimo nella sua corsa – camminando tra il suo ‘popolo’ – per distribuire una grazia. Muriel apre velocemente le mani, come se ricevesse uno straordinario dono da re. E’ una piccola sfera d’oro, e subito vaga da una mano all’altra. Inizialmente è leggera come una piuma, ma con un flusso caldo procedente da questa fin nella più intima parte del cuore. Poi, però il flusso scorre indietro, e la sfera diventa stranamente pesante.

122. “Che cosa è successo? Perché…?”, domandano silenziosamente.

- La benevolenza di UR lascia agire unicamente la Pazienza. Sorridendo soavemente, Egli li guarda dentro. Come possono sapere di quale materia sia la sfera? Qual è la sua sostanza? Più ancora: qual è il suo significato? Come dovrebbero conoscere i pesi del potere insiti in ogni corpo? Se percepissero una qualche idea di cosa loro stessi hanno come peso nei pensieri di forza, …si perderebbero dinanzi a LUI. Questa forza del peso scaturirà sulla via della libera volontà in giusta parte. Da questa è possibile anche una caduta. Perciò Egli ha ancora soppesato il pro e il contro al Mattino del Giorno della Pazienza. Di questo Egli ne accenna solamente appena, e alla fine aggiunge:

123. “Cari figli, voi tirate un sospiro di sollievo che il ‘piccolo oro’ è giunto nella Mia mano. Adesso Io lo porto facilmente,! Che cosa ne sarà in un tempo futuro, lo rivelerà ciò che sarà! In questa sfera sono pressati insieme tantissimissimi atomi di luce ad un minimo indecifrabile, che sarà da spiegare solamente quando lei diventerà ciò che deve diventare. Diventerà una formazione più grande di come sono i Soli-centrali-primordiali. Siete contenti di sapere questo ‘poderoso’ nella Mia mano onnipotente?

124. Le sostanze degli atomi o di luce si estenderanno non appena questa sfera, attraverso il lancio nello spazio, raggiungerà la velocità del Sole. Nell’accendersi attizzerà un fuoco che quasi consuma. Nondimeno, come il fuoco del Mio sacro focolare non consuma nulla ma piuttosto crea e nutre, così sarà poi, anche con il fuoco di questo Sole.

125. Il fuoco è di una struttura conservatrice. Anche il fuoco dei soli nutre i suoi stessi atomi attraverso delle eruzioni che crescono nel movimento. Come nel grande, così è nel piccolo. Il Mio Sole ha partorito sette Soli-centrali-primordiali che in sé portano tutti i nuclei degli atomi di tutti gli eserciti di luci, altrimenti non sarebbero proceduti da questo. Poi però avete trovato il Mio Sole molto più grande, e questo, secondo il vostro punto di vista.

126. Nella crescita degli atomi giace contemporaneamente il nutrimento duraturo, il quale viene risucchiato nuovamente dal nucleo dell’atomo stesso, ragion per cui si formano nuove riserve di forza. Questo succede finché un embrione di Sole giunge alla forma del suo involucro. Tuttavia, nemmeno allora il processo si ferma. Quello di cui una formazione esteriore non ne ha più bisogno, serve poi per la formazione e conservazione della vita affidata a Lui. Anche voi aumentate, esteriormente in modo poco appariscente, interiormente ci vuole ancora molta crescita delle forze dei pensieri e delle parole, da cui sorge la forza d’azione. Il dispendio di tali sostanze energetiche è piuttosto mostruoso.

127. Considerate come esempio le sfere dei soli. Voi siete stati davvero partoriti dall’ATMA che racchiude la crescita (Atma per la vita, atomo per le Opere), il cibo, quindi ogni auto conservazione. Il pensiero, formandosi, ‘consuma’ differenti nuclei d’Atma della sostanza-primordiale, e in tal modo conquista nuova forza, nella cui conseguenza può svilupparsi la ‘Parola’ a gradini superiori. La produzione di nuova forza nella fase successiva – come detto – conduce all’azione.

128. Le azioni sono straordinari accumulatori di forza che hanno bisogno di molti nuclei d’Atma, mentre le Opere han bisogno dei nuclei d’atomi. Dato che un’azione singola non porta il Tutto, come voi non portate l’embrione del Sole, allora vengono prodotte talmente tante parti, quante ne esistono delle sostanze nuclee. E nuovi pensieri possono essere di maggior portata di come era il pensiero-madre, da cui è da produrre una moltitudine di buone parole e giuste azioni.

129. Conformemente a questo senso, in ciò giace la ‘perfezione nel divenire’. La molteplicità da dedursi nell’IO-ur non si può spiegare perfettamente nella sua essenzialità, ma nella scala di un adeguamento a Me, anche in ciò sono possibili diverse cose. Tuttavia aggiungo un avvertimento: che la moltiplicazione subentra anche quando nell’abuso della libera volontà, invece del pensiero buono se ne forma qualcuno cattivo.

130. Il peso che ne risulta, con il tempo diventa quasi insopportabile, mentre i pesi della luce rimangono sopportabili. Dei cattivi pensieri e delle false parole insieme alle azioni provocano delle conseguenze più amare. Io vi ho lasciato percepire molto bene il pesante embrione del Sole, affinché impariate a soppesare: o la libera obbedienza sotto l’utile impiego della Legge del libero arbitrio, oppure la disobbedienza sotto il dispregio delle Mie condizioni.

131. A questo punto ascoltate ancora una Parola particolare: – Vi siete stupiti sovente del perché esista certamente un Sole-ur, dato che Io sono del tutto veramente la Luce nella luce, il vostro vero-Sole! Sì, cari figli, il Mio Essere è e rimane in Sè inafferrabile, e anche invisibile. Tuttavia, sulla via della Legge della Vita fondamentale ho offerto il Mio palesamento. Di questo fa parte soprattutto la confisca da Me della Luce-ur per la salvezza della figura datavi.

132. Nondimeno, dato che lo Spazio e il Tempo e tutte le cose sono Mia proprietà, ci si domandava: ‘Dove nascondere la Luce? – Perciò creai il Mio Sole-ur attraverso i sette raggi della Vita fondamentale come lo vedete volteggiare liberamente nel Santuario. Là appare piccolo, adeguato allo spazio. Qui, da uno dei vostri soli si mostra enormemente più grande come sono l’insieme dei vostri sette soli. Il rapporto, una volta riconosciuto, non sarà più per voi nessun prodigio.

133. Ebbene, ho fatto diventare della luce in sé invisibile, un Sole-ur, affinché i Miei figli Mi possano vedere e amare, e Mi siano anche del tutto vicini. Se portassi in Me stesso la Mia Luce-ur, nessuna creatura potrebbe stare dinanzi a Me vivendo in sé! Inoltre – come ho dapprima insegnato – dato che la luce partorisce continuamente del nuovo, c’era bisogno dei soli e delle stelle, le quali sono da considerare come ‘corpi di riserva della luce’.

134. Il Mio Sole è, per così dire, un parafulmine della Luce-ur, in modo da operare senza consumare. Anche qui è da riconoscere la separazione come fondamento dell’Opera. La forza della luce è concentrata nel Mio Sole, ma in ugual misura riposa in Me la benedizione della luce, anche nel riconoscimento personale! – Per ora vi basti questo per la buona conoscenza. Ora ti do ‘il figlio’ del Sole (la sfera), Mio Muriel, lasciamolo crescere per la gioia della nostra amabile Sadhana”.

135. Il principe accoglie esitante quella forma. E’ giusto che lui… Non dovrebbe, UR stesso… oppure…

- UR non mostra ciò che deve avvenire, ma gli occhi di Sadhana chiedono: ‘Dammi il mio figlio del Sole, UR lo ha fatto per me!’.

- Muriel lotta con sé; il nuovo divenire era stato affidato a lui. Allora vede come UR osserva pensieroso la sfera, Sadhana e il Santuario. Percepisce l’amarissima serietà nella grande tensione che è da combattere nell’interiore. Sadhana sta nel diritto di creazione sull’Opera di un (intero) Giorno, e non solo su un Sole. – Oppure, in questo, giace l’inizio della prova della libera volontà di Sadhana, nella quale UR ha posto il Suo Io come in uno specchio? E all’improvviso vede il collegamento. Consegna la sfera a Sadhana e dice: “Prendila, e metti la forma nel luogo dal quale diventerà giustificata”. Egli intende le mani di UR, …ma non lo deve dire! E’ la prova di entrambi di non agire autonomamente.

136. Invece, la gioia di Sahdana prevale su tutto. Felice, guarda il dono e chiede: “In questo Giorno della Creazione, meraviglioso, Tu, Dio, santo-eterno, hai elevato la Tua prima figlia davanti alle Tue Creazioni. Ti ringrazio! Ora istruiscimi e mostrami il luogo dove il mio figlio del Sole può essere inserito negli innumerevoli ed ordinatissimi percorsi di tutte le luci. Da me sola non è ancora sorta nessuna Opera, perciò ho bisogno che Tu prenda le mie piccole mani nelle Tue grandi”.

- Questa è certamente una buona parola dalla base dei puri pensieri. Con divina Pazienza, l’Onnisanto la considera come la conoscenza del Suo quarto cherubino (la Serietà).

137. UR sposta i figli sul settimo Sole-centrale-primordiale che ancora non conoscono (della Misericordia). Se ne accorgono anche poco, perché i loro occhi sono rivolti alla vastità. Presto si mostra nella settima Sfera del raggio dell’ultimo anello del Sole quella parte di spazio che al Mattino era stato ombreggiato dalla mano di UR (cap.5/1,29), nel quale non sono ancora state inserite delle luci. I primi chiedono il significato di quella cella vuota nello spazio.

- Egli dice: “Sadhana, guarda: il tuo Sole ha bisogno di un ampio campo da gioco! Se lo vuoi tu stessa, allora lancia con la mano destra la sfera nello spazio, ed essa verrà catturata secondo la via attraverso la dominante forza di attrazione”.

- Gli angeli seguono ogni movimento di Sadhana.

138.  Lei, mentre lancia con forza la sfera d’oro, esclama: “Lo voglio! Diventa un bellissimo sole!”

- Non appena ha pronunciato questo, retrocede spaventata! Lo stesso fanno anche gli angeli. Tutti si rifugiano nelle braccia già spalancate del buon Padre e nascondono la loro faccia nelle pieghe della Sua sacra veste. Si è formato un raggio di fuoco, che – sibilando e scuotendo l’universo – sfreccia con immensa velocità attraverso lo spazio, lasciando dietro di sé una coda di fiamme di fuoco. Oh…, per la prima volta i figli sentono la lingua-ur della Creazione. Per la prima volta vedono l’immagine-ur di un divenire! Questo li ha spaventati, poiché ancora non lo portano nel loro cuore.

139. UR li tranquillizza con benevoli parole: “Figli Miei, perché temete, dato che Io sono con voi?Dovete imparare a vivere anche questo, dato che dovete essere i Miei aiutanti del Cielo. Peciò ora guardate: è una vista meravigliosa che non dovete perdere!”

- Ah, qual forza danno queste buone parole! I primi si fanno di nuovo coraggio e adesso osservano il percorso dell’embrione del Sole che sfreccia con un ultra ventosa luminosa velocità.

140. Non si può quasi misurare lo stupore e la gioia sull’Opera prodigiosa. La sfera che continua ad espandersi sfreccia continuamente avanti, ma anche la sua coda di fuoco cresce. Dove la sagoma incontra i Soli già ordinati, i corpi celesti divampano magnificamente. Questo genera contemporaneamente il fragore che prima li aveva spaventati. Qualche volta sembra come se si tratti di una collisione. UR sorride dolcemente. Egli si rallegra della gioia, anche nella crescente emozione dei Suoi primi.

141. Non aveva scaturito pure un emozione, quando al Mattino dopo la Notte-ur della Sua quadruplice Creazione e davanti al Ciclo-Azione-ur, aveva detto (cap. Ante 3,4): “Sia la Luce!”? Non vide anche fin negli Spazi e nei Tempi dell’eternità-ur? Lui, il Rivestitore di ogni vita, non sentì la potenza del Suo Essere? Oh, i Suoi primi gli sono ben riusciti, e loro portano consapevolmente in sè il Suo Spirito della vita!!

142. Sadhana stende impaurita le sue braccia, poiché adesso un intero quadro di soli scorre nella via del suo Sole.

- Anche Muriel alza in alto le mani come per difesa.

- UR domanda: “Il Mio maestro delle luci del Cielo, teme che alcune delle sue belle Luci vengano spente?”

- Allora anche Muriel sorride: “O UR, anche se venissero già spente, Tu le accenderesti di nuovo! E se non queste, Tu ne metteresti altre al loro posto”.

- Una meravigliosa Serietà sfugge sul volto di UR.

143. Egli abbraccia fortemente a Sé il cherubino: “L’hai detto molto bene, Muriel! In verità, in tal modo Mi hai portato qualcosa di regale!”

- Muriel, scosso, si accascia: “UR, santo UR, questa conoscenza l’ho presa unicamente da Te; Tu hai piantato il chicco di semenza in me”.

- “Ciò nonostante è la tua conoscenza, poiché quando tenevi la sfera, volevi ancora una volta mettere alla prova la tua forza, e inoltre, creare per Sadhana un bellissimo sole, e tuttavia hai posto le Mie parole sul tuo desiderio. Quest’azione ha risvegliato nuovamente il pensiero e la parola che Io avrei dovuto essere Io il Seminatore. Ora stai in ginocchio umilmente dinanzi a Me, in adorazione! Perciò, per mezzo della Mia benedizione, credilo: è sorto da te stesso ciò che Io posso ora lodare!”

144. Muriel esclama con cuore ardente: “O Dio e Re, la Tua parola è veritiera, e questa, dalla Tua benedizione, insegna: l’inizio della conoscenza proviene da Te, poiché sono divenuto dalle Tue maestose Caratteristiche. Pertanto, io sono, rimango e prendo perennemente, interamente da Te! – Poggia la Tua ricca regale benedizione che hai dato a me, adesso, su tutti i figli che ci sono e che diverranno!”

- All’istante, Sadhana e i principi si schierano strettamente intorno a UR. La Sua gioia sulla parola e sull’azione dei figli dona in silenzio ciò che Muriel ha chiesto. Da ciò proviene il più bel ringraziamento che finora era stato offerto a UR.

145. Ora seguono di nuovo attentamente quel sole, il quale è arrivato al bordo dello Spazio senza luce, e come viene catturato da questo con un ripetuto frastuono. In mezzo allo stesso orbita intorno a sé ancora per molto Tempo in inimmaginabile velocità, per poi iniziare lentamente la sua corsa nel buon Ordine. Appena questo accade, UR riporta i Suoi di nuovo nella casa di Muriel.

146.  Solamente là Egli spiega loro quel volo, e che il Sole di Sadhana era da inserire nella sfera del raggio della Misericordia regnante. Quanto è felice la prima figlia! Quando viene pronunciato della settima Caratteristica, allora a Sadhana sembra come se questa sia la più sublime di tutte e sette, sebbene siano tutte assolutamente  indistinguibili e del tutto uguali. Pregando, dice:

147. “O mio caro Padre, posso vedere il mio Sole?”

- “Sadhana, è il Giorno della Pazienza, e Alaniel-Madenia non ancora hanno fatto nessun lavoro del Giorno”.

- “Sia fatta la Tua Volontà, Padre-UR!”

- “Anche questa è una buona parola, perché ti metti volentieri dietro ad uno dei Miei principi. Per voi è anche impossibile andarci, poiché…”, UR mostra nuovamente il Suo sorriso, buono, santo, “…il tuo Sole è ancora troppo ardente, figlia Mia, e i vostri piedi – considerati nella forma – si brucerebbero. Lascia che il (tuo) sole faccia prima un paio di Orbite intorno al centro-originario”.

- “Quanto sei buono!”, Sadhana si appoggia al braccio del Padre, grata.

- ‘Sì, quanto sei buono!’. Così risuona anche nei cuori degli angeli.

- Dice UR: “Dunque, qui il nostro lavoro riccamente misurato è stato fatto, andiamo e rechiamoci sul quinto Sole”.

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*

5/9 – Nella casa di Alaniel, insegnamenti su insegnamenti ai figli

148. Strada facendo, i primi rimangono schierati intorno al Santo, ed avviene che ognuno può talvolta camminarGli al fianco. Quando sono arrivati, Alaniel e Madenia constatano gioiosi che anche il loro sole è provvisto come i primi quattro. Con riverenza aprono la loro casa a UR.

149. Egli si siede sul trono. Il fuoco dell’altare della Pazienza viene acceso per la prima volta. Alaniel Gli porge il ramo dai fiori bianchi ed Egli lo posa sul focolare dell’altare. Ed ecco, il ramo germoglia come da un terreno delizioso. Quale gioia! Certamente c’è un ringraziamento silenzioso, ciononostante è forte come gli angeli possono ringraziare. Le mani di UR passano benedicendo sui Suoi figli e su tutto ciò che è creato.

150. Egli dice: “Cari figli, qualcosa del Giorno della Pazienza è già resa riconoscibile, come per esempio, che la costituzione interiore deve sempre tenere il passo con quella esteriore, e l’esteriore deve essere equiparato all’interiore, altrimenti nessun Giorno si completa. In seguito, i portatori dei (due) Fondamenti, pontificheranno il Cosmo con due enormi archi tesi su tutto. Essi sporgeranno dal grande verso il piccolo, e il piccolo diventerà grande; al ritorno essi passeranno dal grande diventato piccolo. Badate ciò che ho da dire su questo.

151. La Mia figura e il Santuario come centro del Mio Essere-ur sono simboli del macrocosmo, nel quale il primo atomo-ur rimane ancorato anche oltre le legioni di Anni-ur. Qui Io sono il Punto-centrale della Fonte della vita della Mezzanotte, la Fonte della vita del Giorno. Qui è divenuta l’Opera, e da qui parte l’immenso arco-teso fino all’Opera. In questa Origine, tutto ha perciò la sua meta altamente perfezionata!

152. Osservate le luci; esse seguono raggianti per la loro via, dall’inizio fino al tramonto, e il Mio Sole ha acceso ognuna. La sua sostanza di luce proviene dal centro-ur, perciò l’Opera in sé, apparentemente così maestosa, è secondaria: un microcosmo. Se oltre a questo, i corpi celesti venissero abitati da creature senza numero, tutto l’insieme sarebbe comunque ancor meno, che magari un dito della Mia mano destra.

153. Il primo immenso arco-teso, dona all’alto macrocosmo la vita conservatrice, pulsante, e con ciò forma il microcosmo dal macrocosmo. Nondimeno, alla lunga, la congiunzione tramite il ponte a senso unico, come anche un continuo raggio della vita dalla Fonte-ur della Mezzanotte all’Opera, con condurrebbe a nulla. L’arco-teso rimarrebbe aggravato unilateralmente. Questo sarebbe paragonabile, se magari ancorassi qualcosa soltanto con le Caratteristiche determinanti (Volontà-Sapienza-Pazienza-Amore), mentre poi le Caratteristiche portanti (Ordine-Serietà-Misericordia) rimarrebbero le riceventi. No, nel Governo-ur tutto è fondato sul reciproco equilibrio, soprattutto l’arco-teso.

154. Ora vi diventa chiaro il perché la Serietà sta in mezzo alle Caratteristiche con entrambi i generi d’essere. Questo significa che alla lunga, l’Opera-Figlio, il microcosmo, nell’insieme, non può continuare ad essere dipendente solo da Me, perché se non elabora gli impulsi della vita, morirebbe sotto il peso in un arco-teso unilateralmente, cioè risprofonderebbe di nuovo nell‘Essere-ur.

155. Vi ho detto che il piccolo diventa grande e il grande diventa piccolo, certamente soltanto in rispondenza, perché il Mio UR non può diventare né più grande, tanto meno più piccolo. Tuttavia, per via dell’Opera ho posto ovviamente dal Mio nucleo-atomo-ur l’interiore in una forma esteriore, e l’esteriore in una forma interiore, così che l’una non superi l’altra. Ho messo la Mia Figura esterna sotto il Mio arco-teso macroscopico, per creare l’adeguamento e per conservare in vita la vita divenuta.

156. E’ una bella meta-parziale quando questa cerca di conservare se stessa. Perciò ho dato ad ogni Opera la possibilità di rappresentare un macrocosmo, come sono Io nella Figura esteriore sono un microcosmo nei confronti delle sfere dei soli, oppure come le Caratteristiche portanti hanno l’attività della determinazione, e viceversa. Io ho formato la Mia personalità visibile in un microbo, e perciò ho posto l’arco-teso, ritornante, sull‘Opera, ma il suo adempimento su di Me!

157. Al Mattino della Sapienza ho accennato a due tratti dell’Opera che vi saranno rivelati sempre un po’ alla volta. La vostra collaborazione vi mostra anche il rapporto crescente dall’arco-teso d’interscambio. Questo riguarda secondariamente l’essere inconsapevole, cosa che dipende comunque dalla Mia onnipotenza. Non ha seriamente nessuna importanza se un’Opera vale per il figlio, come macro  o come microcosmo. In entrami si rivelano i prodigi delle Mie Opere!

158. Un giorno si ammirerà il Cosmo come un’immensa macro-Opera; ed avrà ragione colui che lo confronterà con se stesso. Se invece sarà confrontato con il Potere che ha fatto sorgere questa ammirata grande Opera di macrocosmo universale del Mio Potere, allora non potrà essere compreso nemmeno percettibilmente.

159. Il cosiddetto riflusso dell’arco-teso di andata e ritorno, ovvero del secondo tratto dell’Opera, poggia esclusivamente sulle creature nate libere. Nell’arco si manifestano nella forma fondamentale le due grandi rappresentazioni che circondano ogni opera, persino Me e il Mio Potere, la rivelazione dell’Io e della creatura, la consapevolezza della forza interiore ed esteriore. In ciò sono radicati anche i Fondamenti della Creazione: Le Mie condizioni e la Legge della libera volontà data nel corso del tempo; la manifestazione interiore ed esteriore di tutte le cose.

160. Sì, vi ha generato la Mia potenza, ma in voi ho posto come una ‘nascita libera’ la forza, l’atorità e il vigore. Ciò nonostante, dipendete da Me, poiché senza Atma, di voi non rimarrebbe altro che il pensiero che giaceva nel Mio Essere-ur! Vi opprime questo, che non potete pensare, parlare, agire senza di Me? Voi respirate anche, senza chiedere a Me se lo potete fare! E Alaniel stesso ha prodotto il ramo dai fiori bianchi. Dove inizia quindi la vostra dipendenza? Dove cessa? – Miei primi, la domanda è un fattore di Potere del Ciclo-Azione! Oh, ascoltate: ‘Un figlio dipende dal Mio Potere solo quando vi tende illegittimamente la mano, oppure quando, nella pura pigrizia, con il mantello dell’umiltà indossato (anche) con falsità, dice: «Senza il Padre non posso nulla!»’.

161. Ascoltate! Ascoltate! Questa Parola ha un significato sacro-ur, e nessun figlio deve in tal modo cercare di coprire i suoi errori, la sua tiepidezza! Infatti, questo si riferisce alla prima parte dell’arco-teso, che conduce dal Centro-ur, all’Opera. Sì, senza il CREATORE, non esiste nessuna Opera! Senza il SACERDOTE, essa non viene santificata! Senza DIO, non ottiene nessuna autonomia; e senza PADRE, nessuno ritorna nell’UR! Tutto questo non è possibile senza di Me, l’eterno-unico e veritiero!

162. Comprendete questo ‘essere senza-di-Me’ come segue: – Nella seconda parte dell’arco-teso, un figlio nato libero può essere molto più vivente senza una guida arbitraria, senza principio di dipendenza; può penetrare molto di più nelle Mie magnificenze, di come se si aggrappasse sempre a Me. Io ho creato tutti i figli dall’indipendenza del Creatore, e loro portano in sé dello spirito dal Mio Spirito. Ora dite: ‘Da dove dovrebbe sorgere la dipendenza, che a Me, in parte ripugna?

163. Deve il Padre, indicare sempre: ‘Voi non siete nulla senza di Me!’? Sarebbe questo, poi, Amore, preso dalla Pazienza e sostenuto su di essa, dato che entrambi hanno l’incoronamento nella Misericordia? Se il principio della dipendenza per i nati liberi rimanesse fino al limite di tempo di ogni Opera, allora esisterebbero due cose creativamente contrarie. Una volta, come ho fatto notare, subentrerebbe l’indebolimento, perché senza tensione né potenziamento, la vita non è vivente. Senza forza di spinta come impulso, tutti i figli morirebbero!

164. Nell’impulso si trova la vera gioia nell’Opera, auto prodotta, anche se la prima volta riesce errata. Preferisco questa, che un ‘affidarsi-soltanto-a-Me’! Questo porta la morte; invece l’altra fornisce ogni possibilità per la propria riuscita. La gioia nell’Opera è un immenso generatore di forza, in cui c’è da conquistare una proprietà dalla Mia Creazione.

165. In secondo luogo, non immediatamente comprensibile, una dipendenza continuamente percettibile può spingere i figli via da Me, perché in conseguenza di questa non è dato nessun adattamento. La rivelazione del Mio-Io morirebbe un po’ alla volta nei loro cuori, e persino il Potere percepito istintivamente come impulso, andrebbe perduto come tramite la morte. Allora è preferibile, anche se inutilmente, un’avversità che almeno tenda a delle azioni.

166. Unicamente, vi ho pre-provveduto! Infatti, quello che ho generato in un involucro di vita, questo vi rimane! La restituzione nelle Notti della Creazione non arresta mai alcuna vita data già individualmente. Non vengono tolte delle sostanze, vi si aggiungono delle nuove. Questo porta le benedizioni delle Mie Notti! Persino in un successivo Ciclo, Uraniel-Urea saranno nuovamente i portatori dell’Ordine, come pure, tutti compariranno nella loro funzione. Quello che ognuno può diventare di più, lo rivelerà l’ulteriore magnificazione degli Anni. Qui è radicato tutto nel Mio proprio Fondamento-di-vita-ur!

167. Per il secondo caso, da Me non pongo invece nessuna condizione. Come altrimenti voglio dimostrare di essere quell’UR dalla Cui pienezza avete già potuto cogliere molto? Dove rimarrebbe la perfezione della vita, palesata, indifferentemente se dapprima l’avessi esternata da Me oppure impressa direttamente all’Opera?

168. Voi domandate giustamente: ‘Se non possono accadere entrambe le cose, perché – o UR – ne hai parlato?’. – Figli Miei, il non-accaduto, nel primo senso è posto sul Mio Potere, e solo dopo sull’Opera! Là, l’arco-teso agisce già reciprocamente, perché ho deposto nell’Opera-Cosmo il microcosmo nei particolari, come anche in un macrocosmo. Ogni figlio può ricevere quell’alta facoltà, nella cui conseguenza può raggiungere l’alta meta della perfezione anche senza la continua Guida del potere. Allora la Guida della grazia è un’altra faccenda.

169. Se la libera volontà diventasse la Legge del predominio, allora sorgerebbe poi un’avversione contro le Mie condizioni, e per giunta, la pre-menzionata umiltà condurrebbe alla più pura pigrizia dell’anima. Quanto sbagliato sarebbe il predominio della libera volontà, tanto sbagliata sarebbe anche quell’umiltà che scambierebbe la giusta dipendenza con la sottomissione.

170. In tal modo sarebbe facile riflettersi come umile e lasciare a Me la guida, insieme all’unica responsabilità, e in più, provocarMi: ‘Tanto, sei Tu che mi hai guidato. Io ero impotente contro la Tua Volontà! Guarda che cosa sono diventato!’. – Questa sarebbe una scarsa resa dei conti! Secondo la Creazione la responsabilità non corrisponderebbe naturalmente in nessun caso ad una libera volontà usata contro l’Ordine.

171. E’ invece un sacro dato di fatto che, proprio il secondo-Fondamento, rende possibile, grazie allo spirito ricevuto, di assumere responsabilmente il dovere della Creazione, da cui poi, un piccolo microbo-figlio può diventare un macro. Da ciò l’Arco-teso viene guidato dal figlio nel pieno macrocosmo, nel Centro-originario! – La vera umiltà, come ‘specifica fondamentale della Pazienza’, pone invece l’eterna ricca appartenenza, a una dipendenza avversa a Me. 

172. Qui avete in voi il vero riflesso del Mio IO-ur santissimo. La sensazione d’appartenenza che rende eternamente felici, non lascia spazio a nessun altro pensiero che a quello che un figlio, attraverso la sua parte di spirito, vuole elevare l’anima a Me, libera e pura, e ritornare a Me nel grembo-ur nel libero collegamento. In tutta la libera formazione riposa la consapevolezza di forza oltremodo magnifica della propria personalità.

173. Questo perfezionamento è davvero da raggiungere gradualmente. Tuttavia voi stessi avete dimostrato che Io non pretendo nessun dare e avere impossibile. Dal Pensiero e dalla Parola sorse l’Azione perfetta. «La Mia Opera è buona!» Se è così, allora riflettete: proprio in questo siete le Mie immagini. L’adeguamento a Me, a prescindere quello del Mio Io-ur, del Creatore, può essere perfetto. La Guida attraverso il Mio principio creativo, non procura assolutamente nessun incatenamento. Infatti sarebbe contrario alla Creazione, se rendessi non-libere le creature per il fatto che le ho create. In questo modo non verrebbe mai un Giorno dell’Amore!

174. Dalla Fonte della Notte Io nutro (sia) le Opere che vivono inconsapevolmente attraverso il Mio Potere, (sia) quelle che vivono consapevolmente attraverso le Mie Caratteristiche. Da ciò giunge ai figli così tanto del Mio Io, che grazie a questo possono raggiungere anche da sé, nella libera appartenenza, il perfezionamento dell’Opera sotto il giusto utilizzo del proprio impulso della volontà. – Ricordatevi quando nel terzo Giorno davanti alla casa di Zuriel (cap. 3,126) non potevate quasi più sopportare il Mio Sole. Allora avevate fatto il primo passo allo stadio ora accennato, e nella conoscenza del Mio ammaestramento otteneste la vostra più bella gioia creativa, come Io giunsi al Mio ben meritato giubilo di Creatore.

175. Ora comprendete già meglio le Mie parole del Mattino sull’indipendenza, e quindi vogliamo vedere fino a che punto potete creare qualcosa autonomamente in modo giusto secondo l’Opera che è da descrivere come ‘Vita’. Nella continuazione dell’Anno-Azione-ur non si ha bisogno di essere liberamente consapevoli, è sufficiente diventare delle creature, tuttavia si vedrà quanto opportunamente tali esseri viventi siano da inserire nella nostra più bella Opera del Giorno. La gioia su ciò è anche una riserva di forza, dalla quale le Opere – edificandosi anche reciprocamente – si perfezionano.

176. Ora però guardiamo fuori all’aperto, perché l’Opera della Pazienza – come ancora qualche altra – avrà solo in casi eccezionali la sua dimora nelle case consacrate. Mio principe-angelo, ricevi la benedizione della Pazienza per il tuo operare!”

- UR si alza benedicendo, ed Alaniel-Madenia che stanno in ginocchio dinanzi all’altare, ringraziano ad alta voce.

177. Alaniel, concludendo, dice: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero, buon Dio della Pazienza e dell’Amore! Tu hai piantato il mio ramo fiorito sul focolare dell’altare della mia casa. Ora attraverso la Tua parola anche i nostri cuori hanno ricevuto il loro porta-innesto in mezzo al Tuo Cuore-ur fondamentalmente sacro. Perciò troviamo la forza per tutto l’operare e il creare nel ricco suolo coltivabile del Tuo Essere. Quindi creiamo da noi, e comunque anche da Te, perché soltanto Tu nutri i figli.

178. Noi prendiamo il Tuo onni-imponente Arco-teso per il libero lavoro, ma lo piantiamo anche pienamente, di ritorno a Te, o Dio-Padre. Pertanto, voglio cominciare e completare l’Opera del Giorno su Tuo ‘incarico divino’ e creare della vita dalla vita dell’Opera. Tua è ogni vita, Tua anche la creazione della Pazienza! Noi Ti glorifichiamo e Ti magnifichiamo, Ti onoriamo e Ti adoriamo; a Te, l’eterno SANTO!”

179. Tutti i primi s’intonano, e lo Spazio riecheggia del canto di lode. Loro seguono UR che precede e che li conduce al vicino boschetto. Là si siedono su panche di muschio, UR molto vicino in mezzo a loro. Quale gioia, quale silenzioso ringraziamento viene dato a LUI.

180. Gli sguardi si posano speranzosi su di Lui, a volte anche su Alaniel-Madenia. Potranno creare della vita, dalla vita dell’Opera? Nelle alte cime un vento canta la sua melodia: l’adorazione dell’Onnipotenza! Non soltanto l’Opera creata adora nella calma solenne, bensì anche i figli chinano profondamente il loro cuore. Per questo vengono abbondantemente graziati. Nel dialogo, che non ha bisogno di nessun suono, sentono l’amorevole voce del Padre. Sono degli intervalli, un respirare spirituale per una nuova attività.

181. Ora l’Onnisanto dice: “Figli Miei, al Mattino della Sapienza vi ho accennato alcune parti dell’Opera-parziale che sono certamente visibili, ma servono più alla rispondenza. La rispondenza è ottenibile in ogni istante per lo scopo. Allora avete potuto cogliere le indicazioni se potesse succedere un ravvicinamento e l’adeguamento dei due Portatori del fondamento, oppure magari un duplice predominio, perché la vera decisione non era ancora stata pronunciata.

182. Sì, la preservazione nella misura più alta e il suo utilizzo più grande possibile procura la vittoria dall’azione. Senza la lotta di uguagliamento dei due Poteri, la Mia pre-pensata meta-ur non viene raggiunta! Di fatto, sia inoltre notato: una lotta di uguagliamento non conosce originariamente nessuna contrapposizione, altrimenti dovrebbe essere stata in Me in una sostanza-ur! Questo, non è eternamente il caso!

183. Oh, (proprio) no, figli Miei! Persino le Mie lotte-ur sono state esclusivamente degli armoniosi raggiungimenti verso l’Unità! Tuttavia, al Mattino dopo la quadruplice Creazione, quando la Mia meravigliosa Opera-Figlio è diventata mentale, è successo quanto segue: – Per la stessa ho messo nel pienissimo libero conto la possibilità della predetta lotta-uguagliatrice! In seguito alla Mia indole, il divenente e il divenuto stanno assolutamente in primo piano, cosicché la Mia Opera-Figlio deve sostenere la sua lotta allo stesso modo di come Io ho combattuto la Mia. Questo è voluto dall’origine e porta alla migliore meta. Anche in ciò esiste il pienissimo utilizzo della libera volontà, tuttavia, secondo le condizioni giustamente poste per la Creazione!

184. La liberissima possibilità pretende un campo di gioco ampiamente circoscritto che deve tenere il passo con il procedere dell’insegnamento dato. Dipende però più da voi, di portare a un comune denominatore il Mio insegnamento e la vostra libera attività. Quando ho detto che qualcosa creata serve come rispondenza, allora non ho affatto detto che sarebbe priva di realtà. In verità, nulla è così reale come lo spirituale e un’immagine di rispondenza! Quello che magari sorge una volta da un predominio e viene considerato realisticamente da ciò che gli serve, è sottoposto ad una quasi totale dissoluzione nella sostanza-ur, per assumere una posizione rispetto all’Ordine solo in altre sequenze del Tempo-Anno.

185. La sostanza spirituale come la possedete voi, rimane in sé consolidata, anche generalmente nel cambiamento della probabilità. Il suo scopo in sé risiede particolarmente nell’amministrazione della Grazia per i figli. Tutte le altre creature, soprattutto le formazioni, sono delle rispondenze serventi, anche nell’alta realtà, come p.es. dei soli come donatori di luce e vita.

186. Consideriamo come esempio i quattro alberi presso i pozzi. Somigliano a tutti gli altri alberi della loro specie. Nonostante ciò, avete già notato che – sebbene in seconda successione – corrispondono alla Mia quadruplice Entità. Ebbene, nonostante il fatto reale, non potete dire che fossero un fantasma. Voi gustate in effetti i loro frutti, e questi si possono sentire toccandoli e si possono vedere come le Mie mani con cui vi guido benedicendo.

187. Da ciò l’insegnamento: tutto quello che voi fate, cari figli, lo potete e dovete prendere dal Mio Essere, perché così diventa un originario scopo dell’Opera, che nella sacra rispondenza è realismo, persino quando delle singole opere sperimenteranno la loro dissoluzione per via di una conseguenza. La sostanza spirituale non viene assolutamente dissolta, al contrario, la trasformazione genera dei perfezionamenti accresciuti. Il valore dell’esistenza in una o in molte forme, rimane sussistente. Anche un pensierio è in sé ‘sostanza di una realtà’. La sua trasformazione può avvenire tante volte, quante volte è da allacciare al generale avanzamento di un’intera Opera.

188. Il secondo gradino principale è la parola, la quale deve pure essere esaltata nel processo di perfezionamento. L’azione è ancora molto di più sottoposta alla trasformazione. Qui ai figli si dischiudono delle possibilità qausi insospettate per impiegare le loro azioni nella grande rispondenza salvifica, finché da ciò risulterà la conseguenza nella meta. Tutto questo è da attingere da Me e porta il valore dell’eterna realtà spirituale. – Il tuo lavoro, principe di questo Giorno, ve lo insegna; e le sue rispondenze allo scopo si manifesteranno sempre più chiaramente nei Giorni seguenti. Pertanto, crea la vita dall’opera della vita per il Regno Mio e, con ciò, vostro!

189. Che cosa significa ‘creare la vita’? Non regna già ovunque la vita più sublime? Ogni sole percorre la sua via, l’acqua fluisce e negli alberi sussurra un soave vento. Tutto è in movimento, tutto è perfetto. Oppure? Tutti questi movimenti sono saldamente ordinati. Solamente UR e i Suoi figli si muovono liberamente! E qui – in ciò – giace il vero senso della vita. Questa è una grande differenza!

190. Qui c’è la pensante-vita; là quella guidata-vita. Non potrebbe sorgere una vita intermedia, ben guidata, e senza pensare autonomamente, e nondimeno, essere in una certa libertà impulsiva? Da ciò, non dovrebbe formarsi un ponte che un giorno renda percorribile una probabile redenzione? Non è stato veramente questo, in tutti gli insegnamenti, che il portatore della Pazienza ha ricevuto?”

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5/10 – Tramite Alaniel, animali di ogni specie procedono in tutta la Creazione

191. Alaniel-Madenia precedono fino a metà del boschetto. Dagli occhi di UR irrompe un pieno raggio; è come una luce che inonda il principe-angelo. Anche dal Sole-ur penetrano interi fasci di raggi. Allora il dominante del Giorno vede in sé nuove immagini, esse indicano una meta che si può raggiungere su due vie fondamentalmente diverse. Il principe alza le mani.

192. UR gli va incontro e dice: “Una via, è perfezionare con UR la meta della salvezza attraverso l’amore del figlio; l’altra via, è perfezionare la stessa meta attraverso l’Amore del sacrificio! Dall’alta Pazienza viene generato il Figlio del sacrificio che avrà da nascere nel sacro Amore! Anche qui c’è il possibile perfezionamento attraverso la magnificenza della luce dei sette raggi della Vita fondamentale! Anche nel predominio di una volontà ingiusta, la Pazienza deve sollevare ogni figlio, anche quello caduto nell’abisso, verso la Misericordia del Padre. L’Opera più sacra di UR, deve compiersi!

193. Io, la Pazienza, sono eternamente Lo stesso Garante per ogni sacrificio! Per questo essa diventa un simbolo della propria vita dalla Pazienza e dall’Amore, e il suo colore sia il bianco, come la Misericordia. Io voglio che sia! Risvegliati alla vita, Pensiero Mio!”

- Le mani di Alaniel e di Madenia formano la loro Opera, allorché adesso si forma davanti a loro una nuvoletta bianca nebbiosa. Presto emerge una vita, e dinanzi ai primi, stupiti, sta un agnello bianco!

194. Lui sta là tranquillo, ma presto corre verso UR e si appoggia a Lui. Con sentimenti indefinibili osservano quel Volto nel quale, nonostante qualche parola seria, anzi anche severa, Si è rivelata sempre la più somma Bontà. – Come contempla il Santo, quell’essere vivente! Così profondamente serio non Lo hanno mai visto. Ad un tratto anche loro vorrebbero rifugiarsi vicino a Lui, ma qualcosa di sconosciuto li trattiene. Il principe del Giorno ha creato qualcosa di triste? Negli occhi di UR brillano delle lacrime che cadono sulla testolina bianca, in un modo che la creatura emette una voce quasi lamentosa!

195. Allora spezzano la barriera, si inginocchiano schierati strettamente intorno ad UR e tendono le loro mani; questa volta non più per ricevere, bensì per dare. E’ il primo libero inizio dei figli-ur nei confronti del Padre-UR. Certamente al Mattino erano inoltre proceduti già di un passo per questo, ma allora non c’era ancora nessun pensiero in un’azione di sacrificio in primo piano come ora.

196. Con le loro capacità vogliono aiutare il Padre; è la forza del desiderio affinché Egli non sia di nuovo mai più così colmo di tristezza. Ma loro, sanno che cosa sarà più tardi? No! Accarezzano l’agnello, che ha gli stessi misteriosi occhi soavi, scuri, come UR. L’agnello prende confidenza. I primi non sospettano che una bonaria dipendenza toglie da loro il peso percepito così amaramente. Il gentile buon sorriso di UR risplende di nuovo, in modo che presto regna vera gioia.

197. Sorge ancora un secondo agnello e molti altri animali gentili, grandi e piccoli, che possono saltare sul suolo, volteggiare magnificamente nell’aria e nuotare nell’acqua, ma ognuno da se stesso prende prima la via verso UR. UR mette benedicendo le Sue mani su tutto ciò che striscia e vola. Ogni creatura ringrazia con la sua voce; non ve n’è uno che non ne abbia una, bassa o alta.

198. UR và presso l’acqua e benedice ciò che vi è dentro. I figli parlano con gli animali, come UR li chiama, loro li coordinano secondo la loro specie e danno loro dei nomi. I primi quattro principi guardano ai loro soli. Chissà se tutto questo vive là anche così? UR sorride dolcemente, e la gentilezza irradia il Suo buon volto.

199. Egli dice: “Non preoccupatevi voi primi, il maestro del cielo di tutte le creature non ha provveduto soltanto i suoi soli, bensì anche a tutti i corpi celesti non appena sono previsti per l’accoglienza di una vita, e ovunque è sorta una coppia di ogni specie. Si moltiplicheranno da sé, benché siano senza una vita liberamente cosciente e dotati di una ragione subordinata. Vedete già, essi prendono il loro nutrimento, si muovono secondo il loro istinto che dà loro quella libertà creativa che ogni vita deve avere, ma dipendono comunque dalla Mia Onnipotenza.

200. Il loro vero scopo è per la vostra gioia, contemporaneamente è una prova anticipata per la vita da generare più tardi. Se si dovesse arrivare al predominio della libera volontà, allora si aggiungerà tuttavia un secondo scopo, ma questo ve lo insegnerà meglio il tempo”.

201. Dopo che si è esaurita la grande riconoscente letizia, Alaniel domanda: “Amorevolissimo Padre-UR, Ti preghiamo, spiegacelo. Hai chiamato la mia opera, complessivamente, ‘creatura’. Ora comprendiamo la differenza tra ‘creato’ e ‘nato’, ma hai anche detto che proprio l’agnello e la colomba portano in sé qualcosa dalla Pazienza e dall’Amore. Anche per gli altri animali hai indicato qualcuna delle Tue alte Caratteristiche come essenziale possesso. Com’è creato l’interiore degli animali? Tu hai trasferito su di noi i santi-maestosi raggi che per noi rimarranno per sempre inafferrabili. Com’è da intendere questo?”

202. UR risponde: “Mio Alaniel, hai ben scoperto la traccia del Mio eterno creare. Ti lodo, soprattutto perché vuoi ricevere e completare la tua Opera. Ascolta! Naturalmente, la creatura non porta in sé le Caratteristiche, esse procedono solamente. Quando fate qualcosa, allora fatevi guidare da pensieri che hanno un senso e uno scopo; gli animali lo fanno invece per via di un sentimento puramente creativo, che serve per il loro piccolo benessere. Voi non prenderete (più) nessun frutto, senza pensare al Mio ‘cibo-Parola’; quindi, la realtà interiore è al di sopra di quella esteriore. Invece negli animali la realtà esteriore è la legge della loro vita.

203. Tu hai pensato alle caratteristiche degli animali. Hai quasi ragione. Io ho parlato delle dodici irradiazioni fondamentali, ma persino queste non sono veramente considerate. Certamente, parecchie sono create in una forma condizionata. Considerate che ora tutto riposa nella Mia vita, e anche la creatura ha ricevuto la sua esistenza dalla Vita, come Io ho comandato: ‘Crea la Vita dalla vita dell’Opera!’, allora nessun animale può fare a meno di questa sua potenza di base. Ciascuno viene dominato da una tale influenza in modo determinativo: l’agnello dalla mansuetudine, la colomba dalla purezza, altri dalla fedeltà, altri grandi dal coraggio. Lo scoprirete ancora da voi stessi.

204. Tuttavia, il pensiero non è (ancora abbastanza) maturo affinché il puramente creato possa ottenere un giorno un’esistenza da ‘figlio’. Io ho abbastanza dei potenti Pensieri, Mio Alaniel, e non puoi nemmeno calcolare i cicli che sono da popolare con le moltitudini di figli dotati di sublimi talenti. Il pensiero della forza-vitale rimane differente tra ciò che è nato e ciò che è creato! Quest’ultimo è un’opera aggiunta, che serve ai Miei figli come insegnamento per il progresso, come anche per la loro felicità e gioia.

205. Certamente la creatura – già per quanto riguarda la meta del perfezionamento – continuerà a svilupparsi. Il come, non lo puoi sapere. La sostanza di base della creatura viene dissolta alla fine di ogni Anno. Quello che ne lascia sorgere la notte di un Anno, Alaniel, ne faccio ora soltanto un accenno, poiché ricorda: tutto è vita! Perciò richiede poco dispendio per trasformare la sostanza di base in un’esistenza liberamente consapevole.

206. La creatura ha in sé delle sostanze altamente sviluppate, soprattutto perché ho creato un cuore del tutto dedito a Me. Quindi è molto vicina alla luce nonostante la forza vitale non-libera, ed è una delicata rispondenza spirituale. Nel secondo caso dello sviluppo gli animali sarebbero appena poco più che forze istintive. Dal loro genere di istinti animici le specifiche della vita troverebbero l’impiego per la costruzione di forme esteriori, in cui dei figli caduti sperimenterebbero un’incarnazione di liberazione transitoria. Su una tale via può anche avvenire un percorso di sacrificio. Tuttavia la sostanza principale delle forme d’incarnazione per i caduti e per i Portatori del sacrificio verrebbe presa dall’Esistenza-ur sulla Via segreta del Creatore. Su questo non c’è ancora nulla da dire, non riguarderebbe mai il Regno della luce.

207. Assistete bene gli animali. Le loro piccole anime percepiscono fortemente la cura amorevole di cui hanno bisogno, poiché oltre alla gioia sono diventati un bene d’insegnamento per il reciproco servizio. La Mia onnipotenza provvederà poi ad una benedizione speciale.

208. Tutti gli animali ricevono qualcosa, cioè la sensazione di gratitudine come benedizione equilibratrice per la loro vita subordinata. Più tardi fate una prova. Non appena li considererete secondariamente, presto vi sfuggiranno. Parlate con loro, e nel suono delle vostre parole riconosceranno il grado dell’amore. Dalla gratitudine, ancor più dal suo nutrimento che consiste nella cura e nell’amore, le sostanze di forza più adatte si lasceranno formare da loro nella prestabilita Notte-ur, la base per una nuova sostanza di vita. Perciò provvedete affinché ci sia molta gratitudine, nella quale si troverà in futuro anche un miracolo d’amore.

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5/11 - Alla ricerca del sole di Sadhana

209. Ora è compiuta la bella opera della Pazienza e possiamo rivolgerci ad un altro lavoro che attende Me e voi. Il sole di Sadhana ha quasi completato la sua prima corsa intorno al centro-originario, e allora incamminiamoci per trovarlo. Se però sarà così semplice arrivare fino alla settima Sfera nell’ultimo anello, è una questione a parte. Tuttavia, adesso, per quale ragione abbiamo un bravo maestro dell’ordine del cielo? Lui è certamente la migliore guida!”. UR si rivolge al Suo primo principe: “Coraggio, Uraniel-Urea, andate avanti attraverso il labirinto delle luci e trovate il sole di Sadhana!”

210. Con benevolenza regale, UR consegna al primo un bastone. Sadhana e gli angeli guardano Uraniel-Urea. Sarà possibile eseguire il comando di UR? Com’è possibile intendere l’invito? Come sono da afferrare qui, l’umiltà e l’indipendenza? Oh, non è affatto secondario quello che UR fa nella luce, al contrario! – La prova di resistenza del reciproco Arco-teso li investe con abbastanza veemenza

211. Uraniel ha colto il bastone, ma cammina pensieroso accanto ad UR sulla collina del Sole. Sta riflettendo, e nessuno lo disturba. Finalmente si rivolge con riverenza a UR e dice: “Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero! Oh, guarda, sono uno dei Tuoi primi, so del Tuo Spirito in noi, del respiro vitale della nostra anima, e che Tu sei un eterno-buon Padre per noi figli. Non dovremmo, quindi, essere capaci del perfezionamento più alto possibile, dato che proveniamo dalla Tua perfezione-ur? Sì, è un’alta chiamata che l’Ordine deve condurre attraverso l’opera della Serietà.

212. Se Tu, mio UR, avessi chiamato qui l’Ordine, io avrei preceduto volentieri con il Tuo bastone, ma percepisco la Tua benevola educazione, la quale non è possibile senza prove. Così dobbiamo metterci alla prova come Tu lo hai anche previsto magnificamente. Perciò riprendi il bastone; dobbiamo dapprima imparare le vie della Tua eterna Legge. Quando ci avrai guidato e mi darai nuovamente l’incarico, allora precederò con gioia davanti a Te per preparare la via del Tuo Ordine”.

213. “La tua umiltà e conoscenza danno al Mio Arco-teso un saldo fondamento poiché hai accettato la Mia condizione. Per questo hai raccolto la tua ricompensa, e questa consiste nel fatto che ti tendo il bastone una seconda volta. Hai superato bene la prova. Magari ti prendi un compagno che, camminando con te, condivida la punta”. UR indica il gruppo che Lo circonda, speranzoso.

214. Uraniel ha imparato dal suo Maestro della vita, perché anche Sul suo volto giace un caro sorriso?Gli dice: “Mi hai permesso di scegliere uno che condivida con me la punta, oppure, …io con LUI! Dunque…, la mia scelta è caduta su di TE, mio UR! Se non ci fossi Tu, allora pregherei di guidare interiormente e nell’esteriore uno dei miei fratelli, ma dato che TU sei con noi, ritengo che la cosa migliore, sia interiormente come anche esteriormente, che sia Tu il mio Accompagnatore! Accetta la mia scelta, e sii lodato per questo per tutta l’eternità!”

215. Ancora una volta delle lacrime devono inumidire i santi Occhi? Certo, diverse da allora, quando l’agnello simbolico è corso verso il futuro Agnello del sacrificio. Sì! Ma il Volto è luminoso. UR stringe forte al cuore il Suo primo, il cui grande amore ha scelto lo stato dell’umiltà. I figli hanno nuovamente mostrato che l’Opera raggiungerà la sua meta. Mettere una facoltà sotto la guida di UR, è la più alta manifestazione del libero arbitrio. Egli vede la ricca conseguenza e, senza parlare, benedice la Sua schiera.

216. Ai Suoi due lati camminano Uraniel e Urea, gli altri seguono. Quali prodigi si aprono! Loro visitano molti soli, eseguono delle azioni per mettere in ordine, e le magnificenze aumentano.

- UR indica Muriel, sorridendo quando i primi Lo circondano lodando, ma prima che Egli dica qualcosa, interviene Muriel con riverenza:

217. “O Onnipotente, Ti prego, non dire: ‘il Mio maestro del cielo ha acceso le luci!’. Noi conosciamo la Tua maestà in questi meravigliosi maestosi prodigi. Hai certamente messo nelle nostre mani il divenire, ma queste erano del tutto racchiuse nelle Mani dell’onnipotenza. Oh, lascia che noi abbiamo la sensazione di appartenenza a Te nella consapevolezza filiale su questa più bella via della Creazione. Sii unicamente UR così come Lo sei! Considera in questo, il nostro amore per Te. Però, se ora dobbiamo anche essere i co-portatori, allora poni il nostro dominante del Giorno (la Pazienza-Alaniel) in prima fila.

218. Dacci il tempo di assorbire in noi l’alta gioia della rivelazione sul Tuo potere, forza, autorità e vigore, allora in essa accenderemo la gioia per Te per la gioia del Creatore, la quale deve splendere più luminosa di come splende uno di questi soli. Così – credo – ci formeremo a giusti co-portatori su una via dell’amore e della grazia. Per questo donaci la Tua benedizione dalla Tua magnifica terza camera del cuore, di Dio, poiché ci manca certamente di essere contemporaneamente, i portatori della gioia e del lavoro. La letizia del Tuo fasto regale quasi ci schiaccia. Accetta il ringraziamento per la gioia, o Padre-UR; non ho altre parole da dire, perché Tu guardi il fondo del nostro cuore dall’elevatezza del Tuo Cielo”.

219. “Muriel, il tuo ringraziamento fa a fara con quello dell’Opera della Creazione”. Lo sguardo del Santo cade amorevole sui Suoi angeli. “Allora, per risposta, devi avere un ringraziamento, perché il ringraziamento e l’amore si valgono reciprocamente. Devi essere tu a dare dei nomi ai vostri sette soli, perché sono una grande Opera destinata al sacro servizio dell’Ordine. Dinanzi a noi c’è una lunga via, e puoi studiare diligentemente con Pargoa come trovare dei bei nomi per la gioia dei tuoi fratelli di luce. Esercita però anche la pazienza, finché sarà venuto il giusto tempo”.

- I figli Lo ringraziano rallegrandosi.

220. Allora Sadhana domanda: “Dio e Padre amorevole, Santo, presto arriveremo al mio splendido sole che Mi hai preparato con grande Bontà. Può avere anch’esso un nome, essere parte della mia grande opera?”. La richiesta è infantile.

- UR mette il Suo braccio intorno alla sua spalla e, sostenuta così da Lui, lei percorre il resto della via attraverso il Cosmo, finché non si trovano su un alto monte del suo sole, da dove si può vedere tutta la magnificenza del campo di luce. Delle enormi pietre coperte di muschio formano un trono, e altre sedie, ordinate come nel Santuario, dove vi prendono posto.

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5/12 - Mahapatra, il monte della rivelazione di Dio

221. UR dice: “Mia Sadhana, per te comincia un tratto di vita nel quale devi dimostrare la tua facoltà da tutti i Doni, perciò le Mie parole sono particolarmente rivolte a te. Mi hai chiesto questo sole e il Mio Amore non poteva lasciarti dietro ai Miei principi. Mi hai posto qualche difficile domanda sulla Creazione e ti ho sempre risposto come spettava alla Mia prima figlia amatissima.

222. Ti ho chiamato con ragione la ‘figlia della Creazione-ur’, il Mio negativo santificato, l’eco del Mio cuore, in cui Io vedo tutte le Mie Opere! Al Mattino di questo Giorno ti era nota la grande meta, di conseguenza non era necessaria la richiesta per una singola opera. Tu hai certamente percepito la piena grazia, cioè che ogni divenire giace nelle tue mani.

223. Ti amo molto, Mia Sadhana, perché in ciò vive anche l’amore per il creare. Perciò ho accolto la tua richiesta nel Mio lavoro di Creatore, per te, ora, ovviamente, per l’affermazione personale, soprattutto al confine esterno dello spazio del Sole. Quindi sei molto lontana da Me. Se però porterai saldamente l’immagine della Mia essenzialità nel tuo cuore, allora avrai respinto giustamente e veramente l’Arco-teso. Quando ciò accadrà, questo sole sarà la Mia-proprietà fondamentale, e per questo potrai sorvegliare il tesoro della corona, il gioiello della Mia casa, dopo il termine del tempo di prova.

224. Nomino questo monte sul quale ci troviamo, come luogo della Mia rivelazione: si chiami ‘Mahapatra’. Recati sempre sulla sua altura consacrata, figlia Mia, quando hai bisogno di un consiglio e quando ti verrà nostalgia di ritornare nel Santuario. Di fronte, su quel monte che ha un terzo dell’Altezza di questo Mahapatra, edifica la tua casa”. UR indica un monte che mostra i suoi contorni luminosi, circonfuso dallo splendore proprio del Sole e dalla luce donata dall’universo.

225. “Guarda, ora puoi creare tutto un’altra volta: casa e pozzo, alberi, stelle e animali, ma svolgi tutto nella stessa sequenza dell’Ordine come hanno fatto i principi-angeli, poiché così s’inserisce nella Mia volontà-ur come se lo avessi deciso nel Principio. Se ti riesce questo, Sadhana, allora avrai reso davvero più ricco il Mio Anno-Azione-ur di una ‘grande Opera’ ed hai dimostrato di essere la ‘privilegiata’.

226. Anche voi principi avete ora sui vostri soli un monte uguale. Più avanti, dei figli saranno dapprima da educare in una casa, invece di condurli in cima al monte della rivelazione, da portare là solo quando sono maturi di contemplare Me. Osservate in questo il giusto Ordine, e i Giorni insegneranno pure il perché deve succedere questo, così”.

227. Questo ammonimento pesa assai duro. Specialmente Sadhana percepisce che il (suo) sole non era nel piano del Creatore, (ma) soltanto il profondo Amore ha giustificato quest’Opera. Allora si promette solennemente di rimanere fedele e prendere a cuore tutte le parole. La sua bocca tace, ma gli occhi esprimono ciò che colma del tutto il suo essere. UR posa la sua destra benedicendo sul capo umilmente chino. – Tuttavaia ‘l’Azione’ continua a muovere il Giorno.

- Zuriel domanda se sui loro soli i monti così impostati possono chiamarsi pure ‘Mahapatra’.

- UR risponde: “Mio Zuriel, ogni monte della luce e della rivelazione deve chiamarsi Mahapatra, come Io ho un unico nome: UR! ‘IMANUEL’ sorse certamente dall’adorazione santificata, e nel Creatore, nel Sacerdote, in Dio e nel Padre riposa il simbolo del Nome. Se ne includeranno ancora altri, ma anche questi avranno la loro radice in ‘UR’, come pure il nome del ‘Portatore di sacrificio’ non appena una svolta lo richiederà. Anche se il suo Nome salvifico rimarrà eternamente un simbolo del sacrificio, il suo fondamento si trova nel nome UR, da cui verrà il Portatore del Sacrificio! – Pertanto, anche ‘Mahapatra’ vale per tutti i monti della rivelazione, in particolare per quelli nei cuori dei figli dove vengo adorato nello spirito e nella verità!

228. Tuttavia c’è differenza tra la giustificazione auto-conquistata e quella della Mia bontà e grazia. È giustificato ciò che i figli formano bene senza la Mia diretta guida? Solo ciò che avviene con essa viene giustificato! Sotto quest’ultimo ricade ciò che viene creato ugualmente da qualcuno, ciò che non era originariamente nel piano della Creazione. Anche qui due diversità: – Per ciò che sorge da una conoscenza insufficiente, basta il Mio intervento nell’Opera per rendere buono ciò che è immaturo; ma per il formare arbitrariamente contro la Legge dell’Ordine…”, la Voce di UR diventa ancora una volta duramente severa, “…devono essere introdotte delle grandi vie di grazia, sulle quali starà poi l’intero corso del SACRIFICIO! Tali vie devono essere fiancheggiate dalla Misericordia!

229. Ora andiamo a visitare il bel sole. Sadhana deve costruire la sua casa, prima che noi altri ritorniamo al Centro-ur. Sì, Mia Sadhana, anche se in modo invisibile, Io sono comunque sempre con te, ma sul Mahapatra Mi potrai vedere sempre”.

- Si svolge tutto, e il ringraziamento della prima figlia davanti all’altare del suo proprio focolare, il cui fuoco l’ha attizzato e santificato UR, sorvola di molto ogni ringraziamento avuto finora.

230. Quando UR, dopo la visita e la creazione (delle altre cose), benedice di nuovo Sua figlia su Mahapatra per lasciarla indietro sul sole desiderato, tutti si sentono all’improvviso come staccati da Lui. Si avvicina una grave decisione. – Dovrebbe UR, il Donatore di ogni vita, non poter rivelare nessuna indicazione, senza governare la libera volontà? – Ma non è ancora prevedibile se delle sante Mani aiuteranno a guidare un figlio alla sua vera destinazione. – UR è seduto là sull’enorme trono che la formazione più magnifica di tutte fece sorgere per il suo Creatore, e il Sole stesso divenne lo sgabello dei Suoi piedi. Ed anche ai Suoi piedi stanno ora seduti i figli in silenzio. Dal Cosmo affluisce un maestoso silenzio come se ascoltasse ciò che si sta svolgendo.

231. Allora UR interrompe questo meraviglioso silenzio; affettuosamente tiene Sua figlia stretta a Sé e dice: “Mia amabile Sadhana, quello che è sorto, grava pesantemente sul tuo cuore. Voglio aiutarti, altrimenti non potrai rimanere da sola sul tuo sole. Rallegrati della bellissima opera che il Mio Amore ha creato per te, ma una buona sua parte sorse dalla tua dedizione a Me, la quale ha reso possibile l’inserimento della (tua) formazione di luce nel Mio piano dell’Ordine della Creazione, e (più) avanti spiccherà ancora qualcosa di buono.

232. Quando hai sospettato il senso del nome MAHAPATRA, per diligenza, amore, fedeltà ed obbedienza, volevi trasformare l’intero sole in un Mahapatra. Questo può riuscire, poiché il monte serve come rispondenza e lui stesso non sarà mai sacro, però può essere santificato allo scopo di una rivelazione particolare. Finché Mi rivelo ad un figlio nel suo luogo, su ciò riposa il barlume della Mia santità!

233. Se Mi rivelo in luoghi santificati, come nel Mio Santuario, allora l’Opera ha da essere sottomessa a Me; anche i Miei figli! Sì, allora la Mia forza-ur regna come condizione, cosa che si deve mostrare sia nell’interiore come anche nell’esteriore! Adesso dà un nome al sole, Sadhana, e fanne un ‘Mahapatra santificato’ nella libera obbedienza, e sarai benedetta come la più somma incoronazione ad un figlio”.

- Anche UR viene ricompensato. Sadhana l’abbraccia nella più vera appartenenza a Lui, e da lei fluiscono delle parole di grande gratitudine e amore. Vuole essere figlia, nient’altro! Nella sua adorazione si inchinano persino gli angeli. Lei chiama il suo Sole ‘Ataraus’.

234. “Il Sole della speranza! Porta questo saldamente in tutto il tuo cuore”, dice UR. Solo gli angeli percepiscono la Sua Serietà. “Fa della speranza una forza, per cui non Mi perderai mai, come Io non ti perdo mai!”

- I principi stanno in cerchio intorno a UR e a Sadhana, la quale, inginocchiata, riceve la Sua benedizione. Su di lei scorre un tremore di cui non conosce la causa.

235. Sadhana guarda in su supplicando e dice: “UR, Santo, sii mio Padre in quest’Ora. Mi hai benedetta ed hai santificato il monte, ed io so che vuoi apparire qui nella Tua santità. Le Tue parole sono eternamente vere, come il sommo Ordine nell’espressione della Tua maestosa Volontà eternamente vera ha creato il meraviglioso Anno-Azione-ur. – O Padre, devo, o posso, rimanere qui? Questo è motivato da una Legge-immutabile, oppure mutabile? Per questo, stanno per diritto le Tue condizioni, oppure la mia libera volontà? Vedi, ora ho bisogno della Tua mano!”

- Queste sono delle domande timorose. Se Sadhana deve percorrere la sua via di destinazione, allora UR per adesso non rivelerà nessuna delle due come conseguenza della Legge.

236. “Figlia del Mio Cuore, a te sola spetta la decisione. Voglio educarti come lo spirito a cui è da trasmettere un terzo delle Mie Opere. Perciò è meglio che da Me non ponga nessuna Legge in primo piano. La Mia condizione che Mi sono posto è che in te, alto spirito, si rifletta la Mia Creazione. Ma com’è da osservare la condizione, in quale tempo, con quale impiego di forza e con quale Opera, lo lascio del tutto a te.

237. Non sei obbligata a rimanere, cosa che sarebbe pari al comando; puoi, perché Me lo hai chiesto, vivere fino in fondo le Mie condizioni su un tuo proprio sole. Per questo verrai abbondantemente benedetta fin quando rimarrai fedele alla decisione”.

- Sadhana china profondamente il suo capo. Poi guarda di nuovo in su e dice: “O Padre, quanto sei buono! Voglio rimanere con Te, se sull’Ataraus oppure nella Luce-sacra, decidilo Tu. Però, dalla libera volontà, posso venire di nuovo nell’Onnisantissimo? Posso essere il Tuo seguito con i principi-angeli?”

238. “Certamente, Sadhana…”, maestosi e seri sono la parola e lo sguardo. “…ma per questo devi indicare un motivo che corrisponda ai due Fondamenti. La tua richiesta di rimanere qui l’ho inserita in una condizione sulla via della grazia. Adesso, il tuo desiderio di abbandonare l’Ataraus, sarebbe mutevole.

239. Ho adagiato nella condizione anche la richiesta di un sole. Dovrei togliere di nuovo il tuo desiderio di rimanere qui dalla sequenza dell’Ordine (precedente) e, per questo, inserire il tuo attuale desiderio? Figlia Mia, per tali cambiamenti devo impiegare molta Pazienza. Guidare un’Opera per te eternamente inafferrabile, non significa eseguire semplicemente la Mia Volontà oppure lasciare a tali vie di scambio il loro corso. No! Quello che un figlio vuole ed ha per conseguenza un’azione, deve essere preso ogni volta da un Fondamento (uno dei due) e messo a disposizione all’altro, poiché, non v’è nulla che non sia portato dalla Volontà e dall’Ordine!

240. La Mia Pazienza possiede certamente abbastanza potenza per accontentare i figli, tuttavia la libera volontà, Sadhana, non è come un giocattolo per un bambino! Tutto ciò che vive e diverrà, è collegato con la Legge esistente del diritto per i figli! Il libero arbitrio non deve essere aggravato da manifestazioni di volontà mutabili, per sé, perché questo non rimane senza effetto sul resto della Creazione. Nel libero arbitrio non c’è il desiderio di un cambiamento, perché altrimenti, come Legge, non sarebbe nessun fondamento, senza il quale non è raggiungibile nessun proprio perfezionamento! La Mia Opera prodigiosa, Sadhana, dovrebbe diventare per Me un giocattolo!

Nondimeno, per questo sono troppo santo,

e santa è la Mia Opera!

241. Se alla tua nuova richiesta c’è alla base una Luce dell’Ordine, allora voglio volentieri chiedere consiglio alla Mia Pazienza ed inserire la tua volontà nel piano dell’Opera”.

- I cherubini e i serafini riconoscono l’autorità del cambiamento, che non si riferisce al fatto di rimanere oppure no. Qui viene forgiato ‘un Fondamento’ che più tardi avrà da sostenere l’aggravio più pesante. Come ferrei guardiani della luce, così stanno intorno ad UR e a Sadhana.

242. La dovrebbe colpire un rimprovero? No! Lei si trova nel suo sviluppo della più alta libertà, ed ha parlato l’indicibile Bontà (Dio). Lei combatte bene la sua prima battaglia. Nuovamente solleva il suo bel capo, che aveva nascosto nella veste di UR quando parlava. Supplicando afferra quelle Mani fondamentalmente buone della salvezza, e dice:

243. “Padre mio, abbi pazienza con me. Riconosco che il Giorno richiede la prima prova da me e dai Tuoi angeli. Se devi inserire, ordinandole, le manifestazioni della nostra volontà in decisioni, desideri e richieste piene di cambiamenti nel corso della Tua Opera, ed ammetto che solo così esiste un incoronamento, quindi – o Regnante-UR – ci vuole una Pazienza che superi del tutto la mia capacità di comprensione! Inutile è ogni domanda dove questa inizia e dove un giorno deve finire!

244. Aumenta la Pazienza, o Dio e Padre, santo, e lasciami ritornare di nuovo nell’Onnisantissimo, perché – questo è il vero motivo della mia richiesta – non sono ancora per nulla matura per amministrare da sola un sole. Vicinissima a Te otterrò ciò che ancora mi manca, finché nel futuro possa agire per il Tuo compiacimento.

245. Abbiamo alle spalle già quattro ricchi Giorni pieni di Bontà, o UR, ma questo quinto Giorno è infatti il primo in cui ci hai lasciati dalla Tua mano secondo la libera volontà, considerato che manca quasi tutto, prima di diventare da creature, spiriti liberi, anime ricche e buoni figli-ur. Inoltre, ci manca la pratica per accogliere il Tuo sacro Arco-teso e riportarlo perfettamente nel modo giusto al Centro-ur. Percepiamo ben rabbrividendo il Tuo operare creativo su di noi, il Tuo collegamento che rimane eternamente, ma anche il nostro collegamento con Te deve giungere alla formazione più bella e magnifica, poiché così Ti togliamo il Tuo sacro diritto di proprietà fondamentale, da cui anche noi, dall’Onnisantissimo, come Tuoi eredi alla corona, otteniamo la nostra parte di figli.

246. Io riconosco che per preservarmi devo dapprima lasciare agire pienamente una volta i Tuoi santi raggi di Vita fondamentale su di me nella Tua vicinanza, prima di poter assumere autonomamente un opera. Non voglio mai privarti della Tua ben meritata gioia di Creatore, mio UR, onnisanto. Le Tue stesse mani devono governare nelle Tue Opere.

247. Considera giustificata la mia richiesta nel raggio di luce delle Tue caratteristiche. Nei prossimi due Giorni guidami una volta al Mattino e una volta alla Sera sul mio Ataraus. Per tutto questo, Padre-UR, Ti appartiene il mio cuore e il ringraziamento della mia umiltà per la Tua infinita Pazienza”.

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*

5/13 - “Come il lavoro, cosi la ricompensa!”

248. Questa è stata la miglior decisione del Giorno. Gli angeli ampliano grandemente il loro cerchio. Le loro ali diventano visibili, scintillano argentei nello splendore che irradia con ardore il Mahapatra. – E UR? E Sadhana? Lei sente felice la liberazione del grave peso. Su di loro scende la letizia della Creazione. UR guarda come ringraziando i Suoi primi. Ma UR ha da ringraziare? Oh, loro hanno lottato con e per la prima figlia; loro han potuto lasciar regnare le loro Caratteristiche nell’espressione di volontà come segreta irradiazione. E lo hanno fatto dedicandosi, amando UR! Come portatori delle Caratteristiche accettano lo Sguardo di ringraziamento, e come principi e come figli lo restituiscono umilmente a UR.

249. Il Creatore rialza la Sua creatura, il Padre solleva Suo figlio al cuore e lo porta a casa nell’Onnisantissimo, circondato dai principi di luce, dei benedetti per l’eternità. Arrivati nella luce-santa, prendono posto nei loro seggi, ma si siedono solo dopo che il sommo Sacerdote Melchisedec ha terminato la sua funzione presso il sacro focolare e dopo che si siede sul Suo alto seggio.

250. UR comincia a parlare: “Figli del Mio cuore, il Giorno della Pazienza ha portato ricchi doni, ed avete contribuito con il vostro ad attingere la libera facoltà che era data in accresciuta pienezza. La Sera non è ancora del tutto iniziata ed avete raggiunto la vostra misura della Sera. Ho esaminato te, Sadhana e voi principi nella prima prova; avete ben superato l’esame.

251. La cosa più grave pesa in genere su Sadhana, poiché in lei, accanto alla Mia personale risonanza, riposa anche quella dell’Opera. In ciò siete inclusi tutti voi, anche i figli in divenire, piccoli e grandi. La collaborazione nell’intera Opera pretende molte prove, rispettivamente da ogni parte. Da un obbedienza per costrizione non si raggiunge nessuna libera maturazione; il punto focale dell’obbedienza è nella libera volontà! Se in ciò riconoscete pure le condizioni, allora elaborate da voi stessi la vostra maturità, che ha per conseguenza la maturità di ogni Creazione.

252. Vi ho insegnato durante ogni Giorno della Creazione il Mio Ordine di realizzazione secondo le regole fondamentali; ne dà dimostrazione le vostre prove della libera volontà portate bene al di fuori. Di conseguenza, voi stessi potete stabilire l’obbedienza ed agire continuamente nel senso delle Mie caratteristiche. In tal modo rimane anche l’obbedienza verso di Me, che non costringe a nulla, bensì offre piuttosto un rinsaldamento più forte della volontà, finché da voi stessi avviene ciò che ha previsto la Mia Volontà di costruzione!

253. Allora attraverso le leggi-mutabili sosterrete quelle immutabili, attraverso la libera volontà le condizioni per il vostro diritto. Finora ho fatto un (solo) comandamento: il rispetto del primo albero dei quattro Alberi della vita della Mia santa quadruplice Entità, come Mio diritto-ur. Il non prendere i frutti è il simbolo del rispetto del Mio Potere di Creatore!

254. Quindi il Mio comandamento è: «Io sono UR, l’eterno Onnipotente!». Ho trasferito a voi, ai figli, delle forze del creare; ma ricordate: per quanto grandi siano queste, non possono essere altro che il microbo del Mio Potere-ur! Tendere a quest’ultimo non è consigliabile! Anche in ciò l’obbedienza sta sotto alla Mia condizione-ur!

255. Se un figlio tende esteriormente a quel frutto, allora stende già la sua mano al Mio onnipotere, con cui ha già trasgredito il Mio primo-comandamento! Io sono l’unico UR, e le Mie parti del cuore di Sacerdote, Dio e Padre, non vi hanno ancora dato nessun comandamento. Dunque, chi trasgredisce al comandamento del Creatore dovrà sottomettersi obbligatoriamente nella condizione degli ulteriori comandamenti che si svilupperanno! L’osservanza di questo comandamento assicura la figliolanza, la più sublimemente perfetta che io ho iscritto attraverso la Mia parola data e stabilita nel Testamento nel Mio sacro libro dell’Opera. Nessun figlio dev’essere preoccupato, se e come sono Io il Riscattatore!

256. Vi sia accennato un mistero, ma non domandateMi ‘come mai, o UR?’. Considerate la conseguenza fondamentale della quadruplice Entità e le sette Caratteristiche. Per tutte le opere rimane stabilito così come le hanno create le Mie lotte uguagliatrici. Prima delle lotte-ur era dominante in Me unicamente la Volontà! Se avessi lasciato la stessa al primo posto, quel che Io sono, non sarebbe mai sorta un’Opera libera, poiché la Mia Volontà è universale! Sì, persino per l’Opera-figlio una Legge della libera volontà sarebbe rimasta senza la minima influenza sul divenire e sul suo decorso. La lotta di base fu quella della Volontà contro l’Amore, per essere operante a favore di qust’ultimo! Perciò ho messo l’Ordine davanti alla Volontà ed ho edificato su questo come un Essere ordinante le Opere della Mia Volontà!

257. Così, Io sono diventato – certamente difficile da capire – obbediente a Me stesso, mentre la volontà del Mio Io-ur è passata in secondo piano, per scambiare nel futuro, come PADRE, l’Amore nella Misericordia incoronante. Io ho sacrificato in anticipo la Mia Volontà, …per i figli! – Questo è un sommo sacro Sacrificio-ur, il cui profondissimo senso sarà riconoscibile in futuro, allorquando, tramite questo, si compirà il Sacrificio della Creazione. Quello che ho rimesso liberamente alla vostra decisione, Io l’ho fatto da tempo, sacrificando! – Di più non è da svelare di questa superiore verità-fondamentale.

258. Da ciò si può imparare una cosa: – Da questo Atto-ur ho ben il Mio diritto che il Comandamento venga osservato assolutamente nell’obbedienza! Oltre a questo, un qualsiasi arbitrio è facilmente da spingere in qualsiasi via dell’Ordine giustamente operante, cosicché non si arrivi a falsi pesi. Se adempite quest’unica condizione fondamentale, allora vi dico:

la Mia Opera è la vostra ricompensa!

259. Sull’Ataraus voi principi avete accettato il Mio sguardo di ringraziamento e Mi avete restituito un frutto che appartiene unicamente a Me: avete osservato giustamente la condizione e dichiarato la vostra libera appartenenza a Me! La vostra restituzione deve diventare un simbolo dello spirito. Vedete…”, UR apre verso l’alto le Sue mani; ne vola una colomba d’oro che rimane liberamente volteggiando tra la ciotola delle offerte e il Sole-ur.

- Tutti guardano felici la splendida formazione.

260. UR continua a parlare: “…la Pazienza ha creato la colomba come seconda creatura. Dalla Volontà-ur viene rivelato anche in anticipo il Sacrificato e poi il Suo Spirito, e cioè pure nello scambio di un Arco-teso: cioè il Portatore del sacrificio per UR, a favore dei figli! Lo Spirito per i figli a favore di UR. L’uno stabilisce il collegamento con l’Opera-figlio, l’altro con UR. Questo segno deve essere il grande Ponte sul quale anche un (figlio) caduto potrà trovare la via verso Casa. Io lo chiamo ‘lo Spirito della riconciliazione’, il Quale restituirà le forze che si perderebbero in una caduta. Con ciò verrebbe trasformato anche il frutto della disobbedienza.

261. Sadhana, Mi hai dimostrato l’amore di figlia con il libero ritorno a Me. Guarda: verrà il tempo in cui questo si rivelerà in te come benedizione dalla grazia, e dopo comprenderai pienamente il senso dell’Albero-ur della vita, e ti si svelerà il mistero della Mia Volontà: poter guidare una Creazione senza voler essere il Creatore-UR! Queste parole te le do sulla tua via per il resto del Giorno. Misura tutto ciò che diverrà ancora secondo questa indicazione, e riconoscerai il riflesso della grande benedizione della grazia su di te.

262. Con la tua richiesta del ritorno c’era il buon motivo di una giustificazione come conoscenza di non poter fare ancora nulla senza di Me. In realtà, nel preliminare stava però il tuo senso dell’amore per Me. Sì, in voi primi l’amore ha fissato le sue radici senza che la Caratteristica fosse già stata dominante. Anche in questo il mistero mostra la lotta della Mia Volontà per l’Amore. In tutti questi Giorni volevo che questo amore sorgesse in voi liberamente, prima che diventasse il simbolo del Giorno. Questo è avvenuto! Vi ho dato il frutto della salvezza della Mia Volontà, e voi, come la Mia Opera più bella, …Mi avete restituito il frutto del libero-amore.

263. Ora voi stessi potete essere veramente attivi. Le due ultime Ore della Sera offrono abbastanza tempo per incassare molto. Anch’Io Mi preparerò inoltre ciò che il Giorno successivo emetterà per la decisione fondamentale: la Mia Volontà-ur, oppure il Mio Amore-ur! Questo pareggio non sospende nessuno dei Miei raggi di Vita fondamentale; al contrario, si completeranno a vicenda nel modo più meraviglioso!

264. A questo, adesso dobbiamo mettere mano lavoro preliminare. Io in segreto, voi apertamente sotto la Mia co-amministrazione. Voi principi vi recherete sui cinque Soli-centrali-ur; tu, Mia Sadhana, rimani qui nel Santuario. Io sarò tra di voi nello spirito e nella verità, e dalla parte del Mio cuore, di Dio, vi affluirà la più ricca benedizione”.

265. Il ringraziamento dei figli trabocca nell’adorazione, nella lode, nell’onore, nel giubilo e nel canto di lode. Quanto imponente è questo canto, tanto imponente è poi il silenzio con il quale s’inginocchiano per rendere omaggio al loro Re-UR. Egli licenzia i primi, e loro se ne vanno per operare.

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*

5/14 - Di ritorno dal lavoro, il primo convito con pane e vino

266. Sadhana lavora su se stessa. Più avanti UR la conduce all’Ataraus splendente. Lui si ferma sul Mahapatra, mentre lei prepara la sua casa. Nulla le è abbastanza bello di cui Lui debba rallegrarsene. Lei colma il suo calice e …mette sul chiaro tappeto davanti al focolare dell’altare un agnello bianco che le corre incontro, ma è scossa quando UR entra e si china amorevolmente, solennemente e seriamente sul piccolo essere per prenderlo in braccio con una prudenza difficile da interpretare. Poi lo porta nel vicino boschetto senza parlare.

267. Dopo il Suo ritorno, Sadhana si siede ai Suoi piedi, mentre Egli le rivela il Giorno dell’Amore. Lei non sospetta che l’immagine indicata dell’avversario può riguardare lei stessa come ogni altro figlio. Lei combatte un amara battaglia per via del possibile avvenimento, finché piangendo cerca protezione nel sacro grembo come il primo agnello sul sole di Alaniel. Nondimeno, delle Mani benedicenti, fortificanti, la sollevano confortando e la riportano nel Santuario.

268. La campana-ur penetra solennemente fino al confine più estremo del Giorno, dove le ombre della Notte avvolgono già ciò che è sorto per ultimo e che viene ripreso per primo. L’Ataraus diffonde la sua luce quando questo s’incrocia con il sesto Sole-centrale-ur. Tutti vengono chiamati a Casa per il pacifico riposo serale. I primi riportano i loro doni. Quando entrano nel Santuario, l’ultimo suono del lavoro li accompagna. Sadhana guarda in su da una profonda riflessione. Quando si avvicinano, il sacro focolare è così riccamente adornato, che possono pure deporre i loro doni al bordo della magnificenza.

269. Da ciò traggono una conoscenza conclusiva: quello che UR dà, è in sé la più totale pienezza. Noi appoggiamo il ‘nostro’ al Suo! – UR entra sul tappeto rosso con alta solennità, e la Creazione trattiene il respiro. I primi si chinano profondamente ed attendono in piedi finché UR non ha preso posto sul maestoso trono.

270. Egli dice: “Mia Sadhana, voi portatori di luce, in questo richiamo del riposo serale esclamo con la gioia del Creatore: il Giorno è ben fatto secondo l’immagine del Mio cuore, è anche ben fatto quello che i Miei figli hanno portato qui con pazienza. Il vostro ringraziamento sale come il fuoco del Mio focolare ed è amabile come il suo ornamento”.

- I figli si guardano stupiti. Non c’è stato prima nessun principe, e Sadhana non è stata fuori senza UR.

271. Egli indica la grandiosità che giace diffusa, e spiega: – “Voi stessi avete adornato il Mio Santuario. Ho conservato ogni buona azione e l’ho accumulata qui per la nostra gioia della Sera. In questo vedete il risultato delle Opere Mie e vostre. Chi opera bene, deve possedere il frutto della sua fatica, altrimenti sarebbe ingannato per ciò che può dare un’esistenza. Senza una ricompensa, anche il più diligente e il più modesto diventerebbe triste con il tempo, e perciò anche pigro.

272. Io come giusto Padre di casa do la benedizione, la forza, la ricompensa e la gioia. Naturalmente, chi crede di incassare il merito già prima di muovere le sue mani, s’inganna amaramente! Chi invece chiede il lavoro ancor prima del salario, a costui bado affinché non si stanchi troppo, e gli do una ricca paga intermedia.

273. La piena ricompensa viene invece pagata alla Sera di ogni Giorno, perché solo allora si mostra se ognuno ha agito fedelmente. Allora si tratta: ‘Fedeltà per fedeltà!’. In definitiva, non sarà una ricompensa salariale, bensì la parte di merito nell’Opera della Creazione. Ora l’avete ricevuta e tremate sotto il suo peso della benedizione. Oppure pensate forse che vi debba qualcos’altro? Costui venga e lo dica liberamente, voglio esaminare con lui volentieri il dare e l’avere, poiché il Mio libro dell’Opera è lo specchio del Mio Essere”.

274. Il settimo principe va verso il sacro focolare, si china quattro volte nell’alta riverenza e dice: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Tu hai trasferito l’Opera di un Giorno ai Tuoi collaboratori, in cui Tu e noi siamo diventati perfettamente Uno per via della ricompensa. La somma finale era: ‘Dovete essere Miei figli-ur!’. Per questo ci siamo obbligati per Te. Se però tutta la magnificenza qui accumulata è da considerare come i frutti del nostro lavoro, allora Ti devo confessare, o caro UR, che con noi hai fatto i conti ingiustamente!

275. Hai dato troppo! Non supporta il paragone con il nostro lavoro, soprattutto siamo già diventati riceventi ancor prima che avessimo cominciato bene. Fin dal principio ci hai chiamati figli Tuoi, ma oltre alla nostra ricompensa ci hai anche provveduto con un dono. Allora è un regalo! Di conseguenza siamo diventati la Tua proprietà, e insieme a ciò anche l’alta magnificenza rimane la Tua proprietà.

276. Il Giorno della Tua alta, maestosa caratteristica divina, la PAZIENZA, è riccamente coronato, e Tu davanti a noi sei maestosamente adornato. Tieni la proprietà nella cassapanca della Tua casa: corona, incoronazione e sigillo della corona! Attingi Tu stesso il ringraziamento per la Tua bontà dalla profondità dei nostri cuori, poiché non riusciamo a trovare delle parole per annunciare a sufficienza la Tua Gloria, Onore, Lode e Potenza. Lasciaci pregare in silenzio dinanzi a Te”. E il principe si piega silenziosamente; e con lui i primi.

277. I fiori e i covoni d’orati si chinano, si inchina pure tutta l’Opera. I soli percorrono silenziosamente l’ultima via, tramontando solennemente nella Sera. Da questa pace solenne, Dio tesse un forte legame verso tutti i figli, e lo riporta alla parte del cuore della Misericordia. Nondimeno, ha ancora un’ultima cosa da rivelare:

278. “Dal Mio Principio-Dio ho concesso a voi, come spiriti-parziali e anime di vita, uno spazio libero. Quello che nei primi Giorni si doveva ottenere coscientemente guidato, lo avete conquistato adesso in buona parte come proprietà. Principe della Misericordia, lo hai espresso giustamente: ‘Voi siete figli Miei!’. Dalla pre-irradiazione dell’Amore e dalla Misericordia richiamata da voi, avete ricevuto la benedizione del Giorno dal Mio IO-ur. Infatti, siete passati – anche se non del tutto consapevolmente – attraverso tutte le quattro camere del Cuore.

279. Durante la seconda Sera vi ho parlato della benedizione della legge-mutabile come di una riparazione – se necessaria – per i Miei figli. Nella Sera della Pazienza questa benedizione si può anche trasferire alle Leggi-immutabili. In tal modo si è aperto per la parte del Giorno il mistero-ur collegato a questo, poiché, certamente, che cosa significa un trasferimento di benedizione dalle leggi-mutabili a quelle immutabili?

280. Il completamento dell’Anno-Azione-ur attraverso la parte dell’Entità-ur, rimanendo a Me eternamente, viene assicurato ad ogni costo! Questo non viene trasmesso in nessun tempo a un’Opera, così come non si svolgerà in nessun caso una guida arbitraria di un qualunque avvenimento. La Sera della Misericordia comporterà la piena rivelazione. Chi osserva la fedeltà per la fedeltà, crescerà nel mistero che irradia benedicendo il decorso. Questo avverrà; ed Io erigo – in unione con voi – un segno!”

281. UR soffia su un assoio dorato che si trova sul lato destro del focolare, e presto vi giacciono nove pani. Egli solleva il calice sul fuoco, e la sua acqua bianca diventa vino rosso. Egli mangia un pane e beve dal vino, poi li porge entrambi a Sadhana e ai principi. Non avevano mai percepito finora una pesantezza corporea, ma adesso sembra loro come se ne fosse stata tolta dal loro puro corpo spirituale. UR li ha uniti a Sé coscientemente. Egli beve fino in fondo il resto del vino e dà l’ultima parola del Giorno:

282. “Ho preso dapprima il pane del sacrificio, poi il vino del sacrificio perché ho compiuto per l’Anno-Azione-ur il Sacrificio-ur come primo Atto. Ho bevuto l’ultima goccia perché so di compiere il Sacrificio del Creatore per ultimo (Golgota), ed avvolgo tutti i figli tra entrambi gli Atti del sacrificio. La pre-benedizione della Pazienza ha fatto di voi dei benedetti dell’eternità, cosicché aiuterete a co-portare anche l’eternità dalla vostra vita benedetta. – Ora vi adagio in quella Notte (Getsemani) che ha da presentare soltanto una volta l’Anno-Azione-ur. Se nel futuro inizierà il Tempo della Sera del Giorno dell’Amore, allora saprete che cosa significherà la Notte che si avvicina.

283. Ora interroghiamo l’orologio della Creazione e vedere se si deve già far suonare la campana per la Notte. Va a vedere, Uraniel”.

- I primi hanno sentito. Un orologio della Creazione? Dov’è? E come lo si deve decifrare? Uraniel guarda interrogativamente il Volto bonariamente irradiato, va alla prima finestra e riconosce lo spazio della Creazione come un orologio. La sua gioiosa esclamazione richiama gli altri. UR si mette silenziosamente dietro ai Suoi figli.

- Oh, chi può descrivere lo Sguardo che riposa sui Suoi primi? Egli posa la Sua mano destra su Uraniel, affinché possa decifrare l’orologio. I Soli-centrali-ur hanno completato sette volte il loro corso, tutti gli altri vi orbitano ventiquattro volte nelle sedici Ore del Giorno.

284. UR viene circondato giubilando, come lo fanno dei figlioletti con un buon padre. Il loro amore copre la Santità, …e Lo baciano. Questo sovrasta la meta del Giorno. Alaniel e Madenia si appoggiano particolarmente affettuosi e, con una stanca voce filiale, il principe dice: “Padre, Dio santo, Gabriel dice che sarebbe abbastanza della Magnificenza che abbiamo ricevuto; ma ora si deve dire: E’ ultra-abbastanza! I nostri cuori non riescono a contenere di più, li hai riempiti fino all’orlo. La Tua Pazienza ha creato su di noi un’Opera meravigliosa, e la Bontà, la Grazia, la Longanimità e la Mitezza erano i Tuoi tesori che abbiamo ricevuto. O Padre-UR, Ti ringraziano i Tuoi figli, le anime, gli spiriti e le creature. Alla quarta Sera è stata la nostra adorazione di lode, oggi è il ringraziamento dei figli che giubilano a Te, santo-eterno, unico-eterno e veritiero:

A Te, ti ringraziamo come IMANUEL!”

285. IMANUEL-IMANUEL!”

- L’ultimo Secondo del Giorno beve il giubilate. Un risuonare attraverso l’altura sacerdotale; l’ampiezza di Dio e la profondità del Creatore l’accoglie. Dei cori invisibili lo restituiscono come un sacro eco, finché il Nome giace nel Santuario come da mani tese, benedicenti. UR accompagna dolcemente i Suoi figli ai loro seggi. Una sacra-profonda pace scende dolcemente su di loro. Si addormentano nel grembo della Divinità-UR.

*

286. UR scrive con una penna d’oro nel libro dell’Opera il Suo grande ‘avere’ della Pazienza. Tiene la ciotola delle offerte, soffia sul fuoco, finché custodisce silenziosamente la Notte come una fiamma. Ed Egli guarda al Sole; allora anche questo adagia il suo oro nel suo scrigno. Finissimi veli si tessono intorno ad una sacra-maestosa Notte. – Ora UR è solitario, ma non è solo. In Lui vivono le Sue Opere, compresa la più bella: i Suoi figli! – Intorno a lui prorompe ancora l’esclamazione di ringraziamento ‘IMANUEL’, come dono pienamente libero che Gli era stato fatto. Allora Egli deve già porre il ringraziamento in risposta per il Giorno successivo. Quindi conclude il magnifico Giorno della Creazione della Pazienza con un sommo benedetto

A M E N !

287. Lo spazio dell’Opera è avvolto e vuoto. Non splende alcun sole, non camminano delle belle stelle per la loro via, da nessuna parte regna mobilità e, nonostante ciò, …sta mormorando e tessendo, e soffiando, attraverso le quattro Ore fino a Mezzanotte, e non si esauriscono i segreti che UR, nella solennità, forma nuovamente per il Giorno dell’Amore, nel quale il Suo popolo di figli si manifesterà pienamente e veramente, nel quale EGLI si vuole manifestare del tutto come

P A D R E.

288. La campana di UR annuncia bassa e soave l’alta Mezzanotte, riecheggia nei santi cuori, riecheggia presso la Fonte-ur, unisce il ricco divenuto e l’insospettato ricco divenire.

 

 

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IL SESTO GIORNO DELLA CREAZIONE

(Giorno dell’Amore)

 

Cap. 6

 

 [Gen. 1,24-31]: «Dio disse: “La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie”. E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”. Poi Dio disse: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui vi è il frutto che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali c’è alito della vita, io do loro per cibo ogni erba verde”. E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno».

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«Ecco, io sto alla porta e picchio:

 se uno ode la mia voce ed apre la porta,

 io entrerò da lui e cenerò con lui

ed egli con Me»

[Ap. 3, 20]

 

«Santo, santo, santo, santo è il Signore!

Le ali della Sua Grazia

coprono il corso degli uomini

su valli e colline

su, fino al Cielo!»

 

6/1 - Le ultime quattro Ore della quinta Notte

1. In UR riposa l’Opera, ma le Sue mani onnipotenti continuano a creare. Il Creatore e il Sacerdote portano il divenuto come un raccolto, dal Mattino dell’Ordine fino alla Sera della Pazienza, e sale qualcosa di ancora più maestoso, annunciato dalla campana-ur per l’alta Mezzanotte. Prevede UR, la cosa terribile del nuovo (sesto) Giorno? Lo trasforma Egli nei Secondi della Mezzanotte, affinché non sia necessario nessun sacrificio? Non vuole, …vederlo? Perché, o UR, dai ai figli così tanta facoltà creativa, così che sia difficile produrre un pareggio con la libertà della loro volontà? Un dolce alito del Tuo Potere, ed ecco, non accadrà ciò che hanno approvato le Tue caratteristiche e lo hanno già messo in Conto nel Ciclo-Pensiero-ur. Ancora una volta, UR esamina dal Pensiero-Parola-Azione, l’ultima sequenza nella luce della Sua Santità, se l’Avvenimento e il successo siano veramente da equilibrarsi.

2. UR esamina! Egli attinge dalla Sua fonte il nuovo Giorno come una goccia. Ma quale potenza vi si riflette: l’Opera dell’Amore! Egli soffia sulla Goccia, finché questa diventa una perla bianca scintillante, mette il gioiello dalla mano destra nella mano sinistra, nella quale lo tiene finché l’Aurora come un fiammeggiante faro, annuncerà il Giorno dell’Amore. Ma fino ad allora mancano ancora quattro Ore piene, nelle quali UR si trova da solo nel Suo operare. Dalla meravigliosa parte del cuore del Creatore si dischiude la perfezione-ur dell’Amore. Nella prima Ora la quarta parte della perla diventa il più nobile zaffiro. Con un indescrivibile sfavillio dei meravigliosi occhi, Egli osserva la forma e, come Creatore-UR, gioisce per la riuscita. – Allora comincia la seconda Ora.

3. Prende forma il destino della Creazione, non guidato, meno ancora… voluto! La terza parte della preziosità si oscura senza che ne venga colpita la parte dello zaffiro. S’infiamma una lotta contro la Santità di Dio e contro la richiesta dell’Amore, cosicché dalla Sapienza e dalla Serietà è diventata nascente una potente forza benedicente che deve riportare la più alta meta edificante, oltre alla direzione e al corso. UR osserva l’oltraggiato in modo profondamente serio. Già tiene aperta la Sua destra per immergerla nella profondità della Sua fonte. Restano però ancora due Ore d’attesa. Egli aggiunge una ‘Parte-ATMA’ dal Suo cuore di Sacerdote, ed ecco, nonostante la profanazione, il secondo quarto della perla diventa un topazio venato d’oro. Oh, quale ardore da quegli Occhi sacri-soavi, che danno delle eternità, che l’eternità beve!

4. Nella terza Ora l’oltraggio della Perla aumenta. Di nuovo la Destra si solleva come un sacro Diritto, per cancellare ciò che può essere pagato solo attraverso un prezzo incredibile. Ma dove rimane ciò che finora era divenuto meraviglioso? In UR parlano i Suoi figli: ‘Già nel Giorno della Pazienza abbiamo fornito il libero amore che nessun Giorno ci aveva dato prima!’. – Ecco che si muove il Suo Amore: amare ed essere amato! Per questo, Egli paga qualunque prezzo! Se nel Sacrificio-ur la Sua Volontà si è data all’Opera-Figlio, allora anche l’Amore potrà sacrificarSi per la Creazione. Egli accetta: Fedeltà per fedeltà, Amore per amore, Ringraziamento per ringraziamento!

5. Ed ecco, il terzo quarto della perla si modifica. Un magnifico rosso rubino passa sul brutto colore di tutta la terza parte, in modo tale, che l’ultimo quarto irradia nell’immacolata purezza del diamante. UR osserva questo magnifico bianco, e vi cade sopra una lacrima. Cela il cordoglio per il tempo perduto, per la sofferenza di un peso da sacrificare, per il dolore dell’oltraggio o ignominia, per una rapina alla Regalità? Oppure è già l’inimmaginabile lacrima di gioia, quando UR, nello splendore della Sua magnificenza del Cielo, otterrà la vittoria?

6. Le due mani di UR racchiudono delicatamente la perla, avvolta dalla lacrima. Oh, magnificenza del Creatore, dal sacro scrigno del più sublime sviluppo del Potere: l’oltraggio è passato! Canti di gioia rumoreggiano eoni di volte nelle sante acque, sono il coro dei divenendi! E nell’ultimo Secondo notturno vi scroscia attraverso: “Santo, santo, santo, santo è il Signore!”. – Così il ‘Giorno dell’Amore’ otterrà il perfezionamento-filiale nella ‘Misericordia’.

7. Un delicato rosso d’aurora sale solennemente e si diffonde un po’ alla volta come su due ali, le cui punte s’incontrano al bordo dello Spazio e del Tempo nel Giorno dell’Amore.

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6/2 - Il Mattino del sesto Giorno, nella Volonta’ dell’Amore del Padre, come Dio

8. La campana suona forte annunciando il Mattino. In questo nuovo divenire, UR non cammina come venendo solo dall’esterno nel Santuario; Egli è nell’interno. Con gesto provvidissimo posa la perla sul sacro focolare. Egli chiama il Giorno ‘VOLONTA’ d’AMORE’, perché la Volontà per l’Amore, l’Amore per la Volontà, riceveranno interamente il diritto di sovranità della loro sovranità.

9. Un ‘Gloria’ dei redenti echeggia dalla maestosa altura del duomo. Sì, dai pensieri dei figli, disciolti, dalla lotta per la preservazione alla libera, redenta, magnifica figliolanza! Il primo Atma di vita dal nuovo Creare di UR li unisce entrambi. Per il tempo di un Attimo, Egli ascolta dentro di Sé dove le schiere – muovendosi coscientemente dopo la sacra procreazione – attendono la nascita creativa. Non dovrebbe essere, quindi, del tutto aperta, anche la camera del cuore del Padre?

10. Possono i figli, divenire, senza questo raggio di quel Cuore? Quando la voce del Cantore, del Santo, sovrasta il tono glorioso dei redenti, “Io, UR, l’eterno-santo, l’eterno-unico e veritiero, sono eternamente il Padre dei Miei figli!”, …e nel luminoso suono del giubilo del dialogo, UR si china, il figlio si solleva, amore e fiducia si accoppiano, la sacra Altura si posa già benedicendo sull’altra profondità.

11. Si forma ciò che era prima e che comunque irradia diversamente. UR srotola il Suo tappeto rosso attraverso la terza porta del Santuario, sul quale deve essere portato fuori e dentro l’intero Giorno. Egli sfiora ogni angolo del sacro focolare; ecco che sorgono rispettivamente un paio di ali, tra le quali posa il Suo segno. Accende i cinque candelabri, …soffiandovi sopra, ma… il sesto, alla fiamma del focolare induce ancor più la fiamma, la quale fa oscillare la ciotola delle offerte.

12. L’acqua del calice diventa rosso sangue quando poggia quest’ultima sul focolare. La Sua veste risplende di bianco con orli ampii, dorati. Egli prende dal seggio la magnifica toga rossa, e la indossa. Nel primo raggio del Sole-ur, la corona – della quale, come temendo e comunque vincendo, la punta della croce è posizionata in mezzo alla fronte – scintilla. Splendore ed incenso riempiono lo spazio uniforme del Santuario.

13. UR misura lo spazio in due parti, e si formano due parti di cortina (tenda). Da questo non si denota ancora nessuna parete che indichi un confine tra l’interiore e l’esteriore, ed è mobile, sebbene ora l’unità dello spazio è sospesa. Chiunque volesse giungere alle quattro colonne del dominio, deve dapprima passare dalla cortina. Perché UR ha separato il Suo Santuario, se nessun ‘contrario’ ha gettato ancora le sue ombre? In questo, non vi è già la Condizione di ciò che avverrà?

14. Nella sala antistante creata per l’Onnisantissimo sorgono dei sedili, la parte più grande offre posti per innumerevoli moltitudini. Anche qui, nonostante la cortina che arriva dal soffitto fino al pavimento, entra il Sole-ur che splende non diminuito. Le parti della cortina verso la sala antistante sono gialle e rosse, le parti nell’Onnisantissimo sono bianche, con l’ampio orlo blu, tutto abbondantemente abbellito. Le quattro porte partono dalla sala antistante, separate da ognuna da una colonna doppia; tra le porte nel mezzo vi sono due paia di colonne. Le altre sei delle dodici coppie di colonne s’allungano in alto tra le sette finestre, di cui se ne trovano due nella sala antistante, rispettivamente due alle parti laterali nell’Onnisantissimo e una nella parte in fondo.

15. Presso questa finestra si trova l’alto maestoso seggio con il sacro focolare; davanti a questo, i seggi dei primi, incorniciati dalle quattro colonne del dominio che sostengono la cupola del tetto del duomo, e nel loro quadrato volteggia libero verso l’alto il Sole-ur. La ciotola delle offerte pende a delle catene d’oro sul fuoco del sacro focolare.

*

6/3 - Primi insegnamenti per affrontare il nuovo Giorno

16. Durante le prime Ore del Giorno dell’Amore della Creazione, i figli riconoscono il precedente tempo passato; ricevono il loro primo insegnamento su ciò che è passato e anche sul futuro. Presto sapranno che cosa hanno giurato liberamente a UR nei Giorni precedenti e che anche loro devono guidare la Creazione. Prima che questa Ora sia del tutto trascorsa, UR mostra loro quanto pesantemente sia da portare il nuovo Giorno. Ed è ciò che Egli annuncia loro:

17. “Mia Sadhana, amabile, Miei forti principi-angeli, ora è giunto il Giorno da Me pre-preparato da tempi primordiali, nel quale Io vi dico: ‘Figli del Mio Amore! Finora Mi avete visto così come Mi rivelavo a voi, e questo era molto dal Mio Essere, santo, ma non tutto era il Mio Essere. Non lo è nemmeno adesso, sebbene una gran parte della Misericordia risplende già. Per voi, sono DIO nella Pazienza e nell’Amore, solamente quando unisco per voi, Dio, il Sacerdote e la creatività nella Mia parte del cuore di Padre’. E allora vi dico:

Ora sono il vostro Dio!

18. Ho anche trattenuto il raggio centrale della Mia paternità, esso è consacrato al Giorno della Misericordia (il 7°), ma credetelo, che non vorrei farvi mancare il minimo come creatura, come spirito, come anima o perfino come figli. Il Giorno dell’Amore regalerà la più sublime magnificenza! Al vostro essere-figli non sarà nascosto nulla. Non potrete mai riconoscerMi pienamente come Padre e portare in voi l’unificazione con Me nel possibile perfezionamento, se il Giorno dell’Amore non Mi rivelerà come DIO!

19. In più, si stende un mistero finale sul Mio Essere-Dio, dato che soltanto il ‘PADRE’ ha la rivelazione-ur del Mio Essere. Allora verrà stabilito il collegamento-ur quando la Creazione-Amore mostrerà se le Mie creature-figli riconoscono la Legge della libera volontà dalle condizioni poste giustamente a Me riservate, come ordinato Portatore del fondamento. Questo lo porterà con sé la grande prova della ‘libera volontà’.

20. Fino ad allora ci vogliono molti insegnamenti, e guide, e la vostra attività, come ne ha bisogno la costruzione di un Giorno della Creazione. Come da ciò che è trascorso Io porto e conservo il futuro come irradiazione altamente benedetta della Mia fonte-ur che ha partorito delle eternità, così voi dovete formare dai primi cinque Giorni il vostro futuro nei cuori, per quanto l’arco-teso nella reciprocità diventa già ora il collegamento tra Padre e figlio, la vera irradiazione della vita.

21. Nel futuro Mi vedrete perfettamente in queste irradiazioni, come non lo potete ancora sospettare. Vedete: chi Mi ha dato un consiglio di come avrei dovuto creare le Mie Opere dalla pienezza della Vita-ur? – Da infiniti tempi Io sono il Primo, nel Quale Mi avete riconosciuto finora, e per molte molte più volte di come potrete sperimentare più avanti in tempi infiniti. Il Mio Essere, la Parola, la Vita e lo Spirito, sussistevano! Io sono il Tutto, e il Mio Io compenetrava gli Spazi e i Tempi da una eternità all’altra, anche quando non avevo ancora chiamato nessun pensiero all’esistenza vitale. Il Cosmo-ur giace in Me, ed Io l’ho riempito tante volte, quante ne esistono di eternità, il cui numero è tante volte il numero di base di tutti i soli e di tutte le stelle, che la Mia Serietà l’ha fatto divenire nel quarto Giorno del Mio Anno-Azione-ur.

22. Nemmeno voi, talentatissimi primi, sospettate quanta magnificenza creativa è fluita attraverso queste eternità, fatta per Me! E non crediate proprio che il Mio cuore-ur non avesse avuto nessuna gioia quando davanti a Me giacquero distesi la Mia maestosità e lo sfarzo del fasto! Soltanto, …il Mio cuore-ur, generando vita, è stato così oppresso dalla pienezza del Mio Potere, Forza, Autorità e Vigore, finché è diventato un fiume che ha creato e reso pulsanti le Opere. Io le ho vivificate con la Mia vita ed ho raccolto l’immensa pienezza dell’Esistenza. Così sorse la Mia sacra fonte!

23. Figli Miei, voi non l’avete ancora vista nella Mezzanotte, ciononostante, vi trovate davanti ad essa, perché vedete Me, la sua rivelazione, e voi, le più belle gocce da essa attinte, il Mio Santuario e l’infinito. Dite: ‘Non la vedete?’. Non bevete il Suo fuoco che vi ha divisi come fiamme? – In verità, Mi avete (percepito) in modo perfetto, perfino se a causa della meta vi nascondo il Punto centrale della Mia essenzialità! Non avrei bisogno di stare seduto davanti a voi; nonostante ciò, sarebbe giusto dire: ‘Noi Ti vediamo, UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero, perché vediamo le Tue Opere!’

24. Ho pure assottigliato il velo che ho avvolto intorno a Me per amor vostro, il cui Giorno dell’Amore dovrà rimuovere l’ultimo residuo dell’Opera fino a Sera, in modo che poi, tutti i figli riconoscano la pienezza della Mia magnificenza nell’irradiazione del riposo serale ed entrino in Me con la propria pienezza di cuore[35], per riposare andando incontro al Giorno del Giubilo, (cioè) il Giorno della Misericordia! (il 7°) Solo il concetto onnicomprensivo del Mio Essere-ur viene continuamente velato, affinché i figli possano sopportare la loro figliolanza.

25. Voi domandate che cosa significa ‘figliolanza’. Certamente ne siete consapevoli, ma non ne conoscete ancora il valore nella Creazione. Il Mio Amore vi porterà questa conoscenza, affinché poi il suo Portatore sia da inserire nella sua funzione del Giorno. Vi attendono tantissime bellissime azioni creative delle quali – appena pronte – esclamerete stupiti: ‘O UR, Tu hai fatto divenire vivente, questo, in noi? Questo è passato attraverso la nostra mano?’. Sì, sì, amabile Sadhana, voi, forti principi, è così che deve terminare il Giorno dell’Amore! Non lo dico senza intenzione, perché qualcosa di molto grave sta arrivando. Oh, in verità, solo la luce della fine che vi renderà sublimemente beati, dapprima velata per la vostra dura via del sacrificio, vi renderà capaci di compiere il vostro dovere!

26. Per questo ci vuole la figliolanza. Questa è in voi fin dal principio della vostra vita così come il Mio Spirito vi ha generati, come il Mio cuore vi ha partoriti. Di tutto avete avuto la giusta parte. Per questo siete Miei veri figli, ed Io sono il vostro vero Padre! Il popolo-figlio procede da tutto il Mio Essere, e nessuno può dire: ‘I pensieri del cuore sono i migliori!’. Badate: ‘Il Mio Essere è uniformemente buono!’. Il cuore indica la giusta direzione, nella quale l’Opera si deve perfezionare. Perciò tutti i figli potranno raggiungere la figliolanza non appena riconosceranno che non esiste nessuna figliolanza senza un PADRE!

27. Questo  si forma attraverso la Mia Parola, percettibile anche nell’interiore! Non dovete vivere sempre nella Mia vicinanza personale. Vi devo mandare negli spazi più lontani, così che diventiate maturi per la meta. Anche allora vi sono vicino, quanto voi siete ora vicini al sacro focolare. E dovete ricevere come segno della Mia onnipresenza questo:‘Chi allora Mi sentirà nel suo cuore e Mi vedrà ovunque, costui avrà attirato perfettamente il Mio Spirito!’. Questo è il sigillo della più sublime figliolanza! Allora Io sono con il figlio, ed esso è con Me, non importa dove si trovi!

28. Da questo spirito deve sorgere il pensiero, la parola e l’opera, perché il pensiero procedente dalla parola crea soltanto allora un valore per l’eternità, quando – compenetrato vitalmente – viene commutato in azione! Da ciò si forma la conseguenza, l’adempimento come benedizione del Creatore, donata. I pensieri e le parole non servono, se non provengono dalla vita, da essa generati vivamente! Chi attinge da ME la pienezza, avrà da ME la pienezza. Chi lascia agire questo genere di spirito, le sue azioni sono fecondate dal Mio germe di vita. E’ meglio chiedere a Me dapprima la vera conoscenza, che parlare e procedere senza il Mio Spirito.

Perché nell’Opera esamino il Potere,

ma nei figli il Mio Amore!

29. Perciò badate in tutto quel che porta con sé il corso del Giorno, l’alta meta che deve avvenire anche tramite voi e la cui seconda incoronazione dichiarerà: ‘L’opera dei figli, che essi Mi donano!’. Questo è un pozzo pieno di forza e fiducia, da cui potete bere la vostra figliolanza nella piena meta del Mio Anno-Azione-ur”.

30. Una vampata di silenzio ardente; in più, uno splendore, un scintillio, come se l’Onnisantissimo fosse il sole stesso. Sulla fiamma del fuoco del crogiolo d’argento volteggia ampiamente la ciotola delle offerte, il suo prezioso incenso si mescola con l’irradiazione in un’imponente sinfonia primordiale in onore per Colui che santamente ufficia la Sua funzione.

[indice]

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6/4 - La grande domanda della prima figlia

31. UR scende dal Trono dal quale pende una magnifica seta rossa e legge dal settimo sigillo una scrittura non ancora scritta dal Suo libro della Creazione. I primi, di UR, non possono ancora comprendere del tutto il suo senso profondo. Egli distende di nuovo i loro rami verdi e toglie via la campana d’argento, che copre un elemento presso il sesto candelabro: una CROCE! Tutti trattengono il loro respiro, tanto stranamente splende in aspra bellezza. La Sua semplicità sottolinea l’imponenza della Destinazione, opprime e… già libera dove non è affatto necessario.

32. Tuttavia, perché UR guarda particolarmente questa croce che Egli prende nelle mani per qualche istante? Chi è in grado di dire se la porterà EGLI stesso, …se le Sue mani salvifiche la proteggeranno benedicendo? Ciò non è coscientemente percepibile. I primi di Dio pensano automaticamente alla figliolanza, come a voler spingere la croce in essa, affinché la benedizione, che indubbiamente dovrebbe essere collegata ad un immolazione, possa anche fluire interamente.

33. Quale figlio, quale futuro può essere pre-oscurato dalla croce? Oh, ma poi? In tutti trema l’aspettativa di dover combattere per questa, finché si riconquisti la vittoria nella Sua Potenza, di Dio. Al momento, però, quando UR mette di nuovo il simbolo dell’Amore nel sesto candelabro, l’oscura tensione si scioglie, perché nessun figlio deve essere in anticipo il portatore del peso. Le caratteristiche determinanti (Volontà-Sapienza-Pazienza-Amore) possono operare giudicando per il possibile svantaggio di una figliolanza, poiché se la croce diventasse un nudo atto creativo, allora i principi avrebbero prevalentemente da pareggiare la benedizione, come UR la croce e la meta della croce. – Ora Egli stende le Sue braccia (come più tardi le Sue mani donanti la benedizione verranno stese violentemente sulla Croce), e l’oppressione decade da tutti.

34. UR adesso riprende la croce in mano, la tiene sul fuoco finché le fiamme si abbattono su di essa come una corona rosso-sangue. Egli solleva la croce sulla ciotola delle offerte, ed ecco, questa si ferma. Il suo incenso rende la corona di luce così pura, come il tappeto davanti al focolare, come la sacra veste di UR. La croce diventa rossa e bianca, perché dalla parte dell’Amore del cuore di Dio, il ‘Compitore del Sacrificio’ porta la Sua Croce, alla parte del cuore del Padre, e una volta alla terza parte della Creazione diventerà rossa attraverso la colpa, ma diventerà bianca attraverso l’Atto di incarico della potenza del Sacrificio.

35. Tutto questo, giace nello scritto, ancora non scritto, del Giorno? Questo, era previsto consapevolmente, oppure era stato visto senza il potere creativo della Volontà, perché i due Portatori del fondamento non avevano ancora nessun pareggio per i figli? La Sera riccamente benedetta del Giorno dell’Amore risolverà l’enigma. Dalle mani aperte verso la sala, defluisce un potere invisibile; i primi sentono ciò che esso porta e, con questo, quello che prende. Quelle Mani portano comunque, il Cosmo! L’azione opera così imponentemente! Un’Azione maestosa, cosicché il sesto cherubino-serafino va’ davanti al focolare, percependo in sé la chiamata. Anche loro spalancano le braccia incontro a UR, poi le incrociano sul loro petto ed attendono in silenzio. Perché essi non s’inginocchiano come lo hanno fatto gli altri durante l’elezione? Dev’essere questo, un segno particolare?

36. UR dice: “Mio principe-angelo! Sono benedetti per l’eternità coloro che percepiscono in sé la chiamata e, da questa, si lasciano premere. Siete venuti davanti al Mio sacro volto, ed Io immergo il Mio Amore nel vostro cuore, affinché attraverso di voi il fiume dell’Amore venga guidato al più sublime impiego per l’Opera della Creazione. Se fosse necessario, allora in seguito l’Amore partorirà il ‘FIGLIO’, il Quale si chiamerà Egli stesso ‘AMORE’, poiché Costui potrà formare il Sacrificio-ur della Mia Volontà nell’Atto risolutivo (la croce). Se questo tempo venisse a mancare, allora tu, la sesta fiaccola del Mio seggio, devi restituirMi questo Amore affinché diventi il Portatore della Misericordia.

37. Anche in te l’Amore deve essere in grado di includere persino i più corrotti. Tutte le Caratteristiche, dall’Ordine fino alla Misericordia, devono trovare conforto nell’Amore, – come anche essa in tutti i raggi della Vita fondamentale, poiché, se una volta dovessi riprendere nelle Mie mani l’Amore, in te non deve neppure restare nessun vuoto, e nondimeno, senza Amore, nessun cuore che si dichiari pronto per il servizio del sacrificio. Dal Potere, Forza, Autorità e Vigore, tutto deve avere la sua unità, come è (già) avvenuto dopo il termine del Mio tempo di Lotta-ur (cap.5,183).

38. La Mia chiamata rivolta a te ha aperto all’Opera la Mia parte del cuore di Dio, e la Pazienza e l’Amore passano attraverso lo Spazio e il Tempo. Tu devi portare fuori il Mio Amore attraverso la terza porta del Tempio, e attraverso la stessa, portarlo di nuovo a Me come una perla come Io l’ho sollevata nell’alta Mezzanotte dalla Mia fonte-ur. L’Amore sarà invincibile, e tu-voi, potatori sovrani, dovete erigere per le azioni anche la benedizione. Io ho riservato a Me la Mia santità nell’aspetto della Serietà, perché non dev’essere sfiorata. Tuttavia, il punto di forza di un bilanciamento dei due fondamenti è questo:

«A Me la Santità, ai figli il Mio Amore!»

39. Così pure, anche all’interno del sesto Giorno si compenseranno la Serietà e l’Amore tramite la giusta Volontà. In tal modo ho iniziato il quarto Mattino, e alla Sera fu appunto sigillata l’Opera-Azione attraverso il Testamento della Creazione (cap. 4,245). Tuttavia, questo sorge meno dal Mio ‘obbligo’ di Creatore o dal ‘dare’ del Sacerdote, bensì più dal ‘Dio che può’ in cui il PADRE si rivela poi nella maniera più magnifica. Nondimeno, in realtà, o principe dell’Amore, se nella particolarità la tua caratteristicha non venisse autenticata tramite la Serietà, inutilmente nascerebbe libero il suo ‘può’.

40. La meta non viene benedetta unicamente per Amore, no, ho chiamato per Me sette principi, i quali portano ugualmente autorizzati il bene di eredità dei Miei figli come una parte del tesoro della corona della Mia sovranità-ur. – Perciò tu, principe dell’Amore, al tempo indicato devi tenere uniti in te, l’Ordine, la Volontà, la Sapienza, la Serietà, la Pazienza e la Misericordia, mentre per Me solo varrà l’Amore! Tu però starai alla porta della Divinità, custodendo ed attendendo, finché Io non riporterò la preziosa ‘perla’, affinché tu in futuro la porti attraverso tutti i Miei Cieli! Ed Io allora la inserirò di nuovo nell’Ordine sul Mio sacro focolare.

41. Le mani di tutti voi sono ancora pure, ma nella visione anticipata eleverete la libera volontà al secondo-Fondamento. Pertanto, la Legge e il suo portatore, l’Opera-figlio, è da esporre ad un’altissima prova d’aggravio, dato che tutto il Ciclo-Azione può unire entrambi, il Creatore e la creatura, il figlio con il Padre. Se questo dovesse pesare prevalentemente sul Mio ‘Fondamento’, allora entrerebbero in vigore l’obbligo e il dare, mentre con ciò, Io rimarrei determinante, unicamente nella misura-ur.

42. Se tuttavia dovesse ottenere il suo diritto, a tal riguardo il suo fondamento avanzerà, …attraverso di Me! Così ogni prova di resistenza porterà una libera vittoria; però, solo la successiva grande Opera, getterà la sua luce su di Lui[36]. Allora Io, come UR, elevo i limiti di quel ponte alla Mia elevatezza di Sacerdote e i suoi pilastri fondamentali diventano: la riconoscenza della Mia unica-santa personalità-ur e la libera obbedienza! E tu per primo, portatore dell’Amore, hai da introdurre entrambi!”. UR prende di nuovo in mano la croce e continua nel Suo discorso:

43. “Posa le tue mani sul sacro focolare, principe nato nella luce, tienile nella sua fiamma, affinché il Mio Amore venga eretto dal fuoco del Santuario per tutti i figli. Mio cherubino, ti do il simbolo della tua dignità, la santa Croce. Il tuo nome è Raphael. Tu serafino, portatrice dell’Amore, conservala in te nella pura umiltà; il tuo nome è Agralea. Fate che il Peso della Croce nella potenza e nell’umiltà diventi la benedizione attraverso la disponibilità di co-partecipazione al sacrificio.

44. Vi mando in questo Giorno da principi dell’Amore come ‘uno’. Il simbolo significa: due figli, arcangeli-ur e arcangeli. Ognuno ha personalmente il suo spirito, il suo cuore e la sua anima, ognuno è il figlio del Padre come la creatura. Come la Mia Persona rimane intoccabile, così anche voi stessi. Proprio per questo il duale altamente benedetto è una santa-maestosa unità! Rimane lasciato a voi che cosa volete essere in primo piano: figli, oppure incaricati della Creazione, …oppure entrambi?

45. La Croce rialza colui che, nella libera obbedienza, si decide nel riconoscimento della Mia unica santa Persona-UR. Chi vive inconsapevolmente viene posto sotto l’ombra salvifica della Croce, perché così serve all’Opera. Ai Miei figli nati liberi che superano la prova della libertà, scavano nel cuore il simbolo della croce, affinché si rialzino all’ombra di Dio come in una potenza che piuttosto lascia naufragare dei Soli, che non un cuore di figlio senza una risposta benedetta!

46. Invece a coloro che innalzano il secondo-Fondamento, addossa loro questo segno del Mio Amore. Se vogliono tentare di risolvere la meta della loro vita senza di Me, su di loro verrà la Mia vita da Maestro! Chi vivrà persino di scherno verso l’Amore, facendo di lui un’immagine deformata di molte passioni, deve sopportare il peso dell’Amore, finché crolli sotto questo. Solo nel crollo dell’esistenza interiore come pure dell’esteriore gli verrà data la possibilità di piegarsi, cercando l’Aiuto, sotto il simbolo dell’Amore di Dio da lui disprezzato! Se questo accadrà, allora rivela questa croce come simbolo della Bontà e della Grazia, come portatrice e come vincitrice di ogni colpa!

47. Stacca due ombre dalla Croce, a seconda che la si accetti oppure no, benedizione e maledizione delle necessità saranno entrambe le parti della Croce. Piantala nel terreno della ‘libera obbedienza’, spingila nella dura crosta della disobbedienza consapevole! Non la si può superare se il suo Portatore vince su ogni prova di volontà. Il suo lavoro nella Creazione è di indicare all’Amore vincente quella direzione e quel decorso che sono sorti dalla Mia struttura-ur e ne condizionano la meta. Io stabilisco i primi quattro principi come custodi della Legge. Tu, Raphael-Agralea, uniti con Alaniel-Madenia, siete i custodi degli adempitori della Legge alla terza porta dell’alta maestosa Divinità-Dio!

48. Custodite gli adempitori come Mia proprietà. Riportateli indenni, anche se stavano sotto l’ombra dei pesi, poiché davanti al Mio sacro focolare devono ricevere la ricompensa del sacrificio. Ricompensa e ringraziamento sono la benedizione di un’Eternità! Chi può riceverla, può camminare sul tappeto rosso, poi riceverà la sua giusta ricompensa sul terreno bianco del santuario.

49. Metti ora al suo posto il simbolo della tua dignità. Ricevi la Mia benedizione per il servizio del Giorno, affinché abbia la sua ricca fine, perché dalla Sera dell’Amore sorgerà il Giorno del Giubilo!”

- Raphael e Agralea vanno al Trono e s’inginocchiano, ringraziando in silenzio. UR posa le Sue mani su coloro che si chinano umilmente. Ma poi i loro gesti e il cammino, quando – ritornati alla loro precedente postazione – mettono la croce davanti al loro candelabro, diventano regali. Quanto magnifico è ora il focolare, benché manchi ancora il settimo simbolo, il cui candelabro non è ancora acceso, ed anche altri segni attendono dell’adempimento.

50. Raphael alza la sua mano destra e tutti i primi vengono avanti. Una solenne adorazione è il prezzo del ringraziamento. Allora la creatura alla quale non è sorta nessuna renitenza, parla nell’umiltà; allora lo spirito libero parla nel modo sacerdotale, che anche la Creazione deve ascoltare, e l’anima di luce porta davanti al volto di Dio la devozione. Su tutto, però, regna la gioia del figlio, e si immerge come un raggio nella propria anima-ur, di Dio.

51. Il raggio è già così forte da provocare un’eco? E se fosse, diventerebbe una doppia Benedizione di cui una volta una Terra avrà bisogno? – UR l’accoglie. La magnificenza della Divinità restituisce doppiamente la benedizione, il cui deflusso si chiama ‘PACE’. Pace dalla Misericordia, dalla caratteristica del Padre! Questo è un’incommensurabile dare e prendere. Che UR sia il Donatore più grande, lo sanno tutti, ma ora non sentono altro che gioia.

52. E UR dice: “Mia Sadhana e voi principi, santifico il vostro ringraziamento e lo conserverò fino all’ora in cui avrete bisogno della sua forza. Già il primo tempo del Giorno che ha preso forma in voi attraverso la Mia Parola, ha risvegliato delle questioni vitali che daranno l’impronta al divenuto e al divenire. Decidi tu, Raphael, chi deve rivelare per primo le sue domande e anche il luogo. Sei libero di parlare per primo”.

53. Raphael unisce le sue mani con Sadhana e con Agralea. Negli occhi di UR risplende un dolce sorriso, che tutti vedono, …ma non vedono la tristezza né il motivo del sorriso. Così dovrà avvenire, che l’Amore prenda e tenga le mani della ‘caduta’. Questo è già ora un Segno di una libera vittoria, poiché il principe del Giorno agisce per libera spinta, e guarda vittorioso il Sole, poi UR. Gli altri primi formano una catena intorno al gruppo.

54. Raphael dice: “Amorevole e benevolo UR, Ti sei rivelato a noi come DIO nel Giorno dell’Amore iniziato con ultracolma benedizione. Unicamente a Te spetta una prima decisione, perché Tu sei l’Onnialtissimo! Penso alla chiamata di Muriel che ha portato come il più bel finale del Giorno della Serietà (il 4°) dedicato a lui, soprattutto, che Tu mi hai raccomandato particolarmente la Serietà. Anch’io esclamo: ‘IMANUEL! … UR con noi!’ durante il Giorno della prova e dell’affermazione, più difficile, noi nella libera obbedienza, Tu stesso nel Potere, nella tua Opera, e nell’Amore per i figli!

55. La Tua Parola, i cui pesi sono delle eternità, deve guidare in modo determinante la decisione. Chiedo con umiltà di considerare la prima Opera dell’Amore come santificata. O UR, Tu spargi la semenza ‘Amore’ e l’Amore è anche il tributo, conseguentemente, la condizione di una richiesta. Se anche il nostro amore fosse da chiamare giusto, penseremmo dapprima a noi? Oppure, se si può considerare il Tuo Amore divino come una proprietà, penseremmo certamente a Te, non solo ai fratelli e alle sorelle? No, mettere gli altri davanti al proprio io, porta all’Amore un’alta vittoria!

56. Ci commuove il fatto che il Tuo buon Amore potrebbe essere abbassato a passione. Per andare incontro a questo, elevo liberamente da me, l’amore a supremo Servitore! Il proprio (amore) deve stare al servizio per gli altri. Perciò Ti prego: ‘Lascia divenire tutti noi dei servitori del Tuo Amore per le Opere consapevoli, come per quelle inconsapevoli’.

57. O UR, il primo servizio è di certo modesto. Anzi, io ho ricevuto solo il pegno dell’Amore. Quindi, guarda con grazia ciò che ho deciso: ‘Vogliamo amare di tutto cuore la Tua figlia più bella e metterla sempre davanti a noi, perché Tu l’hai creata per prima come un’eco portabile della Tua santissima Entità-ur.

58.Sadhana deve annunciare per prima la sua domanda del cuore. Dove altro potrebbe avvenire, se non nell’Onnisantissimo? Tu hai indicato visibilmente che lei non ha bisogno di nessun altro luogo, poiché il Tuo Santuario è stato aperto prima a lei, a lei risplendeva quale primo raggio mattutino del Tuo Sole. Vogliamo fare del suo discorso il nostro – poi benedetto con la Tua risposta – e conservarlo in noi.

59. I cinque principi, come è risultato secondo il loro insediamento uno dopo l’altro, devono poi dire nelle loro case ciò che dà a loro l’espressione al Giorno dell’Amore rispetto alla Tua Parola. Anch’io riceverò casa e sole, ma il settimo, il portatore della Misericordia? – Perciò Ti prego, o Dio e Padre UR profondamente buono, prendi, dalla mia funzione, dalla mia dignità, quanto ne vuoi, e dallo al Tuo ultimo angelo! Lascia che egli abbia la sua pre-elezione nella mia casa, il suo nome per l’Opera. Dapprima deve rivelare la domanda del suo cuore affinché diventi una benedizione dalla Grazia, di cui il Giorno avrà assolutamente bisogno. Allora il Tuo Amore comincerà, e perfezionerà magnificamente la nostra Opera. La Misericordia sia co-determinante, co-portante e… co-redentrice!

60. Prima che ci colpisca una gravità ignota, allora riuniscici, oh, onniamato UR, e consegnaci il Potere del Giorno. Quello che Ti posso sacrificare – seguendo Te – deve avvenire per ‘la croce’! Io l’orienterò secondo le Tue parole, lo pianterò nei portatori dell’obbedienza, finché si apriranno per tutti i figli le Tue magnifiche camere del cuore di Dio. Anche il Tuo calice voglia servire sempre soltanto per bere, non versato come peso e tormento per coloro che magari si dovessero distogliere da Te. Guidaci nel nostro lavoro, santo-caro Dio e Padre, e rivelaci quello che era pronto in TE prima della nostra esistenza”.

61. Il Santuario è sempre compenetrato dalla magnificenza rivelata di UR, però non si percepisce il motivo più profondo, poiché, come il respiro è un alzare e un abbassare, un sù e giù, sempre crescendo da un avvenimento all’altro, così lo è pure adesso.

62. I primi si ricordano ancora di quel caro momento in cui Uraniel aveva chiesto che UR volesse girare un poco il Suo Sole perché dava troppa luce. Oppure, non è oggi come una volta durante il primo Mattino in cui loro divennero ‘vita’? Nulla del bene-santo è stato mai meno come adesso. Lo riconoscono più chiaramente nel volto di UR irradiato da un’infinita benignità. Forse era proprio così quella Sera salvifica quando echeggiò per la prima volta l’esclamazione ‘IMANUEL’ (cap. 4,280). Oppure, è l’accrescimento dei figli di Dio, che si riflette in quegli Occhi, simili al Sole?

63. Sì, è il riflesso, poiché quello che un solo figlio della luce riconosce, lo accolgono anche gli altri in sé. E questo è il bene pregiato veramente più prezioso di UR: la loro vita sempre più santificata! Deve trovare la sua espressione nel Regno primordiale, dapprima nel Volto di UR e poi nel Suo Santuario, che Egli ha creato per Sé e per i Suoi figli.

64. Spinto dall’amore dei figli, Egli si reca in mezzo ai Suoi primi e stende le braccia, ma non come simbolo del sacrificio, bensì come un simbolo Paterno. Egli abbraccia Sadhana, Raphael ed Agralea, e loro si poggiano al Suo ampio petto. Rabbrividendo, sentono battere il cuore di UR. Anche gli altri si schierano fittamente intorno a Lui; ognuno viene benedetto ed accarezzato. Intorno a Lui si riversa un’euforia che richiama un riverbero dalla campana-ur, la quale risuona nell’ampiezza dello Spazio, nel Tempo. E così, in mezzo ai Suoi primi figli, Egli dice:

65. “Mio principe-angelo Raphael-Agralea, nella tua modestia hai messo serenamente la decisione sotto le Mie parole. Io però ti dico: dal tuo primo atto misurerò l’amore di tutti i figli! Se la grandezza rimane sempre nella Giustizia, allora ha la sua eterna sussistenza. Tuttavia, se la prova della libertà della Creazione porta il suo tracollo, se sarà commessa con qualche grandezza un’autorità non-santa, allora voglio riporre la magnificenza e la sovranità del Mio Potere, Forza, Autorità e Vigore, unicamente sulla cosiddetta piccolezza, cioè sull’umiltà!

66. Con l’umiltà a Me ora presentata si può conquistare molto. Più grande è un’umiltà, più alta è ogni rivelazione del Mio sommo maestoso Io. In questo modo anche la vostra anima giunge alla vera maturità della vita. E così all’umiltà seguono la conoscenza e la solennità, che diventa per voi una gioia, un gioiello della Mia corona. La gioia, una buona scintilla vitale, dopo attizzerà per voi un fuoco sul crogiolo d’argento del Mio focolare della Creazione, la cui maestosa fiamma, come dischiusa di una nuova Opera, fornirà una beatitudine inimmaginabile. Lo sguardo in questa potrà essere offerto solo tramite la Misericordia nel Mio Giorno del Giubilo (il 7°) altamente festeggiato.

67. Tu, Mio portatore dell’Amore, non solo hai determinato, nel creato passato, la meta raggiunta ogni volta come un fondamento per il sesto giorno, bensì, su ciò hai iniziato la direzione e il corso – che è veramente la Mia struttura, e cioè, …in modo tale da non dover temere la continuazione della Mia Opera. Perciò, quando ci sarà necessità, quell’unico Portatore del sacrificio – e tutti i co-portatori con Lui – raggiungerà la meta, poiché tu, principe dell’Amore, hai già iniziato la via.

68. Il Mio tempo però non aspetta. La prima Ora deve ancora portare la domanda di Sadhana; la seconda, di tutti gli altri; la terza, il Mio dono del Giorno a voi”. UR si reca al trono, i principi prendono posto sui loro seggi e Sadhana rimane presso il sacro focolare.

- Lei osserva a lungo la croce, ma lei stessa riesce appena a riconoscere i propri sentimenti. Lei ha da portare più pesantemente che gli angeli; così la sua domanda non potrà stupire, meno ancora, dato che già ora, un possibile sacrificio e i co-sacrifici, gravano timorosamente sui cuori delle anime dei figli.

69. Lei dice: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero, Tu sei sempre stato tra di noi come amorevole Dio e Padre, tuttavia, nonostante la beatitudine dalla Grazia, mi preme un peso, senza conoscerlo. Una tal cosa può esistere nel Tuo Regno della luce? È un presentimento, un deviare, benché inconscio, dalla via del Tuo Ordine? C’è in me qualcosa di ignoto che mi può spingere via da Te? O UR, onnisanto, liberami da questo, se un tale motivo avesse scaturito in me il peso! Non voglio andar via da Te! Non voglio mai essere la causa di una colpa! Il Tuo principe del Giorno mi ha elevato al di sopra di sé e dei Tuoi principi, ma io voglio ricevere la Grazia dalle Tue mani fedeli, al loro fianco, così come loro.

70. Se però è la Tua onnipotente decisione, che io come prima figlia devo essere come simbolo davanti alle Tue opere, allora non voglio mai dimenticare che anch’io sono la Tua creatura, e come tale, grazie al Tuo Aiuto, devo edificare sempre nella libera volontà sui fondamenti saldamente uniti, la riconoscenza della Tua santa personalità-ur e la libera obbedienza! Infatti, so per certo che Tu hai ordinato questi pilastri fondamentali per i figli, soprattutto per me. Soltanto, sarei un indicatore della via, se davanti a me, qualcuno non illuminasse la via? E questo lo fai Tu, o Padre UR, Tu, Onnipotente!

71. Perché – questa è la mia domanda – hai dato un tale pesante simbolo ad un Giorno nel quale il tuo Amore vuol donare qualcosa di più bello, di inaspettatamente magnifico? Non può essere evitato un sacrificio, per il motivo noto soltanto a Te, ed è per questo che è sorta la croce? Ma se già ora getta in avanti un’amarezza che ci aggrava invece di rallegrarci, dì, Padre di ogni benignità e giustizia: può rimanere comunque ogni figlio nella libera volontà al servizio del Tuo Amore?

72. La bilancia ammonisce severamente, e non è prevedibile il quando e il come in un tempo futuro dovrebbero essere soppesati, colpa e sacrificio. Trepidante, anche la spada scintilla, del cui simbolo non ci rendiamo ancora conto. Lo stesso vale per la falce, per il torchio e per il calice. Tutto indica a qualcosa di inafferrabile che ha a che fare con quella decisione di dover riconoscere la Legge della libera volontà come secondo Portatore del fondamento. Ci hai rivelato molto, o UR, ma come Tu stesso lo accetti, non lo possiamo sapere. Tuttavia in Te ci dev’essere ancora qualcosa di nascosto. Proprio in questo riconosco il motivo della Grazia, che nel senso della Tua Essere-ur, nemmeno un figlio il più sublimemente perfetto può sussistere accanto a Te. Se però metto anche questo nel primo piano del momento, allora, o Dio, l’ombra del simbolo del Tuo Amore non è comunque da sospendere.

73. Qualcosa mi scuote profondissimamente: ‘Puoi Tu, onnisanto, prendere su Te stesso il simbolo aggravante per una colpa che forse può sorgere? Il Tuo testamento dev’essere confermato così?’. – O mio UR!”. Sadhana si accascia davanti al focolare; lei ama UR infinitamente. La sua fronte si china profondamente sull’orlo dell’ampio tappeto.

74. Quando solleva di nuovo lo sguardo, i suoi occhi scintillano in uno splendore riconoscibile soltanto ad UR. Ci vuole molto controllo per non stringerla subito al Cuore e dire: ‘No! Piuttosto nessun giubilo per il Creatore-UR, che esporre te, figlia della Mia Entità, ad una tal grande prova che la libera volontà porta con sé! Basterebbe anche, ciò che il secondo-Fondamento saprà portare nel modo più bello attraverso una Guida segreta, se soltanto tu, figlia Mia, non lascerai nemmeno per un momento il Mio Amore’.

75. In Lui arde: ‘Portare già ora a Casa, …molto prima? Ma… fermo! Non si tratta più del Proprio adempimento; l’alta Meta è dinanzi a Lui: Egli ed i Suoi figli!’ Il Suo giubilo, …e la beatitudine dei figli! Per questo Si trattiene, ma l’Amore non-visto solleva la figlia. Dev’essere consolata! Sadhana sente la Mano che scivola sulla sua anima. Così rialzata, lei continua il suo discorso:

76. “Padre mio, aiutami a rimanere sempre liberamente obbediente davanti a Te, così che nessuno dei figli si smarrisca. Apri i nostri cuori, per osservare con gioia, e non con brivido, la croce del Tuo Amore. Esso dev’essere del tutto nostro!”

- Sorge un silenzio. Gli angeli hanno accolto ogni parola. Sì, il Testamento scritto e sigillato con la corona è da prendere santamente sul serio; non sarebbe stato dato se non ci fosse nessuna possibilità di colpa. Chinando il loro capo, chiedono a UR: “Oh, aiuta anche noi a diventare obbedienti, a rimanere obbedienti!”

77. Egli dice: “Mia Sadhana, la tua pesante domanda è giustificata. La sua chiave risolverà l’enigma, anche se l’avvenimento rimane ancora incompreso. La vista del significatissimo simbolo del Giorno ti ha causato una afflizione, ti ha oppresso l’interiore, anche se finora conosci la gravità, avendo assegnata responsabilmente a te e ai Miei principi la giusta parte dell’Opera, la cui origine e meta è il vero pareggio delle Mie condizioni con la libera volontà dei figli.

78. Figlia Mia, ti libero subito dalla sensazione che il peso sarebbe una deviazione da Me, perché ti dico: ‘Finché un figlio a questo riguardo percepisce l’amarezza della Croce, sta assicurato sul suolo dei due pilastri!’. Ciò che ti opprime è nella Legge della volontà che può condurre alla Mia altura, oppure, …ad una terribile caduta. Da quest’ultima risulterebbe una separazione, che sarebbe più grande della distanza dalla prima all’ultima Ora del Giorno. Solo la Mattina e la Sera sono uniti attraverso il tempo del Giorno. E così pure, Sadhana, anche la croce diverrebbe un collegamento alla Mia maestosa elevatezza e ad uno spaventoso precipizio se, come simbolo dell’Amore, diventerà contemporaneamente il simbolo di un percorso di sacrificio.

79. A te è sembrato come se la tua anima fosse oppressa da un’oscurità sconosciuta, soprattutto perché ho parlato di due ombre della croce. Dunque, non può essere l’ombra della benedizione che ti ricompensa in anticipo? Non afferreresti la croce, se fosse necessario, per irradiarla come benedizione attraverso l’Amore sacrificato? Oppure non vorresti riconoscere la croce? Accettarla non è difficile per colui che Mi rimane servile nella libera obbedienza. Questo è il vaso della vera umiltà!

80. La legge della libertà spinge alla sollecita decisione, anche in Me! I figli Mi devono conoscere come Padre, dato che eternamente sono PADRE! Voi e coloro che intanto si desteranno, sono destinati con l’inizio del Ciclo-Azione, a tendere all’alta meta per l’Opera-figlio. Ogni peso pretende la liberazione. L’oppressione che senti, era la responsabilità che la tua anima porta.

81. Per ciò che è facile, si ottiene una facile ricompensa; non dà nell’occhio e non riempie nessun Giorno della Creazione. Invece dei pesi, come la co-responsabilità per l’Opera della libertà, vedi, questo comporta un oro puro, pesante, dalla camera del tesoro della Mia casa reale. Una tale ricompensa riempie un intero Anno-ur! Un peso, che non è amaro, bensì dolce, non sarebbe da accettare volontariamente in anticipo!

82. Hai ragione a chiamare gravosi tutti i segni. Non vedete ancora su che cosa si appoggia la percezione. Quale buon progresso hai fatto tu, Mia Sadhana, lo indica la consapevolezza che questo è il Mio proprio mistero primordiale. Certamente lo posso mostrare, ma solamente fino al punto, che l’Opera-figlio si elevi liberamente a Me, rispettivamente, Giorno per Giorno. Non è in grado di stare al di sopra di Me e… accanto a Me solamente, quando adempie liberamente il suo dovere. A nessuno è da trasferire tutto il potere operante, non lo potrebbe nemmeno portare. Se lo facessi dalla Mia Volontà, allora, per questo, gli dovrebbe essere rivelato il Mio potere operante.

83. Questo è impossibile, poiché in Me si compie il Tutto (il Cosmo fisico e spirituale). Il Mio nome significa ‘il Perfetto’! L’Opera-figlio può perfezionare se stessa se cerca la sua perfezione in Me! Unicamente la Mia creatività porta l’alto Potere, e di questo ne metto solo delle piccole parti nei figli creativamente dotati. Quanto grande sia una particella, potrà essere riconoscibile dal fatto che Io dico: ‘Voi dovete essere elevati a figli di dèi, nel vero adeguamento al Mio Io per la giusta immagine di Me stesso’. Questa è un’alta parte della meta, una restituzione del figlio a Me!

84. Anche dalla forza sacerdotale ognuno riceve così tanto, per iniziare da sé il libero ri-collegamento. Su questo la cosa Magnifica: che attraverso il Mio Spirito c’è un eterno collegamento! Tuttavia, se lo spirito-parziale generato nella creatura deve esserne il proprietario, questo richiede il proprio collegamento con lo Spirito-ur. Se ora il figlio opera questo da sé, allora viene misurato con la presunta modesta azione di Raphael, che nel corso del Mio Anno-Azione-ur rimane visibile davanti ai Miei occhi.

85. Dall’autorità di Dio ogni figlio ne riceve una misura doppia, poiché attraverso questa è da tendere al collegamento di base che in un certo senso usa veramente le essenze del potere e della forza in modo giusto per l’Opera. Da lì la via conduce alla figliolanza raggiunta liberamente, manifestando la forza proveniente dalla Mia essenza paterna. Voglio darvi una spiegazione, anche se non serve necessariamente per rispondere alla domanda. Tuttavia, da questa riconoscerete quanto bene questi due differenti pesi della croce siano da pareggiare.

86. Vedete, da tempo vi ho annunciato dei figli (altri). Perché non sono ancora arrivati? Perché voi pochi? Se ho agito come Creatore nei primi due Giorni, non erano da destare i pensieri della vita preparati come ‘figli’? Oppure, nel tempo, quando come sommo sacerdote Melchisedec ho benedetto le Mie Opere? Perché non almeno nel Giorno della Pazienza? Gli animali proceduti da Alaniel sono da inserire su un gradino superiore, che dei figli successivi, perché quelli sarebbero sorti prima?

87. Che le creature-figli stanno incomparabilmente più in alto che tutti gli altri esseri viventi, è dimostrato dal fatto che ho iniziato con voi primi il Mio Anno-Azione-ur. Sadhana è simbolicamente la madre di tutti i figli, sebbene da lei stessa ne devono sorgere pochi. Del perché ho questo grande negativo – separato da Me – formato in una forma propria, sarà rivelato quando la prova della Creazione posta da Me, verrà compiuta. Qui vale lo spirito! Voi, principi-angeli, siete i portatori e garanti delle Mie caratteristiche; voi e Sadhana incorporate verso la Creazione la Mia Entità data esteriormente.

88. Sadhana simbolizza la Mia polarità stabile del potere; voi angeli quella regnante. Da lei deve venire la spinta, così come il Mio potere stabile è la spinta, la posizione salda per tutte le Opere; da voi principi invece l’Attività come potere regnante. Con ciò si risolve ora la cosa incompresa, del perché Sadhana è sembrata come retrocessa. Ma qui l’interiore darà il primo risultato. Da ciò si deduce che per Me è del tutto sufficiente iniziare intanto l’Opera-Azione con voi figli di base.

89. Se tutti i figli pre-pensati fossero sorti nel Giorno dell’Ordine, sarebbe successo quanto segue: che in quel Giorno Io sarei stato il Creatore-Regnante, di conseguenza le creature non sarebbero mai divenuti dei figli-ur, oppure avrei dovuto lasciar fluire la forza, l’autorità e il vigore n modo smisurato, affinché sopportassero potenzialmente il Mio IO-ur. Le vostre domande sono giuste: ‘Non sei Tu, UR, in tutte le Entità? Perché queste moltitudini non sarebbero dovuti divenire dei figli-ur, mentre a noi è promessa la figliolanza-ur?’. Pazienza! Ascoltate: ‘Io sono UR in ogni tempo’!

90. Le rivelazioni parziali non avvengono per nessun arresto in Me, bensì dalla separazione data temporaneamente per l’Opera-figlio! Alla seconda domanda si risponde facilmente: – Se dei figli Mi devono frequentare nel modo più elevato possibile, allora ci vuole sempre una deviazione dal Mio centro del Potere, a voi eternamente inimmaginabile. Come Io dirigo in questo modo la Mia luce attraverso il Sole-ur, così tutto il resto attraverso voi primi.

91. Di conseguenza, alle creature sarebbero mancati, spirito e anima, mentre questi devono sorgere dalla Mia fonte-ur solo nei Giorni a ciò destinati. Io l’ho pre-pensato saggissimamente. Dato che allo scopo della libera figliolanza ho portato nel Giorno dell’Amore una gran parte del Mio principio paterno che basta perfettamente per farvi partecipi della Mia quarta Entità (il Padre) senza diminuzione al diventare dei figli che oramai si sta formando, – di fronte alle vostre giuste domande la Mia risposta è ugualmente giustificata.

92. La Mia quarta Essenza è oramai aperta sotto la guida fondamentale della Divinità, e là è percettibile dall’Amore, perché di fronte ad una sublime prestazione nel quadro della prima parte dell’Anno-Azione-ur, deve trovarsi una sublime rivelazione di Me stesso. Dato che ora i figli sono risvegliati, quest’ultima farà anche trovare la via coscientemente, ed anche da se stessi dalla spinta all’attività, dall’essere-figlio, alla figliolanza.

93. I primi gruppi di figli menzionati più sovente non erano da risvegliare prima, soprattutto riguardo al colmare il divario tra Creatore e creatura, perché per un motivo particolare devono rappresentare in primo piano l’evidente relazione tra Me e tutte le moltitudini di figli. Tuttavia voi portate il primo, segreto o anche intimo collegamento. In tal modo tutti i figli in un tempo futuro potranno vivere sublimemente beati nella Mia vicinanza, senza che un alito della Potenza causi loro del danno. Ora sapete il perché proprio il Giorno dell’Amore porta sia i figli che la prova della libertà della Creazione, ed Io voglio limitare anche il meno possibile la gioia dei Miei figli, per ottenere da loro tutto, anche da se stessi.

94. Tu, Sadhana, ti sei recata accanto ai Miei principi, nell’umiltà, a Me ben compiacente, anche se hai percepito che tu stai al di sopra di loro. Quello che eleva te al di sopra di loro, non è null’altro che la concentricità di tutto ciò che voi portate insieme in un’eco: i principi, insieme due terzi; tu da sola un terzo di ciò che spetta a ogni Opera. Ma guarda: Tu stai – come tutti i figli – al di sotto di Me! Ricorda sempre i buoni propositi che ti sei posta adesso sotto la testimonianza dei principi dinanzi al Mio volto e al sacro focolare.

95. Se ponete la libera obbedienza al di sopra della Legge della libera volontà, allora il Mio testamento e il ben possibile Sacrificio della Creazione rimane nell’origine eteno, solo un avvenimento-scritto. La piena validità del documento conferma poi la magnifica libera dedizione dei Miei primi figli, nei quali – senza qualsiasi costrizione – sono inclusi tutti i figli. Vedete, un tale potere riposa in voi, dato in minuscole parti-ur.

96. La tua domanda, se Io voglio prendere su di Me il prezioso peso dell’Amore, può trovare una risposta condizionata. Ciò dipenderà dal fatto, se sorgerà una colpa, anche …attraverso chi! Ogni figlio può diventare il portatore principale del sacrificio, che sarà richiaato in vita dal portatore della colpa. Se una colpa sorgesse attraverso un principe, per te, Sadhana, rimarrebbe pronta l’azione nella via della grazia. Se però subissi tu la caduta, allora potrei essere solo Io il Portatore del Sacrificio, perché allora sarebbe da afferrare l’intera Opera-Figlio. Allora Io starei come Primo, il santissimo Portatore del Sacrificio di fronte al colpevole, per cui il simbolo dell’Amore di quel sacrificio (la croce) diventerebbe contemporaneamente il Simbolo dell’espiazione di tutte le colpe per la loro estinzione.

97. Ti ammonisco nel simbolo di questa croce: ricorda che la libera volontà non serve a nessun figlio per l’elevazione, se questa non si basa sui pilastri della Mia Creazione, cioè sul riconoscimento delle Mie condizioni e sull’obbedienza del figlio! Tu pensi che sarebbe facile essere un dirigente con un frammento del Mio potere, che non possa sorgere nessuna colpa, ma allora rimarrebbe l’adattamento dei figli al Mio IO-ur! La libera misurazione delle forze somiglia infinitamente di più al Mio Potere globale, di come dei figli possano veramente intuire. Se però sorgesse una colpa, allora sarebbero condizionati il Testamento e l’Atto del Sacrificio! La vostra firma congiunta, nel Testamento, rimane una parte inviolata del dovere dell’adempimento, indipendentemente se attraverso l’obbedienza dei figli oppure attraverso il Figlio del sacrificio!

98. Durante i primi quattro Giorni vi ho guidati a ciò che dovevate diventare, e vi ho assegnato un lavoro autonomo per risvegliare il senso della co-responsabilità. Per la Mia grande gioia avete accolto le Mie sacre idee ed avete cercato di dare forma a queste. Inoltre avete riconosciuto le Mie condizioni come Leggi fondamentali ed avete posto su queste il secondo-Fondamento, per cui la libera volontà del figlio era da ordinare sullo stesso piano accanto al Fondamento-ur.

99. Questo si mostra già nel Testamento. L’ho scritto Io e l’ho sigillato Io. Se ci stesse unicamente il Mio nome, allora il Mio potere rimarrebbe eternamente dominante. Invece, tramite la vostra co-sottoscrizione, Creatore e creature possono vivere l’Uno accanto agli altri senza che queste siano dipendenti oppure vengano cancellate attraverso il Potere-ur che circola costantemente! Perché vedete, anche con una colpa devo lasciar valere il Testamento, perché non voglio invalidare i vostri nomi, per conservare i figli per la Mia Opera.

100. L’ombra del peso, Mia Sadhana, ricade sul colpevole e sul suo seguito; la benedizione sui fedeli. Quest’ultima dovrebbe valere anche per il Figlio del sacrificio; più giusto ancora: diventare, tramite Lui, la santificazione e l’autorità divina che sarebbero necessari per lo scambio del peso della maledizione e per il pagamento della colpa, non appena un autore della colpa riconoscesse la stessa! In tal modo gli sarebbe aperto il ritorno al Padre.

101. Il sacro Testamento non viene derubato della sua forza salvifica, per quanto grande possa essere la colpa della Creazione! Tuttavia può diventare nullo se più figli tra i primi cadessero nell’infedeltà; perché vedete, se uno di voi sette diventasse il colpevole, la sua parte di caratteristica per l’Opera spetterebbe alla Mia Sadhana. La sua parte è molto sufficientemente incorporata in voi principi, e il peso della bilancia rimarrebbe ecquo. Se si verificasse una caduta attraverso Sadhana insieme a uno o persino a due principi, allora decadrebbero le loro Caratteristiche per l’Opera. Questo avrebbe lo stesso significato di una ferita della Santità, per cui l’Anno-Azione-ur nella sua sequenza costruita sull’Ordine non potrebbe essere conservato.

102. Questa rivelazione è così pesante, quanto la croce. Sì, anch’essa proviene dal simbolo dell’Amore! Ma, figli Miei…”, UR spalanca molto le Sue braccia, e ogni figlio si sente come afferrato, “…Io, Io sono qui! E se qualcuno passasse attraverso una colpa più grande, cosicché si trovasse ai margini della Creazione, nella caduta più profonda, nell’ultima lontananza da Dio, vedete, allora, …Io aiuto! Vedete quanto onnipotenti sono le Mie braccia!? Ho sottoposto il Mio aiuto alle Mie Leggi-immutabili, ed affinché si dimostrino sul figlio, lo sorvegliano le Mie Leggi-mutabili! Si tratta naturalmente del fatto, se e come qualcuno pretenda per sé l’Aiuto offerto o richiesto e lo valuta in modo benefico.

103. Ora sapete che il peso della croce è la ricca co-responsabilità nell’Opera. Ricordatevi sempre di quest’alta Meta, e il Mio testamento non sarà mai sospeso! – Ma ascoltate: ora che la prima Ora del Mattino è trascorsa, seguiteMi nella seconda!”

- I primi s’inginocchiano; UR li benedice, e quando cammina verso l’uscita, è un’eminente Sovrano. In solenne riverenza, in cui l’amore divampa sempre più alto, loro Lo seguono.

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*

6/5 - Prima tappa nella casa dell’Ordine (seconda-Ora)

104. Dopo, alla porta dell’amore che hanno passato, UR prende la via verso il primo sole. Sadhana può camminare alla sua destra, Raphael-Agralea alla Sua sinistra. Egli rivela che, non appena in futuro le sette Caratteristiche saranno state rispettivamente il dominante del Giorno, si sarebbe compiuta una grande Opera della Creazione-Azione (la prima Settimana dell’Anno-Azione). I figli accendono sempre più chiaramente la gioia del loro cuore alla perfezione di UR. – In questo modo si forma l’amore così come dovrebbe fiorire, mentre Raphael preme la sua mano in quella del Padre, guardandoLo, pregando di concedergli la libertà di parlare. Qual gentile Sorriso irradia il magnifico Volto.

105. UR dice: “Parla Raphael, ascolto volentieri il linguaggio di un figlio. Questa è la Mia gioia più bella”.

- In qualche lontananza si eleva già la collina con la casa di Uraniel.

- Raphael dice: “O Padre, UR, onnisanto, quanto sei buono con i Tuoi figli. Sì, …buono! Questo proviene dalla Tua bontà, la cui acqua della vita è inesauribile. In questa regale bontà, il BENE è ben alla base della Tua Entità di Dio, con la quale ci doni la Tua rivelazione nel Giorno dell’Amore, come seriamente non riusciamo quasi a comprendere. Il Tuo Essere si rivela magnificamente! Ci hai preparato questo Mattino dell’Amore come in un riposo serale. In verità, se già ora la sua pienezza non si può quasi misurare, Padre mio, quanto ci porterà ancora il Giorno?”

106. “Molta benedizione, Raphael, figlio Mio, molto lavoro e qualche amara decisione! Tutto l’insieme è la Sera che senti percettibilmente in te. Bada di non perdere nulla!”

- “Perdere?”, Raphael guarda in su, serio. “Può l’Amore, o un’altra Caratteristica, perdere mai qualcosa, o Padre?”

- “Non la Caratteristica stessa, perché, sii certo: il Mio Io non perde nulla, anche se un figlio perdesse se stesso e, con ciò, il Mio dono, rimarrebbe sempre così com’è!”

107. “La Tua salvifica bontà fa sì che un figlio può davvero perdere uno dei Tuoi deliziosi doni attraverso il dispregio, ma tale dono, per questo, non subisce alcun cambiamento? Nondimeno, Io, il portatore del Tuo Amore, ho giurato di tenerlo alto al di sopra di tutto e, tramite questo, erigere il grande ‘servire’, con cui ogni figlio perde il suo proprio ‘io’. – Ma per favore, ascolta benevolo ancora una cosa, onniamato Dio Padre.

108. Guarda, ci hai lasciati liberi di inserirci nella Creazione, o come figli oppure come incaricati. Tu sai ciò che è meglio, e alla fine la Tua corona brillerà magnificamente; vorrei che Uraniel nella sua Casa mi prestasse la bilancia, affinché possa pesare ‘figlio’ e ‘incaricato’, finché si dimostri che cosa pesa di più. E la cosa più pesante, o Padre UR, sia la nostra scelta”.

109. “Chiedi a Uraniel, e poi esamineremo insieme il peso. Ma prima, Uraniel-Urea vogliano aprirci le loro porte”.

- Il primo principe ha atteso la Parola. Veloce, s’affretta avanti, per preparare nel modo più magnifico la Casa dell’Ordine per il Giorno dell’Amore.

- Dopo che Dio ha benedetto tutti, dopo che ha tenuto una funzione di consacrazione e consegnato al portatore dell’Ordine il suo difficile lavoro del Giorno che costui deve adempiere su incarico del Creatore a vantaggio dell’Amore, in seguito si fa avanti Raphael e riceve da Uraniel il Simbolo della Sua dignità (la bilancia).

110. “Che cosa prendi come simbolo di peso, Mio Raphael?”, chiede UR. “Guarda, non puoi dire solamente: ‘Voglio pesare e soppesare!’. Scegli qualcosa degli oggetti. Uraniel come padrone di casa te lo metterà certamente volentieri a disposizione”.

- Uraniel risponde: “Sì e no, o UR, santo; io sono il padrone di casa sotto la Tua imponenza. Sei tu il Proprietario fondamentale, in eterno. Non riconoscerò mai un altro proprietario, con me!”

111. “Nel futuro, la tua casa diventerà il luogo di base per molte schiere; anche loro Mi devono riconoscere così e come lo puoi fare tu?”

- “Lasciami riflettere, o UR, perché è simile alla mia domanda che voglio fare”.

- “Lo so, Mio Uraniel. Quindi prima vogliamo pesare”.

- Allora Uraniel conduce gioiosamente Raphael al suo altare del focolare. Il portatore dell’Amore sceglie come simbolo un ramo fiorito per ‘il figlio’ e un pesante frutto per ‘l’incaricato’, e dà ad Uraniel lo strumento. Gli altri si schierano intorno ai due principi. Quando il primo tiene in alto la Bilancia, il ramo e il frutto dimostrano lo stesso peso! Com’è possibile?

112. Lui (Raphael) dice: “L’Amore deve pesare, dato che è il suo Giorno della Creazione”. Ma anche per Raphael deve mostrarsi un altro peso dopo che i piatti della bilancia hanno pendolato un paio di volte su e giù. Il principe guarda interrogativamente nel sacro volto di Dio, supponendo che (solo) una delle (due) forme manifestatesi fosse determinante. Ma UR tace. Non si tratta assolutamente di una piccola parabola, bensì di una decisione dell’ultima volontà.

- Ogni principe pesa; è uguale per tutti!

- UR viene bonariamente tra i Suoi figli, solleva in alto la bilancia con la Sua destra, e …guarda, il leggero ramo fiorito spinge in giù, …profondamente in giù. Il ‘figlio’, pesa di più che ‘l’incaricato’! Sì, non dev’essere così? I principi fanno un sospiro di sollievo.

113. UR dice: “Miei principi, tutti voi ed Io abbiamo pesato, ma non ancora la Mia amabile Sadhana”.

- Raphael dà la bilancia alla prima figlia; e adesso… è il frutto a spingere molto in giù! Sadhana posa il ramo e il frutto sul libro dell’Ordine aperto da UR.

- Segue un indagare silenzioso, interiore. Ecco che Raphael è formalmente abbagliato dalla conoscenza. Con lo sguardo risplendente accompagna UR al Trono, rimane in piedi alla destra dello stesso e dice:

114. “O UR! Per una Caratteristica soltanto dovevano valere entrambi; per Te, Onnisanto, solo il figlio, perché Tu hai creato un’Opera-figlio oltremodo magnifica, ma per Sadhana che incorpora l’Opera come il giusto negativo, doveva aver validità il frutto. Il figlio deve portare buoni frutti, perché questi sono la figliolanza ottenuta liberamente. Da questo riconosco ciò che segue: Tu ci invii come Tuoi incaricati nella Tua Opera della Creazione. Se abbiamo svolto al meglio possibile la nostra funzione, allora dobbiamo ritornare a Te come figli liberi, e lasciar risposare la funzione e la ricompensa unicamente nelle Tue mani.

115. I compiti risolti da un Incaricato di UR, santo-eterno, portano felicità e ricompensa alla Luce, unicamente per ritornare proprio nella piena umiltà come l’unico-figlio che deve stare sotto i raggi della grazia del Padre, se vuol raggiungere la più sublime unificazione con Lui, ma questo è difficile! Tuttavia, ciò diventerà facile non appena il figlio afferrerà la felicità giubilante:

A Casa, a Casa dal Padre, dal Padre-UR!

116. In ciò, non giace contemporaneamente il peso amaro e dolce della Croce, la differenza che sperimenta la sua compensazione, e l’adattamento nella magnificenza che Tu, o Santo, hai preso dalla più che benedetta Fonte della Mezzanotte? Tuttavia, il Tuo maestoso volto velato di un’indicibile bontà mi vuol sembrare come se la croce debba avere ancora un’altra ragione. E come dobbiamo disporci verso la croce? Come figli, …come incaricati? Lo si può incontrare se si unisce in sé, sacrificio e colpa? Come si può assumere, come incaricati, una disponibilità al co-sacrificio? Oppure, saremmo così, degli inviati volontari?

117. O UR, quanti profondi enigmi si accavallano davanti a noi dal campo dei raggi del simbolo dell’Amore! Anche se prendessi pienissimamente tutto l’Amore riconosciuto e tutti i raggi della Vita fondamentale secondo la mia parte, non sonderei mai il motivo, perché questo è il Tuo proprio motivo primordiale, del quale ci dai rispettivamente, tanto quanto richiede il procedimento dell’Opera di un Giorno. Ma ora sono Uraniel-Urea nel diritto della loro casa e devono agire. Sono certo che Tu, nostro eterno-buon UR, ci lascerai splendere a tempo debito la luce del Tuo Sole”.

118. “Figlio del Mio Amore, la tua conoscenza come ‘piena scintilla’ della Mia profondità-ur ha trovato in ogni cuore il migliore eco. Se vi mettete all’opera, liberi come incaricati, e ritornate liberi come figli, allora avrete compiuto il dovere postovi! Lasciate la croce alle Mie mani onnipotenti, anche come le state di fronte, sia come figli che come incaricati, ma siate certi: ‘L’invio libero di cui parlava Raphael, avrà accolto anche il Mio cuore, Io lo peserò, …per voi a tempo debito, nel giusto luogo come giusta rivelazione!’

119. Adesso deve parlare il proprietario di questa casa, poiché senza Ordine non si può costruire nulla, né continuato, né completato. Questo deve essere irradiato dalla Mia personale primordiale perfezione, altrimenti non può esistere nessun lavoro che porti frutto. Perciò, primo principe del Mio Cielo, esercita la tua funzione”.

- Uraniel ed Urea stanno mano nella mano davanti all’altare del focolare, mentre Raphael-Agralea prendono posto.

120. L’Ordine dice: “O UR, santo-eterno, Creatore, Sacerdote, Dio e Padre, Maestro santo di tutte le eternità! Lascia che la grazia Ti sia gradita, se esprimo prima la domanda rivolta a me. In me sale una parola: ‘Signore, io e la mia casa vogliamo eternamente servire TE!’. Nella nostra servitù si è ancorato il riconoscimento di tutti i Tuoi diritti-ur. E’ certamente anche facile, e difficile, condurre questa casa nella quale posso parlare dinanzi al Tuo meraviglioso volto, affinché avvenga ciò che io voglio per l’onore della Tua alta casa.

121. Dapprima voglio servire Te! Il portatore della Luce (di oggi) ha impostato per il Giorno il libero servire. Eseguirlo nel giusto Ordine e nella libera obbedienza, è il grave peso del lavoro. Se ora vengo nel servizio a Te come portatore dell’Ordine e precedo nella mia casa, allora è facile educare coloro che devono divenire, secondo le sacre richieste, al riconoscimento delle Tue condizioni poste giustamente.

122. La mia domanda, sublime Padre, riguarda una profondità di cui presagisco che è una parte della Tua profondità-ur, e noi dobbiamo lasciare a Te di illuminarci con una risposta benedicente. Dunque, vedi, perché nel Giorno dell’Amore è prevista una prova della libertà della Creazione? Perché tutto indica che diventerà piuttosto una prova della rovina, che non una solida esperienza salvifica? TU sei comunque, l’inesprimibile eterna Luce e Vita. Nulla esiste accanto o al di fuori di Te che non sia la Tua proprietà sublimemente personale.

123. Ma se è così, come può condizionare una prova di pura libertà i preparativi che colmano degli Anni-ur? Oppure, esisteva acanto a Te una seconda Forza, subordinata, ma in un certo senso, indipendente, che per conseguenza deve svolgersi così? O UR, aiutaci a superare la prova!”

- Il sacro volto di UR è serio, ed è serio ciò che Egli dice:

124. “Principe dell’Ordine, ascolta la Mia Parola: per voi il più sacro della Mia profondità, elevatezza ed ampiezza, nello Spazio e nel Tempo, è ancora un mistero. Di conseguenza, il Mio interiore vi è ancora in parte velato. Nonostante ciò avete la meravigliosa consapevolezza che in Me vive l’infinito. Non posso liberarvi dal mistero come chiedete di nascosto, perché sarebbe un distacco dalla Mia vita. Però, risolvere per voi il mistero, aprirvelo, questo – figli Miei – può avvenire!

125. Ora, Uraniel, per il meglio per te, ti pongo una domanda: Credi tu, che esista accanto o dopo di Me una seconda Forza, subordinata, ma forse indipendente? Se sì, com’è possibile che da ciò venga influenzato il Giorno dell’Amore? Prendi tempo per esaminarlo, noi altri nel frattempo prepariamo la via verso il Sole della Volontà”. UR Si reca all’aperto con tutti, mentre Uraniel-Urea, inginocchiati, pesano le parole di Dio, ma soppesano la loro propria domanda. Quando questo è avvenuto, rientrano tutti. UR si reca al trono, e Uraniel, stando all’altare del focolare, dice:

126. “O UR, santo-eterno, buon Dio nel Giorno più bello del Tuo Amore! Tu solo sei fin dalle eternità, il Potere, la Forza, l’Autorità e il sacro Vigore, benedicendo, portando Luce e Vita alle creature! Il tuo Ordine mi ha insegnato che è impossibile che vi fosse stato accanto a Te qualcos’altro, che originariamente non era in Te! Ci hai rivelato le Tue sante guerre equilibratrici che hanno portato alla formazione del buono dei Tuoi pensieri creativi. Quindi sorsero gli Anni-ur, il primo accanto a Te, dopo che Tu sei stato UR, senza Spazio e senza Tempo!

127. Accanto a Te non esiste nessun’altra forza nemmeno ordinata successivamente, altrimenti dovrebbe provenire da una delle Tue caratteristiche, e ciò sarebbe uguale ad una scissione del Tuo Essere-ur. Porre questo come una domanda o una risposta lecita, è contro la Tua santità! Non portiamo nulla di ciò dentro di noi. L’avvenimento in arrivo, per il quale valgono dei preparativi inimmaginabilmente seri, ma magnifici-maestosi che riempiranno alcuni Giorni della Creazione, non può avere la sua origine nelle lotte uguagliatrici, il cui sacrosanto motivo-ur, a nessun figlio, per quanto sublimemente perfetto, gli sarebbe possibile decifrare completamente.

128. Perciò la mia richiesta di adesso: non ci staccare dal mistero, bensì legaci allo stesso, affinché noi – vivendovi dentro – lo possiamo sondare secondo la nostra capacità”.

- La seconda battaglia è combattuta bene: il pieno riconoscimento dell’unica personalità-ur e del Suo potere! Avrà delle conseguenze riccamente benedette, come non lo si può sognare in questo Mattino dell’Amore? Un magnifico bagliore dagli occhi di UR colpisce l’oratore e i primi, riflettendosi nella chiara divampante fiamma del (calice del) sacrificio.

129. UR dice: “Buon per te, Mio principe! Hai posto al Giorno, un fondamento dal Mio Essere-ur, per cui la tua domanda è da discutere più a fondo. Certamente, la cosa più profonda di questo non è ancora matura per essere rivelata, tuttavia il tempo vi maturarerà nella crescita in ciò che si sta formando, che è molto meglio che essere solo istruiti. – Adesso badate alla Mia Parola!

130. Nessun altro che il primo Giorno dell’Amore nell’Anno-Azione-ur poteva formare il più bel frutto dell’Opera della Mia alta meta! Ora per la prima volta la Mia santa quarta Entità deve giungere ad essere rivelata unita in sé, per unire nell’Amore – fondato su tutte le Caratteristiche prevalenti e sotto l’avvicinamento della Misericordia – anche le creature nel flusso di luce della loro vita spirituale e animica.

131. Nei primi sette Giorni-Azione-ur in cui ogni Caratteristica giungerà all’efficacia, deve essere superata la prova dell’Opera annodata alla Mia alta meta. Io sono UR, l’unico-perfetto, e perfette sono le parti del Mio Essere! Questa perfezione dell’IO può essere rivelata solamente in una perfezione operante, attiva, e quest’ultima non si riferisce unicamente a Me, bensì pure all’Opera esternata. La perfezione è il Mio unico possesso, in essa includo tutte le Mie Opere!

132. Tuttavia, questo lascia aperta la domanda: ‘Ho creato dell’imperfetto?’. A questo, dico un ‘sì’ e un ‘no’! E’ sempre fondamentale che Io, UR, lasci uscire da Me delle perfezioni! Se fosse differente, in Me dovrebbe essere co-dominante un imperfetto. E ciononostante lo confermo! Questo non ha nulla a che fare con la precedente Parola didattica sull’impossibilità di una seconda forza esistente accanto a Me.

133. Perfetto è tutto ciò che che Io ho lasciato e lascerò divenire per la Mia stessa Gioia di Creatore e per la beatitudine della creazione dei figli! Nondimeno, questo giace inconscio nell’Opera, il che significa: è incapsulato appositamente come la spinta del seme nel granello in cui si trova. A questo riguardo, l’Opera imperfetta si vede accanto alla Mia perfezione-ur. È proprio attrsverso questo che il germoglio del seme deve essere stimolato al massimo a compiere libere attività.

134. Allora si riveleranno quelle alte facoltà che i Miei figli portano in sé in modo consapevolmente liberi. La creatura sente perciò per il suo meglio la personale imperfezione nella dipendenza dal Creatore. E questo è un dato di fatto! Lo spirito-parziale riconosce la perfezione-ur, la cui portatrice del desiderio è l’anima, e il figlio, sotto l’adeguamento della propria piccola quadruplice forma – verso la Mia sublime quarta Entità nel principio dell’idoneità dei sette raggi della Vita fondamentale – può ottenerlo bene, e questo, rispetto alla sua grandezza nel rapporto verso l’intero Essere-ur.

135. In ciò, come compito, sono costruite lo sviluppo e la continuazione. Se lo spirito-parziale riconoscesse la sua perfezione come scintilla, allora si irrigidirebbe in una calma morta, perché creativamente incarnato; oppure lo dovrei spingere al perfezionamento da conquistare da se stesso. Allora non avrei dovuto – come detto sovente – crearMi delle Opere, perché la dischiusa del Mio potere è uguale, in Me, come pure al di fuori di Me!

136. Riporre la perfezione nel’imperfezione percepita in modo tale che l’essere sperimenta il suo accrescimento come da se stesso, sono delle Opere miracolose di primo rango. Per riconoscere questo, il tempo vi sarà il miglior maestro d’insegnamento. Una cosa sia detta: ‘Ogni perfezionamento raggiunto, porta un’alta beatitudine e una nuova visione!’. Quindi lo sguardo si rivolge a qualcosa di sempre più elevato, e ogni gradino più elevato raggiunto è il gradino inferiore in una nuova parte di lavoro. Tuttavia, ciò non può essere ottenuto senza la prova della libertà. Solo questa è il ponte stabile sul flusso vitale che si sviluppa continuamente da ME.

137. Ognuno può entrare nel Mio IO-ur nell’unione raggiunta della quarta Entità (il Padre) sotto l’ausilio delle sette Caratteristiche, in cui la sua spinta del germoglio della vita ottiene un frutto maturo per la Creazione. Questo si riferisce ora a quella parte della domanda di Uraniel del perchè la prova deve svolgersi nel modo difficile annunciatovi. Ora concludiamo l’Opera nella casa dell’Ordine e andiamo oltre”.

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6/6 – Seconda tappa nella casa della Volonta’

138. UR svolge una solenne funzione e il coro risuona attraverso le sfere. Oltremodo riccamente gratificati seguono le tracce di questa magnificenza che segna il loro percorso. Nella casa della Volontà, dopo la benedizione e la consacrazione per il Giorno, il secondo principe presenta la sua domanda.

139. Egli (Michael) dice: “Santissimo Signore e Dio, ci sei comparso potente ed hai disteso dinanzi a noi la Tua divina autorità dal sorgere fino al tramonto dell’eternità-ur nello Spazio e nel Tempo. Ora, grazie alla Tua benignità, abbiamo afferrato la domanda e la risposta del perché è necessaria una tale amara prova, nonostante la perfezione del germoglio generato saggiamente nella creatura. Io chiedo: ‘Quale prova sarà?’

140. Sappiamo che si svolgerà nella libera volontà, ma… o UR, prevedo una caduta nella Creazione! Tuttavia, la conoscenza che solo su tale via ai nati liberi è possibile raggiungere la perfezione del frutto, ci dà la forza di prendere su di noi ciò che sta per accadere, però il come della prova, come seconda parte della domanda, rivelacelo Tu benevolmente, per quanto ci è utile; non vorrei mai tenere la spada nelle mani senza sapere ciò che posso proteggere, ciò che devo, ciò che dev’essere battuto.

141. Questo deve sempre essere esaminato nella croce del Tuo Amore divino, nella potenza delle condizioni poste giustamente e nell’effetto della Legge della libera volontà, per conquistarsi liberamente, obbedienti, l’alta perfezione del frutto. Se però questa difficile prova ci costa la vita, allora lascia che io, amatissimo UR, sollevi la spada con le due mani su di Te e sulla Tua Opera, per la Tua maestosa Gioia e per una buona benedizione”.

- Michael-Elya s’inginocchiano, tenendo il loro simbolo, che – come il simbolo di ogni Casa – giace nel mezzo dell’altare del focolare davanti al fuoco del sacrificio. Poi avanzano di quattro passi ed attendono la risposta.

142. UR dice: “Secondo principe, la tua parola è vera e porta con sé la benedizione di una beatitudine, la pace del perfezionamento nella giusta parte dell’Opera del potere del Creatore e della Mia Volontà. Da questa parte puoi proteggere, oppure battere. Nondimeno, guarda: riconoscerai facilmente ciò che necessita proteggere! Sì, che preferirai proteggere! Anche dove il tuo spirito pretenderà il colpo, il tuo amore chiederà Misericordia; la Pazienza in te, la benedizione e il perdono per il diritto.

143. Ricorda: – se la Mia Sadhana, per prima, non fosse all’altezza della prova, non posso essere Io colui che colpisce, perché allora la prima figlia sarebbe esposta ad una dissoluzione, grazie alla giusta ira della Mia divina autorità. Solo delle forze equivalenti possono trattare un tal caso. Sì:

Nessun figlio deve subire una forza dalla Creazione!

144. Dunque, Michael-Elya, che cosa fareste nel caso di Sadhana? Proteggere…, oppure battere? Esaminate la domanda; noi altri iniziamo la via verso il prossimo Sole”.

- Presso il pozzo, (all’esterno) UR dà dei gentili cenni sul lavoro, mentre nella casa dev’essere presa la difficile decisione. Quando anche qui splende la chiarezza, UR e gli altri rientrano.

145. Michael dice: “O UR, santo-eterno, Regnante dell’infinito! Abbiamo misurato la domanda con il potere della spada, ma Tu, misura benevolo la nostra risposta. Hai indicato Sadhana come esempio, la Tua figlia più bella, perché Tu potresti diventare il sommo Portatore del Sacrificio. Riconosco che la lotta del pareggio per il primo intervento richiede le due figure più elevate, poiché solo così verrebbe afferrato tutto ciò che segue.

146. Ma Tu, o UR, sarai sempre ed eternamente il Portatore del pareggio! Tu solo sei il Fondamento della lotta e della vittoria; ed è su questo Fondamento, non attraverso lo stesso, che sarà presa la decisione dalla spada che deve poi essere consegnata unicamente all’eccelso Portatore del pareggio, però, sempre nel senso, se i figli si inchinano a tutti i raggi della Vita fondamentale secondo il Tuo Ordine fondamentale, adorando, sotto l’Amore, quale il dominante del Giorno.

147. Quale genere di diritto dà il potere alla spada: protezione, o colpire? Finora, entrambe non sono state valide! Nonostante ciò, tutti i Giorni riccamente ricolmi richiedono di essere considerati. Non potrebbe quindi, sotto la diretta influenza voluta dal Tuo Amore in un ‘non superato’ della grande prova della libertà per noi ancora del tutto velata, conquistare la spada proteggente la vittoria più alta, anziché un giusto colpo che dovrebbe avvenire nel senso della Tua Santità? Se una volta dovesse avvenire l’esempio da Te menzionato, allora Ti dico, UR, onnisanto: proteggerò sempre la nostra amabile Sadhana, poiché Tu hai impiegato il Tuo eccelso Amore di Dio, completamente, per il sesto Giorno della Creazione come raggio-ur, donando benedizione e pace.

148. Se io, come principe-angelo, per la Tua magnificenza di Creatore, avessi da garantire per una determinata Caratteristica, allora un colpo potrebbe ben essere per la protezione di un figlio caduto, perché battendolo, lo conserverei dalla distruzione per la caduta e gli offrirei una possibilità, grazie alla Tua alta Volontà di Creatore, di sostenere l’ultima, più alta prova d’intervento al perfezionamento del Tuo Anno-Azione-ur sotto la protezione della spada e della croce. – Così la Volontà ha parlato, per l’Amore!”

149. Regalmente fiero, il principe sta dinanzi alla Divinità, ora, già vincitore, dove unisce la Volontà e l’Amore nell’autorità divina. Tiene in alto la spada, visibilmente in posizione di protezione. Questa regalità, in cui si accoppiano stranamente, l’audacia e la mitezza, passa a tutti i primi, i quali rapidamente formano un semicerchio intorno a Michael-Elya.

- Sadhana si trova direttamente sotto la spada.

- E UR? Afferrerà Lui, questo regale raggio del potere che Egli ha dato segretamente al temerario combattente? Se degli uomini potessero vedere così, l’eroe della luce, sarebbe comprensibile credere che egli sia il più grande tra tutti. La differenza tra il Re e il Suo cavaliere si manifesta comunque, e il RE-UR dall’eternità, parla:

150. “Portatore della Mia Volontà, è buono ciò che hai detto dal tuo cuore ed è giusta la forza della tua personalità, che così si rende utile all’Opera. Così la Mia Volontà-ur l’ha previsto quando nelle Mie lotte, quale Creatore, ho posto a Me stesso una prima elevata meta. Se è necessario, allora dev’essere percosso, ma… non frantumato! Se in questo senso, un colpo protegge, allora rialzerà pacificamente un caduto, per cui voglio poi tenere con tutti i figli nel riposo serale del Giorno dell’Amore ricchissimamente benedetta! La stessa porterà il rafforzamento dopo una difficile Sera di lotta per il Mio Giorno di riposo, vero-santo, per la Sera della Creazione nell’ardore della Luce della Misericordia.

151. Ora questo avverrà così, nel senso di entrambi i Fondamenti di base. – La Mia Opera fiorirà riccamente, e i suoi frutti saranno magnificamente ricchi! Per questo i Miei figli hanno diritto a segni e simboli della vittoria; ma non perché ho assegnato volutamente il diritto del potere, bensì perché ho anche dato a un figlio la libera decisione del potere. Perciò fa attenzione, principe della Mia Volontà. Tu porti la spada come arma per il diritto del giusto, poiché l’amore della tua volontà sarà ancor sempre la protezione più alta anche nel colpo più difficile. Tu rialzi, riporti indietro ciò che andrà perduto alla Mia regale casa!

152. Ora però la tua domanda, dato che non soltanto voi figli aspettate una risposta, anche l’Opera l’attende. Non percepite ancora il segreto tremore che percorre il Giorno dell’Amore? Ciononostante, c’è il presagio, sta crescendo con il Giorno, aumenta in conoscenza nel raggio di luce, e presto sarà manifesto. – Ora ascoltate la Mia parola:

153. La prova della libera volontà si estende di certo su tutto il Creato, ma di fronte a questo sono inserite come primo fondamento le condizioni a Me riservate, poste giustamente. In ciò cambia tantomeno qualcosa, quanto poco cambia qualcosa nel Mio IO-ur! Quello che avete potuto portare finora di questo, era l’inizio di ciò che diviene realmente. Vi ho lasciato crescere con le Opere ed ho dato fin dall’inizio ciò che dei figli nati liberi necessitano di sapere.

154. Anche ora non ho rivelato tutta la verità, per il vostro bene, ma quello che è affluito dalla Fonte-ur nelle quattro Ore dopo la Mezzanotte (cap. 6,1-7), prende sempre più il possesso del Giorno. Inonda letteralmente tutto il creare. Pertanto, si tratta di prendere confidenza con questo flusso di benedizione. Un uso eccessivo delle forze necessarie, possono essere facilmente completate e rinnovate dalla Mia forza.

155. Andare consapevolmente incontro a qualcosa, necessita essersi almeno preparati a questo; solo allora sorge un’utilità. Il Giorno dell’Amore in cui regnano concentrici i sette raggi della Vita fondamentale nell’esercizio attraverso la Mia quadruplice Entità, non solo ha introdotto la vita ad un crescente sviluppo che fluisce direttamente da Me in base alle condizioni, bensì, allo stesso modo, ha anche avviato la mediazione della libera volontà e le manifestazioni ad essa collegate.

156. Per questo, dal Mio potere, forza, autorità e vigore, oltre all’opera condotta coscientemente da Me, cresce pure ‘l’opera guidata’, indipendentemente se un essere vivente è ancora radicato nell’essere creativo, se è formato nell’essere spirito e anima, oppure se possiede già la sua esistenza dalla libera figliolanza preparata da Me.

157. Che cosa vuol significare? Con ciò è prevista la prova? Miei primi, qui potete prendere la chiave che apre il mistero ancora esistente, poiché dopo, quando il Mio potere, forza, autorità e vigore offriranno alla Legge della libera volontà la stessa possibilità di sviluppo attraverso i Miei figli come le hanno le condizioni giustamente poste e riservate a Me, e oltre a questo, i quattro centri-sostanza-ur sulle vie delle opere condotte, verranno quindi affidate per via delle condizioni ai figli per la possibilità d’impiego del tutto personale, allora si adempirà la Mia meta posta in alto!

158. Questo significa: che durante la prova Mi riservo di lasciare ai figli i quattro centri-sostanza-ur anche nel campo del fondamento delle condizioni. Durante il tempo della loro prova saranno in grado di partecipare, conformemente alla loro età, all’impiego del potere creativo, …fin dove è dato. In breve, sono liberi di voler prendere il Mio posto!

159. O figli Miei, perché vi spaventate? Durante tutti i Giorni vi siete resi conto che Io sono l’unico UR! Questo dimostra tutto per Me: Vita e Opera, Creazione e conservazione! E’ sempre stata la vostra più sublime delizia sapere Me solo alla guida regale. E ora voi, non generati da nessun altro e partoriti se non da Me, UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, sarete elevati accanto a Me! Questo, pur sembrando un problema indissolubile, la vostra umiltà lotta già per il successo della prova.

160. Siete preoccupati per coloro che devono divenire, che non hanno vissuto la costruzione dell’Anno-Azione-ur nel singolo decorso, e vi chiedete se a loro sarà data la stessa possibilità. Sì, Miei primi, perché la Mia Opera-figlio abbraccia tutti i figli! Certo, ognuno deve sostenere una prova secondo la sua conoscenza spirituale-naturale, ma una cosa rimane uguale: ‘O la prova viene superata, oppure subentra la violazione!’

161. Io ho agito da un punto-di-svolta-ur modificato all’altro, in questo Giorno dell’Amore capace di svilupparsi liberamente con la forza del raggio del tutto uguale alle altre Caratteristiche. Su questo ho poggiato la Mia sovranità-ur, e la fine dell’Anno-Azione deve rivelare ai figli il sommo perfezionamento appartenente propriamente a Me. Se è trascorso il Ciclo-ur con gli otto Anni, allora in una Notte, che a voi primi non potrà mai essere accennato, secondo l’Opera viene generata una nuova forma e una nuova Entità. Ora seguiteMi, perché anche la Sapienza deve fare il suo”.

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6/7 - Terza tappa nella casa della Sapienza

162. Nella casa di Zuriel avvengono nuovamente anche la funzione, la benedizione e l’interrogazione. Durante il discorso e la risposta, Zuriel-Helia tengono saldi il loro emblema: la falce d’argento.

163. Zuriel dice: “Onnisanto, che hai aperto davanti a noi il Tuo cuore di Dio, davanti all’eternità del Tuo volto sta il portatore della Sapienza. Ho accolto l’Amore delle Tue parole. Si tratta delle creature che hai elevato in alto allo stato di ‘figli’. La Sapienza deve riflettere la sua forza risplendente nell’infinito creare. E quell’Ora deve portare chiarezza sul mistero nel quale le quattro fondamentali domande del Giorno sono da sacrificare sul focolare della Creazione per entrambi i Fondamenti.

164. Dall’immolazione può risultare una risposta comprendente la chiarezza sui centri-sostanza-ur, cosa di cui in seguito saremo in grado di appropriarci liberamente consapevoli. Buon Dio, che hai offerto la pienezza di chiarezza piena di grazia dalla Pazienza e dall’Amore, risolvi a noi nella bontà il mistero della mia domanda, che è la seguente:

165. Qual è lo scopo di affidare prima a noi una libertà ancora incomprensibile, secondo cui, oltre l’autorità, e in seguito abusando del potere della Tua propria Creatività primordiale – il che significa giustamente ‘un elevarsi al di sopra di Te’ – cui poi, se necessario, deve seguire un Sacrificio della Creazione attraverso il quale le trasgressioni della libertà della Creazione devono di nuovo essere compensate?

166. Tu hai detto che l’Opera vale come il più sublimemente compiuta allorquando quella prova fosse sostenuta del tutto libera e fosse conquistata l’unica santa vittoria attraverso questa prova, oppure attraverso la via del sacrificio. Ma in che cosa è radicata? Tu, Padre del tutto, ci hai istruito con inaudita longanimità, ma qui si tratta di una vittoria che porta il conservare l’infinito! Ciò che non illumina me, il portatore della Sapienza, è il fatto che qualcuno, perfino nella pretesa della più alta libertà, possa mettersi al Tuo posto anche solo pensandoci, figuriamoci nella parola oppure perfino con un atto!

167. La Tua santità potrebbe tollerare un tale oltraggio? Non dovrebbe considerare che un Sacrificio della Creazione, pretenderebbe l’espiazione per concedere solamente dopo tale espiazione una liberazione dalla colpa? Voglio volteggiare la falce per il raccolto invece che per la mietitura; salvare tutto l’utilizzabile dei frutti, affinché ogni Tua aia si riempia, o UR!

168. Tu avevi incaricato me e i portatori della Tua Serietà (Muriel-Pargoa), di proteggere la Tua santità nei confronti dell’ingiusta presa di possesso del secondo-Fondamento. Il toccare la Tua Santità sarebbe tendere ad una spaventosa espiazione, se un figlio pretendesse il Tuo eccelso trono. Annunciaci, Signore e Dio buono-santo, che siamo armati con tutto l’amore per le Tue Opere”.

169. Sui figli grava un pesante silenzio. Perché, prima, la troppa grande libertà che conduce piuttosto alla distruzione, e poi, un – certamente salvifico – ma, ahimé, quanto amaro, Sacrificio della Creazione? E che di questo, UR porterebbe la Sua parte di Creatore, lo ammettono indubbiamente i Suoi primi. Egli solleva leggermanete la destra, così come se la posasse, salvando, su una cosa invisibile, legando eternamente insieme con questa, la soluzione senza costrizione.

170. Egli dice: “Principe della Mia Sapienza, la Mia luce sacerdotale irradia in modo chiaro e limpido l’Opera del Giorno, così che non sorgano delle ombre dalla profondità della libertà, bensì con la prima missione giunga il vostro futuro perfezionamento per la gloria di Colui che vi dona parole di vita santificante, come forze che costantemente vi accrescono. Se però questa luce splendesse nella sua piena forza, allora la vostra libertà sarebbe tanto condizionata, quanto tutto quello che si trova sotto la Mia conduzione della Volontà coscientemente voluta, poiché è dall’eternità-ur che Io invio continuamente luce in Spazio e Tempo, e riporto indietro, nell’eternità-ur, della vita consapevolmente libera!

171. Se voglio essere l’Unico a stabilirlo, allora, non sia messa nessuna briglia alla luce; fluisca dalla Fonte della Mezzanotte su tutto il Creato. Ovviamente, così troverebbe certamente la sua fine ciò che è nato libero come sostanza di luce! Questa stessa ha il Mio pieno potere, forza, autorità e vigore; riempie illimitatamente il Mio Essere-ur! Sarebbe da considerare, se la lascio splendere originariamente allo scopo di svelare in anticipo il senso nascosto di fronte alla libertà e al Sacrificio che all’inizio dell’avvenimento ha già rivelato dissolvendo la sua fine.

172. Se ciò sarà utile a Me, a voi figli e all’Opera, tu, Mio principe, lo devi decidere adesso, prima che Io dia una risposta. Ora preparo la via verso il sole della Serietà, perché nella parte della profondità, dell’elevatezza, dell’ampiezza e della vicinanza del Mio cuore, di Dio, tutto deve avere il suo luogo riposante”.

- Un combattente, unito, rimane indietro. Zuriel-Helia tengono ancora saldi la preziosa falce. Loro esaminano, e quando avvistano nel cuore il ricco raccolto di UR, allora si apre la porta ed Egli entra con gli altri.

173. Zuriel s’inchina profondamente e dice: “Abbiamo ben esaminato la grave domanda dalla luce. Abbiamo esaminato nel simbolo della nostra falce che nel tempo futuro dovrà raccogliere l’Opera del Giorno, se e in che misura sarà utile alla Divinità, ai Suoi figli e all’Opera, di impiegare la luce fino alla rivelazione ultima possibile, per soppesare l’inizio e la fine, la libertà oppure il sacrificio. Dobbiamo dapprima riconoscere la compensazione e l’adeguamento, altrimenti non sarà possibile costringere la libertà quasi illimitata, ad una prova della Creazione sotto la libera obbedienza, se non si apre anche lo sguardo sulla fine della colpa che sale dall’inizio della libertà!

174. Esporre però l’unico Giorno della decisione all’essenza originaria della luce non-coperta per riconoscere la suddetta fine, non lo ammetto, tanto meno non approvo che la Santità dell’Onnimaestoso possa essere rivelata nella pienissima sovranità. Questo non sarebbe né un servizio né un contro-servizio che UR ha reso ed ha preteso! Ma quanto della Luce è pre-contemplabile, tanto dev’essere unito concentricamente su Spazio e Tempo, dove e quando inizia la prova della decisiva libertà della Creazione dei figli. Quindi, non l’incontemplabile flutto-ur, bensì il raggio prescelto di quel mare sconosciuto di luce che doveva servire all’Amore, prima che la mano del Creatore sollevasse dal Suo Essere-ur, l’Anno-Azione-ur, dovendo portare chiarezza a tutti i figli.

175. Tu rimani nel mare di luce, o UR, Tu, santo-eterno e veritiero! Nessuno al di fuori di Te, e nessun’altra forza che la Tua, può contemplare il flutto-ur oppure recarviSi dentro con il pensiero di rimanere ciò che è! Unicamente nel raggio di luce dell’ampio limite della Creazione fa che noi e tutti i figli, santo-misericordioso Dio, siano co-determinanti, co-conducenti, co-portanti e co-sacrificanti sotto la Tua guida. In tal modo ci sarebbe dato di entrare preparati nella prova della libertà e co-produrre l’alta meta posta all’Opera secondo l’Ordine della Tua onnipotenza e magnificenza di Creatore!”

176. Così la conoscenza può sbocciare sul terreno della Sapienza, e il suo portatore ha potuto aprire questa porta.

- In UR il raggio di luce spinge in alto alla superficie del Giorno, per fare ciò che il principe e custode del terzo Giorno della Creazione ha richiesto per il sesto Giorno dell’Amore.

- I primi stanno già in mezzo al sacro flutto, avvolti dal mare di luce dell’eterna Bontà e Grazia. –

177. UR risponde: “Custodi della Mia santità! Avete richiesto giustamente, e giustamente Io dò! Pertanto, il Mio raggio è pronto ad aiutare ogni figlio. Zuriel-Helia, come portatori della Caratteristica, avete portato alla Mia Opera ciò che voi rimettete nella parola al futuro. Non potete presagire, come e in quale modo la Mia Opera si rifletterà nella vostra chiarezza. Io solo vedo la fine così rivelata.

178. Se rispondo con la tua chiarezza alla tua domanda, allora ti sarà facile accogliere e perfezionare il dovere del lavoro. Già la maniera di chiedere è stata una buona luce. Non hai chiesto dello scopo della libertà e del sacrificio, bensì, giustamente, lo scopo della differenza tra i due. Così in realtà non ti è nascosto nessuno dei due, bensì il loro passaggio compensativo. E di questo voglio parlare. Con ciò viene anche comunicato il poco ancora velato dallo scopo della libertà e del sacrificio.

179. Vedete, se non Mi vedeste nella forma adeguata alla Mia Opera, se non stessi in mezzo al divenire invisibile come anche di quello visibile, in verità, per voi sarebbe impossibile unire in voi i quattro centri. Il passaggio e la compensazione nel genere spirituale-essenziale può svolgersi soltanto tramite ciò, …anche in Me, mentre tutta l’Opera, grazie al Mio potere è subordinata a Me, nonostante che Io nella Mia libertà-ur Mi sottometto a quest’Opera.

180. Mia amabile Sadhana e voi cari angeli, questo non è troppo difficile da comprendere. Se siete obbedienti a Me e alla Mia Opera sotto l’utilizzo delle condizioni, allora possedete piena libera volontà e sottomettete Me al vostro amore, per Me! Se riuscite in questo nel punto di prova della libertà, allora unirete in voi i quattro centri-sostanza-ur aventi quale base, Creatore e creatura in un’armonia equilibrata. In tal modo ogni figlio starebbe nella Mia alta armonia!

181. Ora la differenza: la sola-libertà vorrebbe avere il Mio potere per assoggettare, mentre l’obbedienza Mi obbliga a servire il vostro amore! Commettere un tentativo al Potere, porterebbe una morte che sarebbe da sospendere solamente nell’ultima fase della libertà. Sì, una co-reggenza di figli capaci d’obbedire, vedete, nulla di più facile di questo potrebbe avvenire. Lo scopo della differenza tra libertà e sacrificio sta quindi nel fatto di riconoscere il potere della Mia personalità dalla sua pressoché insuperabilità!

182. Se l’amore dei figli Mi costringe a servire o ad aiutare liberamente, allora pongo la Mia personalità-ur in un modo che ora non è ancora afferrabile. Attraverso la libera obbedienza un figlio sale al reale compimento del potere adattato all’Opera; sotto la pretesa…, la pretesa illegittima della libertà, si spezzano la profondità e l’elevatezza della creatura. Questo include la vittoria per la prova e per il Sacrificio, poiché la prova la pongo Io, il Sacrificio lo porto Io! La prova dà la vittoria a Me, ma il Mio Sacrificio – sentitelo bene – assicura la vittoria ai Miei figli! La libera obbedienza è contemporaneamente il più sommo dono di sacrificio del figlio!

183. Questo non vi illumina del tutto; voi credete che sia il contrario. Sì, quando guardate dalla vostra profondità alla Mia elevatezza, allora dal vostro granello di verità può essere prodotto un bel Sole. Ma se lo vedete dalla parte della Mia parola, avrete la chiarezza di ciò che è stato detto e la potrete unire strettamente con il vostro granello di verità. Se siete liberamente sottomessi a Me, allora di conseguenza deve poi cadere nelle Mie mani la vittoria della prova dell’Opera! Se il vostro amore, e pure il Mio Amore su un’altra via, sacrificandoSi, con ciò si è reso utile, allora la vittoria del Sacrificio come contro-prestazione viene affidata alla Mia Opera-Figlio!

184. La possibilità che qualcuno possa realmente voler tendere al seggio del Mio potere, vi fa tremare. Nella ricchezza del Mio Amore, che v’irradia dal Mio volto, non siete quasi capaci di accogliere il pensiero. Nonostante ciò, da questo si mostra anche il grande Arco-teso, che inoltre, su questa via conferma la sua più alta capacità portante attraverso il maestoso potere del Mio Amore.

185. Se si arriva all’estremo, allora in futuro starà Potenza contro potenza. Allora unicamente dalla libertà non sorgerà una lotta della Creazione, bensì, contemporaneamente, una durezza della Creazione, alla cui forza di sovversione nessun figlio resisterà. Ciò nonostante, questa durezza è garante della Mia vittoria di Creatore!

186. Un tale ‘tendere-al-Seggio-del-Potere’ può svolgersi secondo il genere dell’Anno-Azione-ur anche effettivamente, e non soltanto desiderandolo di nascosto. Tutte le decisioni dalla Legge della condizione e della libertà avvengono effettivamente, se devono ovviamente avere anche il pensiero e la parola come radice. Questo, come lo dimostrerà il seguito dell’Anno-ur, l’ho dato in anticipo come un buon suolo nutriente per delle giuste azioni, necessariamente nel principio della libertà come barriera, affinché nessuna azione non riflettuta avvenga con troppa leggerezza. Pensiero e parola devono essere le redini di un figlio.

187. Immaginate: potete temere, se Io stesso conservo per voi la Mia vittoria del Sacrificio, ma per Me la vostra bella vittoria dell’obbedienza? Oh, perché pensate con timore alla sofferenza della Creazione? Questa può diventare ovviamente amara; su quasi tutto il Giorno dell’Amore possono cadere delle gravi ombre, ma Io…”, e UR si drizza improvvisamente nella Sua maestà, che per la prima volta, Sadhana e i principi sotto l’imponenza del Re coprono il loro volto non potendolo sopportare liberamente. Egli dice:

“…Io tengo il Mio lavoro nelle mani,

che fin dall’eternità-ur sono abituate ad eseguire ciò che hanno iniziato!”

188. Per un po’ Egli lascia agire tranquillamente il Suo potere, come deve essere, ma presto parla di nuovo bene e consolante, anzi così amorevole, come i primi non Lo hanno mai sentito finora:

189. “Figli Miei, non abbiate paura della Mia potenza e delle Mia magnificenza; rispettateli e adorate quando Mi mostro così per un sommo scopo. Questo avviene quando così deve essere assolutamente. FateMi vedere i vostri gentili visi, nei quali abita un amore che Mi compiace molto”.

- Costretti dal tono amorevole, i figli guardano in su. Ed ecco, il buon Dio e Padre sta in mezzo a loro con le braccia spalancate. Allora volano verso di Lui, si appoggiano al Suo petto, tremando di gioia e beatitudine. – Dopo il sommo servizio percorrono la via verso il sole della Serietà. Nella sua casa, Muriel parla con Pargoa, mano nella mano, presso l’altare del focolare, il cui bagliore di fuoco illumina stranamente il torchio d’argento.

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*

6/8 - Quarta tappa, nella casa della Serieta’

190. “Eccelso Signore, dinanzi al Tuo volto sta la Serietà, per proteggere la Tua santità, per conservarla all’Opera, perché senza la sua parte non può sussistere. Da quando vivo, la Tua santità sta davanti alla mia anima, la quale si domanda continuamente come dovrebbe custodirsi, ma solo la preziosità del Giorno mi ha dato un’immagine.

191. Non è ancora l‘ultima chiarezza; ma questa arriverà quando l’Opera e il compito matureranno equamente. Perciò Ti prego, onniamato UR, lasciami porre la mia domanda e dà la risposta come ulteriore elemento per la nostra perseveranza, poiché vogliamo mantenere quella direzione e quel percorso che anche dall’Opera-figlio giustificano la Tua costruzione e la prevista alta meta”.

192. Una sublime Serietà passa su e giù tra UR e gli angeli, ma non aggrava; genera una sensazione magnifica. Tutti glorificano beati il loro UR, che è diventato il loro DIO e si lodano beati. Il destino della Creazione minaccia, ma non oscura la loro grande gioia, che ora sperimentano nella luce dell’Amore.

193. Dice UR: “Mio angelo-principe, imponente cherubino, soave serafino, la Giustizia può portare di certo il tuo desiderio nella Creazione, perciò lascia che il Giorno ascolti la domanda del tuo cuore”.

- A questo invito, Muriel-Pargoa prendono in mano il torchio.

194. Risponde Muriel: “Creatore, Dio e Padre santo, nella Tua rivelazione non hai risparmiato di darci una parte della magnificenza della Tua ricchezza. Ripeto: l’Ordine è penetrato nel perché della grande prova della libertà, la Volontà nel peso, la Sapienza nello scopo, e così, conosciamo il collegamento in sé, tra la meta della Tua Creazione e la via che conduce alla prova. Tu ci hai mostrato davvero nel fiore del Tuo alto Giorno dell’Amore, già il ricco frutto, ma nessuno di noi può dire di non aver anche riconosciuto la grave ombra!

195. Certo, non la si può ancora vedere nella luce più chiara, perché non hai predesignato alla Tua Opera-figlio, ma neanche, a Te stesso, la costruzione, la direzione, il corso e la meta, e Tu per primo sei in tutte le cose il sommo potente Adempitore! – Se però i Tuoi primi devono raggiungere la Meta dell’Anno-Azione, allora ci manca ancora una cosa da sapere. La libertà mi sembra innanzitutto non essere amica, può separarci da Te! Che cosa ci procurerebbe una tale vita? O mio UR, potremmo perfino perdere la Tua benignità! Perciò incontrerò la libertà necessariamente come un nemico che difende il suo bene, che piuttosto, rinuncerei pure ad essa, che perdere TE per un oltraggioso scambio.

196. La mia domanda è rivolta a Te e all’Opera: ‘Il potere della libertà deriverà solo da se stesso, oppure anche dalla prova?’. Se il Potere capace di creare può derivare solo dalla libertà, allora dobbiamo guardarci da questa in tutta serietà, perché abbiamo riconosciuto il secondo Portatore del fondamento e lo abbiamo elevato allo stesso rango accanto alle prime giuste condizioni a TE riservate e poste giustamente. Se però il Potere della libertà deriva anche dalla prova, allora siamo sicuri che Tu ci custodirai e manterrai, poiché Tu ci metti alla prova nella libertà della Legge, che nel senso di una prova vale di più come fondamento dell’Opera, affinché si riveli la Tua meta pre-pensata nello splendore della Tua magnificenza.

197. Nessun arbitrio, nemmeno di natura divina, deve guidare la prova. Oh, all’improvviso, o UR, santo-eterno, io vedo: ‘Per Te non è più facile che per noi, di sostenere la Tua prova!’. Non la conosco ancora, ma che la poni a Te stesso quando dobbiamo entrare nella nostra, ora mi è divenuto chiaro. Perciò dacci il raggio della Tua luce, e per questo Ti glorifichiamo nell’eternità come il nostro sommo lodato UR!”

198. Perché la Serietà può contemplare la profondità che la Divinità si sottoponga a una prova che agli alti spiriti sembra inafferrabile? Oppure, gli è riconoscibile il perché è di carattere determinante e portante? Ogni Caratteristica ha di certo un proprio e comune servizio nei suoi Giorni, i quali sono fondati su di essa. Nonostante ciò, rimane regnante la maestosa unità tra loro. Ora regna l’Amore, e UR risponde così nel Suo Amore:

199. “Principe della Serietà, hai collegato le conoscenze avute finora a quella futura, gettando sulle vie la sua luce e la sua ombra. Questi due sono il preludio alla grande sinfonia della libertà. Si mostrerà che cosa è più potente: la luce, oppure l’oscurità formatesi dalle ombre? Il buon principio è la conoscenza conquistata da sé, e a te, fiaccola della Mia Serietà, vale anche la domanda, prima che segua la Mia risposta:

200. ‘Che cosa ti sembra essere più imponente: la parte della luce, oppure persino quella dell’ombra? Quale prova sarebbe più difficile: la Mia, oppure la vostra?’. Esamina bene! Nel frattempo preparo la via verso la casa della Pazienza”.

- Dopo che UR ha lasciato la sala con gli altri, Muriel-Pargoa mettono la sacra domanda nel torchio. Vi mettono anche la loro domanda. La Creazione può bere il vino che ne torchiano?

- Presto UR rientra e si siede sul trono.

- Tenendo ancora il torchio, Muriel annuncia il seguente risultato:

201. “Quello che è da intendere sotto un raggio di luce, lo abbiamo potuto riconoscere da tempo grazie alla bontà divina, ma comprendere la vera essenza di un raggio d’ombra, per questo deve farne parte la più totale dedizione a UR e… alla grazia! Tu, Onnisanto, all’inizio del Tuo Ciclo-Azione hai unito Giorno e Notte per la più sublime benedizione. Questa è stata la radice della luce e dell’ombra. O onnipotente, Tu attingi tutto il divenire dalle Notti, sconosciute ai noi primi, perché solamente in esse ogni opera può essere generata.

202. Molto della Tua Onnipotenza rimarrà eternamente nascosta sotto l’ombra-bontà di una Notte della Creazione, e proprio per questo porterà ai Tuoi figli la più sublime benedizione. Raggio di luce e di ombra, Giorno e Notte come rivelato e nascosto, ugualmente alto, maestoso e santo, devono mostrare nel servizio la stessa forza.

203. Un’oscurità difettosa non procede mai da un raggio d’ombra, sorge dalla falsa libera volontà di un figlio che non pensa alle alte, eccelse Notti-ur nelle quali Tu porti il nascosto per il meglio di tutti i figli. Questo è il Tuo ricco bene riservato, e un’oscurità non deve mai essere scambiata con una Notte della Creazione, perché le Tue Notti sono la Tua inimmaginabile chiara Opera, da cui germoglia l’Opera salvifica per tutti i figli!

204. Nell’ultima Notte, come DIO, hai attinto dalla Tua fonte per i figli di questo Giorno. Considerato che dopo hai lasciato ciò che hai attinto, per illuminare dal raggio di luce della Tua rivelazione, quindi nel Tuo Giorno non dovrebbe svilupparsi anche per noi la cosa più bella e più perfetta dalle Tue Notti? Sì, noi stiamo sotto la libera magnificenza della Tua guida, alla quale ci sottomettiamo incondizionatamente. Da ciò riceviamo il diritto del Tuo Giorno dell’Amore.

205. Ora la seconda cosa, nel caso la Tua prova fosse più dura della nostra. Qui la Notte sconosciuta regna ancora di più. Come potrei io, una Tua creatura, dire: ‘La Tua prova è la più dura!’…? – Tu sei UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, il Portatore in Sé di ogni potere, forza, autorità e vigore! Già sarebbe arrogante il pensiero. Non è forse vero che ci sarebbe la stessa sconsacrazione nel dire: ‘Tu hai tutto al di sotto di Te, nulla Ti è difficile, meno ancora un Sacrificio posto a Te stesso!’

206. Se Tu, grazie alla Tua essenzialità, compissi l’Atto del Sacrificio, che cosa avresTi di più dei creati, i quali – dipendenti da se stessi – sarebbero esposti alla violenza della prova della libertà? Se un figlio potesse ora essere in grado di superare una tale prova secondo la Tua parola, non sarebbe, da ciò, elevato al di sopra di Te? Lui si affermerebbe con una facoltà soltanto creativa, ma Tu dal Potere-ur del Tuo Essere!

207. Tu renderesti pari le condizioni della prova rinunciando Tu stesso alla Tua sovranità-ur fino a quel punto, fino a consolidare l’equilibrio tra Creatore e creatura sulla Tua via della prova. Su questa base la Tua prova sarebbe pienamente sovrana, perché la Tua sovranità – anche se per breve tempo – da velarsi a causa di un’opera che fosse caduta, sarebbe un Sacrificio, la cui portata sarebbe eternamente sconosciuta. Così, però, Tu includeresti tutti i pesi della prova dei Tuoi figli e dimostreresti su questa via, l’alta Luce del Tuo Amore! – Perciò giubiliamo interiormente a Te, nonostante questa pesantezza, adorando nell’umiltà il nostro Dio e Padre, UR!”

- Un solenne silenzio è la grande adorazione consacrante.

208. Dopo, UR dice: “Devo chiamare te, Muriel-Pargoa, il ‘principe della Mia verità’! Il Mio Santuario può portare la tua risposta senza esitazione. Per questo dovete ricevere un tesoro per il cuore. Ascoltate dunque: Io sono primordialmente il Portatore di ogni peso! Sono Io che pago il grande ‘debito’ dell’Anno-Attro-ur, essendo il Custode del Suo ‘avere’! Poiché, vedete, possedere il Potere, poter aiutare magari un’Opera nel suo decorso, e non farlo, richiede il superamento del Mio proprio Io! Non dovrei tentare di impiegare il Potere, se qualcuno volesse ferire la Mia santità? Non sarebbe da ciò, da diminuire la prova e un Sacrificio, senza nemmeno dover mettere da parte la Mia sovranità-ur? Ma se lo facessi, allora dovrei bere due volte un amaro Calice dell’Opera, quello della prova e quello del Sacrificio!

209. La Mia prova sarebbe il vaso del Sacrificio. Una forma esteriore che, per giunta, diventerebbe necessaria, avrebbe lo stesso peso, ma anche la stessa vittoria, perché qui si spiegherebbero la consapevolezza di forza interiore ed esteriore, i due fondamenti della Creazione come la Mia polarità del Potere-stabile e del Potere-regnante! Nel principio-stabile significherebbe la prova che attraverso il Sacrificio otterrebbe la vittoria; nel principio-regnante sarebbe il Sacrificio compiuto, che donerebbe alla prova la Mia magnificenza. E questo avverrebbe come simbolo principale nell’Anno-Azione-ur per voi, per tutti i figli.

210. Ora, Mio angelo-principe, la tua domanda deve ricevere la risposta. In tal modo anche quello che è stato detto prima sarà ulteriormente illuminato. – Tu hai chiesto se il potere della libertà provenisse da questa stessa oppure dalla prova. Se riguardasse quest’ultima, allora avrei esposto i Miei figli a qualcosa di non-adempibile. Su questa via la parte del potere lasciato a voi non potrebbe essere adeguata al Mio potere, a meno che, dovrei consegnare dapprima il Mio Potere a tutti i figli, cosa che avrebbe per conseguenza, il vedere il Mio Essere-ur suddiviso completamente nell’Opera-figlio. Ma questa è una pura impossibilità!

211. Diversamente dovrebbe esistere la premessa, che – presumibilmente come corpi separati – esisterebbero due parti: del Potere-stabile e del Potere-regnante. Da questo, per quanto un popolo-figlio fosse stato creato su questa base, la sua libertà sarebbe una mera illusione. Nel senso del nostro Anno-Azione-ur ognuno può combattere contro un abuso anti-divino. Dunque, viene meno che dei simili sviluppi creativi provengano dalla prova stabilita da Me, il che sarebbe soggetto ad un arbitrio, ad un corso della Creazione predeterminato, che dipenderebbe dalla Mia polarità-stabile. (invece) Il potere della libertà per la prova è soggetta unicamente alla libertà, e sarà sempre desunta da essa!

212. Voi avete esaminato con ragione: ‘Se accanto a Te non esiste nessun’altra Forza o Potere, da dove otterrebbero i figli un tale Potere di libertà?’. Questo non è un difficile enigma, Miei primi. Ovviamente, dal Mio Potere ho posto una parte del potere nella libertà pre-menzionata, che però non proviene dal Mio primo fondamento, dalle condizioni, essendo equivalenti al principio-stabile eternamente riservato a Me, bensì proprio dalla Legge della libera volontà da cui ho dedotto la costruzione di base dal Mio principio-regnante.

213. Pertanto, fino alla conclusione dell’Anno-Azione i due princìpi equilibranti rimangono sussistenti, avendo la loro impronta unicamente nel Mio Potere-ur e nel co-potere lasciato ai figli. Quando nasce un figlio, fin dall’inizio ha in sé proprio la forza inconsapevole di crescere e svilupparsi. Nella sua crescente maturità ha poi bisogno della Guida condotta consapevolmente, il che però lascia inalterata la sua libertà, soprattutto durante il tempo della prova.

214. Dello stesso genere sono le parti costituenti il potere dello sviluppo e di guida della prova della libertà, che – certamente quella raggiunta, giustificata – rende anche capace il figlio di conquistare da sé la libera obbedienza. Altrettanto grande può svilupparsi l’avversità. Tu lo hai riconosciuto giustamente, che il vostro intervento deve svolgersi molto di più ‘contro’, che ‘per’ la libertà. Questo non procurerebbe loro nessuna dissoluzione, bensì una stabilità particolarmente forte, e in seguito alla quale potreste guardare tranquillamente incontro alla grande prova della libertà della Creazione.

215. Tutto questo ha il suo motivo nel secondo fondamento. Vi annuncio ancora qualcosa in anticipo, affinché siate ben armati anche in questo. – Voi vi chiedete il perché vi ho lasciato riconoscere questa Legge per metterla alla pari come secondo fondamento delle Mie condizioni. Lo esaminerete dopo se non sarebbe stato più giusto aver reso dipendente la seconda Legge almeno parzialmente dalla prima. Tuttavia, il chiarimento di ciò, che porta con sé il su e il giù, ve lo rivelerà pienamente la luce. Badate affinché la verità faccia in voi delle radici indistruttibili.

216. E vi sia detto questo: ‘Potete essere certi in ogni tempo delle Mie mani benedicenti, poiché anche la libertà e la prova ritagliata su misura, giacciono per il MIO diritto nella Mano che sa portare e mantenere la Sua Opera!’. Chi dà a Me la sua libertà, la riotterrà benedetta secondo la Creazione!’. – Ma ora seguiteMi; nella seconda Ora del Giorno deve ancora svolgersi la via della Pazienza”.

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6/9 - Quinta tappa nella casa della Pazienza

217. Sulla via verso il quinto sole, UR si ferma. Alaniel-Madenia stanno riflettendo proprio ora che nel Giorno dell’Amore la terza parte del cuore di UR si rivelerà completamente. Allora per i portatori delle caratteristiche di Dio serve un altro ordine. Dio domanda il perché non volessero preparare la casa che era stata consacrata nel quinto Giorno della Creazione.

218. Alaniel risponde che secondo il suo punto di vista sarebbe stato importante mettersi alla prova nella Pazienza, darsi all’Amore, per ricevere da Dio la più ricca rivelazione del Giorno. Per questo vogliono preparare la casa della Pazienza. – Un raggio dal Santuario che troneggia in cristallina magnificenza sull’alto monte, colpisce il principe-angelo, ed è contemporaneamente un raggio da quegli Occhi potenti, che attraverso Alaniel-Madenia si diffonde su tutti i primi.

219. Mentre il guardiano veglia nella casa, il Santo va a prendere i primi. Davanti all’altare giace l’agnello-bianco, il primo lavoro della vita della Pazienza (cap. 5,193). Sullo schienale dell’alto trono della casa siede la colomba-bianca con con un paio di ali largamente tese. Colmi di un accenno di presagio sull’imponente significato, essi osservano tutti stupiti quest’immagine. – Dopo la funzione nella casa del quinto principe, UR va al focolare dell’altare. L’agnello solleva soavemente la sua testa delicata verso UR, e il Santo comincia a parlare:

220. “Portatore della Pazienza, Mia Sadhana, principi del Mio regno regale, una delizia quasi insospettata, similmente anche una forza non ancora mai percepita, si uniscono per voi nella gravità che il Mio Giorno dell’Amore vi ha dato come prima benedizione. – Voi vi chiedete il perché gli animali valgono anche come simbolo della casa. Cari figli, tutti i segni hanno il loro valore nella Creazione, e non ve n’è uno che non irradi seriamente, simbolicamente, la Mia e la vostra via. Tutti i segni, persino la croce come dominante, ricevono la loro condizione più sublimemente creativa attraverso l’agnello ed attraverso la colomba, poiché le potenze dimoranti in loro personificano la facoltà d’espressione della Mia santa vita, presentata rivelandosi nella prova e nel sacrificio.

221. Nella casa della Serietà sono stati indicati la prova della Creazione e il sacrificio della Creazione. Voi sapete che durante un tempo di prova non lascio governare in modo incondizionato il Mio Potere, poiché la Legge delle Mie condizioni non deve regnare da sola su quella della libertà.

222. Vedete, così pura, bianca come la colomba, con delle ali portanti e coprenti, così si adempie la Mia prova; e così, innocente come l’agnello, giacendo al suolo davanti al potere della Mia magnificenza, sarà il Mio Sacrificio! Come però la Mia destra, guida e conserva eternamente comunque, così pure la prova di tutti i figli, da e nella Mia prova, il loro eventuale co-sacrificio diventando necessario, da e nel Mio Sacrificio! In questo senso la croce può diventare un duplice simbolo del Giorno.

223. Entrambi i segni della Pazienza sono molto significativi per l’Amore, perché senza la pazienza  nemmeno l’amore può giungere al massimo sviluppo, perché la pazienza e l’amore sono la parte del Mio Cuore-divino, e solo con il suo pieno terzo flusso, il quarto fiume-ur è da guidare alla sacra consacrata celebrazione. C’è quindi da avere molta pazienza, per aiutare l’amore a raggiungere il suo giusto perfezionamento per l’Opera. In questo modo il Giorno dell’Amore deve avere il suo incoronamento attraversi i Miei figli! Dunque, rivela il tuo cuore, principe della casa!”

224. Alaniel-Madenia si avvicinano, prendono in mano il loro calice. Nel Santuario fin dal Mattino il contenuto del grande calice del focolare era diventato rosso come il sangue, che – quale sostanza spirituale – vivifica il loro corpo. Nei Giorni precendenti, …non c’era dell’acqua chiara nel calice del Santuario? Il principe della Pazienza se ne era reso conto ed aveva visto pure qualcosa: sulla croce del sacro focolare si era presto arrampicato un magnifico bocciolo di rosa rosso, ed era fiorito misteriosamente sulla trave trasversale.

225. Questo fiore risplendeva nella forma di un cuore raggiante, …oppure era sembrato così a lui solo? Ciò lo aveva scosso, ma non era riuscito ad interpretarlo. Solo più tardi, con il sacrificio rivelato, il portatore della Pazienza saprà che una fitta era penetrata attraverso la sua anima, quando nella gloriosa-pura Ora del Mattino il Giorno dell’Amore avrebbe ottenuto ‘Padre e figlio’, calice e croce, rosa e cuore, agnello e colomba, visti davanti a sé. Ma ora parla:

226. “Signore e Dio, Santo, hai reso grandi i Tuoi figli, hai dato loro una buona parte della formazione del fondamento del Tuo ricco Giorno della Creazione come benedetta anticipazione dell’incoronamento di ciò che avverrà dopo. Le nostre domande che possiamo presentare e quello che TU hai da dire al riguardo, sono la via del futuro dell’Anno-Azione-ur.

227. Questo avviene certamente affinché noi possiamo procedere, e le Tue parole giustificano ampiamente l’alta meta del Tuo Ciclo-Azione. La cosa magnifica per noi è l’averci fatto partecipare al Tuo operare creativo. Ci hai resi capaci di abbracciare con lo sguardo il maestoso corso dell’Opera, per quanto noi come i Tuoi primi ne siamo stati eletti fin dall’inizio della nostra Vita.

228. Tu, Preziosità del meraviglioso Mattino della Creazione nel raggio della luce del Sole-ur, con il suo giubilo, il suo splendore! O UR, o Dio, lasciami ringraziare in anticipo, perché Tu hai riunito in anticipo, come PADRE, la Pazienza, l’Amore e la Misericordia, ed hai già offerto magnificamente la fine del Giorno. Ti sia offerta la nostra gratitudine che si deve misurare con il Tuo proprio, originario giubilo sulle Tue Opere della Creazione. Sono certo che la bilancia di Uraniel anche qui rivelerà un unico peso.

229. Ora voglio dichiarare davanti alla Tua sovranità, come se percepissi il battito della creatività: – guardaci nella Pazienza divina ed indicaci che cosa illumina la nostra via della prova della libertà. Mi hai ordinato di riempire il prezioso calice con l’acqua dal mio pozzo. Il grande calice sul Tuo sacro focolare ogni Mattino fino alla Sera era stato pure il recipiente dell’acqua della vita dalla Tua fonte della Mezzanotte.

230. Se nel Tuo creare segreto delle Tue meravigliose Notti a noi velate, il Tuo calice celava qualcosa di diverso, non l’ho potuto notare; questo vive unicamente in Te, tuttavia nel nuovo Mattino, quando abbiamo colto nuovamente la nostra esistenza dalla Tua buona mano-ur, il Tuo calice era riempito con un’altra Fonte della vita. Rossa come il sangue del corpo, risplendendo scura, come contemporaneamente soave e grave anche il rosso della rosa che ora adorna il simbolo del Giorno. E la rosa, da quando l’ho vista, è cambiata come l’oro liquido, puramente risplendente come cristallo, e ciononostante era rosso sangue, ardendomi incontro come un cuore di rosa, adagiato nella magnifica corona d’argento che un raggio del Tuo Sole-ur ha intessuto come un gioiello della croce.

231. Ben riconosco che questo dipende dal corso del sesto, solo ora il giusto Giorno filiale, dato che abbiamo potuto dare un profondo sguardo nel Tuo operato in cui si lascia accadere un libero su e giù. Ma come si relaziona a noi ciò che è stato riconosciuto? Che ne siamo in contatto e che l’atto della libertà possa spingersi in due modi, tra noi e la magnifica immagine della rivelazione, approssimativamente come giogo della bilancia giustamente portante oppure come ingiusta parete di separazione, lo sento precisamente. O Dio e Padre UR, illuminaci dalla Tua benignità, grazia, longanimità e mitezza, affinché possiamo vincere la lotta contro questa parete di separazione, se necessario, contro di noi”.

232. “Principe della Pazienza, hai percepito giustamente il sacro collegamento tra la Notte e il Giorno. Tuttavia, non nell’ultima, bensì nella Notte-ur tra l’Anno-Azione-ur e la Parola-Anno-ur ho sciolto il guscio della croce nella quale il germe del frutto si è comportato già secondo la sua natura nella quadruplice Creazione. Nondimeno, nel terreno di un’azione, questo seme fu posto solamente in quella Notte  (5° Giorno), dopo che voi avevate compensato nella vostra propria sovranità la Legge della libera volontà e le condizioni. La Notte che ha aperto la Mia parte del cuore di Dio all’Opera-figlio ha fecondato il germe che aveva riposato durante il giorno della Pazienza. Nella Notte passata il Mio terreno si è aperto, e il Giorno dell’Amore ha lasciato crescere il seme nel modo più magnifico, il nobile ramoscello, il rampollo (germoglio) regale!

233. Anche per te c’è una domanda, prima che segua la Mia risposta. Io sono prudente a toccare la conoscenza in voi, e voi pure la dovete lasciar crescere come nobile germoglio, perché quello che voi date al Giorno è la Mia ricompensa; e quello che Io posso aggiungere, è la vostra ricompensa. Sarete in grado di misurarla? Ora la domanda: ‘Come vuoi intraprendere una lotta contro te stesso, e perché? Pensi forse che da questa, dalla prova, si possa ottenere la libera obbedienza?’. Bada, Mio principe, ed esamina con pazienza! Nel frattempo Io preparo la via verso il sole dell’Amore, dove vi entrerete per la prima volta”.

- Alaniel-Madenia rimangono indietro inginocchiati. L’agnello, i cui occhi ricordano gli occhi soavemente scuri di UR, li guarda; anche la colomba bianca, che ora piega le sue ali.

234. Il Tempo rimane nuovamente non misurato, ma l’Orologio della Creazione misura il procedere di tutte le Opere e le allinea nello Spazio e nel Tempo dell’eternità-ur. Perciò UR entra nella Sala dell’altare al tempo giusto, dove il Suo cuore registra il pensare e il riconoscere dei Suoi figli.

235. Dopo che Lui e gli altri hanno preso posto, Alaniel dice: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero, Melchisedec sommo Sacerdote! Tu hai ritenuto giusto presentarmi una difficile domanda, la cui risposta non poteva ancora essere sollevata da nessun Giorno della Creazione vissuto con Te, bensì dalla possibilità di un magnifico libero sviluppo di una prova di vita. Se non possiamo ancora sapere come procederà questa prova, come potremo sapere se dobbiamo prepararci a una lotta, pro o contro di noi? La luce dell’eternità-ur ci inonda ancora, la nostra via è una scala del Cielo di conoscenza in conoscenza, cosa che Tu, nell’alta, innominabile Bontà, chiami ‘il nostro proprio lavoro’. Con ciò attingiamo originariamente tutto da Te: luce e vita, dalla luce-vita-ur!

236. Nonostante ciò, vedo chiaramente davanti a me il compito di lottare contro di noi, per vincere per Te! Su questa base siamo i vincitori contro un’infrazione dalla libertà filiale! Questa sarà una lotta inesorabile, come non ve n’è stata ancora. Unicamente le Tue lotte equilibratrici sono più sublimi!

237. Queste sono state eseguite da due parti del Potere-ur unendosi sublimemente. E tuttavia, quella vittoria, Onnisanto, allora non poteva essere maggiore che questa che è dinanzi a Te! Infatti, quella in arrivo ha la sua radice nelle lotte equilibratrici. Perciò la nostra lotta dev’essere contro la libertà che ci devia dalla via-ur, e questa vittoria è unicamente Tua su ogni demone!

238. Una creatura che ribellandosi usa la libertà dello spirito per l’opposizione, dev’essere indicata come ‘demone’. Allora si troverebbero di fronte, lottando, il principio della Divinità e il demonismo. I Tuoi primi ai quali hai trasferito la Tua Opera secondo la polarità del potere-regnante, si preparano a questa lotta. Abbiamo potuto operare sempre da noi stessi; le Tue parole ci hanno guidati e non erano un comando, ma attraverso la rivelazione della Tua maestosa Persona-ur, dischiusa nella magnifica quadruplice Entità e nei sette raggi della Vita fondamentale, ci siamo fatti guidare volonterosamente in ogni Ora di ogni Giorno. In tal modo Tu ci hai già insegnato l’obbedienza, che per noi è diventata la libertà più bella e più preziosa.

239. Quindi, noi non abbiamo impiegato la nostra personalità come ‘fattore del Potere della Creazione’, bensì Te solo, Onnisanto! Se una volta il potere della libertà volesse reprimere la nostra obbedienza, allora aiutaci, affinché ci ricordiamo delle Tue alte lotte equilibratrici che ci hanno portato la vita e l’esistenza. Io combatterò contro me stesso con tutta la forza a mia disposizione. Questo è ‘il come’ della lotta.

240. Io porto nel campo le Tue condizioni giustamente poste, loro sono la mia migliore arma! Fare delle condizioni e della libertà una magnifica coppia, è il compito postoci, come anche Tu, Onnipotente, una volta hai compensato il Tuo Essere-ur, affinché la prevista Opera-Figlio si lasciasse elevare a Te già dal suo primo soffio di vita attraverso la suddivisione del Tuo Cuore-ur, nella quadruplice Entità e nelle sette Caratteristiche.

241. Ci hai ancora chiesto se e perché una tale lotta fosse d’obbligo. Dunque, se è già condizionata attraverso quel potere che hai posto nella nostra libertà, capace di creare, lottando, questa parte del potere si può conservare nel principio della Divinità. Diversamente diventerebbe fin dall’inizio un demonismo, e con questo è confermato anche ‘il perché‘.

242. Nel momento in cui potessi persino tendere la mano ai frutti, che diventeranno pienamente maturi unicamente alla fine dell’Anno-Azione e non saranno consumabili prima, io mi sottometto all’obbedienza sotto quelle condizioni che in seguito alla Tua Sapienza, con il superamento di questa prova della libertà, ci consegneranno tali frutti solo quando noi, come creature, saremo formati a perfetti ‘figli’ anche nel nostro spirito e nella nostra anima. Questo è il Tuo progetto e la Tua meta, colmato attraverso la direzione osservata e il corso completato della vita del nostro Giorno. In ciò è molto particolarmente da intrecciare la grave Serietà.

243. Guarda, Padre, Ti sei rivelato a noi come se portassimo già in noi la piena meta. Ma non è così! Ancora non sono state dominanti tutte le sette Caratteristiche, per cui non può nemmeno essere svelata la pre-pensata piena parte della Tua Persona-ur. Se non è ancora così, allora ci manca il collegamento e l’unione interiore tra Creatore e creatura, tra Sacerdote e spirito, tra Dio e anima, tra Padre e figlio! Il Giorno della Serietà ci ha dato il Tuo testamento; nella Serietà la prova non potrà mai essere superata, poiché dapprima dobbiamo umiliarci davanti a Te come creature, prima di poter avere il predicato ‘è compiuto!’.

244. Nella fiamma del mio altare ho visto il fuoco del Tuo focolare che, allineata, riceveva su un anello la moltitudine delle Tue Opere come perle argentee opache. Tu avevi assegnato un’opera ad ogni fedele vassallo. Tu troneggiavi su quest’anello, lo tenevi nella Tua destra, lo hai portato sulla Tua mano sinistra e stavi pure ancora in mezzo al di sotto di lui. Tuttavia, solo nell’ultima Settimana dell’Anno-Azione il caro anello di perle sarà completato. Beatitudini su beatitudini sono i gradini d’oro della luce che condurranno noi figli lassù.

245. Non la libertà della Creazione, bensì la libera obbedienza ottenuta combattendo ci fa costruire i gradini dorati verso l’alta meta, i cui sicuri corrimano sono le Tue condizioni! Queste, unite insieme, sono la più semplice indicazione: riconoscere i Tuoi insegnamenti come i migliori capisaldi della vita fondamentale e, nella loro osservanza, fare nostre le Tue azioni!

246. Tu però non hai mai impiegato il Tuo potere di Creatore nei nostri confronti; e quanto facilmente può accadere questo! Chi Te lo può impedire? Non dovremmo esprimere ancor più la nostra obbedienza come ringraziamento d’amore? Sì, questo, sia fatto, anche all’inizio della lotta, come lo riconosco! Allora in futuro le perle regali saranno così grandi, da contenere in sé la pienezza delle grandi magnificenze dei sette Giorni della Creazione che ora si stanno allineando. Da questo ci darai nelle nostre mani la ricompensa della libera obbedienza e noi possiamo posare nelle Tue onnipotenti mani il prezzo della meta conquistata lottando.

247. Così guardo incontro alla grande prova della libertà nella Pazienza, che permetterà la riuscita della gloriosa vittoria, quando si rinuncierà da sé al potere della libertà e si lascerà l’Onnipotenza nelle Tue mani”.

- Alaniel ha parlato bene; i primi lo riconoscono nel santo volto di UR, e la colomba stende di nuovo le sue ali.

248. UR dice: “Figli Miei, chi prenderà a cuore le parole della Pazienza nel grande corso della Creazione, non riconoscerà la prova del Mio potere su di voi, ma piuttosto il Potere del Mio Amore per voi. E affinché la prova dell’Amore possa davvero dispensare quelle perle della Creazione, voglio farvi vedere con un esempio la grandezza di questo incoraggiamento. Perciò fate attenzione:

249. Sadhana ha parlato presso il Mio sacro focolare; voi primi-principi siete corsi avanti sulla via, cosa che era nelle Mie condizioni, come inoltre era nella vostra libertà. Alaniel-Madenia grazie alla libera volontà avrebbero potuto procedere nello stesso modo, cosa che non sarebbe stato sbagliato, soprattutto perché non potete ancora presagire che cosa ci porterà nel complesso questo Giorno sulla strada verso la Pazienza. La Mia condizione aveva previsto che Io stesso preparassi la casa, e il Mio principe avrebbe dovuto servirMi in questo.

250. Se ve lo avessi rivelato, allora sarebbe stato un ordine, piuttosto che un’istruzione. Un ordine avviene quando si forma una nuova conseguenza ed è necessaria la Mia guida determinante, ma in questo, nemmeno la libera volontà subisce alcuna costrizione. In generale, preferisco che qualcuno si lasci guidare dalla propria conoscenza, perché così aumentano la sua beatitudine e la Mia Gioia.

251. Per produrre questo, ho dato ad ogni figlio il cuore come sede primordiale della Mia voce. Nel cuore si percepisce il flusso dello spirito. Se un figlio accoglie il flusso come la ‘Voce buona’ e la segue nella propria spinta, allora la legge della libertà è custodita attraverso l’osservanza delle condizioni. In questo modo si afferma la meta da ogni singolo fenomeno; ed Io accetto la Mia incoronazione tramite i figli. Tuttavia, i Miei figli vengono incoronati unicamente da Me!

252. Alaniel-Madenia hanno rispettato la voce del cuore come un proprio ordine, per cui hanno agito del tutto liberamente, e in questa libertà hanno comunque lasciato governare la Mia condizione di diritto. Per questo hanno raccolto una ricca ricompensa. Nella fiamma del loro altare hanno visto qualcosa di futuribile che con la visione è diventata una realtà interiore. Quello che in questo modo si lascia annunciare adesso o più tardi, rimane conservato per il figlio e, da ciò, anche per la Creazione come ‘dato di fatto’! A tali conoscenze segue l’incondizionata benedizione.

253. In tutto questo non si tratta di quell’onore che volete mostrarMi, bensì, che due Potenze della Creazione, segretamente unite, sono diventate attive. Esaminate se avete già badato alla voce del vostro cuore. Io ve lo confermo, ed aggiungo che l’interiore ha sempre il più reale collegamento con Me, non appena un figlio, con tutta la gioia, fervore, gratitudine e la più profonda dedizione, lascia crescere in sé la Mia voce, finché impara a dominare tutto l’esteriore.

254. Vedete, l’esteriore esiste per via dell’Opera, ma l’interiore per via di Me! Niente dell’esteriore può esistere se non riceve dall’interiore la sua formazione. Sia nel pensiero che nella parola e nell’azione, riceve ed attinge la sua conservazione dall’interiore. Questo riguarda prevalentemente la Mia voce. Chi La sente esteriormente e vi bada, potrà ben riconoscerMi; chi invece con la prima volontà dà importanza alla voce interiore, costui ha e le adempie entrambe, ed è quindi benedetto per essere ricco nella Creazione. Infatti, è difficile dare l’attenzione all’interiore, e questo pretende la massima serietà.

255. Quello che tu hai percepito nel Santuario, Alaniel, sarà rivelato in tutti i particolari. Una cosa richiede l’altra, e ognuna porta il perfezionamento di ciascuno. Io sono pronto ad accogliere la prova del Giorno dalle lotte equilibratrici a voi note, perché nessun figlio compie ciò che Io non abbia già compiuto prima, indipendentemente dal fatto se è secondo il Mio Essere-ur oppure dalla rivelazione della Mia Personalità-ur. Certamente la Mia prova sarà ben diversa dalla vostra, ma devo anche portare un Sacrificio, se un figlio s’allontana segretamente da Me nell’erronea libertà.

256. Per questo motivo fu anche mostrato il Mio stesso calice colmo con il Mio sangue, che Io stesso – come UR – porto realmente in Me. Questa è la Fonte della vita del sangue spirituale in cui si uniscono i quattro Centri-Essenza-ur. Tuttavia, la forza e l’autorità rivelano ad un’opera della Creazione il Sacerdozio e la Divinità. Allo stesso tempo si è rivelato il contenuto primordiale del calice come flusso vitale del Mio Potere di Creatore.

257. Attraverso l’immolazione – se necessaria – del Mio ‘sangue spirituale’, della sacra Fonte della vita, rimane conservata al Mio popolo-figlio soltanto la Fonte-ur. Per questo il calice stava sul Mio focolare riempito con l’acqua del sacrificio, il quale verrà chiamato ‘sangue del Sacrificio’, per proteggere fin dall’inizio la Mia Opera altamente benedetta. E qui, nella casa della Pazienza, si trova il calice con l’acqua della vita-ur; poiché con una Pazienza a voi inimmaginabile custodirò eternamente per tutti i figli la fonte della verità! Si tratta di assumere il Sacrificio e berlo fino in fondo senza il Potere del Creatore! Questo lo può compiere unicamente e soltanto la Pazienza! Il Sacrificio stesso dovrebbe avvenire nel simbolo di questo Giorno, della santa Croce!

258. Voi nel Giorno della Sapienza avete adornato l’Opera con qualcosa di prezioso, benché guidati segretamente attraverso di Me. Non avete sospettato che si trattava principalmente di una questione, …per un sacro simbolo, anzi, di un mistero. Avete adornato il sacro focolare e gli altari delle vostre case con rose bianche e rosse, e di bianco e di rosso si mostrarono qui il calice della Pazienza e nel Santuario il calice della Creazione. E le rose rosse stanno alla sinistra, quelle bianche alla destra.

259. Se un figlio caduto dev’essere rialzato di nuovo dal rosso sangue del sacrificio, allora sarebbe da mettere sulla croce la rosa rossa come simbolo del Portatore del sacrificio. Perciò si è mostrata in questo la rosa rossa come un cuore chiaramente raggiante, e questo cuore caldo batte d’Amore per ogni figlio nel Mio petto!”, UR Lo indica, e continua:

260. “Già nella premessa di un’immolazione queste nobili rose hanno ricevuto un arma. Non appena dovesse sorgere un demone, si rivestiranno di spine, le quali feriranno la mano che si è levata contro di Me. Questo, allo stesso tempo, deve essere un simbolo per quei figli che non dovessero rimanere nell’obbedienza del libero amore, cosicché senza ferita nessun figlio può tendere illegittimamente ad uno o all’altro dei Miei diritti-ur!

261. L’Oro nel cuore della rosa sono Io, UR, così come Mi potete contemplare perfettamente quando la Fonte della vita, bianca e rossa (come nel sangue i globuli bianchi e rossi) si trova di nuovo sul Mio sacro focolare in un calice come l’acqua dalla Mezzanotte. Il cristallo risplendente rappresenta tutti i figli che dimorano nel Mio cuore, quelli che hanno elevato l’obbedienza al di sopra della loro libera volontà. Il rosso soave e grave della rosa è l’atto e la vita del Figlio del Sacrificio! Entrambe si formano in un anello che significa, che attraverso l’Atto del Sacrificio l’intera Opera-figlio viene legata al Mio Essere-ur. Il raggio d’argento come corona al di sopra di questo cuore che lo mostra circondato in anticipo, significa: l’alta meta cade nella Mia mano! Nella luce del Mio Sole-ur, come preziosa corona del Figlio del Sacrificio, dopo, starà scritto:

‘È COMPIUTO!‘

262. Ora è suonata la seconda-Ora e ci rechiamo verso il regno del reggente del Giorno, ma la Pazienza, figli Miei, dobbiamo sopportarla oltre al massimo grado, sia voi come anch’Io, altrimenti ciò che diviene si spezzerebbe, se dalla parte del Mio cuore, di Dio, la Pazienza non desse il fondamento”.

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6/10 - Verso la casa dell’Amore, Raphael e la visione del suo simbolo  (terza-Ora)

263. Dopo il sommo Servizio camminano sulla via orlata di rosso verso il Sole-centrale-ur ancora sconosciuto. L’agnello cammina alla destra di UR, la colomba vola su di Lui in ampi cerchi, ma presto, Raphael si china, solleva l’agnello sulle sue forti braccia e lo porta con cura dietro a UR. Qual sacro mistero! - Davanti alla collina del sole, UR ferma il Suo passo e dice:

- “Figli Miei! Mi avete seguito volontariamente e siete diventati co-determinanti, mentre vi ho assegnato qualche Opera, ma anche voi avete lasciato qualcosa a Me, e cioè la vostra volontà di essere co-portanti. Così si sono fusi in voi le due sostanze fondamentali delle Mie caratteristiche: il loro carattere determinante e portante.

264. A voi sarebbe anche comprensibile se a questo bivio, da cui può risultare un su e un giù, lasciassi ancora una volta a voi la decisione preferibile di retrocedere dalla legge della libertà come partner equivalenti delle Mie condizioni, soprattutto perché vi sono già state rivelate molte cose difficili. Voi Mi chiedete se è possibile un deviare e se le Mie condizioni da sole possono completare l’Opera.

265. Dunque, si realizzerebbe un ‘sì’, allorquando, in seguito alla Mia ultima indicazione, diceste che per i figli significherebbe per tutti un peso troppo grave, non appena ‘qualcuno’ non superasse la prova della libertà della Creazione. E sarebbe un ‘no’, se credete pienamente fiduciosi nella Mia vittoria! Qui il Mio Amore si è fermato ancora una volta; voi percepite il disporre fin dove il Giorno appena iniziato ve lo può trasmettere, tuttavia il Mio sconfinato Amore ha già adagiato da tempo tutto il Giorno nell’autorità di Dio a voi inimmaginabile!

266. E’ questo Amore che – certamente ora per l’ultima volta – vi chiede se il procedimento deve rimanere, nonostante il pericolo che una terribile violazione della libertà possa magari cambiare in modo determinante l’intero Anno-Azione-ur, oppure se preferite sospendere questo creare, prima ancora che avvenga un tale oltraggio.

267. Qui devi deciderlo dapprima tu, Mio arcangelo-ur Raphael. Eaminalo bene, poiché la tua parola può essere la spinta verso l’uno o verso l’altro, perché, come ‘portatore dominante’ (di questo Giorno), ognuno ti seguirà volentieri”.

- Raphael guarda nel maestoso Volto, e ancora una volta guarda all’agnello che lui porta ancora. La sua mano accarezza soavemente la sua testa. Tutti lo percepiscono: Raphael, umile, s’inginocchia nel suo cuore dinanzi al Re, come finora forse nessuno si è ancora potuto inginocchiare, ma non dà subito la risposta.

268. Lui osserva il Santuario scintillante che troneggia sul monte cristallino. Un forte raggio di luce si stende su tutti i primi. Egli indaga negli occhi di Sadhana e dei principi, e ad un tratto è come uno spavento, …guarda oltre a UR. Dietro al Maestoso sale il ‘suo simbolo’, riempiendo incommensurabilmente lo spazio, che il suo sguardo, addestrato per la Creazione, può penetrare, volendolo, fin nelle profondità più lontane. Che cosa è appeso a questa croce? Vede, …oppure lo percepisce soltanto?

269. In lui ci sono entrambe le cose, per questo gli è difficile pronunciare la prima decisione. Il pro e contro non è da stabilire dal setaccio del Cielo. Lui porta l’agnello, forse sta portando i futuri amari pesi della Creazione! Ce la farà da solo, senza il co-aiuto di UR? Ancora una volta il suo sguardo passa su tutti, e poi, …poi posa l’agnello di Dio nelle sante Braccia, le quali si aprono prontamente.

270. (Raphael) Egli dice: “O Amore, Santo! Ci hai trasmesso una gran parte del Tuo lavoro di Creatore. Ti ringraziamo per questo. Il mio ringraziamento si chiama: fiducia contro Fiducia! Con una fiducia veramente inafferrabile ci hai dato dai diritti della Tua alta Casa, e guarda, li restituiamo nelle Tue mani di Creatore. Dio magnifico, se Tu ci hai resi felici con la Tua sacra fiducia, non dovremmo noi, mettere in Te quella fiducia, cosicché il Tuo Anno-Azione-ur porti al sublime adempimento, oltre la conoscenza e la comprensione, persino se un figlio rendesse oscura una, oppure molte, Ore di questo Giorno sommamente benedetto?

271. Ho portato l’agnello senza conoscerne il senso. Adesso è giunta la svolta e l’ho posato nelle Tue braccia, poiché unicamente Tu, UR, santo-eterno, porti l’Opera per tutti i figli attraverso la croce! Così si compie ciò che hai previsto e quello che possiamo dare. Quindi rimanga Tuo questo Giorno e l’alto Anno miracoloso dell’Atto, o UR, per il giubilo del Creatore! IMANUEL, la Tua somma Meta saranno tutti i figli! Tu sei il Re del Regno; e il Tuo nome è: ‘SANTO’ e ‘UR-l’ETERNO’!

272. Tu sei il nostro Creatore che dalla Tua fonte della Mezzanotte attingi la moltitudine di Pensieri e ne fai delle creature. Tu sei il sommo sacerdote Melchisedec che dal Suo Spirito ci donò quella forza affinché anche noi diventassimo spirito. Dall’autorità divina ci hai preparati in esseri animici. Oh, questo è avvenuto veramente in eterno, affinché diventassimo dei figli, nati liberi e, ciononostante, viventi solo in Te! Così Tu, Essere altamente maestoso, sei ‘nostro Padre’ e noi siamo uniti con Te nell’interiore, e anche esteriormente siamo i Tuoi veri figli. Nulla ci può separare da Te e dal Tuo Amore!

273. O UR, Santo, insegnaci a riconoscere Te come il nostro buon Dio, nel Cui compimento dell’Opera anche noi diventiamo perfezionati dal collegamento e dal saldo adeguamento alle due imponenti Leggi del fondamento. Guarda la Croce che un giorno porterà l’Amore, essa sarà eternamente portata dall’Amore!”

- Dal queste parole parte una grande forza, vibra insieme al silenzio che sorge, si adagia sui cuori dei figli e, nonostante ciò, fuoriesce anche da loro.

274. Raphael può riprendere l’agnello per portarlo ancora dietro al suo onniamato UR; ma quando anche Sadhana e i principi danno adesso la loro risposta, UR si distoglie. Troppo grande è lo splendore dei Suoi occhi da Creatore. Questo non può – senza recar danno – essere accolto subito. E lo splendore tesse un mantello che circonda il Santo. Egli passa oltre, ma nessuno dei primi Lo seguono. Non ci riescono.

275. Da dove veniva quello splendore? La decisione, non avrebbe dovuto più giustamente, coprire il potere per ciò che avverrà? Raphael ha proprio visto la croce che veniva portata, e Colui che la portava, Simbolo del Sacrificio dell’Amore quasi assoluto! Ora UR ha messo tra Sé e i Suoi figli l’ultima via dell’Amore. Perciò lo splendore non era da diminuire, bensì da aumentare, dato che la vittoria di UR dal necessario sacrificio della Croce unite in una mano, Lo ha chiamato all’esistenza di un mantello. Al di sopra della croce e dalla stessa, risplende pietosamente raggiante un ‘Compiuto!’.

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 6/11 - Nella casa dell’Amore la grande lotta decisionale del settimo principe

276. UR ha preparato con le Proprie mani la casa dell’Amore. Egli è sulla porta, …ma con uno splendore più debole. La Sua mano invita gentilmente ad entrare, ma nessuno dei figli vuol vedere UR per ultimo. Il Suo sguardo dice: ‘Voi potete! Vi è permesso, perché, vedete, il Mio Amore vi serve’. - Allora entrano in silenzio con il fiato sospeso, e la beatitudine di Dio ricade su di loro come una pioggia argentea.

277. Davanti al focolare dell’altare si fermano. Il profondo sguardo di UR si posa sul gruppo. Conduce Sadhana al suo seggio che si trova nel mezzo davanti all’altare, e agli angeli indica i loro posti. Alla destra di Sadhana siede la Pazienza, alla sinistra l’Amore, dietro a lei la Misericordia. Quale disposizione dell’Ordine era stata presa per la figlia della Creazione? Del tutto a destra siedono la Sapienza e la Serietà, a sinistra la Volontà e l’Ordine. Tra tutti gli strumenti diventati evidenti, la croce ha il predominio. Raphael-Agralea dopo la consacrazione vengono per la prima volta alla presenza del Signore davanti al loro stesso focolare dell’altare, al loro seguito c’è la settima coppia di principi.

278. Il portatore dell’Amore dice: “Signore e Dio santo, Padre onnipotente, le due ultime fiaccole vengono avanti perché l’Ora ha bisogno del Seme del Tuo Amore unito a quello della Misericordia. Lascia parlare prima il settimo principe, affinché sia incluso il suo raggio. O UR, a Te non deve mancare proprio nessuno dei Tuoi figli! Lo sguardo oltre, alla Croce, e l’Ora del suo Essere, erano riservati all’Amore portante. Come figlio ho ben accolto la visione, ma non nella sua profondità, bensì nel suo genere essenziale.

279. Sono però certo, che anche la Misericordia deve essere impiegata insieme! Quando mi hai chiamato – Padre del tutto – ho visto il legame tra la Pazienza, me e la Misericordia, come parte dell’Onnipotenza da cui era fuoriuscito. Nel sesto Giorno non deve mancare nessun principe, se il potere, la forza, l’autorità e il vigore devono giungere alla loro determinata rivelazione nel procedere dell’Opera. L’Amore è fuoriuscito da Te, e con il suo ritorno invio la richiesta al Tuo cuore di lasciare la casa e il focolare dell’altare alla Misericordia, affinché possa co-determinare sovrana”.

280. “Sia fatto!”. UR solleva benedicendo le Sue mani. “Adesso il libero servizio è venuto da un figlio, perciò pongo su di lei (sulla Misericordia) il peso del Giorno, perché tu, Mio principe, le hai offerto un forte fondamento. Quindi do la parola alla Misericordia”.

- Raphael-Agralea si siedono, e il settimo principe parla nel Consiglio dei santi:

281. “Onnipotente! O Padre UR! Il settimo spirito che hai formato in Te per le grandi Opere, vuole già ora lasciar muovere la Tua salvifica Misericordia nel flusso del vigore. Non conosco ancora il mio lavoro, ma il mio cuore riconosce la ‘corona’ come il glorioso simbolo del Padre. E’ un mistero che la mia pre-elezione non avvenga nell’Alta casa, ma dove sei Tu, eterno-UR, là è il Tuo Santuario! Dove respiri TU, vale la Tua Parola! Mi hai invitato qui a parlare, così resta importante che Tu mi convochi all’Opera.

282. Sì, …la corona darà la ‘sacra Sera’ al figlio di quel Giorno, anche se il suo Simbolo non adorna ancora il focolare del duomo della Creazione. Quale inaudita Grazia nella fusione della croce e della corona insieme a tutte le alte Caratteristiche! L’Amore getta le fondamenta per la Festa della redenzione, ma il settimo Giorno coprirà il sesto con l’Ombra santa-ur, senza la quale lo stesso non potrà mai risplendere nella più sublime Magnificenza.

283. La libertà grava sulla Creazione. Ma io, devo offrire la corona dove la prova può generare una frammentazione di entrambi i Portatori del fondamento? Se invece della giusta compensazione delle condizioni e della libertà dovesse sorgere una riottosità, un’elevazione e la disobbedienza, allora non la consegnerò mai a quella parte dell’Opera che si sollevasse oltraggiosa contro di Te, o Santo. Io saprò ben custodire la corona!

284. Queste mani…”, Gabriel-Pura le tengono nel fuoco, “…coronano ciò che con i raggi della Tua grazia diventa auto-perfezionante. Tu sei perfetto, Eterno-Unico, ma le Opere-quotidiane che Tu hai dato da Te, le hai sottoposte allo sviluppo, in cui la Tua perfezione-ur può e deve rifletterSi anche per i figli.

285. Quanto poco la Tua Santità è vulnerabile, tanto meno darò la corona a una caduta, persino se, nell’averla compresa, i suoi smarriti volessero rivolgersi di nuovo alla Luce una volta ricevuta. Infatti, santo, santo, santo, santo è UR, la Cui misura di grazia ci rimarrà eternamente insondabile. Pertanto, io dico: la corona, solamente all’Opera della Corona!

286. Noi non siamo i Tuoi primi spiriti per ottenere una figliolanza fine a se stessa! In primo piano sta il compito della Creazione, il Cui Portatore portentoso-ur sei Tu stesso! I Tuoi fedeli figli reali vogliono irradiare insieme come sette Fiaccole. Con l’incoronamento della Tua Opera conservata tramite loro, Tu incoroni solo Te! Fino ad allora, però, io sarò la protezione del mio simbolo! Perciò, come settimo, non pongo a Te, o UR, nessuna domanda, bensì la richiesta: protezione all’eterna sacra Corona-ur!

287. E’ questo, il Raggio portante della Vita fondamentale che, come nessun’altro, sa rialzare uno spezzato? Nessuna Caratteristica, nemmeno la Volontà ha posto delle pretese. Chi lo comprende senza la Sapienza della Luce? Nessuno può resistere al silenzio quasi rigido che segue a questo discorso; nessuno presagisce che cosa ne sorgerà per Spazio e Tempo dell’eternità-ur. UR lo forma da solo, ma il Suo volto è velato come da un panno. I primi lo vedono e non lo possono comunque contemplare.

288. Egli lascia che il silenzio agisca, ma tiene pronto quel tanto che è necessario per l’ulteriore amministrazione. Nonostante ciò, regna una vita sublimemente pulsante, e i primi stanno sotto una forza dinamica della richiesta che, come un’eco, continua a risuonare in loro: ‘Protezione all’eterna sacra Corona-ur!’. Quando il silenzio ha fatto la sua parte, allora il volto di UR ridiventa come svelato davanti ai figli.

289. Egli dice: “Portatore della Misericordia, la tua richiesta apre una profondità la cui incommensurabile autorità nessuno di voi vedrà mai. Nonostante ciò, una gran parte della conoscenza è una proprietà auto conquistata. Dagli avvenimenti dei Giorni hai raccolto finora in segreto la forza spettante a te e l’hai posta di fronte all’Opera, e l’Opera, a te e… anche a Me! Hai attinto una ricca conoscenza dalla Mia profondità-ur, ed Io – ascoltate, figlio e Opera – Io, UR, il santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, riconosco e sostengo questa richiesta!

290. Questo, però, Mi autorizza rivolgere una re-richiesta al portatore della Misericordia, che però precede la più difficile domanda del Giorno in cui tutte le domande della decisione hanno la loro destinazione-ur. E tutto si formi nella Mia ulteriore richiesta già all’inizio di un’Azione. Lo pretende l’Opera, se non deve subire nessuna violenza prima che la prova della libertà della Creazione conduca ad altre violenze.

291. Quindi ascolta: tu hai designato la futura celebrazione della redenzione nel Giorno del riposo, nel quale soltanto potrai avere l’evidente elezione dell’Opera. Se ora si presentasse la possibilità che dei figli durante la prova della libertà non giungessero all’obbedienza, bensì ad una grave caduta, e più tardi in seguito ad incisive disposizioni si volessero recare di nuovo – nella libera comprensione – sotto lo Scettro primordiale-eterno della magnificenza del Mio Potere, cosa che sarebbe il Mio più sublime Onore perché (così, per loro) diventerei vincitore dalla pienezza del Potere del Mio Spirito-ur e non attraverso una conduzione arbitraria, anche allora è da negare la corona secondo la tua richiesta? Come potrebbe svolgersi senza un’incoronazione, una tale parte della celebrazione della redenzione? Proprio la Misericordia, prima di tutto, deve riportare a Casa e re-inserire nell’Opera della luce, e incoronare, proprio ciò che aveva cercato di sottrarsi all’Opera della Corona.

292. La domanda svela la Mia richiesta che già ardeva in Me, quale UR nelle lotte primordiali di compensazione dei Miei raggi della vita fondamentale a voi ancor sempre del tutto sconosciuto. Una buona parte vi è stata ben rivelata, altrimenti tra Creatore e creatura non potrebbe avvenire nessuna disputa. La Mia richiesta deve quindi essere riscattata da te ancor prima che un fatto ne pretenda il diritto così come Io ho accolto in anticipo la tua richiesta. Se l’ho fatto, allora è del tutto certo il pagamento del debito!

293. Di fronte alla tua richiesta, Io oppongo la protezione a ogni figlio che dopo una caduta dalla libertà, per quanto profondissimamente sia, abbia di nuovo nostalgia della Mia luce! Protezione a ogni figlio che vive coscientemente! – Questa è la Mia richiesta che pongo ai portatori dei Miei raggi della Vita fondamentale il cui primo dovere deve essere adempiuto da te, fiaccola della Misericordia! – Lascio con i primi lo spazio del Sole dell’Amore, perché hai bisogno dell’assoluta quiete per compenetrare (in te) fino alla chiarezza”.

- Il Re ha conferito al Suo principe un’ultima decisione volontaria. Gli riuscirà di compensare entrambe le richieste?  

294. Non si potrà mai descrivere con parole umane l’immagine della forza con la quale il principe deve lottare, nemmeno l’immensa irradiazione che UR tesse da lontano intorno allo spazio del Sole dell’Amore. Nel fuoco si mostra la lotta-ur di una volta, la futura lotta della caduta, la lotta della redenzione e la lotta del giubilo! Quattro lotte, un simbolo dell’essenzialità santa-ur! Quando UR si risiede sul seggio dell’Amore, Gabriel e Pura s’inchinano. Gli occhi del principe cercano e trovano negli occhi di tutti i figli, già in segreto, la conferma della sua risoluzione. Poi lo Sguardo di UR, santo, si misura con il suo come due che vicendevolmente hanno da stabilire delle richieste fondamentalmente diverse, ma del tutto eque, al cui adempimento ognuno deve fare attenzione.

295. (Gabriel) “Onnimaestoso, Altissimo di ogni potere, forza, autorità e vigore, Tu adempirai la mia richiesta ed io la Tua. La mia decisione rimane, perché la Tua Santità è da proteggere tramite la corona, e questa, attraverso l’intoccabilità della Tua santità. Dei figli che da una caduta, nell’amara conoscenza, volessero tendere a ciò che è perduto, non riceveranno mai una parte della corona, perché Tu, o UR, con ciò, non verresti mai incoronato! Non ci sarebbe altro che giungere nuovamente al vecchio dominio e con un tale re-inserire nella luce, le nostre comuni richieste non risulterebbero mai soddisfatte!

296. Io voglio proteggere tutti i figli secondo la Tua richiesta, il che è anche lo scopo del rifiuto della corona. Se però, dei ‘caduti’ riconosceranno il loro ‘sperperato’, subordinandosi ad un giudizio inevitabile, se loro stessi trarranno le consequenze, da vinti, a costoro, nell’umile pentimento, non verrà nemmeno il pensiero di chiedere a Te la restituzione della parte d’eredità sperperata.

297. Vedi, o UR, tali figli sono da aiutare, e a loro spetterebbe un’incoronamento. Questo, poi, varrebbe come sovra-irrraggiamento della Magnificenza. Tuttavia, come potrebbe diventare evidente una tale maestosa irradiazione, se una parte della corona dovesse cadere anche su coloro il cui ritorno si basasse quasi sempre sul pensiero di riprendere possesso del loro bene d’eredità? Qesta non sarebbe nessuna umiltà, bensì arroganza, contro la quale difenderei la nostra luce insieme a quei caduti che attenderebbero, anziché il paradiso perduto, il giusto giudizio.

298. Se questo avvenisse dalle condizioni, l’Opera s’incoronerebbe da se stessa. Allora i Tuoi primi Ti consegnerebbero ‘la caduta’, o UR, poiché Tu, oltre alla corona del Creatore, devi portare anche quella della Creazione! Tuttavia ogni figlio, se rimane anche nel suo pentimento, è da esaminare a lungo in un possibile ritorno nell’umiltà. Io, poi, per misericordia, reinserisco tali figli, perché un’umiltà permanente opera anche una vittoria permanente! Luce per la Luce, ma oscurità contro oscurità! Se un figlio caduto, nella prova della libertà recupera, in una grande prova dell’umiltà, ciò che ha mancato prima, allora quest’umiltà sarà veritiera, senza che il figlio stesso se ne accorga.

299. Così è la condizione che io pongo nella bilancia della Creazione, che non dev’essere influenzata da nessuna libera volontà o coercizione. Se nel corso della condizione l’intera Opera dell’Atto può accettare entrambe le richieste dello stesso rango, allora ogni figlio è da proteggere, persino contro la Volontà della Santità, attraverso la quale può proprio essere ri-santificato. La risantificazione di un’Opera dalla caduta nel più alto reciproco completamento, fornisce la richiesta di protezione per la corona e per il figlio!

300. Vedo, anche se ancora nel buio di una sacra Notte, una maestosa risurrezione che irradia anche la celebrazione della redenzione. La redenzione più sacra sarà quella, quando UR si libererà dalla condizione data da Se stesso, quella di prendere su di Sé un sacrificio della Creazione dal Suo sacrificio-ur di una volta. Se la prova della libertà riuscisse ad ogni figlio senza eccezione, allora UR potrebbe regnare con evidenza nell’alta maestosa funzione del Potere. Allora non dovrebbe velare nulla, ma la magnificenza del Suo nome starebbe luminosa in tutto il firmamento del Cielo.

301. La scopo del sacrificio è redimere i caduti. Lo scopo della prova della libertà, impegnandosi al massimo, redime UR![37] Qui la prova della libertà, là quella dell’Umiltà (di Gesù)! Entrambi portano alla celebrazione della redenzione nel settimo Giorno del riposo, e la funzione di scioglimento tenuta da UR il Santo-eterno, donerà a tutti i figli una pienissima visione della santa Personalità di UR!

302. Tuttavia, dipende da noi primi come si svilupperà il Giorno dell’Amore. Nessun figlio, nel divenire, fa scaturire il Sacrificio della Creazione nella piena gravità. Questo lo dico nella casa dell’Amore davanti a UR, davanti a Sadhana, ai principi e ai testimoni incorruttibili quali l’agnello e la colomba!”

- Nel solenne silenzio, si valuta se fosse necessaria la redenzione, come neanche il bisogno di un sacrificio. Quello di UR è da considerare come redento, quando la Croce rimarrà un simbolo della luce dell’Amore? Un santo mistero!

303. In rapporto all’Ora del Giorno, UR dice questo: “Mia Sadhana, Miei principi-angeli! La Misericordia ha sollevato un secondo mistero dalla Mia profondità; per questo, vi manca ancora la conoscenza della Luce e ve la voglio dare per il problema della redenzione-ur, quando la prova della libertà, nell’ambito della Legge della condizione e della libera volontà, raggiungerà il suo sacro possesso! Voi vi chiedete: ‘Ma UR dev’essere redento? Con che cosa? Per quale cosa? Perché?’. Voi non state ancora nella piena lungimiranza, essendo stati guidati seriamente anche in gran parte nel Mio passato-ur, invece che al futuro del vostro divenire.

304. Vi continuate a chiedere se Io ho bisogno della redenzione, se l’Opera può raggiungere la sua meta senza il Sacrificio. Per questo vi do una guida così che vi mostri la direzione del vostro lavoro: sì, anche per Me deve valere una redenzione, come ne ho preparata una tale per l’Opera! Qui si mostra la parte più alta, più inarcata dell’Arco-teso, che bilancia e collega i Portatori delle fondamenta. Se riuscite ad affrontare i problemi in modo tale che la Mia auto redenzione sia una necessità della Creazione, allora avete già raggiunto la base dell’elevata maturità, a cui deve giungere un pieno raggio della Mia luce. Così il perfezionamento di questo Giorno, come quello dell’Anno-Azione-ur, diventano la vostra proprietà.

305. Con ciò, le Mie richieste e quelle del principe Gabriel-Pura sono quasi soddisfatte. Tuttavia, la condizione che lui pone ad entrambe le richieste, vale per la comprensione della Mia essenzialità e dell’incondizionata finalità  concessa all’Anno-Azione-ur per Me e per l’Opera, e deve essere riconosciuta ed osservata dai due Partner. Quindi adesso sta questo per il diritto: che ogni figlio che diventa causa di una caduta, sottostà principalmente a questa condizione: come compenso per l’inadempiuta prova della libertà, deve riscattare la prova dell’umiltà; deve pensare solo all’espiazione, e non al ritorno nel suo maestoso stato di una volta!

306. Se lo fa, allora raggiunge il perfetto grado dell’umiltà, e la condizione diventa il fattore di compensazione che la corona non nega a tali figli. Quindi a loro è assicurata la protezione e la corona. In questo modo vengono protetti ed incoronati, figlio e Opera, e a Me spetta poi la corona della Creazione, e alla Misericordia la celebrazione della redenzione! - Ora ho ancora qualcos’altro da annunciare. Fate attenzione:

307. Voi tutti vi sentite molto oppressi per dover sostenere la prova della libertà affinché l’Anno-ur conservi la continuazione della sua luce. Il vostro cuore esige di adornare lo Spazio e il Tempo con quello che può essere portato al Giorno, solamente che mancano ancora alcuni concetti di base. Voi conoscete certamente le dimensioni fin dove le ho spiegate, e sapete che anche la quarta, come veramente invisibile, possiede altrettanto una forma. Avete anche riconosciuto la Vita primordialmente interiore come Potenza e Forza della Vita esteriore. Molto è stato formato a causa dell’onni-imponente Meta-ur.

308. Ciò che percepite è la Mia personalità della forza invisibile che si rivela in un ‘Divenuto’, visibile e percettibile. In tal modo è visibile la sostanza con la Forza incarnata in essa, che da un lato si esprime attraverso la sostanza, e d’altra parte la spinge al previsto perfezionamento. Questa è la rappresentazione facile del Mio Io-ur. Tuttavia, se foste attivi soltanto con questa conoscenza, difficilmente l’Anno-Azione-ur raggiungerebbe mai la sua meta.

309. Innanzitutto ci vuole ancora una terza cosa che migliora essenzialmente la via verso l’alta meta. E’ quella facoltà di percezione che genera il collegamento interiore con Me e la cui facoltà d’espressione riposa nei vostri cuori. Mediante questa, con una giusta unificazione, la Mia voce può sempre essere percepita. La sostanza è la vostra parte dell’essere creativo, la forza quella spirituale, la percezione la parte animica del vostro essere. Di conseguenza ne manca una quarta, che è paragonabile al ‘figlio’. Anche il Mio IO-ur possiede una similitudine secondo la rispondenza, che Io utilizzo sempre per la Mia rivelazione per l’Opera.

310. Come Creatore ho creato un’Opera sostanziale alla quale come Sacerdote ho reso servibile la forza per la conservazione. La sostanza e la forza dipendono reciprocamente per l’utile dell’Opera. Se questa utilità doveva essere rivelata, allora dovevo formare la percezione in un terzo flusso di vita che Mi unisse con l’Opera in modo impersonale e personale! Durante ciò, si svela per voi il come Io Mi rendo visibile per una Creazione e, ancora più chiaramente, il come, è la Mia Volontà di Sacrificio per l’Opera!

311. Per mezzo del sentimento ho costruito la possibilità di una Rivelazione e di un Sacrificio, anche per le Mie essenzialità. Proprio questo, il sentimento che fluisce attraverso la Sostanza e la Forza, conduce là alla quarta parte dell’essenzialità. Questa quarta, che non può essere data a nessun singolo Giorno nella piena misura, è l’Onni-essenza del Mio IO-ur secondo il Mio scoprimento interiore, come anche di quello visibile. Per il bene dei Miei figli, questo rimane loro velato, cosicché nulla li ostacoli nel diretto contatto con Me!

312. Se ho stabilito una giusta equità nelle Mie lotte uguagliatrici sotto tutte le Caratteristiche, allora era necessario creare anche un equilibrio per il Potere concentrato, e questo, sia per Me come anche per l’Opera. Per non riporvi nuovamente in un’esistenza mentale impersonale attraverso questa concentricità, ho inserito il Potere operante nella Mia perfezione-ur, i cui singoli flussi benedicenti li lascio affluire ai Miei figli.

313. Ho suddiviso il Mio Potere-ur in otto arterie principali, in un Ciclo-ur con otto Anni di Creazione, di cui rispettivamente, quattro significano un’espirazione e quattro un’inspirazione, un ATMA, un’Opera uscente e una che ritorna nuovamente! Tuttavia, i Miei figli, poiché di struttura creativa, non possono vivere fino in fondo nessuna arteria principale senza pregiudicare la loro libertà. Perciò ognuna si suddivide in dodici grandi Opere, i Mesi, questi rispettivamente in quattro piccole Opere, le Settimane, e ogni Settimana in sette Giorni (vedi cap. ante 4,5).

314. Se voi, Miei primi grandi spiriti, voleste misurare la pienezza di tali Giorni, ecco che ci vorrebbe un Aiuto del tutto speciale, poiché ogni singolo Giorno cela in sé così tanta magnificenza del Potere, che l’intera Opera-figlio non può afferrarlo senza un Aiuto benedicente. Pertanto, affinché tutti i figli diventassero dei portatori di benedizione, allora ho suddiviso ogni Giorno in Ore, Minuti e Secondi. Certamente ogni divisione è prima di tutto una conseguenza dell’Ordine fondamentale per lo Spazio e per il Tempo, ma questo avviene a causa dei Miei figli affinché si avvicinino a Me, Mi contemplino, ascoltino la Mia Parola e possano rimanere sempre con Me! Un Secondo, accolto verissimamente in sé, porta una ‘diretta consapevolezza’ che è subordinata alla percezione, e contemporaneamente è un magnete e un motore, un polo d’attrazione e uno di spinta, a seconda di come la percezione compenetra la sostanza e la forza.

315. Anche lì ha da subentrare una conseguenza di dipendenza. Per Sapienza e Bontà ho aggregato la diretta consapevolezza con la percezione, e quest’ultima è un metro del grado della prima. Lo avete percepito in modo non preciso perché fin qui il corso non aveva bisogno della precisazione, ma ora entrate nel grande tempo della prova, e allora la vostra vista si aprirà sempre di più. Per qualche Giorno avete già potuto camminare da voi stessi, guidati dalla vostra percezione che risultava dal Mio Essere-con-voi invisibile.

316. Nel vostro lavoro all’Opera si è manifestata la vostra consapevolezza diretta, senza la quale non avreste mai potuto operare; è con questa che è possibile giungere nella Mia interiorità. La vicinanza esteriore serve come mezzo allo scopo; l’interiore è quella determinante. Se in questo modo entrate in contatto con Me, allora è stabilito il rapporto Padre-figlio nel giusto modo creativo.

317. La quarta conseguenza trasmette inoltre la facoltà di controllare la percezione e pareggiare la sostanza e la forza. Quest’ultima dipende per la maggior parte dalla prova. Se questa procura la libertà creativa, allora la percezione influenza la sostanza e la forza direttamente dalla consapevolezza per un’alta armonia. Se invece subentra una rapina del Potere, allora si giunge alla forma della croce, in cui la sostanza trionfa sulla percezione, mentre la forza si associa alla diretta consapevolezza. In questo modo stanno di fronte due campi di forza che si respingono, invece di completarsi.

318. Dico questo perché la lotta della libertà ha bisogno di buone armi. L’arma migliore è la consapevolezza diretta la quale sa stabilire il contatto con Me sia come percezione sia anche come Forza. Se un figlio dà più importanza alla sostanza, senza badare all’equilibrio interiore della Forza, della percezione e della consapevolezza, allora trionfa la sostanza, la quale cerca di cancellare incondizionatamente la consapevolezza. Ed è solo una redenzione della Creazione attraverso un Sacrificio della Creazione che potrà rendere di nuovo offensiva la consapevolezza spinta alla difensiva. Con un’influenza contraria all’Opera, anche la percezione verrà deformata, ugualmente facendo un cattivo uso della pura forza.

319. Vorrete ricordarlo, Miei primi: mettetelo in accordo con la vostra co-attività e con il vostro co-aiuto. Ora vi lascio soli, esteriormente ed interiormente, finché la vostra conoscenza non Mi ri-attirerà a voi. Ma una cosa la lascio indietro: la Mia benedizione! Se questa potete formarla pure da una consapevolezza diretta per una proprietà, allora il raggio del Giorno preparato da tempo vi irradierà dal Mio Amore-Luce-ur!”

- I figli ricevono in ginocchio questa santa-alta Benedizione.

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6/12 - Il Portatore del sacrificio appare a Sadhana; ma chi e’?

320. Una Terra potrebbe nascere due volte, nel tempo che Sadhana e i principi eseguono l’incarico di UR secondo l’Opera. La cosa più sublimemente raggiungibile è alla fine questa consapevolezza: UR, nonostante la Sua Parola, non ci ha lasciato, bensì, mediante la Sua benedizione è rimasto! Il Giorno insegnerà che questa solitudine sarebbe stata molto utile.

321. Sadhana abbellisce il trono, i principi il focolare dell’altare; preparano tutto magnificamente, come se ricevessero UR per la prima volta. Dispongono nuovamente in ordine gli strumenti, ma non mettono mano a ciò che è velato. Quando hanno finito, la colomba bianca immacolata si alza in volo dissolvendosi in un raggio di luce. Anche l’agnello corre alla porta, e all’improvviso non c’è più. Sadhana corre dietro all’agnello. – Che cosa spinge la prima figlia a far questo? E’ la preoccupazione per gli animali santificati? E’ la sensazione, oppure già la quarta cosa, la consapevolezza?

322. L’amabile figlia segue la spinta a cercare l’agnello senza domandare. Sadhana va svelta nel vicino boschetto. Di tanto in tanto vede l’animale, ma quando si affretta a raggiungerlo, lui è già scomparso di nuovo. Lo insegue sempre più velocemente. L’ha visto per l’ultima volta sotto gli alti alberi, ma quando vi arriva, uno ‘spavento di luce’ impedisce la sua corsa, quella strana sensazione spirituale che persino sulla Terra può strappare un’anima diventata luce e sollevarla nell’eterno Regno.

323. Sotto la palma più alta, in mezzo ad amabili fiori, su una panca di muschio siede un magnifico giovinetto. Non è paragonabile a nessun arcangelo-ur e la soave bellezza di un arcangelo gareggia inutilmente con Lui, persino il delicato, opaco-riservato essere di Sadhana. E questi occhi! Non è più lo sguardo insondabile di UR? Magnifico nella sua pienezza di riccioli, i capelli chiari scendono profondamente sulle spalle, incorniciando delicatamente il volto primordiale. Per Sadhana è impossibile fare un passo oppure accogliere coscientemente in sé l’immagine. Non può sospettare che questa è la prevista Figura della redenzione!

324. Il giovinetto guarda la figlia del cuore di UR. Evidentemente l’aspettava qui. Sì, il suo cuore andava incontro a Sadhana e ora attende nella pazienza, finché l’anima si liberi dall’incantesimo dell’ignoto, dell’improvviso, e diventi ricettiva per ciò che deve accadere. Questo non dura troppo a lungo, dato che Sadhana porta in sé una parte dell’equilibrio di tutte le Caratteristiche. Così le riesce di accogliere la novità e comprenderla almeno nel tempo. Solennemente passeggia tra fiori ed alberi del boschetto su uno stretto sentiero, finché si trova poco dinanzi al giovinetto. Lui indica una seconda panca di muschio …di fronte a lui. Sadhana si siede obbediente e senza parlare.

325. “Amabile Sadhana, il sapere che la Creazione spinge alla decisione, ti ha spinto in questo luogo. Ti chiedi meravigliata chi sia Io e mi confronti con UR, il santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. I molti buoni insegnamenti che hai ricevuto non ti forniscono nessuna possibilità di inserirMi nell’immagine dell’Opera? Non te lo chiedi? La tua prova della libertà potrà portarti la conoscenza su di Me. Tu, come il giusto raggio del riflesso della Divinità-UR, puoi e devi conoscere che la difficile santa prova della Creazione che quasi ti schiaccia, è da svolgere nella conseguenza primordiale soltanto da Me e da te!

326. UR non si scrolla della prova, benché riguardi il Potere e la servitù, altrimenti, la prova del ‘figlio che compare’, sarebbe l’apparente conseguenza del Diritto. Il Potere-ur e la Personalità-ur non sono da separare; Egli non retrocede nemmeno nella Sua dominante Volontà di guida del Creatore per via di un figlio. UR si è privato ed ha liberato una Caratteristica per il servizio del Suo sacrificio[38]. Dunque, …io sono colui che si sottopone come te ad una prova. Dato che UR vuol dare ai figli la Sua pienezza di vita, perciò Egli, a ‘Suo Tempo’, somiglierà anche ai figli.

327. La Mia missione è di aiutarti. Riconoscerai in Me come si impara a mettersi alla prova. Se io Mi inchino sotto la Volontà dell’Ordine, allora fallo anche tu, e il fasto e la magnificenza del Giorno dell’Amore sorgeranno su di te nella luce del Sole. In quest’Ora di Grazia ti verrà illuminata la santità della Serietà, perché sappi: la prova della libertà viene eseguita da noi due, la cui misura è dapprima in te! Il peso riposa equamente su di noi, perché tu sei la prima figlia di UR!

328. Io lo porto per UR, tu per la Sua Opera! I principi portano un altro peso, e la loro settuplicità avvolgerà i pesi di noi due. Il loro giogo è un punto di equilibrio, poiché se da noi dovesse risultare una differenza di equilibrio, allora i principi saranno in grado di scegliere puramente da sé, o l’uno o l’altra. Se per causa tua venissero portati alla caduta, il Mio peso cadrebbe su di te! Perciò Sadhana, guardati di tendere al potere creativo per diletto!

329. In Me osserva solamente l’amore, la benignità e la disponibilità di servire ogni figlio. Se ora vuoi farmi delle domande, non ho nulla in contrario”.

- Le parole serie, penetranti, non mancano di fare il loro effetto.

- Sadhana sente ciò che sta per arrivare come una nascita amara, ma all’improvviso sta attenta nell’ascolto, poiché se superasse la sua prova, in seguito potrebbe non essere più capace creativamente, come crede che il magnifico Giovinetto lo sia già.

330. Non sa di stare seduta di fronte al Portatore del sacrificio, e non sa quale autorità dimora nella Sua amorevole bontà, …che non dev’essere scambiata con debolezza. Tuttavia si rende conto che il Giovinetto, proceduto da UR, è il Suo portatore, il Suo annunciatore. Di questo, ne parla al Giovinetto e chiede se rimarrà con lei sempre visibilmente, se i principi lo avrebbero potuto vedere, e qualche altra cosa. A tutte le domande riceve una risposta legata al Tempo.

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6/13 - La richiesta del principe dell’Amore: “Dacci dei figli!”

331. Nel frattempo arrivano i sette principi, preoccupati per Sadhana, chiamando ad alta voce e piano il loro UR. A loro succede come a Sadhana, e pure loro ricevono serie indicazioni. Il Giovinetto accompagna i primi di ritorno nella casa di Raphael. Quando entrano, tra di loro cammina l’agnello, e il Giovinetto è scomparso. Al Suo posto siede nuovamente UR sul trono dell’Amore, ma ai Suoi piedi si stende una nuvola-bianca che durante gli ulteriori fatti si solleva un po’ alla volta. Dapprima però Egli rimane visibile come fino ad allora, e dice:

332. “Mia Sadhana e voi principi-angeli, attendete una spiegazione, ma per ora deve parlare prima il Portatore dell’Amore per il giusto procedere dell’Opera del suo Giorno. Perciò ti chiamo dinanzi al Mio volto, Raphael-Agralea”.

- Il principe si reca presso il focolare dell’altare, prende in mano il simbolo del Giorno, la croce non ancora seriamente compresa, e dice:

333. “Signore e Dio, Santo, sto umile dinanzi a Te, poiché hai messo nella mia mano qualcosa di infinito. Non come creatura o spirito, né come anima o figlio, bensì, come portatore del Tuo maestoso Amore, il reggente, voglio compiere la mia Opera. Solamente, che davanti alla mia propria Opera del Giorno c’è da porre un’altra Opera.

334. Vedi, o UR, Tu hai acceso sei candelabri, ma manca il settimo, la cui luce deve risplendere insieme per la rivelazione finale della Tua meta. Sicuramente il settimo principe potrà ricevere la sua funzione solamente quando si sveglierà l’alto Giorno della celebrazione, ma senza il suo agire co-rivelato, il Giorno rimarrà incompleto. Pertanto, eleggilo ed insedialo nella funzione come settima Fiaccola, dato che il Suo nome è scritto nel Testamento della Creazione.

335. Se tutte le qualità vengono dalla mia parte, anche la magnificenza del Giorno si adempirà, poiché nell’unità, noi come benedetti dell’eternità possiamo impartire a tutti i ‘figli’ (nuovi) la benedizione della Tua Eternità! Senza la Misericordia nessun figlio può trovare il perfezionamento attraverso la prova”.

- Raphael conduce il settimo principe (Gabriel) al focolare dell’altare ed invita gli altri a parlare.

- Tutti presentano la stessa richiesta. E così il settimo angelo riceve la sua pre-elezione secondo la funzione.

336. Questa viene applicata anche se non si svolge nel Santuario. L’utilizzo della Misericordia nell’ambito dei sei Giorni non è da meno alle altre Caratteristiche. Nella casa dell’Amore risplende la maestosa corona, il settimo simbolo, e i primi giubilano forte: “Ora siamo uniti!”

- Dopo la loro imponente glorificazione di lode, UR chiede che cosa avesse da dare Raphael al Giorno della Creazione, e il principe risponde:

337. “Ciò che si deve svolgere, o UR, santo-eterno, giace in Te, è fondato nel Tuo potere prima che ci vedessimo come creature. Fin dal divenire del Tuo Santuario, fino al Sole dell’Amore, Tu, Onnisanto, ci hai affidato molte cose, hai donato la Tua ricchezza mediante la quale arriviamo al perfezionamento. Ma manca ancora la cosa più bella! Sì, dapprima doveva risplendere il simbolo della Misericordia nella Tua magnificenza, prima che potessi dire: ‘O Padre-UR, mancano ancora i figli!’

338. L’Amore può generare i figli! Soltanto da Lui possono essere procreati! Ma se dapprima l’Ordine, la Volontà, la Sapienza, la Serietà e la Pazienza non avessero stabilito la costruzione di base, se la Misericordia non vi avesse steso la sua salvifica benedizione, quanto inutilmente l’Amore avrebbe avuto nostalgia dei figli! Così hai saggissimamente ordinato che l’Amore sia il collegamento tra un inizio e la fine, ed hai riempito con i tuoi beni il Giorno della Creazione dei figli!

339. Dacci dei figli che noi possiamo restituirTi come pegno d’amore, come infrangibile fedeltà a Te e alla Tua Opera per la Tua gioia, anche per la nostra benedizione, in cui Tu, eterno-onnipotente, contempli il Tuo potere, sovranità, magnificenza e santità! Lascia salire dalla Tua fonte della Mezzanotte la moltitudine degli impulsi, e questi fluiscano attraverso il Cosmo finché diventino dei figli, cosicché amino Te, Donatore della vita senza fine, e Ti siano obbedienti! La Tua Sadhana deve avere per prima la gioia della Creazione, perché lei è Tua, ed è la prima figlia della Tua Opera.

340. Sommamente lodate siano la benignità, la grazia, la longanimità e la mitezza; glorificato sei Tu, Creatore, Sacerdote, Dio e Padre! Tu sei santo, maestoso! Ti ringraziamo, Ti lodiamo e glorifichiamo il Tuo nome! Ti adoriamo in ginocchio!”

- I primi si schierano intorno a Raphael-Agralea, dicendo: “Eleviamo in alto i nostri cuori, TU colmali con il flusso della Tua vita! I figli sono comunque Tuoi, ancor prima che divengano. Noi leviamo la nostra anima a Te, e il nostro spirito supplica: - O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero, aiutaci attraverso il Tuo Amore, e lascia che attraverso di lui noi adempiamo la Tua Opera! Santo, santo, santo, santo è il nostro Re, eterno Signore IMANUEL!!”

- La sala dell’altare riecheggia di giubilo e ringraziamento, in cui si rivela la Benedizione più sublime della creazione: l’OPERA-FIGLIO!

341. E UR dice: “Amen! Io pongo il Mio santo ‘Amen’ davanti e dietro a quest’Opera! Ora l’Amore – sul Fondamento-ur di tutte le Caratteristiche – si trova nel Campo antistante del Mio Anno-Azione-ur. Allora, Amore Mio, crea anche per Me, dato che questo momento porta anche per Me stesso la più sublime soddisfazione! Io l’ho aspettato e preparato fin da tempo immemorabile, che nessun figlio può afferrare, e nonostante ciò: dov’è rimasto nella Mia infinità? Io non lo misuro, né su di Me né sull’Opera, perché ora bevo questo Tempo come il vino della Mia vita!

342. Dalla Forza – simbolo dell’Essere paterno – si staccano nuovi Tempi in un’abbondanza inimmaginabile. Valgono per tutti i figli, grandi e piccoli, per i fedeli che compiono (compiranno) il loro dovere e che comprendono la Mia incoronazione. Sì, nel principio dell’infinito devono gustare le loro beatitudini come Io gusto adesso la Mia gioia creativa paterna. E i loro cuori rimangono eternamente colmi dal Mio bicchiere della vita!

343. Chi però crede di poter fare qualcosa senza di Me, a costui mancherà la benedizione. Un’Ora senza la benedizione gli procurerebbe il tormentoso sentimento: il Tempo non dà scampo! Glielo procurerebbe la loro colpa, non la Mia Parola! Agli smarriti che si rivolgono di nuovo all’Amore e prendono su di sé la prova dell’umiltà, verrà cancellato il loro peso nella Mia fonte della Grazia, perché la meta finale del Giorno significa per tutti: ‘Il Mio dare e avere è altamente raggiunto!’

344. Ora crea, Amore Mio! Le Mie mani sono pronte ad ottenere – come DIO rivelato , anzi, come UR – la magnificenza dell’Amore!”

- Nuovamente regna un profondo silenzio. Un delizioso incenso soffia attraverso lo Spazio. Sadhana e Raphael-Agralea rimangono fermi presso il focolare dell’altare, gli altri principi prendono posto sui loro seggi. UR, giunto presso il gruppo, tocca benedicendo il capo di Sadhana. Allora per la prima volta lei si appoggia liberamente da sé al petto del Padre. Il Padre abbraccia Sua figlia!

345. Sadhana non saprà mai che cosa sta passando ora in UR, e non misurerà mai il flusso di Grazia che la circonda come una fiamma, come il più soave alito. Certamente lei percepisce nell’interiore la parte tenuta pronta per il suo tempo, e si piega sotto questa piccola parte come sotto un peso della Grazia. Solamente UR porta la parte intera per l’Opera.

346. Una nuvola-bianca avvolge il gruppo. Il principe dell’Amore vede il ‘sia fatto!’. Dal sacro fuoco dell’altare si staccano due fiammelle. UR le solleva nella ciotola delle offerte, e dopo un po’ le toglie di nuovo. Ed ecco, sono delle forme delicatissime che si adagiano ai piedi di UR …ancora incoscienti. Egli si china con indicibile amorevolissimo gesto, solleva in alto le forme e le mette nelle braccia di Sadhana che sta dormendo. E poi, …è successo!

347. La nuvola si divide: nelle braccia di Sadhana giacciono due infanti beatissimi. UR comanda di portarli nei luoghi di riposo che si trovano dietro ai seggi dei principi. Poi anche costoro ricevono i loro ‘figli’. Raphael-Agralea sono ogni volta con le nuvole per la nascita creativa; è l’Opera del loro Giorno! Quando è il loro turno, i portatori della Pazienza e della Misericordia stanno presso di loro. Sadhana e i principi ricevono ognuno tre coppie di ‘figli’ dalla parte del cuore del Sacerdote, di Dio e del Padre, di UR, l’Onnisanto, la cui creatività si trattiene qualcosa di ulteriore (ciò sarà rivelato solo nella successiva Ora del Giorno).

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3/14 - Il Giovinetto da’ i primi insegnamenti ai neo-nati, rivelando la Sua essenzialia’

348. UR lascia la sala dell’altare dopo il grande Atto del ‘divenire’. Quale gioia quando subito dopo, i ‘figli’ giungono alla vita cosciente. Sì, regna la gioia, un fervente creare, e i primi gareggiano nell’istruire i bambinelli, per guidarli al più presto al Padre. Persino secondo il Tempo spirituale ciò non dura a lungo, allora può essere adempiuto un ordine di UR, e i ‘figli’ sono portati nel vicino boschetto.

349. Là, dove stava seduto per la prima volta il Giovinetto, lo trovano in attesa. Sadhana e i principi sono di nuovo presi da un profondo amore e da una profonda timidezza. Non sono ancora in grado di unire i due sentimenti, ma l’amore ha la precedenza. Il magnifico Giovinetto risveglia una grande impressione presso i bambinelli. Dato che non conoscono UR, non hanno nemmeno nessuna timidezza e gli vanno semplicemente incontro. Egli li raduna intorno a sé: già ora, un Salvatore che chiama a sé i piccoli.

350. Gioiosamente sorpresi, i primi seguono questa scena e anche loro si schierano intorno al Giovinetto, ma è rimasta l’autentica riverenza, …il fondo del cuore della vera timidezza. Su questo può sempre crescere il vero amore. Il Giovinetto è diventato per loro l’Amore stesso e – anche se non del tutto consapevoli – per loro già un Mediatore. Sì, ma, tramite questo Mediatore, non si sono staccati dall’ultrasanta visione di UR? Oh, così, saranno ancora davanti a UR, quando Egli in futuro Si rivelerà come Padre-UR? – Il Giovinetto diffonde molti insegnamenti. Dopo un certo tempo, dice ai piccoli quanto segue:

351. “Figli dalla Luce e dall’Amore di Dio! Non conoscete né il vostro inizio da UR, né l’esistenza eterna preparatavi dalla vita. Sadhana e i portatori delle Caratteristiche sono giunti alla libera, cosciente vita all’inizio dell’Anno-Azione-ur, quindi portano in sé le eternità di questo Tempo. Ma anche voi dovete essere inseriti nel Tempo-Anno e diventare co-portatori del suo sviluppo. Pertanto ci vuole una grande scuola, affinché, rispetto alla destinazione, diventiate capaci di portare il Tempo e l’Opera. L’adempimento si svolge in certi periodi della Creazione la cui lunghezza o brevità ogni ‘figlio’ imparerà a vedere nell’insieme solamente alla fine.

352. Anche UR conserva in Sé gli alti e bassi del Tempo, lo sviluppo e il perfezionamento: la Sua meta! Egli ha suddiviso per i ‘figli’ l’eternità-ur in ‘eoni’, di conseguenza, per loro valgono fondamentalmente due Tempi, nei quali attraverso il perfezionamento di loro stessi devono raggiungere la loro meta.

353. Ogni Tempo esistente è diverso da quello passato, anche se ognuno si sviluppa dall’altro e da tutti risulta ‘la totalità’. Così dovete pure unire tutte le cose consapevoli della vita sul fondamento della vostra nascita, sull’amore, mentre i primi devono riassumere vivendola, l’edificazione nel raggio del Giorno. Tuttavia ogni Opera deve essere costruita secondo la massiccia volontà dell’Ordine, perché anche UR su questa base ha preso lo Spazio e il Tempo dell’eternità-ur.

354. Quanto poco un qualsiasi Giorno significhi ‘perfezione’ per i pensieri del Maestro, di UR, tanto meno una Caratteristica da sola rappresenta il perfezionamento di UR! Se il Giorno dell’Amore interrompesse il progresso dell’Anno-Azione-ur, allora tutte le prestazioni dei primi cinque raggi di Vita fondamentale sarebbero inutili per l’Opera. La quadruplice e la settuplice Entità sono UR, …perfetti singolarmente, perfetti complessivamente!

355. UR voleva fondare la vita dei Suoi figli che Egli ha partorito dal pensiero-parola-azione per la Sua sublime gioia e per una conseguenza per voi mai afferrabile, sull’Amore; per la cui ragione proprio su di loro non è ancora possibile svelarne il motivo. Nondimeno, vi sia detto questo: il personale Atto d’amore di UR durante il sesto Giorno dell’Anno-Azione porta (porterà) la dimostrazione che Egli nelle Sue lotte uguagliatrici attraverso il pienissimo impiego della Misericordia come successore ed esecutore del Suo Amore, porta (porterà) in Sé la Sua alta meta.

356. Se questo doveva avvenire anche nell’esteriore, allora i primi figli dovevano essere partoriti nel Giorno dell’Ordine, per portare vicino a loro un po’ alla volta la Sua immensa potenzialità e la Sua Persona-ur attraverso una singola Rivelazione. – Diversamente, un figlio non potrebbe mai afferrare la santità dell’Amore, perché gli rimarrebbe incomprensibile l’intero bene d’eredità! UR ha generato potenzialmente un unico ‘figlio’ (figlia): Sadhana, la Sua amabile, effettiva manifestazione per l’intera Opera!

357. Da quest’unica procreazione procedettero i portatori delle Caratteristiche, i sette principi-angeli, nati liberi personalmente da UR, dalla più sublime perfezione del Potere. Tutte le altre forze dei Pensieri che Lui ha premeditato con la quadruplice Creazione per un’esistenza di vita personale, consapevole, le ha poste nell’essere di questi primi grandi figli: le Sue proprie nascite! Da loro deve sorgere tutta l’Opera-figlio in segno della sacra unione tra UR e ogni singolo figlio!

358. Tutti i pensieri degli esseri sono fatti a Sua immagine, ma se i primi grandi spiriti dovevano giungere al personale perfezionamento da se stessi, Sadhana e i principi dovevano sperimentare lo stesso percorso del ‘divenire’ e ‘la via dell’edificazione’, così come UR, in Sé, ha fondato il Suo santo creare sull’unità, sulla dualità dell’Opera, sulla quadruplice Entità e sulle sette Caratteristiche, perché così anche ai figli nati dopo diventasse raggiungibile un ‘perfezionamento’ della loro immagine, dopo di che, valessero senza la minima differenza come figli di UR! Per questo motivo i primi furono fatti nascere nell’Ordine ed attraverso questo, camminano sulla via del perfezionamento della Vita, per operare con e nell’Amore nello stesso senso dell’Ordine, come UR operava con la Sua Opera!

359. Per la salvaguardia simbolica di questo, Sadhana e i primi possono creare essi stessi soltanto un determinato numero di figli, come da tutti i gruppi di figli devono procedere sempre ininterrottamente ulteriori singoli gruppi. Se pertanto ricevete tale istruzione, allora osservatela coscienziosamente e non abusate della capacità creativa in modo arbitrario per fare cose che sono contrarie al Piano di costruzione di UR.

360. Se è fatto bene, l’Ordine conduce tutto al perfezionamento nella massima armonia! Anche se ogni nascita di un figlio si svolge solo nell’Amore, il diretto scettro della parte del cuore di Dio, l’Ordine deve comunque ricevere il suo pieno impiego come primo raggio di Vita fondamentale dell’Opera. Se riconoscete i numeri dati dall’Ordine, allora la volontà vi rende abili all’azione. Siete certamente liberi nel vostro operare, ma la libera obbedienza volontaria deve procedere secondo l’Opera dell’Ordine, per adeguare giustissimamente la vostra stessa libertà alle sante primordiali condizioni, come anche UR ha pareggiato e adeguato per i figli i Suoi raggi di Vita fondamentale per la quadruplice Essenzialità, affinché sulla Sua Via, i figli Lo riconoscano ed imparino ad amarLo come Padre, e poi, nel futuro, in un grande perfezionamento, anche come UR!

361. Se secondo la volontà vi siete accordati con l’Opera della Creazione, allora la Sapienza vi accende una buona Luce affinché possiate vedere la vostra strada, cosicché vi conduca alla meta interiore quando esteriormente non è ancora diventata evidente. Così UR ha visto il perfezionamento attraverso la Sapienza dopo questo terzo gradino, quando la sua immagine non possedeva ancora nessuna dualità dell’Opera. UR, interiormente, stava sempre in mezzo alla Sua meta, e non solo prima davanti alla stessa. Anche voi, grazie alla Sapienza, potete stare in mezzo alla vostra meta, nel qual modo la Serietà per il vissuto interiore fa sorgere poi l’esteriore, che – colmo di tutte le Forze – tende allo stesso rango. La Serietà come portatore dell’impulso non cessa di creare, finché la meta interiore non diventi la formazione esteriore secondo la previsione per l’Anno.

362. La Pazienza segue direttamente una tale Serietà. Essa raccoglie instancabilmente pietra su pietra, finché ha contribuito pienamente alla meta con il suo. Oltre a questo, aiuta le Caratteristiche già insediate e fornisce il miglior passo da mantenere. L’Ordine, la Volontà, la Sapienza e la Serietà, come una sola cosa, possono raggiungere tutto rapidamente; ciononostante mancherebbe loro qualcosa. Non per nulla UR si è messo una quadruplice Briglia, e questa sia il vostro punto di sostegno. Solo così si compie il Giorno, non diversamente! L’Amore non incorona se stesso, esso viene incoronato, e lo farà la Misericordia, l’ultimo dei Suoi Raggi.

363. UR ha operato così tante eoni di volte, ed ha messo alla prova ed ha anche consolidato la possibilità del perfezionamento secondo la Sua quadruplice Entità e secondo i sette raggi di Vita fondamentale. Già sette volte sette dei Cicli-ur hanno raggiunto la loro meta nella stessa sequenza di base. L’Amore, allora, è stato sempre il grande vincitore, quando si è appoggiato sulle cinque precedenti Caratteristiche secondo le somme, sacre lotte equilibratrici. E ancora, ogni volta Gli è seguita la celebrazione di Giubilo come incoronamento dell’insieme!

364. Nel Ciclo-Azione l’immagine di UR, interiore, deve ricevere per la prima volta una Figura esteriore. Per questo ci vuole necessariamente l’anzidetta struttura di base come l’ho trasmessa come  ‘linguaggio di UR’. Esso ha dato contemporaneamente un sacro simbolo del collegamento che potesse compensare una probabile presunzione dei figli attraverso la prova della libertà della Creazione, giustamente, per l’Opera.

365. Il segno del collegamento non può ovviamente essere un’Opera fisica come magari un Sole oppure anche una casa, che – come tutto – sono delle forme di rispondenza per il segno del collegamento. Siete meravigliati, e persino Sadhana si chiede in segreto: ‘Che cosa c’è con questo Giovinetto? Non parla Egli più potentemente di come UR lo faccia in una delle Sue Entità? In Lui, è magari incorporato UR, solamente, a noi ancora velato?’. Questo occupa voi primi che avete già potuto vivere cinque magnifici Giorni accanto e con UR.

366. Voglio sollevare l’oscurità, poiché proprio Io sono il grande Aiutante, soprattutto durante il vostro ‘tempo della prova’ che può anche essere chiamata “tribolazione”. Ascoltate: – In Me vive UR, l’Amore-Dio diventato personificato come ‘Segno’ del collegamento vivente-santo, per andare incontro a ciò che può diventare illecito in seguito all’Ordine di UR! Io esisto per compensare la parte avversaria per UR e per i figli! Come la legge della libertà deve sperimentare la sua imponente concentrazione del potere dei figli quando maturano, così le condizioni poste giustamente, riservate ad UR, stanno nella stessa imponente concentrazione con il loro Potere in Me, il Mediatore, nella concentrazione creativa. Sì, perciò Mi è stato dato ogni potere già ora, e poi nel tempo della prova (Matt. 28,18), in quello della tribolazione, e nel quarto tempo della riconciliazione!!

367. Quello che Io sono o diventerò ancora ulteriormente, per ora rimane velato per il vostro bene. Tuttavia i vostri pensieri sono su una buona strada. Se il Portatore del Sacrificio diventerà anche il Figlio dell’espiazione, allora i fedeli Mi riconosceranno, come UR conosce Me ed Io conosco Lui (Gv. 7,29)! Loro vedranno l’Onnisanto come Egli vede Me ed Io vidi Lui e Lo vedo da sempre. Questo è ciò che Io porto: il Segno del collegamento, come futuro trionfo dell’Opera sull’opera!

368. Ora è giunto il tempo in cui voi figli potete contemplare Dio, il che vi pone nella posizione del giusto lavoro, poiché anche a voi vi attende il lavoro di una vita. Ritornate alla casa dell’Amore. Però non vi lascio senza pace, senza la Mia benedizione, poiché, se Mi è stata data ogni autorità, come ho (già) rivelato, così anche quella della distribuzione della benedizione e della pace, e ancora infinitamente di più, che voi non conoscete affatto. Andate, benedetti da Me e inondati dalla santa pace di UR”.

369. I ‘figli’ (neo-nati) non hanno afferrato del tutto il senso del discorso; solo i primi esplorano l’imponente profondità. Il Giovinetto si alza, tutti i figli Lo circondano, e Lui li benedice abbracciandoli ed accarezzandoli. Raphael-Agralea Gli s’inchinano davanti in profonda riverenza, così pure tutti i primi. Qual deliziosa sensazione sale nei loro cuori! Anche loro si recano in quelle Braccia aperte. Quando vedono così vicino il meraviglioso Volto, sembra che un Altro stia loro dinanzi. Costui è UR, il Santo-eterno? Lo han potuto riconoscere per la frazione di un attimo come non mai finora? Tremando, si tengono saldi reciprocamente l’uno all’altra, ed ecco, …il Giovinetto non c’è più!

370. Tra l’altare e il trono sta in alto la nuvola-bianca, in modo che i figli hanno il tempo di prepararsi alla contemplazione di Dio. Ora la nuvola si divide. I primi notano subito quanto (ancora) sia nascosto dell’Essere di UR. Loro sperimentano la rivelazione della parte del cuore-Dio, la Pazienza e l’Amore, su cui si estende l’essenza del Giovinetto. I ‘figli’ (neo-nati) sono profondamente scossi. Quant’è bene che tali scuotimenti pulsino attraverso di loro affinché così, maturino. Sono quasi lieti di stare seduti dietro ai principi. Conquistano una distanza, che però non proviene da nessuna separazione. Quanto ciò si realizzerà riccamente, si dimostrerà presto.

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6/15 - Domande e risposte, poi i nomi dei soli primordiali

371. UR-Dio tace a lungo, per questo procede da Lui un soave alito di vita che rende i figli capaci di guardare al Suo volto, finché non possono più distoglierne lo sguardo. In loro avanza la conoscenza: UR-Dio che siede sul trono dell’Amore, si mostra esteriormente come ‘Uno’ enormemente diverso del Giovinetto, ma interiormente, quest’Ultimo non è da meno nella rivelazione di Dio. C’è un Amore in Dio e nel Giovinetto, che tutti ne bevono nel sacro silenzio. Allora ne sono molto fortificati.

372. Ora, parla Dio: “Mia Sadhana, Miei principi, dapprima ci vuole una Parola per voi, da cui poi ha da giungere la giusta parte ai ‘figli’. Nel sacro boschetto avete sentito delle rivelazioni significative e vi è sembrato come se foste risvegliati del tutto in modo nuovo. La sensazione di una risurrezione, il cui senso del divenire non conoscete, vi ha afferrati, perché per un momento avete potuto contemplare UR nella Sua interezza fin dove lo rende possibile il Giorno dell’Amore. Essersi piegati sotto la mano del Giovinetto, significa essersi piegati sotto UR! Avete riconosciuto la Mia rivelata guida della Volontà. Questo è dovuto avvenire in questo modo perché dapprima e in modo determinante pesa su di voi la prova, e ciò è potuto anche avvenire, perché – liberamente da voi stessi – Mi siete venuti più vicini d’un passo importante. In tal modo avete raggiunto molto!

373. La contemplazione di questa ‘Goccia’ dalla santa Mezzanotte primordiale vi ha procurato la sensazione di una rinnovata nascita. La vostra domanda del cuore è giustificata per quello che significa e in quale rapporto sta verso la terza-Ora di questo Giorno. Voi potreste comprendere una risurrezione o rinascita all’inizio e alla fine di un Giorno, ma non ora. La sensazione è dovuta al Mio perfezionamento primordiale dell’Opera. Una Forma esteriore si formerebbe nell’attuale Giorno se venissero provocate o abusate le Leggi immutabili dalla Legge della libertà.

374. Adesso la sensazione del rinnovamento non riguarda il principio esteriore, bensì una percezione spirituale, che però – formata beneficamente da Me – è il miglior suolo fertile di una futura risurrezione per l’esistenza creativa nel proprio principio dello spirito e dell’anima. Voi primi ricordate la Mia Parola della terza Ora del Giorno della Serietà, quando ho parlato del Pensiero della risurrezione alla fine dell’Anno-Azione (cap.4,105). Infine, l’Opera di ogni Giorno conosce una risurrezione, perché sotto l’influenza dell’eternità-ur si svolge in tutto un cambiamento per lo Spazio e per il Tempo. E voi lo avete notato.

375. Nonostante ciò, l’assoluto cambiamento sta nel corso della Legge mutabile, perché l’ho reso dipendente dalla vostra conoscenza e dal vostro progresso. Dal Giovinetto avete sentito – parlando di UR – che siete stati fatti nascere nell’Ordine. Tuttavia, se vorrete essere anche pienamente dei veri figli secondo il compito della Creazione assegnatovi, allora sarà necessaria una nascita o una successiva rinascita nel Giorno dei figli. Questa nascita dall’Amore e per l’Amore, si è svolta in quella contemplazione-ur nel boschetto. Ora esistono unicamente ulteriori figli dell’Amore nati liberi! E così, per vostro diritto, avete il libero arbitrio attraverso il quale siete fondamentalmente capaci di eseguire e perfezionare la parte dell’Opera assegnata nel senso della Mia santissima sequenza dell’Ordine e della Volontà.

376. Voi siete figli Miei già da quando vi ho tolti dal Mio Essere-ur, ma l’esistenza creativa stava in primo piano. Proprio per questo motivo avete potuto ascoltare nei Giorni passati delle maggiori profondità di essenzialità e di misteri, ma da ora in poi parlerò molto di più, ammonendo e guidando. Tutte le rivelazioni che sono ancora necessarie saranno fortemente avvolte, perché voi stessi dovete riconoscere la loro essenzialità.

377. Questo si poggia sull’Amore del Giorno che è da chiamare facente e prendente fattivamente. Come sovrano, Lui (il Giovinetto) prevede con lo sguardo l’andamento della sua Opera, ed è l’ultimo Creatore sotto i raggi della Vita fondamentale che si riscatterà. Il Suo carattere più nobile è di vedere dei perfezionamenti anche là, soprattutto di volerli indurre con la Sua incommensurabile autorità, dove questi, magari stanno solo sorgendo. Da ciò riconoscerete quanto era ed è primordiale, di anteporre la Pazienza all’Amore.

378. Sì, nei vostri figli vedete già un grado di perfezionamento che in voi è reale, in loro è appena iniziato. Con questo esempio si mostra l’importanza di una saggissima guida, affinché l’Amore non sospinga le altre Caratteristiche dalla co-reggenza, …cosa che è possibile. Tuttavia, questa possibilità sta sempre nel campo del rispettivo impulso dell’Essere regnante.

379. Qui l’Amore può raggiungere la misura più forte perché i perfezionamenti raggiunti dei primi cinque dominanti sono co-regnanti. Per questo motivo nelle lotte uguagliatrici di una volta l’Amore era già stato spostato al sesto posto, affinché non afferrasse l’autodominio, cosa che può avere un effetto distruttivo, come anche di perfezionamento. Dalla stessa considerazione-ur, anche ogni altra Opera dei cinque Giorni può però risorgere attraverso l’Amore al più unito elevatissimo pieno dominio. Questo lo causa l’Ordine in tutto il Mio procedere!

380. Così si mostra anche la risurrezione che si manifesta nella continua aspirazione alla meta. La risurrezione principale che si svelerà solo nell’Anno che segue, è certamente da raggiungere attraverso l’Amore, ma non senza la cooperazione di pari valore delle altre Caratteristiche. In questo modo Mi rivelo del tutto come UR! – Ma ora, voi figli, venite davanti al focolare dell’altare”.

- Loro vengono, s’inginocchiano e ricevono la loro prima santificazione; dopo, Dio parla loro:

381. “Il vostro numero ha un santo-grande motivo: dovete essere i più anziani dinanzi al Mio Seggio del governo, poiché voi siete la radice delle schiere dei figli. Sadhana e i principi, in generale, sono, per il Giorno dell’Amore, i portatori del Mio Potere, la manifestazione al primo posto per l’intera Opera dall’eternità-ur in Spazio e Tempo.

382. Io, UR, li tengo nella Mia destra nel loro giusto sviluppo permanente, per il Mio diritto! La somma meta ha però predeterminato la rappresentazione fondamentale del Mio Essere-ur in modo quadruplice, come Mi rivelo quadruplicemente come Creatore, Sacerdote, Dio e Padre.

383. Per questo ci vogliono ulteriori singoli portatori che – anche se ordinati in seguito – stiano pure alla Mia destra! Io Mi rivelo rispetto alle quattro Correnti-ur dalla Mia fonte della Mezzanotte ad ogni Opera, una dopo l’altra. Questa regola fondamentale rimane, con la quale i sette raggi della Vita fondamentale sono dominanti nei singoli decorsi, per cui diventa necessaria la prima rivelazione della camera del Cuore che si fa avanti. Da ciò l’ordine della struttura non sarà mai turbato. Questa conseguenza della rivelazione ai figli, innanzitutto, per questo non sospende affatto l’Ordine.

384. Se perciò Mi vedete dapprima come DIO, allora è per il motivo che dovete manifestare operativamente questa parte. Inoltre, da ciò giungerete più facilmente alla conoscenza e, contemporaneamente, viene preparata per il futuro la via dei figli. La domanda dal cuore della Mia Sadhana, di dove rimane la seconda rappresentazione e che non sarebbe nessuna conseguenza dell’Ordine, questo sarà rivelato a voi tutti nella futura nascita.

385. Se Mi manifesto nel Giorno dell’Amore in tutto il Mio Essere-Dio, questo certamente si svolge secondo l’Ordine quando Mi mostro come DIO ai figli. Dal Cuore-ur risplendono sulla parte del Mio Cuore-Dio secondo le sette Caratteristiche, dodici sacre irradiazioni fondamentali che hanno la loro radice-ur nei raggi della Vita fondamentale. Si chiamano: Bontà, Grazia, Longanimità, Mitezza, Umiltà, Libertà, Pace, Gioia, Purezza, Verità, Conoscenza e Dedizione, e possiedono in tutti i casi un duplice effetto anche rispetto ai due ferrei Fondamenti.

386. Nei due effetti si sviluppano in aggiunta le formazioni puramente positive e puramente negative dipendenti reciprocamente, con cui giungono ad un immenso sviluppo. La prima efficacia dell’irradiazione di base si fonda sulla Legge-ur, la seconda sul vostro accoppiamento-figlio. Anche in questo sta la compensazione e l’adeguamento dei Portatori del fondamento, sia per il Mio diritto-ur, come anche, equamente, per i Miei figli! Perciò, per l’Opera, stanno dinanzi al Mio volto dai primi quattro principi-angeli, dai portatori delle Caratteristiche determinanti, dodici coppie di figli (neo-nati) come portatori dell’autorità nel senso delle condizioni-ur, le altre dodici coppie di figli da Sadhana e dai principi delle tre Caratteristiche portanti, sono nella stessa misura per la Legge della libera volontà (libero arbitrio).

387. Il pareggio attraverso Sadhana tra i raggi della Vita fondamentale determinanti e portanti è un vantaggio per tutti i figli, cosa che riguarda il peso della Lotta equilibratrice di entrambe le Potestà della Creazione. Tuttavia, Io assisto aiutando sempre! Considerato che l’assistenza non deve diventare arbitraria, ho da tempo governato secondo la Mia santa funzione ed ho formato il co-Aiuto su una Forma condizionata, qui del tutto apertamente nella suddivisione delle dodici irradiazioni fondamentali.

388. Di questi, nella precisa sequenza dell’Ordine, i primi sei appartengono al Mio diritto personale, il secondo gruppo al diritto di possesso dei Miei figli, quest’ultimo l’ho già dato generando i Pensieri e dallo stesso può essere conquistato il titolo di possesso del primo gruppo. Il grande effetto di scambio che anche a voi primi finora non era quasi riconoscibile, si rivela qui, ora chiaramente, perché: ‘Quello che è Mio, affluisce ai Miei figli come proprietà; quello che i Miei figli si conquistano loro stessi, lo includo nel Mio Diritto personale!

389. Ciò significa che tramite la Mia Divinità-Dio, le irradiazioni fondamentali sono da riconvogliare a tutti i figli, e tutti loro, ancora dalla stessa Opera-figlio. Accanto a voi si risveglieranno anche altri portatori principali ed innumerevoli portatori della grazia. Voi figli come angeli-anziani, diventerete i portatori delle dodici irradiazioni fondamentali; sarete, nella vostra unità, i portatori fondamentali della Mia Divinità-Dio per l’Opera. Come singoli portatori siete pure insigniti con l’autorità che – in ogni opera-parziale – è sempre perfetta.

390. Tuttavia, se anche i principi stanno al primo posto, il gruppo seguente al secondo, voi al terzo, e se si aggiunge ancora un quarto, ricordatevi tutti una cosa: – guardate la Mia Sadhana, la figlia del Mio Cuore: lei non ha nulla di superiore che soltanto il posto del Cuore in Me, e questo, lo può e deve conquistarselo ogni figlio! Originariamente vale solo questo posto, tutto il resto avviene per via di voi! Perciò ricordate: ogni elezione lotta per l’adempimento di una Creazione! Se però ciò è raggiunto, procura a tutti, indivisa, la figliolanza-ur! – Da sempre, esistono due gradi: o riposare nel Cuore, oppure stare presso il Cuore! Dipende essenzialmente da ciascuno quale grado raggiunge.

391. Adesso la terza-Ora del Giorno è quasi finita, la successiva porta un ulteriore tratto della Mia rivelazione. – Voi, Miei principi, rimanete qui nella casa dell’Amore. Custodite i vostri figli che vi sono stati affidati, anche i figli di Sadhana, se lei è d’accordo. Ma a voi ‘figli’ (i neo-nati) dico: – badate alla voce dei Miei primi, poiché quello che loro devono annunciarvi, è la Mia parola. Se agite di conseguenza, allora la nuova Ora basterà del tutto con la sua ricca benedizione, per fare di voi ciò a cui siete stati previsti.

392. Se qualcuno ha ancora una domanda, allora la presenti. Vedo certamente ciò che vi smuove, ma dovete avere fiducia in Me. La vostra beatitudine sarebbe piuttosto una noce vuota se lasciassi agire ininterrottamente il Mio Onnisapere. Allora non ci sarebbe stato bisogno della ricca facoltà d’espressione del sentimento interiore. Nello svelare i propri pensieri aumenta la beatitudine, perché la lingua fu assegnata come un misuratore del crescente perfezionamento”.

393. I primi circondano subito il trono, tutti i figli seguono l’esempio. Ognuno riposa al petto del Padre.

- Raphael dice: “O Dio e Padre, buono santo, abbiamo da presentarTi una grande richiesta, ma questa è da fare con poche parole. Accetta il nostro ringraziamento dall’ardore d’amore dei nostri cuori ed immergilo nel Tuo sommo maestoso cuore, affinché il Tuo ardore d’amore voglia risplendere ininterrottamente su di noi, anche nel tempo in cui la prova della libertà potrebbe farci smarrire. Allora non velare la fiamma del Tuo Amore, il raggio di Luce della tua Grazia del Patto, bensì pensa al ringraziamento che ora fluisce dal nostro cuore nel Tuo. Questo voglia valere per Te, eterno buon Padre-UR, come un pieno giusto dono di gratitudine”.

- Qual parola benedetta viene pronunciata per questo.

- Nella casa regna un giubilo.

394. Dopo di ciò, UR dice a Sadhana: “Mia Sadhana, seguiMi! E se rimani senza chiederti ‘per dove?’ (Mi devi seguire), allora è bene!”

- Lo sguardo del Santo riposa seriamente su di lei. Anche Uraniel la guarda come ammonendo, perché in lei era salita subito la domanda se potesse andare all’Ataraus, al quale aveva già pensato per tutto il Mattino. Il segreto ammonimento non manca il suo effetto. Senza dire nulla, consegna i suoi figli ad Alaniel, a Raphael e a Gabriel.

- Raphael chiede se per qualche ammaestramento possono anche visitare le altre case, che forse sarebbe una buona cosa.

395. UR sorride dolcemente:  “Mio Raphael, dove sono Io personalmente, là c’è anche il Santuario. Se tutti i portatori dei raggi di Vita fondamentale sono nella tua casa, allora dìcci: ‘Potrebbe mancarne uno?’. Sono meno determinanti le case, che piuttosto i portatori. Sono questi le fonti della Vita, mentre le case, sempre una concentricità dell’Opera[39]. Dato che hai domandato per il meglio dei vostri figli, non c’è nulla in contrario di concederti la richiesta. Ma radunatevi in tempo nella casa dell’Amore, affinché possiate incontratrMi non appena ritorno”.

- Oh, quanto cordialmente può ringraziare Raphael! Anche Uraniel chiede se possono dare dei nomi ai figli, e ricorda che Muriel, il giorno precedente, sulla via verso l’Ataraus, aveva ricevuto il ringraziamento di UR al fine di dare un nome ai Soli-centrali primordiali. Un nome, dice il primo, annuncerebbe un elevato, belllissimo gioiello della Creazione, un grandioso Onore di UR.

396. UR risponde: “Anche tu, primo, hai presentato una buona richiesta, altrimenti i ‘figli’ avrebbero ricevuto i loro nomi nel Santuario. Tuttavia, considerato che già ci sono, allora può avvenire qui. In seguito Muriel dovrà anche provvedere ai Soli”.

- Il ringraziamento dei ‘figli’ è grande quando sentono i loro nomi. Muriel iscrive nel diario dell’altare della casa i nomi dei soli; li deriva dai loro propri come segue: Uranastia, Mi-dephna, Zurania, Mugona, Alphania, Rajona e Garapea (Garapäa). Dopo che UR ha messo dell’ulteriore incenso nella piccola ciotola delle offerte ed ha benedetto tutti i figli, lascia la casa, seguito da Sadhana.

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6/16 – Dio e Sadhana per la sua iniziazione al governo della Creazione  (quarta-Ora)

397. UR è andato via esteriormente, rimane indietro solo il Suo ATMA, la Sua Luce. I principi agiscono severamente secondo la Sua parola. Anche Sadhana segue fedelmente le orme della Santità-ur. Lei non sa ancora dove si va, né quali Opere miracolose imparerà a conoscere. Su un magnifico sole mediano del quarto anello del sole nella sfera del raggio della Serietà, UR convoca Sadhana al Suo fianco e dice:

398. “Mia Sadhana! Mi hai seguito fedelmente, hai anche sentito costantemente il Mio sguardo che ti ha ammonito amorevolmente a non chiedere del ‘per dove’. Hai di certo taciuto, ma per più della metà della nostra via il tuo cuore si è occupato con questa domanda. Non invano ho detto a Raphael che l’esteriore va posto al secondo posto, e questa indicazione – come tutti gli avvertimenti che un singolo riceve – vale per tutti i figli, quindi anche per te, poiché ciò che Io dico, ha il valore dell‘eternità-ur!

399. Figlia Mia, cosa t’impedisce di confidare nella Mia Guida? Devi chiedertelo, se hai unicamente Me in una bontà per te eternamente incomprensibile? Devi indagare, se puoi riconoscere la Mia Via? E’ necessario conoscere il percorso dove Io ti guido? Ogni via al Mio fianco conduce a Me stesso! Alla tua domanda che quasi ti consumava, ho detto: ‘Se ti porto sul tuo Ataraus, che cosa ci vuoi trovare? Me, oppure il tuo sole santificato unicamente dalle vie della Grazia?’. Credi che il monte Mahapatra consacrato da Me, ti possa portare un atomo di gioia, beatitudine, benedizione, oppure persino il perfezionamento, se non cerchi ME su di esso? Dove sono Io, figlia Mia, interiormente come esteriormnte, non vi è nulla nel nulla! Ricordatelo!

400. Se il tuo Ataraus diventasse un riflesso del Mio Santuario-ur, allora questo avverrebbe per la sequenza di un Giorno, ma sarebbe un corpo opaco, freddo, se tu colpissi l’Amore e ferissi la Santità! Mi hai seguito per giungere sul tuo Sole, oppure per dimostrare che vuoi essere la Mia prima buona figlia, la Mia figlia santificata della Creazione? Parla, Sadhana! Guarda: ti amo, e ciò che dirai una volta dal cuore, non ti potrà opprimere”.

401. Sadhana è sgomenta. Lei ha seguito UR, ha affidato la beatitudine dell’educazione dei figli ai principi che, con ciò, ne hanno avuto la più grande gioia, e loro possono andare liberamente sui loro soli. Non doveva rimanere sempre dietro a UR? Lei guardava solamente al Suo volto quando Lui si voltava verso di lei. Perché la rimprovera? Il suo cuore è in subbuglio, ma nel più profondo sente l’ingiustificato dei pensieri: – sì, lei aspettava impaziente se UR, finalmente, le annunciasse la via per l’Ataraus.

402. Spaventata, riconosce la Sua grazia per essere da sola con Lui. Se avesse pensato a questa Grazia, lo percepisce bene, UR non l’avrebbe fatta camminare dietro di Sé. Il comprenderlo la commuove. Piangendo, si precipita giù dinanzi a Lui, nasconde il viso nelle pieghe dell’abito di luce e il suo cuore giace umile davanti a UR.

403. Lei dice: “Onnisanto, o UR, Padre mio! Devo guardare su a Te da una profondità che mi spaventa e solo ora so che cosa significhi poter seguire le Tue orme. Finora per me era del tutto naturale essere davanti a Te nel Santuario, oppure – dove ci guidavi – di andare accanto o dietro di Te. Ho accettato tutto come la Tua Sadhana, come una figlia da Te eletta per prima. Ho riconosciuto la Tua bontà, la Tua regale grazia, che abbracciava il mio essere vitale, che mi circondava con il mantello della Tua magnificenza. E ora?

404. Ora sono ancora molto lontana da ciò per cui mi hai scelto. Ora presagisco che cosa significa ‘umiltà’! Dove dovrei andare dinanzi al Tuo volto santo che Tu non lo sappia? Dove rimanere? Dove non soffia il Tuo alito? Oh, lasciami seguire le Tue orme senza chiedermelo! Ora la mia umiltà Ti prega: – Guidami dove Tu vuoi, se posso essere sempre là dove sei TU! D’ora in poi passa davanti a me, interiormente ed esteriormente, poiché sono la Tua prima figlia! Ecco, non sarò mai degna di camminare accanto alla Tua santa somma Persona-UR.

405. Devo chiamare inafferrabile la Tua amorevole bontà che hai affidato i miei ‘figli’, ai principi che sono molto più capaci di educarli. Riconosco la Tua insuperabile Sapienza, dalla quale guidi tutto questo. Ora voglio essere la Tua obbediente Sadhana”, e china profondamente il suo capo, e questo è bene. Ora deve gustare pienamente l’umiltà, e non vedere il raggio di gioia che ricade su di lei dagli occhi di UR. Ma è il Giorno dell’Amore che sovrasta, anche se sempre nella giusta misura di compensazione.

- Perciò UR riprende il Suo sguardo raggiante quando Sadhana dopo un po’ guarda in alto, indagando come Egli ha accolto la sua parola. Le splende una soave seria bontà. UR solleva la figlia al Suo petto di Padre. Là riposa beata, ben custodita, senza nessuna pena, e dice:

406. “Mia amata figlia, ho atteso questa umiltà, ma sappi che non voglio vederti umiliata, nemmeno un figlio piccolissimo. Nessuno deve chinarsi, sottomesso a Me. Certamente, anche questo è un atto d’umiltà, ma gli manca il tratto del vero essere: la dedizione! Questa unisce in sé tutte le irradiazioni fondamentali, come la Misericordia unisce tutte le Caratteristiche. Ogni caratteristica, ogni irradiazione, ha il proprio perfezionamento. Nell’unione, però, è sempre l’ultimo raggio dominante quello che pone il perfezionamento dell’Opera. Nonostante ciò, né la misericordia né la dedizione è una parte maggiore, perché in Me non esiste eternamente nessun avanti e indietro dei Miei propri raggi; oppure non sarei UR, …come sovente interpretato!

407. Un figlio deve conquistarsi da se stesso l’umiltà, cosa che avviene facilmente attraverso la piena dedizione. La vera umiltà ha uno sguardo libero, regale, se guarda in modo franco verso di Me, perché è una cosa più interiore di Me. La consapevolezza di essere la Mia creatura, ed anche, l’essere ‘figlio’, giustifica ogni rapporto tra lui e Me, come lo forma liberamente il figlio. In questa sequenza dell’Ordine veramente unica, ogni Opera è pre-contemplata ed anche fondata per la ‘libera figliolanza’!

408. Mia Sadhana, ti sei conquistata l’umiltà e la dedizione fin dove i Giorni potevano aspettarselo, ma ora hai raggiunto innanzitutto l’umiltà incondizionata. Perciò ora la Mia sacra Umiltà che nemmeno tu puoi afferrare, sta di fronte a te, e nel Principio-Padre ha accolto ed esaminato le tue domande. Sì, sei la Mia prima figlia, anche se sei stata sovente posta dietro ai principi. Nel Principio-ur, Sadhana, le cose stanno molto diversamente! - Quanto infinitamente, in verità, ho posto te al di sopra dei Miei principi, i quali Mi sono davvero vicini al cuore come portatori delle Mie Caratteristiche, ma non posso mostrarlo adesso pienamente, per il tuo meglio. Tuttavia, ti sia data un’indicazione.

409. Vedi, ho detto che la Mia Umiltà sta di fronte a te. Misura su questo la verità della Mia parola su di te, poiché devi penetrare il più profondamente nel Mio sacro, quasi eternamente nascosto campo di Umiltà originario, per formare anche in questo il giusto Eco per la Mia Opera. Per questo ci vuole una scuola che non ti posso evitare per lo scopo finale della Mia Opera, nella quale poi è anche fondato dai primordi, contemporaneamente, il tuo sommo stato di fronte a Me e all’Opera. Sappi però, che non ho mai eternamente messo nell’Umiltà nessun abbassamento, nessuna umiliazione e nessuna sottomissione delle cose per nulla giustificati davanti a Me, con cui un figlio, persino con il massimo digrignamento potrà mai avvicinarsi a Me. Unicamente la libera umiltà regale guida un figlio – anche dalla caduta più profonda – di nuovo direttamente indietro nel Mio Essere-Cuore-ur.

410. In ogni Mattino della Creazione tu venivi svegliata per prima, ma i principi ricevevano quasi l’intera Opera del Giorno. Anzi, persino con la creazione dei figli ho incaricato il principe dell’Amore e non te. Per questo hai avuto il vantaggio di ciò che supera tutto questo: ‘Tu hai incontrato per prima il magnifico Giovinetto!’. Ti faccio notare una cosa, ma non dire che questo dovrebbe avvenire così secondo il Mio piano della Volontà e dell’Ordine oppure che vuoi chinarti allo stesso senza domandare del ‘perché’; sarebbe sbagliato in entrambi i casi!

411. Se qualcuno vuole arrivare al perfezionamento fondamentale, allora deve conoscere il principio fondamentale del Piano-Volontà-Ordine. Non Mi starebbero quasi troppo vicini quei figli che dicessero: ‘Signore, mi piego alla Tua Volontà!’. – Il peso della salvezza di un’umiltà viene accolto liberamente solamente quando un figlio, sapendolo, cerca di resistere ad ogni prova del Mio esercizio. Così si fortifica, così può vedere contemporaneamente il perché risulta questo o quello ed impara a conoscere la Mia grande casa della Creazione. Non rimane come ospite in un qualunque salone di gala in cui di tanto in tanto il padrone di casa getta uno sguardo, bensì conosce ogni stanza e sa sempre trovare il padrone di casa e ovunque.

412. Se da questo riconosci la Mia buona guida, allora vedrai ovunque il tuo vero vantaggio. Seguire Me come è stato permesso adesso a te, Sadhana, è un’alta onorificenza, una ricompensa per ciò che hai concesso volentieri agli angeli. A te dev’essere dedicata la piena quarta Ora del Giorno, e ti voglio consegnare temporaneamente, nella prova, le Chiavi della Casa della Mia Creazione.

413. Nondimeno, un'unica sala la riservo per Me! Non devi mai aver voglia di voler entrarci o di chiedere che cosa vi sia nascosto. Ti sia detto: Là dentro c‘è il Mio segreto-ur! Ti serve a qualcosa conoscerlo? No! Dovresti diventare ciò che sono IO; allora ti sarebbe svelato il Segreto. Ma IO ti ho generato, quindi rimani in eterno la Mia prima figlia! Tendere la mano a qualcosa di più, porta ad ogni figlio una morte che rovina la sua beatitudine!

414. Con questo hai ricevuto un grande compito per la via più lontana che devi ancora percorrere con Me. Rifletti su tutto e chiedi a Me il perché ora la tua buona umiltà ti ha posto accanto a Me”. Le sante mani di UR scivolano accarezzando il capo di Sadhana.

- Ora lei cammina alla destra di UR profondamente immersa nella riflessione su ciò che ha udito, maggiormente occupata con il pensiero di come può diventare il primo utile membro della Casa: imparare a conoscere l’Universo popolato con le più magnifiche innumerevoli formazioni di luce!

- UR l’aiuta a portare ogni peso della luce, perché lei sovente chiude gli occhi davanti ai miracoli. Le sembra troppo della Grazia che riesce ad avere.

*

415. Ecco che da lontano risplende il grande, ricco Ataraus. Un diritto percorso di luce conduce direttamente alla cima del Mahapatra. Sadhana sta di fronte ad UR e tutta l’umiltà raccolta la pervade in modo che piega entrambe le ginocchia. Se per il tempo futuro da ciò le si conserverà un’utile benedizione, lo dimostrerà il suo ulteriore sviluppo. Questo lo ha nella propria mano molto di più di quanto presagisce ora.

416. Con un benevole sorriso, UR guarda giù a Sadhana. Se negli Occhi seri, accanto alla Sua gentilezza, è aumentata una segreta tristezza, lei non lo sa, tuttavia percepisce il diretto sguardo del Creatore. Consapevolmente si dà al ‘Padre che benedice’ ed è felice di poter essere con Lui sul Mahapatra. Egli le mostra l’amministrazione del campo del sole. Allora vede che due bei soli delle stelle orbitano attorno all’Ataraus. Come una coppia girano intorno a sé reciprocamente, e in questo movimento girano intorno al sole-madre. Nell’ulteriore corso si mostrano ancora tre coppie di soli di stelle che appartengono all’Ataraus.

417. UR le spiega questi come rivelazione operativa della Sua santa quadruplice essenza, così come le sette colline che si trovano intorno al Mahapatra e alla sua casa, e siano una rappresentazione della proprietà. In tal modo a Sadhana le dovrà sempre essere ricordato il Santuario. Le vengono rivelate molte istruzioni della Creazione e una gran parte dei misteri della prova della libertà. Di tanto in tanto UR la lascia sola, affinché possa elaborare ciò che ha ricevuto, per imparare ad includere lei stessa in tutto il procedere, grazie alla libera volontà, il servizio e le Condizioni poste giustamente.

418. Ancora una volta lei sta sul monte che le è diventato caro. Riflettendo, osserva la lunga via percorsa fino al sole Rajona dove dimorano i suoi figli sotto la custodia degli angeli. La nostalgia per i figli le torna alla memoria. Allora si getta davanti al maestoso seggio del monte che l’Opera ha creato per il Creatore, e con ardore e insistenza prega il Padre che Egli le voglia dare dei figli che lei possa tenere, che lei stessa istruisca e possa guidare a Lui nell’obbedienza. La sua richiesta è seria. Non si accorge dell’arrivo di UR, non prima finché Egli è molto vicino e sente quasi il Suo santo alito. Colma di delizia Gli si getta incontro, e dopo che l’ha benedetta, Lui dice con la Sua nota bontà:

419. “Mia Sadhana, ti ho insegnato a richiedere dei figli soltanto in una casa, quando questi devono essere chiamati alla vera Vita nel santo piano dell’Ordine e della Volontà. Lo hai dimenticato, poiché nella richiesta hai pensato soltanto a te, ma non che delle richieste trovano l’esaudimento dalla grazia solo quando si basano su tutte le sette Caratteristiche e, di conseguenza, sul Mio Essere-ur. Unicamente su questa base ogni Opera della Creazione diventa una benedizione della Creazione!

420. L‘infinito è Mio e lo personifico Io! Se lo comprendi, allora puoi chiedere per quale motivo Mi sono edificato un Santuario e se nella sua visibilità possa dimorare dell’invisibile. Per questo ho risvegliato in esso la Mia Opera-figlio in ogni Mattino là dove dapprima Mi sono rivelato. Ora che lo rivelo, in te entrerà anche questa conoscenza: – sì, ho creato il Santuario in cui Mi reco personalmente, e solo nel collegamento tra Me e questo è diventato possibile per te e per i principi il poterMi contemplare e riconoscere e, …amare! Di certo, questo lo causa meno la forma, quale mezzo allo scopo, però è un sacro mezzo della Creazione con cui rendo le creature generate da Me, dei figli nati liberi, e che per questo non lo cambierò mai, nemmeno nell’abuso della Legge della libertà.

421. Per questo motivo l’Anno-Azione-ur non potrà mai fare a meno della forma, indipendentemente di quale sostanza fosse. Tu porti una forma spirituale, come Io stesso nel rivelarMi, in cui l’interiore è quella essenziale, mentre quella esteriore è la sostanziale. Se ora il Giorno – sovente menzionato ammonendo – portasse il corso di una caduta, allora sorgerebbero delle forme che non corrisponderebbero quasi più alle attuali. Soprattutto l’interiore, il carattere e il suo impiego, verrebbero malamente riconosciuti. Potrebbero sorgere degli esseri che chiamerei per puro Amore ‘figli’, i quali – spiritualmente molto indietro – chiamerebbero favola la vostra attuale forma sostanziale.

422. Con questo ti ho detto che ho santificato la forma, cosicché la sua santificazione rimane finché il figlio legato in essa riconosca un compito a lui posto. Conservare la forma è qualcosa di sacro, figlia Mia. Un ‘guai’ a colui che ne fa un semplice gioco! Io stesso Mi attengo alla Forma data; certo, sempre per via di voi, perché senza la contemplazione della forma non Mi comprendereste mai in eterno. Nella contemplazione di Me giace la forma più sublimemente rivelata! Perciò Io, come l’infinita eternità-ur, come il ‘senza Forma mai afferrabile della Persona-UR’, ho risvegliato voi primi alla vita nel Mio Santuario laddove Mi sono rivelato come Primo a voi. Risvegliare dei ‘figli’ (ulteriori/neo-nati) e dare una prima rivelazione a loro nelle altre case, ma previste da Me e perciò anche delle case santificate, vale precisamente come se avvenisse nella Mia Casa.

423. Anche qui il Mio Mezzo: dei figli dipendenti dalla tendenza di base dell’Anno-Azione-ur, possono riconoscerMi solamente tramite la Forma. Senza questa, nessuno possiede la possibilità di percepirMi, almeno da lontano. Non importa che Io sia Lo stesso Creatore tuo e dei principi; dei posteri dopo di voi e altri oltre a questi, sorgeranno nell’alta santa procreazione spirituale. Nemmeno un unico figlio potrebbe vivere se fosse legato all’infinito esteriore esistente singolarmente.

424. Allo stesso modo, senza un’opinione della Mia Persona, nessuno giunge alla vera perfezione! La Parola da sola non aiuta, poiché l’Anno-Azione-ur esige il mostrarMi, e ciò lo si ottiene anche dall’inizio fino al tramonto. Se Mi sentiste ma non Mi vedeste mai, allora vi schiaccerebbe presto la Mia maestosa infinità, e diventereste tutt’altro, ma mai dei figli liberi!

425. Invece con la forma il rapporto ‘figlio - Padre-UR’ è diventato confidenziale, tramite cui si mostra l’equilibrio sia tra l’infinito e la compiutezza desunta da questa, come anche tra condizione e libera volontà. Solo la forma rende possibile la dedizione figliale al Mio ‘Io’ eterno primordiale, e nessuno si perderà mai nel Mio Essere-ur. – Diverso, invece, se fosse senza mostrarSi, se mancasse ogni Amore, e l’effetto della Misericordia sarebbe un’illusione, e si potrebbe parlare ancor meno del co-effetto della Pazienza oppure persino dell’irradiazione della vita fondamentale determinante.

426. Come Creatore non Mi sono dato nessuna Forma, oppure sarebbe da adeguare all’infinito, e questo non sarebbe nessun guadagno. La Volontà e l’Ordine erano e rimangono quei principi di base che senza il collegamento con le altre Caratteristiche non sarebbero mai afferrabili. Perciò nelle lotte uguagliatrici ho posto la Sapienza e la Serietà nella Mia maestosa elevatezza, che a loro volta non avrebbero ottenuto nessuna visibilità senza la base dell’Ordine e della Volontà. Tuttavia questa Mia elevatezza ha formato la Forma pensata! Una volta raggiunta questa, le quattro Forze determinanti dei Sensi si sono unite, e cioè  per la Pazienza, per l’Amore e per la Misericordia.

427. Affinché rimanesse per sempre l’Unità di entrambe le polarità-ur, la Serietà ha colto equamente in sé il suo proprio principio e quello portante, con cui ogni conseguenza ha ottenuto la consistenza. Conforme a ciò, la Forma è stata santificata; e così ho creato per Me la Mia stessa ‘Figura santificata’ attraverso la Serietà, perché su questo Fondamento non sarebbe stato vulnerabile né il Mio principio d’Infinità, né quello della Mia Santità. L’interiore della forma rimane sempre santificato, ma la de-santificazione della forma esteriore spoglierebbe un figlio della santificazione interiore, e allora avrebbe una forma senza contenuto, senza luce! Da ciò risulterebbe una fuga della parte della Santità dalla forma.

428. Se un figlio Mi ha visto, può anche portare in modo vivo la Mia immagine in sé. Di conseguenza, la vista esteriore è di secondo ruolo. Invece, senza averMi visto, nessun figlio arriva alla conoscenza di Me e, pertanto, non all’Amore! Il cambiamento dell’esistenza di una creatura attraverso l’evento di caduta, non elimina nulla di ciò.

429. Se nel futuro la lontananza cadesse, allora i figli colà incarnati non avrebbero un assoluto bisogno di vederMi, perché l’immagine della contemplazione accolta nella Patria d’origine rimane eternamente. Allora basterebbe una Parola rivelatrice per risvegliare o conservare l’amore per Me.

Vedere Me solo una volta

insegna cosa significa beatitudine!

430. Da ciò, o Sadhana, riconosci che ho ben saggiamente soppesato la forma e la sua destinazione. Il tuo pensiero di trovare il Mio Santuario ovunque tu preghi nello spirito e nella verità, è già giusto. Nonostante ciò, non vi è nulla da sofisticare: la casa è e rimane la prima custodia, la diretta protezione di diritto per il figlio nato! Io ho pensato alla tua richiesta; pensa anche tu alla Mia parola, e lascia che il tuo cuore percorra la giusta strada!”

431. Sadhana, seduta ai piedi di UR, si appoggia dolcemente a Lui. Solamente, che lei vorrebbe impiegare il potere ricevuto secondo il suo beneplacito, perché si crede abbastanza matura; però, che la forza e la conoscenza sono ancora in un rapporto diseguale, non lo nota. Si appoggia di più a Lui. Lo prega di poter ritornare nella casa per risvegliare dei ‘figli’ con la forza di UR. Allora Egli benedice Sadhana e, …lei se ne va.

[indice]

*

6/17 - I primi figli di Sadhana, poi e’ libera di creare, fino alla ‘grande chiamata’ di Dio

432. Sadhana ha adornato splendidamente il suo focolare dell’altare. Il fuoco divampa chiaro, e la ciotola delle offerte ondeggia in cerchio perché vi ha sparso il migliore incenso. Ora sprofonda nella preghiera. Quanto può pregare! La sua anima fluisce incontro alla Santità di UR e, indubbiamente, …lei è cresciuta, e lo sente da se stessa. Allora si alza per la buona azione. Nel cuore, l’immagine di UR è sorta chiara e pura.

 433. Allora crea la sua personale coppia di figli come in una procreazione e nascita: una piena creazione! In futuro questi figli dimostreranno quali alte, pure forze, animavano Sadhana in questo, nella santa solennità dello spirito. Dal sommo Sacerdote Melchisedec vi affluisce un raggio di luce, aiutando, e questo, incrociando tra Lui e la prima figlia della Creazione, è imponente, …ed imponente diventa l’Opera.

434. Lei non sospetta che la sua preghiera rimane (in/per) una parte della Creazione, che a loro, a questi figli, un giorno sarà assicurato il rimpatrio. Giubilando nel vedere la sua propria prima opera davanti a sé, s’inginocchia; e non s’è mai udito un ringraziamento più potente. Con grande impegno si dà all’insegnamento dei figli, in modo che questi possano presto sperimentare la cosa più santa: la contemplazione! Non sono veramente superiori ai più anziani, ciononostante, in seguito alla ricca cura di Sadhana, porteranno un particolare rapporto per UR. Il loro amore arderà segretamente; in primo piano staranno la più santa adorazione e venerazione. Ne avranno anche bisogno, se attraverso loro, per una futura Opera di salvezza dovranno veramente aiutare[40].

435. Quando vedono e sentono UR per la prima volta, giacciono ai Suoi piedi con il volto velato, ma i loro cuori sono del tutto nella Sua mano. Chiare luci di gioia brillano negli occhi dell’Alto. Sadhana prega se i figli possano avere dei nomi ed essere la prima coppia del sole stellare Ataraus. UR concede sorridendo la sua richiesta, ma sottolinea che i figli dovrebbero dapprima ricevere la consacrazione e la benedizione nel Santuario.

436. Sadhana è da sola nella sua casa. Le salgono dei pensieri. – ‘Perché le devono essere presi anche i figli che lei ha creati da se stessa? Non c’era UR personalmente, né Raphael, il dominante del Giorno’. In effetti, lei ha adeguato la sua casa al Santuario, cosicché non esiste quasi nessuna differenza. Qui ai figli non manca nulla, e UR potrebbe benedirli e consacrarli alla funzione, pure davanti al suo altare. ‘Se regna l’Amore nel Giorno dei figli, come può volere UR che lei fosse di nuovo sola?’

- Ecco, che Egli sta all’improvviso davanti a lei e chiede:

437. “Sadhana, ami i tuoi figli? Credevi che il Mio Amore non potesse volere di portar via i tuoi figli, mentre i principi abbondano nella felicità dei figli? Hai abbastanza conoscenza per comprendere la Mia Volontà. Io ti ho fatto grande: figlia del Mio Amore!”

- Prima spaventata e poi felice, Sadhana guarda UR. Ora trova stolte le sue domande. Beata-umile lo confessa: “O Padre, Tu solo sei l’eterno vero Amore, e mi sei venuto incontro con indicibile Pazienza. Io amo i miei figli – dopo di Te – sopra ogni cosa; lo sai anche tu. Perciò prendili con Te! Non sarebbe amore se volessi loro far mancare il Tuo Santuario, la benedizione della consacrazione che soltanto là può essere data. Padre mio, riportameli benedetti”.

438. “Lo fai anche per amore per Me, che Io ne abbia la Mia parte? Il tuo sta in primo piano? Esaminati coscientemente, Mia Sadhana! La sincerità della tua risposta determinerà l’ulteriore via tua e dei figli. Ti lascio il tempo”. UR va nell’anticamera dove attendono i figli. Nel boschetto hanno visto la sua Luce e sono accorsi veloci.

- Ora Egli li porta sul Mahapatra, dove loro stessi ricevono la loro prima predica del monte. Da questa, un giorno, trarranno la forza per la decisione tra l’amore per UR o per Sadhana.

439. Sadhana combatte duramente, decidendosi ancora per il bene. – Quando UR ritorna di nuovo da lei, confessa che l’ha smossa l’amore per i figli, ma che l’amore per se stessa era ugualmente forte. Aveva pensato che i (suoi) figli, prima fossero arrivati al Santuario, prima sarebbero tornati. Non aveva pensato al ‘diritto dell’amore di UR’ e che non sarebbe mai rimasta da sola se avesse lasciato il suo cuore completamente al PADRE rivelato santo, così come lo vuole il Giorno dell’Amore. Sì, il Suo collegamento con lei, non la renderebbe eternamente più felice, di come se avesse figli intorno a sé in numero senza fine su tutti i soli e stelle? Allora UR allarga le Sue braccia ed esclama:

440. “Vieni, figlia, vieni al Mio cuore, hai fatto una buona confessione. Sì, soli, stelle, interi Giorni della Creazione o innumerevoli schiere di figli, nulla di tutto questo ti può rendere così felice come il più interiore personale collegamento con Me! Più si muove la tua forza creativa, più pretende il collegamento. Di certo in te predominava soltanto il pensiero, ma guarda: nell’Anno-Pensiero-ur si muovevano proprio le Mie forze senza fine, e le esaminai prima che nella ‘Parola’ si generasse un nuovo Anno-ur.

441. Così anche tu devi esaminati rigorosamente in modo concettuale, poiché una volta che hai preso la Parola, solo un successivo atto migliore può equilibrare. Il Mio ben meditato Anno-Parola-ur stava nella più sublime armonia con tutte le forze dei pensieri dell’infinito da cui nacque ‘l’Azione’, che avrà per conseguenza incoronante tutto ciò che è stato in precedenza.

442. Nondimeno, tutte le cose delle Mie Opere devono sorgere in e da te, Mia prima e personalissima figlia, nella giusta risonanza della Mia magnificenza e per la tua meta. Infatti, questo perfezionamento, Sadhana, significa seriamente il completamento delle Mie Opere! Cogli da questa eccezionale rivelazione sulla tua esistenza finora velata, quella Forza successiva, con cui puoi sostenere la grande prova della libertà della Creazione, che in fin dei conti si svolge nel cuore tuo e in quello di tutti i figli, e puoi raggiungere la meta finale.

443. Ora chiama i (tuoi) ‘figli’, dà loro dei nomi ed accompagnaMi al Mahapatra. Ancora nella quarta Ora saranno insediati come guardiani dei Soli stellari”.

- Sadhana china il capo in silenzio. ‘Il suo personale compito, quasi indipendente dall’intervento di UR, deve portare il completamento delle Sue Opere?’. Lei ne è scossa, ma, svelta, va a prendere i (due) figli e in tre s’inginocchiano. Dopo aver ricevuto la benedizione e la pace, Sadhana dà ai figli i nomi di Orytam e Hagar (vedi cap. 6,1150).

444. Arrivati sul monte, UR indica la prima coppia dei soli stellari e chiama le belle luci (dei soli) Orakania ed Hagarma. Sadhana bacia i figli, afferra persino la santa Mano e la stringe al petto. Poi è sola. Guarda dietro ad UR e sulla scia di luce vede le Sue orme. Buoni pensieri colmano il suo cuore. Si reca sulle stelle e opera in modo benefico ovunque; crea case, pozzi, boschetti e animali, perché lo spazio-Ataraus appartiene proprio a lei, là non sono sorte le creazioni dei principi-angeli.

445. Una volta ritornata sull’Ataraus, il suo impulso di operare aumenta. Pensa anche sovente a tutti i suoi figli, soprattutto ad Orytam e ad Hagar che sono i suoi favoriti. Si rende conto che entrambi nel futuro saranno ben più che solo dei guardiani di piccoli soli. ‘Perché non creare dei figli anche là?’. Quale gioia, se potesse dire ad Orytam e ad Hagar: ‘Vedete, questo l’ho creato unicamente per voi!’. Detto, fatto!

446. Sadhana dà ai suoi pensieri delle parole senza controllo. Nella sua camera santificata dice tutto come se ci fosse UR personalmente. Tiene ancora un buon ordine recandosi sulla cima del Mahapatra ed abbracciando con lo sguardo la sua Opera.

- ‘È l’Opera di UR!’, esclama un dolce vento.

- ‘Sì, sì; ma l’ho lasciato divenire io all’esistenza!’, è la sua contraddizione.

- Il vento ammutolisce.

- Ah, e nelle sette colline, come buon simbolo per le case, in ognuna una coppia di figli secondo ogni Caratteristica.

447. Da Sadhana esce sette volte una forza, perché lei lo vuole! Scende velocemente, trova le case e in esse i figlioletti puri, delicati, ma nella statura, più piccoli dei primi figli. Ancora più grande è il suo amore per la sua Opera, ma non dimentica di ringraziare dapprima intimamente Dio-Padre. Poi, con delicatezza e giubilando, porta i figlioletti nella sua casa; là devono svegliarsi.

448. Intanto prepara la sua casa per una festa dell’amore e sveglia i piccoli. Quale beatitudine sfreccia nel suo cuore, qual forte ‘grazie!’ risuona nello spazio. Però: il forte giubilo non copre ‘una piccola, fine vocina’? – ‘No, era la Volontà di UR’, dice a se stessa. ‘Come altrimenti avrebbero potuto divenire? I figli sono nati dalla mia Forza, l’ho percepito!’. Che con questa creazione, una stella sul suo capo ha perduto un raggio, e che è tornata a risplendere al suo ringraziamento, ma con un bagliore pallido, …non lo sa.

449. Con tutto il fervente creare, ‘l’Orologio dell’Eternità’ procede. Sadhana istruisce bene i bambinelli, ma purtroppo indica troppo sovente che lei fosse la primizia di UR e che ha potuto creare da sé il magnifico sole. Ora insedia i figli nelle case della collina come i più anziani, benché con un piccolo esame si accorge lei stessa che per questo mancherebbe loro la consacrazione personale di UR. ‘Le case della collina fanno parte della mia casa’, dice a se stessa. ‘Comunque, ho fatto anche bene!’. – Allorquando insegna ai figli un canto di lode, si sente bussare due volte e poi ancora una volta. Ascoltando, si alza, corre alla porta e già s’accascia dinanzi a UR, per ringraziarLo e chiedere la Sua benedizione.

- Il Suo sguardo si posa serio su di lei, ma le Sue mani benedicono, e la solleva.

- Lei si stringe stretta al Suo petto.

450. Sorpresa, saluta Orytam e Hagar (al seguito di UR). Non somigliano costoro, molto, ai principi (i sette più sette), interiormente ed esteriormente? Interiormente, ringrazia nuovamente che Dio-Padre le ha fatto riuscire molto dell’Opera. Ora può portare i figlioletti (i nuovi). UR li benedice, li consegna ad Orytam e ad Hagar e ordina di attenderLo in una casa sulla collina. Poi, quando Sadhana sta da sola dinanzi a Lui, le sembra all’improvviso come se ad un giubilo troppo luminoso, seguisse un silenzio troppo grave. Questo succede perché sul seggio non siede Dio-Padre …come nell’ultimo tempo usava quasi sempre questo Nome, bensì un UR del tutto ‘Santo’, ‘Grande’.

451. “Sadhana! A te arriva la grande Chiamata!”

- La parola ricade pesantemente su di lei.

- Quanto sia difficile per UR di pronunciare questo, lei non riesce più a percepirlo. “Né tu ne i principi l’hanno sentito finora. Ogni rivelazione è stata un insegnamento adeguato alla vostra esistenza di vita, ma se foste stati destinati a diventare di nuovo solamente ‘uno’ con Me come esseri singoli – oh, veramente – non ci sarebbe voluta l’immensa costruzione dell’Opera!

452. La piena unione non culmina nel fatto che come pensieri raggiungiate di nuovo l’infinito, considerato che l’Anno sarebbe sorto inutilmente per l’Atto, inutilmente le Mie maestosissime lotte equilibratrici. Attraverso queste ultime non sono diventato più perfetto, nemmeno la Mia Opera interiore. Oh, no! Io ho lasciato che il Potere attizzato corresse attraverso l’infinito per ogni Pensiero cui avevo già assegnato all’Opera-figlio, prima delle Lotte, voi eletti come delle personalità, fatti fedelmente a Mia immagine.

453. Ben ogni Notte vi raccolgo nel Mio Essere, ma non per essere dissolti, bensì per accogliere delle forze accresciute, affinché l’Opera-figlio eternamente pensata, possa crescere fino all’Opera-di-fatto e sopravanzare. La Creazione determina in minima parte la vostra via; di più, la vostra via deve guidare le Opere, poiché nemmeno l’Anno-ur dà a Me, il Creatore, l’Edificazione, la Direzione, il Corso e la Meta, no, …Io solo do questi all‘Opera!

454. Se vi ho reso somiglianti a Me in tutte le parti, allora da voi ci si può aspettare ciò che Mi aspetto dall’Anno-Azione-ur. Nell’intero Ciclo-ur, persino nelle grandi Notti di separazione tra gli Anni, nessun figlio perde l’essenza. Nulla torna indietro, bensì, eternamente, torna indietro nel Mio Cuore-ur! Se l’esistenza delle creature cambia, allora, sulla base della sequenza del cambiamento, cambiano tutte le singole Opere del Giorno. La Sapienza ha pure adeguato la sequenza del cambiamento all’esistenza dei Miei figli, e non viceversa.

455. Tutto questo significa che Io, UR, il Santo-eterno, ho immagazzinato prontamente degli eoni di Cicli nella ricchezza del Mio Essere. Nessuno deve preoccuparsi che cosa diverrà dopo il Tempo-dell’infanzia. Da ciò puoi riconoscere anche tu, Sadhana, che delle nullità sono del tutto fuori posto. E sarebbe inutile se avessi fatto te e i Miei principi, come ogni figlio, unicamente per via di voi.

456. Il poderoso sta in questo: – Il Mio Io sublimemente perfetto, la quint’essenza della Polarità del Potere permanente e regnante nella Forza, Autorità e Vigore, non tollera assolutamente accanto a Sé un’Opera che non sia da considerare almeno come un giusto Raggio riflettente dall’Essere-ur! – Oppure, renderei un’Opera anti-creativa? Oh, giammai! Allo stesso tempo, però, non sarebbe bene se esternassi dalla Mia potente perfezione, tutto pronto come un Soffio. Allora giocherei con il Mio Potere come un figlio con un giocattolo senza senso o scopo.

457. Quello che tu senti ora, non ha nessun paragone con ciò che hai udito finora. La ‘grande Chiamata’ a te è la ‘Chiamata per l‘Opera’, e non più soltanto per il tuo personale sviluppo. Tu sei, come ogni figlio, il ‘pezzo’ più elevato e sacro di tutti i Miei Atti! Per questo, il procedere dell’Opera dipende nell’insieme dai Mie figli, questi dipendono dal procedere dell’Opera rispetto alla loro personalità. Ciononostante ogni procedere è da cogliere da nessun’altra parte se non dalle Mie mani.

458. Per la prima volta hai impiegato liberamente la forza accresciuta, ma non credere che approvo il tuo lavoro. Nonostante ciò non voglio frenare il tuo impulso di agire, nemmeno nel pericolo che la libertà del creare diventi un ostacolo alla Creazione. Se in seguito a questo diminuissi il vostro impulso, allora l’Opera, senza il Mio giusto riflesso, di per se stessa diverrebbe un giocattolo: un nulla per nulla!

459. Come ho utilizzato pienamente uniti il Mio potere da Creatore, la forza da Sacerdote, l’autorità da Dio e il vigore da Padre, e da ciò ho creato da tutte le Opere nella Giustizia le possibilità di perfezionamento, così e non diversamente deve avvenire con i Miei figli nati liberi!

460.  La Forza, l’Autorità e il Vigore utilizzati nella più chiara conoscenza – fin dove sono lasciati a voi – vi perfezionano. Tu hai camminato sull’orlo della Via dell’Ordine della Creazione, e non più nel mezzo, Mia Sadhana. Ma se Io dovessi inibire la tua forza ostinata, dovrei intervenire frenando nell’imponente ingranaggio del Ciclo e non soltanto nella piccola ‘ruota’ del sesto-Giorno. Nel mettere alla prova la vostra forza, voi diventate ‘figli primordiali’! Questo, per conseguenza, ha nuovamente che Io Mi riveli nella Deità-ur. Perciò, Sadhana, per Me, un Sacrificio della Creazione non sarà mai troppo grande né troppo amaro, se con ciò ottengo lo scopo finale delle Mie Opere!

461. L’assoluta reciprocità tra il Padre-ur e il figlio-ur si chiama: ‘tanto più un indicibile Sacrificio verrà preteso dal Portatore del Sacrificio, tanto più sicuramente raggiungerò l’alta Meta che Mi sono posto sotto la massima osservanza della Legge della libertà data ai figli!’

462. Questa è la chiamata a te, Sadhana, sacro-negativo! Se vuoi diventare e portare il perfezionamento, allora devi essere il contenuto di questa chiamata. Il divenire è tuo: ‘il causare all’Opera’. Non riduco la tua volontà, ma altrettanto meno ridurrò i Miei ammonimenti e le Mie rivelazioni al costo (nel rapporto) che tu usi meno la facoltà creativa, per evitare con ciò, magari un Sacrificio della Creazione.

463. I primi quattro Giorni, il cui senso più profondo te lo rivelerà solo il settimo, hanno portato a voi primi già alla quarta Sera tanta capacità, da aver riconosciuto l’adeguamento delle condizioni riservate a Me e poste giustamente alla Legge del libero arbitrio data giustamente ai figli come la regolare Legge della Creazione, e cioè per l’intero Anno-Azione-ur! Senza una Guida intenzionale voi avete pareggiato i due fondamenti, per voi. Quella Sera non avete visto l’Anno-ur e siete diventati i co-fondatori del suo pareggio. Dapprima esisteva uno (un solo) Stimolatore della vita, un (solo) Conservatore: alle Mie condizioni!

464.  Io ho dato la Legge della libertà come ‘co-Fondamento’ all’Anno-Azione-ur, ma non dal Mio Potere, perché altrimenti ogni libero stimolo di volontà al di fuori dal Piano dell’Ordine dovrebbe significare la sua Guida obbligatoria. Se Io fossi da solo il Compositore della libera volontà del figlio, rimarrei anche il suo sommo Signore dal Mio Potere e, l’unico Responsabile! Non potrei pretendere la resa dei conti da nessun figlio, qualunque cosa commettesse sotto questa Legislazione. Ognuno sarebbe innocente, anche se sospendesse per un Giorno intero e si elevasse dai cardini del suo ordine; ma sarebbe anche incapace di diventare ciò che ho generato originariamente in tutti!

465. Come Io stesso porto la responsabilità per l’intera Opera come conseguenza delle Mie condizioni, così riposa una co-responsabilità come conseguenza della vostra libertà per via del secondo-Fondamento e dell’oramai preposto stimolatore della vita nel procedere di ogni singola Opera, su di-te, Mia Sadhana, sui principi-angeli, sugli angeli-guardiani ancora da convocare, sugli angeli più anziani e sugli angeli-comandanti che presto dovranno divenire. Dalla Mia responsabilità ho elevato la Legge della libertà al co-Fondamento attraverso le condizioni e l’adempierle. Così voi dovete rispettare le Mie condizioni con la vostra responsabilità della Legge della libera volontà. Attraverso questa interazione tutti i figli diventeranno nel futuro perfetti, come in modo partecipe devono essere le opere attraverso i figli con il loro: ‘Ed ecco, tutto è diventato buono’.

466. Quale compito è dinanzi a te! Non si tratta del fatto che tu sia creativamente attiva, bensì il come! Non la quantità delle opere produce la perfezione, bensì il modo di lavorare! Non misurare mai un Anno-ur con la misura di un Giorno; similmente, non la sua pienezza con un’Ora. Lo Spazio e il Tempo hanno appunto la loro misura; ma unicamente l’eternità-ur possiede la Mia misura-ur. E questa si chiama: ‘incommensurabile’!

467. Guarda: così, Io stesso sono la ‘misura dell’incommensurabile’, mentre tu e i primi quattro gruppi di seggi siete quella di un Giorno; e le moltitudini che sorgeranno da voi sono da misurare rispettivamente alla misura di un’Ora. - Tutto l’insieme forma anche il macro (Cosmo) e il microcosmo nella suddetta interazione! Infatti, non c’è nessuna Ora, nessun Giorno senza l’eternità-ur, ma anche questa non è senza l’allineamento di quelle. Ogni misura deve essere rispettata nel pieno diritto. Riconosci ciò che ho da dirti con questo!

468. Tu devi distribuire le tue capacità nello Spazio-Tempo dato. Serviti della Sapienza come ho fatto anch’Io per personificare la Mia Volontà sublimemente equilibrata. Il Mio Potere poteva proprio far divenire tutto con un soffio; invece la Mia Sapienza lo ha suddiviso su Spazio e Tempo. I figli hanno da adeguarsi ad ogni suddivisione della Mia misura di base, se a loro dev’essere utile un’ulteriore ammaestramento.

469. Ora misura il tuo ultimo lavoro, Mia Sadhana. L’Opera, …nonostante i suoi limiti, ha un grande margine di manovra; tuttavia, nel creare dei figli nati liberi, la misura e la meta devono essere osservati più coscienziosamente, perché fin dall’inizio ho inarcato l’Arco della Grazia del quale nemmeno tu misurerai mai la sua altezza. Tu, come il Mio giusto eco, dovevi generarne ‘un sacro numero’ che sul piano dell’Ordine stava fin dal principio davanti alla quadruplice Entità! Anche tu lo hai saputo. Dalle quattro coppie di figli formati da te dovrà sorgere la tua quadruplice schiera nella libera procreazione, …come dai figli generati dai principi devono sorgere le loro schiere. Davanti a Me non puoi nascondere nessuna contrarietà nell’Opera, ma lo hai voluto fare dietro ‘l’amore per i tuoi figli’.

470. Chi Mi avrebbe potuto impedire di riservarMi la Gioia del Creatore? Tuttavia, questa l’ho concessa ad ogni figlio, quale ‘Amore’ per tutti voi! Guarda ancora: – Il Mio Sole-ur dà la sua Luce ai Soli-centrali-ur, queste a loro volta ai loro Soli-centrali e così via, e così un gruppo viene generato ed anche nutrito dall’altro. Non ha così l’ultima più piccola Stella la sua luce dal Mio Sole? Le tue quattro coppie di figli sono pienamente veri portatori di vita per la tua parte dell’Opera-figlio. Il figlio dell’ultimo gruppo non sarebbe anche così, il tuo figlio del tutto personale, dato che ti ho concesso gentilmente la Forza per il suo divenire? Anche i tuoi figli possiedono da Me attraverso te l’impulso all’azione. Se vuoi adeguare giustamente la tua gioia alla Mia, allora fa che la gioia dei figli sia la tua gioia più sublime, perché, Sadhana, ricordatelo bene:

La gioia di tutti i Miei figli è la Mia Gioia-ur,

è il Mio Giubilo di Creatore, il Mio Giubilo di Titano!

471. Io non amo in ciò che sono, piuttosto, in ciò che faccio, e i Miei figli sono il Mio Atto più bello, più perfetto, più santo! La Mia somma meta è nella moltiplicazione dei figli, fondata saldamente attraverso se stessi. Se tu sei la Mia fiaccola, allora sta nel diritto di entrambi che il tuo lavoro sia degno di Me, perché il tuo diritto può venire solo dal Mio Diritto-ur. Tu puoi solo portare la misura di Spazio e Tempo, certamente la più perfetta tra tutti i figli.

472. Ecco: il Mio Amore che regna in questo Giorno viene davanti alla tua Opera creata, che non te ne sorga nessun errore. Considero i tuoi figlioletti come nati. Lasciali abitare sulla collina e fa di loro dei fedeli Custodi del tuo bello Ataraus. Quando saranno maturi, allora portali da Me nel Santuario. Il tuo cuore ti comunicherà il tempo e la via.

473. Ora sai come devi agire giustamente in tutti i tratti. Immergi nel tuo cuore ciò che è stato detto, esamina la tua anima e fa che il tuo spirito formi il santo ri-collegamento. Il Mio Amore te ne dà il tempo. – Voglio andare a prendere i tuoi figlioletti; Orytam ed Hagar li hanno ulteriormente illuminati affinché possano diventare il più bel gioiello per la tua casa. Sii benedetta, amabile Sadhana, figlia della Mia Grazia”.

474. Dopo questo inafferrabile Amore, in Sadhana non rimane altro che un’umile dedizione. Quando UR le passa davanti, lei si getta ai Suoi piedi e li afferra con le due mani. Il suo più profondo sentimento non ha parole. UR si lascia trattenere, Si china, solleva Sadhana al cuore e l’adagia nel Suo grembo, nella misericordia del Cuore. Un santo Dialogo sotto l’influenza delle condizioni maestose! Lei ha conquistato molto, ma, …riuscirà a conservarlo?

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*

6/18 - I primi figli Orytam e Hagar creano i loro figli

475. UR percorre la sua via con gioia e tristezza. Questo non è per un tempo perduto, perché per Lui nulla è perduto; è per quel dolore, …per quando Sadhana piangerà su se stessa. Quanto terribile possa diventare questo, lo percepiscono principalmente le Sue Caratteristiche portanti, la Pazienza, l’Amore e la Misericordia. Egli soffrirà in questi figli – già ora – e il Suo dolore sarà infinitamente più grande, altrimenti non ci sarebbe da guarire il dolore di nessun figlio. Allora dovrebbe ardere un Fuoco eternamente tormentoso, che non avrebbe nessun paragone con il Suo Fuoco-ur. Solo su un Sacrificio il Fuoco-ur potrà spegnere completamente quel Fuoco dei dolori.

476. UR copre la tristezza, ma non lo devono notare Orytam e Hagar, né quanto Egli ami i due, e tuttavia non più di quanto ami i più anziani. La loro dedizione a Lui somiglia ad uno scrigno, mentre la solennità, l’adorazione, la riverenza e l’umiltà sono un monumento per i posteri, di vedere in UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. Persino Sadhana lo percepirà più tardi quando starà insieme a loro. Costoro vedono sempre se qualcosa ha i due fondamenti oppure solo uno, assistono Sadhana, e il loro amore per lei è di ogni genere d’aiuto.

477.  Questo amore ha compiuto ancora una buona opera sui piccoli. Loro sono così beati, che non lasciano quasi ‘il fianco del loro Padre’. Conducendoli tutti con Sé, Egli insedia Orytam ed Hagar sul primo Sole stellare. Quando indica loro quanto è stato creato e dice che questo dovrebbe diventare il loro lavoro, Orytam getta il suo braccio intorno a Sadhana, e risponde:

478. “Buon Padre! Sadhana è la nostra madre e noi siamo figli Tuoi ed anche suoi. Lei ha provveduto amabilmente a noi. Accettiamo con gratitudine i suoi doni. I soli sono grandi e vi rimane ancora molto da fare. Ti preghiamo, che Tu, UR, onnisanto, valuti la nostra parola per Sadhana pronunciata in modo corretto”.

- Lo scintillio di quegli Occhi maestosi cade su Orytam. Ora UR indica le altre coppie di stelle (di soli) che si vedono bene dal monte della luce di Orakania e dice:

479. “Orytam-Hagar! Intorno all’Ataraus orbitano quattro coppie di soli. Sadhana come il Mio giusto Eco simboleggia il Mio Io, i principi le Mie caratteristiche, i più anziani le dodici irradiazioni fondamentali. Se per l’Opera mi fossi basato sul Mio Potere, allora secondo Sadhana avrebbe dovuto svolgersi dapprima la rappresentazione della quadruplice Entità. Per la benedizione dei Miei figli ho posto la personificazione delle Caratteristiche davanti a quella del Mio quadruplice Cuore, così come per via dei figli ho anteposto l’Ordine davanti alla Volontà della Mia guida. Unicamente la rappresentazione della quadruplice Entità è da inserire tra i principi e i più anziani.

480. Così come un arcangelo-ur e il suo arcangelo (il suo serafino) incorporano il positivo e il negativo di una Caratteristica, così voi come primi-angeli-guardiani incorporate la Mia Entità di Creatore. Ora dovete generare tre coppie di figli che sono equivalenti all’incorporazione del Sacerdozio, della Divinità e della Paternità. Loro procederanno da voi, ma ricordatevi tutto molto bene: – Come figli, siete, dal primo fino all’ultimo, dal più grande al più piccolo, senza differenza davanti a Me alla Mia Opera-figlio! L’impiego secondario vale per voi, Orytam ed Hagar, proprio come sono le quattro parti dell’Essere, certamente procedute dalla Mia creatività, ma nonostante ciò, nell’insieme risulta l’Io-ur, il Mio Cuore-ur.

481.  Chi valuta una volta una parte dell’Essere più alto o più basso delle altre, in verità non Mi afferrerà mai completamente. Per questo non è necessario che Mi stia lontano, ma non è certamente più vicino. Anche qui vale la differenza dello ‘stare presso il Cuore’ oppure ‘riposare nel Cuore’.

482. Oltre a questo, rimane valido nella Grazia, che dei figli piccoli valgono quanto quelli grandi, se soltanto Mi amano diligentemente, perché un vero amore porta anche vera conoscenza. – Ora recatevi nella casa del vostro Sole, lasciate che i vostri cuori parlino al Mio e il Mio ai vostri; allora sono sempre con voi con la Mia più dolce benedizione”.

- Orytam-Hagar s’inginocchiano e rimangono riverenti in meditazione, finché UR con Sadhana e con i suoi figlioletti lasciano l’Orakania.

*

483. Nella casa ha luogo il divenire di tre coppie di figli. Giubilo, ringraziamento, lode e onore a Colui che ha dato la vita, è il raggio del primo angelo-guardiano[41] rivolto all’eterna Luce primordiale. UR conserva questo dono nello Scrigno della Misericordia. Orytam-Hagar obbediscono a tutte le parole dell’Onnisanto e mettono i loro figli accanto a sé, e tuttavia, questi riconoscono in Orytam-Hagar il primo (i primi due) del loro gruppo.

484. La rapidità di come maturano in questo modo, diventa visibile quando durante una camminata verso l’Hagarma incontrano il magnifico ‘Giovinetto’. Dato che pure il primo-guardiano non Lo conosce, di conseguenza la loro somiglianza viene molto rafforzata. O beate delizie! Ma imparano anche il possibile ‘giù’ del Giorno. Tuttavia il Giovinetto li consola magnificamente annunciando loro l’arrivo imminente di UR.

*

485. Sadhana sale sul monte Mahapatra per ricevere UR. Molto presto vede la Sua splendente traccia già da una lontananza quasi incommensurabile. S’inginocchia, finché Lui sta davanti a lei. Oltre ad una grande umiltà, lei è dominata da una preoccupazione, perché quando confronta il gruppo di Orytam con i sette più anziani della collina, percepisce: per questi ultimi le mancava il fervore, soprattutto l’ordine di UR per la nascita. Che UR voglia considerare questi figli come nati, aumenta l’umiltà di Sadhana a proprio favore. UR le ha aperto le Sue quattro Camere del Cuore, ma lei ha chiuso una camera del suo cuore davanti a Lui. Per riparare questo, rimane inginocchiata.

486. Allora il suo interiore diventa di nuovo chiaro dalla Fonte della luce, di UR, perché Egli abbraccia benedicendo la Sua prima figlia e dice: “Mia Sadhana!”. Qual Potere ha questa chiamata. Non costringendo, ma avvincendo, accoppiata con santa nostalgia, è (sente) la domanda segreta: “Vuoi rimanere come Mia Proprietà?”

- Lei la percepisce; si getta al petto del Padre e lacrime colmano i suoi occhi. Non sono ancora delle lacrime di pentimento; è l’unione che le provoca.

- Egli le toglie dolcemente e le conserva nelle pieghe del Suo abito.

487. “Ora sai di più, figlia Mia. Il limite della via della Volontà ordinata ti ha svelato che cosa può esistere ‘fuori’. La tua anima ha rabbrividito al ritorno, il tuo cuore ha cercato protezione in Me, il tuo spirito ha trovato il collegamento con il Mio Spirito. Hai veduto la via verso di Me, quella dell’allontanamento, e che Io non te l’ho potuta risparmiare, perché una Forza dominata attraverso la libera conoscenza possiede quel fondamento universale di Potere che forma il lavoro dei Miei figli anche per la benedizione della Creazione.

488. Tu sei entrata per prima nella prova della libertà della Creazione, hai superato il primo gradino ed hai tenuto in alto la Tua luce ricevuta senza errore, riconoscendo Me come la tua unica Luce. Sì, sì: Nessun figlio potrà vedere, riconoscere o sedersi alla Mia santa Luce presso il Luminare, se esso stesso non è diventato in sé una Luce! Tuttavia il suo valore dipenderà dal fatto, se la dedizione a Me diventa incondizionata. In questo senso il figlio è un luminare acceso da Me, un’eterna Luce di verità nel Mio Anno-Azione-ur!

489. Per questo, amabile Sadhana, non ci vuole solamente la forza e la volontà, non ci vuole una Caratteristica oppure magari delle buone azioni, no; per questo ci vuole tutto il figlio! Se Io ho dato il possesso della Mia Opera interamente, allora posso ben aspettarMi il ‘tutto’ di un figlio come restituzione. Se avessi ritenuto qualcosa dell’Opera, voi avreste il diritto di trattenere su ciò che è Mio e ciò che è tuo; non pronuncerei Io il giudizio arbitrale, bensì il sacro dare e avere primordiale, quale Portatore della protezione di ogni figlio, se necessario, contro il Mio Potere creativo.

490.  Se qualcuno infrangesse il Potere giudiziale della Legge dell’adempimento contro la creazione del Bene ritenuto, allora l’intero Diritto di Giudice passerebbe alla Mia Persona. La Mia mano Destra è in ciò l’unico Diritto, soprattutto quando un figlio prende la Forza della Luce senza riportarla a Me in una qualsiasi forma. Allora creerei una compensazione sublimemente giusta, anzi, la dovrei creare per il Diritto dei figli fedeli.

491. In tal caso Io divento il Giudice a pieno titolo della Legge del dare-e-avere, il Portatore anche del Fondamento della compensazione. Allora ci sarebbe da aspettarsi se oltre a questo potrei essere anche qualcos’altro per i figli ingiusti. Questo dipenderebbe da un Sacrificio per la Creazione che dovrebbe portare il motivo della compensazione alla manifestazione nell’incondizionata vittoria del Sacrificio.

492. La Mia Serietà ti ha indicato destra e sinistra della via dell’Ordine-Volontà. Sì, stringiti più forte a Me, e cerca e trova in Me il tuo Sostegno, se dirai: ‘O UR, tutto proviene da Te, poiché io sono divenuta perché TU sei; che io posso creare, perché TU operi; che io sono eternamente come un raggio della Tua luce solo quando ho acceso il mio luminare, la mia fiaccola alla Tua Fiamma’.

493. Sadhana! Conserva questa conoscenza così da procurarMi una grande Gioia, allora tu stessa non diventerai un luminare, bensì quel raggio nell’Anno-Azione-ur per il quale sei stata eternamente eletta! – Ora andiamo nella tua casa poiché si avvicina la quinta Ora, e con questa, tutti i figli devono essere radunati nel Santuario. SeguiMi, ma porta con te i tuoi figli liberamente!”

- Tranite la Parola di grazia, Sadhana porta in sé una buona volontà, e ringrazia Dio-Padre che ha posto il Suo Governo-ur per quest’unico tempo della decisione nel governo del Giorno dell’AMORE, il quale possiede sotto di Sé come base la PAZIENZA, e al di sopra di Sé come tetto la MISERICORDIA. Tuttavia Egli continua ancora a operare come UR, come il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero.

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*

6/19 - La benedizione dei figli di Orytam, ma seguono la ‘primogenita’

494. Ora Sadhana Gli apre con riverenza la sua casa. Il gruppo-Orytam sta presso i quattro angoli del focolare dell’altare per il servizio, e gli anziani della collina s’inginocchiano con le mani congiunte. Quando risuona la prima Parola di benedizione, fluisce attraverso di loro una beata letizia. Vedono UR come un buon Padre; ora troneggia su di loro un magnifico Re, che nella Gloria e nella Grazia sa donare la Vita più sublime. Al Suo cenno, Orytam conduce i figli ad una serie di seggi dietro a Sadhana, ma ritorna subito indietro all’angolo destro dell’altare anteriore, ma lui e i suoi figli rimangono in piedi durante il sacro discorso.

495. Dapprima UR annuncia il trascorso e il divenire del Giorno, ciò che i figli devono sapere, e spiega anche – per quanto possibile – la natura del magnifico Giovinetto. Poi mostra l’orlo della Sua Magnificenza, per quanto un figlio se ne possa conquistare. Già l’immagine impressiona tutti, credendo, invece di aver visto dell’orlo, l’intera veste. Allora si fanno avanti gli anziani della collina e mettono la loro promessa come ringraziamento nella mano dell’Onnisanto, a rimanere sempre nella libera obbedienza del’amore. Dopo di ché, UR porta un’ulteriore nuova rivelazione:

“Sadhana Mia, figli Miei! Il Giorno pretende molto da voi,

da ME pretende tutto!

496. Quello che è risultato finora dal Tempo, quello che da sé forma la base della futura Opera della Misericordia, dev’essere incluso, rivelato e compiuto dal Giorno dell’Amore creato. Tu, amabile Sadhana, Mi hai veduto, riconosciuto e adorato come i principi-angeli, dapprima come UR. Ti sei anche consacrata a Me e in questo senso hai preso delle decisioni della Creazione che ho consegnato gentilmente a voi primi. La più grande è stata la formazione del Fondamento per i figli. A questo, si allineano ora ulteriori decisioni in rapida successione, per il fatto che è iniziato il tempo della prova, il cui corso e fine posso abbracciarlo con lo sguardo solo Io, UR.

497. Voi figli non conoscete ancora il sacro rapporto tra Me e l’intera Opera. Questo sussiste soprattutto perché Io tengo nelle Mie mani l’intera Opera e Mi rivelo ad essa come UR, che non è da smembrare! Sì, …Io sono e rimango UR! Comunque Mi riveli, ciò conferma la Mia Unità-ur!

498. Del tutto diverso è con le singole Opere, laddove si manifestano singolarmente le parti della Mia stessa natura come Essere-ur nella prima suddivisione come Potere, Forza, Autorità e Vigore, rispettivamente con i Raggi della Vita fondamentale che ne fanno parte, che dominano una singola Opera. Il ‘perché’ della suddivisione vi è stato chiaro. Tuttavia, come le Caratteristiche regnanti nei principi di Creatore, Sacerdote, Dio e Padre siano stati assoggettati all’Amore che ora predomina, come inoltre gli elementi come forme interiori sensate della rivelazione della quadruplice Entità nel segno del dominio dell’Amore, abbiano ottenuto il loro rapporto con l’elemento Terra (cap.4,80) che pure predomina, questo è ancora un enigma per voi. Persino tu, Sadhana, chiedi un chiarimento.

499. E’ anche giustificata la tua domanda su quando i principi ascolteranno questo importante insegnamento. Inoltre, tu dubiti se i figli della collina lo capiscono già. Dunque, Raphael e Agralea hanno agito così nel modo giusto, tanto che Raphael nella sua casa ha riportato quasi letteralmente ciò che ti ho detto qui. Il suo cuore è formalmente attaccato al Mio, e così si rivela la Mia Parola da lui sulla via della vita del ‘Padre-figlio’.

500. Lui è perciò il ricevente e anche il donante. Questo è ancora più facile perché i principi-angeli sono uniti con Me nella più intima appartenenza. Non essere preoccupata per Orytam e per il suo gruppo. Loro comprendono perché Mi hanno spalancato i loro cuori, e i tuoi figli della collina possono afferrare da ciò quella parte buona poiché sentono di essere del tutto afferrati dalla Mia Benignità. Più di questo, per ora non c’è bisogno per loro.

501. Per rendere più facile a voi piccoli la Mia rivelazione, vi sia detto quanto segue: – Una volta, nel quarto Giorno, per Sadhana e per i principi è stato possibile comprendere parzialmente gli elementi spiegati di ‘Fuoco’ e ‘Acqua’; e perfino il difficile quarto elemento ‘Aria’ non è stato proprio del tutto incomprensibile a loro. Invece voi siete riusciti a riconoscere meno l’elemento ‘Terra’, né nel suo genere sostanziale ma soprattutto nel suo genere essenziale. Solo un po’ alla volta è sorta in voi la conoscenza che ‘Terra’ fosse magari da considerare un essere, come un reale principio di una Creazione visibile.

502. Ho eletto l’elemento Terra a sostanza, nella quale ho incluso le Mie azioni e, tramite queste, l’ho portata alla formazione. Questo significa: – Ho preso il ‘divenire’ dal principio della fine e l’ho aggiunto al ‘Ciclo-Azione’ come principio di ‘limitato’, all’invisibile il visibile, dal non-mediatore al mediatore. In breve: la rivelazione all’IO-ur! Tuttavia, questo non avrebbe potuto avvenire, se – in base sul Mio Essere-ur – non avessi staccato delle singolarità dalla totalità, per formarle morfologicamente per l’Opera dell’Azione.

503. Nondimeno, basandoMi solo su questa, la Mia meta avrebbe riportato ancor meno la vostra beatitudine. Io ho incapsulato la Mia Volontà all’interno di un ‘incondizionato’ (senza condizioni) nella Mia polarità del Potere permanente, mentre la polarità del Potere regnante ha creato la libertà a cui era stata data la costruzione, la direzione, il corso e la meta. La via richiedeva l’inserimento della Mia totalità, fin dove spettava a un’Opera. Di questo ne fanno parte la Mia quadruplice Entità e le sette Caratteristiche, tramite le quali risulta tutto il resto, inclusi i quattro elementi. Una singola rivelazione non ha, per conseguenza, che la sua parte giunga al predominio-ur; può (solo) avere, per la benedizione dei Miei figli, un predominio temporale.

504. Il ‘fuoco’ ardeva attraverso la Mia Opera dell’Azione, e l’Acqua lo ravvivava, e così è stata figurativamente pre-indicata, in modo tale da non esserci nessun ostacolo per una rivelazione avvenuta nel frattempo. Dunque, l’elemento Terra ha portato l’Opera-Anno – nella piena dimensione del Ciclo-Azione – all’immensa rappresentazione contro tutte le Opere interiori finora avute, da cui risultò fondamentalmente la ‘sostanza visibile’, ovvero, la manifestazione esteriore della forma compatta procedente dal puro essenziale.

505. La sostanza dell’Opera si mostra in così tante varianti, quante ne esistono di particolari, tuttavia dipendenti dall’adempimento e dalla non-osservanza delle relative Leggi immutabili. In seguito al libero sviluppo può accadere che delle forme possono mostrare una compattezza molto più solida che magari la vostra figura, ma in verità è da dissolvere come sostanza divenuta tale, attraverso la trasgressione di una Legge immutabile, mentre tutte le cose che oramai vedete e percepite, vengono trasformate sempre nel principio ascendente in nuove Opere più meravigliose.

506. Ma anche la cosiddetta dissoluzione di sostanze provocate illecitamente non avviene in modo tale da disgregarsi in un nulla, perché ciò non esiste nel Principio-ur. Le forme compatte subordinate all’elemento ‘Terra’ vengono semplicemente rimesse nelle loro sostanze primordiali, da dove possono trovare nuovamente l’impiego come una legale sostanza essenziale fondata e legittimata al mantenimento.

507. Nonostante ciò, delle forme diventate avverse all’Opera non possono sussistere senza legalità. Queste sottostanno ad una Legge mutabile a loro subordinata, che però a sua volta è subordinata a quella Legge immutabile che è stata attaccata in opposizione all’Opera. Le Leggi mutevoli permettono di dissolvere tali forme nelle loro sostanze primordiali senza il minimo scuotimento dell’intera Opera, mentre l’essere interiore legato ad esse può giungere nuovamente alla sostanza essenziale dell’Opera attraverso una via di ritorno. Perciò nulla rimane senza un adempimento!

508. Ho fatto divenire nella quadruplice Creazione – già edificando per l’Anno-Pensiero-ur – dal Mio Essere-ur, tanto ogni singola rappresentazione delle Mie Entità, come anche tutto ciò che si è formato in seguito. Tuttavia non ho subordinato nulla ad una singola rivelazione, bensì l’ho inserito nelle quattro Correnti principali della Mia fonte della Mezzanotte, così anche nelle sette Caratteristiche come anche in tutte le cose destinate all’Opera-figlio; per il suo bene e benedizione, principalmente i generi di rivelazione come Creatore, Sacerdote, Dio e Padre.

509. Solamente con l’immagine finale dell’Anno-Pensiero-ur e… Parola-ur non era assicurata né una sostanza essenziale né una puramente spirituale da adeguare alla sostanza essenziale esteriore. Finché il Fuoco e l’Acqua possedevano il predominio, non si poteva realmente pensare ad un Anno-Azione-ur. Se vi fosse stata edificata un’Opera-figlio, avrei ingannato Me stesso di un alto Avere, poiché anche la previsione dava i possibili su e giù!

510. Vedete, la cosa più difficile per Me è questa: – Se voglio raccogliere la più sublime gioia del Padre, allora è sulla libertà dall’Anno-Azione-ur; sì, se necessario, con il (più) lontano. Se dovessi annullare quest’ultimo in seguito alla Mia onnipotente Volontà, allora la Mia gioia Paterna sarebbe una Gioia egoistica, come anche l’Amore, solo uno scadente egoismo. Per evitare questo, nell’attuale Ciclo-Azione ho posto l’Amore al sesto posto, cosicché, unito alla Pazienza, porta l’elemento ‘Terra’.

511. Perciò ogni Opera è passata attraverso la Mia Entità-ur. La somma Meta culmina nella Misericordia come elemento d’Aria, in cui l’ulteriore ‘presa di possesso’ della Proprietà ceduta, deve avvenire attraverso la libera restituzione. Per questo, solo la Pazienza e l’Amore nell’elemento ‘Terra’, quindi nella Mia parte dell’essenza di Dio, formano l’unico Ponte sicuro tra gli elementi Fuoco e Acqua, riservati giustamente al Mio Essere-ur e all’elemento ‘Aria’ che ha posto sull’Opera-figlio un Ponte tra le Caratteristiche determinanti e quelle portanti, come ad ogni dualità a voi già rivelata. Così i Miei quattro elementi infiammano, vivificano, modellano e conservano l’intera Opera nello stesso rango.

512. In questo senso sono da considerare rispettivamente i quattro Anni-ur da Me espirati da Pensiero, Parola, Azione e Conseguenza. Ciò che realmente è divenuto l’Azione e la sua conservazione, giacciono saldamente radicati nella conseguenza, nel principio dell’Entità-Padre. Il Ponte che vi è stato mostrato garantisce l’unificazione finale attraverso il terzo elemento. ‘Terra’ è quindi puramente spirituale, ma una realtà: la sostanza universale!

513. Questa sostanza si estende ad ogni esistenza che è legata al suo divenire. Per voi ho posto in primo piano l’Amore, perché con esso è facilmente raggiungibile tutto il necessario, ma a questo riguardo è il gradino elementare nel principio della compiutezza dell’Anno-Azione-ur. Ogni figlio è libero di entrare nel principio dell’infinito da questo gradino, il che avviene naturalmente del tutto nell’appropriazione equa di tutti i caratteri essenziali di base a lui messi a disposizione dalla Mia onnisanta Personalità-ur. Solo in questo modo il figlio diventa anche da sè la Mia giusta immagine!

514. Per il ‘da sé ’ ho formato la base del Mio piano, nel quale allo stesso tempo riposa anche la Mia gioia Paterna. E l‘amore liberamente volontario può portare a Me questa gioia Paterna! – Ora avete dato un profondo sguardo alla somma Meta ed Io attendo pazientemente, se e come cresce il seme. Adesso c’è molto lavoro da compiere dopo, per la Mia Gioia, per la vostra benedizione. Sì, vi benedico nella casa della Mia amabile Sadhana, e poi vogliate seguirMi”.

- UR riceve tre buoni ringraziamenti: da Sadhana, da Orytam e dai primi più anziani della collina.

515. Sul Mahapatra ricevono ancora degli accenni sul significato dell’Ataraus come simbolo benedetto del Centro-ur visibile, solo che là orbitano i sette Soli-centrali-ur intorno al suo punto centrale dell’Opera, qui le quattro coppie di Soli. I figli gioiscono che hanno potuto avvicinarsi ad UR, ma quando Egli ora si volge alla via della luce, Sadhana prega che i più anziani della collina vogliano rimanere indietro per amministrare l’Ataraus.

516. UR i volta lentamente verso di lei. “Sadhana, ho lasciato a te di portarMi i tuoi figli nel Santuario, ma loro hanno la libera volontà; se ci vogliono seguire, il tuo amore non può essere contrario”.

- Sadhana risponde: “Sì, UR, lo riconosco, ma finora il mio Sole è stato sempre senza vita, mentre quelli dei principi ne sono stati provvisti abbondantemente. Lascia che li porti finché non ce ne siano degli altri”. Senza aspettare la risposta di UR, prega i suoi più anziani di voler rimanere.

- Ma costoro chiedono ad UR se fosse giustificato cedere alla richiesta di Sadhana.

517. Egli guarda giù alla Sua prima figlia; la santa Voce suona strana, il suono è forte, tanto da risuonare oltre il suo Sole: “L’amore deve decidersi liberamente! Se sentite l’amore più alto per Sadhana, allora rimanete; è il suo compito guidarvi a Me!”

- La prima figlia sente in modo oscuro l’ordine interiore, ma il senso di dominio prevarica la pesante parola di UR.

- I figli dell’Ataraus, come creati, non lo possono notare a causa del loro amore ‘legato a Sadhana’. Perciò non capiscono altro dall’indicazione di UR, che Egli li vuole fortificare in questo amore, e perciò dicono con animo infantile: “O UR, onnisanto, ci manca ancora molto, ma vogliamo dimostrare il nostro amore per Sadhana. Lei ci ha partoriti. Ti avremmo seguito con grande gioia per vedere il Tuo Santuario. Ma ora aspettiamo finché Sadhana ritiene il tempo arrivato per condurci nel Santuario. Allora il nostro amore può fluire più abbondantemente incontro a Te”

518. O UR, quale pienezza dalla Tua Misericordia viene su questi figlioletti, per i quali Ti si vuole ingannare! Benedicendo e lodando li chiude nelle Sue braccia, perché secondo la loro conoscenza hanno agito in modo giusto, hanno posto il loro io dietro a quello di Sadhana. Lei percepisce per sé la seria domanda negli occhi buoni soavi di UR, se sia in grado di avere un tale amore disinteressato.

519. Il gruppo di Orytam sa già che esiste un solo sublime Amore, che deve anche esserci una sola decisione: l’amore per UR che è da elevare su tutto! Nelle loro pure anime cade una goccia dalla santa tristezza di UR. Non stimano ancora il sentimento, percepiscono quel timore, il quale risplende come autorità dinamica nei santi Occhi.

520. Allora Orytam si fa avanti deciso e dice: “Figlioli, UR ha giustificato la vostra parola, ma al di sopra di Sadhana sta l’Onnisanto! Vedi, o Sadhana, tu hai partorito anche noi, e noi ti amiamo più che noi stessi, ma il nostro amore più sublime appartiene a UR, al Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. In questo amore possiamo amare tutto in modo giusto e vero e quindi porlo davanti a noi. Da questo amore, unito con Hagar e con i nostri co-guardiani, ti prego di portare i figli della collina in tempo assolutamente utile nel Santuario. Ma bada: al tempo giusto! Sono convinto che proprio ora sia venuto il giusto momento. Solo, che la decisione è tua!”

521. Sadhana risponde: “Il tuo amore per me è buono, Orytam, mi hai fatto del bene. Mi rallegra anche che porti il più alto amore verso di UR. Così deve rimanere sempre. Non voglio agire diversamente; da ciò mi lascio guidare, per condurre i figli in tempo utile nell’Onnisantissimo. – Ma ora UR non deve fermare più a lungo il Suo passo per colpa nostra. Perciò, voi figli, andate nella mia casa ed amministrate la vostra funzione”.

522. Lei bacia i figli ed attende finché sono scesi a valle. Anche UR attende! Poi procede. Orytam ed Hagar si mettono subito al Suo fianco, per dimostraGli molto amore per via dell’assurdità di Sadhana. Lui parla sovente con loro. I figli di Sadhana si interessano molto dell’ombra della rivelazione.

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6/20 - Ritorno alla casa dell’Amore di Raphael

523. Sul (sole) Rajona è Raphael che sente per primo l’avvicinarsi di UR. Con riverenza e gioendo Gli vanno incontro lui e Michael, e i principi accompagnano il loro Re nella casa, la quale è stata preparata deliziosamente. Persino tutti i primi si sono adornati. Sul focolare dell’altare stanno dei calici riempiti con vino, del pane e dei frutti. Sul trono è eretto un baldacchino bianco e il seggio è adornato con i quattro colori di UR, i Cui occhi soavemente scuri, magnifici, risplendono chiaramente. Qui Gli fluisce incontro mille volte l’amore.

524. Un maestoso canto di cori risuona, accompagnato da delicati strumenti; l’opera di Zuriel e di Alaniel. UR si ferma, e il Suo flusso divino riempie i cuori dei Suoi primi. Da lì Gli ritorna indietro ed è circondato all’istante da tutti fittamente. I loro occhi dicono:

 ‘Nessun ‘giù’ può diminuire nè rovinare la Tua buona Opera!’

Ciò che è stato raggiunto arde attraverso il Fuoco ed è vivificato dall’Acqua. Di conseguenza, l’amore deve diventare sotanza visibile, una sacra formazione, vale a dire: che dei figli liberi si schierino liberamente intorno a Lui!

525. In verità, la meravigliosa, magnifica Opera-figlio è da conservare nel segno del quarto elemento (‘Aria’) e della sua Caratteristica, ‘la Misericordia’. Così Egli è per i Suoi figli il Padre-ur, e loro sono perciò per Lui i figli-ur! I primi coprono la Sua tristezza. Si diffonde un radioso splendore di luce e fuoco. Sadhana ne riceve certamente per prima, e lei riflette a cosa vuol portare sull’Ataraus. Lei (forse) non sa o non vuol sapere ciò che ha nascosto ai suoi figli? Che solo ciò che si è vissuto da sé, forma un duraturo fondamento per l’ulteriore conoscenza? Raphael e Uraniel ordinano le schiere affinché UR si possa sedere. Muriel e Gabriel Lo accompagnano al trono.

526. L’Onnisanto, in modo profondamente spirituale, spiega il collegamento principale tra Creatore e creatura, da cui viene elevata l’unione sommamente benedetta ‘Padre e figlio’. Anche la prova della libertà viene illuminata ancora una volta affinché a nessuno possa mancare la via in colui che rimane con questa verità: Tutte le cose sono da UR! L’autentica, buona adorazione, come una corona di cuori messa intorno a UR, apre verso di Lui una grande porta. E loro diventano ‘contemplatori’ nel vero senso della parola. UR conclude la quarta Ora del Giorno con una benedizione speciale. - Sul tappeto rosso della camera del Cuore di Dio la via conduce indietro nel Santuario.

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6/21 - Nel Santuario l’elezione dei diversi figli per l’intera Opera (quinta-Ora)

527. Sorpresi ed ultrabeati, i ritornati a casa si rendono conto che il Santuario ha lo stesso adornamento come la casa sul Rajona, ma qui rivelato in modo più sacro. UR soffia sul fuoco del focolare, finché la ciotola delle offerte fa dei grandi cerchi. Sadhana si siede; i principi rimangono in piedi davanti ai loro seggi. Dietro a loro i più anziani vengono piazzati nel semicerchio, e Uraniel conduce il gruppo di Orytam ai quattro seggi ai due lati del sacro focolare. Il settimo simbolo, la corona dorata, è diventata visibile. UR apre una nuova pagina del Suo libro di lavoro.

528. Egli convoca Gabriel e Pura[42], e loro ricevono la consacrazione per il Giorno dell’Amore. Così i principi sono saldamente uniti. L’elezione fondamentale avverrà naturalmente solo il settimo Giorno. Perciò il principe agisce in modo giusto, quando, dopo aver ricevuto il simbolo della consacrazione, non lo pone – come è avvenuto finora – di nuovo sul focolare, bensì nelle mani di UR. Lui tiene la corona sul fuoco e sulla ciotola delle offerte in segno della loro rivelazione e conservazione. Poi Egli la pone sul libro, dove rimane fino alla fine della sacra azione che ora inizia. Solo dopo la metterà di nuovo al suo posto originale davanti al settimo candelabro, le cui candele sono pure accese.

529. Viene convocato il gruppo di Orytam. Essi si alzano con solennità. Oh, come sono raggianti i loro volti; lo splendore degli abiti, come il magnifico Sole-ur, getta la pienezza della sua luce! Chi potrà mai dimenticare l’immagine come l’ha vista nel cuore? – Sadhana si pone dietro ai suoi figli; anche i principi si sono alzati.

530. Dice UR: “Figli Miei, vi eleggo ad un sacro serio servizio. In un’Ora può avvenire che dovete prendere quella decisione che può mantenere aperta quella porta, ora svelata all’esistenza più sublimemente capace, o lasciarla sbattere. Affido a voi e al successivo gruppo di figli, com’è avvenuto con Sadhana, con i principi di luce e con gli angeli più anziani, per la rivelazione dell’Opera, ciò che ho previsto dal Mio sacro Essere-ur nelle formazioni di base del Ciclo-Azione.

531. Voi sapete che questo si basa sui quattri principi rivelati rispetto al Mio sommo cuore. Di conseguenza ho previsto quattro primi gruppi di forze che per la formazione visibile dell’Opera devono rappresentare i Miei quattro principi dell’Essere. Tuttavia, Io sono l’Unitario che vi sta di fronte, l’UR! In Sadhana voglio riflettere l’interezza del Mio Essere; in tal modo lei si trova quasi al di fuori delle rivelazioni avvenute e che ancora avverranno. Lei è la creazione di una prima unità di vita perfettamente formata.

532. Questo si riferisce anche a Me, soprattutto è stato previsto per il Giorno della salvezza, in cui Io Mi rivelerò poi come UR in quella magnificenza a tutti i figli, come potrà avvenire nell’Anno-Azione-ur (completato). A questo precederà sempre una rappresentazione che dovrà avere in Sadhana lo specchio, allorquando, dopo aver conquistato il compimento (di essere) in una certa co-Divinità, lei diventerà il centro dell’Opera visibile, mentre

Io stesso resterò eternamente ed unicamente il Centro-ur!

533. Un figlio viene perfezionato non appena supera la prova della libertà non indicata, oppure la segreta prova dell’umiltà. Quest’ultima può essere intuita e vissuta fino in fondo durante il suo percorso, ma questo deve avvenire sempre liberamente. La certa co-Divinità nel principio dell’Opera può essere conquistata anche da ogni figlio nel seguito della Creazione.

534. Se questo si svolgerà nel governo dell’Amore che è stato elevato sulla ‘via della libera volontà’, dall’Ordine, dalla Volontà, dalla Sapienza, dalla Serietà e dalla Pazienza, allora la Corona come prezzo dell’Opera potrà essere data nella mano di Sadhana, al fine di portare a tutti la rivelazione possibilmente più alta del Mio IO-ur, e che poi farà subentrare questo collegamento confermato al di sopra di tutto, tra Me e ogni figlio!

535. Il motivo di ciò è un piano pieno di grazia, la cui parte della Sapienza sarà da contemplare solamente nell’ultima Sera dell’Anno-Azione. Poi per il Mio popolo-figlio sarà acceso un nuovo fuoco, dalla cui sostanza di base Io formerò senza fatica un nuovo Ciclo.

536. Ora ancora un’indicazione ai quattro gruppi di forza. Essi devono essere i quattro solidi pilastri nel cui Spazio deve svolgersi Gioco e Controgioco, (in cui si svolga) la misurazione del Mio Potere e la Forza creativa lasciata a voi. Dipenderà seriamente dal fatto se e in quale modo questi pilastri diventeranno autonomi e perfezionatori del Piano!

537. I principi-angeli, i portatori dei raggi di Vita fondamentale, sono il primo più marcato sostegno del Regno dei Miei figli, sorto nel Giorno dell’Ordine (primo Giorno), e questo si è confermato al meglio fino a qui per la Mia alta Gioia di Creatore. Per il secondo pilastro del Regno come simbolo della quadruplice Entità ho prescelto il Mio gruppo di Orytam. – Orytam: dà prima dei nomi ai figli, affinché possiate ricevere insieme la consacrazione!”

- Orytam prega UR di farlo Lui stesso, e motiva la sua richiesta, che il suo gruppo è pari a un pilastro, perciò non starebbe più in alto.

- Come risplendono di nuovo i santi Occhi. Così dovrebbe avvenire liberamente.

- Le tre coppie ricevono i nomi Mackarat-Marida, Perutam-Layja e Rajutam-Ralgar. Vengono santificati con l’imposizione delle Sue mani. UR si reca sul secondo gradino del Suo maestoso seggio.

538. Egli dice: “Miei cari figli, ascoltate la Mia Parola! La Mia quadruplice Entità nello Spazio e nel Tempo dell’eternità-ur ha l’esteso compito di presiedere alla Mia Santità, e voi la dovete personificare conformemente al senso e – se necessario – difendere. Quest’ultima faccenda può accadere durante il tempo dell’imponente prova della libertà della Creazione finché la Legge della libera volontà si sarà completamente compensata e adattata attraverso i Miei figli con le condizioni poste giustamente, riservate a Me e alla Mia Opera-ur, com’è avvenuto una volta nelle Mie sacre Lotte-ur con i raggi di Vita fondamentale. Come le condizioni hanno per Me la loro piena validità, così per l’Opera-figlio la Legge della libera volontà! Su questa destinazione del lavoro, Io ho deciso Sadhana per i Miei figli, e i principi per Me!

539. Da ciò è sorto ogni legame tra Me e voi, in base al quale, grazie al compito ricevuto, potete mettere nella Mia mano il perfezionamento dell’Opera a voi riportato. Ho riservato a Me il compito di preparare per voi la più sublime beatitudine dallo stesso Legame. Questo lo opera appunto la Mia Santità, nella quale è da sempre predominante il Principio sacerdotale, per cui alla Sera del Giorno della Serietà fu anche scritto il Testamento della Creazione.

540.  Questo presuppone, soprattutto nella definitiva unione dei due imponenti Portatori del fondamento, che la Mia Santità – anche in un’evidente rappresentazione nei confronti dell’Opera – riceva la protezione. Voi però dite: «O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero, hai già parlato di questa protezione, ma non potevamo sondare il perché. Ora sentiamo man mano che questa non è prevista a caso. Nonostante ciò domandiamo: ‘La protezione, non dipende unicamente da Te? Nell’Eternità, non hai bisogno di nessun figlio che in qualche caso possa offrire una qualunque protezione alla Tua somma maestosa Santità’».

541. Figli Miei, è giusto! La santità del Creatore, del Sacerdote e della parte del cuore di Dio è intoccabile; ma se le tre menzionate Entità fossero attive unicamente a questo riguardo (fine a Se stesse), non esisterebbe nessuna Legge della libertà, perché allora non esisterebbe nessun Fondamento equiparato nei Diritti. Invece, nel momento in cui il Mio Essere-Padre ha preso il posto a vantaggio dei figli in divenire, la Legge della libertà è stata elevata al possibile rango pari alle Mie condizioni dell’Opera. Se su questa base l’Opera-figlio deve trovare la sua incoronazione, dovevo rivelarMi. A questo erano da collegare le facoltà da concedere per acquisire le sostanze del Mio Essere-Padre, Dio e Sacerdote. Ora riconoscete che con questa sequenza la Mia Santità è in parte a vostra disposizione, perché tutte le Mie cose sono sante.

542. Parallelamente a quanto è stato detto, che per via della libertà di come vi sareste posti verso una parte della Santità non vi ho (ancora) presentato, l’alta Scuola vuole che un figlio debba riconoscere la sua parte eterna come proprietà della Divinità, nel cui riconoscimento riposa la protezione dello stesso secondo l’Opera. Unicamente in questa conservazione, (già) decisa, culmina quella possibilità della frequentazione del tutto confidenziale, perché se Io sono la pura Santità, i Miei portatori possono anche giungere nella Mia interiorità e qui essere eternamente a Casa.

543. Se viene impiegata una tale conoscenza, ci si procura il doppio legame Padre-UR e figlio-ur. Questo è previsto, ma non predeterminato! Da ciò, nulla deve avere una conseguenza immutabile! Ciononostante, la previsione può e deve essere un dato di fatto. Di questo fa parte che i figli stessi decidano sulle cose del lavoro lasciate a loro, qui in particolare su quella della parte della Santità al popolo-figlio.

544. Se nei confronti della partecipazione fossi (Io stesso la loro) l’autoprotezione, allora si tratterebbe di un gioco non corrispondente al Mio elemento ‘Terra’. Allora la Santità sarebbe l‘eterna barriera per la creatura! Solo con la consegna di almeno una quota di base dei figli nati liberi, (essi) possono stabilire la relazione da realizzare da sé con UR. In questo si trova la Meta più alta di tutte le beatitudini!

545. Quanto altamente siete partecipi nel Mio Bene! Perciò comprendetelo bene: la protezione della Santità tramite i figli comprende solamente la vostra parte nell’Opera, e inoltre, che nel riconoscimento vale che solo UR è la Santità, e che voi vi vediate sempre e soltanto come portatori, corrispondenti al senso di essere proceduti da Me!

546. Voi avete riconosciuto la necessità di formare dei gruppi principali, poiché così ogni piccolissimo figlio può proteggere la parte della Santità attraverso il riconoscimento rispettoso. In questo modo, con una probabile caduta che subentrerà, è da stabilire la protezione contro dei deviati, cosa che sarebbe molto importante. Per questo sono soprattutto idonei coloro che sorgono principalmente dall’Entità-Sacerdote, cosa che è anche dato con il gruppo di Orytam. Essendo quattro angeli-guardiano vi trovate ai quattro angoli del Mio maestoso seggio e del sacro focolare, l’alta Sede della Mia Personalità-ur.

547. Uraniel si domanda il perché non ho scelto per questo la prima coppia di figli di Sadhana. Ascoltate: Sadhana, come specchio del Mio Essere, doveva creare quattro coppie di figli, ma dato che le prime tre formano nel simbolo quella parte del ‘Creatore’, del ‘Sacerdote’ e di ‘Dio’, manca allora una parte principale per il Diritto della libera volontà. Perciò la sua quarta coppia di figli, procedendo da questa sequenza, può incaricarsi ordinatamente del compito di rappresentare la Mia parte di ‘Padre’.

548. Questo, ancora di più, dato che nell’Anno-Azione-ur (nell’attuale) è regnante il Mio ‘Principio-Dio’, come lo sono stati nell’Anno-Pensiero il ‘Principio-Creatore’, nell’Anno-Parola il ‘Principio-Sacerdote’, mentre il ‘Principio-Padre’ comparirà solo nell’Anno-Conseguenza secondo il Ciclo. Nonostante ciò, nella Mia struttura di base è risultata l’intera rivelazione dell’Essere, il che ha portato con sé, che a vantaggio dei Miei figli ho preposto all’Anno-Azione-ur il principio del ‘Padre’. Pertanto, la pre-elezione del settimo principe, la scelta della quarta coppia di figli di Sadhana alla funzione di ‘guardiano’, e ancora qualcosa di più. Ho preso tutto questo dal quarto Anno, dell’Anno-della-conseguenza e, per quanto possibile, lo formo in anticipo per la vostra alta beatitudine.

549. In questo modo le Caratteristiche portanti giungono unite all’impiego, affinché le Caratteristiche determinanti non ricevano nessun sovrappeso, conseguentemente, non il primo-Fondamento. Il vostro proprio personale perfezionamento sarebbe altrimenti un dubbio. Ma seriamente è così: Voi siete proceduti dal Grembo della Mia creatività per trovare il perfezionamento nel Cuore del vostro Padre!

Il ‘Padre’ governa i cuori;

‘Dio’  la libera volontà;

il ‘Sacerdote’ la facoltà della conoscenza;

e il ‘Creatore’ riceve tutto il vostro essere dall’Origine dei Miei infiniti elementi.

550. Miei angeli-guardiani, accogliete ora la vostra consacrazione, tenete le vostre mani nel sacro fuoco del bracere d’argento e ricevete il simbolo della vostra funzione”.

- Quando Orytam-Hagar obbediscono alla parola, diventa visibile una pietra bianca sulla quale sono incise delle ali stese, simbolo della forza, che come ali di aquile si alzano al perfezionamento voluto dai primordi. (Apoc. 4,7: “La prima creatura vivente era simile a un leone, la secondo simile a un vitello, la terza aveva la faccia come d’un uomo e la quarta era simile a un’aquila volante”).

551. Perutam-Layja ricevono una pietra rossa con un volto somigliante ad un magnifico Giovinetto, un segno di ‘Dio’, tramite il quale un giorno si compirà la Sua via del Sacrificio: «Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra!» (Matt. 28,18) Qual magnifico significato! Pazienza e Amore; l’una genera il Figlio, l’altro è il Figlio.

552. Mackarat-Marida ricevono una pietra gialla con un segno di ‘Corno del Bene’, e in esso un corno. Sì, l’insegnamento del ‘Sacerdote’ porta la salvezza! Chi osserva la sua Parola, a questi affluisce la forza dalla Serietà e dalla Sapienza. Una buona propria conoscenza; UR non ha nulla da svelare.

553. Rajutam-Ralgar ricevono una pietra blu, su di essa una testa di leone e due occhi di fuoco, e con l’incisione: ‘UR vede tutto!’.

- L’immagine di scambio dei guardiani per l’Opera è la più sublime Grazia del Patto. Giubilo e riverenza sono il ringraziamento. UR indica ai guardiani di prendere posto sui seggi, i principi rimangono in piedi fino alla fine della cerimonia.

554. Rispettivamente due coppie dei più anziani come terzo pilastro del Regno ricevono i loro segni da un’irradiazione fondamentale.

- I figli di Sadhana e di Gabriel sono insediati per la Bontà, per l’Umiltà, per la purezza nel segno del Sole-ur, della fiamma e della colomba;.

- i figli di Uraniel e di Michael per la Grazia, la Libertà, la Verità nel segno dell’Arco del Patto, un cavallo-bianco e una stella a sette punte;

- i figli di Zuriel e di Muriel per la Longanimità, la Pace, la Conoscenza nel segno del mantello, della palma e del Libro dell’Opera di UR; 

- i figli di Alaniel e di Raphael per la Mitezza, la Gioia e la Dedizione nel segno dell’agnello, di due rose e di un cuore diviso in quattro parti. I segni sono rappresentati in argento su pietre d’oro.

555. Dopo che sono stati benedetti ed hanno ripreso il loro posto, UR dice a tutti i gruppi: “Ora i primi tre pilastri sono saldamente piantati, e il quarto deve seguire presto, che dovrà uscire da voi più anziani. Nel numero è l’unica eccezione, ma un simbolo fondamentale per il Popolo-figlio nell’Anno-Azione-ur. 144.000 angeli comandanti devono avere la loro vita. Siete sorpresi; specialmente Sadhana non chiede in modo errato: ‘Se sono la figlia della Creazione e posso quindi creare come tale soltanto quattro coppie, che ne è del Mio diritto particolare? Che cosa del diritto dei principi?’. Tuttavia chiedo: ‘Siete figli Miei?’

556. Un’esclamazione echeggia attraverso il Santuario; assorbe la luce del Sole e la restituisce a COLUI che siede sul trono nel Potere e nella Sovranità. “Sì, o UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Noi Ti ringraziamo, Ti lodiamo e Ti adoriamo solennemente. Siamo eternamente figli Tuoi, perché TU hai messo in noi la consapevolezza di ‘figlio’! UR è eternamente il nostro Creatore, il Sacerdote, Dio e Padre!”. Una conoscenza che veramente riempie delle eternità.

- Oh, quanto scintilla il Suo maestoso volto in un indicibile splendore! Come irrompe la Luce dai Suoi occhi soavemente scuri! Come alza in alto le Sue mani con un diadema ancora invisibile, che dovrà diventare per tutti i Suoi figli.

557. Egli dice: “Siete benedetti dai primordi, voi che confessate questo presso il Mio alto seggio. Ma c’è ancora da porre una domanda. – Io ho generato Sadhana e i principi dal Potere diretto e li ho fatti nascere per Me dallo Spirito-ur personale, mentre voi altri avete la vostra esistenza dai primi. Voi guardiani e i più anziani, credete lo stesso di essere figli Miei?”

- “Sì, amorevole Padre”, rispondono in coro. “Anche TU ci hai donato l’esistenza della vita. Siamo certamente proceduti dai Tuoi primi, ma secondo l’interiore abbiamo eternamente la nostra vita unicamente da Te, come la Tua amabile Sadhana e i Tuoi forti principi. Perciò, UR, Onnisanto, rimaniamo  eternamente  i Tuoi propri figli!”

558. “Anche voi siete benedetti, guardiani e anziani. La testimonianza di tutti voi diventa il potere, sul quale si urterà una ‘caduta’, ed attraverso l’urto si giungerà alla comprensione! Sì, tutti i figli sono Miei, voi e i posteri. Oltre a questo, la Mia benedizione vi dà quanto segue: ‘Di tutti i figli nati da Sadhana, i cui posteri e i gruppi che si procreeranno sono nell’insieme figli suoi, Io sono la Radice-ur del regno dei figli, Sadhana e i principi sono le otto radici principali, e ogni gruppo può considerare i seguenti gruppi come figli propri.

559. La cosa più importante rimane che ognuno si riconosca come figlio Mio e riconosca unicamente Me come suo Padre! Tutto prende la sua via sommamente benedetta attraverso i Miei elementi di vita. Riconoscete le Mie indicazioni in ciò che persegue lo scopo! Riconoscete le Mie giuste condizioni e ad esse adeguate la vostra libera volontà! I 144.000 figli devono procedere dai più anziani nel senso dell’Azione, dell’elemento ‘Terra’ e della terza parte del Mio Essere come il grande gruppo fondamentale.

560. Solamente, anche questo grande gruppo deve operare secondo i numeri della struttura forniti dall’Anno-Azione-ur. Saranno considerati i numeri tre, quattro e sette. Chi tende al collegamento con Me e lo conserva, riconoscerà facilmente il suo numero previsto dell’Ordine fondamentale. La proprietà dell’Ordine designata per prima consoliderà la Meta. Attraverso questa – anche se non del tutto visibile perché riguarda l’Essere-ur – procederà anche l’incoronamento dell’Opera dell’Amore dalla Misericordia. Ora costruite la Città santa! Avete in abbondanza forza e capacità, e si dimostrerà fino a che punto siete i pilastri del Regno. Dopo vi convocherò nuovamente nell’Onnisantissimo. Ricevete la Mia benedizione di Creatore”.

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6/22 - La consacrazione dei 4 guardiani, dei 12 anziani e dei 144.000  (quinta Ora)

561. Gioiosi accorrono tutti per compiere la loro Opera del Giorno. I principi costruiscono sette case in cerchio intorno al Santurio, nel quadrato tra i guardiani quattro torri quadrate, la cui parte inferiore è somigliante alle case dei principi. Nell’ulteriore quadrato gli anziani si creano le loro case, da dove rimane un altro campo fino al primo muro di luce già conosciuto, destinato per le 144.000 case. Il muro riceve sette torri. Lontano da questo sorge un secondo muro anch’esso con dodici torri, corrispondenti ai Raggi fondamentali. Ogni porta ha due-torri, come appartengono rispettivamente i due più anziani ad un Raggio fondamentale.

562. Nel secondo anello del vano i 24 soli là orbitanti vengono destinati a Soli-centrali. Li occupano i più anziani e creano là stesso le loro case di soli, pozzi, boschetti e animali secondo la formazione di base. Chiamano i 144.000 Soli del terzo anello ‘Soli del cerchio’ e dietro a questo formano un terzo muro imponente con 144.000 Torri, ma soltanto con 24 Porte che corrispondono ai gruppi di angeli comandanti che sono nel divenire.

563. Un quarto muro, che ancora non serve, lo vedono soltanto i principi. Sadhana ha in tutto la sua buona parte nell’Opera. Intende formare l’Ataraus allo stesso modo. Ora vuole erigere anche per sé una casa nel centro, presso il Santuario, perché se tutti i primi ne hanno una, pure lei avrebbe il diritto di averne una.

564. Gabriel indica amabilmente il Santuario sorridendo, e Raphael dice: “La Casa originaria, propria del Padre, è la tua casa. Sommamente benedetta, puoi entrarvi senza essere chiamata”.

- Anche gli altri principi fanno notare la nullità del suo desiderio. Anche se ne vorrebbe volentieri una, si trattiene. Un po’ alla volta predomina la gioia di considerare il Santuario come la sua casa. I più anziani non entrano nelle loro case, nemmeno i guardiani nelle loro Torri. Tutti aspettano finché UR li avrà benedetti. Avviene la procreazione dei 144.000, il loro insegnamento, la pre-convocazione svolta preventivamente dai principi, la presa di possesso del terzo anello di soli, e così giunge il tempo in cui la voce di UR chiama.

565. Tutti entrano nell’anticamera. UR si trova nel mezzo davanti alla tenda divisa in due, ha l’abito sacerdotale, la corona con il simbolo della croce sul davanti, sul capo, così Egli attende i Suoi. Da Lui procede una Santità sconosciuta. L’energia è imponente, risvegliata dall’aspetto maestoso di UR mai percepita prima così forte, che fa tremare i loro cuori, fa rabbrividire i loro corpi essenziali, li fa accasciare all’ingresso. Sì, loro vedono UR come il maestoso sommo Sacerdote Melchisedec, come IMANUEL, quasi inafferrabile!

566. E ciononostante è il Padre che tende la mano nelle pieghe della tenda pesante, preziosa, affinché si divida, e ora apre l’Onnisantissimo. Loro si meravigliano molto, soprattutto i primi, che nei Giorni vissuti della Creazione hanno potuto entrarvi abbastanza sovente. Oh, sì, è ancora il Santuario con tutti i simboli e gli strumenti, ma a loro appare incommensurabilmente più grande. Vedono la realtà più stretta dei muri come senza confini. Nel cuore s’interrogano su questo enigma.

567. UR sorride. Quel meraviglioso, soave Sorriso, che porta il Suo volto buono-santo particolarmente vicino ai figli, e li commuove sovente fino alle lacrime. E tutto è splendidamente adornato.

- Raphael non può più aspettare, fino a quando UR parlerà. Va’ vicino davanti a Lui, s’inginocchia, nasconde il suo viso nell’orlo della sacra veste sacerdotale e dopo un po’ guarda nuovamente in su. Ma come vede così da vicino i meravigliosi Occhi, getta all’improvviso le sue braccia tutt’intorno alla santa Figura, e il suo amore si rifugia in Colui che è il più sublime Amore di tutti i figli.

568. L’angelo dice: “Sommo Sacerdote Melchisedec! Ti sei rivelato solennemente, e la Tua dignità di Sacerdote abbraccia oltre il Creatore, il Sacerdote e l’Iddio, anche il Padre. Sì, come Padre stai in mezzo a noi e Ti rallegri della nostra opera compiuta. Guarda: anche il nostro amore è un fuoco di gioia. - Ma se ora stessi del tutto scoperto nel Tuo fuoco d’Amore, allora verrebbe sospesa una barriera che è ancora da mantenere, se Padre e figlio vogliono raggiungere la vera unione come Tu lo hai previsto. Con ragione hai indossato sopra il Tuo Amore l’abito sacerdotale, e davanti al nostro amore hai posto la riverenza. Per questo Ti ringraziamo!

569. Uraniel una volta Ti ha chiesto un cuore più grande perché già allora non potevamo quasi afferrare la pienezza della Tua Grazia. Che cosa, o UR, Onnisanto, devo chiederTi oggi, affinché possiamo prendere e conservare l’inesprimibile alta eredità che Tu, come Padre, buono-santo, ci hai preparato? – Come creature Tue possiamo certamente accogliere questa ricchezza, portarla con il nostro spirito e conservarla certamente con il nostro essere animico. Devo confessarlo. – Signore, Santo: dove dobbiamo mettere tutti i Doni? Ricorda: noi siamo delle schegge di ciò che sei Tu! Rimane ancora il nostro essere-figli, che potremmo sacrificare alla magnificenza del momento. Ma ecco, o Padre…”.

570. Raphael getta nuovamente le sue braccia intorno al Santo, e piange. Nemmeno come purissimo spirito angelico può dire ciò che lo commuove. E UR? Che cosa commuove Lui? Nessuna lingua terrena potrebbe annunciarlo. – (solo) Un Amore, diventato dominante dal vaso dell’edificazione del Giorno della Creazione afferra qualcosa dell’avvenimento. UR si china, non per benedire o rialzare soltanto il Suo fedele Raphael; oh, no, le forti braccia del Padre lo portano fino al trono. Attraverso la Tenda aperta tutti vedono: il principe dell’Amore riposa al Cuore di UR, nel Grembo della Sapienza e della Serietà.

571. Un forte legame passa tra coloro che attendono, e ad un tratto si sentono sollevati e nessuno può dire com’è giunto nell’Onnisantissimo. – Dietro ai più anziani, in un ampio arco, sono posti i seggi dei 144.000. Uraniel potrebbe di nuovo chiedere se il Sole-ur non potesse essere girato un poco dall’altra parte, questa volta per via della sua luce. Lui pensa appunto alla domanda infantile di una volta (cap. 3,126), ora che il suo sentimento più maturo riconosce la sacra correlazione.

572. Le sette fiaccole divampano chiaramente, le candele, i simboli, gli strumenti scintillano, così che persino i primi devono chiudere i loro occhi. Presso le quattro colonne del focolare, che – poggiate su dei piedi di leone – portano le scintillanti piastre d’alabastro, si trovano i segni dei guardiani, e presso le quattro colonne del potere sono diventati visibili quelli dei più anziani.

573. All’altezza della ciotola delle offerte le quattro colonne sono legate da una catena d’oro, di cui ognuna conta 24 anelli; così pure, una catena d’oro con sette anelli conduce da un contenitore all’altro delle fiaccole. In tal modo il sacro seggio è racchiuso, ed attraverso il collegamento delle quattro colonne, in genere l’intero sommo seggio di UR, di cui ne fa parte il focolare e i seggi di Sadhana, dei principi, dei guardiani e degli anziani. Una lunga catena di 144.000 anelli passa da un pilastro all’altro all’interno dell’Onnisantissimo, e termina a destra e a sinistra della tenda divisa. In questo modo fanno parte del sommo seggio anche i seggi dei 144.000. Ogni anello di questa catena porta un segno. Ora UR comincia con il secondo insegnamento nella quinta Ora di questo Giorno:

574. “Mia Sadhana e voi primi del seggio, come vi voglio chiamare d’ora in poi! Se volete comprendere ciò che Io rivelo, è necessaria una certa ripetizione, soprattutto perché solo voi primi ne siete stati testimoni. Vedete, nel Giorno della Sapienza (il terzo) vi ho dato una quadruplice consacrazione anche se non era ancora giunto il quarto Giorno (cap.3,20). Voi avevate stabilito un forte legame con Me e vi siete sempre resi conto che anche in ogni consacrazione ho agito come il sommo Sacerdote Melchisedec.

575. Allora vi ho detto: ‘Nulla sospende questa consacrazione, rimanendo nella somma funzione del Mio sacro-vero Sacerdozio!’. Ora si svolgerà una simile consacrazione per i guardiani, per i più anziani e per quelli del quarto gruppo del seggio, poiché quest’Ora deve ancora mostrare se e come voi tutti la potete impiegare”. UR convoca i guardiani e i più anziani davanti al sacro focolare. Nel sommo servizio ricevono la quadruplice consacrazione. Un’imponente canto di lode conclude la celebrazione.

576. UR continua nel suo energico vero e proprio discorso: “Figli Miei! Non invano ora le fiaccole, i pilastri e le colonne portano delle catene, e quanto meno la può strappare un figlio, tanto meno viene sospesa la consacrazione che voi avete ricevuto e che è ancora da distribuire. Meno ancora è da sfiorare la Mia Santità! Voi stessi avete già dato così tanto all’Anno-Azione-ur, che perfino durante la prova della libertà della Creazione una sola ‘caduta’ separerà la propria parte di questo ‘figlio dalla benedizione del Giorno’. Ma non di più!

577. Lo ha stabilito l’Anno-Pensiero e fu rivelato nel Giorno della Serietà, quando ho consegnato al principe Muriel-Pargoa la rispettiva conservazione, laddove ho detto ‘che voglio, lo farò e posso consacrare, all’occorrenza mettendo a nudo (esponendo) il Mio Essere all’Opera-figlio, dal costrittivo obbligo del compito della Creazione che sarà posto a Me stesso’ (cap.4,14), quando la conseguenza della Legge della libertà ne giustificherà l’obbligo! Ma a questo ‘obbligo’ non sarà mai sottoposto, contemporaneamente, un’esposizione della Mia Santità, di conseguenza nemmeno della vostra consacrazione dal Mio Sacerdozio!

578. Certamente, persino uno di voi potrebbe scagliare via da sé la consacrazione, poggiando le sue azioni solo sulla Legge della libertà e respingendo le condizioni inizialmente riconosciute. La consacrazione in sé non viene in tal modo distrutta, nemmeno annullata, poiché:

Quello che Io ho ordinato,

resta sussistente nell’Ordine per l’eternità!

579. Questo lo fa la sovranità della Mia Santità! Ora voi principi comprenderete il perché nel quarto Giorno sono andato dapprima nelle vostre case. Ogni Giorno avete acquisito una buona dose di lavoro; ed è stato giusto che voi altri avete ascoltato nel lavoro le istruzioni dei principi ai Miei ordini. Presto dovrete essere pronti a trasmettere ai discendenti i Miei Comandamenti come se fosse la Mia personale Parola pronunciata.

580. Chi accetta nella giusta umiltà le parole di un figlio da Me illuminato, avrà accolto la Mia voce e saprà che è una fonte da cui fluisce la verità! Chi l’accoglie, sarà presto posto sullo stesso gradino per ricevere nel cuore anche la Mia Parola e darla benedetta ad altri. Questo è incluso nella quadruplice consacrazione, poiché dalla parte del Mio cuore di Sacerdote proviene la capacità dell’espressione sacerdotale e qualche rivelazione segreta.

581. Allora ho dato a voi primi alcuni cenni sul Mio libro della Creazione e sui libriccini nei quali dovranno essere registrate le vite dei figli. Ora è giunto il tempo in cui sono da preparare i libriccini dei figli e qualche altro libro per voi primi del Seggio, allora la Santità e la consacrazione avranno da camminare mano nella mano, perché il bene è facilmente da registrare, mentre il male, dalla prova della libertà, difficilmente viene scritto da sé. Ciononostante non dev’essere omesso. La Mia Longanimità dovrebbe poi coprire ed abbellire l’avversità della Creazione.

582. Anche in una caduta possono operare due sentimenti: la cattiveria o la vergogna, ed entrambe cercano il nascondimento. Con quest’ultima non c’è molto da perdere, e questa la riporteranno gli angeli comandanti, ma se chiedete che cosa avranno da registrare nei libriccini, vi do subito un comando principale: registrate il bene, perché il male incide da sé la sua scrittura, e questo, per di più, provoca la Grazia!

583. Vi ricordo le cose più importanti: – Nel Giorno della Pazienza ho detto che il Principio e la Meta provengono dall’intero Essere-ur, e di conseguenza devono condurre all’Essere-ur, e che voi nel vostro essere, spirito e anima, anche nella nostalgia dei vostri cuori, possedete le sostanze essenziali immaginarie come le ho trascritte dalle tre essenzialità di Sacerdote, Dio e Padre ai figli e all’Opera-Anno.

584. Unicamente Io possiedo certamente la pienezza di tutte le cose, ma le sostanze lasciate a voi – sì, di cui siete fatti – strutturalmente non sono differenti in nulla dalle sostanze riservate a Me. A questo riguardo siete le Mie perfette immagini.

585. Però, nessun figlio può lontanissimamente venire al Mio posto! E per la vostra pura salvezza rimane sussistente la differenza tra Creatore e creatura, affinché diventiate figli-ur. Questo è raggiungibile unicamente attraverso il pienissimo riconoscimento delle Mie condizioni sulla via della libera volontà e la sua verifica! Se voi aveste ricevuto delle sostanze creative dal Mio principio del Potere, potreste diventare creatori co-creativi e non sareste capaci di agire solo autonomamente. Ma proprio come poco un figlio dà la sua vita a se stesso, tanto meno è creativo. La vostra capacità è sottoposta alle Mie condizioni regnanti; più un figlio Mi sacrifica la sua volontà, più giunge a una beatitudine sempre crescente.

586. Quello che Io come Creatore ho formato nel principio, Io solo posso condurlo alla meta! Ciò che rimane ancorato tra principio e meta viene lasciato gradualmente ai figli, come lo sviluppo di uno con l’altro. In questo contesto, e più in alto ciascuno sale, più perfettamente viene stabilita la relazione con Me, e poi la conoscenza va ben oltre ai Giorni della Creazione.

587. Il simbolismo della Mia quadruplice essenzialità attraverso i quattro Alberi della vita presso il pozzo davanti al Santuario vi mostra precisamente l’importanza di ciò che è stato detto. Vi ho lasciato la forza, l’autorità e il vigore, ma il Potere della Mia creatività-ur rimane eternamente riservato unicamente a Me! Nessuno deve avere il desiderio per il frutto del primo Albero della vita (Gen. 2,9: «E l’Eterno fece spuntre dal suolo ogni sorta d’alberi piacevoli a vedersi e il cui frutto era buono da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino, e l’albero della conoscenza del bene e del male»), esso è il simbolo della Mia santa Personalità-ur! Chi osserva questo, si è sottomesso al principio delle giuste condizioni; queste incoroneranno anche tali figli attraverso la Meta!

588. Su questa sequenza si basa la prova della libertà, poiché se volete diventare davvero dei figli-ur, deve esservi lasciato di riconoscere il principio e la meta dalla facoltà creativa. Certamente, questo non comprende il Mio imponente Principio-ur e la Mia Meta-ur; questa è una piccola parte, ma la più importante, a cui sono da collegare il vostro stesso personale principio e meta. Se un figlio stende la mano oltre a questo, allora tende al primo Albero della vita, con cui non si è soddisfatti solamente della facoltà ricevuta, bensì si vuol raggiungere legittimamente il Mio Principio-ur. Un tal caso attirerebbe la parte d’ombra già menzionata. In tal modo il Sacrificio della Creazione e il Portatore del sacrificio dovrebbero diventare la legittima necessità!

589. Ora avete compiuto una bella opera, la quale in tutti i punti è stata giustificata davanti al Mio alto seggio. Per l’ordine dell’edificazione sempre ponderato, le condizioni hanno governato quasi da se stesse il libero diritto. Quindi anche il vostro agire possiede un valore eterno. Quello che avviene per pura propria volontà del figlio non ha nessun fondamento solido, ricade nella caducità prima ancora che diventi una verità di vita.

590. Ora non siete più solamente i primi dalla consacrazione, bensì anche da voi stessi. Rimmarebbe ingiustificato se qualcuno volesse dire: ‘Sì, loro sono stati creati da UR per primi, perciò possono compiere di più’. Se la scelta avvenisse in questo modo, Io sarei un UR ingiusto! Certamente dovete rimanere conducenti, ma ciò secondo la norma di ciò che voi stessi avete raggiunto e conquistato. Io dò sempre per Primo, ma il figlio deve conquistare il Dono come proprietà. Voi primi quattro gruppi, inclusa Sadhana, siete una certa incorporazione del primo fondamento della Creazione, mentre tutti coloro che sorgeranno sono pari al secondo fondamento. Soltanto: che la Mia Opera-ur si basa su entrambi i fondamenti! Così entrambi ottengono il piccolo numero dei grandi e il grande numero dei piccoli, ad ogni riguardo, gli stessi diritti e gli stessi doveri!

591. Questa conoscenza è la vostra arma più forte per sostenere la prova della libertà, perché sapere di possedere ‘l’impulso creativo’ guidato segretamente attraverso la Mia Onnipotenza, e che nonostante la priorità di un confronto esiste Creatore e creatura oppure Padre e figlio, vi educa alla vera, giusta umiltà! Che voi siete i Miei incaricati per la Creazione, è una questione di lavoro in sé. Proprio come Io avvolgo il Mio Essere-ur, il ‘Creatore’, per il vostro bene nel mantello della Parte del Cuore del Sacerdote, di Dio e del Padre, così voi, nei confronti dei figli nati dopo, dovete mettere la vostra grande primogenitura nel mantello della conoscenza e lasciar diventar visibile l’incarico della Creazione attraverso la risplendente umiltà. Ora al quarto gruppo viene consegnata la sua funzione di seggio. Perciò venite dinanzi al Mio volto”.

592. A destra del focolare si pongono il primo e il secondo angelo-guardiano, dietro di loro i primi quattro principi e i dodici più anziani, alla sinistra, Sadhana e gli altri guardiani, i principi e i più anziani. Fra costoro, davanti al sacro focolare, si raccolgono i 144.000. I loro abiti sono di un magnifico bianco, argentei gli orli, le cinture, le scarpe, le stelle sui loro capi, i segni sul petto. UR li convoca attraverso un sommo officiare, e quando hanno dato un serio “Sì”, vengono eletti ad angeli-comandanti, che avranno da portare le sante condizioni nello Spazio e nel Tempo dell’Anno-Azione-ur, e per proteggere la Legge della libera volontà.

593. Il sommo officiare è finito. Melchisedec rimette il libro della Creazione al suo posto; i Suoi occhi, colmi di grazia, risplendenti indicibilmente nella forza e nella mitezza, passano benedicenti su tutti i figli. Regna il silenzio più solenne nella sala inarcata; la ciotola delle offerte ondeggia tranquilla, il fuoco dal crogiolo d’argento arde continuamente. Che cosa avviene in questo silenzio? Gli angeli lo portano nel cuore; un essere umano non lo potrebbe comprendere del tutto, anche se gli fosse rivelato.

594. UR incede non visto attraverso la sala. Nessuno vede che cosa creano le Sue mani, ma il ringraziamento degli eletti non rimane non-udito e non-visto. Tendono le braccia, supplicando il Signore di ogni cosa che voglia stare in mezzo a loro. Nemmeno il sacro focolare deve separarli. UR viene! Regalmente sta alto, maestoso, circondato da un ondeggiante bianco e argento.

“UR-IMANUEL!”

- La chiamata, scuotendo il Cosmo, scroscia su di Lui con ringraziamento, lode, gloria e adorazione; finché alla fine tutti i capi si chinano sotto un flusso di Bontà.

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6/23 - Il grande pasto dell’amore porta insegnamenti e decisioni  (sesta-Ora)

595. Avviene un mutamento. Quando risollevano il capo, ecco che c’è il buon Padre che li guarda gentilmente. Puro amore filiale ha coperto la Parte del Creatore, del Sacerdote e di Dio. Com’è possibile questo, lo spiega UR in un breve discorso. Dopo visitano la Città; UR la chiama la sede della Sua luce e del Suo volto: ‘Sacra-Luce’! Egli consacra e benedice tutte le case, tutti i soli del secondo, del terzo e del quarto anello e alla fine della camminata dalla ‘Santa-Luce’, si entra da Raphael. Egli manda avanti il principe affinché prepari la casa. Michael prega di voler essere d’aiuto a Raphael. Soave, ma insondabile, è il dolce sorriso di UR.

596. Egli dice: “Hai ragione, Mio Michael, di assistere l’Amore; nel sesto Giorno compirai ancora una tale funzione in modo sacro”.

- Molto rallegrati, i due principi corrono via.

- Durante il grande pasto dell‘amore gli angeli comandanti del gruppo di Raphael servono. Da Raphael e da Michael sono stati portati il pane e il vino, dei frutti e delle decorazioni di fiori da Agralea e da Elya. Davanti a UR sta un vassoio d’oro con i frutti del Suo primo Albero della vita. UR condivide dei magnifici cenni di vita che persino Sadhana pensa di non aver mai percepito in modo così beato la vicinanza del Padre. Orytam porge il delizioso Pane su una piatto dorato.

597. UR accarezza il guardiano e chiede: “Orytam, tu dai del pane a ME? Non sai che, secondo la Creazione sarebbe giusto il contrario? La Mia ‘Parola’ è il vero pane per tutti i figli, affinché imparino a portare in sé la Mia vita. Che cosa Mi porgi? Io solo sono il Pane della Vita!”

- La domanda è rivolta a ciascuno.

598. Orytam riflette, mentre contempla il santo Volto. Poi risponde: “O Padre, UR! Hai ragione! Non mi spetta porgere a Te il pane, ma con questo possiamo tenere qui un buon pasto nella casa dell’Amore con Te. Tu ci hai istruiti sul dare e restituire, e così considera il pane offerto come il nostro amore che restituiamo con ringraziamento per la Tua Bontà. Che sono stato io, accoglilo come un atto compiacente d’amore e d’umiltà”.

- Una buona risposta.

- Ognuno ne è d’accordo. Ma Orytam deve far passare su di sé ancora una prova.

599. UR continua a chiedere: “L’Ataraus e i vostri soli-guardiani sono i più lontani dal Mio Centro-ur, mentre i soli di tutti gli altri primi orbitano più vicino. Desideri i vostri soli più vicini? Con il pasto d’amore è iniziata la sesta-Ora del Giorno, e ora avrete il vostro servizio quasi esclusivamente presso di Me, e così rimarrà poco tempo per operare sui vostri soli. Tuttavia, questi sono da assistere nel migliore dei modi”.

- Ognuno esamina, ma il risultato è dapprima differente.

- Orytam combatte tra desiderio e visione. Non ha forse il Padre, concesso di guidare il loro campo di attività nella regione vicino al Centro-ur? – La conoscenza vince.

600. “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Senza di TE non esisterebbero dei soli nel loro fasto e magnificenza. Così Tu solo sei il nostro Sole più bello, il più santo e il più verace. Se quindi abbiamo Te, allora nell’eternità non abbiamo bisogno di nessun sole posto nello spazio. Se però hai dato alle nostri luci quel posto lontano, da noi (ora) non chiaramente riconoscibile, allora sarà ben il migliore. Perciò vogliamo elevare TE al di sopra di tutti i soli visibili, per quanto più magnifici, come il nostro unico-vero, santissimo Sole della vita: UR!”

601. “Hai parlato bene, Orytam”, loda UR, “ma ti ho fatto notare anche l’assistenza dei vostri soli. Infine, non ve li ho affidati inutilmente. Che cosa hai ancora da dire?”

- Orytam si stringe forte nel braccio del Padre.

602. “O UR, vogliamo essere diligenti, affinché i nostri soli mandino la loro luce e vita nello Spazio e nel Tempo del Giorno per la Tua maestosa Gloria. Tuttavia, questo non sarà mai possibile se noi non formassimo dapprima in noi la luce e la vita, perché in verità, Tu solo puoi far sorgere e far scomparire di nuovo degli eoni di soli soltanto dal Potere della Tua maestosa creatività; invece rendere vivo un figlio  affinché diventi un’onore per ogni Tua Opera, …per questo ci vuole molto di più che soltanto il flusso del Tuo Potere. Un unico figlio Ti è molto più vicino che eoni di soli che sono veramente importanti per Te!

603. Chi non forma dapprima in sé la Luce e la Vita, il suo agire sui soli più grandi è vano. Chi – adeguato all’Opera – matura in ogni Ora del Giorno, per questi, da una tale maturità, non avrà difficoltà a guidare dei soli a lui affidati al perfezionamento della loro opera. E’ indubbio il giusto ordine quando noi angeli-guardiani troviamo dapprima la nostra maturità dell’Ora nella Tua più amorevole vicinanza. Allora ci sarà abbastanza Tempo nel Tuo Tempo-ur per conservare i nostri soli nel più bell’ordine della Creazione”.

604. Un raggio luminoso colpisce Orytam. La risposta benedicente di UR consiste nel fatto che l’angelo, come Raphael, può riposare nel grembo di Dio. La risposta di Orytam è una risposta della Creazione. Sadhana e i principi lo baciano; lui ha parlato bene per tutti.

- UR convoca Raphael a Sé.

- Lui si trova all’istante con un riverente inchino alla sinistra dall’Onnisanto, e Lo guarda con disponibilità del servire.

605. UR dice: “Mio Portatore dell’Amore, quando ti ho eletto, sapevi che una volta avrei potuto richiedere il Mio Amore e che avresti dovuto portare positivamente tutte le Caratteristiche come la Mia Sadhana ora in modo negativo. Hai chiesto nella conoscenza la collaborazione di Gabriel, il principe della Misericordia. Questo è stato fondamentalmente giusto; ma anche con il Potere creativo, in conseguenza del ‘Principio e Meta’ non darò un ampio dominante al tuo Giorno. Io giammai opero solo in una Entità, in una Caratteristica, bensì opera eternamente la Mia Persona-ur, indipendentemente da qualsiasi rivelazione parziale per la benedizione dei Miei figli!

606. Ogni Giorno possiede un’Entità e una Caratteristica, perché in tal modo è da raggiungere l’unione di tutti i Giorni. Se è così, com’è da co-impiegare la Misercordia secondo la buona richiesta? Infatti, solo allora tutte le Caratteristiche possono dominare contemporaneamente, quando nella Settimana dell’Anno-Azione oltremodo importante – principalmente tramite i figli – avranno sacrificato singolarmente serventi la loro prova  come dono sul sacro gregge. Da una condizione che per voi è ancora chiusa, la Misericordia potrà assumere la reggenza (solo) il settimo Giorno.

607. I primi Raggi fondamentali hanno già sacrificato, adeguati alla Settimana, perciò possono fungere sullo stesso piano con l’Amore, essendosi già completati. Tuttavia, come sarebbe da impiegare il nostro settimo principe Garbiel-Pura alla collaborazione – nella stessa proporzione come gli altri – in modo che così l’Ordine di edificazione mantenga la sua pienissima validità? Ora, Mio portatore dell’Amore, decidi; è il tuo Giorno, e voglio vedere che cosa vi è possibile fare. Pensa alla prova, al lavoro e alla conseguenza del Mio Ordine fondamentale”.

608. Questa è una decisione difficile. Che la Misericordia non possa essere esclusa risulta dal fatto che UR si è già mostrato come Padre nel primo Giorno dell’Ordine. Fin da allora e fino a questo momento, questa rivelazione è costantemente aumentata in modo magnifico. La parte del Cuore di Dio, stando ora al timone dell’imponente nave della Creazione, è avvolta dal Raggio Paterno nella ‘Misericordia’. I principi aiutano diligentemente con i loro pensieri, affinché la risposta di Raphael possa essere giusta per entrambe le parti: per UR e per i figli, per il Giorno dell’Amore e per il santo-sommo Anno-Azione-ur.

609. (Raphael): “Onnipotente UR nella Potenza, Forza, Autorità e Vigore! Regalmente troneggi nell’alta sovranità, e comunque, siedi come PADRE nella Pazienza, Amore e Misericordia in mezzo ai Tuoi figli. Guarda, Tu hai aperto al mio sguardo l’ampiezza dell’infinito, fin dove mi era da mostrare. Che Tu sia ringraziato! I dodici Raggi fondamentali, iniziati dalla Bontà fino alla dedizione, li hai presi dalla Tua Entità-ur e li hai trasmessi ai Tuoi figli come Tue Caratteristiche. Oh, non potremmo mai incorporare tali Raggi, se Tu non li avessi sollevati per noi alla luce del Giorno dalla Tua eterna Fonte della vita.

610. Da ciò ho attinto la capacità di riconoscere la Tua celeste buona Vicinanza dalla profondità, elevatezza ed ampiezza. Ed ecco, o UR, ho visto la fiammante Misericordia, quella caratteristica con cui Ti avvicini a ogni figlio come Padre! Questo non può avvenire se prima, gli altri Raggi di vita fondamentale non hanno adempiuto il loro lavoro del Giorno. Sì, questa attinge la sua misura dall’Ordine, dalla Volontà, dalla Sapienza, dalla Serietà, dalla Pazienza e dall’Amore, ma è l’unica che compie la Tua Meta di Padre-UR!

611. Tuttavia, se la difficile prova della libertà della Creazione, perché per la prima volta viene ad effetto nelle Tue magnifiche Opere, porta con sé una caduta, come vuoi Tu, da UR, guidare magari verso Casa questa ed anche i figli fedeli, dalla profondità, dall’elevatezza e dall’ampiezza nella Tua vicinanza di Padre, se la Misericordia viene esclusa da una co-azione, dal co-adempiere? In quale modo le creature dovrebbero diventare figli-ur nonostante una caduta? Come puoi essere Padre-ur, se non unicamente tramite la Misericordia che incorona l’Opera dell’Anno?

612. Tu hai eletto il settimo principe per la caratteristica di ‘Padre’ fin dove questo era necessario per l’Ora; ed anche la coron, che ora giace sul Tuo libro aperto della Creazione, si è rivelata. Questo non è avvenuto in modo inutile! Nella visione ho riconosciuto che il mio Giorno dell’Amore senza il co-governo della Misericordia non può avere nessun perfezionamento del Regno, come Tu l’hai pensato eternamente, specialmente per il divenire necessario di un Sacrificio della Creazione e del suo alto Portatore.

613. Per via di questo, la Misericordia come le altre caratteristiche devono anche cooperare; dato che l’Amore può essere contemporaneamente il Portatore del sacrificio e allo steso tempo ‘il Sacrificio’, ma non può incoronare se stesso, bensì sarà incoronato! Lo fa la Misericordia non appena nella Parola e nell’Atto, per Bontà, Grazia, Longanimità e Mitezza, si chinerà al figlio caduto. Qui lo diventa per la grande soggiogatrice; lei innalzerà il ‘Portatore del Sacrificio’, lei porterà all’Amore la sua ben meritata ricompensa!

614. Anche se la Misericordia non può essere pienamente attiva perché secondo la Legge-ur non deve ancora impiegare il suo personale ‘dare’ del Giorno, lei può e deve comunque, per via dell’alta Meta dell’Amore, venire nel Giorno dei figli come l’incoronante al fianco dei Raggi di vita fondamentale. La Parte che in questo modo viene consegnata da lei all’Opera-figlio, è così infinitamente grande nella sua efficacia, che la conoscenza di tutti i figli non basterebbe per afferrarla parzialmente.

615. Perciò, o UR, dà al principe Gabriel-Pura l’evidente segno della sovranità come simbolo del suo giustissimo co-effetto; io voglio essere il collegamento nel senso tra le Caratteristiche determinanti e quelle portanti. Nella Sera sommamente benedetta si vedrà come l’Amore ha compensato il suo ‘dare’ e ‘avere’! Il successivo sacro Giorno del riposo rimane riservato alla Misericordia per il proprio lavoro, dove appena, la Corona dell’Opera e del Sacrificio si rivelerà pienamente valida.

616. Tuttavia, io, il portatore del Tuo Amore, voglio, oltre alla mia stessa fiamma, rendere in me un vivissimo fuoco anche dalle altre sei fiamme, affinché la Tua Opera, Tu, eterno-unico e veritiero, riceva la Corona, l’incoronamento e il sigillo della Corona! Fa che questo accada, IMANUEL!”. Raphael ha parlato con enfasi, ha messo pienamente il suo cuore nella parola; questa accende l’entusiasmo nei fans (sostenitori/ammiratori).

- E i primi chiedono segretamente: “Lascia, o UR, diventare operante la tua Misericordia nel Giorno dell’Amore!”

- Alla destra di UR stanno Raphael-Agralea; alla sinistra, Gabriel-Pura.

617. UR si alza, stende benedicendo le Sue mani su tutti i figli e dice: “La tua voce è penetrata in modo giusto e corretto nel Mio interiore, principe dell’Amore, come anche la richiesta di voi tutti, Miei primi. E che tu, amabile Sadhana, hai acceso particolarmente la tua fiamma, ti assicurerà l’irrevocabile benedizione. Sì, Io stesso voglio portare in futuro il Mio Amore ai figli che ne hanno bisogno, nel sacrificio, ma poi la Misericordia dovrà riportare a Me tutti i figli!”

618. Gli altri principi-angeli circondano il gruppo nel cerchio, e ora Melchisedec fissa il simbolo della corona d’oro, al petto del settimo-principe e dice: “Tu, principe della luce della Misericordia, sei posto al fianco di tutti i portatori delle Mie caratteristiche! D’ora in poi sia evidente il tuo simbolo della dignità quando agirai su Mio incarico. In tal modo la vostra richiesta è stata per Me un purissimo pane del Cuore e un vino della vita, come con l’esaudimento della vostra richiesta ho offerto anche il Mio eterno-vero pane di grazia e il vino della bontà. Ora rivolgiamoci ad un nuovo lavoro.

619. Tu, Mia Sadhana, devi amministrare l’Ataraus e i suoi soli finché i guardiani non hanno terminato il loro servizio presso di Me. A voi principi consegno l’Opera. Uniti con i più anziani e con gli angeli-comandanti dovete portare nel buon ordine al quarto fino al settimo anello di soli quello che ancora manca. Voi, Miei portatori del comando, generate nelle vostre case della sacra-luce, rispettivamente sette coppie di figli come i più anziani della stirpe del quarto anello del Sole (Sole-ur). Questi devono generare per tutti i soli del Cerchio, rispettivamente sette guide di soli. Ogni gruppo di discendenti deve generare tante coppie, quante ne sono procedute ogni volta da un sole per il successivo cerchio di ulteriori corpi di luce.

620. Per questo servono i pensieri-figlio posti in voi dalla forza del Mio Io-ur, la cui formazione, per la loro vita, ve l’ho affidata per l’alta gioia. Istruite bene i figli, affinché dalla conoscenza e dalla volontà di servire, siano anche palesemente figli Miei. Alla fine della sesta Ora del Giorno la Mia campana-ur vi richiamerà a Casa; allora vi radunerò di nuovo nel Mio Santuario. Ricevete la benedizione dalla parte del Mio cuore-Dio, la pace della Pazienza e dell’Amore”.

- Presto s’inginocchiano tutti ed intonano un chiaro “Alleluia”.

- UR passa in mezzo alla schiera; alla Sua destra cammina Sadhana. I principi eseguono il loro incarico nel giusto ordine e nella pienissima dedizione verso l’Amore.

[indice]

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6/24 - Il lento-rapido allontanamento di Sadhana dall’ordine

621. Anche Sadhana ha operato all’inizio nella stessa sequenza dell’ordine, dopo che UR l’ha benedetta sul Mahapatra. Lei riferisce ai (suoi figli) più anziani della collina le magnificenze vissute. Quando nota la loro delicata tristezza di non averla vissuta anche loro, le sale però una riflessione. Per risarcire questi figli, suddivide l’Ataraus in sette regni, nomina i figli ‘i più anziani del regno’ e dice a loro di generare sette volte dei figli. Anche questi, risvegliati, a intervalli regolari devono generare ognuno sette coppie, e così via, finché lei, Sadhana, non fosse ritornata dal suo lavoro sui Soli dei guardiani.

622. Quando rientra nei paesaggi sorprendentemente meravigliosi, le dispiace che i soli fanno le loro vie in modo così solitario. Ci sono solo delle piante e dei gentili animali, di cui comprende il linguaggio. Sente come tutti ringraziano il Creatore per la loro esistenza. Per un po’ ne gioisce, ma presto pensa che fosse abbastanza della lode.

623. Quando pronuncia questo, tutti gli animali fuggono, i fiori chiudono i loro calici, la Creazione intorno a lei ammutolisce. Si accorge del suo errore, ma vi passa sopra. Per evitare la silenziosità vuole creare dei figli per i soli. Sale sul Mahapatra per presentare la sua richiesta, ma sente la Voce: “Rimani nel Mio Ordine. Sei libera di creare, ma generare nella Luce pretende una giusta sequenza d’Ordine, che per te è già avvenuta. Nella prova della libertà tu stessa devi riconoscere ciò che è giusto”.

624. La Parola limita il suo desiderio. Non vuole nemmeno pensare alle parole fondamentalmente vere di Orytam. Arriva presso i suoi più anziani che sono molto diligenti, istruisce i gruppi che sono sorti e, nonostaante l’avvertimento interiore, ritiene giusto mettere se stessa al centro, dicendo che tutta la forza vitale era sorta da lei. Sceglie quattro e ventiquattro coppie di figli per il suo ‘stato maggiore’ i quali devono prestare dei servizi speciali. Inoltre, rilascia con degli ‘ordini, di popolare abbondantemente i sette regni.

625. Si reca sull’Orakania, ed è anche felice quando le piante e gli animali le sono di nuovo affezionati. Tuttavia il suo impulso d’azione non si ferma. Potrebbe certamente opporre allo stesso una dedizione altrettanto forte verso UR, nel qual modo resterebbe nel campo dell’Ordine, ma… se si sollevasse per essere grande accanto a UR? Allora crea 144.000 figli, consegna a loro l’Orakania e ordina loro di creare sette volte, e pone questi nuovi gruppi sull’Hagarma e sugli altri tre soli-gemelli.

626. Il Mahapatra è avvolto da fitte nuvole. Sadhana non ha mai visto qualcosa di simile e non sa interpretarlo. Quando si avvicina al monte, sente dei rumori tuonanti. Profondamente spaventata fugge nella sua stanza santificata, dove si difende di aver creato tutto fedelmente all’immagine secondo il Centro-ur. In ginocchio davanti all’altare del focolare si rende conto che potrebbe negoziare, ma come lo ha fatto, manca già dell’Ordine della Creazione. Come potrebbe ripararlo? Togliere ai figli la loro vita? In questo modo  non si potrebbe giustificare l’ingiustificazione dell’offesa.

627. Ancora, (si è) sul ciglio della via dell’Ordine, nel cui centro è giunta la stessa Sadhana. Quando si alza per spargere dell’incenso nella ciotola delle offerte, compare UR, molto serio e, ciononostante, circonfuso da una gradevole Bontà. Basta uno sguardo, …e lei fugge nelle Braccia che si aprono, confessa e chiede delle sue azioni sbagliate.

628. UR la tiene stretta nel Suo grembo e le parla: “Mia Sadhana, il tuo agire contro il Mio Ordine lo può cancellare l’Amore e la Misericordia, che quasi sempre hai desiderato per il lavoro del Giorno, ma come hai agito, (con) l’innalzamento arbitrario di te stessa, non lo si può pareggiare finché non arriverai alla riparazione. Riconosci da ciò come sei già deviata: – I tuoi figli hanno visto il monte avvolto, hanno percepito la Mia Santità ed accorrono timorosi a cercare protezione da te perché non Mi conoscono. Hai preparato poco i loro cuori per Me!

629. C’è un (solo) Regno, Sadhana ! Tu hai diviso il tuo Sole in sette regni; i più anziani del tuo regno non Mi conoscono quasi più, e tutti gli altri sanno appena che esiste un UR, …niente di più! Hai insegnato loro che la forza della vita proveniva da te, e tu sai precisamente che la vita fluisce  da Me e che non potresti mai creare se Io non avessi dapprima posto in te la forza. Ora istruiscili alla Mia presenza su di Me, UR! Non lo dimenticarlo mai, altrimenti dovrei diventare per te il Portatore del sacrificio! Vuoi questo?”

630. Sadhana è profondamente scossa. Si sente ancora così strettamente unita a UR, che non pensa a nessuna separazione. Si stringe forte a Lui e sussurra: “Mai, o UR, devi diventare il Portatore del sacrificio a causa di me! Voglio istruire i figli a riconoscerTI veramente, che Ti lodino, Ti glorifichino, Ti amino e Ti adorino, TE, UR, l’Onnisanto, il Padre fondamentalmente buono. Aiutami a riparare di nuovo ciò che ho creato involontariamente senza il Tuo Ordine”. Con un bacio Sadhana lascia il Suo braccio, perché i figli sono arrivati nella casa.

631. Ecco, che si svolge una strana scena. Oltre ai più anziani della collina, nessun figlio capisce che si trova dinanzi a UR. I più anziani della collina si recano rapidamente al focolare dell’altare, piegano le loro ginocchia e adorano come meglio possono. UR li benedice e chiede loro di chi fossero figli.

- Senza indugio essi dicono: “Sadhana ci ha donato la vita, ma Tu, UR, onnisanto, sei il Donatore della vita. Perciò rimaniamo la Tua proprietà, anche se siamo i figli di Sadhana. Ti conosciamo ancora troppo poco, Onnipotente, e preghiamo Sadhana di spiegarci la verità della Tua Creazione, affinché anche noi possiamo comprendere di più il Tuo sommo maestoso Essere, ed imparare ad amarTi sempre più interiormente”.

632. La parola vale, e tuttavia, un figlio appena destato dal settimo anello dei Soli lo avrebbe saputo ugualmente bene come i più anziani dell’Ataraus. Nonostante ciò, UR lo considera nella Sua Bontà; non è un peso dei figli che la conoscenza mostra così poca maturità. Perciò il Padre li benedice e li loda abbondantemente.

633. Sadhana istruisce tutti i figli con molta diligenza, ma per loro è difficile stabilire da sé il contatto con UR. Manca la base. Tuttavia l’Amore del Giorno dona un ricco aiuto, e così alla fine anche i più piccoli riconoscono con gratitudine un eterno buon Padre, dal Quale viene la vita e la mantiene anche nella Sua Bontà, però, se quel momento ha fatto delle radici abbastanza profonde, lo rivelerà il tempo successivo. UR benedice tutti, e su Suo ordine si recano nelle case della collina. Sadhana rimane sola.

*

634. Dopo un piccolo silenzio, il cui significato lei non sa misurare, UR dice: “Mia Sadhana, prima che sia trascorsa quest’Ora di grazia, ti sia mostrato per un’ultima volta ciò che giace aperto dinanzi a te, ma che tu, copri. Hai guardato profondamente in Me, anche se tu insieme ai principi non Mi hai mai visto nel Mio intero Essere-ur, e mai potrai vederMi. Ciononostante, la visione è stata così grande, che potete dire con ragione: ‘Noi abbiamo visto UR!’. Quando avrete sostenuto la grande prova della libertà, allora Mi rivelerò sempre di più, finché sprofonderete da una beatitudine all’altra, e la quadruplice Entità si fonderà per voi in ‘Una’, e il Padre-UR vi sarà allora del tutto vicino!

635. Se invece vai per la tua propria via, allora poi per il vostro bene sarò poco visibile. Questa sarebbe in seguito la prova più difficile che peserebbe su tutti i figli, ed è una tua questione evitare questa parte della prova. Mi riferisco alla Legge della libera volontà riconosciuta anche da te, secondo la quale la prova della libertà è da considerare come necessità inevitabile oppure come scuola oltremodo facile. Ciò è alla stessa base anche per i principi, ai guardiani, ai più anziani e ai portatori del comando, ma considerato che fin dall’inizio della difficile prova tu vuoi porre il Potere al di sopra dell’umiltà, la decisione procede in prima linea da te, se Io Mi veli davanti a voi oppure no.

636. Tu constati la verità, e la decisione non ti sarebbe difficile come nemmeno la richiesta di rimanere sempre in modo evidente con voi. Ora va a metà dell’altura del Mio monte; là ti sarà mostrato quali conseguenze può avere il Mio velare. Se trovi la giusta via, allora sappi, amabile Sadhana, che poi la prova della libertà per tutto l’Anno-Azione-ur è quasi conclusa, perché quello che dopo è ancora necessario, si compirà quasi come da sè dalla Mia Grazia. Ti benedico con la Pace, te, figlia, che ho generato dal Mio Centro-ur. Percorri la Mia via dell’Amore e della Luce!”. UR pone le Sue mani sulla Sua Sadhana inginocchiata, e ancora una volta lei si stringe forte a Lui, presagendo in modo incerto che deve riconquistare la purezza infantile che prima possedeva nel Santuario.

637. Sadhana è seduta a metà altura del monte. Davanti a lei si aprono delle lontananze infinite. Tra innumerevoli luci si forma un buio che si allarga rapidamente. Uno Spazio limitato, circondato ed abitato da strani esseri. UR cammina attraverso la parte scura. Gli spiriti dalla luce riconoscono la Sua vicinanza, ma per loro diventa difficile percorrere una via pura. Gli esseri scuri non Lo notano proprio. Allora Egli si mette tra loro nella figura di un Essere simile a loro. Essi sentono la Sua voce come la loro, Lo vedono come se stessi; soltanto, …la maggior parte non vuol riconoscere Lui e la Sua Entità.

638. Ecco, l’oscurità s’ingrandisce, anche se UR ha lasciato la Sua luce, che gli esseri tendono a distruggere. Chissà se riesce? - Sadhana non lo vede. A lungo si lambicca il cervello di cosa può significare quest’immagine. – ‘Perché UR non l’ha rivelata? Gli mancava il Potere per questo?’

- Dall’Alto le divampa un chiaro raggio.

639. Lei vorrebbe salire là; ma quando si accorge che i figli dell’Ataraus si stanno per radunare nella sua casa, s’inginocchia frettolosamente e dice: “O Padre, sommo Amore, Ti prego di rivelarmi ciò che ho visto. Ma guarda: i miei figli mi cercano e così voglio andare prima da loro. Poi vengo sul Tuo monte, cosicché potrò riconoscere l’immagine dall’alto. Ma già ora Ti supplico: – Non lasciare accadere questo buio! Rimani con evidenza presso tutti i Tuoi figli!”. Frettolosamente discende, senza guardare ancora una volta in alto. Perciò non si accorge che cosa succede con il chiaro raggio.

640. In generale, i figli non hanno dimenticato le parole del Padre, e anche se Sadhana nota l’infondatezza della sua preoccupazione, non ritorna subito sul Monte. Cresce in lei il pensiero di giungere al Potere. Suddivide le schiere sui Soli e ordina loro di continuare a moltiplicarsi. Lei stessa crea sull’Ataraus ancora una volta ulteriori 144.000. Ma il numero non le è quasi più nessun simbolo; con l’abbandono anzitempo del Mahapatra la luce le si è chiusa davanti, come anche l’ambiente intorno a lei diventa sempre di più, una vita muta.

641. Dopo aver avuto luogo un certo dispendio di forza, che può compensarsi solo con delle pause di riposo, lei pensa coscientemente a UR e va verso il Suo monte. Ma, ah, le si blocca il piede. La via diventa già per lei una lontananza, e così nota che ha posto UR, il Santo, dietro alle sue opere. Il suo interiore non è ancora del tutto staccato dal Santo, perché quando vede la metà superiore della (sua) montagna del tutto coperta da nuvole e un solo raggio risplende ancora una volta, si domanda terrorizzata: ‘Che cosa ho fatto?’.

642. Una Voce dall’altura ricade su di lei: “Sadhana, la Porta della Grazia non si è ancora chiusa per te, mantieni ancora il limite della volontà; ma ci sei già vicina. Un’azione, …e sei finita oltre il limite! Intraprendere la via giusta secondo la contemplazione dell’immagine, avrebbe potuto essere facile per te. Non Io ti ho coperto il monte, e il Mio raggio ti ha indicato la direzione; ma per te era più importante il tuo desiderio, che la Mia rivelazione!

643. Non ti ho mandato per caso a metà altura dove dovevi deciderti. Hai preferito la profondità. Se ora non ritorni seriamente, allora da ora in poi la profondità e l’altura rimarranno divisi per tutti coloro che pensano all’Opera invece che al suo Maestro! Sull’altura ti risplendeva il Mio Amore. Era così difficile scegliere tra questo e ciò che infine ti è sempre rimasto? Ora l’immagine non è da svelare prima se nella prossima prova non percorri tempestivamente il retto sentiero. Al di sopra della Mia Santità, il Mio Amore ti è venuto incontro liberamente. Impara da questo, o Sadhana, affinché il confine della libera volontà non diventi un abisso!”

- L’Amore ha bussato forte, e pure il cuore di Sadhana. Non può e non vuole ancora fare a meno del Padre.

644. Titubante, lei guarda all’altura coperta, e dice: “O Signore, santo! O Padre! Ho io sola da sostenere le difficili prove? Che cosa succederebbe con i principi se fossero al mio posto? Mi hai dato delle facoltà per creare molte cose, e loro sono figli miei che amo. Dalla Tua Forza ho vivificato i Soli vuoti ed ho agito nel senso della Tua creatività. Come mai che questo va contro le condizioni? La mia opera, non è adempiuta da ciò nella Legge della libera volontà? Accanto ai figli di UR, non dovevamo esserci anche delle creature-ur che avessero la giusta parte nel Potere di creare?

645. In questo vedo l’equiparazione data al Giorno dell’Amore. Se però ho oltrepassato inconsapevolmente un limite, allora insegnami nella Grazia a riconoscerlo. I figli creati da me sono Tuoi attraverso di me, e non Te li contendo. Come Tua prima figlia, tutto il divenendo da me è Tua proprietà. Mostrami la differenza tra il mio e il Tuo, e voglio agire secondo il Tuo compiacimento”.

646. “Hai parlato molto e pensato ancora di più”, risuona la Voce di UR. “I Miei principi hanno da sostenere le stesse prove, ma loro guardano dapprima sempre a Me, perché hanno osservato la fedeltà, al sapere che unicamente con la Mia forza un’Opera diventa perfetta! Hai visto il Mio raggio, però sei scesa alle tue Opere, invece di salire alla Mia luce! Che i figli non avrebbero perso nulla, dovevi saperlo, ma la Mia Magnificenza dall’alto sarebbe potuta diventare visibile per loro. Ti sia spiegato solo il luogo dell’immagine (l’oscurità), dove dovrebbero vivere molti figli, se tu spezzi il buon limite.

647. Tu pensi di diventare una creatura-ur mantenendo il Mio Potere e la Mia Magnificenza di Creatore, allora nel pensiero hai teso al Mio primo frutto dell’Albero della vita! Sadhana, …esso tuttavia pende ancora al di sopra di te, ma ti puoi voltare tranquillamente. Soltanto, cerchi di desiderare ad aquiparare la tua facoltà creativa al Mio Potere-ur. Non sbagliarti, figlia Mia! Anche una facoltà ha la sua origine nel Mio Potere di Creatore. Chi vuol confondere questo con la facoltà prestata ed imprimerla alla pari, usurpa la Santità e vuol godere i frutti del Mio Potere di Creatore.

648. Guardatene, Sadhana! Il Mio Amore ti mette in guardia da un tale passo! Se ti volti giudiziosa, il Mio volto ti risplenderà nella piena chiarezza come prima. Se conduci a Me tutti i figli dell’Ataraus, allora il nocciolo fondamentale della tua prova è già superato, e il Giorno dell’Amore si svilupperà come l’ho visto in Me senza errore. Va’ nella tua casa e vedrai che Io presto Mi potrò mostrare apertamente alle tue schiere. Tuttavia non voglio lasciati andare senza che la Mia benedizione e la Mia pace vengano su di te e la Mia forza sia con te”.

649. Ora il Monte Mahapatra si vela quasi del tutto. Sadhana pensa di certo seriamente alle parole di Dio, ma dato che non vuole escludersi, non arriva a nessun buon risultato. ‘A cosa mi serve’, dice a se stessa, ‘se ho ricevuto quella Forza che è al secondo posto? Senza il Potere del Creatore e con la sola facoltà da me, non diventerò ciò che devo essere, soprattutto ciò che voglio diventare!’. Mette di fronte la sua opinione alle condizioni di UR, ma concede a questa, volentieri, il primo diritto, e non vuol riconoscere che con ciò la separazione tra UR e lei diventa assolutamente inevitabile.

650. ‘Sì, il suo amore e l’umiltà Lo attirano ancora qui? Che cosa mi importa ancora della Sua rivelazione?’. Allorquando Lui la fa aspettare troppo a lungo – secondo il suo senso – lei opera ed agisce nel suo spazio come se non le stesse di fronte nessun UR. Viene dimenticato il Suo nome, e la Sua maestosa Immagine – ancora sconosciuta ai più anziani della collina e ai primi gruppi dell’Ataraus – svanisce. Sadhana nel suo anello di Soli diventa il principio conducente.

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*

6/25 - La decisione di tutti i figli della citta’ santa per il recupero di Sadhana

651. Nel frattempo, nella sacra-luce e nelle sfere dei soli, ogni vita si è svolta ordinatamente. Ovunque abitano dei figli nati liberi, consacrati al Padre-UR. Loro Lo percepiscono e Lo vedono, Lo amano ed eseguono liberamente ogni disposizione dei primi. Su tutti vengono delle dure prove, soprattutto sui principi, ma nessuno tende seriamente al Frutto del Creatore, benchè sentano ed impieghino le loro grandi facoltà. Sovente pensano: ‘Questo lo potremmo compiere da soli!’

652. Lo fanno anche da soli, ma (lo fanno) dalla libera disposizione del servizio per l’Opera del Giorno. In tal modo uniscono le condizioni e la libera volontà nel piano dell’Ordine della Creazione. Dopo che hanno superato il punto centrale della prova della libertà, UR convoca nel Santuario i principi e i primi dei seggi. Come Lo rallegrano grati e quanto diventano seri quando vedono nel Suo sguardo la tristezza.

653. Egli dice: “Figli Miei, voi primi della Mia Luce, della Santità, Sovranità e Amore, ora si mostra se il grande piano di mettere alla pari le Mie condizioni alla Legge della libertà, si afferma. Per voi non è stato sempre facile giungere alla chiarezza, ma la cosa difficile deve ancora arrivare. L’Amore vuol coprire ciò che si mette contro l’Ordine perché conosce il peso delle prove, la libera decisione da sé.

654. Ricordate sempre il perché ho messo la Mia Volontà di conduzione al secondo posto e l’Ordine al primo. Questo non è avvenuto per il Creatore, bensì per la creatura, meno per il Maestro dell’Opera che fondamentalmente per l’Opera. Rispettate altamente la Sapienza, la Serietà, la Pazienza e l’Amore, affinché la Misericordia regni, allora raggiungerete interamente la Mia meta prepensata! La prossima Ora porterà molto di strano, e voi domanderete: ‘Se la Legge della libertà cambia talmente il Piano-Volontà-Ordine, perché ha potuto giungere a un tale potere?’

655. Confrontate con una tale domanda i Giorni passati con tutta la loro magnificenza, e allora comprenderete il perché avviene una tale cosa. – Sadhana si è già distolta da Me; lei tende al Potere e non è più soddisfatta della facoltà. Quindi la prossima prova deve dimostrare se voi potete resistere. Io volevo fare dalla ‘creatura’, ‘spirito e anima’ dei figli-ur, e quindi, dalla Mia Parte-ur, ho dato quella parte che è necessaria per il figlio-ur.

656. Tale parte si riferisce oltre al genere esteriore, soprattutto a quello interiore, ma non in modo che un figlio diventasse un autonomo co-creatore. Creatore rimango eternamente Io solo! Ma dal Potere del Creatore i figli ricevono nella loro libera nascita conservata, quella parte dell’Opera con qui possono operare creativamente nel Mio incarico. Solo Io abbraccio con lo sguardo l’eternità-ur, e solo Io so che cosa, come, quando e dove qualcosa deve avvenire. Diversamente, il Mio Diritto dovrebbe disgregarsi.

657. Un figlio, anche se porta in sé la parte del Mio Essere-Padre, potrebbe essere il Padre-UR? No! Voi riconoscete che Io sono eternamente potente, e su questa base voi diventate dei figli beati. Perciò non crediate mai, che con un adeguamento alla Mia Entità sono dati anche lo stesso Potere, Forza, Autorità e Vigore. Allora ogni figlio dovrebbe possedere la stessa Parte-ur che ho Io stesso.

658. Se questo fosse nel diritto, non sareste mai nati da Me, e non sarebbe stato necessario istruirvi. Allora avreste creato da voi come Io creo da Me stesso. Se invece siete dei singoli ‘Pensieri’, allora potete essere relativamente dei singoli portatori. Avete sperimentato su di voi, quanto grande e magnifico già un singolo si forma e quanto potete creare da voi stessi.

659. Altrettanto, se, conseguentemente, il Potere era da ‘trasferire’ su un figlio, (ciò non è possibile) perché il Potere-ur non si lascia scindere. All’opposto, ciò che è sorto dall’eternità-ur si è sottomesso per i figli ad una possibilità di scissione.

Ma il Mio Principio-Io rimane (deve rimanere) eternamente intatto!

660. In questo modo tutti i figli, dopo aver fornito il grande ‘dare’ della Creazione, Mi vedranno come UR, come Io ero e rimarrò eternamente! Il Potere-ur non si può quindi suddividere su di voi, altrimenti il Mio Essere-ur dovrebbe essere trasferito su di voi. Invece la facoltà, da ciò, può raggiungere ogni figlio rispetto alla misura dei pensieri.

Se tendete a questa facoltà, adempite la Mia Opera;

se stendete la mano al Potere, allora distruggete voi stessi!

Questa è una Legge fondamentale immutabile, una somma condizione!

661. Se Sadhana si azzarda al Mio Potere, precipiterà molti nell’abisso. Lo dico perché il punto di svolta proviene dalla figlia, e non dalla Mia Volontà. Per questo Mi velo, affinché vi rimanga conservata la libertà. Chi ne abusa e vuole offendere la Mia Santità, si brucerà! Avete giurato di proteggere la Santità dell’Opera, questo riuscirà se osservate la Mia Parola anche senza vederMi. In questo risolverete persino in pieno e veramente la vostra più grande prova, …condizionata dalla divisione di Sadhana. Siate perfettamente certi del Mio Amore immutabile preparato per il Giorno. Compite la vostra Opera sul fondamento della base dell’Amore sotto la stessa cooperazione di tutte le altre Caratteristiche, allora potrete essere dei portatori co-creativi dell’Opera!

662. Ora venite. Ancora una volta vado da tutti i figli e porto loro quel Dono di percepire continuamente la Mia Onnipresenza, se necessaria, (ma) senza visione. Tuttavia rimarrò sempre presso coloro che si rivolgono a Me, anche se poi, fino al tempo della ‘soluzione’ Mi vedrete molto raramente e velato nello splendore. Come opera la Mia voce in voi, così anche la Mia Presenza presso di voi! Chi Mi sente nel cuore, può sperimentare la consolazione di attingere la Forza che vi fluisce ininterrottamente, che fa di voi dei vincitori, se ve ne servite costantemente.

663. La Mia benedizione, del Creatore, e la Mia Pace, del Sacerdote, venga sul vostro cuore. Provvisti con la Mia Autorità, di Dio, potrete conservare la luce. Anche il Mio Vigore di Padre non si risparmia alcun Dono. La Misericordia vi renderà capaci di esercitarla là dove è necessaria. Ora vogliamo portare a tutti i figli dei soli questa giusta parte di questi Doni”.

664. Allora si fa avanti Raphael e dice: “O UR, santo-eterno, Dio e Padre! Ti sei posto magnificamente come Creatore di tutte le Opere! E’ un oltraggio chi si arroga tendere la mano al Tuo maestoso Potere e credere di essere come Te! Tu sei UR, di eternità in eternità, e noi vogliamo cercare di diventare i Tuoi cari figli perfezionati. Quando avremo ottenuto questo, allora saremo del tutto in Te, sia che Tu fai diventare visibili delle Opere, oppure se le porti in Te quando in un Giorno pieno di Grazia ci doni accanto a Te l’esistenza consapevole, oppure in una Notte calma ci fai riposare sul Tuo cuore. Signore, aiuta! Non vogliamo mai tendere la mano ai Tuoi Frutti creativi, bensì servirTi secondo le capacità. Fa che non diventiamo altro che figli, i Tuoi, o UR, buono-santo! O Tu, Padre …”

665. Raphael si precipita nelle braccia di Dio, s’inginocchia sul gradino più alto del trono e si nasconde là dove il cuore di UR batte amorevolmente. Egli continua: “Padre, noi siamo e rimaniamo i Tuoi figli. Aiuta! Aiuta affinché anche l’amabile Sadhana rimanga per sempre Tua figlia!”

- “Anche se cade? Anche se si solleva contro di Me e tende a stare al di sopra di Me? Anche allora, figlio dell’Amore?”. - Questo lo ha chiesto UR, del tutto in modo santo. 

666. Raphael lo percepisce, scosso. Indaga negli Occhi soavemente scuri nella profondità della comprensione e risponde: “Sì, UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Allora anche Sadhana deve rimanere Tua figlia al prezzo dell’Amore! Inutilmente tenderà la mano al Tuo Potere! E se cade? Non può cadere più in basso di come lo Spazio dal Tuo Spazio-ur ha il suo confine; non può resistere più a lungo di come il Tuo Tempo-ur ha creato il Tempo del Giorno. Non raggiungerà nulla, poiché il Fondo di ogni vera profondità e la maestosa altezza della Meta sei solo Tu! Tu sei il confine e il Polo dei figli intorno al Quale loro orbitano, il Nucleo della Vita e l’incommunsurabile ampio Involucro in cui tutto dev’essere incluso.

667. Vedi, o Padre, Sadhana vuole; ma può? Lei potrebbe tenere soltanto per un piccolo Tempo la formazione del suo inganno. Perciò prego affinché lei debba rimanere eternamente la Tua prima figlia più cara. Sostenuta dalla Pazienza, dalla Misericordia e dalle Caratteristiche determinanti, l’Amore pone questa richiesta a Te, onnipotente UR!”

668. Le parole suonano come se le avesse pronunciate UR; nonostante ciò provengono dal profondo del cuore di Raphael, ma questa amara decisione riguarda tutti.

- UR guarda seriamente giù alla Sua schiera. La Sua risposta è una seconda domanda, la quale è rivolta al responsabile del Giorno:

669. “L’Amore pretende anche un ‘sì’, se Io debba diventare il Portatore del Sacrificio, in cui sarebbero da includere il Cuore del Padre, il Mio Essere-Dio e il regale Sacerdozio, mentre il Mio Potere di Creatore sarebbe da tenere lontano per ‘questo tempo’. Devo rinunciare a tutto questo per via di un (unico) figlio nel tempo del Sacrificio? Vuoi questo, Mio Raphael?”

670. La domanda fa scaturire qualcosa di portentoso. All’istante i principi si trovano in alto presso il trono, i guardiani vicino al focolare, i più anziani e gli angeli-comandanti in uno stretto cerchio. Tutti alzano le loro mani congiunte, tutti dicono ‘sì’, e ‘no’: La figlia deve rimanere conservata; ma non UR deve essere il Portatore del Sacrificio!”

- O Raphael, su di te ora pesa proprio molto; devi obbedire a UR, …e servire i figli. Lui guarda negli Occhi santi, e qui gli splende incontro ‘il Mistero’. Egli posa la sua mano sulla spalla di UR, alla sinistra sta Agralea, e dice:

671. “Onnisanto, da portatore della luce posso vedere il Mistero, che la più bella figlia della Creazione rimane conservata per Te stesso, se l’Amore si dà in ‘sacrificio’. Una volta noi principi lo abbiamo riconosciuto: ‘La Santità pretende il Sacrificio del tutto per Sé!’. Ora noi Ti vogliamo servire come figli, Dio e Padre amorevolissimo santo, per eseguire la Tua Volontà come principi e come primi del Tuo Regno. Chiedo in particolare il Tuo co-Aiuto, dato che nella più profonda verità è il Tuo primo impulso di Vita-ur da cui crei tutte le Tue Opere, e l’Amore ha bisogno del Potere della Tua Volontà nel Sacrificio!

672. Se però sopravviene su di noi un’oscurità, se non più essere fermata, allora saremo capaci di vincerla dalla Tua volontà di amare, di portare la Tua Luce in lei, finché diventerà di nuovo, Luce eterna. - Padre, accogli la nostra adorazione mentre sei ancora visibile tra di noi come UR, offerta a Te in questa sacra Ora colma di benedizione. Noi Ti glorifichiamo e Ti onoriamo, cantiamo lodi al Tuo maestoso nome, Ti glorifichiamo e ci diamo a Te! Ti ringraziamo, UR-IMANUEL!”

673. Il canto di gloria scroscia attraverso l’Onnisantissimo, tanto che la tenda si stacca da entrambi i lati e le quattro porte del Tempio si aprono da sé, dalle quali le vie della luce brillano tutte aperte fino ‘all’Ephata!’, ma là diventano ancora solo delle grandi strade unite, velate. Tutti i Cerchi dei soli percepiscono e sentono il quadruplice ‘SANTO, SANTO,SANTO,SANTO!’; tutti i figli della luce l’accolgono e lo rigettano fin nel Santuario.

*

674. Anche Sadhana lo percepisce e sente l’ultima chiamata! Allora solleva la testa, ascoltando, ma non il suo cuore, e nessuna nostalgia la stimola. Guarda a ciò di cui crede di averlo fatto dal proprio potere. Quando si stacca dal Mahapatra fortemente annuvolato, le porte del Santuario si chiudono. La Magnificenza di UR è velata. Per i fedeli resta aperta la ‘Parte-necessità’ e… la via rossa sulla quale UR camminerà come DIO delle Vie invisibili.

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*

6/26 - La pretesa: “Voglio essee come Dio!”  - (settima-Ora)

675. E’ trascorsa la sesta-Ora del Giorno. UR ancora una volta è stato visibile per tutti i Suoi buoni figli, e le Sue parole hanno colmato i loro cuori. La campana-ur suona timorosa e pesante. Sadhana manca di obbedire all’ultima chiamata. Alla domanda dei suoi più anziani del regno sul perché il bel monte fosse così raramente visibile ed anche solamente in parte, lei risponde in modo del tutto marginale. Di conseguenza loro ne perdono il collegamento, e molto presto il monte di Dio (il Mahapatra) vale per loro non più che una collina.

676. Le quattro coppie di soli non hanno perduto nulla della loro bellezza, ma che l’Ataraus un po’ alla volta perde la sua luce. Sadhana se ne rende conto, anche se cerca di negarlo, ma anche i figli notano il crescente offuscamento. Impauriti chiedono a Sadhana di ripararlo, avendo il potere di farlo. Di questa opinione se ne rallegra molto, poiché adesso si mostrerà che gli esseri sono la sua proprietà, e non di Dio, il Quale rimane lontano. Si separa del tutto consapevolmente da UR ed assume caparbiamente il governo. Una volta nota nei figli che i positivi possiedono maggior forza che i negativi, e non riconosce più quale importante compito era stato dato agli ultimi come pareggio della forza. Allora non vuole più essere un Negativo:

“Io voglio essere come Dio!”

677. Vi è ancora qualcosa di invisibile, e questo la spinge nella sua stanza santificata, che per lei ha perduto il suo scopo. Ciononostante si dà da fare al focolare dell’altare ed attizza la fiamma quasi spenta, che arde piccola e tremante. Anche la ciotola delle offerte che ha riempito con l’incenso, non ritma più. Allora si distoglie del tutto, si siede sulla sua sedia e dice forte:

678. (Sadhana): “Dio! Io so che sei Tu perché Ti ho visto. Ma perché non Ti mostri più? Dimmi che cosa devo fare. Allora lo voglio eseguire. Però non voglio più essere un Negativo! Se sono la prima dei Tuoi figli, allora i principi-angeli mi devono servire. Che questo non è avvenuto finora, dimostra troppo chiaramente che dovevo rimanere una prima solo a parole. Solamente, vi regni l’azione! Quindi mi metto accanto a Te alla stessa altezza, affinché attraverso di me si possa sviluppare la Creazione nel giusto Piano dell’Ordine.

679. I principi hanno potuto farlo, e quando ho creato l’Ataraus mi hai invidiato quest’unica Opera. Perché? In me c’è più potere e forza di come ho presagito finora? Porto in me la stessa eternità come Tu in Te, e gli angeli sono divenuti da noi due? Da me certamente in modo inconsapevole perché hai minato la Mia consapevolezza? Sì, sarà così! Quindi pretendo con diritto che mi dai una risposta!”

- Prima ancora che possa continuare a parlare, si apre la porta ed entra volteggiando una Nuvola-bianca fin dietro al focolare dell’altare, e da lì suona la voce di UR.

680. “Sadhana, tu – provenuta dalla Mia forza vitale – provochi il tuo Signore, santo, di dare una risposta e di adempiere dei desideri che significano tutt’altro, ma mai il perfezionamento di te stessa? Il tuo smarrimento ti ha già lasciato andare lontano dal confine della libera volontà. Se tu credi che sia stato per le condizioni che ho stabilito in modo altamente giusto nella saggissima Bontà come Legge immutabile per la protezione della Mia Santità, per il magnifico sviluppo di tutte le Opere, allora devono valere ancora di più per il popolo-figlio, che è la quint’essenza della Mia maestosa Creazione.

681. Io stesso osservo sommamente le condizioni fissate al Mio Essere-ur; ricordatelo! Non c’è bisogno di nessun secondo statuto! Come eterno, giusto Creatore, do dal Mio Ordine le Leggi che il potere della Volontà aveva formato a Fondamento, le lascio diventare valide e nella Mia santa Serietà sono il sommo Adempitore e primo Garante! Solo allora aggiungerò come protezione ausiliaria la Pazienza, l’Amore e la Misericordia, affinché i Miei figli si possano sottomettere senza fatica.

682. Anche tu lo sai, ma ora vorresti agire nel libero arbitrio. Dovrei mostrarti ciò che sarebbe giusto, …ed agiresti di conseguenza? Ti lamenti di essere stata posta dietro ai principi, e ti devo elevare accanto a Me come un principe sta accanto all’altro. Queste sono cose estranee al tuo spirito. Tu frantumi il tuo tempio che Io ho eretto al Cosmo della Creazione: il cuore santificato del figlio! E ora ti stupisci che vengo a te, velato?

683. Sappi: l’Ordine pretende una via, che è comunque così molteplice, di quanti ne esistono di figli; ma rimane quella attraverso la condizione e la libera volontà! Ricordati della quarta Ora del Giorno, che Io ho dedicato a te, un tempo come non è mai stato concesso a nessun figlio in questo modo. Ho indicato, il perché i principi devono creare di più le Opere esteriori, e tu sei giunta l’unica volta alla vera conoscenza, quanto in alto ti ho posto al di sopra tutti i figli.

684. Se sei la Mia prima figlia, non ci vuole una Guida particolare per diventare ciò che ho previsto per te. Ti ho rivelato che una volta dovrai amministrare tutta la Mia Casa, …ad eccezione della Mia Sala-ur (cap.6,413). Non è però quest’unica cosa che desideri, per scambiare il tuo Negativo con un Positivo inadeguato a te? Sadhana, così perdi la tua stupenda magnifica destinazione!

685. Una volta ti ho convocato alla Mia destra, anche se il posto non era ancora stato acquisito da te stessa. Non ti ho lasciato nel dubbio sulla procreazione dei figli, e i quattro futuri figli guardiani generati dal più sublime Ordine sono infatti i tuoi, ma nel senso della creazione sono tutti insieme, unicamente figli Miei!

686. Tu volevi di più e ti sei creata sette anziani della collina. O Sadhana, ogni procreazione è unicamente un Mio Atto della Vita! Tuttavia volevo preparare per voi la gioia di essere co-aiutanti nella Mia Opera e vi ho reso possibile questo procedere. Ciò è avvenuto, tra l’altro, nel contesto della moltiplicazione dei figli; tuttavia Io, UR, il Santo-eterno, ho messo in voi la forza del ‘pensiero’ attraverso la Mia parola ‘sia fatto!’, così la Mia Azione è divenuta la vostra. Figlia Mia, potrai mai commisurare questa indicibile ricchezza?

687. Sul Mahapatra hai notato che qualcosa era da riparare. Ho raccolto le tue lacrime, le ho messe come forza speciale nel tuo stesso cuore e nella Bontà ho accettato le sette coppie di figli come Mie proprie. In tal modo ti ho spiegato che la luce è il vero luminare di un figlio solamente se esso stesso è diventato luce dalla Mia Luce.

688. Io do ai figli ciò che pretende ogni Giorno. Perciò posso anche aspettare la restituzione di un’Opera del Giorno. La restituzione pretende tutto dal figlio! Se ritenessi qualcosa per Me dall’Opera, allora avreste lo stesso diritto. Su ciò, il Giudice è la santa Legge della compensazione! Ora pensi di essere esistita accanto a Me fin dalle eternità nel potere e con la forza; solo che non sei giunta prima alla tua propria consapevolezza. Supponiamo, figlia Mia, che anch’Io sia stato un’uguale Potenza e Forza inconsapevole. Chi, dunque, Mi avrebbe risvegliato?

689. Se fossi stato svegliato prima in questo modo, perché ciò non è avvenuto con te? Se noi due fossimo giustamente uguali, allora sarebbe sorprendente che Io sia stato il Primo, a dare a tutti gli altri l’ATMA. Se su questo puoi darMi una rispota soddisfacente per la Creazione, allora sarai elevata accanto a Me come co-creatore positivo, e poi si mostrerà chi è l’Eterno-Unico e il Veritiero. – Ora consigliati bene, poiché la risposta non è per Me, ma per tutta l’Opera!”

690. Sadhana è molto interdetta; non se l’aspettava. Non è nemmeno facile. Tuttavia forma la risposta troppo rapidamente, e dice: “La mia risposta può accontentare ogni Giorno della Creazione, perché le cose stanno diversamente di come dici Tu. La costruzione dell’Anno-Azione-ur potrà essere stata certamente come Tu lo riveli, ma esiste la possibilità che io stessa sono venuta alla vita, Tu come Forza divenuta consapevole prima, mi hai reso dipendente! Hai riservato tutto per Te: il diritto di essere l’Eterno, l’UR, il Potere del Creatore e la Magnificenza; e Ti avvolgi nascondendoTi nel mantello della Tua Santità.

691. Da principio, Dio, prendi per Te il meglio, e il Padre-UR non può essere nessun altro che Tu! Dov’è qui l’inizio, la fine, il giusto pareggio su cui si fonda il Cosmo? Dimostra che non tieni riservato nulla per Te, per non parlare della chiave della Sala-ur, e voglio rimanere ciò che ero finora. Ma altrimenti… Trattieni la Tua ammissione, perché se spezzassi la Tua Parola, che cosa saresti allora?”

692. All’improvviso c’è un silenzio, grave come un’ombra. Ma Sadhana se lo scuote in modo oltraggioso: ‘Costui nella nuvola L’ho battuto con la Sua stessa Parola!’

- Avviene diversamente. Ancora una voltra la prima figlia deve sentire l’Onnipotenza della verità, anche se contro voglia e senza ammetterlo. Dall’amara Serietà nemmeno i principi gusterebbero nessuna Bontà; e nonostante ciò, qui ha l’effetto.

693. “Sadhana, hai parlato in modo molto saggio (Klug=furbo o saggio)! Solo la Mia Sapienza sta di fronte alla tua acutezza. Hai trionfato troppo presto. Ciò che tu consideri come bene da ritenere, è giusto! Sì, la Mia Volontà ha agito intenzionalmente così per la più alta benedizione dei Miei figli. Non ho mai detto che il Mio Essere-ur sarebbe da dare via; il Potere del Creatore e la Magnificenza sono unicamente tenuti dalle Mie mani. E‘ vero che la Santità Mi serve da mantello; ma – stolta figlia – …per la protezione tua e di tutti i figli! Se non ci fosse questo mantello, adesso il tuo oltraggio ti avrebbe tolto la vita. La possiblità di un sacrificio per la Creazione risiede nella parte santa interiore del Mio Essere-Dio, e nessun figlio può essere nella parte più minuscola, un (ulteriore) Padre-UR, perché non il figlio, ma il PADRE dà le beatitudini!

694. Tutto questo lo riserverò e lo conserverò per ME nell’eternità, altrimenti non può essere utile a nessuna Opera! Ora fa attenzione ed esamina prima la tua obiezione. Se davvero ho ritenuto questo per Me, dovrei, fedele alla Mia Parola, farti co-creatore. Solamente, che la tua risposta non ha soddisfatto in nessun caso un solo Giorno della Creazione. Al contrario! Non Io dovevo preservarMi contro questa, se ne avessi avuto bisogno; dall’Opera stessa devi raccogliere la contro-risposta, perché tu e l’Opera cessereste di esistere, se i tuoi desideri si adempissero.

695. Fin dall’inizio ti ho detto: ‘Quello che ogni Giorno porta in sé dal Mio Essere-ur, fluisce verso di voi!. E questo l’ho confermato fedelmente attraverso i Miei Atti. Dal Mio Potere di Creatore e dalla Magnificenza ho preparato per voi figli la beatitudine e la gioia; ogni volta vi ho dato ogni pienezza che il Giorno perfezionato possedeva. Anche in questo è fissata la vera illimitatezza dei figli, come Io, in quanto l’originario illimitato Santo, li ho lasciati nella loro giusta parte, insieme alla capacità creativa.

696. Il mantello da Sacerdote – come detto – non lo indosso per via di Me, e non ho bisogno della protezione dei guardiani o dei principi! No, Sadhana. Incontrare tutti i figli come UR, senza che li sorprenda la Santità, li spingerebbe al loro limite, oppure magari, come te, vorrebbero elevare la libera volontà al di sopra delle condizioni. – Per questo ho riservato a ME la Santità, altrimenti ti avrebbe già consumato quando hai creato gli anziani della collina senza un piano dell’Ordine. Tu diventi il tuo proprio giudice senza la tua volontà. E in verità, questo Giudice, ‘Santo’, è infinitamente più severo e difficile da addolcire, se compare senza il mantello. Invece, trattenuto con il mantello, la Santità rimane il più vero Portatore di benedizione per i figli.

697. Non diversamente si tratta della Mia Parte del Cuore di Dio. Se questa fosse posta in te sostanzialmente, allora dovrebbe giungere all’effetto. Di conseguenza, grazie al tuo stesso Punto di Dio, renderesti giusta la tua via sbagliata, con cui saresti poi un’auto-redenta. Ma come vorresti compiere questo, se nell’Opera della Creazione non esistesse nessun punto fermo per un ‘è compiuto’? Chi agirebbe contro di sé, per poi salvare se stesso da questa falsa azione? In seguito alla più sublime Condizione-ur che nessun figlio conosce ancora, questo è impossibile, perché ogni condizione, Sadhana, si basa su quest’unica Condizione-ur, anche i due fondamenti, anche ogni Opera! Ma ascolta una parte di questo: solo uno può sempre diventare il redentore dell’altro, perché su questo si poggia la piena Meta dell’Anno-Azione-ur.

698. Perciò riservo a Me stesso – rispetto alla Legge della libertà – una redenzione che magari diventerà necessaria, che conservo unicamente nel contenitore della Pazienza e dell’Amore. Questa la ritengo quindi certamente, ma non per la Mia ricchezza, bensì per quella di tutti i figli! E il tuo passo, Sadhana, se non scegli il ritorno, pretende la via della redenzione! Tuttavia non potrà mai accadere, se (questa) non fosse concentrata nella Mia ‘camera del Cuore di Dio’! Se fosse aperta in tutti i figli, che cosa sarebbe dell’autorità che darà alla redenzione la Maestosità? Guarda: anche in questo il tuo detto non è vero, perché tutto questo l’ho predisposto unicamente per i Miei f igli!

699. Ora un’ultima cosa: – O Sadhana, quanto ti sei ritenuta saggia! Nondimeno, Io offro la Mia Sapienza contro la tua intelligenza! Bada: ritrova ciò che hai perduto! Come potreste diventare figli-ur, se non esistesse nessun Padre-UR? Nessuna di queste quattro Essenze-ur è da lasciare ad un figlio, dalla conseguenza della santa Legge! Tu percepisci molto bene che la Mia Parola è giusta, e per questo motivo anche il vero Amore. Ciononostante vorresti voltarti; non ti garba dover stare tra i Miei intenti.

700. La Paternità-ur è il Mio reservatio mentalis (= ciò che Mi sono riservato), la Mia parte-cosmo fin dall’eternità. Soprattutto per questo il Suo ritenersi esteriore, altamente posto, è di benedizione per tutti i figli nell’Anno-Azione-ur! Nel trattenersi del Potere del Creatore e della Santità del Sacerdote, dall’Atto di redenzione di Dio e (inoltre) quello che pongo da ciò – concentrato nel ‘dare’ della Creazione – come Padre-UR nell’Arca del Mio sacro focolare (come la futura Arca), è radicata ogni possibilità di educare dei figli-ur, dalla quale soltanto potete gustare la piena beatitudine.

701. In verità, ho conservato tutto, persino ciò di cui parlavamo tra di noi. Ed eternamente Io solo vado nella Sala-ur, Sadhana, e da lì prendo ogni Magnificenza per i Miei figli. In questo modo ognuno ha la sua parte nella Mia proprietà, e comunque resto unicamente Io, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. Nessuno sta accanto a Me nello stesso rango di una Personalità-ur! Il Re custodisce i Suoi gioielli della corona dal Suo potere come quel tesoro con cui Egli sa rendere felici i Suoi sudditi. Egli veglia sul Suo possesso personale, originario, finché l’erede alla corona avrà la Sua maturità per diventare un co-regnante. E – Sadhana – eredi alla Corona lo sono tutti i figli! Ora dimostraMi ciò che Io tengo nelle Mie mani, senza donarne una giusta parte primordiale a tutti i figli!”

*

702. Subentra un silenzio molto più lungo di prima. Sadhana cerca nuovi argomenti, considera e forma dei pensieri in una tale contraddizione, che la fa andare senza paura davanti alla Nuvola. Così vuole dimostrare il suo diritto. Sopprimendo il suo disagio, dice:

703. “Sia lasciato lì di soppesare la nostra opinione creativa. La Tua indicazione di ritenere ogni bene per dispendiarlo con parsimonia, testimonia l’assenza d’amore. L’amore sacrifica tutto, non soltanto il particolare. Il nostro amore, di entrambi, è diventato diverso. Sì, …era! Il Tuo nella nuvola non c’era! Quello che porti in Te era originariamente anche in me, ed io lo voglio riconquistare. Mi aiuterà il Potere-ur, poiché ora riconosco che prima dell’inizio nel primo Giorno della Creazione che Tu chiami il Giorno dell’Ordine, regnava un altro Ordine. Il Potere-ur era fuori da noi due e non ha mai voluto che fossi Tu il Sovrano, ed io l’obbediente.

704. Né Tu né io possiamo sostenere chi e che cosa sia il Potere-ur. Basta anche riconoscere che ne esiste uno al quale siamo sottomessi, che noi – misurandoci – dobbiamo conquistare. Di conseguenza, è secondario se la mia risposta soddisfi un Giorno della Creazione oppure no. La cosa principale è che ci stiamo di fronte, finché uno non vince e riceve il Potere-ur. Io invito i principi-angeli, …per nulla contro di Te o per me, …bensì alla decisione. Prepariamoci quindi alla battaglia!”

705. Risponde UR: “Così sia! Bada che la battaglia infiammata non s’infiammi contro di te! Ti mando qui i principi”.

- “No! Vengo anch’io, altrimenti li convinci contro di me”, contraddice lei.

- “Come vuoi. Con ciò, vedi chi e che cosa sia il Potere-ur. SeguiMi!” dice UR.

- “Devo prima istruire gli anziani del regno; nel frattempo potrebbe succedere qualcosa contro il mio spazio dei Soli”.

- “Allora vai”.

- Dopo la loro istruzione, Sadhana segue la Nuvola-bianca. Il suo sforzo di camminare accanto a lei, è inutile.

*

706. I primi dei seggi sono radunati nel Santuario. UR non deve annunciare niente; loro hanno proprio visto ciò che stava succedendo. Uraniel e Michael aprono la tenda. UR esce dalla nuvola e prende subito posto nel Suo trono del governo.

- Sadhana viene condotta ai seggi dai principi ed è invitata a presentare il suo desiderio. Il suo discorso è trattenuto, non così provocante come sull’Ataraus. Infine si rivolge ai portatori delle Caratteristiche e dice:

707. “Fratelli e sorelle, anche se da me è fluito per il vostro proprio essere una gran parte di vita, non voglio essere l’essere che vi sovrasta, persino quando si deciderà che il Potere-ur mi appartiene almeno per metà. Sì, insieme provvediamo il Cosmo con molti doni migliori. Come io vi elevo accanto a me, così vogliamo preparare ai figli anche la stessa felicità. Perciò comunicate ciò che pensate del Potere-ur e se non sia unicamente la libera misurazione delle Forze a dare la vera vita”.

708. I principi si alzano all’unisono.

- Raphael prega UR che vogliano consigliarsi nella sua casa.

- Sadhana gioisce: ‘Il suo discorso ha lasciato una grande impressione!?’. Nel frattempo interroga anche gli angeli, ma evita i quattro-guardiani. Presto i principi ritornano. Con il volto serio si mettono alla destra del focolare e parlano uno dopo l’altro. Ognuno soppesa la pretesa di Sadhana, ma tutti si dichiarano per UR, per l’Onnisanto. Anche ogni angelo dà la stessa testimonianza.

709. Raphael riassume tutto in un discorso rivolto a Sadhana: “Sadhana, figlia del Potere e della Maestà sacre, non potrai mai diventare qualcosa di più alto e di più bello di come UR ti ha preparato. Stai al di sopra di noi, come il Negativo santificato, come il vero Eco del Creatore-UR e di tutte le Sue Opere. Come tale ti rispettiamo, ti onoriamo e ti amiamo, ma nessuno ha voglia di stare accanto a te, come non avremo mai la voglia di stendere la mano al Potere-ur! Se compiamo l’Opera di UR, allora EGLI ci ha messo al nostro posto, e questo è santificato perché predestinato per il giusto servizio nell’Opera-figli.

710. Il nostro amore non ti lascia, ma ci rattrista che misconosci completamente la prova della libertà. Non si tratta pertanto di sviluppare nella prova le capacità ostinate, bensì, attraverso di essa, servire volontariamente il Giorno dell’Amore. In questo agire la capacità creativa aumenta, senza che tramite questa possiamo diventare ‘creatori’. Te lo abbiamo detto liberamente, che per noi il Potere-ur funziona solamente in UR, nel Santo-eterno, nell’Unico-eterno e veritiero, essendo Egli stesso il Potere-ur! In LUI lo contempliamo; attraverso le Sue parole lo percepiamo; ed Egli accoglie il ringraziamento e le richieste. Ci rende capaci di completare la nostra vita ricevuta, finché avremo in UR il nostro pieno perfezionamento.

711. Io, Raphael, il portatore dell’Amore e il dominante di questo Giorno nel quale possiamo infatti raggiungere la figliolanza-ur, ti prego, Sadhana, vieni al sacro focolare! La tua prova era molto difficile; così puoi confessare volentieri che non l’hai superata. Questa umiltà ti porterà già nuovamente sulla via dell’Ordine, e il Padre ti benedirà. Noi ti aiutiamo, poiché non vogliamo che il tuo seggio nel Santuario rimanga orfano. Puoi tornare indietro. L’Amore copre il tuo insorgere, e la Misericordia lo può trasformare, affinché persino l’Ordine l’inserisce nel suo piano dell’Opera. Guarda, noi tutti ti chiamiamo e ti preghiamo: – Sadhana, amabile, tu, prima figlia più bella della santa Entità-ur, vieni! L’AMORE ti vuol condurre!”

712. Il principe conduce al sacro focolare colei che è ancora una volta volonterosa. L’amore di tutti i primi domina il suo falso orgoglio di libertà. Ma il dissidio non è sospeso. Lei, invero, si domanda se non fosse meglio rimanere qui, ma che cosa fare dei figli dell’Ataraus che lei ha creato realmente senza UR, nei quali ha messo alla prova il suo proprio potere? Lei sopprime la consapevolezza di essere riuscita nel lavoro esteriore, perché non era ancora del tutto ribelle e la sua volontà ha potuto diventare evidente nella Legge fondamentale della prova della libertà. Ma che cosa deve fare davanti al sacro focolare? -

713. Gli angeli attendono timorosi. Sadhana guarda da uno all’altro. Evita lo Sguardo di UR, non s’inginocchia nemmeno, non vuole esercitare nessuna umiltà dinanzi ai primi, e si convince che lo farebbe se fosse da sola con UR. Ma così, si sente costretta di riconoscere se stessa come la figlia di UR, e Lui come l’unico-Potente. A questo punto, UR sottolinea ancora una volta ciò che è avvenuto finora. Indica anche le conseguenze. Il Suo Amore riconduce Sadhana affinché possa superare con buona volontà anche la cosa più difficile. Il suo cuore diventa lieto. Di certo non è più la vecchia, pura gioia; ciononostante è senza macchia. Ringrazia il Padre e i principi, ed è pronta a sottomettere la sua volontà autoconsapevole all’Opera.

714. Alla sua confessione, UR risponde: “Mia Sadhana, il tuo cuore si è di nuovo rivolto a Me, quindi la Mia Benedizione può di nuovo operare in te. Conserva la conoscenza. Rinuncia al pensiero di un Potere che troppo facilmente diventerebbe un peso insopportabile. Se volessi liberare un figlio di questo, (posso farlo) solo allora quando la condizione governerà senza la libera volontà. Ma allora sareste eternamente delle creature! Infatti, dove sorge una costrizione nel creare, per voi la meta dell’Opera rimane – senza la libertà – un fantasma! Ricordalo sempre, figlia Mia, e conservalo come un grande Ammonimento a te dal Mio Amore-ur.

715. La settima-Ora è posta per la decisione principale, non per quella a cui tendi tu o Sadhana, che dovrebbe provocare la Mia Santità! Guarda la verità: delle provocazioni non devono essere scambiate con la prova della libertà! Il fatto di conoscere e riconoscere le condizioni date, grazie alla libera volontà, è davanti a voi. Questo è ora da risolvere nell’Ora della lotta.

716. Dunque, per il momento Mi avete visto per l’ultima volta come UR. Se la prova sarà a favore della Mia Opera, distribuendo equamente la vostra attività sui due Portatori del fondamento, allora nella prossima-Ora Mi potrete vedere e sentire in una Magnificenza come non è mai avvenuto finora. Diversamente, il Mio Essere-ur si nasconderebbe persino per via di un figlio, finché il Sacrificio della Creazione irradierà pure il Mio Sacrificio-ur offerto ed assicurerà una necessaria redenzione.

717. In voi rimane viva per sempre la Mia immagine e la Mia Parola, e non esiste nessuna separazione tra di noi! Per conservarvi l’esteriore beatificante, ora deve essere predominante il sacro interiore, perché l’interiore è l’Alfa e l’Omega, senza il quale non giungete a nessuna beatitudine. Chi si conserva l’interiore ha anche l’esteriore per il suo proprio perfezionamento. – Siate benedetti, Miei primi, e con voi tutti coloro che si dimostrano fedeli”.

- Presto sale molto incenso, avvolge UR e il Suo maestoso seggio del governo. Il focolare rimane visibile.

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6/27 - La ‘prova’ per tutti i figli: per i fedeli e per quelli di Sadhana  (ottava-Ora)

718. I principi decidono che per la protezione dell’Opera rimangano nel Santuario i quattro guardiani e rispettivamente un principe. La prima guardia l’assume l’Ordine. Raphael esorta Sadhana di venire nella sua casa; lui ed Agralea la servono nel suo lungo tempo. Lei ritrova quasi il ritorno al suo essere-Sadhana e a sua volta comincia ora a servire, ma dato che non si stacca dalla sua propria creazione, ripensa nuovamente al suo Ataraus. Allora chiede a Raphael-Agralea che la vogliano accompagnare.

719. Il principe va nel Santuario e riceve il permesso, ma quanto sono rattristati entrambi quando vedono la moltitudine dei figli (di Sadhana), piccoli, quasi senza Luce, quasi ignari su Dio, soprattutto su UR. Per amore, non fanno sentire a Sadhana la sua mancanza, ma, diligenti e con santificato fervore, si preoccupano di tutti quei poveri cuori.

720. Da quando Sadhana ha lasciato il Santuario senza chiedere la benedizione, il suo istinto del potere divampa nuovamente. Per nulla spiacente lascia perciò andare via il principe, che le è diventato scomodo, ma si stupisce che Raphael-Agralea salgono sul Mahapatra del tutto avvolto, ed intende di farlo anche lei, ma più tardi. Non sa che il monte, per i fedeli, è senza nuvole. Getta sempre di più al vento ogni avvertimento.

- Nel Santuario, Uraniel ragiona con UR e rileva che cosa Egli aveva prepensato all’inizio del quinto Giorno della Creazione. Questo diventa un sacro dialogo. I guardiani ne sono i testimoni.

721. Lui domanda se la forza dell’Opera, insieme alla libertà, fosse da limitare. Ancora una volta UR e il portatore dell’Ordine soppesano questa misura, ma la prima misura (messa in atto) di UR si dimostra la migliore. Il principe ha sostenuto la sua più alta prova. Qualunque onere possa ancora giungere come peso, nulla lo getterà più dalla libera via verso UR.

- Subito, anche se in altro modo, si adempiono le prove di tutti i principi e per i guardiani nel Santuario, per i più anziani della Città ‘Sacra-Luce’, per gli angeli-comandanti nel loro anello dei soli. Le schiere di Luce sostengono le prove nelle loro sfere sotto la buona guida dei primi del seggio. Tutti lo fanno per UR, pur non vedendoLo più, e nonostante ciò, Lo amano di tutto cuore.

*

722. Sadhana invece istruisce i figli così: “Voi potete vedere me; ma Colui che si chiama ‘DIO’ deve velarSi in una nuvola. Perché? Perché il mio potere aumenta, come il Suo diminuisce nella stessa misura. Il Potere-ur vuole che ‘Noi dobbiamo essere come Dio!’. Egli lo sa, perciò Si nasconde! Ci solleviamo al nostro destino con ragione. Ora esiste la differenza fra Dio e me, ed è questa: ‘Io non mi nascondo affatto, e ovviamente il mio potere è per voi!’. – Vi chiedo: ‘A chi volete assomigliare’?”

- Un coro risponde: “A Dio!”

- “A chi volete obbedire?”

- “A te, Sadhana! Tu sei il nostro Dio, perché tu ci hai creati. Elevaci a te; allora ti vogliamo servire!”

723. Gli esseri non sono ancora colpiti da nessuna colpa, perché Sadhana ne ha tolto loro il motivo: la Luce, sparsa da Raphael-Agralea. Se i più anziani della collina, che una volta riconoscevano UR, fossero stati nel Santuario, difficilmente avrebbero fatto di Sadhana la dea. E le schiere non hanno mai veduto Dio. - La settima-Ora diventa una fatalità per la Creazione; tuttavia è ancora dubbioso se per la distruzione oppure, comunque, ‘per la conservazione’. Se il Sacrificio della Creazione, anche nel Pre-Raggio sui figli fedeli, compenserà i portatori del Fondamento, allora la Meta dell’Anno-Azione-ur rimarrà del tutto intoccata.

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6/28 - Fine della prova per i figli fedeli, UR li chiama a raccolta - (nona-Ora)

724. La campana suona (la fine dell) l’ottava-Ora. Nel Regno regna la vita più intensa. Tutti i cerchi dei soli sono ordinati; ovunque abitano degli angeli, i quali ricevono la loro figliolanza attraverso il superamento di tutte le prove nella lotta della libertà. Se talvolta vacillano nell’opera della caduta, non li si può separare seriamente dalla luce, perché sono (già) diventati ‘figli’ attraverso l’obbedienza[43]. Ora UR chiama tutti nella Sacra-Luce (la Città). Le porte del Tempio vengono spalancate, le parti della tenda sono legate ai lati; i primi del seggio occupano lo spazio interno, le moltitudini quello esterno fin là, fuori nelle sfere. Dietro al focolare giace la Nuvola-bianca, e nella più sublime solennità sta in ginocchio schiera con schiera. I loro cuori somigliano a chiari luminari; e loro adorano.

725. Dio rivela Se stesso e la Sua Parola: “Figli Miei, il Sacrificio della Creazione attraverso la volontà contraria di Sadhana non è più da fermare. Lei si fa già chiamare ‘DIO’, non riconosce più un Potere-ur invisibile, per non parlare di quello visibile in Me! Presto vorrà ancora elevarsi al di sopra di Me. Le deve essere lasciata la libera volontà; solamente, che proprio per questo il Mio Potere di Creatore e la Magnificenza conserveranno la vittoria.

726. L’Amore soffre amaramente perché la figlia della Creazione si (auto) strappa via dal cuore di UR. L’Amore deve tollerare e sopportare l’errore di un figlio. Voi principi sapete che il Mio Santuario possedeva un unico spazio, un simbolo per un solo UR, che a voi ha consegnato una delle Sue proprie sette forze per ogni Giorno. Nei primi Giorni avete fedelmente soppesato ogni pro e contro, avete anche riconosciuto la Legge della libera volontà come quella possibilità attraverso la quale vorrei raggiungere il Mio più sublime giubilo di Creatore: che tutti i figli siano liberamente consapevoli nella loro più sublime beatitudine della Creazione! Perciò, nonostante l’allontanamento di Sadhana, il fondamento della libertà, rimane comunqe esistente come compensazione della Giustizia a favore dei Miei figli nei confronti delle condizioni riservate a Me e poste giustamente.

727. Tuttavia, le Leggi immutabili rimangono sovrane. Perciò la Sapienza e la Serietà si poggiano sulla Volontà e sull’Ordine. La Sapienza ha creato la tenda che del Mio Tempio ha fatto un Onnisantissimo ed un cortile circoscritto. Se Sadhana cade del tutto, allora all’Onnisantissimo possono giungere solamente i principi, i guardiani e i più anziani, e gli angeli-comandanti tengono il loro difficile servizio nel cortile. Per tutti gli altri figli Io sono l’‘ovunque’! Chi unisce il suo cuore con Me, Io sono con lui con il Mio Santuario.

728. Chi Mi ama come il suo Dio e Padre, riconoscerà queste disposizioni. In tal modo sospende per sé la legittimità della stessa, mette al suo posto la decisione della libera volontà e così la condizione diventa parte costituzionale della grande beatitudine della Creazione. Così custodite il Mio Santuario, anche se lo Spazio e il Tempo del Giorno dell’Amore cadono sotto una separazione. Come la Tenda è veramente una protezione e non una vera separazione, così la separazione del Giorno della Creazione non deve essere permanente, bensì la sua tutela, anzi la garanzia dell’Amore per coloro che una volta si chiameranno ‘i redenti’!

729. Se una volta, nella parte separata della Creazione, si strapperà una tenda non appena sarà conquistata la vittoria della Creazione (Mt. 27,51), allora qui non ci sarà più la tenda, e nessuno dei figli ritornati di nuovo a Casa oppure redenti, dovrà stare inginocchiato davanti alle porte. No, la vittoria del Sacrificio aprirà le quattro porte, e allora tutti Mi potranno contemplare di nuovo come Creatore, come Sacerdote, come Dio e come Padre, come Redentore, come UR, il Santo-eterno, come l’Unico-eterno e veritiero, che Si rivelerà nella più sublime magnificenza della Luce e della Vita!

730. Con il Mio Sacrificio, come attraverso innumerevoli co-sacrifici di tutti i figli della luce, il bene ereditario perduto sarà riportato a Casa, e voi vedrete in Me il Figlio dell’Amore, ma in Lui, Me, il Padre-UR, che è Tutto in tutto! Ricordate questa Parola e siate consolati. Il Figlio dell’Amore vi aiuterà anche prima del Sacrificio per via della vostra fedeltà!

Infatti, il FIGLIO ricompensa la fedeltà dei figli con il Suo Amore!

731. Ora presentate le vostre richieste; c’è ancora tempo per pronunciarle davanti al sacro focolare, cosa che più tardi avverrà più raramente. Tuttavia i cuori benedetti sono per Me un proprio focolare! Ma ascoltate ancora la Mia Parola aperta dalla grazia”.

- Tutti i figli si fanno avanti, quasi sempre a gruppi, ma tutti con una richiesta: “O UR, aiuta l’Opera come Creatore e come Sacerdote; aiuta Tua figlia come Dio e come Padre. Conservaci nel Tuo Amore, nella luce della Tua meravigliosa Magnificenza!”

732. Questa è una richiesta che non si perde nel singolo, perciò ha una benedizione dalla Creazione per tutti, inimmaginabile nella sua unicità comprendente tutto il Cosmo! Essa avvolge tutti i figli, anche i caduti.

- Coloro che sono dalla Luce ne attingono inaudite forze, sante ricchezze, che li aiuteranno a percorrere le vie, non richiesto dal primo-fondamento, ma sommamente benedetto attraverso i due fondamenti.

- I puri vanno per la loro via e UR come Padre dimora tra di loro nella Sua Parola. Di tanto in tanto Lo vedono anche, e il Suo rivelarsi li fortifica e li consola. I primi del seggio adempiono la loro difficile opera.

[indice]

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6/29 - La rivolta, come volonta’ di dominio contro i puri, ammonita dal Giovinetto

733. Sadhana si prepara. Le sue moltitudini non percepiscono ancora il potere che li controlla, poiché a loro è sconosciuta la libertà dei giusti figli dell’Opera. Loro eseguono gli ordini infiammandosi anche nelle lotte per la supremazia. Ma Sadhana li tiene in pugno e sceglie i leader positivi. Una volta si vuole avvicinare al Mahapatra, ma un’imponente irradiazione la respinge. Si nasconde impaurita, ma fa tacere la sua paura con un ulteriore arbitrio, e si prefigge di vincere il monte come ulteriore ‘raggio-positivo’.

734. Durante un consiglio i più anziani del regno, a Sadhana totalmente succubi, le dicono che sotto la sua guida vogliono ora andare dal ‘secondo Dio’, come ora chiamano UR, e cominciare con Lui la battaglia, così Sadhana otterrebbe il positivo. Il consiglio piace. Con tutte le moltitudini traccia una via particolare attraverso le sfere, ignara che la stessa le è stata fatta su misura. Non incontra nessuno e lei crede vuoti i campi celesti. Il suo sentiero è ancora circondato dalla luce perché non è ancora trascorsa l’ottava Ora con la prova principale. C’è ancora un ritorno!

735. Sadhana si spinge fino al muro di ‘Santa-Luce’ e qui incontra all’improvviso una gigantesca nuvola-bianca che copre interamente il muro. All’improvviso guizza una Luce davanti a lei che respinge lontani Sadhana e i suoi creati, …e diventa il magnifico Giovinetto, Colui che Sadhana ha incontrato una volta e che ha chiuso molto nel cuore. Se UR fosse venuto davanti a lei, sarebbe rimasta meno colpita che dalla vista di Colui che le si rivela ora.

736. Il Giovinetto dice: “Sadhana, sei uscita per strappare a te un Potere che non ti appartiene, per sospendere l’Ordine eterno primordiale e rendere nullo il Giorno dell’Amore. Ti ricordi ancora di ciò che ti ho annunciato nel sacro boschetto? Nulla è ancora seriamente perduto. Ti sei sforzata di nasconderlo, ma il Mio volto ha tolto il velo. Ora conosci anche l’intera rivelazione!

737. Nel quarto Mattino della Creazione tramite Muriel è avvenuta una tale giusta adorazione, che le sette fiaccole a te ben note sorsero presso il sacro seggio. Allora hai chiesto com’era possibile che erano potuti divenire quei segni di fuoco con la preghiera della lode, e con una buona umiltà hai chiesto anche a UR, l’Eterno-Unico, il perché non fosse sorta per te nessuna fiaccola, visto che la tua lode era tanto buona quanto quella dei principi.

738. Quella è stata una parte di quell’umiltà di cui l’Anno-Azione-ur ha bisogno per il perfezionamento. Dapprima è proceduta da UR. Egli stesso il primo Mattino dell’Anno, quattro volte sacro, l’ha posto sul focolare come il Suo ‘Dono di salvezza’, dopo averlo sollevato dalla Sua fonte della Mezzanotte nella Notte mai rivelabile, concludendo la quadruplice Opera come segno visibile dell’indissolubile unione fra Sé e tutte le creature che sorgeranno ancora.

739. È stato il Suo unico dono d‘Umiltà all’Opera, da cui Egli ha fatto l’Opera-figlio. Attraverso questa ha retrocesso l’IO-ur affinché da ‘creature’ diventassero ‘figli’, cosicché nonostante la Sua Santità potessero frequentarLo senza limiti. Tu non puoi ancora presagire questo Dono. Ora evochi un Tempo in cui c’è da estendere quell’inaudito Sacrificio-ur e al quale segue il Sacrificio della Creazione, se adesso non ritorni liberamente alla tua umiltà precedente, che come riproduzione dell’Umiltà-ur dovevi servire d’esempio per tutti i figli nel senso della tua elezione. Se ora poni il sacrificio d’umiltà della figlia sul sacro focolare accanto al Sacrificio di UR fondamentalmente sacro, in verità, in verità ti elevo fino a UR, per cui anche tutti i figli vengono elevati all’istante, senza che con ciò il Potere-ur venga portato da qualcun altro che unicamente da UR!

740. Muriel interpretò l’immagine indicando la fiamma del crogiolo d’argento e l’ha chiamata ‘la tua fiaccola’. In tal modo i principi – di certo allora inconsapevolmente – avevano offerto umilmente il loro dono. Loro hanno considerato le fiaccole prese dal fuoco del focolare, (come) …da UR e da te; e quell’Ora del Mattino del Giorno della Serietà ha unito UR, te e i portatori-principi in un Dono della Creazione che si compensava perfettamente, cioè nell’umiltà, per mezzo della quale era assicurata la meta dell’Anno-Azione-ur.

741. Tuttavia la Serietà ti ha rimandato all’ulteriore conoscenza che ti ha portato all’esistenza dell’umiltà, e che tu non eri la fiamma del focolare che sarebbe rimasta sempre la parte stabile del suo Creatore. Lui ha chiamato te e i principi ‘il santo simbolo del fuoco’, ma UR, ‘il Fuoco stesso’ e ‘la Luce’ che da questo si rivelava. Ha chiamato con ragione il dono dell’Umiltà di UR il Mantello, con il quale Egli avrebbe velato la Santità, per manifestarSi del tutto personalmente ai Suoi figli.

742. In tal modo ha annunciato un’alta verità. Ogni vita, Sadhana, la tua come anche quella delle altre creature, procede unicamente dalla Vita-ur, la forma dalla Forma-ur, l’esteriore dall’Entità interiore del Creatore, il Quale si è dato una Figura esteriore attraverso il dono dell’Umiltà come una contemplazione-ur per i figli.

743. Questo è avvenuto per la tua gioia, per l’Onore di UR, all’Opera nel segno del Suo potere e della Sua sovranità. Tu Gli puoi negare l’Onore, ma come creatura sei la Sua Gloria, perché le Sue Opere Lo onorano! Questo assoluto non si può annullare. Non puoi mai distruggerti; puoi solo precipitare da una vita nell’altra. Vivrai per sempre! UR è l’eterno Vivente, e ciò che EGLI crea è vivente nell’eternità! In ciò si rivelano già l’onore, la lode, la gloria e l’adorazione, ciò che l’Opera tributa al Creatore!

744. Puoi istigare la tua schiera alla battaglia, ma nonostante ciò la loro vita è lode e ringraziamento a UR! È ovvio che un tale ringraziamento non è da attribuire a nessun figlio, dato che non sorge liberamente. Il ringraziamento per la vita và al loro Creatore! Ciò che nel futuro sorgerà da questo, è ancora velato dalla Fonte della Mezzanotte. Il libero ringraziamento va alla parte del Sacerdote, di Dio e del Padre, e la Sapienza, la Serietà, la Pazienza, l’Amore e la Misericordia uniscono lo stesso con il ringraziamento creativo della Vita, dalla cui unione la Volontà e l’Ordine fanno nuovamente delle Opere nuove.

745. Il portatore della Serietà ti ha pure detto che se la mano del Creatore si posasse sulla fiamma del focolare spegnendola, le sette fiaccole svanirebbero e nessuno, nemmeno te, rimarrebbe vivente, ma in se stessa è la Santità di UR, ed è Lui solo che decide su una continua sussistenza o un annientamento del fuoco del focolare e delle fiaccole.

746. Hai bramato il fuoco per spegnerlo sul sacro focolare e portarlo come tuo possesso in una stanza, in un Tempo che non conosci perché non esistono ancora. Se UR a causa della tua caparbietà ti lasciasse una parte di Spazio e di Tempo, allora sappi, Sadhana: ‘Là non sarebbe mai da conservare il Fuoco sacro, perché là non esisterebbe nessuna Fonte-ur!’. Vano è perciò il tuo desiderio, perché la tua caparbietà è contro te stessa!

747. La tua provocazione ti procura la perdita della luce e della beatitudine. Questo te lo dice ora il Figlio dell’Amore! E se rimani sulla via sbagliata, allora in futuro dovrai stare di fronte a Me, e allora tutta la tua caparbietà non ti sarà d’aiuto; ti renderà amaramente povera! Sì, raccoglierai la povertà della Creazione!

748. Muriel ti ha avvertito di riconoscere nel fuoco del focolare la tua fiamma, per cui avresti in te, UR, come nessun altro figlio. Questa indicazione ti sembra inutile? E che cosa ha detto UR? Ti ha chiamato ‘la figlia della Creazione-ur’, la Sua luce, la Sua fiamma, il Suo bagliore! Ti ha anche detto che sarebbe giunto il tempo e l’ora in cui avresti iniziato da te stessa la dimostrazione che la Parola in te sarebbe diventata verità.

749. Sadhana, è giunta l’Ora! Si può ancora raggiungere ciò che è stato lasciato alla Legge della libertà; ti trovi ancora sul confine da dove, con un piccolo sforzo, si può sospendere la voluta separazione. Non dev’essere ancora nessuna barriera alla Creazione. Ma se tu l’erigi, allora nel futuro sarà amaramente difficile per te abbatterla di nuovo, per costruire sulle sue macerie una via di ritorno in Patria!

750. La Santità ti fa sapere con grave Serietà: ‘Il Portatore del sacrificio, santo, in futuro non abbatterà la barriera per te, bensì per coloro che, per fedeltà, diventeranno i co-portatori del Sacrificio di UR. Per costoro cadrà all’istante (la barriera) non appena il Sacrificio avrà conquistato la vittoria’. Per te sarà da costruire quello strumento con cui tu stessa frantumerai la barriera eretta dalla caparbietà.

751. L’Amore potrà ben ottenere che la Santità velata di UR metta benevolmente lo strumento nelle tue mani; forse, Sadhana, in povere mani che si aprono lentamente. L’aprirsi delle mani sarebbe però perfino incomparabilmente più semplice, perché ora sarebbe solo un piccolo pentimento che richiederebbe un piccolo atto d’umiltà. I principi, se vuoi dimostrare quest’umiltà a UR, ti porterebbero liberamente e regalmente nel Santuario. Tuttavia i tuoi precedenti pesi potrebbero ancora essere paragonati soltanto con il Dono dell’Umiltà di UR.

752. UR ha sacrificato la Sua Magnificenza, il giubilo da Titano che già una volta è divampato nel Suo petto quando si è compiuta dinanzi a Lui l’Opera che tu non vedrai mai! Da questo ‘è compiuto’ Egli ha creato delle creature-figli fatti a Sua immagine, ed EGLI vede ciò che tu sacrifichi, se ora retrocedi nel tuo io. Una volta rimarebbe lasciato al Figlio del sacrificio e alla compensazione dei Fondamenti, se possa sussistere un pentimento posteriore nell’attuale luce. UR ti chiede se vuoi scambiare LUI per la tua opera. (solo) Sette dei tuoi esseri sono da considerare come figli, tutti gli altri sono dei creati. Come potrebbero essere santificati?

753. Hai già peccato contro UR, il Santo-eterno! Di certo non lo sai ciò che significa perché distolta dalla luce, ma lo puoi percepire. I primi vedono già il cattivo incendio che pretende il Sacrificio e il co-sacrificio; loro sanno della fiamma rossa.

754. Chi s’innalza contro la sacra fiamma del focolare, per costui diventa un incendio che consuma completamente la libera volontà della vita, anche l’ultima fiammella, finché il figlio non giunge all’umiliazione della Creazione. Solo allora, quando si sarà umiliato e rassegnato assolutamente alla colpa della Creazione commessa, l’incendio diventerà la fiamma santa-guaritrice. Attraverso di questa, redenta dal Sacrificio, il figlio caduto potrà di nuovo essere sollevato dalla Grazia del Creatore.

755. Questa, Sadhana, sarà la tua via se ora non accetti questa verità. Dà il sopravvento al sentimento che ti domina. Io, il Figlio dell’Amore al Quale ti sei data interamente alla prima vista, ti chiedo: ‘Deve succedere solamente perché non riesci a vincerti a fare il piccolo passo del pentimento, che però ti metterebbe subito al fianco di UR, il Quale è il Creatore, il Sacerdote, l’Iddio e il Padre di voi tutti? Il Figlio dell’Amore deve mettere sull’Altare di questo Giorno della Creazione il Sacrificio-ur da tempo offerto come Sacrificio d’espiazione? Per te?

756. Il Maestoso, deve coprire la Santità a te interamente inafferrabile, così, come se stesse senza mantello, senza abito, dinanzi ai figli, anche se per un Attimo (attimo-ur) della Creazione, ma comunque in modo come se fosse spogliato della Sua magnificenza e sovranità? (tutto ciò) Lo prendi coscientemente su di te, Sadhana, senza rabbrividire nella più profonda del tuo cuore per via della conseguenza che con ciò carichi su di te?

757. Vuoi assumere l’Obbligo di un tale Sacrificio e la lesione della Santità, in vista di ciò che l’Anno-ur ha edificato, per arraffare quello che nel momento del possesso è tutt’altro, ma non il Potere del Creatore?’. – Ti faccio notare tutto questo per condurti indietro; là alza i tuoi occhi…”. Il magnifico Giovinetto indica la nuvola-bianca, nel Cui centro si vede per breve tempo il Santuario, “…e il tuo sprofondare nell’abisso, nel peccato, nell’abbandono, nell’incendio di un’eternità colma di tormento, finché l’ultima scintilla della tua libera volontà sarà estinta!

758. Hai vissuto tutti i Giorni in una pace che era piena di conoscenza e gioia. Non ne misuri il Tempo. Il Giorno dell’Amore, trascorso già quasi a metà, ha portato – eccetto la tua arroganza – così tanti tesori, che hai bevuto questo Tempo come il miglior vino. Ma se ti allontani, allora verrà su di te un’oscurità che finora non è mai esistita. Le maestose Notti a te sconosciute, non sono da mettere eternamente alla pari di un’oscurità provocata malignamente, in cui un unico Minuto, colmo fino all’orlo con il tuo tormento, diventerà infinitamente più lungo che un Giorno diella Creazione colmo di beatitudine.

759. Inutilmente vorrai annegarli nella cattiveria della tua volontà; sulla superficie della tua povera esistenza potrai trionfare, ma interiormente, Sadhana, il fuoco continuerà inesorabilmente a bruciare. Dovrai portare sette Ore di questo Giorno della Creazione di ciò che ti sei caricata da te stessa! I Secondi diventeranno delle eternità, il cui peso ora ti è inimmaginabile. La quindicesima Ora sarà nello zenit, prima che tu – forse purificata dalla tua stessa conoscenza, ma unicamente tramite il Figlio dell’Espiazione – possa di nuovo passare attraverso una porta della luce.

760. Non soppesa la tua stoltezza,voler essere ciò che non diventerai mai? Ciò che ti sei prefissata rimane un’immagine illusoria senza una vera interiorità, poiché, dove un’esteriore non sorge dall’interiore, entrambi non hanno nessuna consistenza, perché manca il Mio ATMA! E ricordati: l’involucro con cui t’avvolgi, rimane per pura Grazia involucro finché serve all’Opera di redenzione! Non di più! All’improvviso scoppierà! E nulla, Sadhana, terrai poi nelle tue mani vuote, nel cuore malato, arso!

761. Vuoi tradire in te la Luce, l’Amore, UR, respingere da te i Raggi della vita fondamentale che formano in te il più magnifico Arco-teso, che – tuttavia anche senza di te – porta alla fioritura più sublime l’Anno-Azione-ur? Questo bene del Cielo è una cianfrusaglia che si getta via da sé con disprezzo? Credi forse che UR osservi inerte una tale scelleratezza nell’Anno-Azione, che i Suoi Atti non lascino in te nessuna runa[44]? Questa è la verità, Sadhana, contro la quale sei del tutto impotente, perché sulla tua via non si arriva a nessuna meta!

762. L’Amore chiama ancora, sì, prega: ‘Vieni! Le Braccia della Grazia del Padre sono aperte! Il Mio Cuore…, il Giovinetto indica Se stesso, “…è pronto a (ri)metterti nel Grembo del Padre’. Il Figlio dell’Amore può ora risparmiarti l’umiliazione del camminare da sé, anche se nell’oltraggiosa arroganza desideri quel sommo Frutto del Creatore che non può essere di nessun figlio. Vieni, Sadhana, ti porto da UR!”

763. Se si può parlare di un solenne silenzio in particolare, come non fu mai percepito, allora è qui. Ha regnato sovente quando sono avvenute grandi cose, e anche allora ce n’erano degli accrescimenti, invece ogni silenzio vissuto finora è stato un niente contro ciò che si riversa su ogni luce, sull’oscurità che germoglia, su Spazio e Tempo come un’immobilità, santa e paralizzante. Il suo peso aumenta, più a lungo dura il silenzio. I principi, circondando il Giovinetto come lo fanno le fiaccole con il seggio di UR, sanno che non è più tempo di parlare. Tutto è stato detto che poteva e doveva essere detto, per ricondurre un figlio al suo posto, senza legare la Legge della libera volontà.

764. Sadhana tace. Può fare altro? La chiamata del Giovinetto non deve scuotere profondissamente il suo cuore? Oh, sì, certamente, non soltanto quella parte che si allontana caparbiamente per ottenere al posto della sua forza, il Potere di UR. In lei si solleva un’imponente dissidio. La parte di spirito sempre unito a UR, presto catturato dalle buone Parole, insistenti, del Giovinetto, cerca di voltare con la sua piena libera facoltà la figlia della Creazione.

765. Se ora guardasse negli occhi dell’Amore, sorgerebbe già ora un ‘è compiuto’. Questa sacrificazione con un ‘è compiuto’, sigillata con il sacro Sangue, potrebbe essere annullata. Sadhana guarda certamente al Giovinetto ‘solo-Amore’, come lo possiede la più sublime misura in UR, la misura del Potere della santa quadruplice Entità e della maestosa settuplicità! La misura dell’Unità indivisibile, l’unicità dell’eterno-unico UR!

766. Ma non cerca gli occhi del Giovinetto. Non può, non vuole o non ha il permesso perché è assetata di potere? E’ ancora un mistero che i principi presagiscono. Oh, lei può ed ha il permesso. Che non lo voglia, dipende dal fatto che mette il ‘può’ e ‘ne ha il permesso’ dalla parte della sua caparbietà, il volere dalla parte del suo spirito libero, ma con ciò non dimentica per nulla le sue schiere. Ripetutamente cerca di immergersi un po’ alla volta negli Occhi santi.

767. Dice a se stessa: ‘Nulla me lo impedisce. Dovrei vedere ciò che sarebbe da spendere o da scambiare?. Se ora mi espongo al Potere degli occhi del Giovinetto, allora ne rimarrò catturata per l’eternità’. Si volta, passa nel mezzo degli oscuri in attesa e si ferma dietro l’ultima fila. Da lontano cerca di sopportare quegli Occhi. Ma vede che le sono venuti vicinissimi; per questi Occhi non c’è distanza che tenga! (Ger. 23, 23: “Son io soltanto un Dio da vicino, dice l’Eterno, e non un Dio da lungi?”) In lei si accumula un’ira impotente, e va di nuovo davanti al Giovinetto.

768. “Io so”, dice Sadhana, e non sa quanto si è allontanata, “Tu sei qualcosa di speciale. Non Ti sei ancora rivelato, eccetto che pochi figli di un UR Ti hanno visto. Anche Tu porti un mantello che copre la Tua ricchezza, oppure… la tua povertà. Magari sei persino UR che deve servirSi di un tal genere affinché i Suoi figli credano più volonterosi in Lui. Ah, esistono sempre due forze di cui una appartiene a me e che sono io stessa. Finora mi sono chiesta invano come mai UR, l’altra Forza, ha potuto rivelarSi in differenti Entità. I Tuoi occhi, che mi erano vicini anche dietro la mia schiera, mi hanno mostrato il mistero.

769. Colui che da poco si fa chiamare ‘PADRE’, il che contraddice il Suo insegnamento dato che solo il prossimo Giorno della Creazione porterebbe il Padre, si è appropriato di ambedue le Forze e ne ha fatto i Fondamenti, il Positivo e il Negativo separati. Così sono sorti due Poli opposti. Con l’assurdità delle Leggi immutabili e mutabili nessuna opera può giungere alla perfezione. Delle condizioni riservate non possono essere messe in sintonia con la libertà della volontà!

770. Non farmi ridere! La verità nascosta a tutti? Ora strappo via il misterioso velo della molteplicità di un UR e voglio dire come stanno le cose. Entrambe le Forze erano separate fin dall’inizio e non dovevano mai essere pareggiate. Si potevano misurare nella libera battaglia finché si dimostrava quale Forza era la primordiale. Ah, non è ancora troppo tardi! Giusto in tempo mi è venuto l’essere consapevole, per aggiungere una parola importante per la Creazione, così che la decisione si prenda presto e bene.

771. O bel Giovinetto che avevo preso veramente a cuore, che Tu non sei nessuna Io-Forza, bensì una Figura momentanea, di questo me ne dispiace; ascoltami, anche se Tu stesso stai davanti a me come incaricato di UR oppure come un UR mascherato per una circostanza che riguarda Te stesso:

772. Per primo, ci sono due fondamenti di forza che rappresentano le condizioni attraverso le quali tutto deve adempiersi in modo immutabile secondo la libera volontà che offre il mutabile. Quale fondamento avrebbe corrisposto rispettivamente ad una Forza, dipendeva dal fatto di quale creatura si sarebbe resa utile la Forza da uno dei due fondamenti. La Creatura di forza-ur svegliatasi per prima si è scelta furbescamente il fondamento della condizione. Perciò Le è stato possibile, anche se ingiustamente, appropriarSi pure del fondamento della libera volontà, per dominare l’Opera dalle due Forze.

773. Ma dato che Egli sapeva che non era possibile nessun adeguamento né persino nessuna fusione – poiché il Principio-ur li ha creati separatamente – Egli ha dato la seconda-Forza insieme al fondamento come cosiddetta ‘Grazia del Creatore’ a coloro che sono stati svegliati successivamente, suddividendoli tra loro affinché non sorgesse nessuna seconda potente Persona con cui avrebbe dovuto discutere.

774. La subentrata decisione dimostra ora che i Fondamenti rimangono inconciliabili. Se la prima Persona del Potere si è arraffata le condizioni, allora è logico che la seconda-Forza è pienamente e veramente in me: la pienissima libera volontà, la Legge-ur mutabile! In questa giace però unicamente il Potere per l’azione libera!

775. Si può fare qualcosa con delle Leggi che non si lasciano né piegare né cambiare, che inoltre vengono indurite attraverso dei sostegni su conduzioni? Non saprei, ma la libera volontà, il cui fondamento è la mutevolezza delle Leggi che lentamente si sviluppano, si edificano e fanno prosperare un’Opera della Creazione sorta da una forma rigida, al più sublime, magnifico Fiore e Frutto.

776. La seconda-Forza vincerà la prima-Forza rigida! Ascoltate voi creati, voi primi che dichiarate di stare al di sotto di me, che avete acceso le vostre fiaccole al Mio fuoco: – Sì, esisteva un UR onnipotente, le Cui rigide norme hanno creato delle cose che si sono dimostrate come non capaci di conservarsi! La seconda-Forza fiorente avrebbe dovuto riconoscere che in futuro avrebbe regnato da sola.

777. Egli ci ha creati secondo la Parola, come ha detto: ‘Prima il Pensiero, poi la Parola!’. Il tentativo di scambiare la Sua Legge immutabile, che ha finito di servire con quella mutabile, Gli è fallito! Ai Fondamenti sono da dare il cambio, e non da pareggiare. Allora Egli ha tentato di appropriarSi della seconda Forza attraverso il furto della libertà, per conservarSi attraverso questa la cosiddetta Esistenza-ur.

778. L’Opera si sviluppa! La Forza della condizione immutabile è giunta alla fine! La dimostrazione è questa: UR si nasconde nella nuvola! La seconda Forza sale nel governare. Non io, la Sadhana dipendente, l’elevata da una qualche Grazia, no! Io come Forza di volontà della Creazione assumo il mio dominio! Voi principi lo dovete testimoniare adesso, che UR, che è stato la prima Forza, ha elevato a Fondamento nell’oramai Anno-Azione-ur la seconda-Forza, la libera volontà.

779. Perciò pretendo ciò che UR stesso ha dimostrato come realtà: – ‘Il Diritto è tutto Mio! Io sono la seconda-Forza che è diventata la prima, il Fondamento dell’Anno-Azione-ur!’. Ascoltate, voi creati successivamente: siete liberi, liberi e mutabili! Non sottostate più al rigido Fondamento, ma per voi compare la meta più sublime, si chiama: perfezionamento dell’Anno-Azione-ur attraverso di voi! Ricordatelo quando vorrete decidervi”.

780. Questo pesa duramente su Spazio e Tempo. Il peso è la parola di un avversario che non è semplicemente da negare. Chissà se i principi-angeli possono mettere in accordo ciò che è stato detto con i dati di fatto di UR. Sarebbe più facile se l’AMORE di UR desse una risposta, ma questo lo puoi giudicare qui da solo? Tuttavia vuole preservare la povera figlia dal passo dell’avversità voluto coscientemente.

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6/30 - L’amorevole mediazione di Zuriel per dare un’ultima possibilita’ al ritorno

781. Il Giovinetto non ha offerto invano volentieri il Suo cuore per questo. Egli guarda i sette principi, di cui ognuno sa che cosa deve accadere. Nondimeno, il portatore della Sapienza ha la parola. I suoi occhi risplendono chiaramente, penetrano lo Spazio e il Tempo come raggi di soli. La Sapienza mette a confronto la verità di UR e il discorso dell’avversario.

782. Zuriel, stando accanto al Giovinetto, dice: “Sadhana, hai pronunciato delle verità maggiori di quanto ne giacevano in te. Qualcosa di Divino primordiale che però non proveniva dal tuo sapere, ma dalla settuplicità che UR ha incorporato in te. Tu vuoi la Legge della libertà, la mutabile, che si lascerebbe voltare verso ogni lato senza Ordine? L’avrai se la vuoi assolutamente! Il Piano Volontà-Ordine rimane esistente comunque in modo intoccabile nel Principio-ur! Per questo tu stessa hai deposto la migliore testimonianza.

783. Come mai che hai potuto rivelare una tal cosa, anche se te ne manca la conoscenza e non stava nemmeno nella tua volontà? Com’è possibile poterci convincere del maestoso Ordine dal Creatore, dato che cerchi di rovesciare l’Ordine? Ti stupisci e credi che ti giri le parole. Oh, no! Ti voglio spiegare precisamente, punto per punto. Su questo, ognuno si può esprimere, ma ne sorge certamente soltanto un ‘Per’, per il tuo discorso e per quello che ho da aggiungere.

784. È stato rilevato nel tuo sapere che il magnifico Giovinetto è qualcosa di speciale. Oh, EGLI ti ha potuto dare questo sapere. Nel sacro boschetto Lui ti ha spiegato la particolarità: ‘L’Amore di UR personificato!’ (cap. 6,366). Non è stato nulla di particolare che la libertà era da equiparare alle condizioni? Tu e noi sette abbiamo presagito che il Giovinetto sarebbe diventato il Portatore del Sacrificio, e che la prova della libertà della Creazione avrebbe portato a una caduta.

785. Ora ci rendiamo anche conto che tu, se rimani sulla tua via sbagliata, diventi l’autrice del Sacrificio della Creazione. Questa consapevolezza ti ha impedito di incontrare gli Occhi buoni. E ancora di più: (te lo ha impedito) il riconoscimento consapevole di vedere UR nel Giovinetto, UR come AMORE, come quella Parte del cuore di Dio che si è eletto il sesto Giorno dell’Opera, che ti ha spinto dietro alle tue schiere.

786. Hai ragione (su una cosa): al Principio, e non nel Principio, esistevano due Forze, se vuoi chiamare così le imponenti parti della Fonte-ur: l’interiore, cioè lo spirituale-essenziale, e l’esteriore, lo spirituale-sostanziale. Già nel Giorno dell’Ordine, per noi il primo, ne abbiamo ricevuto una buona Luce; soltanto, che UR era in Se stesso una Forza, o meglio, il Potere, poiché Potere e Forza non formavano nulla di opposto in Lui.

787. Esse defluiscono dalla Sua fonte, come il Suo sole dona luce e calore. Ti sforzeresti inutilmente di separarli. Solo le molteplicità dalla Fonte e dal Sole sono da vedere e da percepire. Per rimanere con il tuo concetto di parola, entrambe le parti della fonte non sono quindi da confondere con l’onnisanta Corrente-ur, con l’unico UR, la quadruplice-Entità, che si è creato le quattro Correnti della Sua Essenzialità soltanto per via dei figli, e vi si è rivelato.

788. Che tu devi incorporare, chiamiamola, la ‘seconda Forza’, per noi principi non è assolutamten una novità. UR ti ha chiamata una volta ‘la Sua grande Eco’, il ‘Negativo’, lo ‘Specchio del Suo interiore’. Dunque, dove sarebbe qui una contraddizione? Tu riconosci davanti alla Creazione ciò che è da tempo svelato come una Verità che ora si dimostra.

789. Che UR, anche nella quadruplice-Entità sia eterno, ci è già stato annunciato nel Giorno dell’Ordine. UR non ha retrocesso la Paternità al settimo Giorno secondo delle Leggi immutabili, ciò è avvenuto nel quadro dello sviluppo delle Leggi mutabili e della libera volontà, che – come hai detto giustamente – sono iniziate con l’Anno-Azione-ur. Noi abbiamo riconosciuto utile per noi quello che si è rivelato un po’ alla volta. In tal modo hai inoltre confermato che i Portatori dei Fondamenti immutabili e mutabili, delle condizioni riservate a UR e poste giustamente, e la libera volontà delle creature-figli, sono da pareggiare, inoltre da unire definitivamente nella pienezza più sublime.

790. Immutabile, per via del sacro adempimento, era il genere della formazione di questa Creazione temporale, l’Anno-Azione-ur da un Ciclo-ur; ma ciò che era mutevole, era che lo riconoscessimo, e da ciò lo potessimo rendere adempibile. Infatti, noi abbiamo deciso che la libera volontà fosse da incorporare come Legge nell’Anno-Azione. Quindi non tu porti a noi creati successivamente, come ci chiami scarsamente, la libera volontà. No! - Essa è proceduta dalla Corrente di Forza che serve alla seconda parte dell’Opera, dalla spirituale-sostanziale, e noi l’abbiamo potuta creare per noi, come UR ce l’ha data liberamente nelle nostre mani.

791. In una cosa ti sei sbagliata, Sadhana: noi non siamo la seconda Forza, la possediamo! Se lo fossimo, che cosa ne sarebbe della nostra vita cosciente! Infatti, la Forza in sé è certamente viva perché è il secondo Elemento-ur, che è l’Acqua; l’Acqua che vivifica tutto, ma che non è una sostanza consapevole della vita. Chi vuole scambiare la personalità con una forza? Sadhana, non lo possiamo fare; ma anche se lo potessimo, oh, guarda, non lo vogliamo! Noi vogliamo conservare interamente la nostra propria vita, e in essa essere i portatori della Forza di UR!

792. E‘ giusto che UR abbia condotto a noi le due Forze. E come uniamo la Vita e la Forza, così sono anche da fondere i due Fondamenti. Che non noi ci siamo dati la Vita, né ce la possiamo togliere, lo conferma la condizione fondamentale. Tuttavia possiamo sviluppare autonomamente la Forza, e con essa persino trasformare liberamente la nostra vita come ha detto il Giovinetto. Questo si basa sulla Legge mutabile. Anche per questo hai dato l’esempio più bello, più vero.

793. Ascolta: le tue schiere sono procedute da te. Ora prova con un figlio a cancellare la sua vita attraverso la tua Forza nella Legge mutabile!” Zuriel alza la destra in modo imperioso. Poi posa delicatamente un piccolo figlio davanti a Sadhana.

- Ma questo si difende con veemenza: “Perché io? Oh, no! Voglio avere la mia vita! Dopo non so che cosa succederà con me!”

794. Sadhana si spaventa. Questa dev’essere una prova? Deve vedere se la spunta. Perciò dice al figlio che non perderebbe la sua vita. Ma né questo né un altro figlio vuol sottoporsi ad un esperimento. Sadhana deve tranquillizzare la sua schiera e dice che ogni figlio ha la sua libera volontà.

- “Giusto!”, interviene rapidamente Zuriel. “Qui vale la propria volontà! Quindi, impieghi mai la tua forza con la tua pura volontà? Anche i tuoi figli hanno la loro vita assoluta, ma la loro forza dalla vita si oppone alla distruzione. Così vedi, persino nei tuoi creati – anche se miseri e piccoli – domina la Vita e la Forza in uno: l’assoluta e la condizionata, l’immutabile e la mutabile.

795. La tua spiegazione alquanto profonda dice inoltre che UR ha separato le due correnti di Forza, perché solo così si possono sviluppare pienamente. Tuttavia, dato che in UR erano una-unità prima di ogni creare, in base alla loro separazione successiva non c’era null’altro che guidare i figli ad un perfezionamento il più alto possibile. Proprio questa separazione lo ha reso possibile, perché attraverso la formazione dell’Opera e delle creature che la vivificano, l’interiore di UR ha subito un’esteriorizzazione. Infatti, anche le creature non avrebbero potuto diventare visibili, se UR stesso non si fosse sottoposto prima di tutto ad un ‘divenire’ visibile.

796. L’interiore e l’esteriore, da UR rappresentati sempre come generi di consapevolezza di Forza separate, queste le hai riconosciute precisamente. Queste hanno cominciato con l’inizio dell’Anno-Azione-ur il loro effetto di scambio. Dato che l’interiore, da considerare come condizione e Legge immutabile, è stato la prima Forza da noi riconoscibile, allora nulla è più vicino alla verità, che UR fondasse le Sue Opere su questa Forza attivata per prima, e perciò l’ha elevata con ragione a primo-Fondamento.

797. Tu hai detto che la separazione di entrambi i Fondamenti è dipeso dall’inizio primordiale e dalla fine primordiale. Qual grande verità! Sì, il Santo senza Tempo si rivela perciò sempre come UR! Invece le Opere sono condizionate dal Tempo, si danno il reciproco cambio, con cui vengono create nuove mete con maggiori perfezionamenti. Anche le creature divenute all’interno di un Ciclo-ur dipendono dal decorso di Spazio-Tempo e vi rimangono secondo un imperscrutabile sacro Consiglio. Da questo è indipendente un probabile ri-divenire nella conseguenza-Ciclo-ur.

798. Guarda, Sadhana, l’attuale Ciclo è cominciato con la quadriplice Creazione come sacra Opera intermedia, la quale ha portato delle separazioni condizionate dall’Opera che rimangono sussistenti fino alla Fine della conseguenza-Anno-ur, anzi, magari anche fino alla magnificenza finale della conseguenza-Ciclo-ur! Solo dopo otterranno la loro riunificazione, perché allora, dalla Condizione e dalla libera volontà, avranno conquistato il loro pareggio e l’adeugamento. Noi infatti sappiamo che UR nella Sua quadruplice Entità è un’assoluta Unità, e in questa si riflettono tutte le Opere.

799. Anche in noi possediamo questa unità, interagendo di vita e forza. In tal modo è dimostrato che la seconda parte della Forza era stata data all’Opera-figlio. Che la stessa, secondo la tua strana parola, è stata suddivisa tra di noi affinché non sorgesse nessuna seconda persona dal Potere, è stato un Atto di Sapienza che ha per effetto la Giustizia. Potrebbe UR elevare a Sé tutti i figli, se Egli lasciasse affluire unicamente ad uno, la Forza aggiunta alla vita, e gli altri venissero lasciati a mani vuote? Tu hai infatti detto: ‘Siete liberi! Liberi e mutabili!’. Puoi mettere questo in accordo con la tua arroganza che saresti tu questa seconda-Forza? Vuoi suddividerti tra tutti noi? Ti riesce?

800. O Sadhana, hai contemplato così a fondo, e nonostante ciò sei così stolta! Non puoi sollevare né te né strappare a te la seconda Forza, cosa che nella riuscita toglierebbe certamente a tutti noi la libera volontà e dissolverebbe l’Opera-figlio; oppure, rimani ciò a cui UR nella Bontà ti ha elevato: ‘Una figlia come quel piccolo sul quale hai esercitato inutilmente la tua prova della dissoluzione di una Vita!’. Allora le Leggi immutabili – il primo Portatore del Fondamento – rimarranno una necessità! Così anche tutti i Giorni raggiungeranno nell’effetto il perfezionamento.

801. Ora ritorno a ciò che hai detto senza una tua propria conoscenza e perciò senza una tua propria volontà, una verità che è riconoscibile nel raggio della Sapienza-ur. – Hai detto che era iniziato il Tempo della decisione perché i Portatori del Fondamento non si potevano bilanciare. Di certo non hai superato la grande prova della libertà della Creazione, e perciò non si lasciano unire in te le due conseguenze della Legge.

802. Proprio in questo si dimostra la Forza primordiale: UR, …oppure tu! Ma non, se delle Leggi immutabili o mutabili, che avrebbero la loro unione tramite loro stesse. Tuttavia, se tu l’otterrai con UR, si vedrà alla fine. E’ lasciato all’Amore, al Giovinetto, quando si avvicinerà per te una tale fine e se dev’essere unita con la fine di un Giorno della Creazione oppure appena con quella di un Anno.

803. L’immutabilità non viene arbitrariamente girata; essa era, è e rimane un Fondamento saldamente edificato, fondato sulle condizioni, raddensate da queste ma non indurite come dici tu. Se fosse così, ora non potresti stare davanti a UR pretendendo, anzi provocando, perché sul loro indurimento non si lascia costruire eternamente nessuna Formazione mutabile! Ti voglio illuminare di più questa verità.

804. UR si è creato il Santuario; esso stava sempre saldamente edificato. Le sue fondamenta sono immutabili con tutto ciò che ne fa parte. Invece è mutabile ciò che le sue mura contengono. Ogni Giorno ha rivelato nuovi segni; è stato anche riformato il vero spazio interno attraverso una tenda, che alla sua Unità ha determinato due parti. Se però la struttura, il sacro edificio, non fosse stato fondato saldamente, dimmi: come si sarebbe riconosciuto il mutabile, ciò che si è svolto giornalmente?

805. Questo vale anche per la nostra vita, la nostra forza. La vita stessa rimane immutabile, indifferentemente dal fatto dove si trovi oppure come si manifesta. Ma nella Vita, proprio come nel Santuario la Forza, che è mutabile e genera dei mutamenti, può creare dei cambiamenti. Come noi due portiamo entrambi le sequenze della Legge all’unisono, così la Forza plasmerà l’interiore della nostra vita.

806. Prima che UR pensasse a un essere vivente, Egli ha posto la Sua Vita immutabile sul campo di forza capace di mutare: La Creazione! Dato che la ‘sola-vita’ possedeva la cosiddetta ‘forma rigida’, ha perciò staccato dalla Sua Volontà-ur la caratteristica che nella Sua vita-ur era efficace per prima: la Forza capace di mutare; e l’ha lasciata dominare. Questo è avvenuto prima di ‘nel-Principio’, in Lui, non al di fuori di Lui, come anche i cambiamenti si sono svolti nel Santuario.

807. Certamente, il solo immubabile non si sarebbe potuto conservare a lungo come Legge, meno ancora, dato che le Opere dovevano in effetti essere mutabili, altrimenti non si sarebbero in nessun modo sostituite a vicenda. Ben inteso, Sadhana, questo era impossibile solo come Legge; ma come l’immutabilità stessa, il Potere rimase ciò che è stato l’eterno-ur (il primordiale eterno)! Diversamente, delle Leggi mutabili non sarebbero mai state in grado di far uscire un’Opera con una meta consapevole.

808. Come le leggi mutabili corrispondono a quelle immutabili, così la libera volontà corrisponde alle condizioni. La Forza non si basa sulla libera volontà; sarebbe la sua distruttrice se fosse così. Il visibile trova la sua formazione dall’invisibile, la creatura dal Creatore, Spazio e Tempo dall’eternità-ur. Sì, tutto procede da UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero.

809. La tua parola che UR ci avrebbe creati dapprima secondo il Suo Pensiero, poi secondo la Sua Parola, è vera. Infatti, il nostro (attuale) Ciclo è orientato su Pensiero-Parola-Azione-Conseguenza, e cioè sulla Legge mutabile presa dall’immutabilità. Ho confutato (contraddetto) che questa dovesse prima aver finito di servire secondo la condizione e il fondamento. L’immutabilità non deve mai servire nella sua intera struttura! Com’è possibile, quindi, che avesse finito di servire?”. – Zuriel vede ora molto lontano.

810. “L’Opera-Azione ha istituito il servizio solo perché UR voleva servire in modo immutabile attraverso la donazione di una parte della Volontà alle creature-figlio, cioè servire nella Pazienza, nell’Amore e nella Misericordia. L’esteriore non diventa interiore nemmeno da se stesso, se l’interiore non se lo incorpora di nuovo attraverso il libero servizio.

811. Se ti allontani da UR, Sadhana – questo lo dice la Sapienza – mai ti sarà possibile ritornare al sacro focolare! Oh, solo un Sacrificio della Creazione può assicurare la via del ritorno a Casa. E persino in questo la tua via è mutabile, il Sacrificio è immutabile; ma ricordati bene, questo significa, Bontà, Grazia, Longanimità e Mitezza, uniti in un’unica condizione: l’assoluto adempimento del Sacrificio, quando la libera volontà viene riconosciuta dai figli e, …ne verrà abusata!

812. Riconoscere questo perfettamente, ti sarà possibile solamente quando percorrerai la via del ritorno, creata. Quanto sarai lieta allora, che il mutabile abbia il suo fondamento originario nell’immutabile! Infatti, altrimenti noi principi, grazie alla libera volontà, prenderemmo la condizione dal Giovinetto, santo, sommamente amato e fonderemmo una Legge mutabile. Per via del tuo oltraggio, nessuno, meno ancora UR, dovrebbe portare un Sacrificio necessario! Noi portatori dei raggi di Vita fondamentale avremmo abbastanza Forza per l’esecuzione, ma allora non ti sarebbe mai possibile una via del ritorno, e la fine dell’Anno-Azione-ur sarebbe anche la tua fine!

813. Tu hai immerso il corso di quest’Anno nella luce più chiara, e te lo confermo. Non ho bisogno di mostrarti la differenza tra le nostre dimostrazioni. Persino i tuoi creati la presagiscono, mentre i nostri più piccoli figli degli angeli vedono (già) la verità. Il sacro Potere-ur non è andato in rovina. Quello che ha creato nell’incommensurabile, erano delle schegge di ciò che è ancora dinanzi a noi. La Sua grande Attività è iniziata realmente solamente con il Ciclo-Azione, e cioè non per Sé, ma per te, Sadhana, per tutti i figli.

814. Il timone che hai afferrato mi sembra strano. Con questo stai portando alla tua schiera il contrario della libertà che hai promesso loro. Se si subordinano all’autorità del comando, allora è secondario di come tu fungi, perché non riguarderebbe nessuna legge mutabile, meno ancora quella immutabile. Queste percorrono le loro vie dell’Ordine per la più sublime Gloria del Creatore, come gli innumerevoli soli, e non s’interrogano di nulla su una Sadhana caduta.

815. Però, …UR domanda santissimamente infiammato, se in futuro ci sarà un’amabile Sadhana oppure no. Con Lui lo chiediamo noi principi, con noi i figli generati da te e le nostre schiere. E dato che ti chiediamo: ‘Dove sei, Sadhana?’, perciò abbiamo il diritto di provocarti alla decisione, avendo tu rinunciato al diritto perché non vuoi più essere la portatrice della Forza, ma un potere personale.

816. Hai annunciato la verità, ma come l’hai sfigurata, ti toglie il diritto. La Forza dell’Anno-Azione-ur assume per te la cernita, però il mio amore ti richiama e la Sapienza ti ha mostrato la via. Se vuoi, allora puoi vederla! Guarda con occhi aperti nella luce che ha potuto risplendere da me. E ora…”, Zuriel va da Sadhana, afferra le sue mani e il suo volto circonfuso dallo splendore diventa soave.

817. Egli continua: “…ora lasciati guidare dal Giovinetto; ti porto da Lui, da UR! Ricorda tutto il primo Amore che hai ricevuto; un Sacrificio con un’atrocità, ‘…per via di te’; nostro Padre, che piangerebbe la Sua amabile figlia. Pensa anche al nostro amore. Guarda: nessuno vuole perderti! Come puoi andare via da noi, dato che ti amiamo così? Anche noi abbiamo ricevuto il tuo amore come un dono prezioso. Venite, fratelli mei, sorelle mie…”, esclama Zuriel ai principi, “…aiutate a portare, aiutate a guidare!”

- Gli eroi della luce circondano la figlia della Creazione proteggendola in uno stretto cerchio.

*

818. La chiamata è forte, la luce circonda Sadhana come un muro. Nonostante ciò, lei si ribella. Si deve piegare, dato che ha parlato della Forza che spetterebbe solo a lei? Umiliarsi davanti alle sue schiere e a quelle chiare? Oh, no! La sua resistenza interiore allenta il forte legame con i principi. I quattro angeli-guardiani e i figli di Sadhana, i tre angeli più anziani nati nella Luce, entrano nel cerchio.

819. Tutti chiedono: “Rimani con noi, Sadhana! Possiamo ricevere la vita e la forza unicamente dal Padre-UR. Non rigettare il prezioso Bene, l’eredità della corona data a te! Ne scambi delle misere cianfrusaglie! Oh, vieni, Sadhana, lasciati guidare dai tuoi figli!”

- ‘La chiamata’ guarda in basso.

820. Quello che in lei guizza potentemente, lei lo reprime con uno sforzo, e dice: “Sono io proceduta da voi, oppure voi da me? Quindi dovreste rimanere voi con me! Non siete capaci di un sacrificio-d’amore per me? Dite anche a UR: ‘Rimani Tu con noi; allora noi rimaniamo con Te!’. Non sentite il mio grande amore? Voi l’affermate. Bene, …allora venite vicini a me, e dovete stare al primo posto come me”. Sadhana accarezza i suoi figli, anche quelli di Orytam e di Hagar. Sembra come se avesse vinto, perché la parola di Zuriel è stata scavalcata ed è lei che pretende la decisione.

821. I suoi figli combattono amaramente. Sono affezionati a Sadhana; e chi non dovrebbe amare questa magnificentissima creatura, l’amabile Sadhana! UR l’aveva chiamata così con ragione. Anche i figli-angeli che la vedono per la prima volta si sentono attratti da lei. Solamente i principi, i guardiani e i più anziani sono uniti a UR. Proprio per questo vorrebbero conservare Sadhana al Santo ancora di più. Loro sanno: ‘Ora giunge la riunificazione, oppure la separazione’.

- La lotta diventa più difficile. Sovente interrogano il Giovinetto e chiedono una risposta anche per Sadhana. Quando per lungo tempo nulla cambia, pregano il Giovinetto di metterSi molto vicino davanti a Sadhana. Il Suo irradiare la dovrebbe vincere. Il Giovinetto lo fa per via della lotta sincera che i primi sostengono per UR, per via di Sadhana.

822. Nel frattempo degli angeli-comandanti vanno verso la schiera degli oscuri, li istruiscono ed indicano la via che conduce a ‘Santa-Luce’. Allora qualche figlio guarda verso la nuvola-bianca che cela in sé delle magnificenze. Certi si lasciano già guidare volonterosamente. Ma sono sufficienti gli occhi di Sadhana che diventano demoniaci, e nella paura si strappano via dagli angeli. Così Sadhana distrugge ogni nostalgia per la luce, cosa che le riesce facilmente perché gli oscuri non sono un’Opera dell’Ordine. Non guarda il Giovinetto che si trova davanti a lei. Il tempo fugge, ed è da sostenere il dare. Tutti devono dichiararsi, per UR o per Sadhana.

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*

6/31 - Le ultime parole del Giovinetto-Amore, poi la separazione

823. Viene presentata ancora una richiesta, poi, davanti al focolare della Creazione, nel senso della realizzazione del Piano, è da terminare la grande prova della libertà. Ma inutile è anche quest’ultimo sforzo, né il coro di eoni dei santificati, né il loro amore, né il grido della Creazione: “Ritorna, Sadhana, ritorna a Casa!”

- ‘La chiamata’ chiude il suo cuore. Lei vede solamente la sua opera, la sua forza, il suo potere, che crede di possedere.

- Allora il Giovinetto alza ancora la Sua voce e dice: “Sadhana, non voglio ricordarti più nulla, se non la scena di quando Mi hai incontrato per la seconda volta nel boschetto. La Mia Parola sale in te, e nonostante la fatica non puoi cancellare l’immagine: la contemplazione finora unica di UR nella Sua interezza! Per voi primi è stato un attimo fuggente, riempito con la ricchezza di un’eternità. Eri beata, e la pienezza della rivelazione ha fatto scaturire nel tuo cuore e in quello dei principi-angeli il flusso di una Fonte nascosta che fa rimanere per sempre quell’immagine infallibile.

824. UR ha chiamato questa Rivelazione, ‘una Goccia della Sua sacra Fonte della Mezzanotte’ (cap.6,373). Vi siete sentiti come rinati, come risorti. Dio ha spiegato, nella Pazienza e nell’Amore, che nella contemplazione non avevate bisogno di questa, perché non ne esisteva nessun principio di realtà. È stata una percezione spirituale e una conoscenza ampliata per ciò che si era svolto nel quarto-Giorno della Creazione.

825. Sì, se le Leggi mutabili dovevano trovare il loro più sublime sviluppo attraverso quelle immutabili, la grande condizione-ur attraverso la Legge della libertà nei figli, allora UR doveva pensare a tutte le possibilità che si sarebbero manifestate attraverso la messa alla prova della libera volontà e, prevedendo, concedere la loro edificazione, direzione, corso e meta.

826. Lo stesso vale per tutti i figli. Di conseguenza, alla possibilità doveva seguire una necessità, condizionata dalla prova della libertà che attraverso una rivelazione parziale anticipata ottenesse il suo impiego giustificato. Tutto questo non era ancora una conseguenza condizionata né incondizionata di una meta predeterminata, bensì per ottenere l’inclusione del libero sviluppo del figlio e della meta dell’intera Opera, nel collegamento con UR, direttamente o indirettamente e poi attraverso la propria, libera via della Legge.

827. Quest’ultima è avvenuta per te, Sadhana. Hai ancora mezz’Ora di Tempo che UR dona oltre tutte le condizioni fondamentali per l’Ordine del Suo Amore, per cui persino la via dell’Ordine descritta da te come forma rigida, possiede la sua grande capacità di cambiamento, che tuttavia non è sottoposta a nessun arbitrio. E’ il nocciolo della vita, poiché ogni cellula, sia che abbracci un intero macrocosmo oppure un minuscolo microbo, ha un atomo-ur come nucleo di vita, che è proprio versatile nella sua intoccabilità.

828. Dato che tutto l’invisibile e il visibile consiste per voi in innumerevoli cellule, quindi è evidente che tutti i sistemi di cellule portano in sé il sistema dell’Ordine, il che significa che tutto il mutabile viene sostenuto dall’immutabile, ma questo trova attraverso quello il suo compimento. Tutte le Leggi sono contenute in questa verità dell’Opera del Sistema-ur!

829. Nessuna Legge-ur ha una forma rigida. Al contrario, in sé sono interattive per i figli nella semplicità del reciproco dare e prendere. Se ora UR è il Primo, il più alto Donatore che ha creato dalla Sua immutabilità un ‘cambiamento’ un perfettissimo dono d’Opera, allora Egli rimane il Primo, il più sommo Accoglitore che dalla benedizione della mutabilità riprende l’immutabile attraverso i figli, e Lui stesso, l’Essere-ur, li mantiene nella Mano!

830. Nessuna creatura è in grado di diventare di più che un figlio; al massimo, un figlio-ur! L’interazione posta richiede ‘Padre e figlio’. Nell’immutabile, il Padre non può mai stare di fronte al Padre oppure ad altri generi di Esseri simili. Perciò – se assolutamente necessario – viene richiesto un ‘Figlio per l’espiazione’, nella Cui interazione di Legge vengono invero, inclusi due-Aiutanti per l’espiazione, che però non sono dei Portatori primordiali del Sacrificio. Possono essere soltanto dei co-portatori del Sacrificio, condizionati.

831. Questo significa quell’immagine una volta contemplata che ha generato una conseguenza risultante dalla Legge della libera volontà, il che corrispondeva al vostro sviluppo, a cui però doveva essere fissata una rinascita e una risurrezione condizionata nel Principio dell’immutabilità. Lo dico espressamente perché voi, nati nella luce, chiederete ancora una volta: ‘Era dovuta la caduta di Sadhana?’. Persino per coloro che sono già maturi questa domanda può diventare pericolosa se non viene illuminata già in anticipo, (ovvero) che una tal cosa non viene predestinata né dall’immutabile né dal mutabile, né nel senso di una condizione-ur, né del libero arbitrio.

832. Se per questo esistesse in UR la minimissima cosa, in verità sarebbe inutile l’impiego dell’Amore con cui Esso si sforza al massimo di ricondurre un’unica figlia all’Ordine-ur. Inutili sarebbero tutte le alte rivelazioni, del tutto inutile il Figlio dell‘espiazione! Infatti, in primo luogo qui nel Suo Giorno subentrerebbe un’espiazione per l’Amore, in cui attraverso la libertà sarebbe ostacolato nei Suoi santi sforzi. Se questo avvenisse attraverso una condizione per quanto nascosta, allora ogni figlio sarebbe del tutto libero dalla colpa. L’espiazione necessaria a voi rivelata non sarebbe quindi nient’altro che l’immagine più spregevole di un’intelligenza del Potere!

833. Invece UR non è soltanto ‘Potere’, Egli è anche Forza, Autorità e Vigore. Come intelligenza complessiva Egli ha creato per via di una più sublime meta, quattro punti d’intelligenza che si stanno di fronte, che nel reciproco pareggio formano la condizione e la libertà, l’immutabile e il mutabile che si uniscono in una armonia dell’opera. Questa armonia include l’interazione che completa ogni opera, di cui Zuriel ha parlato in modo istruttivo molto giustamente come ‘Vita e Forza’.

834. Ogni opera sorge dalla Volontà d’onnipotenza che è l’unica a generare. La nascita, la formazione, viene portata dall’Ordine, che UR nel corso dell’opera ha spostato davanti alla Volontà per via della vostra libertà. Oltre a questo, in ogni Giorno si svolge una specie di rinascita nel rispettivo dominio. Pertanto, oltre alla vostra nascita di base dalla Volontà-Ordine, voi siete, per modo di dire, risorti nel sesto-Giorno, ora dal punto d’intelligenza dell’autorità nella Luce divina dell’Amore.

835. La seconda nascita rimane condizionata. Con essa è da conquistare il diritto di supremazia della primogenitura dalla Volontà-Ordine. Questo avviene attraverso la libera accettazione dell’Amore insieme al libero servizio, con cui potete mettere le vostre prove come sacrificio sul sacro focolare. Se lo fanno tutti i figli indistintamente, allora è anche adempiuto il Sacrificio dell’Amore dal Sacrifico-ur, con cui può rimanere sospeso un Sacrifcio necessario.

836. Se uno dei figli si esclude, la risurrezione secondo il senso e la preceduta rinascita possono svolgersi pienamente valide e formarsi ad una attiva realtà solo dopo il Sacrificio d’espiazione effettuato. La rinascita e la risurrezione una volta ottenute dovrebbero essere eseguite ancora una volta per il libero perfezionamento dell’Opera per Sadhana, se mantiene la sua via errata.

837. Sadhana! Hai preteso una decisione fondamentale di cui Zuriel ha visto la sproporzione, ed ha consegnato il massimo peso alla luce. Tu volevi scansarti e ti sei semplicemente appellata ai tuoi figli; ma questi non si devono decidere, perché ora Io, l’Amore, ho preso in Mano la bilancia come incaricato di UR. Io peso la tua decisione!

838. I principi ti hanno allettato, i puri figli pregato, l’Amore di UR ti ha chiamato nella propria Persona e Autorità. Sì, una Creazione ti ha spianato la strada per il sacro focolare, affinché adesso vi fosse da posare la tua libera disponibilità a servire! Se fosse avvenuto così, in verità, la Legge del libro arbitrio avrebbe raggiunto la sua più sublime meta del Giorno e tutti i figli l’avrebbero vissuta con te come gloriosa risurrezione!

839. Non hai voluto nulla! Ti è sembrato troppo difficile. Ora, così, UR al posto tuo renderà visibile il Sacrificio dell’Umiltà, che Egli una volta ha compiuto nella Lotta di pareggio. Se ora sai che UR stesso porterà il Sacrificio, allora rifletti, Sadhana, se anche tu non saresti in grado di portare un simile sacrificio!”

- Sadhana indugia.

- La sua schiera, prevalentemente i noti più anziani della collina, pregano che volesse riflettere abbondantemente sulla parola del Giovinetto.

840. Si vede chiaramente che da parte di Sadhana ci vorrebbe solo un piccolo colpo, e i suoi creati si chinerebbero dinanzi al Giovinetto. Ma lei pensa: ‘Mi devo umiliare? Chi mi garantisce la verità di ciò che ha detto il Giovinetto, che UR possa persino portare il Sacrificio dell’Umiltà? Devo rinunciare alla mia Forza di cui mi sono resa conto, affinché l’Altro abbia le due parti di Forza?’

841. Non si possono riferire le molte singole lotte, nemmeno il tempo impiegato per queste si potrebbe calcolare in nessun tempo terreno; basta dire che la primogenita si distoglie dal Giovinetto e chiede alla sua schiera se le riconosce una Forza oppure no.

- Gli oscuri si mettono dalla sua parte.

- Sadhana trionfa. Per lei è la dimostrazione, che le due Forze non si possono unire e ora si tratta di quale sia la più forte: UR, oppure lei! Nella piena sensazione di una vittoria facilmente conquistata, a metà girata verso il Giovinetto, lei dice:

842. “Chiunque Tu sia, bel Giovinetto, il mio amore Ti saluta comunque. Ti consiglio di tenerTi da parte dalla Lotta che ora divamperà. Se alla fine di questa bella battaglia della Creazione riconoscerai la verità della mia intenzione, allora vieni da me; Ti voglio mettere sulla cima più alta che si può dare. Ma ad UR…”, Sadhana si erge in alto, “…dichiaro la battaglia: io contro di Lui, Forza contro forza, schiera contro schiera, Opera contro opera!

843. Egli si è dato come Primo, il più Sommo irraggiungibile che Solo guida tutto. Dato che ora dipende il realizzare anche la Forza, Lui vuole impressionare me – la forza che sta diventando efficace – attraverso un Sacrificio apparentemente portato o da portare, che Gli lasci la mia forza senza lottare. Se lo facessi, questo sì che sarebbe un vero sacrificio! Voglia Egli mostrarmi il Suo, e voglio credere che è avvenuto. Voglio sacrificare le mie forze a condizione che entrambe le Forze si possano fondere. Allora voglio essere d’un senso con UR, ed Egli con me un’Entità dell’Essere, un Dominio!

844. Non è ancora stato portato nessun Sacrificio-ur e non potrà nemmeno mai essere compiuto, perché con ciò UR dovrebbe scindere la Sua personale Unità. O Giovinetto: dove si può contemplare questo Sacrificio dell’Umiltà? Dov’è la sua dimostrazione? Ah, non puoi dimostrare nessuna Sostanza conquistata che lo manifesti. Fallo, e lo voglio credere!”

- Nel Giovinetto si svolge all’improvviso un cambiamento. Eccetto i primi dei seggi, nessun figlio della Luce, meno ancora la schiera d’ombra, può vederlo realmente, ma da tutti viene percepito. Il Giovinetto cresce nell’incommensurabile. La Sua voce, bensì ancora intonata soavemente dall’Amore, è colma di un maestoso Potere. Qui parla l’Amore nella sua propria Serietà primordiale:

845. “Sadhana, tu non riconosci Colui che sta dinanzi a te; ti chiudi al linguaggio dalla profondità della santa Entità-ur. Nonostante ciò, Essa imprime in te il Suo timbro. Tu non puoi dire di ‘no’ perché interiormente ti pieghi dinanzi a questa Grandezza con la quale avrai un’eterna dimostrazione del Sacrificio-ur che non può essere visto o ascoltato, ma è da percepire da te e da tutti i figli e creati.

846. Sappi, che nemmeno tu contemplerai completamente lo Spirito-ur, non Lo sentirai mai realmente, perché Egli non si mostra a nessuna creatura nella piena Essenza! Ciò che è necessario per via delle Opere, viene rappresentato ed è comprensibile dalla creatura in modo visibile e udibile. Questo, tu lo puoi afferrare e starGli di fronte: Figura verso figura, Persona verso persona. Ed unicamente le esclusive Potenze defluenti della Divinità possono essere (ri)conquistate e portate dalla creatura, non appena (ri)diventa un figlio-ur.

847. Quanto infinitamente sublime – per te inafferrabile – sia già la perfezione del Potere-ur adeguata alle forme della rivelazione delle Opere, la puoi riconoscere dal fatto che alla totalità delle Opere ne fu data solamente la metà per l’appropriazione. Ma guarda: innumerevoli Opere, schiere di figli ed incommensurabili grandi luci, aggiungi degli eoni che erano e che sorgeranno ancora, e tutto l’insieme non sarà in grado di accogliere questa metà da cui UR ha nuovamente preso una metà per la rivelazione Personale, affinché ogni figlio possa frequentare con Lui confidenzialmente. La prima metà rimane il Potere invisibile! Un intero Ciclo con otto Anni è un unico Raggio dalla ricchezza della Sua Infinità-ur!

848. Come puoi arrogarti a provocare questo UR? Tu non vedi il Suo maestoso dono dell’Umiltà, e nonostante ciò ti si è rivelato mentre vivi ancora! Prova a contare tutte le cellule di vita che portava quella quadruplice Creazione a te completamente sconosciuta. Aggiungi a questa tutte le cellule di vita degli Anni del Pensiero-Parola-Azione- e Conseguenza-ur nell’Espirazione e nell’Inspirazione del terzo Ciclo-Azione, moltiplica questo tante volte quanto esistevano ed esisteranno delle Opere, metti tutte queste Cellule di Vita in-accanto-al di sopra-e-al di sotto, ed hai UR, come Egli è in realtà! Puoi forse capire questo? No, hai le vertigini nella rappresentazione ed hai perduto ogni misura.

849. Hai l’audacia di provocare questo UR? Se Lo hai visto, anche se soltanto una Parte, allora hai visto il Suo Sacrificio. Egli in Se stesso sarà il Sacrificio quando prenderà dalla Sua Pienezza di Potere una cellula di vita per la Sua rivelazione, affinché i figli giungano alla contemplazione più beata. Non ha Egli retrocesso la maestosità e non Si è avvolto in una forma esteriore di vita del tutto adeguata a voi? Non dev’essere questo, un Sacrificio?

850. Non vedi, figlia della Creazione, l’autorità dell’Umiltà? UR ha messo la quadruplice Briglia affinché non si riversi l’intera maestosità del (Suo) Potere in un’unica Opera! Che cosa credi succederebbe con te all’istante, se Egli allentasse la Briglia? Se Egli tiene indietro la perfezione del Suo Potere lasciando venire davanti a te un solo raggio di Vita fondamentale, l’Amore, e anche questo ancora velato nel genere dell’essenza di un Giovinetto del tutto uguale a voi, affinché tu possa ragionare con UR, dimmi: ‘Che cos’altro è questo, se non un sacro Atto d’umiltà?’

851. Quanto poco si lasci dimostrare l‘Onni-Esistenza di UR attraverso la visibilità, altrettanto poco è anche il Dono dell’Umiltà. Di cosa vuoi dubitare, dato che hai visto UR? Ma entrambi si possono credere solo con la serietà! Egli ha posto l’Opera che ti ha visto come primo Pensiero-Germoglio, su questa Sola-Fede! Attraverso questa ogni figlio raggiunge realmente il perfezionamento perfezionato! Una volta raggiunto questo, allora dopo può essere eretto un nuovo Ciclo sull’Opera di un nuovo Fondamento di fede.

852. In futuro contemplerai e riconoscerai quanto terribile sia questo contemplare, che non è mai stato previsto! La pura Fede dev’essere il più bell’atto dei figli! Che UR si riveli rispettivamente in una Forma adeguata ai particolari, è riservato benedicente all’Anno-Azione. E non soltanto il quinto e il sesto-Giorno sono stati dominati dalla terza Entità-ur (Dio), bensì anche il terzo-Anno, l’Azione, e il terzo Ciclo-Azione. Così UR ha previsto nel flusso del Ciclo il terzo-Tempo come Azione, nel quale può maturare l’Opera-figlio, per poi nel quarto (Ciclo-Anno) ‘divenire’ (quarta essenzialità=il Padre), nella Conseguenza (Anno-Conseguenza-ur), e vivere regalmente con il Re.

853. Perciò nel sommo eletto sesto-Giorno è l’Amore il regnante e il grande rappresentante della Creazione-Azione, e con esso la Pazienza. Devi ringraziare al sovrappeso dell’Amore che UR non abbia considerato la tua provocazione come assoluta. Se presiedesse una Caratteristica determinante (un’altra delle sette), ah, la tua faccenda non sarebbe quella di un Giorno-ur, ma di un Anno-ur!

854. Il perché la Legge del libero arbitrio e la prova della libertà della Creazione sono state spostate in questo Giorno, lo presagiscono soltanto i principi. Tu hai riconosciuto la doppia-Forza, ma non la sua profonda Entità. ‘L’Amore’ è una Forza doppia che domina e presiede. In ciò si vede ancora di più: che UR, nonostante il Suo Sacrificio fondamentale, ha conservato la Sua Personalità per plasmarla più saldamente in un mistero della Divinità (il Giovinetto = Gesù) per il Popolo-figlio. Non aveva bisogno di farlo per Sé; Egli era, è e rimane l’Unità-ur!

855. Se lo ha posto (il Giovinetto) sull’effetto doppio della Caratteristica portante mediana (l’Amore), prima che giungesse alla Figura interiore o esteriore (quella di Gesù non ancora attuato), allora il (senso del) Suo Sacrificio-ur dev’essere stato uno del tutto inafferrabile (per te), mediante il quale Egli ha posto la Sua posizione determinante in fondo, il che non significa che sia esclusa.

856. Se questo non ti fa ancora riflettere, Sadhana, allora la tua via è libera! Bada soltanto, in futuro, di giungere alla conoscenza tramite la fede, e non attraverso il mostrare che UR ha portato il Suo Sacrificio, e che un Sacrificio d’espiazione o della Creazione era necessario unicamente a causa tua. Se però vuoi vedere la Sostanza del Sacrifico dell’umiltà conquistata visibilmente, allora guarda ME, …e ne avrai la dimostrazione!”

857. All’improvviso si stacca un raggio dal petto del Giovinetto, con il quale Sadhana insieme alla sua schiera viene rigettata oltre il quarto-anello del Sole. I suoi creati si allontanano da lei e guardano là dove si mostra loro nell’incommensurabile lontananza lo scintillante gioco di luce, il cui Potere ora devono riconoscere.

- Ma Sadhana eleva insolentemente la sua fronte e dice che lei stessa avrebbe mandato così lontana la sua schiera, per ottenere una grande distanza dal suo Nemico-ur. Soltanto, non lo avrebbe fatto notare prima, …dato che avrebbe agito rapidamente. Ora però si vogliono radunare sull’Ataraus e rifortificarsi, perché una grave lotta sarebbe inevitabile.

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*

6,32 - Sadhana diventa Lucifero e guida l’assalto al Santuario – La battaglia di Michael

858. Entro la nona-Ora Sadhana crea un grande regno, si sveste del Negativo esteriore, ma l’interiore non lo può distruggere, e si fa chiamare ‘LUCIFERO’. In tal modo non viene mutato decisamente il suo essere, e presto crede di se stessa nient’altro che essere ‘Lucifero’ il ‘dominatore nella forza’! Da ora in poi non esisterà più nessuna amabile Sadhana, nessuna prima figlia della Creazione-ur! E’ svanita a causa dell’orgoglio, della caparbietà, colpa e oltraggio. Al posto così altamente eletto sta ora l’oscuro principe dell’ombra: LUCIFERO!

859. La nona Ora si colma fittamente con le lotte più gravi contro l’oscurità che si sta fortemente infittendo. Tutti i figli della luce lottano per la figlia perduta.

- UR rimane invisibile. Avvolto è il Suo santo Essere, avvolto è il maestoso seggio nell’Onnisantissimo, i principi provvedono al loro servizio della Creazione presso il focolare, i quattro guardiani vegliano, i più anziani pregano e i portatori del Comando ricevono le Leggi – immutabili e mutabili – che portano a Spazio e Tempo, alla Luce e anche all’oscurità. Ma ovunque sia sempre necessario, i fedeli vedono DIO nella Figura.

860. Lucifero è libero all’interno dei confini a lui posti, ma se si scontra con la luce, deve retrocedere digrignando i denti. Questo istiga la sua ira, la sua voglia di potere, fino all’insopportabile. Le schiere cadute, sotto di lui, si lamentano per la sua dura mano. Nonostante che l’oscuro sente sempre il suo potere della luce, come essere positivo si sente abbastanza forte a combattere contro la luce in modo positivo. I suoi esseri gli obbediscono; li costringe sotto la sua volontà.

861. Si pone come meta nientedimeno che prendere possesso del sacro trono, perché là è centralizzata l’Autorità-Dio creativa. Certo, si fa il conto che vi saranno delle battaglie, ma non di quelle più dure. La sua schiera è grande e la sua volontà inflessibile. Per ciò che finora era avvenuto nel Regno, gli è chiusa ogni vista. La luce abbraccia con lo sguardo l’oscurità fin nelle sue orrende caverne. Così i fedeli si sanno armare.

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862. L’ultima parola di UR (ai fedeli) è un’eredità incancellabile. Lo adorano nella fede, sentono fortemente il regnare dell’Amore e si chinano con assoluta riverenza dinanzi al Potere. Persino coloro che sono nati dopo e che non Lo hanno ancora visto, Lo amano e Lo adorano, perché i primi del trono insegnano loro a riconoscerLo come PADRE. Ovunque regna alta beatitudine, ovunque si serve l’Amore! Attraverso di questo la forza di UR è con tutti. Radunati, stanno pronti per quando la carovana dei demoni si avvicinerà al muro esteriore di luce, fin dove può spingersi attraverso le pure Sfere.

863. I due eserciti si scontrano duramente. La battaglia dura un tempo incalcolabile per gli uomini. Il muro dei viventi si mostra tanto imprendibile come il muro fondato della Creazione. Gli oscuri s’inalberano, precipitano nel cambiamento da abisso in abisso, risorgono di nuovo, per radunarsi nuovamente. Solamente Lucifero non è sottoposto a nessun cambiamento, perché lui stesso è il male.

- Sorgono dei mondi senza luce, si distruggono, gettano fuori dei nuovi corpi d’eruzione. Due poteri inconfondibili si stanno di fronte: UR e Lucifero! UR come Persona invisibile, visibile nel Potere e nella Magnificenza; Lucifero visibile nella potenza, non formabile nella forza.

864. Il Potere di UR e la forza di Lucifero si concentrano. Nel corso della singola battaglia, nonostante tutte le vittorie dei fedeli, Lucifero non si è arreso, non ha nemmeno lasciato la piazza centrale. Nel Santuario i principi hanno lottato con UR per avviare un appianamento su cui si può sostenere tranquillamente il resto. Era stato scelto Michael per rappresentare UR come Potere di luce visibile.

865. Non può essere nessun altro che il principe della spada, perché la prima Caratteristica di UR è la Volontà. Non a caso una volta ha condotto Sadhana nella sua casa ed ha aiutato Raphael nel preparare il grande pasto dell’Amore; due cose, come anche ora l’Amore possiede la doppia funzione. O UR, chi vuol notare i santi collegamenti? Chi invece li presagisce, deve chinarsi in profonda umiltà dinanzi a Te, darsi completamente nel momento della Tua illimitata Magnificenza.

866. La Creazione viene scossa da ‘Volontà contro volontà’. Una avvincendo se stessa nella brama del dominio, l’Altra nella Sua sovranità-ur! Le parti della Volontà svolgono la discordia interiormente; gli eserciti spirituali esteriormente. Lucifero si sforza tantissimo di raggiungere quella porta della luce (Ephata) di cui UR ha detto che unicamente LUI avrebbe portato attraverso questa ciò che Egli si fosse riservato. Ed eccetto inizialmente i primi, la soglia della porta non ha visto il piede di nessun figlio. Lucifero vi si precipita con selvaggia energia. – Passare attraverso questa, ed è fatta!

867. Una pericolosa ‘meteora’ viene fermata all’improvviso nella sua corsa. Lanciata fuori dalla corsa, Lucifero giace al bordo della sua via. Una spada brandita da una mano forte, animata da un’inflessibile Volontà, getta il demone nell’irrigidimento. Solo dopo un lungo tempo si riprende di nuovo, ma non manca di attaccare una seconda volta, facendo ora attenzione di evitare la spada. Ma invano! Egli stesso tende alla manifestazione della volontà. Se rinunciasse alla stessa, DIO coprirebbe l’arma e ne darebbe un altro segno.

868. La spada è la dura realtà. Allora anche Lucifero vuole portare la forza come arma, ed ecco, …gli  sorge una lancia. Il Portatore della Croce, santo, non sarà ucciso con una lancia? Coprendo se stesso, la si può lanciare astutamente, affinché colpisca mortalmente. Quale specchio nella vita della materia! Sì, la santa Guida è stata con ciò offerta, così che tutti i fedeli si radunano all’istante dietro a Michael come un cuneo di luce capace di tagliare l’oscurità, anche se fosse più dura del granito.

869. La lancia pesa gravemente nella mano di Lucifero, più pesante ancora la sacra spada nella destra del combattente di Dio, un segno di celeste cavalleria e sincerità. La spada pretende l’impiego, piede per piede; la lancia incorpora la perfidia! Un simbolo della battaglia della Creazione! Michael procede interiormente luminoso, ed esteriormente, personalmente, passo dopo passo, opprime l’astuto sempre di più con l’arma ricevuta da UR.

870. Per quante volte Lucifero scagli la lancia, l’eroe afferra quella malvagità con la mano in guardia, e la rigetta con l’estremità smussata sul suo nemico tante volte, finché la forza di quest’ultimo si indebolisce. E ora Michael si rotola come un fulmine al fianco dell’oscuro. Alla sua sinistra si fa strada Uraniel, dietro a loro Zuriel e Muriel, le loro schiere sul fronte della Creazione. Lucifero si è ripreso di nuovo rapidamente, con lui i demoni, che si schierano più fittamente intorno a lui. La lotta finale è imponente, finché il magnifico Eroe stende l’oscuro principe.

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871. Ecco che risuona un potente “È compiuto!”. Quando nell’ultima fase di questa lotta il Portatore del Sacrificio (il Giovinetto) frantuma la forza del demone, allora viene fatta la stessa chiamata, anche nella nona-Ora. – Egli guida tutti i fedeli dietro al muro interno. Come ultimo scudo vivente, passa Michael, eretto, acclamato dai figli. Ma il giubilo passa anche dietro ad un muro che si chiama ‘compassione’, poiché, appena è stata chiusa la porta della vittoria, dal Santuario scroscia una tempesta.

872. Il suo raggio fiammeggiante spalanca l’Ephata, solleva un incendio dalla quarta fiaccola (Muriel) e la mano del Giudice lo trasporta attraverso la porta di UR che Lucifero voleva assaltare. Viene aperta rimbombando, e rombando si richiudono le due ante. E ora questo incendio si protrae attraverso lo Spazio e il Tempo, devastando, ma risparmiando ‘l’Opera delle Sue mani’. L’incendio spinge davanti a sé i demoni in fuga selvaggia, frenati, i quali, inquieti, gridando, si precipitano per il Cosmo, e quando il fuoco giunge nel regno dell’Ataraus, questo si sparpaglia in eoni di parti.

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6/33 - La grande decisione dei figli fedeli: accettare il co-aiuto?  (decima-Ora)

873. Termina la nona-Ora, ma non si vede la fine del fuoco. Il peggio del Giudizio rimane velato, per Grazia. Solo un po’ alla volta i primi del Seggio riconoscono il mistero. I resti dell’Ataraus, ardenti di fuoco, percorrono ancora una volta il loro spazio; poi sono irrigiditi, e là dove si centralizza il Giudizio dell’Ira, invece del desiderio di pace, gioia e beatitudine, regnano irrequietudine, assenza di pace, sofferenza e amara morte. Le successive sette Ore del Giorno riveleranno che cosa è da svincolare vincendo a questa morte, e si vedrà se è la distruttrice di un’Opera oppure quella parte della libera volontà che la superbia voleva elevare al di sopra delle divine primordiali condizioni.

874. I principi assegnano a Raphael la prima funzione, finché si compie l’atto dell’incendio e loro possono vedere di nuovo UR. Raphael accetta, ma Michael come vincitore principale deve essere l’assistente. Muriel secondo l’ordine interiore ha eseguito da solo il servizio presso il sacro focolare durante il tempo dell’incendio. Tutti i figli – sostenendo bene la loro prova della libertà – rimangono nei primi tre anelli dei Soli; gli altri quattro vengono orientati come pre-sfere. I figli crescono nella conoscenza, i Soli crescono di luce e nella forza di irraggiamento, perché UR benedice l’Opera del Giorno dei primi.

*

875. Non è ancora trascorsa la decima-Ora, ecco che delle legioni di figure magnifiche formano un’ampia via attraverso la quale cammina una colonna di fuoco nel colore rosso di Dio. Il suo splendore è bianco come la veste del Padre, come il tappeto presso il maestoso trono. I figli seguono la Colonna, riempiendo il Santuario, le cui quattro porte sono spalancate. Fino alla porta Ephata sta schiera presso schiera; ma i loro cuori sono uniti nell’Onnisantissimo.

876. Una mano invisibile abbassa la colonna di fuoco nella quarta fiaccola, prende il ramo della vita dell’una volta amabile Sadhana che giace rinsecchito sul libro dell’Opera e lo getta sul fondo della fiaccola. Ardente in modo scuro si sprigiona verso l’alto un covone di scintille. Questo lo fa la santa, molto amara Ira! - Poi diventa visibile la Nuvola-bianca dietro al focolare. Tutti attendono in riverenza e amore, perché DIO parlerà loro. Non Lo hanno visto per tanto tempo. Hanno sentito soltanto la Sua buona voce nel tempo della battaglia. Ma ora Dio parla dalla Sua nuvola, dicendo:

877. “Figli Miei della Luce e della Vita! L’ultimo Tempo era serio, e serio rimarrà finché nel futuro possa essere strappato l’incendio dal fuoco. Voi principi ricordatevi della Parola che ho espresso quando nel quarto Giorno della Creazione sorsero le Fiaccole intorno al trono, che quella dalla Serietà basterebbe come incendio devastante, se fosse stato il caso che la protezione della Mia Santità avesse anche avuto bisogno della percezione visibile. Tutti voi, figli Miei, la percepite, e la vostra tristezza è molto grande.

878. Io, UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, invisibile nella Mia infinità, inattaccabile nella Mia Onnipotenza, ho portato l’incendio fuori nell’oltraggiato del Giorno dell’Amore! Allora è dovuto fuggire dinanzi a questo colui che lo aveva scatenato, gettandolo nella Mia santa Giustizia dell’Ira, volendo essere più alto di ME!

879. Mentre lui infuriava nel lontano abisso della Parte contaminata della Creazione, era giusto lasciare la funzione del sacro focolare al principe Muriel-Pargoa, poiché la Serietà ha potuto essere il guardiano del Mio Santuario durante quell’Ora per voi spaventosa. Ed ho parlato dell’incendio benevolo e dell’incendio carico di maledizione. Ora tutti i fedeli devono lasciar passare su di sé questo incendio diviso in due, perché l’intera Meta è raggiungibile unicamente dal limite oramai posto.

880. Vi ho chiamati ‘figli Miei’! Lo rimarrete anche attraverso la fedeltà conservata. Tuttavia, l’incendio carico di maledizione che ha causato l’inquietudine, l’assenza di pace, la sofferenza e la morte, mette un’ampia spaccatura al Giorno. Nessuna creatura irrompe attraverso il muro di fuoco della Mia suprema Serietà, perché questo sarebbe uguale ad una pontificazione forzata della creatura. E’ sorto il crepaccio tra ‘Vita’ e ‘Meta della Vita’!

881. Al caduto è impossibile raggirarlo o passarvi con violenza. Questo si forma secondo la Legge della libera volontà, e ci si domanda se voi figli volete rinunciare alla meta della vita già conquistata, per combattere ancora una volta per la meta dalla sola-vita. 

882. Voi vi siete conquistati pienamente la vostra figliolanza attraverso il riconoscimento di entrambi i Fondamenti. Non la si può sospendere!La prova della libertà sostenuta nella dura battaglia vi lega eternamente a Me! Non dovrei più lasciar valere l’amore provato dalla fedeltà per un unico figlio che ha sollevato la sua volontà al di sopra delle condizioni riservate a Me? No, e per sempre un ‘no’! Voi eravate dei figli da Me, vi siete conquistati la figliolanza e Mi rimanete figli-ur!

883. Tuttavia, a causa della caduta deve essere portata nuovamente una grave azione da parte Mia e da voi, affinché dall’opera della caduta possa sorgere un’Opera di redenzione. Qui governeranno evidentemente la libera volontà e… l’umiltà! Dall’inquietudine luciferina deve essere risvegliata la nostalgia; dall’assenza della pace la pace; dalla sofferenza la gioia; e dalla morte (spirituale) che ha colpito i caduti, una nuova vita deve giungere alla nascita! Come sarà possibile questo? Deve governare soltanto la libera volontà? Una tal immensa trasformazione può avvenire senza le Condizioni-ur?

884. Figli, ho ben soppesato le vostre domande, e la Mia risposta è: ‘Nessuna Opera può perfezionarsi senza condizioni, perché l’Anno-Azione-ur ha due fondamenti, e per raggiungere l’indicata trasformazione ci vuole un’unica condizione, che comunque è libera’. – Non spaventatevi! Dovete riconsegnare a ME la figliolanza già conquistata, e (poi) riconquistarla nuovamente attraverso l’accettazione della condizione della Via della redenzione già iniziata! Ora per questo ne siete spaventati, persino voi principi ne percepite il grave peso. Infatti, avete appena conservato pienamente la fedeltà, raggiunta la meta e assurti a figli-ur, e vi aspettate con pienissimo diritto la ricompensa. (ma) Così vuole la condizione, come se aveste combattuto per nulla.

885. Io so precisamente qual è il peso della condizione! Potrei, alleggerendo il sacrificio, sì, svelarvi ciò che la vostra accettazione Mi procurerà. Per amor vostro non vi deve essere rivelato prima che uno di voi riconsegni a Me di nuovo, senza domandare, in virtù della condizione, la sua santificata figliolanza ed è disposto a ricominciare la sua vita, anzi, in senzo stretto, una nuova vita, e scorgere la meta raggiunta nella grande lontananza, senza chiedere il perché avviene così, e quando, ciò a cui si è rinunciato liberamente, è di nuovo da raggiungere.

886. Se uno di voi accoglie questo davanti al Mio focolare, allora ha luogo una grande rivelazione del Giorno, che vi insegnerà a riconoscere ciò che è giusto. Ricordate però questo: se un figlio accoglie la richiesta, allora questa passa inevitabilmente a tutti. Il primo che si decide dev’essere in grado di iniziare per tutti la via della redenzione, sulla quale però non dovete fare nessuna domanda! Esaminatevi sui vostri campi di lavoro, e lo noterete non appena uno sarà arrivato con sforzo alla decisione”.

887. UR attende con la benedizione. Qualcuno si può donare subito? Oh, la buona Semenza della figliolanza è già diventata giusta in se stessa attraverso il patto di fedeltà alla Santità e all’Amore del loro UR! Tutti esaminano secondo la facoltà e la grandezza del loro spirito. Non ci vuole molto, ed ecco che si presentano davanti al sacro focolare, Raphael-Agralea, tenendo le loro mani nel fuoco del crogiolo d’argento, finché queste scintillano bianche come la luce.

888. Dice Raphael: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Hai dato a noi principi i Giorni dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza, della Serietà e della Pazienza, ma nel Giorno dell’Amore hai adagiato il Tuo popolo-figlio come il più bel Frutto dell’Anno-Azione. Tuttavia, in ciò che TU vuoi portare nel Giorno della suprema Fine, vogliono partecipare tutti i fedeli, anche se lo si può ottenere unicamente dalle condizioni. Persino noi principi non vediamo chiaro, benché il Tempo del Giorno abbia già sorpassato il suo zenit.

889. Dalla Pazienza e dall’Amore, Tu, UR, onnisanto, in questo Giorno sei diventato un Dio buono, un Padre della Misericordia, hai retrocesso per via dei figli il Potere della Tua magnificenza del Creatore, la Forza della Santità del Sacerdote. Io so che la Tua Umiltà supera infinitamente ogni misura di una vittoria-parziale procurata attraverso la nostra libera volontà. Oh, essa soppesa l’impiego di tutti i figli, anche il peso dei caduti! Essa è il Vaso nel quale possiamo indubbiamente posare la nostra vita vissuta finora e quella da ricominciare nuovamente sulla base della richiesta posta. Il Tuo vaso dev’essere infatti più grande del contenuto che, nell’Amore, cela se deve regnare il giusto Ordine.

890. Come potrei indugiare nel prendere su di me ciò che è così infinitamente più piccolo di quello che TU getti nella Tua bilancia del sacrificio? Ecco…”, Raphael prende il simbolo della croce dal suo petto e da quello di Agralea – entrambi s’inginocchiano – e posa il simbolo nella mano di UR, il Quale diventa visibile dalla nuvola, “…prendi (il simbolo della) la dignità che ci hai dato prima che lo conquistassimo seriamente, ma che ora potremmo portare certamente con pieno diritto. Ripendilo dalla nostra volontà, dato che riconosciamo indubbiamente la Tua condizione di salvezza che hai dovuto porre al Giorno dell’Amore.

891. Io so…”, Raphael si china profondamente turbato, “…quanto sia difficile, impiegare l’umiltà per il bene di una creatura che Tu solo puoi veramente avere. Ma è molto più difficile per Te di preservare ai Tuoi figli la ricompensa ottenuta lottando e, per questa, porre delle dure, amare condizioni. Ciò che costerà a TE, nessun figlio lo afferrerà mai in eterno, ma lo si potrà percepire a posteriori, ed io l’ho percepito, o Padre! Perciò dico: ‘Riprendi la mia meta di vita raggiunta, voglio prendere su di me la vita nuovamente posta sotto il riconoscimento della condizione, e preparare la via della necessaria redenzione della salvezza’. Come primo, senza chiedere, accolgo il grave-sacro obbligo della Creazione!

892. Noi siamo certi che la Tua Umiltà sopporta il nostro sacrificio ed irradia il peso caricato su di noi. Così sarebbe del tutto infondato il timore di non riuscire a raggiungere la nuova Meta. Qualcosa di oltremodo difficile ci potrà spingere un un abisso appena meno profondo di quello nel quale sono caduti i poveri, ma per i Tuoi figli non esisterà mai una spaccatura senza Ponte! La nostra figliolanza conservata nel Cuore di UR è il Ponte. Con questa certezza, ciò che ha da venire a noi figli, non dovremmo assumerlo gioiosi per il fatto che un figlio ha forzato spaccatura tra la vita e la meta della vita? Michael ha sostenuto la battaglia visibile contro l’infedele, ora inizio io quella invisibile attraverso la condizione”.

893. Sulle schiere si posa un sacro silenzio, cosicché si inginocchiano per adorare UR, ed anche se i più piccoli non comprendono la forza dell’Atto, riconoscono comunque liberamente che sulla via scelta da Raphael possono offire ad UR l’amore del sacrificio. Tutti i principi vengono avanti e posano nella visibile Mano di luce il simbolo del loro petto in questa sequenza: la Sapienza (Zuriel), la Volontà (Michael), l’Ordine (Uraniel), la Serietà (Muriel), la Pazienza (Alaniel), la Misericordia (Gabriel). A loro si uniscono gli angeli-guardiani, i più anziani e gli angeli-comandanti. Costoro posano solennemente i loro segni della dignità sul Libro aperto della Creazione. La Mano di luce toglie da lì i segni. Tutti gli altri fino al più piccolo figlio d’angelo stendono le loro mani verso la Nuvola, perché anche loro vogliono riconoscere la condizione.

 

894. Allora all’improvviso dietro al sacro focolare sta il magnifico Giovinetto. Posa entrambe le mani sul Libro e dice: “Lodato sia l’Amore (il vostro) che in UR ha acceso il sacro fuoco del sacrificio. Lodato sia anche l’amore con cui un figlio, nella gioia, non pensa al suo ben meritato dono percependo la tristezza di UR e cerca di diminuirla assolutamente attraverso la donazione della figliolanza conquistata. Così il Cuore di Dio percorre la via verso il Creatore, da dove conduce ancora una volta, a causa della caduta, al Padre. Perciò ora è giusta la sequenza con cui voi primi volete iniziare questa nuova via[45].

895. Sì: Amore, Sapienza, Volontà come Parte di Dio, del Sacerdote e del Creatore contrassegnano la restituzione della vostra proprietà, e da ciò, più magnificamente – incoronandovi – come Ordine-Creatore, Serietà-Sacerdote, Pazienza-Dio e come Misericordia-Padre! - Questa sequenza rimarrà fino al ‘Tempo del Sacrificio necessario’ nel quale UR eliminerà la spaccatura anche per l’avversario con la vostra figliolanza conquistata due volte. Poi varrà di nuovo quella sequenza di Ciclo, che in UR non viene sospesa nemmeno ora!

896. Non appena Raphael-Agralea (Enoch) percorreranno la via della condizione, la menzionata spaccatura sarà visibile[46]; anche a voi primi verrà velato qualcosa, affinché il sacrificio diventi perfetto. Infatti, se la Meta raggiunta vi rimanesse sempre davanti agli occhi, allora vedreste il nuovo percorso di vita nell’alta conoscenza della luce. Da ciò non risulterebbe nessun sacrificio di dedizione. Anche l’Umiltà di UR si sottomette a questa condizione. Il FIGLIO, a suo tempo, dapprima non saprà nemmeno del tutto che Egli è più che soltanto il Figlio! Egli – come voi – vedrà la meta in lontananza, e proprio per questo sarà il ‘più sublime Portatore del Sacrificio’! Nell’undicesima-Ora riceverete la preparazione; infatti la santa Umiltà e la vostra libera volontà devono stare sotto a questa Condizione-ur, e non vi verrà tolto nulla all’improvviso di ciò che vi siete conquistati.

897. UR ha parlato dell’incendio che si è staccato dal fuoco. Voi principi avete visto nel quarto Giorno della Creazione, anche se non nella sua piena profondità, che la Santità era da proteggere. Ora siete stati illuminati che questa protezione non è stata data per nulla per il fatto che la Santità è indifesa di fronte al libero arbitrio, bensì questo si riferiva unicamente a quella creatura che voleva mettere il secondo Portatore del fondamento al di sopra del primo. Questo è un muro contro l’Onnipotenza che fluisce dalla Santità, altrimenti ne sarebbe stato afferrato il caduto e – voi lo constatate rabbrividendo perché lo avete visto con il fuoco dell’Onnipotenza – che ogni creatura e l’Opera edificata nel modo più magnifico, avrebbero cessato di esistere!

898. La Santità si protegge pur sempre da Sé! Tuttavia, per la caduta, UR ha impiegato i fedeli, i quali devono offrire la protezione a questo riguardo, per addolcire la Santità irata, affinché dal Suo Potere non distrugga l’Opera alla quale, secondo il CREATORE come Generatore della Vita, anche il SACERDOTE ha dato la Sua Forza, alla quale DIO nella Sua Autorità ha preparato il corso di vita per il perfezionamento, avendo ricevuto la sua meta nel Vigore del PADRE: la perfezionabilità!

899. Dato che della quadruplice Entità di UR e dei sette Raggi di vita fondamentale, nulla è più o meno sacro, l’onnipotenza dell’incendio col Fuoco doveva includere contemporaneamente la Forza, l’Autorità e il Vigore. Tuttavia le ripercussioni sono trasmesse al Raggio della Serietà, perché questo è dal carattere determinante e portante: la Forza della compensazione!

900. Questa Forza equilibratrice ha spinto i demoni nella loro caduta. Ma com’è avvenuto che là non Verstoßunghanno perso la loro esistenza, non sono caduti nella piena estinzione? Dunque, questa è una ricompena che voi, cari figli, ricevete per amore della vostra fedeltà. Infatti, siete voi ad aver formato il muro, il quale dal fuoco castigatore ha risvegliato un doppio incendio: uno consumante, l’altro purificante! Entrambi gli incendi erano intrecciati, poiché una Mano ha preso due parti dal fuoco: la fiaccola SERIETA’!

901. Perciò un incendio non può uccidere, come l’altro da solo non può nemmeno purificare. Questo sarebbe come una dissoluzione obbligatoria! Entrambi sono – come tolti – da resituire insieme alla fiaccola; tuttavia il secondo porta il peso del primo. Perciò tu, Raphael, devi prendere su di te il secondo incendio, per estinguere il primo per la caduta.

902. Tuttavia, solo il Figlio dell’espiazione può sospendere la maledizione del primo incendio e il disconoscimento di chi ha aderito! I figli sono la ‘strada’ sulla quale il figlio del Sacrificio porta la risoluzione! Sul muro di fuoco attizzato dalla santa Serietà, attraverso la condizione accettata liberamente, è da edificare un sentiero che eleva il secondo incendio a principio purificatore: il Figlio dell’espiazione porta poi il sommo Sacrificio dell’Umiltà nel primo incendio. Tramite questo viene redenta la maledizione, e voi figli riceverete la vostra vittoria di giubilo e i perduti saranno di nuovo riportati a Casa.

903. In questo modo la spaccatura provocata tra la vita e la meta della vita viene superata, il che assicura la seconda figliolanza a tutti i fedeli che percorreranno liberamente la via. Dopo di ciò, si adempie una previsione, che tuttavia in seguito alle condizioni poste giustamente e al principio della libera volontà, non c’è ancora stata nessuna Legge immutabile dell’Opera. Soltanto, indicibilmente magnifico, deve svilupparsi attraverso il vostro libero sacrificio ciò che una volta è sorto regalmente in UR.

904. Dato che Raphael-Agralea ha parlato della battaglia invisibile…”, il Giovinetto stende le Sue mani oltre il focolare verso la coppia dei principi, che le afferrano con riverenza, “…senza dubbio, seguire il Sacrificio dell’Umiltà, così ora si indica la meta. Certamente questa non viene comunque velata; soltanto, una volta vista, non può essere perduta né per voi, meno ancora per il Giorno dell’Amore. Fate attenzione: se vi sono due noti Fondamenti, allora dominano due Polarità: il Positivo, santo da Sé, e il Negativo santificato, mostrandosi due direzioni: l’immutabile e il mutabile, valendo la consapevolezza di Forza interiore ed esteriore, tramite la quale è di nuovo da raggiungere l’Unità originaria. Allora si compie la vostra figliolanza nella conseguenza ora interamente simile, doppiamente posta in Alto!

905. Come l’interiore era, è e rimane l’originario, così da questo è sorto l’esteriore, quindi anche la figliolanza. Attraverso la libera obbedienza avete raggiunto l’interiore; UR ve l’ha confermato, anche se la sacrificate liberamente. Questa è come il più prezioso tesoro reale in UR, sigillato nella Sua camera del Cuore paterno.

Nessuno può strappare la vostra figliolanza dalla mano e dal cuore del Padre!

906. Dovete sopportare la sofferenza, l’inquietudine, l’assenza di pace e l’ignota morte, discendendo nel primo devastante incendio, nella materia che si è formata. Da questa è da riportare a Casa, per voi e  per i caduti, la ‘sesconda figliolanza’ della libera volontà, del giusto Negativo, della consapevolezza esteriore della Forza. Con ciò avrete dischiuso in voi come propria Fonte della forza i due fondamenti del perfezionamento dell’Opera giunta alla dominante Unità. Dovete unire in voi le due figliolanze, anche se nell’ambito di questo Giorno, l’interiore come vostra proprietà conservata in UR, e quella esteriore conquistata per la figlia caduta attraverso la via del co-sacrificio!

907. Nessuno di voi lo può fare per se stesso, altrimenti UR dovrebbe portare il Sacrificio dell’Umiltà a causa di Se stesso, mancando di ogni genere, soprattutto perché così il Figlio del’espiazione porterebbe il Sacrificio per Sè! Al contrario, Egli incorpora il Sacrificio! Ciò significa che in tutto si tratta della riparazione dell’ingiustizia inflitta alla Santità! E’ necessaria la piena soddisfazione, che diventa possibile tramite la definitiva capitolazione della creatura caduta. Sì, alla battaglia visibile del principe della spada deve ora seguire quella invisibile del principe della Croce!

908. L’infedele è stato vinto nell’esteriore grazie alla vostra figliolanza interiore, e verrà vinto secondo l’interiore, grazie alla figliolanza esteriore da conquistare! Da ciò è da riconoscere una profondissima sacra interazione dei Fondamenti della Creazione. Quello che prima, in eoni, è risorto nel Pensiero in UR, adesso opererà l’Azione attraverso la Parola vivente, come voi, nati nella Luce, non lo potete quasi presagire. Tutto l’interiore viene confermato attraverso l’esteriore, e questo, attraverso ciò che sarà adempiuto pienamente. E UR ha ancorato in Sé l’insieme!

909. Se voi riprendete come secondo Bene da riportare, con ciascuno, una sostanza della forza del caduto, allora attraverso l’Amore del Giorno vincerete la battaglia invisibile. Il Figlio dell’espiazione terrà la vittoria nella Sua mano destra. Questo avviene nella singola battaglia. Un figlio della luce contro la sostanza oscura. Ogni anima dalla luce deve riconquistare almeno una unità di sostanza per il caduto dalla forza da lui stesso dispersa.

910. La cosa più difficile è che attraverso la restituzione della vostra figliolanza regale vi può capitare una temporanea co-caduta, cosicché non vedrete UR, né Lo sentirete quasi nel cuore, e quello che vi conquisterete su questa via come ricco Bene, lo avrete da deporre su questo focolare per colui che è caduto. Non dovete trattenere nulla! A favore del caduto, per amore per Dio, avrete tessuto la protezione intorno alla Santità, il fitto Mantello attraverso il quale il fuoco è certamente penetrato consumando, ma per nulla distruggendo. Avreste voluto che tutto questo non avvenisse per voi, ma per quell’uno che per lungo tempo vi chiuderà il visibile UR e il Santuario, e che dal Cielo vi precipita in un ignoto, orrendo inferno.

911. Ciascuno è libero di percorrere la via oppure no ed accogliere quante sostanze di Forza saranno accolte dal caduto. Potete persino portare giù la vostra luce senza rinunciare alla vostra essenza spirituale nel senso di un sacrificio. Ciò che ne rimarrebbe magari non redento dovrebbe naturalmente portarlo in più il Figlio dell’espiazione nel Sacrificio, perché nulla può rimanere non redento! Voi stessi avete mercanteggiato con UR la meta del Giorno dell’Amore.

912. Il cuore del caduto è riservato al Figlio del sacrificio. Questo lo prenderà Lui su di Sé nella battaglia più amara, la più difficile. UR non mette all’ultimo rischio la vostra alta figliolanza. Se Gli siete dediti nella fedeltà, quanto più Egli conserva la Sua Fedeltà! La battaglia per questo cattivo cuore porta la decisione e la vittoria promessavi. Ora esaminate questo: ‘Volete agire nel segno della vostra luce, oppure – senza reminiscenza di come e di cosa avverrà nel percorso del sacrificio – con l’anima pura contro la sostanza infernale che dovete vincere e che avete da lasciare a UR senza pretesa di ricompensa, che Egli in futuro, quando la vittoria del Figlio del sacrificio riempirà l’ampio Cielo, lascerà a quell’anima per la quale valgono tutti questi scrifici, e che poi come ‘redenta’ farà di nuovo l’onore alla sua Casa Paterna’?”

913. Incerte sono le richieste, e la meta non visibile. I principi indagano negli occhi del Giovinetto, nel fuoco del focolare, nella luce del Sole-ur, se da qualche parte viene loro un segnale. Il Santuario tace! Gli angeli maggiori si adeguano ai principi, i più piccoli cercano il loro sostegno presso costoro. Passa molto tempo, di cui un tale raccoglimento ha bisogno. Un minuto dell’eternità, durante il quale viene combattuto per la decisione interiore. Ma chi può misurare il Minuto? – Il Giovinetto dalla Legge della libertà stacca le Sue dita da quelle di Raphael-Agralea, ma essi tengono strette le indescrivibili belle Mani della Benedizione, finché passa un flusso dal Portatore del sacrificio ancora segreto, su colui che al momento è il primo libero Portatore della Creazione.

914. E Raphael dice: “Giovinetto magnifico! Vedo in me la Tua Umiltà e – in parte – il sentiero di tutti noi. Oh, una via che può costare tutto: la figliolanza, la beatitudine, la vita e il perfezionamento! Eppure, …UR, il Santo-eterno ne ha posto come inizio e come meta il Suo Proprio! Perciò in questo è contenuta la direzione e il corso di tutti i figli. Se i principi di UR hanno creato la condizione nell’Amore, allora la vogliamo riconoscere grazie alla libera volontà. Se tutte le condizioni-ur sono poste giustamente, allora anche questa condizione del primo Figlio dev’essere giusta dall’origine!

915. Se per i caduti abbiamo costruito un recinto di protezione, allora anche il nostro Figlio dell’espiazione ne deve essere del tutto incluso, per il fatto che ogni figlio sulla sua via conquisti almeno una sostanza di Forza. Tuttavia deve esserci il diritto di compensare il peso dell’oscurità con la Forza dei figli. Noi grandi vogliamo rendere le cose il più facile possibile ai nostri piccoli, e nonostante ciò essi devono essere dei perfetti riportatori. Per questo noi vogliamo assumere in più le parti che magari mancano. Se UR è d’accordo con me e sostiene la nostra ampliata condizione con la Sua benedizione, allora per primo voglio andare all’inferno tante volte, quante se ne svilupperanno rispettivamente delle epoche di battaglia molto significative.

916. Se il ‘Figlio’ prende su di sé il cuore del caduto, in cui UR ha incorporato la sacra ragione, allora noi, fratelli-principi, vogliamo vincere la sua testa, che ha abbassato al basso intelletto. Pertanto, l’Amore dev’essere superiore all’intelletto! UR ci ha assicurato la vittoria finale; nella cui sacra vittoria è contenuta anche quella del nostro amore figliale contro l’intelletto giudicato.

917. Già ora salutiamo il sacro Momento che oltre tutto ci renderà beati quando davanti al sacro focolare…”, Raphael lo sfiora con la destra, “…si troverà Sadhana, l’amabile, la più bella figlia della Creazione. Quello che lei ora dissipa in modo oltraggioso, …oh, noi aiuteremo a raccogliere, lo portiamo a Casa tante volte, quante UR ce lo permetterà. Vogliamo rallegrarci di tutta l’Eredità regale che qui viene raccolta e che una volta potrà essere restituita alla nostra Sadhana!

918. O fratelli, sorelle, intonate ciò che una volta si chiamerà il ‘coro di giubilo dei redenti’! Il Santo-eterno, l’Unico, UR il Veritiero, fa che la nostra parola diventi la Tua verità! Vogliamo aiutare a salvare la Tua prima figlia ed esclamiamo come preghiera: ‘Misericordioso! Tutto si deve compiere nel Tuo unico nome UR-IMANUEL’!”

- L’esclamazione risuona fuori da incalcolabili cuori, scuote l’infinito. Quello che la ‘caduta’ aveva chiuso, diventerà di nuovo evidente.

919. La Nuvola si divide, tutti vedono UR secondo la misura del loro spirito. E il fanciullo è in Lui. Allora sanno: UR stesso diventa il Figlio del Sacrificio! Sul Suo petto scintillano nel più maestoso splendore il calice, la croce e la corona. Sulle colonne dell’altare s’infrange un profondo silenzio come un’adorazione che divampa incontro a UR. Anche i beati Lo hanno visto e, riccamente fortificati, più tardi vanno ognuno per la propria via.

920. Il Giovinetto parla ancora una volta dopo che la nuvola si è chiusa, IMANUEL! UR con noi: “Non avete chiesto nessuna ricompensa, bensì è l’amore che si dona, che si sacrifica, senza aspettarsi nulla in cambio: il vero Amore di Dio! Le altre Caratteristiche in questo sesto Giorno sono nel cerchio d’oro nel quale brilla l’Amore come ‘nobile perla’. Se un qualunque amore si mostrasse diversamente, non afferratelo, perché allora non è nessun Amore di Dio!

921. Quello che UR affida al Suo Amore, è ancora nascosto per voi più piccoli. Tuttavia avete visto lo splendore che – completando il Giorno – genera una magnificenza che supera ciò che è stato finora! Quello che UR attingerà nell’alta Mezzanotte dalla Sua fonte, sarà quella Corona con sette punte e adorna con sette pietre preziose, l’una così preziosa come l’altra. Ora badate affinché questa magnificenza diventi la ricompensa del Giorno per tutto l’Anno-Azione-ur!”

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6/34 - Uraniel conferma per tutti la disponibilita’ al sacrificio   (undicesima-Ora)

922. Tanto di sacro è stato dato, tanto di sacro lo ricevono Spazio e Tempo. Nel Santuario si chiude la cortina; il padiglione rimane aperto. Allora tutti entrano, ricevono la consolazione, adorano e raggiungono la loro maturità per il grande Sacrificio. Nell’Onnisantissimo operano i principi. Quando adesso, dopo l’abbondante lavoro termina la decima-Ora, UR chiama tutti i primi ai seggi. Loro servono davanti alla Nuvola-bianca, adornano il focolare e prendono i loro posti. Il seggio di Sadhana è vuoto, e questo vuoto pesa. Loro sentono per la prima volta la Parola di UR così come se risuonasse nei loro cuori; colma il loro interiore come qualcosa di afferrabile e Lo vedono in sé come la cara Immagine.

923. Egli dice: “Miei primi! La Mia voce vi guiderà sempre, anche quando ciò che è contemplabile scomparirà quasi del tutto. La ‘caduta’ pretende il perfezionamento interiore attraverso il principio esteriore della vita. Per questo ne ricevete da Me la facoltà. Nel Giorno della Sapienza il portatore dell’Ordine ha posto la conoscenza sul sacro focolare (cap.3,21-22), cosicché attraverso l’esteriore si potesse conquistare l’interiore che fosse da restituire a Me come dono. Il completo ritorno nel Mio interiore è stata la visione di Uraniel, che può e troverà la conferma attraverso il vostro amore ora concesso.

924. Però vedete, se si lascia ad un altro il campo con una Legge valida, allora è un prestito, ma non un dono! Il ricevente non ne può fare quello che vuole. Una volta avete offerto a Me la vostra conoscenza come dono. Quindi, non sono stato autorizzato a farne ciò che Mi piaceva? Parlate! Perché il Pensiero, come pure la Parola, l’Azione insieme alla sua Conseguenza, devono servire alla Mia Opera”.

925. A questo invito, Uraniel si fa avanti e dice: “O UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Se fosse necessario dare nuovamente la conoscenza, allora lo faremmo; ma data una volta, non c’è bisogno di rinnovarla. Quando abbiamo deposto il dono sul Tuo focolare, l’abbiamo affidato alle Tue onnipotenti mani. E’ sufficiente che TU lo sappia, se a quel tempo eravamo già in grado di collegare con ciò un assolutismo per TE.

926. Una buona Opera conferma che non era un prestito, come anche Tu hai dato la vita senza alcuna restrizione. Oh, tutte le Tue alte Opere sono orientate sulla reciprocità. Non lo può pretendere un solo lato e l’altro deve dare. Deve svolgersi una reciproca donazione pareggiante nel libero servizio.

927. Questo richiede una base sicura sulla quale la reciprocità deve guidare alla maturità. E persino il suolo ha bisogno di cura, per far crescere ulteriormente la conoscenza. La pre-conoscenza, che io chiamo ‘fondamentale’, mostra a tutti i figli maturi per lo sviluppo, l’inizio posto, senza il quale – limitato nel Tempo – non esiste nessuna fine. La fine non porta nessuna cessazione, bensì il raggiungimento di una meta dalla quale può nascere rispettivamente un nuovo inizio.

928. Questa conoscenza fondamentale ci trasmette l’assoluto sapere che tutto il ‘divenuto’ è proceduto unicamente da UR, e in tal modo Egli è l’Unico, il più Supremo e Procreatore e Scultore della vita, il più perfetto. Mai una creatura può stare approssimativamente sulla stessa elevatezza della perfezione, sulla quale UR fa splendere il Suo creare, per non parlare affatto della Sua personale Perfezione.

929. Questo dimostra che anche la reciprocità ha bisogno dell’inizio, come ogni Opera, come ogni essere. Con ciò era, è e rimane UR il primo Donatore di tutti i doni, ed è lasciato a LUI se Egli, allo scopo del perfezionamento di una qualche faccenda, una volta dà dei doni anche solo come prestito. Tuttavia, considero questo dalla vita che fluisce dalla Sua Santità, la quadruplice Entità-ur rivelata a favore dei figli, come anche le parti dell’Opera lasciateci dai Suoi sette raggi di Vita fondamentale, come un immutabile dono della Sua magnificenza di Creatore!

930. Da questa Magnificenza del Creatore, dal frutto del Potere che rimane riservato a Lui eternamente, si forma ogni dono. Il Dono complessivo è EGLI stesso! Lui Si è dato a noi, noi ritorniamo nel Suo interiore; noi come Opera incorporiamo la Sua Entità! Questo è un pinnacolo di quel tempio dei nostri cuori, ed Egli entra in questo come Creatore, e sotto la Sua mano noi possiamo creare le Sue Opere.

931. Così Egli governa come sommo Sacerdote Melchisedec nella parte santificata del nostro tempio, noi stessi come i Suoi aiutanti sacerdotali. Come Dio-Bontà, come UR che si rivela nei Giorni della Pazienza e dell’Amore eseguendo con noi la Sua maestosa Opera di salvezza per la quale dobbiamo essere resi capaci. Tuttavia EGLI è la nostra grande Luce! Siamo certi che l’oscurità attraverso la nostra piccola Luce benedetta da Dio – adagiata nella Sua Luce-ur – si lascia rischiarare. Tutto questo abbraccia quello stesso Dono di UR dal quale anche a noi viene la giusta parte dell’Entità Paterna; ma per la reciprocità siamo gli adempitori. UR ci ha dato il Suo IO, – e noi Gli dobbiamo dare il nostro.

932. Quanto meno Egli può diventare creativo attraverso i doni offertiGli, tanto meno noi, dai doni a noi sopraggiunti, ciò che Egli è unicamente ed eternamente! Proprio nella compensazione dei doni, Egli rimane UR, l’Onnisanto, l’Unico, il Veritiero, come noi rimaniamo ciò per cui il Creatore ci ha chiamati: ‘il figlio’! La reciprocità ha questa conduzione fondamentale, la cui origine giace nella sacra Fonte della Mezzanotte. Vedi, o UR, tutto rimane proprio il Tuo Dono, anche quello che noi Ti possiamo restituire nell’umiltà e nell’amore. Approfitta pienissimamente della nostra offerta; rimane del tutto la Tua Proprietà!”

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6/35 - UR e la necessità della redenzione e del Redentore per l’incoronamento

933. (parla UR): “Ben per te, figlio dell’Ordine, benedetto dall’eternità; hai parlato in modo giusto, la Mia Opera ti ringrazia per il dono. Dev’essere svelato ciò che le Mie mani ne formano, vale a dire: con le creature fornite del Mio Spirito, benedette come anime e, da ciò, create a figli per eseguire il perfezionamento dell’Opera con la reciprocità nell’imponente Ciclo-Azione. Senza di Me non potete essere figli; senza di voi non sono un UR rivelato!

934. Io ho iniziato il cerchio delle Opere; Io solo lo termino. In questo immutabile dato di fatto giace il principio della vita, sia quello del Mio Essere-ur, come anche della Mia e della vostra personalità. Sì, ciò che Io sono non Lo potrete mai essere, come non potrete nemmeno mai afferrare coscientemente l’inizio e la sua fine dell’anello di vita. Però, dato che voi siete il contenuto di questo anello, allora potete, dovete e vi è permesso di perfezionare, anche dal Mio Io ciò che è lasciato ad un Giorno della Creazione.

935. Questo è il dono universale della vita con il quale potete operare come volete, come anch’Io posso, con i vostri doni, secondo il Mio divino piacimento. Se tutti i doni vengono detenuti dalla luce e valutati, quando li posate continuamente sui due fondamenti della Creazione, …oh, allora la Creazione del Giorno diventerà la vostra co-Opera, come appunto tutti i Giorni sono e rimangono Miei. L’ulteriore decorso del Giorno vi mostrerà i reciproci effetti di un dono certamente accettato, ma non valutato secondo la sua costituzione.

936. L’esteriore Opera-filiale deve essere conquistata, ma la fedeltà e la libera obbedienza vi conservano l’unione con Me. Il terzo Mattino dell’Anno-Azione ha accettato il vostro dono, è stato preparato nel modo più giusto per questo Giorno dell’Amore, perché l’Ordine lo accoglie, la Volontà lo conserva, la Sapienza lo valuta, la Serietà ne aggiunge la ricompensa della Benedizione. Destatevi! Il Giovinetto ha detto: ‘Dovete percorrere la via senza ricompensa, fare nulla per voi, ma tutto per il caduto!’. E ora vi parlo della ricompensa…!

937. Miei primi, ogni dono cela in sé ciò che non ha bisogno di sorgere prima in aggiunta. La Mia Sapienza ha creato la misura meravigliosa che ogni reciprocità contiene: contemporaneamente il dono e la ricompensa. Da ciò che Io vi do, questo rifluisce attraverso di voi a Me, …la Mia ricompensa! Quello che fate a Me o a qualcun altro, affluisce in voi nello stesso modo come ricompensa. Questo rende perfetto l’anello della vita, la cui fine – sfociando nel principio una volta iniziato – non sarà comunque mai il suo inizio. Qui la Sapienza ha pre-provveduto nel modo più magnifico!

938. Se riconducete il vostro inizio a Me, allora dal vostro ingresso ne risulta un’uscita largamente magnifica. Ogni inizio cela tutti i perfezionamenti raggiunti, il che significa che – progettato da Me – è un divenire del tutto nuovo. Le parti del Potere, Forza, Autorità e Vigore lasciate alla Creazione hanno un’inaudita duttilità; soltanto, non sono estese. Nessuna meta si chiama ‘smettere’! Questo succede con ogni cosa come con ogni figlio. Quindi in ogni anello della vita, ogni inizio ha anche la sua fine, la quale, sempre crescendo, genera un nuovo ‘divenire’.

939. L’anello della vita conserva la figliolanza. Con la sua restituzione siete arrivati ad una fine, che è come un proprio inizio, perché vi dovete conquistare la figliolanza per la seconda volta. Non ho veramente tolto qualcosa? - O figli! Oltre ogni reciprocità, IO rimango l’eterno Donante, il giusto Signore! Però, non appena qualcuno guarda alla ricompensa oppure fa soltanto qualcosa per questa, anzi ne porta persino un sacrificio, là la ricompensa cade in sé.

940. La vostra seconda battaglia è più difficile della prima. Allora si tratterà di riflettere su ogni passo, per non perdere di vista la meta e compensare il passo con la meta, altrimenti entrambi saranno inutili. Chi bada soltanto ai suoi passi, perde di vista la meta; ma chi pensa soltanto alla meta, perde tutta la via! Attenetevi saldamente a questo, Miei primi, ed insegnatelo a tutti i figli. Rimanete per loro delle buone guide, come Io sono e rimango il Conducente migliore e più sublime.

941. Il Giovinetto ha parlato di spaccatura e ponte. Su quest’ultimo è da portare il co-sacrificio per gli esiliati, e per i redenti è da riportare di nuovo su nella Luce. Con la scelta del principe del Giorno ho detto che il Ponte era da erigere su due pilastri delle condizioni, cioè sulla riconoscenza della Mia Personalità-ur e sulla libera obbedienza del figlio. A ciò ho collegato l’insegnamento che le Caratteristiche devono formare questo Ponte, ma che l’Amore vi deve passare ora per primo per provare l’aggravio. Allora avete creduto che avessi rivelato questo perché l’Amore era il dominante del Giorno.

942. Certamente anche questo è valido, ma l’Amore non è mai l’unica Caratteristica che dal principio rende possibile la Meta. Ogni raggio di Vita fondamentale può essere la primizia che è da condurre nell’oscurità dal suo portatore-principe. Avete edificato questo Ponte nell’unione attraverso l’obbedienza. Diversamente dovrebbero apparire due motivi, e cioè, che le Caratteristiche sarebbero dei raggi differentemente dotati di forza; inoltre, che voi non avreste superato uniti la prova della libertà della Creazione.

943. Voi sette siete uniti nella Mia destra, quindi – come sempre – le stette-stelle hanno anche in questo Giorno lo stesso diritto. In questo è da riconoscere senza dubbio che l’Amore non diventa il primo per costrizione, nemmeno perché è co-regnante nell’Anno-Azione, ma perché voi avete conservato liberamente il vostro amore al ‘caduto’ e volete percorrere per lui la strada del sacrificio. Questa decisione all’azione poteva sorgere unicamente dal diritto di uguaglianza delle sette Caratteristiche.

944. Ho ‘previsto’ questo divenire ed ho fatto in modo che l’Amore sia ora il precursore dell’ulteriore sviluppo. I raggi di Vita fondamentale rimangono sovranamente esistenti in Me e per l’Opera nella successione originaria; (solo) per via della caduta l’Amore diventa il perfezionante dell’altra conseguenza temporanea, che però si estende unicamente sulla conquista dell’Opera-filiale, attraverso la quale è dato il ritorno dei caduti, ma per nulla sull’intero sesto Giorno della Creazione, meno ancora sull’Anno-Azione-ur!

945. Perciò esso può essere ben il primo per il tempo della caduta, ma era stata la SERIETA’ che ha conservato all’Amore il suo Giorno del creare ed anche la libertà alle creature. Quanto vale la Mia indicazione di tendere equamente alle Caratteristiche nonostante la temporanea pre-posizione dell’Amore, lo ha riconosciuto già allora Raphael. Se questo Giorno fosse da lasciare unicamente all’Amore, allora non ci sarebbe stato nessun bisogno della pre-elezione della Misericordia. Invece è stato il principe Gabriel che Mi ha posto per primo la condizione a Me, a UR! Perciò la Mia contro-richiesta ha potuto riguardare tutti voi sette insieme.

946. E’ stato lasciato a ME quale Entità dovesse sostenere la condizione. Dovevate avere la libertà nella stessa misura attraverso chi e che cosa volevate formare la Mia contro-richiesta. La vostra condizione elevata nella Misericordia è stata questa: ‘Protezione della santa-eterna Corona-ur!’. Dato che la corona si basa sul principio del PADRE, la sua protezione poteva assumerla soltanto la parte del Mio Cuore di Sacerdote, e là in particolare la Serietà. Io ho già corrisposto alla vostra condizione, poiché la Serietà con l’incendio della fiaccola ha separato i caduti dai giusti. La Mia richiesta è stata: ‘Protezione a ogni figlio che dopo una caduta dalla libertà, per quanto profondissima, avesse di nuovo nostalgia della Mia Luce! Protezione a ogni figlio che vive coscientemente!’. Naturalmente, richiede un lungo tempo rendere eternamente reale la Mia richiesta, poiché grande è il numero dei caduti e profonda è la caduta.

947. Potete compiere insieme la vostra Opera, mentre il Figlio del sacrificio verrà generato soltanto dall’Entità di Dio della Pazienza e partorito dall’Amore. In questo si rivela la redenzione, quella dei caduti e quella fondamentalmente santa che il settimo-principe ha preteso in anticipo. Allora non si poteva svelare il mistero, perché non aveva valore né l’una né l’altra redenzione. Mentre ora, in cui la prova della libertà della Creazione da parte della prima figlia non è stata superata, non è stata sfruttata la libertà concessa per l’afferramento del Potere, e le condizioni giustamente poste sono state respinte, è da svelare anche la Mia redenzione fin dove ha a che fare con il Sacrificio della Creazione diventato necessario. Una cosa sia detta per la comprensione: ‘Nulla può succedere nell’Opera, che non succeda anche in Me, a UR!’

948. Che cosa significa ‘redenzione’? Non significa già nel suo significato, che una cosa che si è staccata da un’altra, a cui era stata legata giustamente o illegalmente, riporta la libertà perduta e distrugge la caduta che ha perso la libertà? Chi è il suo Garante che diventerebbe il ‘Redentore’? Miei primi, riflettete sulle domande e guardate in qualche profonda santità. Tuttavia ascoltate la Mia Parola, la quale vi porta chiarezza come ne ha bisogno il Giorno.

949. La redenzione deve essere formata liberamente, cosa che è possibile al Figlio del sacrificio. Per quanto diventi onnicomprendente il Suo Sacrificio, Egli non può liberare il caduto con la violenza, perché allora mancherebbe il meglio alla Sua Opera: la consistenza dell’eternità! Piuttosto, deve abbattere la prigione, portare la Sua luce nel suo buio, mentre il prigioniero nella propria notte deve conoscere, riconoscere la luce e scegliere la via verso la libertà. Nel momento in cui il caduto agisce per conoscenza e pentimento, il suo Redentore cammina davanti a lui come Luminare, affinché non perda la strada della liberazione.

950. Ma voi domandate: ‘E la Tua redenzione? Per Te, in genere, può trovare validità una tale? Quale rapporto ha con il Sacrificio della Creazione che vale per il caduto e per il suo seguito? E’ impossibile, se esistono, prendere i due generi da un’Origine, oppure assegnare loro persino la stessa meta finale! L’oscurità non dimora nella Luce, e i demoni non presso i Tuoi fedeli figli’.

951. Miei primi, benché è difficile crederlo, i due generi di redenzione sono comunque intrecciati nella croce, perché altrimenti nessuna azione conclusa in sé otterrebbe il suo ‘è compiuto’. Vi ripugna accettare che la redenzione spettante a Me sia strettamente coinvolta con quella dei demoni. Mi vedete stare al di sopra di ogni Opera! Questa contemplazione cela tutta la vostra piena Forza. Ben per voi, figli Miei! Ma pensate a questo: se Io stessi sempre al di sopra di ogni Opera, in verità, come dovrebbe avere l’incoronamento tramite Me? Nessuno, nemmeno voi principi, può unirsi a Me, se Io non discendo dapprima dalla Mia santa elevatezza verso coloro che ho lasciato divenire! - Rimarreste sempre delle creature, se dalla Mia sovranità non lasciassi l’Essere-ur!

952. La suddivisione in quattro punti essenziali è il discendere-a-voi, è il Mio Sacrificio-ur, quel gradino compensante sul quale il Creatore e la creatura si possono incontrare liberamente amandoSi. Era da allacciare a questo punto d’incrocio, affinché da creature diventassero ‘figli’. Nessuna creatura sperimenterebbe quel miracolo della trasformazione, nel senso del Regno dei figli – simile alle creature – nel rivelarMi a loro! Ed è successo!

953. Non potrei mai parlare di un Sacrificio-ur, e non sarebbe mai stato possibile che a questo debba seguire adesso il Sacrificio necessario della Creazione, se una creatura-figlio non avesse visto il Mio volto! Se nel Mio Essere-ur stava – per diritto – questo punto d’incrocio, secondo il quale Mi sono posto nel luogo di vita di un figlio allo scopo del più sublime perfezionamento di tutte le Mie Opere, allora anche i due generi di redenzione varrebbero come un Punto d’incrocio. Non soltanto sono dipendenti l’uno dall’altra, no, devono essere condizionati dalla caduta, perché altrimenti nessuno avrebbe una verità di vita.

954. Vi chinate rabbrividendo dinanzi alla maestosa Autorità. Certo, solo il Giorno successivo (il settimo) ne rivelerà la reale profondità. Tuttavia, in seguito alla vostra fedeltà dovete avere ancora un’indicazione: prima che si formi l’ultima fase della redenzione, dal mistero del collegamento sarà svelato ancora qualcosa, perché allora la luce potrà operare la Forza d’irradiazione anche nell’ultima regione oscura.

955. E così ascoltate: – Il Mio Sacrificio-ur non ha nulla a che fare con i due generi di redenzione. E’ una sovranità per sé, non dovuta originariamente, non per prevenire una probabile prova della libertà non adempiuta, e non per iniziare in anticipo delle vie di redenzione, bensì per tutti i figli, per il Regno della luce! Tuttavia ora non esisterà più soltanto per i fedeli, sarà in vigore anche per ‘la caduta’. Non ho preso il necessario Sacrificio dal Mio Sacrificio-ur, il quale renderà possibile alle creature quell’unione con Me da formare liberamente. Questa possibilità è creata da tempo; è indipendente dalle conseguenze di una prova di libertà della fedeltà e della caduta.

956. Il Mio distacco non si può scindere del tutto da quello dei demoni. Guardate la Luce: non Mi distacco da Me stesso né dalle Opere, indifferentemente da come si formano innanzitutto e quali Spazio-Tempi inghiottano, nemmeno da una qualsiasi solitudine. Io vi libero dalla Parola data da Me stesso, perché volevo nascondere il Mio onnisanto Essere-ur fino al momento in cui sulla via della Legge del libero arbitrio, diventassero da ‘creature’ a ‘figli’!

957. Non Mi sono dato questa Parola per via di Me, ma Io solo non Me ne posso esonerare! Se lo facessi, dovrei portare al perfezionamento la Mia Opera della libertà così magnificamente costruita, secondo il Potere, il che spezzerebbe la parità di Rango dei due Fondamenti; oppure dovrei magari accontentarMi di formare o dissolvere arbitrariamente delle belle Opere sotto l’impulso dell’Entità del Creatore! Allora sarebbe certamente illusorio il collegamento tra il Padre e i figli, e con ciò anche la parte dell’Essenza di Dio e del Sacerdote sarebbe appena più che un fenomeno secondario.

958. Se ho posto delle condizioni, allora dovevo darle dapprima a Me stesso. Questa è la Giustizia di base che concedo ai Miei figli, perché tutto si compie prima attraverso di Me in Me, prima di dare a un’Opera una parte del peso. La condizione collegata con il Sacrificio-ur oppure a quello dell’Umiltà, è questa: – l’Opera-figlio deve liberarMi, staccarMi dalla Mia Parola! Questo è iniziato quando per la prima volta, dei figli, grazie alla libera volontà attraverso il mantenimento delle condizioni dell’Opera, Mi hanno conservato la fedeltà, e così hanno superato la prova della Creazione, e ciò terminerà quando l’ultimo figlio si distaccherà dall’esistenza di ‘creatura’ ed avrà conquistato con grazia ‘la figliolanza’.

959. Con quell’Atto la Mia Parola come assoluta realtà sarà riscattata. In questo senso è da considerare la redenzione a Me conservata. Allora si dimostrerà che il maestoso Anno-Azione-ur, anzi il Ciclo-Azione, è un miracolo in tutte le sue singole fasi, inspiegabile a nessun figlio. Allora deporrò di nuovo il Mantello (la velatura) creato da Me per i figli stessi e Mi rivelerò nella suprema Luce per tutti i successivi Tempi della Creazione come Colui che sono: UR!

960. Dopo seguirà il grande Punto di incrocio o di svolta in cui tutti i figli coglieranno liberamente il loro ATMA dalla Mia Luce-ur, il che li renderà capaci di regnare realmente accanto e con Me sotto l’Autorità rivelata della Mia Personalità-ur! Vi sembra regale quello che ora realizzerete voi primi, …ed è comunque appena un debole riflesso di ciò che in futuro creerà la redenzione della Mia Volontà? Sì, vedete, così si svolgerà ciò che è riferito a Me, e questo, solo in vista del fatto che tutti i figli devono avere la redenzione.

961. È per questo scopo che ho posto la redenzione nel Mio Io, la quale non dev’essere affatto confusa con la redenzione iniziata ‘dei caduti’. Che la parola ‘redenzione’ è potuta iniziare solamente quando si è svolto il distacco dei caduti, non ha quasi più bisogno di nessuna spiegazione, nemmeno che in quest’unica sequenza entrambi i generi di redenzione dipendano l’una dall’altra, ma che non sono mai da mettere alla pari l’una con l’altra.

962. Ciò che ascoltate richiama in voi una volontà che è sorta dapprima in Alaniel. Per questo vi voglio graziare, il che significa quindi, che la vostra decisione deve diventare un sottilissimo riflesso del Mio Sacrificio d’umiltà di una volta. Sì, La Mia Volontà di decisione nel Ciclo-Pensiero Mi ha dato subito nella Mia mano di Creatore la meta come vittoria a cui ho teso! Allo stesso modo voi conquistate ora la vittoria del pensiero, poiché la vostra volontà di decisione è di portare con tutti, i giusti mezzi a vostra disposizione: la disponibilità al sacrificio, il co-portare e la co-redenzione, incuranti del fatto se e in quale modo o al di là del Tempo, la vostra Vita debba essere tolta dalla Luce.

963. Anche voi volete stendere su di voi il mantello dell’umiltà e andare al punto d’incrocio, dove la grandezza della vostra luce s’incontra con la stessa grandezza dei demoni. Ciò che questo significa, è meglio che rimanga ancora nascosto, altrimenti il vostro intervento sarebbe troppo scarso, tuttavia il Giorno della Misericordia (il settimo) lo farà risplendere magnificamente nella sua prima Ora del Mattino. Sperate in questo, costruite su questo con la vostra Forza che vi accompagnerà nella regione dell’oscurità. Anche su di voi ricade perciò un simile genere di redenzione come su di Me.

964. Presto il Giovinetto porterà ancora una volta ad ognuno il Mio Amore come ‘Forza della consolazione’; poi, con l’inizio della dodicesima-Ora si chiude la contemplazione di UR. Solo raramente la Mia mano guiderà voi primi al focolare. Il padiglione antistante rimane aperto; in esso viene benedetto ogni figlio che va nell’abisso. Là sarà anche accolto quando ritorna di nuovo a Casa vittorioso[47]. Per entrambe le vie sono previste delle sfere intermedie[48], e Raphael per primo con i suoi fratelli guiderà queste Opere.

965. Badate alla Mia voce, anche se qualche volta echeggerà soltanto in modo molto basso. Se risveglierete l’autentica nostalgia, allora il vostro cuore accorrerà a Me come con delle ali. Ricordatevi di quando una volta avevate le ali. Se nell’oscurità avrete il desiderio di Me, allora verrete sollevati in Alto, non importa se è sia già iniziata l’Ora del ritorno a Casa oppure no.

966. L’Ataraus è distrutto, ma ho conservato la sua Sfera. La redenzione si svolgerà nello Spazio della materia ri-costituito; Io compirò l’Atto più sublime, però la via verso l’abisso e il ritorno conduce attraverso la sfera dell’Ataraus. Io consegno la sfera ad Orytam-Hagar, e sulle quattro coppie di Soli che una volta circondavano l’Ataraus sono da preparare le stazioni principali. Impiegate i soli Orakania ed Hagarma come punto d’inizio e di fine, affinché Lucifero riconosca che il suo principio della Vita fondamentale, SADHANA, non potrà mai staccarsi da UR!

967. Quello che discendendo vi viene nascosto benevolmente, lo deve vedere – per quanto utile – il ‘caduto’, e rendersi conto della sua impotenza. Così lo aiutiamo alla conoscenza e, in tal modo, la vostra Opera s’ingrandisce. Quindi l’Atto che vi separa dalla Luce-ur nella parte più essenziale, è su misura per unire tutti i successi con il successo del Figlio del sacrificio. Ora andate, voi fedeli! Io, il vostro UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, certamente ora invisibile, sono con voi come IMANUEL, ancora più potente! Aspettate davanti alla terza porta il Figlio dell’Amore. Amen! La Mia Benedizione-ur inonda tutte le Opere, e la rivelazione della Grazia vi rimane sempre conservata. Amen!”

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968. È difficile per i primi staccarsi da quel luogo; questo per lungo tempo non lo vedranno più, anche se porteranno certamente l’immagine nel loro cuore. UR ha lasciato divenire visibile il Suo Essere per la più bella gioia della Creazione di tutti i figli, e per loro deve anche rimanere conservata visibile come immutabile legame e ri-legame tra UR e i Suoi figli. Egli ha dato alla Sua Opera pensata la formazione più splendida, perciò sarebbe incompleta se attraverso la sua visibilità non ricevesse l’incoronamento, ripiena della Grazia. Tutti hanno visto questa Corona supremamente maestosa: UR stesso! Con pienissima dedizione, e tuttavia con il cuore pesante, rinunciano a questa magnificenza, …per il caduto.

 

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6/36 - La preparazione degli otto gradini per la via di ritorno dei caduti

969. Il tappeto rosso conduce fuori nell’infinito, perché la via è prevalentemente condizionata dall’Entità di Dio. I primi non aspettano inattivi e sentono la crescente meravigliosa influenza che passa dal tappeto su di loro. Ecco che il Giovinetto esce dal Santuario. Oh, con quale riverenza si chinano dinanzi a Lui. Egli si reca tra di loro con un gentile sorriso, fa passare Raphael alla sinistra, Michael alla destra e, come un Amico, li conduce lungo la via rossa. Gli altri seguono. Nessuno si sente trascurato. Ognuno sa: ‘Il combattente visibile (Michael) e quello invisibile (Raphael) devono stare là dove saranno chiamati’.

970. Dove entrano, il Giovinetto viene accolto con riverenza, nella giusta misura anche i primi. Non meno grandi sono la beatitudine e la gioia che rende felici tutti i figli. Nelle sfere viene preparata la via esteriore per la redenzione. Le quattro coppie di soli dell’Ataraus, fin dalla lotta di Michael, non sono più stati visitati. Quanto sono tutti stupiti, soprattutto gli angeli-guardiani, quando ritrovano questo sole nel modo più meraviglioso. Sì, credono, come se la sua pienezza miracolosa fosse ri-cresciuta..

971. Sull’Orakania, il Giovinetto dice: “Voi primi e voi figli di UR, santo-eterno, che attraverso il pieno superamento della prova della Creazione avete conquistato la figliolanza-Spirito, ora inizia il sentiero che non siete obbligati a percorrere, che però è la vostra libera disponibilità al servizio che, intrapreso gioiosamente, fa ottenere l’Opera-filiale resasi necessaria per la caduta. Tramite questa viene ora reso possibile al distaccato, di chiamarsi ancora una volta ‘figlio’, e ritornare a Casa dal Padre, il Quale vuole conservargli l’Eredità della Corona attraverso la vostra co-sacrificazione.

972. Il ritorno dello smarrito deve svolgersi interiormente ed esteriormente. Per questo il Figlio dell’espiazione edifica il Fondamento, e la via su questo ed attraverso lo stesso viene rivelata, cosicché tramite voi può, deve ed avrà, la più bella verità della Creazione. Avete sacrificato molto. La vostra figliolanza-Spirito vi sembrerà come sprofondata, perché su questo Tempo si estende una nebbia, che qualche ritornato non riuscirà subito a sfondare. Invece quello che necessitano il Giorno e la vostra gioia, sarà riconoscibile. Dopo la vittoria del sacrificio, voi primi contemplerete più profondamente, e poi saprete che era meglio conservare il mistero, finché la vittoria del Figlio potesse avere la sua Rivelazione esteriore: la frantumazione del carcere.

973. Il quinto Giorno poteva portare a voi principi la figliolanza, non soltanto dal divenire dello Spazio e del Tempo nel senso del perfezionamento dell’Anno-Azione-ur, bensì anche da voi attraverso il riconoscimento e l’osservanza delle condizioni poste giustamente e riservate a UR, ugualmente attraverso l’impiego della Forza nel principio della libera volontà.

974. Quanto magnifico sia stato ‘il progresso’, sarà riconoscibile nel fatto che la Forza abusata non può essere paragonata con il sacrificio della Creazione. Allora Sadhana sosterrà pure in seguito la prova della libertà nell’ambito dell’Opera-filiale. Soltanto, nel frattempo non deve affluire nessuna luce, poiché l’inesprimibile Atto-ur deve risvegliare nei ‘precipitati’ un’eco, e l’UMILTA’ diventerà una Legge inesorabile che poi deve rimanere loro da osservare!

975. UR ha spiegato che un’oscurità che poteva sorgere, non avrebbe avuto la minima influenza sul decorso dell’Anno-Azione-ur, perché il Suo Sacrificio-dell’umiltà esisteva già prima che un Pensiero-figlio giungesse all’esistenza auto consapevole, e dato che fattivamente non è in nessun collegamento con la caduta, ogni ulteriore sviluppo si compie unicamente nell’ambito del Sacrificio-dell’umiltà, mentre il Sacrificio necessario della Creazione si riferisce alla parte d’ombra che nella sua struttura esteriore sostanziale è di nuovo un po’ alla volta da dissolvere, e in questo ‘rifiuto allentato’ è da riportare alla luce.

976. Anche se vedete i frantumi, domandatevi comunque da dove prende il ‘caduto’ le sostanze per la sua costruzione. Ricordate come una volta avete suddiviso inutilmente le dodici-porte del muro di luce. Dopo la miglior risposta di Zuriel avete riconosciuto che ‘Ephata’ appartiene unicamente a UR, attraverso la quale Egli porterebbe la Sua luce nello Spazio e nel Tempo di tutti i Giorni. Ora riconoscete il sorgere della struttura della materia, ed Io voglio rappresentare il vostro sapere – riassumendo – come segue:

977. Se al primo-Fondamento sta di fronte il secondo nel giusto equilibrio, questo all’interno del suo ambito deve avere la possibilità al libero mutamento. Così come attraverso la capacità, l’istruzione e la conoscenza dall’Essenza spirituale siete divenuti essenzialità spirituali; così all’inverso, dall’Essenza può sorgere una fulgente sostanza esteriore, che ovviamente manca dell’Essenza-Spirito. Se questa sostanza formata, viene in più, liberamente opposta alle condizioni poste giustamente, allora le sostanze di Forza lasciate diventano un’entità oscura. Questa, in seguito, non è provenuta dalla luce all’essere-contrario-a-UR, perché prima della prova della libertà non esisteva altro che la Luce-ur, essendosi trasformato in se stesso, per cui la sua consistenza non è eterna, poiché solamente UR è unico-eterno e veritiero!

978. Ogni ‘contrario’ preso dalla libertà, ha perciò da contare con un’esistenza così a lungo, finché UR gliene concede lo Spazio e il Tempo, in cui le sostanze di vita condizionate, attraverso l’aiuto per l’appianamento (dei contrasti), devono sperimentare la loro ri-trasformazione a incondizionate ed eterne. I vostri pensieri sono conseguenti. Quello che voi raggiungete con la via del co-aiuto, lo approfondirà pure il vostro sapere ed intensificherà la vostra parte di Luce, perché seguite il vostro UR e il Suo Sacrificio dell’umiltà per salvare e rimpatriare attraverso il co-aiuto, ciò che è perduto.

979. Ora deve essere creato un regno intermedio che in parte deve diventare la frattura, in parte anche il ponte tra il Regno della luce e la parte del regno senza luce. Voi credete che due destinazioni così fondamentalmente diverse siano difficilmente da comprendere in una unità. Avete ragione, dato che dal vostro alto punto di vista contemplate l’oscurità. Ma ricordate: (se non c’è) nessuna frattura, (non ci può essere) e nessun bisogno di un ponte! Le due parti stanno insieme nonostante il più grande contrasto. E il ponte conduce di là e di qua, anche per i co-portatori del Sacrificio.

980. Vogliamo basare la centrale del nostro Regno intermedio sulle quattro coppie di Soli. – Perché scelgo quelle dei guardiani, dei figli di Sadhana? – Hanno portato un doppio sacrificio, perché a loro duole particolarmente che Sadhana sia caduta. La loro decisione di abbandonarla è stata la più difficile di tutti i figli. Voi state pensando: ‘Perché è stata formata proprio la loro Sfera a tale dubbioso regno intermedio?’

981. Vi pongo una contro-domanda: ‘Perché dev’essere sacrificato proprio l’Amore? Perché proprio lui è stato eletto quale innocente Portatore della colpa? E’ meno, o più, che le altre Caratteristiche?’. – Voi dite: ‘No, l’Amore, il custode dell’Opera del Giorno, può essere Figlio del sacrificio nel suo proprio Giorno della Creazione!’. – Questo è molto giusto; notate anche il collegamento tra questo e le vostre domande. Qui voglio parlare della vostra conoscenza, ma compensata con un’ulteriore rivelazione aggiuntiva.

982. Dunque, ascoltate: Sadhana e i principi hanno vissuto fin dal Giorno dell’Ordine; tutti gli altri – benché pre-formati spiritualmente e mentalmente – non erano ancora risvegliati alla (loro) forma d’apparizione. Per l’Opera, Sadhana ha rappresentato un terzo, mentre in primo piano stava la quadruplice Entità e un terzo la parte delle Caratteristiche. I principi possedevano gli ulteriori due-terzi dell’Opera con il predominio delle Caratteristiche, e solo in secondo piano la parte della quadruplice Entità. Questa suddivisione era valida già al mattino del Ciclo-Azione come la più imponente rispondenza, e ritornerà eoni di volte, rispettivamente nel modo come UR forma le Sue Opere.

983. Esistono otto gradini: l’unita[49], corrispondente a UR e perciò esistente per se stessa, poi le sette dall’Opera. Il simbolo è che nello sviluppo ogni figlio viene guidato solo da UR, poi lui stesso deve ritornare a UR sui sette-gradini come livelli di conoscenza o maturità. Proprio così istruiremo sugli otto soli. Dal Regno in giù la via condurrà dapprima al gradino dell’unitario, sull’Orakania, su quale DIO concede ai ‘viandanti’ la misteriosa Guida della grazia. Perciò erigiamo sul bel sole di Orytam un grande padiglione, e intorno a questo, sette più piccoli.

984. Nel padiglione principale ogni figlio vedrà nell’insieme il suo futuro, e nei padiglioni secondari (vedrà) i particolari. Dopo essere passato attraverso tutti, ritornerà ancora una volta nel primo padiglione, dove potrà giurare di ritornare subito da UR dopo la via del sacrificio. Perciò chiamiamo il grande padiglione ‘JECHAHAL’. E questo significa: ‘ritorno’, ‘riunificazione con UR’! Gli altri sei soli e l’Hagarma come l’ultimo, servono come ulteriore preparazione verso il basso, ed ognuno corrisponde ad una Caratteristica, nella sequenza, così come hanno operato per via della caduta. Ora sull’Orakania è stata compiuta intanto la nostra Opera”.

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6/37 - La ‘prova spirituale’ di Raphael, poi viene creata la materia dell’Uomo-cosmico

985. Sì, la Parola del Giovinetto ha creato tutte le cose. Il puro edificio del padiglione si eleva magnifico: lo Jechahal è circondato a forma di anello dai sette padiglioni più piccoli nella forma e dai colori più diversi. Ognuno dei sei successivi soli riceve rispettivamente due padiglioni: uno segreto e uno pubblico, i quali devono rappresentare i due fondamenti della Creazione, il positivo e il negativo, ovvero, la consapevolezza della Forza interiore e quella esteriore.

986. Nei padiglioni segreti regnano i raggi della Vita fondamentale nella sequenza-ur, e nei pubblici quelli della sequenza-espiazione. Di conseguenza governano sui sei soli in sequenza secondo l’Ordine e l’Amore, secondo la Volontà e la Sapienza, la Sapienza e la Volontà, la Serietà e l’Ordine, la Pazienza e la Serietà, l’Amore e la Pazienza. Ma sull’Hagarma sorge un solo grande padiglione che è differente da tutti gli altri, persino nel genere dal padiglione Jechahal.

987. Nei suoi due lati stretti questo padiglione ha ognuno un portone, ai quali sono preposti dei piccoli edifici simili a cappelle, ma senza una propria particolarità. Un portone del padiglione si trova di fronte alla luce, l’altro di fronte all’oscurità. Questo padiglione unitario con i suoi due avancorpi incorpora la Misericordia, sia nella sequenza-ur, come nella sequenza-espiazione, perché questa è in entrambi i casi l’ultima, quindi la Caratteristica-corona.

988. Nel padiglione nel quale ai primi del Seggio risplende incontro una luce maestosa, il Giovinetto dice: “Voi cari, questo padiglione significa qualcosa del tutto particolare; anche sul Jechahal saprete ancora di più. Avete visitato sovente l’Ataraus, il regnante di tutti i soli che per un terzo era così grande come i sette Soli-centrali-ur insieme. Sul suo monte Mahapatra si è rivelato UR. Il Santuario e il Mahapatra hanno offerto l’incorporazione del principio interiore ed esteriore corrispondente alla costruzione e al perfezionamento di ogni Creazione.

989. L’altro si è frantumato! Il monte della rivelazione era diventato un misero luogo di distacco; ma dalla sua sostanza puramente spirituale è sorto questo padiglione e viene ancora usato come terzo luogo di decisione dove è da fornire l’Espiazione finale che non può rimanere risparmiata all’intera caduta, nonostante la redenzione e la possibilità di rimpatrio.

990. Neanche a voi amati rimane risparmiata una via di spine. Ora vi conduco su di essa nell’ombra della benedizione del Mio Amore. Il caduto si è strappato via da UR con la cattiveria; voi dovete staccarvi liberamente dalla luce, per servire alla caduta. Vi spaventate? No! Voi dite che da UR non vi staccherete mai. – Calma, voi primi! Non intendevo che vi dobbiate staccare da UR, bensì dalla luce, perché in tal modo diventa possibile il vostro co-sacrificio. La separazione – ve lo dico in anticipo – è solo temporale. Per voi non esiste nessun distacco fin dall’origine! Perciò siate tranquilli.

991. UR nel quinto Mattino ha menzionato che a tempo debito sarebbe venuta l’alta maturità della Creazione. Ora la riconoscete e siete pronti a rinunciare alla luce. Con ciò il cattivo distacco viene derubato della sua forza. Nella prima piccola anticamera…”, il Giovinetto indica il padiglione, “…ognuno riceve ancora una volta il rafforzamento della Misericordia come provviste (dotazioni, riserve) per la via. Nel padiglione verrete separati dalla luce e non dovete guardarvi indietro malinconici. Perciò il padiglione si chiama ‘MERHATOM’ (distacco/allontanamento), perché con l’uscita da qui, oltre la seconda anticamera comincia il vostro sentiero ‘senza luce’. Da lì vi si conduce direttamente al povero abisso.

992. In questo modo avete afferrato la cosa più essenziale dal regno-intermedio. L’edificazione delle stazioni esteriori richiede il suo Tempo, il quale è necessario rispetto alla conservazione dell’Ordine della parte senza luce della Creazione. Ora nell’insegnamento avete sperimentato il percorso di connessione dal Centro di luce all’abisso della caduta. Ciò che avverrà ora è praticamente la ‘via della separazione’, poiché nessuno giungerà dall’oscurità alla luce oltre a questo regno-intermedio, se non s’arrampica in alto, gradino dopo gradino, sotto sacrifici molto più pesanti rispetto alla seria rinuncia della sua renitenza con la caduta.

993. I figli di UR la possono percorrere velocemente, se nella materia sono al servizio nel miglior modo possibile, …riconoscendo la Luce. Vogliamo provare una volta una via, allora con le vostre schiere potrete provare l’evoluzione (della cosa). Nessun figlio della Luce viene lasciato andar via senza conoscenza, quindi esamino la via insieme a voi. Ciascuno è lasciato libero di diventare un sacrificando oppure un accompagnatore protettivo. Con questi ultimi è ugualmente da realizzare la figliolanza-dell’Opera.

994. Scegliamo uno che, trovandosi sulla via del ritorno, viene da noi sull’Hagarma. – Raphael, vuoi servire? Non preoccuparti; rimarrai unito a UR. Sì, vi annuncio che Io, come Mi vedete, diventerò il Portatore della colpa, il Mediatore e il Redentore. Io stesso ti guido alla Mia mano destra, Raphael. Questo è contemporaneamente il simbolo che la Mia mano tiene tutti i figli-ur anche quando l’oscurità cerca di dominarli e strapparli a sé. Vuoi, Raphael?”

- Tutti guardano il principe così tanto amato. Non è soltanto una prova; è già una decisione!

995. Perciò Raphael domanda: “E’ così, o Figlio del Sacrificio, che debba veramente andare?”

- “No, Mio Raphael, perché se principalmente voi primi discendete, portate con voi molta luce. Perciò riportate a Casa molte sostanze da staccare libere. – Ora, piuttosto, vi sarà mostrato un sentiero mancato, affinché impariate ad abbracciare tutto con lo sguardo”.

996. Raphael guarda spiritualmente al Santuario. Ah, la sua nostalgia arde di poter essere davanti al volto santo di UR. Ma quando guarda negli occhi del Giovinetto, vi legge più i quanto la nostalgia adempiuta potesse donare. Allora stende le sue mani e chiede: “Guidami, Figlio-Amore-UR, santo, e carica su di me, dal Tuo peso del Sacrificio, quanto possa portare”.

- Questa è una dichiarazione! Tutti cadono giù (in ginocchio).

- Il Giovinetto benedice Raphael, lo stringe al Suo petto e per alcuni momenti il principe guarda nei maestosi occhi di UR. Profondamente scosso, preme il suo viso al Cuore del Giovinetto e non sa più che lui, Raphael, l’imponente cherubino, è una fiaccola presso l’alto Seggio. Persino il suo esteriore è trasformato. Egli, come un forestiero, sta lì, …e percorre una povera via.

*

997. Il ritorno si forma così grave, che i primi rabbrividiscono timorosi. Il figlio della prova conosce Dio, che sarebbe un Padre, secondo il Nome, e di Lui ne ha una certa nostalgia. Attaccato ancora dai peccati ed impuro nell’anima del mondo, così entra nel padiglione Merhatom. Oh, guaio, quanti gradini ha ad un tratto questo luogo? Tutti se ne stupiscono; prima non vedevano questa differenza.

998. Su ogni gradino è da deporre un peccato specifico. Non sa nulla del possesso della figliolanza-ur; ma qui viene istruito per conquistarla e che certamente l’ha meritata attraverso la via terrena, ma non la possiede.

- ‘Via terrena? Che cos’è?’.

- Ora il ‘figlio rimpatriato’ può raccontarlo, e descrive la vita sui pianeti non ancora nati così precisamente, come se vi avesse vissuto realmente.

999. I primi aiutano con fervore il ‘figlio terreno’ attraverso tutti i gradini del sole fino al padiglione Jechahal. Con una santa celebrazione viene interrogato se volesse ritornare di nuovo a Casa dopo che nel padiglione Merhatom si è liberato dalla ‘materia’ nel senso inverso, ed era salito sulla scala del Cielo dal pesante contenuto. Ad un ‘sì’, esclamato pieno di fervida nostalgia, all’improvviso c’è di nuovo UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. Egli benedice il figlio rimpatriato e gli consegna la seconda figliolanza-dell’Opera per cui ha combattuto.

1000. Facendo questo, Egli spiega che alla sfera dei guardiani, simbolo della quadruplice Entità, affluivano grandissime Forze d’aiuto tramite la fedeltà dei primi quattro figli di Sadhana, come naturalmente in primo rango tramite i principi, cosa che deve divenire efficace anche secondo lo Spazio. Mentre Raphael diventa di nuovo ciò che era, persino con il suo simbolo della croce sul petto, UR se n’è andato via. Loro lo percepiscono: ‘Questo dev’essere così, affinché loro stessi possano percorrere la loro via spirituale, perché nell’Ordine fondamentale hanno agito bene’.

1001. Per via della difficoltà che ora conoscono, formano quattro gruppi di figli: coloro che erano nati fino alla quinta-Ora del Giorno, quelli nella sesta, nella settima e nell’ottava. Ogni volta alleggeriscono la prova. I primi, che si preoccupano così dei piccoli, notano come UR avvolge pietosamente le loro vie. Oh, quanto Lo ringraziano, Colui che diventa sempre di più il contenuto più sublime della loro vita. Dopo questo lavoro, con lode, gloria e adorazione, entrano nell’Onnisantissimo e pregano:

1002. “O UR, santo-eterno, Creatore, Sacerdote, Dio e Padre! In questo tempo di preparazione che presto sarà trascorso, Ti sia portato il nostro ringraziamento per la Tua grande bontà nell’adorazione del Tuo nome supremo. La cattiva oscurità si estende ampiamente e la prima figlia è contro di Te; Tu però dai l’eternità dell’Amore come Figlio dell’espiazione e, …sei Tu stesso che prendi su di Te il Sacrificio della Creazione, mai misurabile! O UR, santo, se non è più evitabile, comincia con la dodicesima-Ora. Metti quattro Ore, corrispondenti alla Tua eccelsa quadruplice Entità, in cui può avvenire l’Opera della Redenzione. Tu sei pronto, la Tua via è preparata, la tua meta riposa nel Tuo meraviglioso Cuore, e puoi portare già ora la Sera della Creazione come adempiuta alla tua Fonte notturna, solenne.

1003. Ma anche noi, o buon Dio, siamo pronti. Affidiamo la nostra via, la nostra meta e la nostra Sera della Creazione, alle Tue mani di Grazia. Santo, santo, santo, santo è il Signore! Ti chiamiamo a noi, Ti preghiamo: resta con noi come nostro UR-IMANUEL!

1004. “Colui che sono, Costui rimango”, risuona dalla Nuvola-bianca, nella quale diventa visibile nello splendore trasfigurato il meraviglioso Giovinetto. “Benedico il vostro lavoro ben fatto! Ora comprendete l’insegnamento delle parti dell’anima. Quello che Raphael ha vissuto come ‘figlio della prova’ dal Merhatom fino al Jechahal, corrispondeva alla seconda parte, alle sostanze svincolate alla caduta che sono da riportare così. La via del ritorno-distacco non riguarda il vostro spirito, che è sempre unito alla luce. Anche il corpo dell’anima, proveniente dalla Mia Divinità, non ne ha bisogno per se stesso, poiché ad esso viene conservata la sua parte di luce. Tuttavia il vostro essere-anima ha da accogliere la materia.

1005. Non sono da considerare le sostanze personali detenute, bensì i portatori di queste devono essere stimolate alla propria conoscenza attraverso la vostra via. Dovete assistere insieme le forze del precipitato. Ogni essere conserva la sua vita, anche i creati illegittimi da Lucifero, per i quali non ha potuto usare nessun’altra sostanza di Forza, bensì – mutati con la sua caduta – quella che era affluita da Me all’Opera del Giorno.

1006. La sua Forza usata illegittimamente ha bisogno di liberazione, perché così, dopo, a suo vantaggio è più facile da guidare alla comprensione. Nemmeno lo spirito di Sadhana è staccato da Me; giace incapsulato nella vita luciferina che non dev’essere limitata, se Sadhana non deve cessare di esistere. Lei si è staccata con la parte della forza dell’anima e svolge – anche se non voluta del tutto – la sua propria ri-dissoluzione luciferina.

1007. Alla quarta-Sera voi principi avete riconosciuto l’importanza del Testamento di UR firmato insieme da voi e da Sadhana, anche se la connessione dello stesso, per una deviazione, non era evidente. Ora aggiungo che le parti dell’anima corrispondono alle coppe della bilancia, ed Io aggiungo alla vostra anima di luce la croce per via del vostro amore come ammonimento del Portatore del sacrificio. Se la colpa spinge giù una coppa come se nulla possa portare al vostro pareggio, allora vi assicuro che la croce data a voi, pareggia la bilancia ed insieme alla vostra co-sacrificazione diventa talmente pesante, che fa salire in alto la coppa schiacciata dalla colpa della Creazione. La vostra propria colpa dalla materia otterrà un peso leggero, ma il vostro co-sacrificio un grande peso!

1008. Invece per il caduto è da stabilire un pareggio attraverso una riparazione. I pesi sono la croce e la caduta, sacrificio ed espiazione contrita. Raphael ha percorso una via di prova nel pre-simbolo del Mio Amore sacrificale, il cui senso non è stato riconoscibile subito. Pensate alla quarta-Ora del Giorno, dove egli ha portato nell’incarico ciò che allo stesso tempo sull’Ataraus Io ho rivelato a Sadhana e ai suoi figli. Voi sapete che il terzo Elemento ‘TERRA’ realizza nella Luce la vera sostanza, allo stesso riguardo il terzo Anno-Azione-ur, perché tutto questo avverrà nel terzo imponente Ciclo-ur dell’Azione, …anche in vista della Mia terza Entità, ‘DIO’!

1009. Non senza un profondo senso di collegamento sono dedicati il quinto e il sesto-Giorno della Creazione in unione con la Mia parte del Cuore di Dio, nei quali la Pazienza e l’Amore con Calice e Croce hanno il dominio. Sotto questo flusso irradiante vi viene trasmesso il Mio principio-Dio fin dove lo potete afferrare. La rappresentazione reale anche esteriore di tutto ciò che è stato dato vi completa l’immagine della Creazione.

1010. Sadhana attraverso la caduta ha inciso la sua parte dell’Opera come dato di fatto spirituale in uno arbitrario che, con l’Essenza-ur e la Sua incorporazione sostanziale è capitata in una quasi impareggiabile contraddizione. Così il Mio fuoco vitale che ha spinto via i caduti è diventato per loro un incendio consumatore! Il Fuoco-ur, in seguito ad un’unica presa in possesso della seconda Legge del Fondamento, ha trasformato l’Essenza-sostanziale di un terzo dell’Opera in una forma d’apparizione raddensata esteriormente, nella ‘MATERIA’, nella quale in generale le sostanze di Forza spirituale esistenti segretamente vengono sfruttate in modo antidivino. Questo, nella materia, ha necessariamente l’effetto in tutti i campi.

1011. Il secondo Elemento dell’Opera ‘ACQUA’, il Simbolo del Mio sacerdozio nel segno della Sapienza e della Serietà, pure un Terzo è diventato materia, sommergendo i caduti. Ma là un tale flutto non creerà quasi una vivificazione, piuttosto un naufragio. Sì, ‘Fuoco’ e ‘Acqua’, soprattutto materialmente, saranno fortemente contrastanti. Allora ogni incarnato, particolarmente voi dalla Luce, riconoscerà che gli Elementi originari erano delle pure Fonti di benedizione che fluiscono attraverso e vivificano tutto. Il contrasto, degno della maledizione, è unicamente una conseguenza della caduta, la quale sperimenterà subito la sua sospensione non appena non esisterà più nessuna caduta, quindi, quando tutte le sostanze della vita saranno state riportate dal loro raddensamento alla spiritualità della luce.

1012. Anche gli Elementi ‘TERRA’ e ‘ARIA’ formano quello stesso orrendo contrasto che addossava sui caduti la pesantezza della loro caduta sulle anime. Proprio (la) ‘TERRA’ si porrà gravando sulla materia, …portando la ‘morte’. In questa, il Fuoco e l’Acqua avranno bandito le forze impersonali di Lucifero attraverso le quattro Caratteristiche determinanti, da cui sono di nuovo da distaccare attraverso il Sacrificio della Luce.

1013. Voi chiedete se a Lucifero è rimasta ancora della forza per opporre resistenza, e se non sarebbe stato meglio bandire nella materia anche le potenze personali, per cui evidentemente gli sarebbe rimasto risparmiato un ulteriore sprofondare. Miei primi, il vostro desiderio sorge dalla facoltà di completare questo Giorno. Lui è un forte aiutante e un buon guardiano di confine, che da un lato separa severamente come spaccatura la materia dallo spirituale; dall’altra, come ponte, offre un ritorno non appena, dalla materia, l’Amore per il sacrificio viene rivendicato coscientemente.

1014. Questo non può avvenire prontamente e con una semplice influenza del Potere, altrimenti dovrebbero decidere unicamente le Mie condizioni, e la libertà sarebbe una mera illusione. Deve succedere questo? No, voi riconoscete l’impossibilità di un tale Governo. Con ciò significherebbe che tutti i figli, anche voi, risprofondereste indietro sul gradino di sole-creature. Il Mio Cielo sarebbe vuoto, i campi e il Mio Santuario, benedetti, …ma vuoto il Mio Cuore!

1015. Non dovrebbe essere possibile a Me, vostro eterno Dio, del Quale ora sapete inoltre che Egli è UR, il Santo-eterno, una strada adeguata al Mio Essere-ur, sulla quale entrambi i Fondamenti si lascino anche completare in questo? Lo confermate perché la Mia Immagine-ur in voi lo dimostra a voi stessi. Sì, essa rimarrà fissata in voi nel fondo più profondo, persino quando la materia coprirà l’Immagine quasi fino all’irriconoscibile. Tuttavia, come la Mia immagine, così anche la bella conoscenza è una Fonte per voi, che per Me è possibile tutto ciò che può essere eretto a favore della Mia creazione-figlio!

1016. Pertanto, le sostanze della Forza diventate materia restano lasciate a Lucifero. Infatti, come già detto, se divenisse illusoria la seconda Legge fondamentale, allora l’essere-figlio, liberamente cosciente, sprofonderebbe nella Profondità-ur del Mio segreto Spazio-Tempo-Vita, nel quale non esiste nessuna esistenza libera. Nuovamente sarei l’unico UR, e nessuna forma di rivelazione verrebbe presa in considerazione, né della quadruplice Entità, né diversamente corrispondente. Tuttavia Io ho posto un magnifico Ciclo-ur dell’Azione sulla consapevolezza della Forza interiore ed esteriore, ho suddiviso diversamente tutte le cellule dell’essere nella loro forma e relazione, e certamente in modo tale, che l’essenziale deve essere portato davanti a ogni figlio, indissolubilmente legato con lui, come Io porto in Me, indissolubilmente, tutte le Entità di base!

1017. All’opposto, le sostanze esteriori devono essere solubili, indipendentemente se visibili oppure no. Sono quelle parti staccate dal Mio Potere, Forza, Autorità e Vigore che Mi servono per la formazione e il legame di tutti i Cicli-ur e che ho lasciato alle singole Opere per la libera presa di possesso. Questo significa che li ho usati sia per la costruzione della visibilità non-libera, come ne ho affidato anche grandi parti alle creature che le considerano come loro proprietà, e di conseguenza potevano diventarne spiriti parziali, anime essenziali e, oltre a ciò, dei figli.

1018. Come Io Mi conservo dalla Mia doppia divisione (dualità) una parte personale da cui salgono visibilmente le condizioni, l’altra parte – certamente nella conservazione personale – la uso per la temporanea rappresentazione dei Miei Pensieri, Parole e Azioni, proprio come succede così con ogni figlio anche quando non ha superato la prima prova della libertà. Una parte serve per la formazione interiore; con l’altra potete creare voi stessi secondo le Leggi date. Le sostanze delle essenze interiori, come le primordiali, rimangono anche al caduto pure proprie, non gli devono essere tolte secondo nessun Fondamento.

1019. Queste sono da riportare a lui perché così porta indietro se stesso. Di questa necessaria riparazione non lo libera nemmeno il Figlio del sacrificio! Costui, in vista di ciò, gli offrirà tuttavia la Mano[50], senza la quale per lo smarrito non esisterebbe naturalmente nessun ritorno. Se l’afferra, gli sarà reso molto facile il proprio ritorno. Anche voi, figli della Luce immessi nella materia come chicchi di semi, dovete riportare voi stessi su una via di rispondenza.

1020. Diversamente stanno le cose con la seconda parte delle sostanze che incorporano il principio esteriore nella Parola e nell’Opera. Che queste, indipendenti da entrambi i Portatori del Fondamento, siano da staccare dalla creatura, lo dimostra le Opere create da voi come anche le Mie Opere diventate indipendenti dalla Mia personalità visibile, le quali mantengono la loro esistenza. Sebbene temporaneamente Io sia diventato invisibile, voi potete contemplare continuamente la Mia Entità-ur nelle Mie Opere!

1021. Voi principi avete compiuto la vostra opera in ogni Mattino dei Giorni della Creazione che vi sono stati dati. Avete certamente la facoltà e la forza creativa da ME, nondimeno, tramite la vostra azione sono state formate pensiero e parola. Staccate dall’interiore, avete posto le azioni nell’esteriorità dello Spazio e del Tempo. Dato che questo era da inserire nei principi della Creazione, oltre a questo assolutamente corrispondente, il distacco è appunto avvenuto a causa della formazione esteriore in vista di una Creazione; non è avvenuta nessuna separazione interiore. Tuttavia, se delle Opere vengono fatte contro la Meta della Creazione, con l’esteriorizzazione subentra anche un distacco interiore. E questo è avvenuto con la caduta del figlio.

1022. In prevalenza hanno riguardato le condizioni del Principio-Dio, per cui le Sue caratteristiche di Pazienza e Amore e l’elemento ‘Terra’ ad essa connessi dovevano essere particolarmente da custodire, il che, nel divenire, porta con sé la sottrazione dalla materia. Tuttavia, là non vengono sottratte la Pazienza e l’Amore. Oh, no! Solo i caduti ne vengono privati, perché Lucifero si è staccato da Dio da queste Caratteristiche nell’ambito dello Spazio e del Tempo. I suoi esseri si opprimeranno reciprocamente impazienti e disamorevoli, benché voi lascerete brillare queste, come anche le altre Caratteristiche, come luci nella povera fossa.

1023. Anziché l’Essenza universale ‘Terra’, procede una sostanza materiale che nella conoscenza abbagliata viene considerata come realtà, soprattutto perché Lucifero ha perduto di vista il puro spirituale. Quest’ultimo, là diventa astratto, mentre tutte le temporanee forme d’apparizioni valgono come dato di fatto, della cui ‘durata eterna’ i materiali ne saranno tanto convinti quanto della forza lasciata a loro.

1024. Queste ‘sostanze-ausiliarie’ – non influenzabili dalla volontà di Lucifero – si raddenseranno un po’ alla volta in diverse cose. Ma non credete che questo avvenga per il Mio Potere. No! Il Sacrificio necessario non deve pretendere per sé di vedere osservate in anticipo quelle condizioni che l’hanno reso necessario e il cui proposito garantisce la Creazione! E considerato che anche Lucifero si sforza di creare dell’altro, così qui gli impulsi della volontà si completano a vicenda senza alcuna costrizione, e diverrà ciò che deve divenire!

1025. Il Mio Elemento ‘Terra’ corrisponde all’autorità formativa. Per via della caduta l’autorità ha creato quindi una Terra-materia nella quale le sostanze della Forza esteriore di Lucifero vengono trattenute come forme di vita metà consapevoli e metà inconsapevoli. Questa ‘Terra’ ne comprende una gran parte, una specie di globo-involucro la cui forma somiglia a quella del caduto. In essa, però, si arriverà anche ad altre due ‘Terre’. Se co-redendo questo Spazio della ‘grande Terra’, esso viene inserito nella Mia Opera di rimpatrio, allora il Figlio del sacrificio darà come controparte la personale Sadhana alla piena redenzione. Se lei l’accetta, in futuro persino le scorie dell’intera materia diventeranno di nuovo del puro Bene spirituale.

1026. Voi domandate preoccupati se potete realmente co-redimere la massa di Spazio-Terra. Oh, voi primi, questo non è troppo difficile, perché la maggior parte di ciò sono delle Potenze inseparabili dal Mio Potere-ur. Avete aiutato ad erigere sull’Hagarma il Padiglione Merhatom. In questo stesso sono giunte alla rappresentazione le sostanze interiori del grande, potente monte Mahapatra, ma quelle esteriori sono sparse nella materia attraverso la Pazienza e l’Amore, e in più, qualcos’altro di sacro, altrimenti la materia diventerebbe durezza indissolubile.

1027. Quello che vi è inframmezzato non ha bisogno di redenzione, ritorna da se stesso con le Potenze liberatrici. Se fosse diverso, per il libero rimpatrio della piena materia ci vorrebbe quasi una grande-Opera (un Mese-ur). Le sostanze ausiliarie sono ‘Beni presi in prestito’, con cui Lucifero non può fare quello che vuole. Operativamente, da dove provengono, procedono al di fuori della redenzione,. La parte finale della redenzione comincia quando nel Globo-involucro formato a ‘figlio’ sorgerà l’ultimo mondo di distacco.

1028. Le sostanze ausiliarie sono destinate a prestare una certa consistenza alle forme d’apparizioni, mentre le sostanze di Forza dei caduti bandite nella materia, che diventano anche differenti forme di vita, sono incondizionatamente soggette alla redenzione, poiché queste le ha provocate Lucifero all’antidivino, e così non ritorneranno mai da se stesse a sostanza di luce.

1029. Le ‘luci concesse’ alla materia, saranno dei Soli splendenti che donano vita risplendenti per i banditi nella materia, e non riconosceranno mai su quali vie segrete affluisce su di loro l’irradiazione dalle vostre luci, le quali saranno accolte prima da tali ‘donatori di vita’ e, come proprie, guidate ai loro sistemi subordinati. Nell’insieme, questo è poi un ‘Uomo della Creazione’; ma questo significato decadrà non appena non esisterà più nessuna materia.

1030. Il ‘cuore del caduto’ agisce maggiormente sui mondi distaccati, quelli dominati dalla più grande cattiveria, dissidio, sofferenza e morte. Non appena sarà terminata sul primo mondo la battaglia più amara, quella invisibile sarà più dura di quella che si manifesta esteriormente. Dovete vincere l’esteriore, il capo-intelletto, il ‘Figlio’ soltanto il cuore![51] Se quest’ultimo viene fatto sciogliere tramite il Sacrificio, allora in questo flusso di fuoco può essere inclusa tutta la materia-ultima.

1031. Ogni parte dell’Opera – per quanto soltanto possibile – ha trovato la giusta risonanza dal Mio IO-ur in voi fedeli della Luce, e dalla Pazienza e dall’Amore della parte del Mio Cuore di Dio si potrà trovare una risonanza persino nella materia più dura. Sul vero ‘come’ non voglio condurvi obbligatoriamente alla conoscenza, per voi non significherebbe nessuna beatitudine, sarebbe il cogliere in anticipo ciò che deve portare solo più tardi una grande ricca Benedizione.

1032. Perciò, tutto al suo giusto tempo! Ora istruite i vostri figli, i quali sono appunto i Miei. Siate tranquilli! Non vi mancherà mai la Mia guida! Voglio fondare una nuova Benedizione che dia alla vostra nostalgia un perfezionamento più grande di quello se Mi si possa vedere sempre pienamente. Certamente la nostalgia è un peso, ma se riflettete che per Me il velare-davanti-a-voi per amor vostro è infinitamente più difficile che per voi il non-contemplare (Me), allora lo potete prendere volonterosamente su di voi. Io porto quattro volte ciò che grava su tutti figli e sulle creature attraverso la caduta! Se lo tenete a mente, allora ogni peso diventa per voi un giogo leggero, come lo pretende il Sacrificio! – Ora andate, la Mia benedizione e la Mia pace saranno sempre con voi!”

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1033. La ‘Parola’ scompare, ma non è perduta nell’eco nei primi del seggio. Il maestoso Volto, la Nuvola-bianca, il magnifico Giovinetto, sono coperti, tuttavia l’eccelsa Entità-ur è percepibile in ogni Vita. Attraverso la dedizione al Sacrificio della Creazione, dei figli messi alla prova sono diventati spiriti beati fissati all’Opera, che non possono contemplare UR. Solamente che il ‘Divino’ non è del tutto velato; al contrario: l’onere del compito raccoglie tutti i buoni Frutti dei figli-ur, perché nulla è perduto in UR!

1034. In eterno collegamento, i liberi vedono in sé, non-cancellato, UR; presto sentono la Sua voce come dei pensieri, questa risuona presto nelle loro orecchie. Cresce l’Amore del figlio verso il Padre, più l’oscurità infuria nel suo spazio, e anche i liberi ne vengono colpiti. Il loro sforzo è potente per iniziare una piccola via all’abisso demoniaco. Alla fine dell’undicesima-Ora i primi partecipano benedetti alla formazione della materia nella settima Sfera benedetta del Sole. Le ombre non vedono l’operare della Luce, quella grande, che va abbracciando il Cosmo, la ‘Via risanatrice’, sulla quale il Portatore del sacrificio diventa ‘il REDENTORE’.

1035. I primi notano quanto importante sia il loro lavoro. La Misericordia scende sempre di più in loro, e il santo Amore di Dio colma fino all’orlo le loro pure anime. L’Amore traccia dei cerchi sempre maggiori, perché, più giunge all’effetto tra i nati nella Luce, più saldo si forma l’anello che circonda la materia. Gradualmente, Lucifero percepisce la protezione, ma quanto poco ha potuto evitare Michael e l’incendio, tanto meno gli è possibile distruggere l’effetto dell’Amore. – Delle braccia forti di salvezza abbracciano il precipitato.

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1036. Viene creato l’Uomo-cosmico-materiale. Lo attraversano delle formazioni simili a soli che ricevono la loro luce dal Regno e la donano alle orbite dei loro pianeti. Simbolicamente, nel posto dove pulsa il cuore, viene limitato uno spazio in cui aleggia un sole planetario, per nulla il più grande. Si trova nel fuoco incrociato di una doppia irradiazione: l’Amore e la Misericordia, e là incontra incrociando l’irradiazione delle sette sfere del Cielo.

1037. Questo Sole partorisce otto pianeti uno dopo l’altro. Questo è ‘un simbolo’. Dapprima nascono otto unità-figlio, e otto Anni-ur formano un Ciclo. Il terzo pianeta è una ‘Terra’, un Gioco di Grazia verso la terza Entità-DIO e dal terzo Elemento spirituale ‘TERRA’. In questa prima terra di mondo (mondo materiale, pianeta, non la nostra) sono bandite le forze del cuore di Lucifero. I principi, vedendolo, si chinano davanti all’Onniautorità della Misericordia-ur! Anche qui si riflette la terza dimensione, la lontananza, perché questa materia ha dovuto formarsi nel bordo più esterno dello spazio del Cielo.

1038. Come i sette anelli dei soli attraverso i quali le Sfere irradianti corrono come i raggi della ruota, assemblandosi magnificamente, così i principi vedono sorpresi persino nella materia le sacre meraviglie di UR. Allora portano su mani pure ciò che hanno riconosciuto nello Spazio e nel Tempo. Possono prenderlo come propria conquista, e su di loro verrà una gioia sempre più beata: aiutare il Giorno dell’Amore ad esigere la sua meta più bella!

1039. A loro rimane tuttavia quasi nascosta la trasformazione del quarto Elemento ‘ARIA’. Vedono bensì in particolari raggi delle vibrazioni di suono e luce l’altra legalità, perché ogni afflusso di Luce è inevitabilmente sottomesso al cambiamento. Sì, solo alla Sera altamente benedetta, UR lascerà pre-irradiare dalla quarta Entità con la Sua alta Caratteristica e con l’Opera, come bagliore del settimo-Giorno di Riposo. Ed essi, nell’umiltà, velano i loro occhi, senza tendere la mano ad un Frutto la cui maturità deve ancora arrivare.

1040. Ora l’Entità-Padre diventa più appariscente nello spirituale-interiore; comunque, sotto l’irradiazione del Suo Sacrificio, viene posta da UR nella Bontà, Grazia, Longanimità e Mitezza. Pertanto fluisce anche da questa camera del Cuore un’inimmaginabile ricca benedizione del Padre su tutti i figli. Afferrando il sentimento, i loro cuori salgono in alto nel Cielo, in lodi, ringraziamenti, elogi e adorazione. E’ terminata l’undicesima-Ora, e la misura è stracolma di Doni benedetti.

[indice]

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6/38 - La preparazione di Raphael dagli insegnamenti del Giovinetto-nuvola (12° Ora)

1041. Con l’inizio della dodicesima-Ora i quattro gruppi del Seggio ritornano dal campo di lavoro. Passano attraverso il Regno intermedio. I principi, dalla loro forza del diritto, vi insediano dei guardiani come guide delle Sfere. Se qualcuno di loro va nella materia, allora lo sostituisce un Anziano, come anche gli angeli comandanti valgono tra tutti loro come sostituti relativi. Dio loda l’azione dei principi. I guardiani, figli di Sadhana, possono tenere il Ponte beneficamente, però soltanto con l’impiego di ogni Forza. Proprio il loro amore è un pilastro saldo, che porta i Pesi che vengono portati su questo sentiero come colpa della Creazione. Nel padiglione Merhatom sull’Hagarma raccolgono ancora una volta ciò che rende ricca e sicura la loro deviazione.

1042. Il primo dalla luce riscatta il suo voto. In tutti i campi si percepisce l’imponente influenza. Ogni figlio della luce vorrebbe volentieri dare il suo cuore al principe dell’Amore come forza, come gentilezza d’umiltà per UR, come dono misericordioso per i caduti.

1043. Presso il Santuario si apre la terza porta. Raphael cammina sul Tappeto rosso. In silenziosa solennità si chiude la porta e lo circonda un insospettato silenzio della Creazione. Può, ancora una volta, prima della via che fa tremare, vedere il Padre, oppure Dio, sentire quelle Mani benedicenti, di Melchisedec? Abbraccerà il Creatore la Sua creatura, affinché non gli capiti nessuna sofferenza, e UR non perda un’altra volta un figlio? Ah, la Legge sorta dalla caduta è inesorabile; perciò esteriormente deve rimanere nell’antisala, davanti alla cortina severamente chiusa. Invece il suo spirito in realtà sperimenta la rivelazione di UR.

1044. Il principe è in ginocchio dinanzi al focolare sul quale risplende la pura Croce alla luce del Sole-ur. La ciotola delle offerte ondeggia, sale l’incenso, e UR – il suo UR – siede sul maestoso trono, circondato da sette fiaccole. Il prezioso tappeto bianco dello Spazio è scoperto; tutti i segni nello scintillio del loro argento e oro sono circonfusi dal bagliore del fuoco sul crogiolo d’argento. Infinite schiere stanno nell’Onnisantissimo, i guardiani dal volto serio sono presso i quattro angoli del focolare. Raphael china il suo capo fino al suolo, poiché riconosce: ‘Come lo vive il suo spirito, così si riaprirà quando l’Amore avrà conquistato la grande vittoria!’. Lui non sa che la sua via può già portare per la Luce una rivelazione-mediatrice dall’Amore di Dio.

1045. Raphael sente una Mano poggiarsi sul suo capo, ma non libera nessuna briglia alla sua nostalgia per vedere che cosa nasconde il tempo della pre-redenzione. Ma, o beatitudine, o giubilo, egli è unito con UR! Ancora una volta si apre la porta ed entra Agralea, guidata da Uraniel e da Michael, a loro seguono tutte le coppie di principi. Presto si mostra la Nuvola-bianca, e loro sentono – sublimemente beati – la Parola di Dio:

1046. “Principi del Mio Regno, ora che vi ho convocati da Me, comincia quel lungo periodo di tempo che avvolgerà molto nel buio della materia. Avete percepito e riconosciuto la rivelazione sulle Notti-ur: ‘Il sacro Buio delle Mie Notti giace su ogni Opera, (cap.4,1) riposa nel Mio Essere-ur nell’incommensurabile profondità, e nessun figlio sonderà mai questa Fonte!’. Per questo non ne avete nemmeno il desiderio. La profondità è il santo Frutto che Io ho riservato a Me stesso! Questo buio non è da confrontare con nulla, meno ancora con l’oscurità della caduta, perché nel Mio maestoso Buio, come nel Mio Cuore, pulsa la Vita più sublime, come nessun Giorno la può ricevere del tutto!

1047. Come gli Elementi-ur, Fuoco, Acqua e Terra – certamente trasformati nella più sublime Grazia – sono stati dati alla regione della caduta, proprio così viene distesa la Mia Notturnità sulla povera esistenza della vita. Anche se là tutto ha un altro effetto, regna comunque la varietà della sua essenzialità tessuta in ME. Senza questa tessitura non può sussistere nulla, soprattutto non nella materia caduca. Tutto procede dalle Mie Notti-ur! Nessuna cosa può raggiungere un’esistenza, per quanto pura, che non fu pre-formata in una Notte-ur, il più sacro Fondamento delle condizioni! Diversamente invece è sorta la caduta; questa è simile ad una ‘lebbra’.

1048. Se mancasse questo Fondamento-ur oppure agisse in esso, parallelamente, la Legge della libertà, l’essere-creatura sarebbe da dissolvere, perché il Mio Fondamento-ur, come condizione, non proviene dal Mio Essere-ur come tutte le altre condizioni, bensì è entrambe! Ora che voi dovete portare delle potenze della caduta, dovete conoscere le cose più urgenti, affinché alle quattro Ore più buie[52] rimanga servibile la luce, anche se molto velata.

1049. L‘unica più severa Condizione-ur è il potere della vita, il flusso della vita in cui ogni Opera nasconde il suo Fondamento, ma possiede anche l’impulso del divenire. E’ lo Spazio-ur e il Tempo-ur, sono Io stesso, UR! In esso si svolge tutto, sia in segreto, sia apertamente, con e senza forma, eoni fa dell’imponente Ciclo-Azione, e quella conseguenza i cui Anni-ur portano delle infinità di pienezza la più sublimemente meravigliosa! In esso vedo tutto il Mio fare; in esso sono l’intero Centro nell’essenzialità e Persona! In esso ho anche la Mia Gioia del Frutto-ur, il giubilo da Titano che scroscia ardente attraverso il Mio Petto, gli Eoni-Anno dei soli, defluiti da Me, rifluenti a Me, ma che rappresenta quest’unica condizione, …che si chiama ‘Vita’!

1050. Indipendentemente dall’apparibilità legata a Spazio e Tempo con le loro proprie condizioni, dai Fondamenti, anzi persino dalla Mia personale rivelazione per il bene dei figli, esiste la condizione della ‘vita’. Voi chiedete: ‘Come mai è anche indipendente da Te?’. – Voi, cari primi: Io stesso sono appunto ‘la Vita’, ‘la Condizione’! Ciò che vi si rivela di Me, è Vita dalla Vita! Come possiamo essere interdipendenti, Io e la Vita? E’ la polarità del Potere regnante, e questa – voi primi – è il Mio Atto-ur!

1051. Ora potete comprendere facilmente il nocciolo di tutto quello che ho da predire per le prossime quattro Ore, ma questo muovetelo solamente nel vostro cuore, poiché solo allora sarà generalmente da svelare, soprattutto nella materia, quando questa andrà incontro alla sua dissoluzione. Anche in questo tempo la maestosa Condizione coprirà pure qualche oscurità dello spazio di un povero mondo, ma in esso, come ‘dominio senza fine’, giungerà ad effetto la sua voluta irradiazione di vita, per lo più invisibile e inascoltata.

1052. Non vi è nulla che non defluisca da questa Vita-ur che non venga nutrita da Lui e – in un Ciclo mai spiegabile del tutto nemmeno a voi primi – ri-accolta da Lui. Se il figlio caduto lo voglia, oppure no, vi rimane rinchiuso come parte di vita. Può combattere contro tutto, ma non contro questa vita! Questa è UR, l’Imperituro, le Cui scintille di Vita non si possono annullare!

1053. Voi domandate: ‘Ma così, non cessa veramente la libera volontà?’. Avreste ragione se valesse sempre la reciprocità dei due fondamenti. Ma molto più importante del loro pareggio è l’osservanza delle conseguenze dell’Ordine sorte da loro! La cosa più importante è il riconoscimento e l’osservanza. Se Io, il Donatore, le ho equamente osservate ed edificate così a favore Mio e dei Miei figli, posso certamente aspettarMi insieme all’Opera, che anche la parte opposta faccia lo stesso, per cui il vero rapporto di diritto può entrare veramente in vigore!

1054. Ebbene, voi, Luci della Santità della Mia Opera, la parte opposta la rappresentano coloro ai quali ho assegnato del lavoro per la gioia delle Mie mani. Se agiscono in modo giusto, l’Ordine fondamentale è preservato; se non lo fanno, devo portare IO l’equilibrio! Se oltre a questo lo devo portare affinché i due fondamenti giungano alla sovranità dell’Anno-Azione, allora sono autorizzato a posare il massimo peso sulle condizioni, perché Lucifero ha caricato un peso massimo ingiustificato sulla libera volontà.

1055. Sarebbe facile questo: se il Mio Potere creativo giungesse all’efficacia, tutti i figli finirebbero nella caduta. Già nell’anteporre le condizioni risulterebbe il pareggio. Considerato che ora voi principi insieme alle vostre schiere – formando perfino il doppio dei demoniaci – siete però rimasti fedeli, riconoscendo ed osservando entrambi i Fondamenti, per il Mio pareggio non renderò semplicemente predominanti le condizioni poste alla base dell’Anno-Azione-ur.

1056. La Legge della libera volontà non deve subire da parte Mia nessuna costrizione. Quindi per voi rimane esistente l’Ordine fondamentale, ma non per Lucifero. Nella misura in cui egli approfitta della libertà oltre la reciprocità testamentaria, nella stessa misura Io metto sovranamente le Mie condizioni a favore e contro di lui sulla sua libera volontà!

1057. Considerato che all’interno dello Spazio-Tempo non esistono due Guide separate, ho desunto il Mio ricorso legale di un pareggio delle condizioni al di fuori di tale Spazio-Tempo, per erigere in tal modo una base intermedia. Questo ha luogo tramite la condizione di Base-ur: la Vita! Contro questa ‘Vita’, Lucifero combatte inutilmente; questa Vita è vincitrice, perché … sono Io la Vita! 

1058. In più, allaccio ciò che è per il seguito della rivelazione ‘Vita’. – Ad ogni inizio regnava segretamente la Condizione-ur, la quale voleva che la si accettasse liberamente. L’Origine sta nel collegamento dello spirito-parziale incorporato da Me in ogni figlio come sommo Sacerdote Melchisedec; il quale dapprima è stato sempre segretamente attivo. Invece, dopo la prima propria conoscenza, ha risvegliato l’impulso della vita, e quindi ha raggiunto la propria pura funzione nell’ambito dell’Anno-Azione-ur. Da ciò ne è risultato il secondo passo di ritorno, o ‘spirito’, a Me, e ora ho potuto rivelare la Mia Luce spirituale in evidente magnificenza.

1059. Di conseguenza, sorse la libera unione tra Creatore-creatura-Creatore, come pure tra Sacerdote-spirito, tra Dio-anima, e tra Padre-figlio! Voi avete riconosciuto il flusso della vita, accettato ed elevato ad una grande efficacia, formando l’Opera. Esso venne a voi in segreto, ma apertamente da Me, e di nuovo è ritornato a voi. Questo ha provocato un collegamento doppio, il ‘rapporto incrociato’. Questo porta l’intera caduta!

1060.         Proprio questo non lo vuole il ‘caduto’; egli vuole la sua libertà. Ma questo è impossibile, ancor più attraverso la libertà stessa. Perciò il Mio potere di pareggio opera quasi sempre in segreto. Dal momento che il pareggio, comprendendo l’Opera e la rivelazione, non è determinante alla vita, il che significherebbe una costrizione della vita, anzi, guiderebbe la vita, allora può giungere senz’altro a farsi valere. In questo influisce la cosiddetta Corrente di Vita su tutte le Opere, e questo, nuovamente, …è UR!

1061.         La libertà delle creature rimane intatta, ed entrambi i Fondamenti rimangono uguagliati. La polarità fondamentale principale per Lucifero, ‘creare e conservare la vita’, è quella del Polo e dell’antipolo. Tutta la vita è creata, ma nella conservazione si stanno di fronte la Mia irremovibile Volontà di conservazione e la spinta di distruzione di Lucifero. Egli otterrà pure una Morte (quella di Gesù), e trionferà; ma l’inutilità dell’impresa si mostrerà già nell prima ‘azione della morte’, che sarà unicamente la sottrazione del corpo (la risurrezione) legato alla materia! Infatti, ciò che viene immesso nella materia, è vita indistruttibile! L’involucro è quello che muore, ma la vita immessa viene di nuovo rigenerata! L’involucro ricade nella sua polvere, che deve servire al Creatore.

1062.         Allora lui praticherà verso una morte interiore. Questo può riuscirgli se qualcuno si fa catturare da lui; ma se questo non avviene, allora la più forte volontà starà al di sopra di lui, come appunto Michael è stato il forte vincitore. Solamente, più che mai è annullabile la morte interiore, poiché allora agisce il flusso della vita da UR, contro il quale, Lucifero nuota invano.

1063.         Dal momento che lui non riconosce più il Mio collegamento di base, questo nella sua zona non è predominante in nessuna Legge di compensazione. Essa può operare come vuole, e proprio per questo, essere attiva in modo equilibratrice. Voi fedeli potete assecondare la stessa efficacia con cui la vita ha anche da voi la sovranità in ogni forma. Che UR sarei se dicessi: ‘Tutta la luce e la vita sono procedute da Me!’, ma entrambe non ottenessero nessun predominio, perché un figlio – persino il primo – si è elevato con il suo seguito contro le condizioni? In verità, costruzione, direzione, decorso e meta, sarebbero nulli se Io non li tenessi continuamente nelle Mie mani!

1064. Nulla deve dominare di più la materia, che la vita! Originariamente dominante è la Volontà, l’Ordine operante, l’Amore nel Giorno, ma al di sopra di tutte le Caratteristiche sta la Vita! Il precipitato, legato con la sua caduta, può sempre elevarsi contro una sola Caratteristica, mentre poi le altre giungono all’effetto in segreto e apertamente. A lui, ora l’unico portatore, stanno uniti di fronte il Potere, la Forza, l’Autorità e il Vigore. Lui lo sa molto bene, eppure nel misero abbaglio si è prefisso di distruggere ora, al posto delle Caratteristiche, la libera vita assegnata a tutta la Creazione. Tuttavia, in questo sperimenterà il suo più amaro fallimento!

1065.         Questo verrà rivelato gloriosamente quando la terza-ora-oscura (Mc. 15,25) viene sopra l’intera materia eretta dietro il muro di fuoco. Voi domandate come stanno le cose con quest’Ora e con le sue conseguenze. Vi sia detta una Parola; perché come Miei Portatori della Vita dovete scendere nella povera fossa. Il sommo Portatore della Vita è il Figlio dell’espiazione, e tramite Costui arriverà il più amaro fallimento di Lucifero.

1066. Durante la prima Ora della materia il Mio Potere staccherà una via dall’Ordine e dalla Volontà, voi sette e una schiera discendete una volta, e si vedrà se il demone vuol prendere su di sé la prova della libertà prima che nella seconda Ora la Santità concentrata dalla Sapienza e dalla Serietà compenetri il suo paese. Ma se è così, allora non c’è più nessun ritorno finché non siano trascorse le quattro Ore di pagamento da voi pretese e da Me applicate a poco prezzo! All’amaro fallimento si aggiungerà inoltre la dolorosa amara pena!

1067. La terza Ora è di molte volte di un immenso significato. Voi sapete il perché fin dalla caduta Mi sono velato come UR, ed appena andrete nel povero abisso, persino il Mio nome, ‘UR’, sonnecchierà nei vostri cuori. Questo avviene per uno sconosciuto Atto di Grazia che però in futuro sarà svelato dalla Via del Portatore del sacrificio. Persino voi stessi riconoscerete un collegamento con la terza parte dell’essere, il terzo Anno, il terzo Ciclo, e specialmente anche con la terza dimensione, dei distanti. E Lucifero si è abbastanza allontanato. Ho già menzionato a sufficienza il terzo Elemento ‘Terra’

1068. Questo ‘tre’ ha un valore straordinario, ma dall’Atto segreto si libera quell’aspettativa, che Io compensi il Mio centro di gravità nella terza Ora oscura: il ‘FIGLIO’ inviato dalla terza-parte del Cuore UR prenderà la decisione della Vita all’interno di detta Ora! Perfino nell’ambito più stretto del Tempo del Suo sacrificio una terza-ora sarà dedicata anche all’ultima lotta (Mt.27,45). Il caduto – non potendo toccare la vita del Figliuol dell’Uomo, …si precipiterà sul Corpo e si vanterà con la morte di questo. Ma all’ultimo tono del suo primo grido di vittoria, diventerà il suo stesso grido di morte!

In tal modo l’Amore legherà ogni Vita

e la Vita ogni singolo Amore !

1069. Di ciò che ora sentirete, la maggior parte rimarrà velata alla materia quasi fino alla sua fine. Una lotta contro la Sapienza e la Serietà – in parte per ignoranza – assumerà un’asprezza, che solo e unicamente dal Regno sarà da distogliere, affinché non possa operare in modo del tutto distruttivo. Pochi figli della luce riusciranno ad innalzare interamente il sommo Altare di Melchisedec con i suoi due sublimi Candelabri. – L’ulteriore che si svelerà gradualmente non ha più bisogno di essere indicato, soprattutto a voi, Mie fiaccole, lo portate segretamente in voi.

1070. Della quarta cattiva-Ora sia detto che la Luce della redenzione la irradierà pienamente, quando il ‘dare della Creazione’ sarà adempiuto. In essa si congiungeranno riunite la quarta Entità-ur, la Vicinanza della dimensione (cap. 3ante,10) con il ‘ritorno’. – La ‘Corona’ rischiarerà che tutte le Beatitudini avute fino ad allora, significavano una pregustazione di ciò che la parte del Cuore del Padre avrebbe portato con sé. Allora si risolverà anche il mistero del quarto Elemento ‘Aria’, il simbolo del sacro Sabato della Misericordia!

1071. Quello che è stato detto ora non è più nessuna ‘Parola rivelata’ per voi, bensì fa scaturire subito gli ‘Atti’ nel senso del nostro Anno-Azione-ur. Questo non deve manifestarsi subito esteriormente, perché, ricordatevelo bene: solo nella quadruplice Creazione ho rappresentato tutto in Me, quindi, unicamente nei Giorni ivi acclusi e limitati nel Tempo e nello Spazio, tutto ha innanzitutto la figura nel Mio Essere-ur! – Quando avete visto ME, allora certamente (avete visto) la Forma data; avete potuto percepire solo la Forma originaria dell’Irradiazione spirituale, ma mai contemplarLa! In questa Forma spirituale originariamente irradiante la rivelazione della Mia Parola data a voi ha iniziato, o meglio, ha continuato, la sua Opera.

1072. Ogni Forma-ur vive pronta in Me, mentre la formazione procede nel principio dell’Ordine, come, quando, dove e perché questo è necessario. Nella povertà della materia potete comunque essere felici spiritualmente, perché Io dono pietosamente la Mia ricchezza all’abisso anche come grande peso equilibrante della vita. Questa ricchezza vi toccherà non appena avrete stabilito là il collegamento, da e verso Dio. Allora scompariranno tutte le ombre dalle anime! Chi tende al calore della Mia Luce, possiede del tutto certamente la Mia immagine in sé!

1073. Ma voi, figli della luce, dovrete portare anche nascosta la vostra ricchezza. Solo nella quarta-Ora della materia sarà generalmente rivelato molto, alla fine persino il Mio sommo santo nome ‘UR’ e la quadruplice Entità unita a questo! Ciò lo opera fondamentalmente il Figlio del sacrificio, poiché unicamente tramite Lui, il manto, il velo, per i caduti, dev’essere eliminato! Voi, Miei primi e i figli nella corrispondente proporzione, dovete anche conservare questa Cosa sacra, per offrirla, velata, al triste abisso. Più voi sacrificate, più gloriosa diventerà la via vostra e quella del Portatore del sacrificio e, per questo, il perfezionamento!

1074. Questo è un lavoro straordinario! Più vi avvicinate al tranello, più ne percepite l’avversario. Qualche volta brontolerete perché in voi il Mio nome è inciso indelebilmente! Se in più vedrete l’abominio della desolazione (Mc.13,14), vi sarà difficile portare i Beni regali in quel pantano. Per via di voi stessi vedrete anche il quasi ‘invano’, mentre il sacro ‘tuttavia’ si trova dietro alla Mia cortina. Ciononostante, concedo una preziosa nobile pietra per il diavolo, vale a dire: il Mio Amore come Figlio, generato dalla Camera del Mio Cuore di Dio e nato nell’Amore. Io sacrifico il Mio Sangue, voi non sacrificate di meno! Lasciate che la Pazienza, l’Amore e la Misericordia, diventino portatori affinché i quattro determinanti Raggi della vita fondamentale possano agire così nel modo più maestoso attraverso la condizione-ur: ‘la vita’!

1075. Al momento, il Regno della luce è colmato con la preparazione e la predisposizione dell’Opera della redenzione. Per la vostra forza e gioia al sacrificio, sia ancora accennato un segreto sul fatto del perché Mi sono velato. Vedete, avete già raggiunto il primo ‘dare’ della Creazione, la non facile prova della libertà, in buona misura anche tutti i figli, rispettivamente secondo la loro facoltà e l’età del loro spirito. Ognuno Mi ha portato una misura benedetta: ‘il cuore colmo e le mani piene’!

1976. Il velarMi non è mai subentrato unicamente per via della caduta, perché sarebbe ingiusto nasconderMi davanti a coloro che Mi hanno offerto il loro più abbondante amore, a causa di un figlio che si è staccato. La vostra prova della libertà soppesa già in sé la caduta, ma Io Mi preparo in modo speciale; tuttavia non per via di Me, poiché per questo basterebbe la Mia Volontà, ma in seguito ad entrambi i Fondamenti è da osservare il lento divenire, anche in vista della Mia rivelazione a beneficio di tutti i figli.

1077. La caduta non era condizionata, come già sapete, quindi vi ho prevenuti nel pensiero e nell’insegnamento. Un Atto precedente a una redenzione eventualmente divenuta necessaria, avrebbe per conseguenza ‘l’incondizionato’, con cui ogni moto di libertà avrebbe sperimentato il suo incatenamento, e non ci sarebbe stato bisogno di nessun Testamento della Creazione né di un Atto preparativo deciso a causa vostra.

1078. Il Mio ritmo-ur è VITA, non pone condizioni, bensì sta al di fuori delle Leggi equilibratrici. Questa condizione di Vita-ur è la base della Mia preparazione, la quale richiede il Mio temporaneo velarmi davanti a voi. Dalla caduta non è risultato nessun conseguente distacco, perché esiste il vostro collegamento interiore con Me. La Mia immagine non è sbiadita, vi sono rimasto ciò che ero finora. Impiegate quindi questa Forza di Vita che rende benefico un co-sacrificio. Anche se ora ben rinunciate alla vostra vita nella luce, oh, vedete: il Mio Sole-ur vi splende, in esso è adagiata la vostra sacrosanta vita! Tuttavia, l’oscurità deve essere salvata. Rivolgete su questo tutta la vostra attenzione.

1079. Ora vieni, Raphael, è giunto il tempo di formare come ‘primo’ la Mia via, la quale deve diventare il Ponte salvifico. Vieni, principe-angelo, che tu sia benedetto!”

- Raphael s’inginocchia dinanzi alla Nuvola-bianca. Immancabilmente, …le mani di UR si posano su di lui. Accogliendo in sé il forte flusso di luce il suo cuore si gonfia fino quasi a spezzarsi. Non si è mai sentito così unito con UR come ora, anche se ha già sperimentato qualche accrescimento. L’azione è condizionata dal Tempo, soltanto, il beato sentimento dura come un’Eternità. Con ciò sono però conclusi i due Terzi dell’imponente (sesto) Giorno della Creazione.

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6/39 - La prima incarnazione di un ‘primo’ dalla luce

1080. Uraniel e Michael accompagnano Raphael-Agralea. Dietro a loro si chiude la porta. Gli angeli si voltano al dolce suono; questa verrà aperta di nuovo solo quando il principe del Giorno porterà il suo dono del co-sacrificio nell’Onnisantissimo. Sul Sole Rajona consumano un pasto d’amore, e coloro che sono radunati lì accolgono già la Benedizione del co-sacrificio. Raphael-Agralea è diventato una parte dell’Alto Cielo; a questo riguardo non ci vuole nessuna seconda benedizione.

1081. Fino al Sole Hagarma i principi rimangono gli accompagnatori di Raphael. Quando lui abbandona il padiglione Merhatom, assomiglia al figlio della prova alla Mano del magnifico Giovinetto (cap.6,985). Così camminano fino al confine della materia. Là li attende una terza-luce, Mahal, il primo figlio di Raphael. Costui assume l’ulteriore guida. I principi guardano dietro a Mahal per lungo tempo, come costui fa passare un puro spirito nella materia.

1082. Là la luce di Raphael somiglia a una scintilla, ma nel buio scintilla lontano. La luce di Mahal sembra senza impedimento perché l’inferno non l’ha notato. Lucifero nella fiammella di Raphael nota ciò che sta succedendo: UR non ha accettato la sua caduta senza fare nulla! Ma come vorrà resistere all’Atto-ur? Lui infatti riconosce Raphael nei suoi riflessi colorati; non ha dimenticato nulla, nemmeno l’Onnisanto, però la sua arroganza ha soverchiato ogni sapere e ogni ricordo. E’ molto lontano dal farsi impressionare, attende nella calma stoica e guarda che cosa fanno le due Luci.

1083. Mahal conduce il protetto nella centrale. Là infuriano i legati che Lucifero ha sottomesso a sé. Egli ha eretto un ‘seggio’ come un dominatore, e i suoi sette più anziani della collina insieme ad altri grandi esseri gli obbediscono ciecamente. Non sentono nessuna catena, loro stessi sono dei co-caduti. Il luogo dell’esilio è una formazione misera di mondo. L’irradiazione ancora scarsa del sole procura solo lentamente la vegetazione. Mahal prende in possesso il posto migliore dove egli stesso prepara la parte inferiore dell’anima del ‘primo uomo’.

1084. Durante la fase dell’incarnazione ogni consapevolezza viene esclusa. E’ come una notte senza vita, mentre ogni Notte della Creazione ha dato ai figli, dalla sua ricca Benedizione, un nuovo Mattino colmo di magnifiche conoscenze. Qui il destarsi sarà del tutto diverso. – Mahal con la massima attenzione aggiunge dalla materia, potenza su potenza, finché la formazione è terminata. Adagia l’anima di luce nel corpo dell’anima come un chicco raccolto, lo spirito è come ‘cuore della Vita’ nel cuore del corpo terreno. La parte materiale nel figlio del sacrificio si trova generalmente in primo piano, il principe della Luce Raphael è avvolto nell’interiore.

1085. Quando la non facile opera è terminata, Mahal vede l’oscuro correre via a precipizio con i suoi demoni, cacciato dalle stesse furie. L’inferno ulula selvaggiamente in tutte le sue fratture. Mahal sente la vicinanza dell’Onnisanto, il Cui eterno ATMA soffia intorno alla forma che riposa ancora dormendo nelle braccia di Mahal. Ecco che si muove e diventa vivente secondo la Legge del mondo. DIO stesso insuffla il Respiro vivente: ‘Ed ecco, il primo uomo diviene un’anima vivente!’ (non riguarda Gen. 2,7)

1086. La Condizione-ur, la VITA, è rivelata! Mahal s’inchina profondamente davanti all’Invisibile; anche lui è benedetto per il suo lavoro fedele al dovere, ma in ciò non era incluso il ‘dare la Vita’. Sì, non lo fa del tutto, solo DIO? Certo, benché tutti i figli siano in grado di generare la vita, ma sempre dal flusso dato prima della Condizione-ur! Qui è formato il flusso e ne sorgeranno ancora delle ‘ramificazioni’. In seguito, la vita si propaga tramite se stessa. Mahal ha visto il miracolo di UR della Vita.

1087. Il primo uomo si sveglia. Lentamente si adegua al mondo circostante. Non vede Mahal, ma percepisce una voce come un’ispirazione interiore che gli insegna tutte le cose. Ma anche il principe del mondo ritorna dopo che Dio è andato via. Lucifero si rivolge a Mahal, che lui vede, e lo interroga su cosa doveva avvenire lì. La guida della luce riconosce che tutta la ricchezza del ‘caduto’ sono i suoi ‘cocci’. Allora sa veramente che cosa significa ‘compassione’; perciò dà volentieri la risposta, e quando Lucifero nota che Mahal non se ne va, rimane anche lui e conquista lentamente il collegamento con il ‘figlio della Terra’.

1088. Questo fa scaturire un dissidio nel cuore dell’uomo. Ciononostante, è sovrana la luce, persino ancora quando il seduttore si mostra in un’apparizione abbagliante, all’uomo ‘Kretoh’, e (dopo) ad ‘Admara’, così si chiama Agralea che in seguito sarà destata terrenamente. Man mano che le seduzioni di Lucifero aumentano sempre più, Dio si rivela come ‘Buona Forza’. In quel tempo vengono al mondo anche Zuriel ed Helia, che ora si chiamano ‘Parat’ ed ‘Enzilla’. Sovente gli uomini non sanno decidere subito chi è più potente e migliore, se il principe del mondo che si presenta come il ‘grande spirito’, oppure la Buona Forza.

1089. Lucifero bandisce le sue schiere, non le fa incarnare, e trionfa quando Parat, per la prima volta sedotto da lui, abbandona Kretoh nell’ira. Il suo inebriamento di vittoria è breve. Kretoh va preoccupato nel suo boschetto-giardino, dove l’attende l’abbagliatore. Ma Kretoh chiama a sé la ‘Buona Forza’, …e Questa arriva. All’improvviso è lì a proteggerlo. Lucifero fugge con feroce orrore. Questa è la svolta in cui Kretoh può ricevere per la prima volta l’aperto ammaestramento da Dio.

1090. Lui ascolta con devozione. Gli sembra come se in lui ci sia uno spazio nel quale il nome ‘DIO’ echeggi meravigliosamente. Gli viene rivelato molto, ma nulla su chi è lui. Con grande gioia prega il ‘suo buon Dio’ di venire nella sua capanna e Lo conduce da Admara. Anche costei dopo la riappacificazione aveva spiato e scoperto un agnello bianco che la seguiva con fiducia nella capanna. Lo vuol portare da Parat e da Enzilla. Il SANTO ora riconosciuto, benedice abbondantemente entrambi e li insedia come ‘Abada’ e ‘Ajera cara’ (nomi terreni dei primi, padre e madre umani su quel pianeta).

1091. Ma anche Parat cerca un mezzo per la riappacificazione. Nell’ampio magnifico terreno del suo giardino trova un fiore miracoloso e lo chiama ‘Stadus hellas’, che significa = amore e riappacificazione. Lui ed Enzilla corrono veloci, portando con cura il meraviglioso fiore. Facendo questo, la seconda coppia umana impara a riconoscere la buona Forza come DIO.

1092. Nella capanna di Kretoh (Abada), Dio li istruisce sul giorno e sulla notte, sulle luci del cielo, sulle stagioni, sul benedetto lavoro della Terra, in breve, su tutto ciò che rende loro degli uomini saggi. Ora Lucifero rimane invisibile, ma la sua influenza aumenta. Il mondo si popola. Arrivano delle schiere celesti. Nonostante ciò, la via diventa sempre più difficile, poiché accanto ad una guida dalla luce si fanno largo tre oscuri.

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1093. Kretoh, sostenuto da Parat, conduce per più di mille anni (terreni del tempo di quel pianeta) come una buona guida e viene rispettato da tutti gli uomini come ‘Abada’, e Admara come ‘Ajera cara’. Dopo il ritorno a Casa di Parat e di Enzilla, l’oscuro potere sulla Terra aumenta. Predomina ancora molto il Divino. Non appena un uomo-portatore-luce ha compiuto la sua opera, sul loro piano ne appare un altro. Pezzo per pezzo viene riportato a Casa attraverso i figli; loro lavorano molto e, ciononostante, l’oscurità non sente quasi le (sue) lacune. Con ogni pezzo che cade nella Coppa d’oro del Sacrificio, riecheggiano dei cori di giubilo per il santo Onore di Dio, perché Egli si mostra con ogni ritorno di un figlio del sacrificio.

1094. Lucifero lavora volutamente sullo sfracellamento del pianeta. Con ciò crede di mettere un chiavistello alle disposizioni di Dio. Gli ultimi uomini sostengono ignari la sua opera di distruzione. Egli ha prodotto la MORTE, persino con la violenza. L’ultimo profeta ‘Mecalames’ (Gabriel) viene ucciso. E’ il sangue del primo che in tal modo nutre il mondo terreno; questo legherà molto Lucifero su un secondo mondo. – Ciò perché Mecalames è un fervente, ha fatto sospendere delle gioie mondane che erano state introdotte un po’ alla volta attraverso quasi settemila anni d’uomo, ed ha introdotto di nuovo con severa disciplina la vita con Dio.

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6/40 - Dopo settemila anni Mecalames cerca di frenare la decadenza

1095. (questi i fatti) - La tecnica tende al cosmico ed è l’autrice della decadenza spirituale. Mecalames possiede un grande potere; dove compare, gli uomini si inchinano dinanzi a lui, volutamente oppure no. A Lucifero non riesce mai di sfiorare quest’uomo di Dio. Costui indaga nella storia antica del mondo, indietro fino a Kretoh (Raphael-Abada), ed utilizza con intelligenza le notizie su Abada. Raccoglie tutto il bene dall’Alto di quella prima classe di uomini. Per di più, abbraccia con lo sguardo la rovina che si propaga intorno a sé. E contro questa si oppone con tutte le sue forze; non vuol vedere decadere nessuno dei ‘figli dall’alto’, ai demoni, nemmeno che gli uomini debbano sperimentare il declino del mondo nell’orrore.

1096. Che questo accadrà presto, lo sa precisamente; la Luce ha fatto grandi brecce nella sua potente esistenza. Lucifero non sospetta che sulle sue dita distruttrici regna la salvifica Mano santa. Mecalames vieta lo scavare nelle profondità, vieta il tirare giù delle Forze dall’Etere, la ricchezza, il commercio mondiale, l’unione di grandi popoli. Questi è ‘l’ultimo Abada’, il principe spirituale di questo mondo. Ma nonostante tutto, la libertà lasciata a Lucifero irrompe tanto più, più la fine lampeggia, per GRAZIA!

1097. Mecalames implora la punizione per gli uomini. Ecco che Dio gli appare nel sogno e gli dice: “Tu, portatore della Misericordia, non hai compassione di coloro che da innocenti sono diventati colpevoli? La punizione non salva nessuno!”

- Il profeta risponde: “Vorrei salvare tutti dalla rovina, poiché guarda, o Signore, loro sprofondano, in un modo o nell’altro! Il buio li deve inghiottire? Se la Luce li libera attraverso la fine del pianeta, allora la Misericordia sarà il loro Salvatore! Con la morte terrena, riporta a Te la vita del sacrificio. Dammi la forza; io li spingo verso di Te come bianchi agnelli innocenti!”

- “Fa come vuoi, Mecalames, la Mia Forza è con te. La Misericordia deve incorporare l’Ordine, la Volontà, la Sapienza e la Serietà; quindi, sii profeta ed esecutore della Mia Volontà!”

1098. L’immagine del sogno lo fortifica. Con l’irradiazione cosmica che al profeta è più nota che al capo tecnico (scienziato), è cominciata un’opera di forza dopo l’altra per distruggere con il fuoco, l’acqua, i terremoti e gli uragani. Egli accorre verso il paese degli alti monti con i credenti radunati sotto la sua protezione. Lui li consola e dice che delle catastrofi emergenti non potranno danneggiarli. Subito dopo li conduce su un altopiano dove devono attendere il suo ritorno. Non mostra loro ciò che l’oscurità a lui non può celare, egli è profeta, pertanto dà le istruzioni di ciò che dovrebbero fare se fino ad un certo giorno non fosse ritornato, vietando di cercarlo o di lasciare ‘il luogo di Grazia’.

1099. Il vegliardo consacrato, il cui cuore è già volato verso l’eterna Patria, che i demoni non possono spaventare, discende nell’abisso, alla fortezza dell’ultimo re Taagor, il servo dell’inferno dove vive con una schiera infernale. Costui tiene suo padre, il re, segregato in una prigione, perché lui stesso vuole dominare; ha respinto il fratello più giovane, Progal, e la madre deve languire. Lui, il primo degli anziani della collina, ha convinto Lucifero dell’importanza di aprire le sue porte per un’incarnazione. In questo modo, ‘quelli della luce’ gli verrebbero sospinti verso di lui molto più che solo tramite voci sussurrate.

1100. Con l’epoca di questa prima Terra era entrata in vigore un’ulteriore condizione: ‘Lucifero non poteva più mostrarsi’. A questo vi era collegato un atto di liberazione, poiché così era come se fosse la sua stessa volontà a far sì che i suoi esseri accettassero di diventare ‘uomini’. Questo fu realizzato presso il portone (spirituale) d’entrata e di uscita che utilizzava la Luce.

1101. Era possibile evitare il dissolversi del (di questo) mondo? Mecalames lo chiede durante la notte chiara di stelle.

- Dio appare e dice: “Sì, persino senza sfiorare la libertà. Tuttavia l’inferno dev’essere spalancato completamente e i suoi esseri devono diventare uomini. Di conseguenza otterranno il legame con il loro spirito-parziale isolato, senza il quale non esiste nessun ritorno per loro. Questo aggraverà molto i Miei figli; ma non per sempre, Mecalames, poiché gli angeli predicheranno loro del Regno. Nulla va perduto eccetto un breve tempo in cui sono lontani dalla luce. Questo fa parte del Sacrificio della Creazione e del sacro perfezionamento.

1102. Ti svelo che lo spirito-parziale dei caduti non è sprofondato con loro nell’inferno, perché - santo, santo è il Mio Spirito, sia in Me oppure nei figli! Ogni spirito-parziale dei caduti è conservato, e non gli è stato negato a quei miserabili. Se cambiano, cosa che per loro conduce naturalmente solo attraverso delle nascite nel mondo (reincarnazioni)[53], allora lo spirito si unisce con l’essere dell’anima, il che lo opera la Mia Bontà, Grazia, Longanimità e Mitezza. Anche se malevoli, hanno comunque percorso la via, e il loro spirito-parziale è con loro fin dalla prima nascita terrena, la cui influenza, alla lunga non si può impedire. La spaccatura tra inferno e Cielo è da colmare unicamente con le incarnazioni!

1103. Persino il grande Mediatore passerà su questo ponte! Ad ogni incarnato, anche per quegli esseri rimasti cattivi, vale il ‘ponte’. Inoltre, tra di loro e degli esseri non ancora incarnati, esiste un’altra spaccatura. Il puro inferno non può più sedurre completamente i viandanti del mondo. Perciò presto o tardi avranno nostalgia della liberazione. Ogni incarnazione, per quanto fallita, lascia dietro lo spirito-parziale come ‘un’ammonizione’ che non si può più staccare dall’essere: rimane il ‘battito vivente del cuore dell’anima’.

1104. Perciò non elevo nessuna condizione contro la comparsa di SOLI-uomini; al contrario, Mecalames, Io promuovo questo! In tal modo l’inferno perde i suoi esseri. Nell’aldilà saranno pure istruiti dagli angeli e dai viandanti della luce ritornati a Casa dalle regioni più alte. I viandanti del mondo possono persino seguire tali viandanti della luce fino al confine, per vedere precisamente la differenza che esiste tra ‘di qua e di là’, che è favorevole al loro progresso.

1105. L’inferno spinge bensì i suoi esseri ad andare in un mondo per rovinare piuttosto i molti viandanti della luce. Io lo permetto perché così essi vengono incarnati ed arrivano prima alla liberazione. Io baso la loro redenzione sulla spinta dei prigionieri! Lasciando adesso all’inferno il massimo margine di movimento, ciò promuove perfino la Mia Opera!

1106. Lucifero, una volta aperta la porta dell’incarnazione, non potrà più chiuderla, …per nessun mondo; perché gli esseri sono anche liberi di volere. In tal modo, il suo demoniaco piacere di rovinare i figli della luce, non viene impedito. Lui riconoscerà troppo tardi che con l’apertura di quel portone della vita ha battuto se stesso. Poi, Mecalames, sarà giunto il Mio tempo, quello del Sacrificio e della Redenzione! Perciò sii consolato! Questo mondo terreno ha compiuto pienamente il suo servizio; e si avvicina l’incoronamento del Giorno dell’Amore. Che cos’è per ME il breve Tempo di un Giorno della Creazione? Nulla, grande Profeta di questo mondo!

1107. Per i Miei figli le Ore sono un tempo che cela in sé delle eternità; infinite beatitudini e benedizioni affluiscono verso di loro. Dunque, fai solo la tua Opera; sei benedetto, e la Mia corona ti è certa!”

- Mecalames vede scintillare la promessa nella suprema Casa dell’Eterno. Non sa ancora che è il suo proprio segno di autorità, perché nonostante la capacità della profezia, lui non deve sapere quale spirito principesco dimori in sé. – Allora và per la sua difficile via.

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6/41 - La distruzione del primo mondo abitato, ma Lucifero non si piega

1108. Il re ha fatto installare nell’ultima stazione di forza lo stimolatore cosmico. Un gioco con la morte, se lo stimolatore s’incrociasse con un polo atomico magnetico provocato da questo, nel campo di forza di un raggio di Sole.

- I suoi tecnici lo avvertono: “Qui ci troviamo davanti ad un muro e non sappiamo che cosa c’è dietro”. Non lo sanno; ma lo sospettano?

- La stazione si trova sulla montagna del mare del sud, sulla cima più alta del monte c’è il regolatore nel quale l’ingranaggio che funziona autonomamente si può spegnere in caso di pericolo. L’inventore ha inserito una leva segreta che lo può rendere inattivo per sempre, ma non sa che pure altri due uomini conoscono il suo segreto.

1109. Mentre l’inventore si lambicca il cervello se deve impedire un’inimmaginabile disastro, i co-conoscitori tendono contemporaneamente alla cima del monte. Le vie s’incontrano in un punto, perché al regolatore conduce una scala di roccia che a sinistra della vetta ha una protezione, a destra giù in fondo ha degli scogli e la risacca. L’inventore già in cima ha tirato su la corda per prudenza. Ha lottato per arrivare al punto da opporsi al comando di Taagor, e finora nessuno è salito su questa scala senza la corda.

1110. Mecalames è per primo presso i gradini. Non si guarda indietro, ma sente la tigre regale dietro di sé. Nonostante la vertigine si arrampica coraggioso. A Taagor non capita diversamente, ma nell’ira cieca conosce una cosa sola: il regolatore! Nel frattempo si è alzata una forte tempesta, attizzata dall’opera (tecnologica) messa in moto. E’ stato colpito un campo di forza cosmico. Questa ancora segue il Sole, ma può ancora essere spento. Invece Taagor vuole l’oro che è da produrre. E tu, solitario sull’altura, hai ancora tempo di fare ciò che comanda lo spirito: ‘Aascolta la risata di scherno della tempesta; guarda i selvaggi strangolatori nelle arie disturbate!’

1111. Il profeta, lottando senza fiato, è già quasi in alto, quando Taagor, senza badare ad una possibile caduta, s’inerpica avanti per raggiungere Mecalames, prima che costui raggiunga la piattaforma.

1112. Allora il vegliardo si volta con calma, si trova due gradini al di sopra di Taagor. Automaticamente l’oscuro si piega davanti alla lucidità di questo grande spirito, ma poi sviluppa un cattivo battibecco. In più, l’inferno ulula verso l’alto, il suo grugnito riempie le fessure, e giù in basso i poveri esseri si lamentano.

1113. Mecalames, invece, accusa il re di tutti i suoi crimini. Allora Taagor è preso da una furiosa ira. Abbassandosi improvvisamente, strappa via i piedi del profeta e Mecalames precipita proprio nel momento in cui l’inventore – disturbato nel suo rimuginare dalle loro forti parole – si era appressato alla scala per gettare la corda. Irrigidito dallo spavento, vede quell’uomo che lui adora profondamente, sprofondare senza un suono nelle rocce e, …la maschera del diavolo al quale ora è esposto. Chi troverà mai la tomba del potente profeta? Si precipita nell’officina, volendo fare ancora ciò che ha mancato di fare per pochi minuti. Il re folle supererà anche senza la corda i punti più pericolosi. E che cosa fare allora?

1114. Alla tigre regale riesce il dislivello. Un grido, terribile e sconvolgente; un silenzio che paralizza. Ad un tratto la tempesta ammutolisce; come se il mondo stesse silenzioso nello Spazio, così mortalmente spettrale è intorno all’assassino. Ma lui, da nulla impressionabile, vede soltanto il meccanismo di forza attiva, vede l’oro che riempie le sue stanze. Osa il ritorno senza corda. Nessuno deve salire e fermare nulla; ci penserà lui quando le sue cantine non potranno più contenere altro.

1115. Mecalames è morto! Accanto ai miserevoli resti del corpo si staglia una maestosa figura: è l’ultimo maestro del mondo terreno, Gabriel, portatore della corona della Misericordia. Egli aiuta a staccare qauel piccolo resto del corpo dell’inventore, il suo spirito, che presto sta di fronte al principe della Luce. Ecco che ai due si avvicina una Luce supremamente maestosa. Si inchinano. …Dio chiama a Sé quell’uno, non attraverso la costrizione, bensì attraverso la potente Legge della resa dei conti: “Lucifero!”

1116. Costui crede di poter strappare a sé le anime che attraverso il terrore dell’assassinio non riescano a formarsi spiritualmente e abbastanza rapidamente da se stessi. Lui salta all’indietro di colpo, quando si rende conto che questa venuta è condizionata da Dio. Si volta, vorrebbe fuggire. – Allora si alza l’imponente voce del suo Signore. Si ribella bensì contro questa improvvisa conoscenza, non l’ammette e si erige come signore contro il suo SIGNORE.

1117. Dio dice severamente: “Lucifero, essere maligno! Da sempre ti ha portato il Mio Amore, persino nella tua povera caduta. Sull’Ataraus volevi stare accanto a Me, credevi di essere tu stesso una Forza non proceduta dalla Mia Forza-ur. Perché sei dovuto fuggire dinanzi al Mio fuoco? Perché non ti sei creato per te stesso uno spazio? Perché nel tormento hai gridato che dovevo togliere l’incendio della Mia ira dalla tua nuca, e non puoi più mostrarti da quando ti è stato vietato!? E ora devi stare dinanzi a Me, anche se desideri tanti klafter[54] tra noi, come un Anno della Creazione ne ha di Secondi!

1118. Non mentire!”, comanda Dio quando Satana vorrebbe ribellarsi, che rimarrebbe lì per libero volere. “Non essere stolto, Lucifero, perché questo non è bene! Tu pretendi che Io debba togliere la Mia Forza da Me e stare davanti a te come tu ora dinanzi a Me? Il tuo desiderio, non è proprio una dimostrazione che solo Io sono il Potere, la Forza, l’Autorità e il Vigore, e che il Mio Io-Sono non si può mai staccare da Me? In verità, con ciò hai pienamente riconosciuto la Mia Divinità!

1119. Tu strilli che Io ho fatto irruzione da te! Quanto è stolto ciò! Tu sei libero di entrare da ME. Le porte vengono di certo sorvegliate, ma non sono chiuse. Soltanto, non devi venire come LUCIFERO, essendoti giocato la tua Luce. Non pensi nemmeno al nome che il Mio Amore ti ha dato. Hai scambiato il tuo, bel Bene, contro degli sporchi, strappati, stracci da mendicante.

1120. Ascolta la Mia resa dei conti, oscuro demone! La Mia ira è santa e giusta. Eppure, un unico grido dal tuo tormento Mi sarebbe bastato per mettere al posto di questo fuoco, la Pazienza, l’Amore e la Misericordia! La materia è sorta. Sì, un piccolo universo per te. Ci vuole la Pazienza di un Cielo per portare sullo strato del tuo essere completamente freddo, continuamente della buona terra, affinché l’Amore possa continuare a spargere la semenza che in futuro la Misericordia possa raccogliere, perché così possa di nuovo essere ristabilito il rapporto di una volta tra Me e te, e cioè, quando tu lo vorrai umilmente.

1121. Io già sapevo che questa meta non sarebbe stata raggiunta facilmente, perché tu avresti trasformato a sufficienza la forza del tuo essere in cattiveria. Però, Io conoscevo la Mia via, Lucifero, così come avrebbe dovuto agire il Mio Potere, poiché Io abbraccio con lo sguardo ogni Spazio e il suo Tempo, dall’eternità-ur! Dunque, Mi dovrebbe rimanere nascosto ciò che si svolge nel tuo interiore? Non ingannarti! Chi sta dinanzi a te, sa tutto!

1122. Dai tuoi fratelli di luce è proceduta schiera su schiera, ma tutti sono nati dal Mio Spirito. Ora guarda: questi nati della luce hanno portato qui il seme dell’amore, per seminarlo sul suolo arato dalla Mia Pazienza. Hanno abbandonato la bellezza, la luce e la forza, hanno lasciato il loro DIO per aiutare te. E’ già stata portata giù così tanta Luce, che poteva diventare per te il sostegno, portarti conoscenza di quello che una volta possedevi e che ora hai dissipato.

1123. Tu credi che il mondo, la materia che lo circonda, sia tuo? – Oh, no, IO te l’ho lasciato pietosamente! Per questo hai divorato oltraggiosamente i sacrifici dei Miei figli. Non ridere, Beelzebub, non li puoi rovinare! Il loro percorso di sacrificio è stato soltanto per te! Da quello che hanno fatto per amore per te, la Mia Santità viene addolcita, altrimenti il Mio incendio d’ira dovrebbe ricadere doppiamente su di te!

1124. Tu hai mancato di cogliere qualcosa dai loro doni di sacrificio, e questo mondo si spezza. Tu credi che se solo tu volessi, rimarrebbe? Non ingannare te stesso! Nessuna Mia Parola lo conserverà! La tua risata è la tempesta che infuria intorno al mondo che si spezza, così che gli uomini si nascondono nella paura più amara. La Legge rimane Legge! Sono Io la Legge, ed è diventata una Legge inesorabile, che questo mondo passi come una volta il bell’Ataraus!

1125. Se ora lo riconosci, Lucifero, allora la Mia mano è pronta ad aiutarti comunque. Ti sia donata una visione affinché ti renda conto dell’alta sacra Meta della Creazione. Se poi osservi il tuo povero essere ed accetti veramente anche quella parte del futuro che lascia a Me l’ultima richiesta, allora da parte tua basta una parola: che Mi chiami col Mio nome santo, e presto staranno pronti coloro che ti hanno servito con le loro vie di sacrificio. Ora guarda l’immagine!”

1126. Dio stende la Sua destra con un bastone bianco, e davanti a Lucifero sorge ciò che fu, che è e che sarà …anche il Sacrificio. Lui conserva la sensazione della forza, perché dall’assenza di forza non verrebbe nessun libero ritorno, ma il suo io-forza non si piega! Mai ha lanciato da sé uno scherno più orrendo che in questo grande Tempo di Grazia.

1127. Gabriel, che Lucifero vede come ‘Mecalames’, gli aveva frattanto consegnato il bastone bianco come segno di riappacificazione. Lucifero lo spezza e getta le parti davanti ai piedi di DIO. Questi cadono in modo da formare una croce. – Allora dal simbolo di riappacificazione, oltraggiato, si sprigiona una fiamma rossa ardente che si diffonde ed afferra il maggiore dei diavoli. Nel terribile fuoco (quale tormento della coscienza) si divincola di qua e di là, e nonostante ciò non vuol piegarsi.

1128. Dio gli esclama: “Ora ti consumi il tuo fuoco dell’inferno! Per te non spreco una seconda volta il fuoco della Mia Santità! Dall’Ordine e dalla Volontà della Mia Magnificenza di Creatore una volta ti è toccata la ricchezza, ed attraverso queste Caratteristiche ti ho offerto il ritorno voluto liberamente. E tu Mi hai gettato una Croce! Ti ho dato la materia, il suo Spazio e il suo Tempo perché ho avuto Compassione di te. La Mia Santità ti ha preparato dalla Sapienza e dalla Serietà la facile via del ritorno. Tu l’hai rifiutata! Sì, hai offeso la Mia offerta! E ancora di più:

1129. Dal Bastone dell’espiazione hai gettato il faro infuocato della coercizione della Creazione che avviene una sola volta. Ascolta bene: certamente ti sarà creato ancora un luogo (la Terra), perché anche il Mio Cuore di Dio vuole aiutare al libero ritorno, persino oltre all’Oltraggiato. Ma sappi, essere infernale: ‘Né la Mia mano né il Bastone bianco ti verranno offerti una seconda volta!’. L’Ammonimento del Sacrificio ricade su di te! Sotto questo tu crollerai e dovrai giacere miseramente dinanzi a Me; perché il segno rigettato ti toglie l’ultimo sostegno! Nulla, proprio nulla rimarrà di te che la tua povera anima nuda!

1130. Ti sei anche giocato la Misericordia. Qui…”, Dio indica Mecalames, “…la settima fiaccola aveva raccolto ogni preziosità che la Luce ti aveva portato, e stavano pronte per te! Ora è troppo tardi, non c’è nessun ritorno! Osserva ora questo mondo dal tuo inferno. Noi non ci siamo, come ancora credi. I suoi monti stanno in fiamme, i suoi mari inondando ogni paese, si spalancano ampi crepacci. Si disperde in miriadi di pezzi.

1131. Guarda l’atmosfera! I tuoi diavoli hanno preso la rovina proprio dall’aria, il quarto-Elemento sconosciuto. Da questo sarà utile solamente quello dei corpi celesti, che Io, il Creatore, predestino per ciò. Nulla di più! Non è ancora nato il Giorno in cui in conseguenza della Mia quarta-Entità Mi rivelerò in un’Opera. Chi anzitempo tende a questo, volendo creare qualcosa di ignoto, con ciò andrà a fondo! Tu hai teso alle Leggi-ur che non conosci e che dovevano diventare per te la seconda caduta.

1132. Ora sei ancora da liberare solamente sulla via del dolore. Non credere che questo Tempo sia breve! Solo nella quattordicesima-Ora ti verrà preparato l’ultimo posto (Armaghedon). Bada che fin dall’inizio sia la tua ultima lontananza, altrimenti il fuoco rimarrà fino al terzo-Tempo della Grazia, in cui il Bastone della Croce, gettato con perfidia, verrà eretto. Se ti pieghi sotto di quello, per te l’Ira potrà spegnersi, ma solo alla fine della quarta-Ora della Grazia (cap. 6,1002) potrai lasciare lo spazio dell’espiazione, quando tutti gli esseri dall’inferno saranno ritornati a Casa prima di te.

1133. Ora fuggi! Fuggi, Lucifero, affinché il Bastone oltraggiato non ti frantumi!”

- La fuga di Lucifero è piena di orrore, piena del fuoco e …dell’ombra della Croce che si sta erigendo. Il suo inferno gli corre dietro. Terribili le loro grida che sconvolgono la materia.

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6/42 - Mecalames/Gabriel ottiene il  Paradiso per le anime dei fedeli da redimere

1134. Accanto a Dio si trova Mecalames nel suo abito di Luce. Quelli che si schierano intorno a Loro riconoscono in lui il principe Gabriel. Non hanno percepito la morte orrenda. Si chinano dinanzi a Dio e guardano verso coloro che sono diventati deboli e che in quel mondo terreno hanno obbedito più all’oscurità che a Dio. Questi non possono verso la luce, ma nemmeno restare all’inferno. Stanno distanti nella vergogna del pentimento, perché la loro prova della libertà della Creazione è impura.

1135. Gabriel va da loro, seguito dai fedeli. Circondano in un ampio, chiaro cerchio, coloro che sono diventati poveri, ma che comunque, sono dei co-portatori del sacrificio (angeli fedeli incarnati). Gabriel, sollevando il Bastone in forma di Croce, chiede a Dio un asilo per questi figli, dove prestissimo possano purificare l’essere, assunto dalla materia.

1136. Egli dice: “Misericordioso, Signore e Dio, santo! Il demone ha sedotto questi piccoli. Devono ora stare distanti, avendo sacrificato il loro bene della libertà per colui che Ti ha gettato la Croce? Gli hai offerto tre volte la riappacificazione. Di certo è la figlia della Creazione, la Tua ‘prima nata’! Non spetta a questi qui, ugualmente, anzi, un aiuto molto maggiore? Non puoi volere, Onnisanto, che a loro non splenda la Grazia! Il loro sacrificio dovrebbe essere indorato!

1137. Se Tu lasci sorgere al caduto una salvezza, al non sedotto e grande abbagliatore, allora con maggior ragione a costoro che nel mondo terreno sono diventati, senza sapere della loro luce, dei sedotti! Perciò non guardare alla disobbedienza, ma alla tentazione alla quale i figli sono caduti. Aggiungi al Tuo santo Perdono la Tua Bontà, poiché il demone ha posto una pretesa per ingiustizia.

Ma io pretendo grazie al diritto che spetta alla Misericordia!”

1138. “Hai parlato nella tua Caratteristica”, risponde Dio. “Ma ti domando: ‘Come uomini, non hanno sentito la tua voce? Non hai impiegato il dono dato di profeta, per condurre tutti gli uomini alla conoscenza?’. Se i fedeli sono stati in grado di obbedire alla tua voce, perché non anche costoro? Loro sapevano della verità della tua parola da Dio, ma per loro valevano di più il mondo e il suo onore, che la Mia religione! Possedevano proprio la stessa eredità come i fedeli. Perciò hanno sprecato la Grazia per un certo tempo, perché anche in loro lo spirito era sì vivente, ma lo hanno oppresso e così hanno peccato contro la Mia Santità! Credi tu, fiaccola Mia, che la Caratteristica di Padre fosse meno santa che la Mia Sapienza e la Mia Serietà?”

1139. “No, Onnisanto! Ma come Michael ha combattuto contro Lucifero con la sua spada, così io combatto per questa schiera, con la Tua corona! Dev’essere impiegata proprio la Santità della Misericordia. E’ vero che non hanno quasi badato alla loro voce spirituale e alla mia profetica, bensì è certo che hanno dato a TE, liberamente, la figliolanza conquistata. E questo, come aiuto per la Creazione, che valeva per il caduto! E tanto è certo, che non hanno peccato per cattiveria, perché è la materia che ha generato la maledizione. Per amore del loro servizio fatto per Te, Onni-Signore, santo, Ti prego, a causa del co-sacrificio fatto per Lucifero, pretendo: dà a loro il Tuo luogo di grazia e di salvezza!

1140. Un flusso splendente passa sul Volto santo, che abbaglia persino Gabriel per alcuni momenti, così immensamente risplendono gli occhi di UR. Il Supremo prende il Bastone a Croce dalla mano del principe, lo solleva una volta, affinché lo possa vedere ognuno, e poi cela il Segno al Suo Petto, nelle pieghe del Suo abito rosso.

1141. Egli dice: “Gabriel, hai combattuto giustamente nella Misericordia. Chiamo ‘sacro’ il tuo discorso. Il divenire sacro della tua preghiera e la richiesta sarà assegnata ai figli come Spazio e Tempo. Conduci tutti coloro che hanno perduto la loro prova adempiuta della libertà nella quarta Sfera di irradiazione dell’anello del tuo Sole. Là crea il Paradiso come luogo di grazia e di giustizia, dove trovino consolazione e forza per il rimpatrio.

1142. Anzi, vedete, voi cari figli, la vostra ricompensa non vi viene nascosta! Fino adesso l’ho portata nella Mia mano; ora la consegno all’ultimo Luminare davanti al Mio seggio del Diritto e della Grazia, ed egli ve la distribuisce. Attendete nella pazienza finché potrete deporre il vostro dono di sacrificio come gioiello sul sacro focolare. E siate del tutto certi: ‘Anche il vostro ritorno a Casa farà scaturire lo stesso giubilo nel Mio Santuario, come per tutti gli altri rimpatriati’. La Mia benedizione, di Dio, e la Pace della luce, rimangano con voi e in voi per sempre. Amen!”

1143. Durante questo discorso la schiera stava dapprima profondamente preoccupata. Ma ora è colma di gratitudine e giubilo. – Gli altri che nel mondo terreno hanno osservato la fedeltà a Mecalames, vengono guidati dal suo accompagnatore. E’ Progal, il fratello di Taagor, il quale – secondo Mecalames – ha di nuovo rivestito per primo il suo abito di Luce. Appare magnifico, Orytam, un particolare prediletto nel Regno. Hagar cammina al suo fianco; anche lei ha vissuto la fine di questa Terra.

1144. Gabriel chiama degli angeli comandanti che lo devono aiutare nel lavoro. Nel Luogo raccomandato sceglie il più bel Sole con il suo ampio campo di luce, lo circonda con un muro di innumerevoli stelline e da adesso in poi questo posto è il Paradiso. Beato chi può ritornare a Casa attraverso questo luogo di gioia.

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6/43 - Giunge il tempo del sistema solare con la Terra, la prima umanita’, Adamo e Gesu’ (14° Ora)

1145. Spazio e Tempo, nei quali sorge il secondo-Centro della materia, sono grandiosi. Si formano e si spezzano dei Soli. Un piccolo Sole, al confronto di quell’esercito di simili, comincia nel fuoco incrociato dei sette Raggi salvifici a tracciare una via ordinata. Lancia da sé un grosso pezzo, la sua primogenitura, l’attuale Urano, che si allontana sempre di più dal Sole, finché giunge ad un confine ancora sopportabile, quale simbolo della nascita di Sadhana e del suo percorso del ‘divenire’.

1146. Il Sole partorisce sette ulteriori pianeti che presto orbitano intorno a lui in corsi ordinati. Il settimo (Nettuno) viene posto oltre al precipitatore, per trattenerlo. Questo rappresenta il nucleo centrale della nuova Opera di Grazia. Il terzo pianeta vicino al Sole viene formato di nuovo come nuova Terra[55]. Con l’inizio della terza Ora di Grazia vi possono andare degli uomini. Nuovamente sono delle Luci incarnate per la prima volta.

1147. Tuttavia non sono da portare giù solo ‘luce’ e ‘redenzione’. UR lascia governare la Sua condizione, che i primi del seggio vedono. L’oscurità non ne percepisce la guida; viene lasciata nella sua follia di essere lei stessa a operare. Il tentativo di Lucifero di distruggere la vita fallisce completamente, nonostante lui sia il signore dell’inferno e il sovrano della materia.

Al di sopra di lui, sta UR!

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1148. Alla fine del primo periodo dell’umanità molti dell’Ades arrivano all’incarnazione. Di certo subentra di nuovo molta rovina, ma il guadagno della Luce è maggiore, perché questi viandanti terreni nemmeno dopo un totale fallimento possono più cadere al pre-mondo-inferno. Per loro c’è il ponte. Lucifero cerca di distruggere anche la seconda Terra quando si accorge che per i demoni non può più essere fermata la via del mondo, e in tal modo nemmeno più la loro graduale liberazione.

1149. In questo periodo (primo tempo della Terra) tutti i figli della luce portano per la seconda volta il loro co-sacrificio. Oltre all’influenza di Lucifero, regnano quelle stesse condizioni nella stessa misura come lui le combatte. Gli è ancora lasciato credere nella sua forza intatta, affinché così, dal suo profondo precipizio, salga un pentimento altrettanto profondo.

1150. Al suo infuriare segue la fine di quasi tutti i continenti; a questo riguardo egli è escluso. Altri paesi sorgono e sono la base per la terza storia dell’umanità, che comincia con Adamo e porta il decorso della terza-Ora di Grazia. Qui tutti i celestiali offrono il loro terzo sacrificio. (Grandi spiriti di Luce vanno complessivamente fino a sette volte). Adamo ed Eva, i magnifici figli di Sadhana, Orytam ed Hagar, entrano per primi sul terzo e, con questo, l’ultimo posto della redenzione dell’imponente Giorno dell’Amore, nel cui inizio si legge: «Facciamo l’uomo!»

1151. Che Lucifero si precipiti diabolicamente su di loro che una volta amavano più di tutto Sadhana ed hanno resistito a Lucifero, il primo guardiano al maestoso Seggio, chi non lo vuole comprendere? Chi non ha comprensione per la loro disobbedienza contro Dio, la loro caduta, la cacciata dall’Eden? Ma chi, non anche per la grande Grazia che a ha conservato loro la vita e ha dato molta benedizione, anche se con peso e fatica, e che la maledizione ha giudicato il serpente della caduta nel peccato? Sì, nonostante la caduta, Dio ha benedetto abbondantemente gli uomini della Terra[56].

1152. Non hanno nessuna reminiscenza e l’operare di Lucifero non viene ancora limitato. In questo modo si esaurirà prima e non sospetterà che Dio include questo nel Suo ‘dare’ dell’adempimento del Giorno. E’ comprensibile che i superiori del popolo nei quali si genera la LUCE, debbano sentire: «Voi siete figli del diavolo!» (Giov. 8,44). Una santa-vera Parola! In nessun altro luogo che nella regione più oscura, DIO porta il Suo proprio inafferrabile Sacrificio, poiché il povero abisso è da salvare con questo, quando il SALVATORE discende in questo.

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1153. Lucifero vuol tentare DIO nel Figliuol dell’Uomo, non vede la pienezza della Divinità del Signore, ma il suo tentativo si spezza in questa piena Divinità. Quando l’Uomo-Gesù si è conquistato la maturità terrena[57], rendendoSi pienamente conto della Sua missione, le si dedica e vede la splendente meta: il Sacrificio della Creazione, la Redenzione, il Rimpatrio, il Perfezionamento del Giorno dell’Amore! Non devia da questa Meta-ur nemmeno di un capello, né come Anima, né come Spirito, meno ancora come DIO nella Pazienza e nell’Amore, dai quali era stato generato e partorito come FIGLIO.

1154. Lucifero sta per fare l’ultimo colpo; ed …è il suo ultimo. Lui, come ‘signore della morte’, vuole costringere DIO attraverso la morte. Che da tantissimo tempo gli sono sorti dei limiti, lo copre con l’autoinganno e la menzogna. Lui vuole uccidere GESU’, il Portatore di tutta la Santità. Dei volonterosi seguono coloro che provengono dalla pura materia. Nessuno allora ha anche solamente sospettato la battaglia della Divinità in GESU’. Egli non Se l’è alleggerita. Proprio questo era il potere costringente della Sua Personalità-ur! Al posto di un Ordine sta in primo piano di tutti i Suoi insegnamenti, la Guida divina, l’indicazione alla Vita vera.

1155. Colui al Quale servono degli eoni, raccoglie intorno a Sé una piccola schiera (gli apostoli e i discepoli). Dall’esiguità si compie la Sua meta, nella quale la redenzione diventa un dato di fatto. - Lucifero concentra l’intera sua forza sul Figliuol dell’Uomo. Il grido dell’inferno corre sul mondo, risveglia i demoni nel petto umano. La Via verso il Sacrificio deve avvenire! Più e più la materia perde la sua compattezza con le incalcolabili vie di sacrificio dei figli della luce, più selvaggiamente si atteggia Lucifero e gioca il gioco dell’ultima decisione.

1156. Con prudenza si avvicina all’alta Anima, per sfiorare ‘l’Uomo’ oppure per attirare anzitempo ‘DIO’ ad uscire. Fallisce! GESU’ è il Portatore della Divinità, Egli lotta per giungere alla suprema Via. La parte dell’Anima legata al mondo riconosce l’Obbligo-ur, ma il FIGLIO gli si dà. E già prima della Sua funzione sacerdotale Egli sta totalmente nella Divinità del CRISTO. La Sua meta della redenzione è di una portata abbastanza grande, per includervi uomini, popoli, il mondo, il Cielo e …l’intero inferno.

1157. Il più demoniaco può essere una pietra di prova: Lucifero! Dato che costui mette alla prova la libera volontà in GESU’ sotto la derisione delle buone condizioni della Creazione, l’Ordine apporta il Peso pareggiante: il segreto Obbligo della Condizione-ur, la VITA, il dare della Creazione! Perciò Lucifero, da seduttore, sta liberamente dinanzi a GESU’ come uno che conosce il mondo e vorrebbe dare una buona lezione al Giovane. Soltanto, egli sottostà e soccombe all’obbligo-condizione della Giustizia.

1158. GESU’ vede il popolo nella terribile folle pazzia, al quale Egli in senso stretto non appartiene né nella nascita, meno ancora nello spirito. Questo vaneggia esteriormente ed interiormente verso l’abisso. Ma con questo popolo non è simbolicamente allacciato l’essere o il non-essere della Creazione? A questo sta di fronte la disponibilità che sempre più si rinsalda in Lui, il Suo divino-santo ideale. Certamente Egli tenta anche di togliere alla patria terrena adottata di cadere nel nulla.

1159. Quello che Gli sta dinanzi, si designa nella Sua Anima; ed anche se dinanzi a Sé vede la glorificazione della vittoria indistruttibile, la massa schernisce di un possibile fallimento. Però la provocazione di Lucifero alla Creazione è da vincere attraverso la libera scelta del Sacrificio ed il sublime Proprio superamento, finché l’Uomo debba servire completamente. Ciò doveva – come detto prima – essere conquistato lottando, prima del Suo tempo dell’insegnamento sacerdotale, poiché dopo, secondo la legge della natura alla quale l’Eterno si doveva sottomettere, il Corpo avrebbe avuto bisogno della forza fisica per eseguire la lotta spirituale nella sua inesorabile conseguenza. La Lotta di UR, ‘tutto per un figlio’, …lotta che è quasi inafferrabile.

1160. Quaranta giorni, quaranta notti. (Matt. Cap. 4). Un Tempo santo, primordiale, in cui il FIGLIO si isola. Nessuno si preoccupa di Lui, né qualcuno incrocia la Sua Via. Ma due forze camminano invisibili accanto a Lui, diventando giornalmente sempre più insistenti più a lungo Egli combatte nella solitudine interiore, quella interiore dell’Anima terrena: Luce ed ombre!

1161. Come i giorni e le notti nelle quali Egli come DIO e come UOMO soppesa ogni pro e contro, alla cui fine sta il ‘SACRIFICIO’, proprio così passano tutti i moti sul Suo Essere diventato estremamente sensibile. Deve giungere alla fine con questa veemente lotta, affinché la forza del Corpo si esaurisca, affinché separi le potenze che Lo circondano: deciderSI![58]

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6/44 - Le tentazioni di Gesu’, la Preghiera al Getsemani, la Passione

1162. Lucifero crede che sia venuto il tempo di comparire in modo attivo. Non dovrebbe ottenere quel’Anima sulla quale passa la debolezza del Corpo? Nello splendore del Sole che ha sterminato senza pietà ciò che porterebbe ristoro ad un uomo (terreno) vicino alla morte, siede il Figlio di Maria il Quale unisce le Sue sottili mani. Una chiara luce sta passando verso Gerusalemme. GESU’ la guarda a lungo. Con l’ultima grazia da superare Egli costruisce il Destino: ‘Gerusalemme! Là indica la luce! Questa è la Mia Via, che Io voglio e devo percorrere; che comincerò e compirò!’

1163. La decisione fortifica la Sua stanca Anima; anche del tutto meravigliosamente (fortifica) il corpo stanco (per i 40 giorni di privazioni). Ecco che si avvicina un viandante. La veste non rivela nessun popolo; il mondo ne ha inciso il viso. Si siede, fresco e forte, di fronte a GESU’. Sembra che la sabbia del deserto lo sazi. Questo figlio della terra sospira un poco, ma conosce Costui? Si riproduce ciò che una volta (si era svolto) davanti al muro di luce tra Dio e il demone, anche se certamente in forma mutata. L’oscuro offre del pane con l’indicazione: “Hai il potere di regnare e dominare!”. Non è soltanto un pane esteriore con cui l’inferno vuol sedurre, che fa contrarre convulsamente le mani del Figlio per non prenderlo per il corpo, è il cibo (spirituale) di cui l’Anima di GESU’ ha desiderio, che qui gli viene fatto credere (per) corromperLo.

1164. Tre tentazioni (Lc.4,1-13): il superamento della materia tramite un potere arbitrario; l’appropriarsi nella libera volontà di una forza persistente attraverso dei segni visibili; la presa di possesso del dominio e reggenza mondani attraverso il potere della personalità, che l’obbedienza e il servizio fa raggiungere con la forza. – Un gioco intollerabile! Un chinarsi ad uno o all’altro distruggerebbe certamente la forza della libera Anima-GESU’, ma anche la libertà di Lucifero che gli deve ancora rimanere, e il ritorno dei celestiali che sarebbe senza beatitudine, poiché la costrizione sospende la Legge della libertà. In tal modo le condizioni della Creazione non avrebbero nessun contro-peso, e così sarebbe spezzata la bilancia dell’Ordine.

1165. Questo, lo Spirito di Dio lo vede. Ma lo vede anche l’Anima terrena? Il Signore lotta con Sé in silenzio. Oh, sì. Chi Lo potrebbe ostacolare? Chi, saziare la fame del Suo corpo, soddisfare la sete del Suo cuore, erigere un regno senza oscurità e senza sacrificio, perfetto in sé, e quindi immutabile? Non più in crescita oppure guidandolo in perfezionamenti alla perfezione in Cieli sempre più magnifici. Sì, un Cielo: luogo, tempo, concetto, atto, tutti riunendo in sé Potere, Forza, Autorità e Vigore, che nell’insieme si chiamano ‘VITA’!

1166. Nella conoscenza di ciò, il FIGLIO si china nella riverenza. La Vita-ur! GESU’ conosce questa realtà! La tentazione di erigere un piccolo regno con un piccolo impiego di Forza c’è, ma la respinge molto lontano da Sé, mette il Suo ideale riconosciuto nel divino Governo della Volontà consapevole, la quale porta al giusto pareggio la libera volontà elevata ingiustamente a Legge di predominio con la Condizione-ur ‘VITA’, e così tende al grande impiego di Forza che deve diventare potente creativamente, per conservare un’imponente Regno della ‘Vita della Creazione’, in cui i maestosi Fondamenti sono equamente partecipi.

1167. «Adora Dio, il tuo Signore, e servi unicamente Lui!» (Deut.6,13) – Tu ‘devi’! Non: ‘dovresti’! Adorare e servire, le basi visibili per le creature. Adorare attraverso le condizioni che portano tutte le opere; servire attraverso la libera volontà attraverso la quale ogni Legge diventi ‘Governo’. Servire adorando! Riconoscere la Volontà del potente Creatore e portare alla diretta esecuzione. Come un Firmamento del Cielo stanno le due Parole, tra Luce e oscurità. Lucifero ha finito di giocare! Qui sono compartecipi tutte le Forze che attraverso il co-sacrificio dei figli della luce sono giunte al sacro sviluppo. Si pongono come un cerchio di luce intorno al luogo della prima decisiva fase di lotta terrena. Lucifero ha perduto la posizione esteriore di fronte al Signore. Si vedrà se mantiene la sua posizione interiore del potere, oppure… quanto grande diventerà la sua perdita.

1168. Questa vittoria all’inizio degli anni d’insegnamento irradia tutta la via di Gesù, e alla sua fine viene completamente confermata. A questa trasfigurazione partecipano comunque soltanto tre testimoni (Mt.17,1-9), il che è la conferma della piena Divinità di GESU’, del Suo IO-ur. Perché nessuno, meno che i due portatori della sovranità dell’Ordine e della Volontà, riconoscibili come Mosè ed Elia, adorano e servono! CRISTO attinge la pienissima chiarezza dall’IO-ur, a cui l’UOMO ha contribuito fedelmente con il Suo. Allora non c’è da stupirsi che i discepoli vogliono rimanere sul monte.

1169. La seconda-Ora di Grazia (nei Getsemani) è terminata con la Preghiera altamente sacerdotale. Ora l’Uomo GESU’ può pregare per la trasfigurazione del Suo Essere, per la rivelazione del Suo impegno, per cui Egli appare chiaramente come il Portatore dell’eterna Vita. Poi, per secondo, chiede per i discepoli lo Spirito, la Forza dello Spirito Santo e, terzo, Egli prega per tutti i figli. Questa triplice preghiera, pronunciata dall’origine del sommo Sacerdote Melchisedec, è contemporaneamente il principio alla terza Parte di Grazia nel Piano della redenzione. Ma per l’inferno questo terzo tempo inizia solamente con il Getsemani.

1170. Lucifero si tiene ancora con caparbia energia e cerca di prolungare il suo ultimo gioco. Non ammette che la ‘vittoria del Figlio’ gli ha tolto la possibilità di una ripetuta apparizione. Quando UR chiama, egli deve andare! Ora – così crede – gli deve riuscire: così o così; lui è il signore del mondo! Ogni altro pensiero lo esclude.

1171. Attraverso Giuda gli riesce, e gioisce! Non sospetta che l’uomo da lui aggravato a questo servizio per il tradimento, gli era stato lasciato, il che però non sarebbe successo se Giuda non avesse adorato troppo il suo ‘idolo mammona’. Ora su questo oscuro viene compiuta un’Opera divina. Infatti Giuda è l’ultima spinta per il Sacrificio dell’espiazione. Giuda soccombe all’ordine dell’inferno, e in tal modo serve al sacro Regno! Troppo tardi riconoscerà di aver tradito non un uomo, bensì ‘DIO’. Che attraverso il tradimento il Testamento della Creazione ha ottenuto anche per la materia la sua validità legale, chi lo ha riconosciuto?

1172. Come Adamo ed Eva sono stati benedetti con la punizione, così, nonostante ciò, Giuda. Lui è la figura umano-storica del figlio perduto; ma Lucifero lo è lui stesso. Tutta l’Opera santa, che opera come ‘mistero velato’ tra GESU’, Lucifero, Adamo e anche Giuda, rimane riservato al Tempo finale della Terra. Se dalla redenzione il figlio perduto può iniziare la via verso Casa e che la fine di questa via gli è giunta vicina, allora apparirà anche il mistero, come molti altri, nel più magnifico splendore del Cielo aperto!

1173. Il Sacrificio di UR, santo, ancora sconosciuto, deve ricevere la Forma per la materia. Questo ‘devi!’ lo prende su di Sé con Amore, il Figlio dell’espiazione, e così conferma la prima Legge-ur: la VITA! In questo modo viene sanzionata maggiormente la Legge della libertà per i figli della luce, cosicché possa sussistere anche nella Santità, benché la caduta volesse elevarla al predominio. La battaglia fra Michael e Lucifero si riflette in GESU’: o assoluta accettazione della condizione del Sacrificio, oppure la presa di possesso del Potere-ur dalla Volontà sovrana.

1174. Il FIGLIO mira al sacrificio. Quando questo diventa evidente, Lucifero diventa improvvisamente afflitto dalla paura. GESU’ si è conquistato lottando così amaramente la Sua santa CRISTICITA’, che Egli non vi rinuncia a nessun prezzo. E il tradimento di Giuda? Ah, fin dall’inizio della caduta l’inferno ha esercitato il tradimento, e continuerà a farlo. ‘Tradimento’, un tributo dell’inferno, preteso da lui e che esso deve versare , finché nella maestosa Sera della Creazione risuonerà il GLORIE-GLORIA. Invece il tradimento del SIGNORE è uno, che sta come unico nella sua mostruosità!

1175. Lucifero si insinua da lontano come figura senza ombra dietro alla Luce crescente, e sulla sua anima oscura passa un tremore quando GESU’ entra nel giardino del Getsemani. Una preghiera universale da Spazio-ur e Tempo-ur sale profondamente dall’unica Anima umana pura. Grande, maestosa, risplende nella Figura celestiale. Più si forma ad una preghiera da Calice, ancor più scuote il Firmamento da tutte le parti del Cielo e della materia.

1176. Davanti all’Anima sta la nuda afflizione, di fronte a Lei il ‘dare’ della condizione-ur, che è da accettare. Il tempo non è ancora giunto, la lotta è appena iniziata. Spaventato, l’Uomo si trova davanti alla dura richiesta. Pallido è il Volto, le Mani irrigidite dai crampi, le Labbra tremano. Sul Cielo e sulla Terra, sul solitario Adoratore, pesa un silenzio di paura mortale; e nemmeno l’angelo più alto sa ancora se il Calice di tutte le sofferenze più amare dev’essere bevuto.

1177. Tuttavia la Santità tiene le Sue mani sul Getsemani. Accanto al Figliuol dell’Uomo, all’Afflitto fino alla morte, sta la figura senza luce e senza ombra che fin dal tradimento al SIGNORE non può fuggire[59]. Anch’essa trema; di certo non nella santa lotta, ma per l’ultima posizione che è rimasta al demone. L’ultra-sollecitazione della libera volontà altamente benedetta, per Lucifero, trasforma questa in un potere costrittivo. Gli è nascosto che l’obbligo-condizione non vale solamente a causa di lui, bensì anche per il FIGLIO, la Cui preghiera di Sangue costringe, con amore, la Santità a procurare una fine.

1178. Il sacro ‘obbligo’ sta tra GESU’ e Lucifero; per il Signore, in ogni caso una decisione, ma indipendente dal demone, al quale sono lasciati pochi minuti terreni di farne parte. Lui vede la Lotta tremante, la Lotta di Sangue, l’Umiltà, la Rassegnazione, la Pazienza e l’Amore per la Creazione e per la creatura. Questo può trasformare tutto il Giorno della Creazione e dargli di colpo una direzione del tutto diversa.

1179. Lucifero presagisce che, meno GESU’, ma più lui stesso, sia arrivato alla svolta della Croce della Creazione, e non può più pretendere dei tributi; ma ne ha da assolvere? Sì, egli lo sa! Ma anche per lui la sua schiera tace, la Terra insieme al Cielo. UR, il Santo, ha fermato per breve tempo i flussi della Vita dalla camera del Cuore del Sacerdote, di Dio e del Padre; fluisce soltanto la Corrente della Vita del Creatore, ma nessuno dei forti guardiani si trova presso la sua Fonte, per trasmetterla alla Creazione; perché, …anche il Creatore tace! Questo Silenzio è inquietante, nel quale due Anime combattono: il santo Adoratore e l’ingannatore!

1180. Il peso non è quasi più sopportabile. Sotto il grave peso si piegano le Spalle nell’umiltà, tali si piegano anche nella colpa. La Pazienza e l’Amore alzano il puro Cuore, lo Spirito addolcisce la Santità; e così GESU’ sta direttamente davanti alla Sua ‘CRISTICITA’ ’. L’Anima deve ancora lottare. Sul Volto sfigurato scorre bensì del sudore di Sangue dalla pena più amara, soltanto, gli Occhi colmi dell’eterna luce di Dio splendono maestosi, santi, supremi.

1181. Lucifero sente il potere della triplice preghiera (Getsemani). E’ come se si strappasse la cortina, già ora, affinché la Luce dell’Eternità illumini il buio dell’anima e si unisca alla seconda coppia di mani. Delle fantomatiche dita già si muovono a scatti; l’oscuro si piega giù; occhi simili alla lava riposano esaminando sul Volto tremante, illuminato dalla pallida luce notturna, spettrale, nell’appassionante lotta della preghiera.

1182. Chissà se ‘l’Uomo’ non soccomba prima del ‘crudele mattino’? Chissà se ha paura di una commiserevole morte e dell’annichilimento che verranno caricati sull’Inviato di Dio? E Lucifero teme che, nonostante ciò, segua un onnipotente “Sì, Mi sacrifico!”, perché allora è finita per lui. Questo si pone davanti a lui così spietatamente, proprio come l’inferno vuole spietatamente il ‘Venerdì Santo’. E così su Lucifero grava la decisione con lo stesso peso, come peso intatto sul Figliol dell’Uomo; e con ciò perda anche la posizione interiore del potere. Degli improvvisi brividi di un futuro annientamento corrono su di lui. Gli è lasciato ancora un minuto, mezzo, cinque secondi …

1183. Lui si alza nella piena statura della sua entità profondissimamente caduta. Deve succedere così? Sarebbe da aspettare il crudele domani. “Perché allora…”, mormora, come un alito spettrale in una notte afosa per il temporale imminente, si posa opprimente sulla Fronte ardente del puro Combattente, “…non sono il signore della Terra e dello spazio intorno ad essa? Che m’importa dell’ADORATORE che è un Figliuol d’Uomo? Non sono io …?”

1184. Il soffio tace, la voce viene frantumata con le quattro parole: “Allora Io lo bevo!” - La decisione è presa; la Redenzione vinta! Ciò che segue, è il GOLGOTA, il timbro sanguinante della Preghiera del Calice (cap.4,229) che trasforma questa notte in quell’eterno-santo, inaudito maestoso Documento che nel quarto Giorno della Creazione rese esecutivo il Testamento scritto nel sacro Libro del focolare! (cap.4,245)

1185. L’autorità spinge avanti la terza-Ora della redenzione, fa vacillare l’inferno e fa scaturire dell’insospettato nel Regno della luce. In schiere chiare attendono gli eoni davanti al Santuario. Presto le sue porte verranno aperte, saranno visibili i tappeti, scomparirà la cortina, che la Santità ha tessuto per via della caduta. Nulla dovrà più separare i fedeli dall’AMORE! E la cosa più meravigliosa, più maestosa: UR, il santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, Si rivelerà! Possono misurare la beatitudine, quando contempleranno LUI?

1186. Di certo le schiere hanno visto DIO, quella parte dell’Essere che governa il Giorno; e già la più pura nobiltà dell’Anima di GESU’ lo ha trasfigurato per loro. Ma il FIGLIO non può svelare lo splendore di fuoco della Divinità-UR, per via dei poveri. Ora attendono, anche tremando di beatissima emozione, di vedere finalmente UR-GESU’-IMANUEL, la più alta luce e delizia della loro vita! Il manto di Mosè è già stato tolto.

1187. Invece i benedetti non pensano dapprima alla loro beatitudine. Con l’adorazione più intima attendono la fine della Lotta. Tengono nelle loro mani il bene riconquistato: della luce, splendente nelle pure fiamme. Così la sollevano in alto, la custodiscono con la loro forza, per servire con questa l’oscurità. Questo splendore irradia già sul mondo oscuro. Là UNO la vede, che dalla parola Così Io lo bevo’ conquista amaramente l’Atto umano ‘E’ compiuto!’. Egli si serve di questi doni di luce che significano il co-sacrificio. Egli lo vuole, li unirà e deve unirli con il Suo sacro Cammino del sacrificio!

1188. Loro vedono come l’Eterno prende su di Sé il maestoso simbolo del Giorno, la Croce dell’Amore. E vedono un principe di luce con la fronte profondamente china entrare nell’Onnisantissimo. La terza porta si è aperta e chiusa senza rumore. Alle schiere è ancora sconosciuto ciò che vi avviene.

1189. Raphael-Agralea, presi da un’immensa Serietà, stanno davanti al ‘Seggio del Diritto’. Agralea rimane inginocchiata davanti al focolare, Raphael può assumere una rappresentanza durante il percorso del sacrificio che annichilirà il FIGLIO SANTO, che pesa veramente non meno grave sulle sue spalle principesche come la terribilità del mondo su UR, su GESU’!

1190. Egli officia al posto del sommo Sacerdote Melchisedec. L’Acqua della Fonte-ur attinta al Mattino splende sanguinosa nel Calice del focolare, il Sole-ur si concentra sulla Croce.  Ci sono due Libri: il libro della Creazione e il libro della Vita. Può decidere il principe dell’Amore quale deve valere ora? Egli agisce dalla conoscenza conquistata attraverso molteplici vie del co-sacrificio, oppure da una condizione dell’Opera? UR solo lo sa, e il portatore della seconda Caratteristica di Dio.

1191. I sei principi stanno come maestosi guardiani davanti alle porte, intorno alla casa dei più anziani, quando non dimorano presso il signore. E i quattro guardiani vegliano sulle torri. Ma per eseguire subito ciò che il cavaliere della croce fa riconoscere, sono pronti degli angeli comandanti. I fedeli di UR tengono la guardia! Allora il Figlio dell’espiazione può prendere su di Sé il peso della croce, rivolgendo la Sua CRISTICITA’ unicamente sulla redenzione. E questo è bene! Nemmeno l’Opera deve ancora saperlo, non i principi davanti alle porte ciò che il Sacrificio di UR pretende, perché i portatori dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà porterebbero all’impiego la Potenza e la Forza di UR, prima che si versi il Sangue-ur!

1192. Mentre Gesù, il Cristo, fa passare su di Sé tutte le durezze degli interrogatori e vacilla verso il Golgota, Raphael tiene salda con le due mani la santa croce del focolare. Guarda al decorso, come gli uomini, molte anime oscure e i figli della luce Lo vedono; riconosce ciò che si incide amaramente nel cuore dei primi del popolo santo; ma lui solo vede il ‘Giorno dell’Amore santissimo’! Egli lo deve vedere, dato che è in rappresentanza del sommo Sacerdote Melchisedec.

1193. Agralea è in ginocchio dinanzi al focolare, ma la sua anima cammina accanto al Figlio della sofferenza. E come rabbrividisce di scatto quando il Signore sulla via della morte crolla per la prima volta, così trema di scatto il cuore di Raphael. Entrambi sanno: ‘Non è soltanto un crollo del corpo il più terribilmente tormentato, che non può più resistere oltre al rude potere, no; è veramente il Cuore, che vorrebbe esanguarSi per la durezza del mondo e del figlio perduto, con i pensieri che sorgono dalla debolezza corporea: «Perché il Mio figlio della Creazione vuol vedere la sofferenza combattuta fino in fondo? Non si accorge dello sconfinato Amore che cerca di liberarlo dal suo peso dell’arroganza e del rinnegamento di Dio?»’

1194. No! Il figlio, chiamato ora nella più amabile Misericordia, il figlio perduto, ancora non vuole! Forse ora già meno per ostinazione, forse per lo più, aspettando; ma in ogni caso, impassibile. Così il Cuore si strappa in su, costringe il Corpo all’impiego sovrumano di Forza, per non supplicare mitezza dai brutali; bensì, nella Misericordia, pretendendo tutto da Se stesso, dando tutto per Bontà e Compassione, …per i figli.

1195. Quando il Cuore, nel crollo, nel santo strazio, chiede, Raphael posa con solenne gesto il libro della Vita – che fin dall’inizio del Sacrificio della Croce ha avuto da UR il Suo posto – sotto il libro della Creazione, ed afferra il Calice stracolmo. Lo mette alle labbra che, per la potenza di ciò che Egli vuol fare, tremano, come tremano le labbra del Figlio per l’agonia, l’afflizione, il supplizio, serrate, per non far sentire le grida della Sua pena fisica al diabolico ambiente, e …per risparmiare i Suoi.

1196. Raphael ne beve un sorso. Fuoco scorre attraverso il suo corpo. Ora percepisce che cosa deve soffrire l’AMORE. Spaventato, mette il sacro Calice al suo posto. Ha fatto bene? … Non lo sa ancora precisamente nemmeno lui. Ma una cosa sa: il suo proprio amore vuole soffrire con l’AMORE-ur! Si saprà poi, se come unico principe poteva aver parte a questo Calice.

1197. La via di GESU’ conduce in alto sul luogo del teschio, arso dal Sole. Il tempo è stato scelto per aumentare al massimo il martirio. Non c’è da nessuna parte un’ombra; da nessuna parte nemmeno una manciata di erba che copra il suolo sassoso sul quale potrebbero riposare i Piedi stanchi, feriti. Nessun soffio passa sulla Fronte febbrile, per lenire il tormento della corona di spine. Quando fa più caldo, in cui altrimenti il popolo cerca refrigerio nelle camere più scure, il SIGNORE viene sospinto alla morte.

1198. Nuovamente crolla. Rudemente gli sgherri tirano le corde. Ma lo Spirito ha abbandonato il Corpo. Vuol vedere se l’inferno non ne abbia ancora abbastanza di questo spettacolo della Creazione, e cerca quell’aiuto che era previsto quando il Sacrificio-ur era stato pre-pensato all’inizio della Creazione divisa in quattro parti. – Non sarebbe ora? Non sono stati utilizzati abbastanza, nel senso più stretto, la Pazienza, l’Amore e la Misericordia? Dev’essere caricata ogni colpa dei caduti, dei terreni, uniti in quest’unica Croce, e al FIGLIO senza peccato? – La Santità è da pretendere comunque, dato che non si vuole far vedere ancora nessun libero ritorno, e lo Spirito ha ragione di abbandonare quel Corpo, per rivelarSi di nuovo come unico-Creatore. E’ stato fatto abbastanza! UR può coprire l’Opera dalle condizioni!

1199. Questa è una Lotta da titano dello Spirito-ur accampato intorno a GESU’, che fa tremare la Creazione. Di conseguenza, persino il GETSEMANI sta in secondo piano.

- Raphael ha preso in mano il libro della Creazione. In spaventata seria solennità guarda ai due Libri. Oh, il Potere di UR grava pesantemente sull’avvenimento. L’Onnisantissimo è come avvolto nel buio.

1200. Ma ecco, l’Anima si muove nel Corpo spezzato. Oh, se ha compiuto il Suo ‘dare’, allora Le vale anche ‘l’avere’! Un Pensiero, …e subito lo Spirito raddrizza l’Anima, dà Forza al corpo, affinché possa eseguire l’Atto obbligato. Ora, Cuore e Spirito sono uniti, non soltanto nell’interiore come attraverso la prima e la seconda Preghiera del Calice, anche nel sacro ‘dare-avere’, che porta unicamente la condizione dal Sacrificio-ur. Non è il ‘dare’, un ‘non-poter-diversamente’, (ma) è da raggiungere la Via libera, la somma Meta!

1201. Il principe fa un sospiro di sollievo, quando – toccato dall’anima di Agralea – vede questo procedimento. Già sale uno splendore nei suoi begli occhi. Ma fermi! Prende nuovamente in mano il Calice, che non deve traboccare, non vuole lasciar bere il ‘troppo’ a UR, in GESU’. Se l’angelo sapesse quello che sta facendo!! E’ vero che dopo aver bevuto due volte, il FIGLIO può ri-sollevarsi. Il segreto collegamento con il Calice del focolare per portare la Croce, si rivelerà ancora.

1202. Come nella terza parte della preghiera del Calice, così si designa il terzo impegno in questo percorso della morte, nel senso della terza-Ora di Grazia del tempo dell’Uomo e della terza parte che era caduta. Il Cuore, lo Spirito e l’Anima uniti, non rinunciano alla loro ‘parte di diritto’. Soltanto, il Corpo si nutre di quel poco che possiede ancora di vita, e il Cuore e lo Spirito non devono arbitrariamente alleggerirne il peso. Ma l’Anima spezzata. È ancora all’altezza di affrontare l’ultimo impatto? Già giace nella lotta mortale, perché nessun uomo può resistere per ore ad un tale martirio.

1203. Raphael guarda oltre ai santi Libri, al Calice.I suoi sorsi sono stati consumati da tempo dal cammino verso il Golgota. Se volesse sollevare il Calice, non si potrebbe evitare che il Vino amaro goccioli come sangue sul puro tappeto della sala. Si china, costretto dall’inafferrabile potere del Sacrificio. Quindi il cavaliere della Croce beve dal Calice della sofferenza di GESU’, ma… non di nuovo un sorso, benché il tormento della sofferenza gli diventa percettibile in modo bruciante. Si china due volte, per alleggerire a quell’Anima il suo ultimo tratto.

1204. Subito, lui e Agralea vedono il ‘COMPIUTO’. – Quello del Golgota, oppure il ‘completato’ alla sacra Sera del loro altamente benedetto Giorno? No, molto oltre sporge un incomparabile faro:

‘Il ‘compiuto’ dell’Anno-Azione-ur!’

Raphael vuole inginocchiarsi con Agralea davanti al sacro focolare al cospetto di UR ancora invisibile, ma lui è legato ad una sostituzione visibile della posizione del sommo Sacerdote Melchisedec. Allora si inginocchia consacrato nel cuore davanti all’Onnipotente, e stando in piedi rappresenta la Santità.

1205. ‘Il SIGNORE, percepirà il sorso presso il focolare?’ (da Raphael)

- Sulla Sua Anima terrena cade della rugiada dal Cielo: ‘L’amore filiale, soffre con Me?’

- Oh, sì! Come GESU’ coglie nel Suo Spirito-ur ciò che a LUI non rimane nascosto, così anche il Figliuol dell’Uomo può gustare la partecipazione santificata. Per Lui è uguale a consolazione e forza. Egli percorre l’alta strada anche per loro che, dalla prova, colma, della libertà della Creazione, sono diventati co-portatori del Sacrificio. Per loro il GOLGOTA non vale di meno, benché in un senso del tutto differente che per la figlia della Creazione e per i suoi poveri esseri.

1206. L’amore di un figlio, dell’angelo Raphael di bere dall’amaro Calice del focolare ciò che voleva traboccare, manda Raggi d’aiuto dal Santuario chiuso della Città-ur, alla piccola Terra. Infatti, perfino il più rozzo soldato viene bruciato (spiritualmente) dal ‘lampo balenante’, anche se nessuno ammette come Lucifero chiuda gli occhi davanti all’inevitabile capitolazione. I rozzi si scuotono via la bruciatura, si vergognano di tale tocco, ma non caricano ancora una volta la disumana pesante Croce sulle spalle dell’Esausto, fino alla morte, come lo pretenderebbe la prassi.

1207. Come per caso, sembra si avvicini uno. Il coraggioso, come confessore del Nazareno, segue – di certo con ribrezzo –  il terribile tumulto.

- Un angelo Comandante porta giù l’incarico alla velocità di un secondo. Non visto, arriva l’alto spirito della luce a Simone di Cirene, non udibile per gli uomini egli porta l’Ordine sacro. All’istante il fedele sta accanto al capo della frotta, che sta proprio cercando qualcuno che portasse la croce per l’ultimo ripido tratto. Simone guarda il romano; una strana intesa si scambia tra di loro. E la Croce viene caricata sul fedele. GESU’ barcolla accanto.

1208. Rimane ancora una frazione di tempo per evitare la crudeltà? – Lucifero può e deve essere testimone nel bruciante tormento della sua ultima rigidità che lo sferza da un luogo all’altro come una furia. Un unico uomo delle anime infernali, forse per Lucifero, potrebbe evitare l’ultimo. Così al mondo ne rimarrebbe risparmiato molto, del Giudizio.

«È COMPIUTO!»

Attraverso lo Spazio e il Tempo echeggia la Parola del Redentore! Si adagia come liberazione e come pace sui figli, sia nel Cielo che sulla Terra, che in sé portano la buona fede; ma come peso schiacciante su tutti coloro che sono da chiamare ‘avversari’.

[indice]

*

6/45 - “E’ compiuto!”, poi agli inferi per recuperare Lucifero

1209. Il cavaliere della Croce è assalito dalla più profonda commozione. Egli ha registrato le sei gravi Parole[60] del martirio nel libro della Creazione, ma scrive il ‘È compiuto’ con la penna d’oro di UR nel libro della Vita e sotto il Testamento della Creazione. Poi lascia splendere di nuovo apertamente i sette candelabri, prende una fiamma da ciascuna delle sette fiaccole e le posa sul crogiolo d’argento, la cui fiamma ardeva quasi immobile. Ora divampa sulla ciotola delle offerte, dalla quale si alza l’incenso come una croce d’alabastro e diventa una corona al di sopra del Sole-ur. Il Segno:

GESU’, come CRISTO, rivela la Sua Maestria-ur della Vita!

1210. Allora posa il libro della Vita aperto sul libro della Creazione. Quando più tardi vorrà posare entrambi uno accanto all’altro, non ci sarà più che un solo Libro. Così dev’essere! L’Amore santo, provenendo da UR, nato a Figlio dell’espiazione dall’Entità-DIO, ha utilizzato la Vita-ur per l’Opera attraverso l’ultima volontaria abnegazione! Così è divenuta per tutti i figli una verità immutabile, una certezza eterna primordiale!

1211. E’ compiuto! Raphael apre la Porta di Dio per i principi, per i guardiani e per i più anziani. Gli angeli comandanti e le legioni orlano la strada della luce sulla quale verrà il RE. L’apertura della cortina è ancora soltanto accennata. Nel mondo la cortina si è strappata per svelare l’abuso del Tempio. Qui non viene strappata, bensì tolta con cura ed immersa nella Fonte-ur della prossima Mezzanotte, da cui sorse a protezione per il Giorno dell’Amore. Manca ancora un piccolo Tempo e il piegarsi di colui per il quale è stato formato l’eccelso Percorso del sacrificio.

1212. I principi rivedono dapprima nel Crocifisso il loro UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. Con i cuori, la cui perenne arsura di fiaccola (dei primi, dei principi) presso il Seggio colpisce il tetto del Duomo, attendono il cenno, che li chiami ad assistere (vedi “Golgota) alla «discesa agli inferi» (1° Pietro 3,19). Ora sul sacro focolare divampa il ‘VENITE!’

- Più veloci di un fulmine si trovano nelle loro case dei Soli e dai focolari dell’altare prendono i Segni della loro dignità di principi, con cui accorrono al luogo della convocazione. Visibili per i caduti e per il fedele ‘testimone Giovanni’ sono dapprima due di loro: Raphael e Michael.

*

(Nota del revisore: da qui in poi, il testo – fino la versetto 6,1379 - è stato ri-dettato pressoché uguale a quello presente nell’opera “Golgota” - cap. 3,6 / 19,7)

 

1213. L’inferno è in subbuglio! I suoi esseri sfrecciano attraverso lo spazio. Ora percepiscono quanto è limitato. Lo hanno sempre creduto senza fine, oltrepassando il Regno di Dio. E ora… Lucifero non trova nessun luogo dove potersi nascondere. Inutile è il suo iniziare a nascondere il viso con le mani oppure con un lembo del vestito.

1214. Lampi di luce di una forza e velocità spaventosa s’incrociano per l’Ade. Fragori e tuoni riempiono il luogo. I caduti odono la Voce piena di Potenza e Forza: “Lucifero, vieni fuori! Non ti nascondere, perché Io ti vedo!”

- Il chiamato fugge e fugge. Ma più cerca di sfuggire al potente comando, tanto più resta invischiato nella propria confusione, ed infine – avvinto dal Golgota – si trova nel cerchio di luce di tre Figure, il Cui splendore e autorità rischiarano l’oscurità e fanno tremare l’inferno.

- Presto i demoni s’irrigidiscono dal terrore. Lucifero si torce e si divincola come un verme. La sua caduta, la ribellione contro l’Onnisanto, la resistenza contro le Condizioni-ur date, il suo esagerato utilizzo della Legge della libertà, la sua insensata, menzognera lotta contro il Regno della pace, contro i figli della luce, e ultima, ma non meno importante, la sua duplice nostalgia di Casa che cerca di soffocare con furiose imprecazioni, lo frantumano dinanzi all’Apparizione luminosa.

1215. Nondimeno, ancora una volta affiora la sua smisurata arroganza, la sua forza e malignità, la sete di potere, tutta la sua infamia demoniaca. Orgoglioso si rizza, e scherno gronda dalla sua bocca quando dice: “Cosa vuoi tu, Uomo morto, che io ti faccia? Devo far vendetta per Te con la mia schiera sul popolo che ti…”. Lucifero si blocca.

- La figura di luce a destra, Michael, sfodera la spada fiammeggiante, dalla quale saettano intensi fasci luminosi come fiamme divampanti.

- La figura di luce a sinistra, Raphael, leva in alto una croce verso lo scellerato che nasconde in sé lo splendore della potenza di una Creazione.

- Allora la Figura di mezzo che concentra in Sé la spada fiammeggiante e la Potenza della Croce e la lascia risplendere attraverso il Cielo, l’inferno e la Terra, stende le due Mani ed afferra con esse, spada e croce. Subito il principe delle tenebre stramazza in sé, privo di ogni potere e resistenza. Nasconde il suo volto nelle pieghe della sua veste perché non vuole, non può guardare Colui che è l’Origine e l’Essenza della sua vita.

1216. CRISTO, il DIO vivente, dice: “Inutilmente, o Lucifero, nascondi i tuoi occhi, perché il Mio sguardo ti si è marchiato nell’anima, ma se credi di possedere l’eredità che un giorno ricevesti nell’Onnisantissimo dalle Mie mani davanti al sacro focolare, e la consideri ancora tua proprietà conquistata da te stesso dopo la tua separazione, guarda, allora voglio stare ora dinnanzi a te, né nel Mio Potere di Creatore e nemmeno nella Mia Forza sacerdotale, né come Autorità di Dio e Vigore del Padre, bensì sono ancora una volta il Figliuol dell’Uomo, il povero abbandonato Orante del Getsemani, il Morente che esclamò dalla Croce nel più atroce tormento e pena: «Mio Dio, perché Mi hai abbandonato?». E voglio essere il Fanciulletto appena nato, affinché tu, Lucifero, sii certo che la Mano di UR nemmeno adesso poggia su di te nel modo più segreto.

1217. A te, Michael, Io dico: ‘Ritira la tua spada!’. E a te, Raphael: ‘Metti la croce davanti ai tuoi piedi!’. Ora, Lucifero, sei libero come non mai nella tua esistenza tenebrosa! Impiega la tua forza ereditaria come vuoi tu! … Levati e strappa a te tutta la Creazione, Cielo, Terra, inferno! E se ti riesce, allora annienta Gesù che sta dinanzi a te come il Figlio dell’Uomo; allora la Sua Nascita, la Sua Preghiera del Calice e anche la Croce del Golgota, saranno cose inutili ed inutile il Suo Ritorno originariamente condizionato nel Sacrificio!

1218. Questa è la Mia ultima offerta che ti posso dare. A motivo del Sacrificio mortale, la cui onnipotenza non comprendono del tutto nemmeno i Miei supremi figli della Vita, esistono ancora due sole decisioni: la Mia Vittoria, oppure l’immediata dissoluzione della Creazione! Infatti, se ho edificato come UR la Mia Opera sull’Ordine e sulla Volontà e l’ho benedetta con la Sapienza e la Serietà, l’ho guidata con Pazienza e Amore, e ora la voglio portare all’incoronamento mediante la Misericordia, allora questo avverrà solo se tutto ciò che si è risvegliato alla Vita autocosciente dalla Mia Essenza, potrà essere incluso in questo Coronamento! E questo è nuovamente basato soltanto sulle due regole fondamentali della Creazione: quella delle Condizioni riservate ai Miei Diritti, e quella della Legge della libera volontà data come Diritto ai Miei figli! Di questo perfezionamento, se deve essere perfetto, fai parte anche tu, Lucifero, … tu e la tua schiera, le anime, tutti gli uomini e gli esseri legati ancora nell’errata illusione!

1219. Per questo Io diedi due esempi: uno del figlio perduto, tu lo conosci, Lucifero; tu lo hai riconosciuto allora immediatamente come ascoltatore non visto, come potevi esserlo soltanto tu. Il secondo della pecorella smarrita che il fedele pastore cerca finché non l’ha trovata e la riporta a casa sulle sue braccia, e questo vale per ogni singola anima che tu portasti allo smarrimento. Guarda, ora riconosci che non esiste nulla nella sua origine che non fosse proceduto dapprima come Pensiero di luce solamente da Me! Soltanto che tu non voi utilizzare questa conoscenza come una base su cui è da edificare il tuo ritorno. Ma poiché non esiste veramente nulla che non sia stato originariamente buono perché proceduto unicamente e solamente da Me, allora sappi che in tutta l’eternità nulla può vivere al di fuori di Me e lontano dalla Mia Luce come antagonista! Già la fine di questo sesto Giorno della Creazione lo deve vedere! Orbene, Lucifero, mostra la tua forza ereditaria! L’UOMO-GESU’ sta dinanzi a te. La nuda Anima che da Se stessa si è guadagnata la Forza con la propria conoscenza per andare incontro al proprio avversario!”

1220. Nell’inferno regna un silenzio poco rassicurante. Gli spiriti maligni sono come senza vita.

- Lucifero dipende del tutto da se stesso, dal potere della sua personalità. Si alza soltanto con grande tormento e faticosa pena. Allora sente nel suo petto ancora una volta, la terza, la nostalgia di Casa. Tuttavia sopprime la nostalgia, e con la sua ultima forza costringe la volontà, e dice: “Vieni, tu, povero Uomo-Gesù, perché ho davvero pietà di Te, poiché sei stato ingannato per la Tua vita e per l’Opera della stessa. Ti voglio risarcire”.

1221. Gli dice GESU’: Tu pensi che Io sia stato ingannato, oppure che piuttosto, solo adesso la Divinità deve essere ingannata? Mi sembra che tu voglia rubare un figlio al Padre”

- “Te?”, domanda Lucifero.

- “Dipende da cosa farai ora. Ma puoi rubare un solo figlio: te, …oppure Me! In verità, l’effetto sarebbe lo stesso”.

- “Non farmi ridere!”. La più orrenda risata schernevole del demone echeggia attraverso l’Ade. “Posso io, rubare me stesso? No, questo non esiste! Ma te, Anima-Gesù, guarda: mi hai fatto venire una nuova idea. Ah, questa ne vale la pena! Non l’ho mai tentata nemmeno durante il Tuo tempo terreno! Perché allora sul monte non volevo la tua Anima, che proviene dal mio mondo, no, …allora volevo sopprimere lo spirito nell’Uomo”.

1222. Gesù domanda: “Ti è riuscito di attrarre a te lo Spirito?”

- “Allora…”, Lucifero evita di rispondere alla domanda con un ‘sì’ oppure con un ‘no’, “…avrei dovuto soltanto afferrare la Tua Anima terrena come si afferra astutamente anche il nemico nel suo punto più debole. Purtroppo Ti avevo sottovalutato”.

- “Non ci vuole nessun coraggio, né forza, né valore ad attaccare alle spalle un nemico. Io trovo questo, disonesto e vile. Chi agisce così, rilascia a se stesso un grande certificato di povertà”.

- “Tu, Uomo, stai attento!”, sibila il tenebroso, “Oppure …”

- “Sta attento tu!”. Un fulmine iracondo da occhi d’acciaio colpisce Lucifero che lo rimanda al posto suo. Michael si è fatto avanti.

1223. “Una volta…”, dice aspramente il principe di luce, “…ci siamo affrontati nella prima battaglia che fu combattuta tra le creature. Allora non c’era ancora l’alta Anima di GESU che ora ti sta dinanzi, perché in quel Tempo non esisteva né una Terra né le sue anime. Ma già allora, per la volontaria cattiva rivolta contro Dio, si erano moltiplicati in te il disonore e la perfidia. Io ti stavo di fronte. Dato che portavi un terzo delle Forze dei Pensieri, la tua schiera era maggiore della mia. Uraniel come co-portatore delle Caratteristiche del Creatore, mi sosteneva. Ammettilo che hai evitato la mia spada. Io avevo disposto la mia schiera davanti a te, tu hai combattuto per l’imboscata. La tua perfidia fu ricompensata; diventasti vassallo! Ammettilo!”

1224. “Ammettere? Che cosa devo? Non mi ricordo di aver mai incrociato le armi con te!”. Lucifero ride pieno di scherno e perfidia.

1225. Michael avanza ancora d’un passo. Una Forza tremenda fluisce da lui, quando ora dice: “Lucifero, UR mi ha ordinato di ritirare la spada. Ma sappi che il Sacrificio dell’espiazione comprendente tutte le Creazioni non deve tollerare più nessuna menzogna, nessun nascondiglio, perché questo Sacrificio dev’essere posto nelle coppe della bilancia delle condizioni poste giustamente. Infatti tu, tu solo hai rivendicato per te della Legge della libera volontà oltre ogni spettanza. Ora, senza nessun comando io difenderò il santo Sacrificio sanguinoso del Figlio dell’Uomo-Gesù con il potere dato a me e con la libera volontà a me disponibile! Ancora una menzogna, …e non tratterrò più la mia spada! Ora non assisterò invano l’Amore! – Io saprò portare a termine il compito. – E ora, principe tenebroso dell’inferno, confessa la verità!

1226. Alla minaccia dell’eroe, Lucifero indietreggia di molto, incutendogli questa, molta paura. E solo impiegando tutta la sua misera forza si tiene in piedi barcollando. Egli percepisce che questi è avanzato meravigliosamente nella sua potenza di volontà; al confronto, …lui è un nulla. Digrignando i denti ammette: “È così come tu dici”.

- Michael continua a domandare: “Sul monte della tentazione[61], com’era là? Hai veramente osato avvicinarti allo Spirito di Dio incarnato in Gesù, per sottometterLo? Non volevi sedurre piuttosto malignamente e con infamia, solo la parte dell’Anima? Confessa la verità!”

- Lucifero brontola e borbotta, il suo inferno vomita veleno e zolfo; soltanto, non gli serve a nulla!

- Michael mette la sua mano alla spada.

- Il maligno grida: “Sì, l’Anima, …volevo soltanto l’Anima!”. – Da questo grido irrompono il suo tormento e l’afflizione della Creazione.

1227. In quest’afflizione la voce di Gesù risuona soave, quietando e guarendo: “Michael, la scarsa conoscenza del povero figlio deve diventare il motivo di un ritorno, a cui in futuro può unirsi il rimpatrio. Vuoi aiutarMi?”

- Quale inafferrabile Amore, per quanto ampi siano tutti i Cieli, le infinità degli Spazi nei quali incalcolabili soli vanno solitari per le loro orbite, per quanto distante sia il Mattino dalla Sera di un Giorno della Creazione, tutto è troppo piccolo per accogliere la pienezza di quest’Amore.

- Michael rientra al fianco di Gesù, solleva la sua spada sul santo Capo e dice: “Su di Te, Figlio GESU’, la mia spada come protezione, finché il Tuo Sacrificio otterrà la Vittoria! Ma davanti a Te, UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero…”, e s’inginocchia, posando la sua arma al suolo, “…voglio stare in ginocchio nell’adorazione e umiltà! Ed io so: ‘Qui Tu sarai il Vincitore!’ Ma mi chiedi se Ti voglio aiutare? Tu lo sai senza che io risponda”.

1228. “Sì, Mio Michael, Io lo so! Ma questo deve accadere per via dell’inferno. Alzati; adesso vogliamo lasciare agire Lucifero”. GESU’ lo chiama a Sé e dice: “Ora fai come ritieni opportuno”.

- Il cattivo è liberato dal potere supremo della spada e così solleva più in alto il suo capo, benché sul suo interiore gli pesi il sacrificio. Due Parole divampano davanti a lui: ‘Per te!’. La sua lotta è così potente, che i suoi esseri perdono la loro rigidità. Loro infuriano, frugano tra le caverne dell’oscurità; ululati, imprecazioni, frastuoni rumoreggiano attraverso il tenebroso luogo, e si combattono nel modo più orrendo. E quando Lucifero non vede nessuna via d’uscita, come potersi avvicinare a Gesù, il Signore domanda:

1229. “Tu hai detto che Io, povero Uomo, sarei stato ingannato della Mia Vita e delle sue Opere. Mi volevi risarcire. E’ vero? E cosa vuoi farMi?”

- “Oh…”, Lucifero ritrova fiducia in se stesso; gli deve riuscire di strappare a sé il Regno: “…ho davvero compassione di Te, perché in definitiva… No, la Tua croce non è colpa mia!”, ma evita sempre di guardare la croce e Raphael.

- “Se non hai nessuna colpa nel Mio sangue, di chi è la responsabilità di ciò che Mi è successo?”

- “Che ne so io? Domandalo ai potenti Caifa, a Erode e a Pilato, forse Te lo diranno loro!”

1230. “Sì, Lucifero, la loro risposta sarebbe: Il demonio è venuto su di noi! Ma per quanto poco costoro si possono scagionare dalla propria co-colpa, tanto meno tu sei da prosciogliere dalla colpa principale. Perché, …tu solo sei la causa di questa!”

- “Anche Tu vuoi caricare tutta la colpa su di me, che altri hanno perpetrato senza il mio minimo contributo? Finora sei stato Tu l’unica Anima che ha vinto il peso della materia senza cercare nessuno su cui fosse da addossare. – E ora vuoi accusare me della colpa principale?”

1231. “Non ho parlato di ‘questa colpa’, bensì della ‘causa’. Quello che uomini, anime o esseri fanno di cattivo, ognuno devono portarlo da se stesso e renderne conto davanti a DIO. Egli non caricherà per nulla il loro peso sulle tue spalle. – Ma Io, o Lucifero, ho preso su di ME il tuo grande peso e il carico di tutti i colpevoli, per la liberazione di tutti, per riscattare te, con ciò, dalla causa della colpa, poiché vedi, se una volta non avessi infranto la tua promessa data liberamente, di riconoscere e adempiere le condizioni giustamente poste senza disprezzarle e gettarle via da te, in verità, nessun figlio sarebbe mai giunto su una tal via del profondissimo abisso, dove tu adesso cammini già da quasi sette Ore del Giorno della Creazione, a danno della Mia Opera, per la tua propria perdita. Non te ne rendi conto?”

- “Non lo so e neanche comprendo il perché debba essere io il perdente. E la perdita di Quell’altro, riguarda forse me?”

1232. “Ti sbagli! Il danno di Quell’altro, il Cui nome, santo, non vuole uscirti di bocca, consiste solo in un Tempo che Gli dispiace per via dei figli di cui tu lo derubi, ma non per via di Se stesso; poiché in Lui un tale tempo è un soffio, una goccia dalle quattro sante Correnti di Vita dell’eternità-ur, il cui inizio e la cui fine – sorte dalla Fonte della Mezzanotte per te eternamente coperta – nessun figlio contemplerà. Che cosa è una tale goccia del Tempo riservatole, nello scorrere della santa Volontà del Creatore? In verità, ti dico: Non è di più, né ancora infinite volte di meno, che un povero granellino di sabbia della povera Terra.

1233. Ma la tua perdita…”, GESU’ indugia e poi dice dolcemente, ma con quell’ardente potere che avvinceva migliaia di ascoltatori, dice: “…Sadhana, tu, prima figlia del Padre Celeste, la tua perdita è quasi incommensurabile! Hai rinunciato a tutto: all’abbondanza delle ricchezze, alla magnificenza della Luce, al diritto della Primogenitura della Creazione! E tutto questo, per un piatto di lenticchie! In verità, Sadhana, ciò che hai ottenuto in cambio, la povera Terra, il piccolo Globo-involucro, l’insignificante cella di soli, …è solo un piatto di quella misera zuppa di lenticchie di Esaù, che per te fu un esempio. Su questo non ti ancor mai venuto nessun discernimento?”

1234. Nell’essere stato chiamato ‘Sadhana’, Lucifero trasalisce terribilmente. La sua anima rabbrividisce. ‘E il piatto di lenticchie? Sì, quasi… No! Così non si dà per vinto; questo non lo riguarda affatto. Lui è Lucifero, il signore della Terra! Che cosa valgono le poche anime che si sottraggono a lui di mano? Milioni peregrinano sulle vie indicate da lui della ricchezza mondana, del potere sugli uomini, sui popoli, e per la lussuria. E quando saranno liberi dal loro corpo terreno, apparterranno a lui completamente! Non gli dovrebbe essere possibile, tener stretta l’Anima di Gesù che è venuta a lui persino volontariamente?’. Solo il nome ‘Sadhana’ lo indebolisce immensamente; solo a fatica oppone resistenza. Nondimeno, …deve essere! Egli dice: “Vieni! Seguimi! Ti mostro il mio ‘piatto di lenticchie’; forse allora riconoscerai dov’è il potere e la magnificenza, e dove, soltanto apparenza”.

- “Allora guidaci”.

*

1235. Lucifero sarebbe andato volentieri soltanto con Gesù, perché spada e croce lo aggravano, sebbene entrambi, Michael e Raphael, non facciano sentire alcuna influenza. Egli non potrebbe nemmeno dire se volontà o amore paralizzino la sua forza di volontà. Non gli riesce comunque di trattenere i principi, e nemmeno a spingersi tra loro e GESU’. Non gli rimane altro che andare avanti. … In un volo rapido girano intorno alla Terra. Lucifero mostra magnifiche regioni, potenti regni con un atteggiamento, come se volesse dire: ‘Non è nulla rispetto a ciò che Ti voglio regalare’. Egli mostra mondi, stelle, soli. Su un sole molto grande, Lucifero guida il signore su una collina.

1236. La pura Anima, che in virtù del Suo sacrificio domina con lo sguardo l’intera Creazione, e anche gli angeli, percepiscono subito che qui si prende la decisione. Lucifero chiede persino che Gesù si metta a sedere e Gli offre un posto scelto espressamente. Egli stesso si siede dinanzi di traverso su una nuda pietra. I principi della Luce rimangono in piedi appena dietro al Signore. … Per un tempo considerevole grava uno strano silenzio sul piccolo gruppo.

- Alla fine il SIGNORE domanda: “Sadhana, cos’hai da offrirMi?”

1237. Lucifero chiede a sua volta: “Perché mi chiami con un nome che non mi appartiene?”

- “Hai ragione, Sadhana, non ti appartiene. Più esattamente: non più! Ma guarda: ti deve appartenere di nuovo! Con la Mia croce sanguinosa ne ho posto il fondamento. Riconoscilo: Soltanto la Divinità portava nel proprio Essere il Suo nome! Invece nessuno degli angeli, per quanto sommo e più perfetto, si è mai dato un nome da se stesso, perché nella Luce di Dio erano tutti soltanto fanciulli, e sono stati educati a ciò che sono oggi. Se qualcuno si attribuisce un altro nome, diverso da quello che ha ricevuto alla sua nascita spirituale e perfino anche terrena, allora questo, per vero, non sarà mai esistente. Non diversamente è con te. ‘Lucifero’ non era e non sarà mai il tuo nome; UR non ti aveva chiamato così; e non devo chiamarti anch’Io col tuo vero nome?”

- Lucifero cambia tono. “Che cos’è un nome? Suono e fumo! Io non mi chiamo: io sono Lucifero!”. Nessuno avrebbe potuto parlare con più superbia del demone supremo.

1238. “O povero figlio smarrito, come puoi parlare così stoltamente?”. Dagli occhi, GESU’ irradia un’indicibile compassione. “Ma ora parla, Sadhana. Io voglio… Io non posso regalarti più tempo di come il Mio sacrificio te ne può concedere per la conoscenza”.

- “Non voglio derubarTi”, dice Lucifero. La sua voce è stranamente calma. Proviene questo da un incerto passo per il ritorno? È una tattica?

- I principi-angeli vedono chiaro: GESU’ vorrebbe credere in ciò che è buono (di Lucifero).

1239. Lucifero accenna alla regione solare con un ampio movimento della mano. “Guarda questo Sole e riconosci che cosa si può fare di lui. Tu hai una grande forza. Oh, …io lo so, non mi chiudo al sapere, sebbene non capisco come Tu, con un tale potere non sei riuscito a sottrarTi alla morte oltraggiosa. Ebbene, questo è affar Tuo, non m’interessa, con questo non ho nulla a che fare”. L’ostinazione nelle parole è così grande, che perfino Gesù indietreggia spaventato.

1240. “… Ti voglio fare la mia offerta”, continua Lucifero dopo una breve pausa. “Il Sole sia Tuo con tutto ciò che vi è sopra, al di sopra e al di sotto, con tutti gli uomini che io ho mandato qui. E li manderò a Te, tutti senza eccezione, non appena avranno lasciato il loro compassionevole, miserabile, puzzolente corpo.

1241. Potrai fare di loro quello che vuoi e sarai di essi il Tuo proprio Signore; non m’importa di nulla. Un ricco campo d’azione! E qui Ti devono venir incontro Kaifa, Erode e Pilato. Allora renderai loro ciò che ti hanno fatto di male! Gli assassini saranno nelle Tue mani. Non hai Tu anche predicato volentieri, difeso i vermi umani, sebbene nemmeno uno possedesse tanto valore di essere degno di essere solo guardato da Te? Invece sei corso dietro a loro! Se non Ti basta questo luogo di lavoro, oh, …io ho anche un'altra ricchezza. Vieni, seguimi”.

*

1242. Lucifero guida. Il Globo-involucro si apre e in tutti gli angoli razzolano i suoi esseri. Dopo di ciò ritornano a quel sole che era stato offerto al SIGNORE. Non appena riprendono i loro precedenti posti, Lucifero domanda: “Ebbene, che ne dici ora del piatto di lenticchie? Mostrami il piatto su cui sarebbe da ammassare”.

1243. “Sadhana, la tua zuppa di lenticchie è grande ai tuoi occhi. Quanto sia piccola veramente e quanto sia poca, te lo dovranno mostrare dopo Raphael e Michael. Prima voglio occuparmi dell’offerta. Mi alletta di raccogliere intorno a Me le anime di tutti gli uomini, di insegnare loro il Mio Amore che essi conoscono poco, sebbene parlino molto dell’amore. Chi conosce l’Essere altamente lodato, la Sua settupla Irradiazione congiunta saldamente nelle quattro correnti della Vita e racchiuse insieme? Chi ha mai esplorato il fondamento dell’Amore che domina in questo sesto Giorno della Creazione, di cui l’Ordine e la Sapienza sono i pilastri? Sì, Mi alletta mostrare ad ogni anima la sovranità di Dio per scatenare la nostalgia che dovrebbe spingerle tutte nel Cuore del Padre!”

1244. Il Salvatore tace. I Suoi occhi girovagano nello spazio. Vede giungere delle schiere, …grigie, curve, tormentate dal peccato e dalla colpa; e le vede, benedette e adornate dalla Sua mano, con le vesti bianche e sul loro capo le corone della conoscenza, andare dallo spazio solare con giubilo ed esultanza, con ringraziamento e lieto fervore nel Regno della luce, libere dal potere dell’oscurità. …

- Il tetro distrugge precipitosamente l’immagine esultante: “E Tu, …accetterai? Tu, …lo vuoi fare?”

1245. GESU’ si desta dalla Sua immagine salvifica. Come ascoltando, alza lo sguardo. La tentazione sulla Terra non era nulla in confronto a quel che deve avvenire ora. Gravemente, Egli replica: “Nessuno compra una veste senza averne chiesto il prezzo, sebbene lo si rinnovi spesso. Meno ancora un uomo prudente compra una casa senza esaminare precisamente il suo prezzo insieme alle condizioni. Egli esamina anche se l’acquisto gli porterà u’utilità oppure danno, se più tardi non si manifesteranno difetti che poi non sarà più all’altezza di riparare, così che gli venga tolta la casa e, povero e nudo, debba essere cacciato fuori insieme ai suoi cari.

1246. Tutto questo si deve pensare prima che si stenda la mano e si dica: ‘Dà qua! La voglio avere!’. Il mercante disonesto metterà presto la merce nelle mani tese dell’onesto acquirente ed incasserà il prezzo. Ma davanti al tribunale egli affermerà: ‘Alla vendita, la mia merce era buona, si è guastata più tardi’. Quindi, Sadhana, che cosa vuoi avere per questo?”

- “Tanto, quanto niente! Ti sono cedute legioni di anime, e una sola ne voglio come prezzo”.

1247. “E… chi è quest’unica anima?”

- “Tu stesso!”

- “Io? E che vuoi fare di Me?”

- “Nulla. Pretendo soltanto che Tu non abbandoni mai questo spazio solare, mai nutrire altri desideri, eccetto di lasciar andare via le anime a Te donate secondo la Tua immagine fantasiosa, senza cedere Te stesso al desiderio di seguir loro, anche una volta sola”.

- “Allora sarei tuo prigioniero, un vassallo alle tue grazie”.

- “Queste sono parole dure. Non colgono il senso”.

- “No!”. La voce di Gesù si alza. Somiglia a quella voce quando nel tempio brandì la verga, esclamando: La Mia Casa deve essere una casa di preghiera; voi ne avete fatto un covo di assassini!’. “No! Il senso è duro, le parole vere!

1248. Sadhana, tu una volta stavi come libero figlio principesco con Michael, con Raphael e i fratelli nell’Onnisantissimo dinanzi al sacro focolare. Stavi in ginocchio davanti al Seggio per adorare COLUI che vi sedeva, che è il tuo Creatore. UR donava a te i Suoi doni. Egli non esercitò commercio, Egli diede dalla Pienezza della Sua abbondanza! Ma tu, non appena ottenesti molto, ti credesti abbastanza grande da opporti al Padre e dire: ‘Ciò che io possiedo, è mia proprietà conquistata da me’. Allora diventasti prigioniero e vassallo della tua cattiveria, ma non del Padre tuo, bensì prigioniero e vassallo della tua superbia, e fosti asservito ed imbavagliato nell’infamia della tua perfidia. Infatti, in verità, se UR ti avesse asservito e fatto prigioniero, tu non avresti mai potuto sopravvivere a questo tempo, perché allora si sarebbero dovute adempiere su di te le condizioni della Creazione. Questo avrebbe veramente avuto per conseguenza la dissoluzione del Giorno della Creazione.

1249. Ora è giunto il momento in cui hai dilapidato completamente il dono e l’eredità. UR non ti darà nulla di ciò che possiedono tutti quanti i Suoi figli. L’Ordine, la Volontà, la Sapienza e la Serietà volevano rovesciare in una notte, la mostruosità della tua caduta, il piatto di lenticchie. Inevitabilmente, fuori dalle condizioni, una notte anzitempo avrebbe coperto l’intero Giorno della Creazione. Allora quest’Opera, da Spazio-ur e Tempo-ur, sarebbe stata inutile!

1250. Ma guarda, si levò la Pazienza e disse: «Mi sia dato un breve tempo così che possa innestare come semenza nel Grembo dell’Amore; poiché è il Giorno dell’Amore». L’Amore parlò: «Voglio dare alla luce, come Figlio, il tempo affidatomi dalla Pazienza, così che sulla Via del Sacrificio riporterà il già perduto, e voglio mettere ai Piedi della Misericordia il ‘Sacrificio del Figlio’». La Misericordia parlò: «Io ero già Corona, quando nel Tempo senza tempo di UR sorsero sublimi, sacre Opere, e grandi senza numero! Nella quadruplice Creazione nella quale ora sarebbe cominciato l’Anno-Azione-ur nella luce pre-sorgente e di cui il sesto-Giorno attendeva l’adempimento con il fiato sospeso, Io ho portato il sigillo della Corona a ogni essere e a ogni divenire. Anche questo Giorno stette nella Mia mano».

1251. Ovviamente, l’incoronazione non poteva avvenire solo attraverso di Me se non vi fosse stato il fondamento nell’Ordine, nella Volontà, nella Sapienza e nella Serietà, e se la Pazienza e l’Amore non erigevano il Ponte dall’interiore all’esteriore, dal Maestro all’Opera, dal Creatore alla creatura, dall’inizio alla fine. Altrettanto poco sarebbe stato l’adempimento se Io, la Misericordia, non avessi guidato su questo Ponte la fine all’inizio, la creatura al Creatore, l’Opera al Maestro, l’esteriore all’interiore e quindi, se non avessi formato il Tetto sul Pilastro fondamentale del Tempio della Creazione. Nel corso finora svoltosi del Giorno dell’Amore Io ho solamente elevato la Corona. Adesso bisogna imprimere all’Opera il Sigillo della Corona per portare alla fine anche ad essa l’incoronazione. – Così fu deciso nel Consiglio secondo il senso di Dio-UR! – Quindi parlarono i quattro primi: «Così sia! Noi diamo il tempo alla Pazienza. Una volta trascorso, si vedrà che cosa dovrà accadere con lo spazio cosmico».

1252. Quindi, la Pazienza generò il Tempo come semenza nel grembo dell’Amore e nacqui Io. – La Misericordia serbò il sigillo nella mano, mentre l’Amore portò l’inesprimibile Sacrificio! Una volta, e questo non ti è sconosciuto, UR volle provare se un Cuore paterno fosse capace di sacrificare il proprio Figlio. E niente di meno che Abramo, il portatore della Serietà (vedi “Il patriarca”) andato sulla Terra, assecondò l’ordine di sacrificare il tanto amato Isacco.

1253. UR ha sacrificato il FIGLIO che era proceduto dalla santa Giustizia e dalla Misericordia. Dunque, che adesso UR ha lasciato venire Me, il Figlio dell’Amore, a te, per rivelarti questa Santità, questa è compassione! E ora Io grido a te: Torna indietro, Sadhana, torna indietro!”. Vedi, le Mie mani sono ancora rosse del sangue della sacra Sorgente della Vita che è stato versato anzitutto per te! La Croce, addossata alla Creazione per orgoglio, per la colpa e il peccato da te solamente, Io la tolsi ad essa e la caricai liberamente sulle Mie spalle. ElencaMi anche un solo peccato dalla Mia vita terrena, un’arroganza con cui avrei perseguitato un altro. Non puoi mostrarMi nulla!

1254. Per chi e per che cosa, dunque, avrei Io, o Sadhana, preso su di Me la croce eretta a causa della tua colpa, se non per te, l’autrice della stessa? Finché le Mie mani sono ancora arrossate dal sangue del Sacrificio, fino ad allora ti rimane il tempo per il ritorno!

1255. Il Mio Amore ti serve santamente. Per amor del Mio straordinario Sacrificio ora devi provare quanto è difficile per Me stare adesso dinanzi a te come “Figlio dell’Uomo”, come “unico-Gesù”. Quando nel compimento della Croce pronunciai morendo le Parole: «è compiuto», ho raccomandato il Mio Spirito nelle mani del Padre. Così Io, il GESU’, divenni nuovamente ‘Uno’ con UR, il Santo stesso! Soltanto, …il Mio Amore sacrificato gridava vendetta!

1256. Che cosa ne sai tu, Sadhana, del senso della Vendetta divina, di riportare a Me il Mio primo, Figlio perduto, di dare nuovamente l’Onore alla Casa del Padre profanata e guarire la grande Ferita alla Luce? Questa è l’unica vera, perché santa Vendetta! – Da te si rende il bene col male, e anche il male soltanto col male. Nel Mio Regno questo non esiste, perché qui tutto è nobile, buono e puro, tutto è solo perfetto. Invece quello che tu hai fatto di male alla Creazione, soprattutto a Me, al tuo Creatore, te lo ricambio di cuore con la Mia Misericordia.

1257. Ho respinto la tua offerta come Anima, poiché ciò che tu vuoi, può a Me, al Figlio dell’Uomo, non rimaner nascosto. L’Amore disceso sulla Terra sarebbe segregato per ogni tempo dal Mio Regno, che andrebbe in rovina se mancasse anche una sola Caratteristica. Con la perdita dell’Amore, Io, il Santo-eterno, non sarei più UR, il Veniente sublime. Così il sesto-Giorno della Creazione perderebbe il Fondamento sul quale esso sta magnificamente. Tu non potevi evitare il Mio Sacrificio. Lo sapevi. Quello che tu copri davanti al Cielo e davanti all’inferno, vale a dire lo scuotimento che ti colse con la Mia ultima Parola sulla Croce, vedi, Sadhana, a ME non rimase nascosto!

1258. Tu sei proceduta da Me. Del Mio più prezioso Io posi una grande parte nel tuo cuore. Tu potevi colmare tutto. Hai accumulato sui Miei sontuosi doni, montagne alte come mondi in colpa, peccato, cocciutaggine, cattiveria, perfidia che, all’apparenza, era come se la Mia Parte-ur fosse soffocata in te. Ma, …tu non potevi ucciderLa! E poiché questo non ti riuscì, allora portasti nel mondo il maligno fratricidio del fratello. Caino fu l’opera tua! Da allora in poi è scorso inarrestabile il sangue, senza che ti riuscisse di distruggere l’originaria eredità di Luce in ogni figlio.

1259. Questo scuotimento fu la tua prima cosciente conoscenza. Stavi qui in questo posto e ti rivolgevi da tutte le parti; questo per cancellare ciò che vedevi: «Per te!». Non ti riuscì! Le Mie mani stigmatizzate dai chiodi attinsero nella tua profondità e portarono tutto il bene alla luce del Giorno e si tesero verso l’alto al Mio Trono. Così Io unii il Cielo e l’inferno, e distrussi l’abisso provocato dalla tua caduta. Allora venne su di te il primo singhiozzo. Tu lo soffocasti. Ma quelle parole sussurrate: Ora mi sono perduto completamente’, erano buone. E dopo non ti dominò solo l’ostinazione, quando distruggesti ancora una volta la tua nostalgia di Casa, no! In ciò c’era anche il riconoscimento della colpa.

1260. Allora la Misericordia si cinse del mantello dell’Amore e della cintola della Pazienza intorno alla tua parte della Creazione. Ora sta soltanto a te, Sadhana, giungere dalla conoscenza della colpa, alla confessione della colpa, di deporre la dura corazza della tua ostinazione e lasciarti avvolgere da Me, per non chiudere i tuoi occhi al monito della Croce, bensì dire: Ho peccato dinanzi a Te, o Padre, nel Cielo e sulla Terra. Da ora in poi non sono più degno di essere chiamato figlio Tuo!’. Se farai questo, Sadhana, ti andrà come al figlio nella parabola: in futuro sarai condotto a Casa con Gioia!

1261. Ora però hai ancora bisogno di una sola visione. – Michael e Raphael, portate il figlio Mio perduto e mostrategli la vostra Magnificenza. Sarà sufficiente che egli riconosca il suo Giudizio della caduta. Gli altri Miei principi celesti, nel frattempo Mi serviranno”.

- Subito gli incaricati stanno accanto a Lucifero, e in un attimo sono sfuggiti allo spazio solare.

*

1262. Lucifero sta nuovamente dinanzi al Signore. Gesù attende finché parla. Gli deve essere lasciato il tempo, perché il suo interiore ha provato un’enorme cambiamento. Si siede sulla pietra, il capo profondamente chino. Finalmente alza lo sguardo. Qual fuoco arde nei suoi tetri occhi; una fiamma consuma l’altra. Ostinazione contro ravvedimento, odio contro amore, superbia contro orrore, in breve, …l’inferno combatte contro un Cielo nel figlio diventato ora povero.

1263. Uno sconfinato tormento risuona, quando, a metà girato verso Gesù, dice: “Sarebbe stato meglio se Tu non mi avessi fatto vedere ciò che i Tuoi servitori mi hanno svelato. Anche questa è Misericordia, gettare a me che, sono caduto in una risacca dalla quale non c’è nessuna scappatoia con la propria forza, bensì un salvagente, ma non tiri la corda, così ché io veramente non vada a fondo, ma non vado nemmeno a riva, né alla vecchia né alla nuova? Perché mi hai fatto questo?”

1264. Raphael accenna alla Croce e domanda: “Perché tu hai fatto questo al SIGNORE? Sì, l’Altissimo doveva farti sentire il vortice che è stato finora la tua vita. Guarda quello che ora hai come debito verso di LUI, verso la Creazione e verso te stesso! Non reprimere il sapere che senza il salvagente di Dio saresti perduto, bensì mettiti ora sotto la Croce di Cristo; stendi in alto le tue mani a Colui che ha sacrificato per te su questo legno del martirio la Sua santa Vita. Se lo fai, allora Egli ti tirerà presto di là a destra della riva.

1265. Allora sarai salvo, sarai libero da ogni colpa e un giorno troverai la via del ritorno nella Casa del Padre tuo. Allora sentirai l’Amore misericordioso che salva anche te dall’angoscia della morte, dalla notte e dal terrore, come una pecorella smarrita, e ti porta a Casa su forti, fedeli braccia da Pastore. Riconosci quest’Amore, Lucifero! Prendilo fiducioso per te! L’Amore attende solamente che tu lo desideri”. Splendente nella sua luce, il principe dell’Amore sta dinanzi al caduto.

1266. Lucifero sente il contrasto. Guarda una volta in su all’irradiato, amichevole Volto, ma presto abbassa il suo sguardo a terra e dice: “Troppo tardi arriva il sapere a quale riva Egli voleva…”, con ciò accenna a GESU’, “…anche attirarmi. Non posso più essere signore del mio regno dopo aver visto che cosa è diventata la vostra proprietà. E il Sangue . . .oh, ora non lascia più andare l’anima mia! Ma alla riva dove state voi, posso venire ancor meno! Io non sono dei vostri, non lo sarò mai! Voi mi avete svelato tutto ciò che avvenne nel sesto Giorno della Creazione, in una chiarezza per me raccapricciante. Ora mi imbatterò sempre ai limiti della mia zuppa di lenticchie autoimposta, e andrò completamente al fondo di questa vita infernale. Ci vorranno ben eoni di tempi, finché mi sarò logorato alla mia colpa, fino a che non rimarrà più nulla di me”.

1267. “Perché non vuoi venire a quella riva dove ti splende la Luce, dove ti attende l’Amore?” (Raphael)

- “…là?”. Per un attimo Lucifero guarda a GESU’. “Come puoi addossarmi questo insopportabile tormento? Non è sufficiente di dovermi trascinare per eternità con questa conoscenza?[62] A cosa mi serve questa riva, se non posso essere partecipe della Sua Benedizione? La Luce mi caccia da un estremo all’altro! In me si adempie la parola: ‘Tu dovrai essere errabondo e fuggitivo!’. No, là io non posso!”

-  (Raphael): “Nessuno ti caccerà”.

- “Possibile; allora lo farà proprio la mia colpa, il che è la stessa cosa. Per noi è meglio separarci, e ognuno ritorni là da dove è venuto. Non si può superare l’abisso”

1268. L’angelo dell’Amore, triste, guarda al povero figlio, il cui cuore brucia nella sofferenza perché l’anima non vuole né sentire né vedere l’Aiuto. Ma lui non può aiutare più di quanto è stato fatto finora. Anche l’Amore non deve costringere; esso può solo precedere come luce nell’oscura notte al viandante smarrito. Può solo attirare e chiamare. Chi lo segue, ne è eternamente salvato! Come da una parte l’Amore mostra la santa alta Meta, così dall’altra deve risvegliare la volontà di riconoscere la luce e seguire il richiamo. Ma Lucifero, è già così avanti da piegare la sua volontà a questa Meta?

1270. Michael si reca da lui, si china e posa dolcemente sulla sua spalla la sua mano avvezza alla spada. Egli dice: “Lucifero, tu sei già arrivato sulla via del ritorno. Noi lo vediamo meglio di te stesso. Lascia che ti aiuti! Anche se sono il portatore della Volontà, ho comunque in me l’Amore dell’Altissimo. Se tu credi che la parte dell’Amore in me sia troppo piccola, allora ti sbagli di grosso. Essa è così forte, che con questa potrei rendere beato non solo il tuo intero inferno, ma potrei rendere assai felici anche tutti gli angeli fino alla fine di questo Giorno della Creazione. Altrettanto è così con i miei fratelli.

1271. Ciò che ogni singolo possiede, questo, o Lucifero, UR un giorno lo aveva messo nelle tue mani, nel tuo cuore, in settuplice abbondanza. Non varrebbe la pena venirne nuovamente in possesso?”. Le efficaci parole di Michael sono colme di forza come le può esprimere solo il portatore della Volontà. Ciò nonostante esse sono compenetrate da un fuoco d’Amore contro cui Lucifero – dapprima turbato nell’interiore da Raphael – non può più difendersi. In lui combattono ancora le sue potenze oscure, pur tuttavia, esse hanno già perduto la forza elementare.

1272. Lui non si volta nemmeno mentre ribatte: “Tu dici che sarei giunto sulla via del ritorno? Non sento nulla di questo! E lo potrei anche? A cosa mi servirà poi la convinzione? Se adesso cambiassi perfino nel senso tuo… Guarda le mie schiere. Che cosa dovrà essere di loro? Noi siamo in eterno i dannati! Ciò che io possedevo un giorno, ...non sarà mai più mio! Non mi servirebbe a niente riconoscere il valore della ricchezza; poi stenderei inutilmente le mani fino alla fine dei miei giorni”.

1273. Michael replica: “Lucifero, ti costa una cosa sola: la decisione della volontà di compiere i quattro passi che ti separano dal Signore del Cielo”.

- “Tu pensi che io debba far questo?”

- È’ difficile dire ciò che la domanda esprime nell’opposizione. Essa è emersa nella piena incertezza sullo sviluppo della lotta della Creazione. La crescente nostalgia di Casa viene repressa; in controsenso stanno ostinazione, vergogna e amara conoscenza.

- La compassione dell’angelo scende benefica sulla povera anima. Michael dice a bassa voce: “Tu non ‘devi’, Lucifero; tu ‘puoi’ da te; tu ‘puoi’ per la Conoscenza; ‘puoi’ per il santo Sacrificio del sangue e per l’espiazione”.

1274. Dopo di ciò regna un grave silenzio tra luce e tenebra. I principi-angeli stanno ancora attendendo con le loro mani sulle spalle di Lucifero.

- UR, l’Onnisanto, siede di fronte al gruppo. I Suoi occhi sono rivolti fissi al figlio a Lui più caro. Anch’Egli attende come PADRE della Misericordia. Ora che è iniziata la decisione tra il ritorno voluto liberamente e la dissoluzione del Giorno della Creazione, Egli non è più solo il Figlio dell’Uomo, Egli non Lo può più essere, perché non c’è solo da guidare, in modo tale – e precisamente solo mediante il richiamo – che, o diventa totale la conoscenza, dalla quale solo una volta avverrà il rimpatrio, oppure che le Caratteristiche delle camere del Cuore di Dio e del Padre lascino la tutela della sacra intangibilità alle Caratteristiche del Creatore e del Sacerdote, per offrire la soddisfazione al Sacrificio compiuto. Perciò ora Lucifero deve stare di fronte alla Divinità.

1275. Egli non se ne rende conto del tutto coscientemente, ma sente secondo ragione che non gli rimane nessuna via d’uscita. Nel gioco a scacchi della Creazione ha perduto tutti i pezzi; solo lui stesso sta lì come regina nera di fronte al partner in numero completo. Allora domanda a Michael: “Come puoi dimostrarmi che attraverso il ‘devo’, posso ed ho il permesso, e sarò sottratto al vortice, e raggiungerò quella riva dove si trova il Salvatore? – Non lo puoi! Ora riconosco la mia smisurata colpa.

1276. Ma appunto questa visione mi impone: ‘Via le mani!’. Mi sono giocato ogni diritto di alzare anche soltanto gli occhi, là dove, dopo la….”, egli esita, solo con difficoltà il resto lotta sulle sue labbra, “…quella parola, no! …dove il povero ‘Lazzaro’ (qui inteso Gesù) venne alzato su. Ma devo essere in eterno un ermafrodito, non appartenendo né al vostro, né al mio regno? Dover stare tra i confini, significa essere perennemente senza patria. … Solamente… Di là da voi non posso, …e non devo!”

1277. Raphael sorride benevolmente e dice: “Tu devi e puoi! La Croce del Golgota ha gettato il Ponte tra luce e tenebra!”

- “Questo potrà ben essere per tutti coloro che mi appartengono, poiché loro sono i sedotti, …e giungono appena alla conoscenza. Invece io mai sono stato sedotto, bensì la causa, il seduttore. Quindi per me non può esserci nessun ponte! Esiste l’abisso. – Come e quando dovrei venire di là?”

1278. “Questo te lo dirà al meglio il SALVATORE stesso”, replica Michael. “Domandalo a Lui”.

- “DomandarGlielo io?”. Lucifero scoppia a ridere disperato. “Allora potrei trasformare me stesso in un puro nulla, se questo mi fosse solo possibile. Però, … hai ragione, poiché non posso venire né su questa riva né posso riavere la vecchia, la cosa migliore è che io segua il tuo consiglio. Allora: che sia annientato!”

- Dice Raphael: “Va e prenditi la risposta. Ma sappi: la Croce riedifica a nuova vita ciò che è distrutto!

1279. Lucifero riflette a lungo. Esita. A lui è ancora nascosto il collegamento della Luce, il vincolo con il suo io rinnegato è strappato. Gli manca ancora il completo accorgimento sul suo torto fatto alla Santità di UR, è impossibile senza l’incondizionata sottomissione. Ma ora la sua anima porta, altrettanto, il carico della Creazione così pesante, come l’Agnello di Dio alla Croce della redenzione. Ma quale differenza tra i due carichi e i portatori! Qui la libera Volontà del sacrificio e la letizia nata da questa, d’aver donato la Vita per gli amici; là, al contrario, paura opprimente di non aver più nessuna via d’uscita, nessuna prospettiva di successo, aggravata dalla sensazione di essere perduto.

1280. In Lucifero preme e cozza; farebbe volentieri come gli consigliano i principi di luce. Ma la sua paura dinanzi al Signore è molto grande, e terribile è il suo raccapriccio davanti al momento dell’annientamento e alla natura dello stesso. Ed egli ne è convinto: cesserà di essere, se rischia il primo passo verso il Vincitore della Croce.

1281. Ecco che al suo orecchio risuonano stranamente alcune parole assai serie, piene di affetto; esse sono potenti come un giorno le trombe di Gerico. Oggi esse vogliono abbattere le mura e il bastione dell’oscurità. Disperato e terrorizzato, Lucifero ascolta il Potere; piena di angoscia trema l’anima sua. Sotto sotto, però, vacilla ora per la prima volta una timida fiammella.

1282. UR dice: “Dall’eterno Essere di cui nessuno conosce l’inizio e la fine, sono sorti i Miei Pensieri che divennero forma. Sebbene avessi donato loro una vita cosciente affinché Mi potessero vedere, erano, sono e rimarranno sempre in Me, l’incessante Donatore della luce e della vita. Dove vuol fuggire un pensiero del figlio? Dove nascondersi per essere lontano da Me? Allora dovrebbero esistere due Dei! Se ora al di fuori del Mio Essere non esistesse nessun Pensiero, perché così è stabilito nell’Ordine, allora non potrebbe mai esistere in eterno un’esistenza staccata da Me. Di conseguenza non esiste nessuna dannazione, nessuna morte, perché Io stesso non posso sottomettere nemmeno la parte più piccola ad una morte o ad un’eterna distruzione, poiché ogni vita essendo proceduta unicamente da Me, deve anche rimanere in ogni tempo unita con Me.

1283. Adesso, spirito delle tenebre, Io ti chiamo ancora una volta Lucifero, il ribelle, l’ingannatore ingannato. Tu fosti il primo Pensiero della forma di vita che sorse dal Mio Potere creativo. Senza quest’Origine non avresti mai potuto edificare il regno apparente dal tuo potere disperso. Anzi, hai disperso quella parte di potere che ti ho dato! Hai gettato via da te la fortuna e la Mia ricchezza; essa attraverso di te è diventata sporcizia, un oltraggio alla Mia veste creativa e sacerdotale, una macchia di scherno alla Mia Parte di Cuore divino e paterno! Credi tu che avrei tollerato l’insudiciamento e lo scherno del Mio IO, santo originario, come ignominia permanente, senza adoperare la Mia piena Autorità e, attraverso di essa, ad estinguerla?

1284. Un bottegaio può cancellare nel suo libro un debito non pagato; soltanto, con ciò il debito non è saldato, e si vede il tratto nero. E una donna può cucire una toppa sulla sua veste strappata, così ha ben eliminato il buco, ma la veste rimane rattoppata. Ma come potrei Io, nella luce coprire la tua colpa dicendo: ‘Vedete, il Mio Regno è di nuovo perfetto!’, cacciandoti in eterno da Me? Non rimarrebbe comunque visibile la tua colpa e la vergogna come il segno nel libro del bottegaio e come la toppa sulla veste della donna?

1285. Oh, impossibile, eoni di volte impossibile che Io resti a guardare all’arci ingannatore! Ho mobilitato i Miei servitori; la loro diligenza e amore filiale hanno compiuto enormi sacrifici, ed essi sarebbero anche riusciti a riscuotere i tuoi debiti e ad espiare l’ignominia, ma per raggiungere la meta finale ci sarebbero volute più di due eternità. Le loro anime santificate si sarebbero stancate. Infatti, la tenebra è un Moloch insaziabile che divora avidamente tutte le vittime. Avrei anche dovuto stare a guardare come i Miei fedeli si sacrificavano e perdevano la loro eredità di Luce in una giusta lotta? E tutto questo soltanto per te, …Lucifero?

1286. No! Io non volevo conservare solo la Mia Opera nel Potere non sminuito e nella Magnificenza non offuscata, bensì il permanente servizio delle schiere dei figli fedeli aveva bisogno di un Aiuto e precisamente un unico intervento, perché anch’Io sono un Dio unico! Doveva essere un aiuto abbracciante il Cosmo, divenendo Io stesso una tutela del Mio Regno, una protezione dei Miei, ma nel secondo senso anche per l’infedele. Io dovevo aiutarlo, affinché nella sua caduta, per quanto grande questa fosse, non rimanesse un precipitato!

1287. Io preparai la Via che lasciava inviolata la Mia Santità, sulla quale Io portassi un Sacrificio, e mediante questo si desse lo stesso diritto alle condizioni a Me riservate e alla Legge della libera volontà e si rendesse di nuovo perfetto il Mio Regno, in modo che il Mio Libro dell’Universo rimanesse senza titolo di colpa. Queste erano quattro potenti aspirazioni da adempiere attraverso un’unica Azione redentrice!

1288. Credi tu che una tale Opera redentrice fosse da concludere con un compromesso, con una restrizione? O tu, spirito delle tenebre, ti sia detto questo: ‘Non esiste nessun compromesso!’. Forse così:

1289. Se Io adesso non ottengo tutto ciò che espia la tua mancanza, allora può avvenire con il Mio previsto Ritorno! Cosa sono dunque i tempi di questa Terra dinanzi a Me? Non potrei mai imporre una restrizione al successo della Mia azione, magari arrivando al fatto che una conoscenza del Mio avversario portasse a poco a poco, pure alla meta. Ancor meno di tutto, la Mia Opera avrebbe potuto avere una qualsiasi lacuna! Oppure, tu immagini che sarebbe stato possibile, attraverso la pura Potenza del Creatore, cancellare per sempre il polo opposto, e questo in un modo di eterna dannazione? Tutto questo era tanto impossibile, quanto è impossibile un’improvvisa rottura della nostra attuale discussione!

1290. Una volta Michael combatté per Me e per la Mia Opera. Oggi sto Io personalmente di fronte a te come il ‘Combattente supremo’. Non porto nessuna spada né un segno visibile o invisibile della Mia santa Essenza-ur. Ciononostante non Mi metto di fronte al Mio nemico senza armi. Guarda in su ed osserva!” Lucifero obbedisce costretto dalla Parola. Allora Gesù stende le Mani trafitte; apre la Sua veste e mostra il colpo della lancia nel fianco. Indica le ferite dei piedi e della fronte e dice con profonda santa serietà:

1291. “O figlio Mio perduto, con l’Arma del Mio santo sangue e della morte oltraggiosa legata a Questo, avvenuta originariamente per causa di te, Io sono venuto da te per vincerti in aperta campagna con Pazienza, Amore e Misericordia. Nelle Ferite delle Mie Mani si trovano tutti i tuoi peccati, nelle Ferite dei Miei Piedi l’allontanamento dal tuo Creatore. La tua delittuosa arroganza Mi inferse la Ferita nel Fianco. Le seduzioni ai figli della luce, che vennero sulla Terra a causa tua, mi premettero sul capo la corona di spine. Non devo, adesso, combattere con te? E sarà una battaglia fino all’alba, di questo sii certo!

1292. Poiché ti posso accordare solo quest’unica notte! Se non ti metterai nelle Mie mani redentrici, sarà finita con questo Giorno della Creazione!! – In tutti i Miei Cieli è esistita una sola caduta, una sola rottura da Me. Questa avvenne tramite te. Quindi esiste anche un’unica sola Opera redentiva e un unico Tempo redentivo, cosicché entrambi devono essere rivelati nell’ambito dell’abisso. E l’Adempitore, e nello stesso tempo ‘Garante’, posso essere soltanto Io!

1293. Egli ti chiama al grande ritorno, al riconoscimento della Mia espiazione, che unicamente può aiutarti dalla conoscenza alla confessione, che dalla tua conversione farà seguire anche il ritorno nella Casa del Padre. E Questo, Lucifero, sono Io, l’Unico-eterno e veritiero, il Cui nome la Terra ha perduto a causa del peccato originale e che Gli verrà dato nuovamente prima del Mio ritorno. La Mia morte è il sigillo delle Mie parole!

1294. Quando avrai percorso i passi che ti separano interiormente ed esteriormente da Me, allora ti mostrerò la tua via successiva. I passi esteriori li puoi compiere facilmente, quelli interiori devo dapprima annunciarteli. A dire il vero te li trovi dinanzi, ma non li reputi per veri, non ne attingi la tua salvezza. I passi si chiamano: accorgimento, pentimento, penitenza ed incondizionata sottomissione! In verità ti dico: quando avrai fatto il quarto passo, ti renderai conto che la tua esistenza tenebrosa, tutta la tua colpa giace sepolta nelle Mie ferite, ed il Mio vivente sangue vi scorrerà sopra finché il tuo intero io sia lavato, puro come la luce.

1295. Lasciati togliere la paura di Me! Io sono bensì un giusto sommo Giudice, e alla Mia destra si trova l’avvocato della Mia Creazione; invece alla sinistra c’è il difensore dei figli! Il giudice è l’Ordine e la Serietà, l’avvocato è la Sapienza e la Pazienza, il difensore è la Volontà e l’Amore. Ma la penna che scrive il Giudizio nel Libro dell’eternità, si chiama ‘Misericordia’![63] Credi tu, Lucifero, che questa Mano…”, UR stende la Sua Destra, “…che si è lasciata volontariamente inchiodare per te sul legno del martirio della Croce, scriva con una penna della Misericordia un verdetto di morte?

1296. Allora, che senso avrebbe di prendere dapprima liberamente l’inaudito Sacrificio, per poi – senza successo – emettere un’eterna dannazione e un esilio senza fine? Può sorgere veramente un tale assurdo operare dal Creatore di tutte le cose, dal Donatore della Vita? Dovrei Io aver vinto la morte e poi imporla in eterno ad un figlio, per quanto possa essere ancor anche caduto così in basso? In verità, per fare questo, non avrei avuto bisogno di scendere dai Miei Cieli sulla Terra, poiché prima c’era già la morte come castigo sull’opera delle tenebre!

1297. Allora con la Mia morte avrei suggellato quella dei caduti! Ma Io ti dico: ‘Ho sofferto e vinto la morte per donare l’eterna Vita a tutti i figli nel Cielo, sulla Terra ed al di sotto di questa e tenerla pronta per l’ora del loro ritorno. Se nonostante la Mia morte, voluta dall’oscurità, fosse rimasta ancora un resto della dannazione, ciò avrebbe colpito tutti coloro che fino a quest’unica, sublime, santissima notte di Grazia, non vennero alla piena conoscenza. Una gran parte del Mio Sangue sarebbe allora stato versato invano! Questo non può accadere mai in eterno!

1298. Lucifero, Io ti chiamo! Vieni a Me, Padre tuo, il Quale cancella la tua via dalla colpa e dall’inaridimento, e vuole erigere in eterno il più magnifico Giardino. Fa’ che il Mio difficile infinito Sacrificio, che nello stesso tempo è anche il più santo, non sia stato portato inutilmente per te; accetta la sublime santa notte di Grazia con la sua unica disposizione espiativa e vera potente redenzione della Creazione! Accetta la sentenza del Giudice.

1299. In verità, non solo il tuo difensore, bensì anche l’avvocato della Mia Creazione ti aiuteranno a formare il tuo arbitrato. Con questo, Lucifero, non ti è assicurato solo il libero ritorno, ma è preparato piuttosto un rimpatrio con una vita in e presso di Me, Padre tuo eterno! Accetta pienamente in diritto il Mio Sacrificio, accetta il Mio sangue, la Mia morte, la redenzione compiuta attraverso di Me. Vedrai: i Miei Cieli riecheggeranno nel giubilo e nel grido di gratitudine, nell’Osanna e nell’alleluia che non avrà più fine. – Lucifero, Io ti chiamo!”

1300. Esistono parole ancora più sante? Una Creazione, ha mai sentito questo? Può la Divinità rivelare segni più alti della Misericordia, di come accade adesso? Il dramma della Creazione ha raggiunto il suo Punto culminante. Ciò che segue, può essere solo una via delle due possibilità offerte. In questa grande Chiamata a Casa al figlio smarrito UR opera come PADRE. La Sua Croce, il simbolo del Sacrificio, pretende l’innegabile adempimento delle giuste condizioni. L’esclusiva Misericordia, sostenuta dalla regale Bontà e Grazia senza fine, sta come un Gioiello nelle mani di UR, aperte e piene di Benedizione.

1301. I primi nel sacro Tempio trattengono il respiro. I loro cuori si accendono nell’Amore reverenziale. Essi stanno in ginocchio e in umiltà dinanzi al sacro focolare ed attendono la decisione. La loro adorazione e la loro preghiera che esprimono per Sadhana nel ‘servizio fraterno’, non è una piccola Forza che tocca alla Creazione ed aiuta ad ottenere la Vittoria. Sì, tutti i Cieli si agitano ed esprimono una sola preghiera: Padre, riconduci la Tua Sadhana, salva il Tuo Giorno della Creazione dalla macchia della sua caduta!”. La Forza della Preghiera, di cui nessuno conosce l’Origine, per via della quale fluisce eoni di volte attraverso tutte le sfere, si posa come balsamo sulla ferita della Creazione.

1302. Lucifero non sa nulla della Preghiera che eoni esprimono per lui. Ma come una Forza rinfrescante essa si posa meravigliosamente sulla sua anima, su cui fluisce l’Acqua vivente: la Chiamata di risveglio del Padre! Se ne rende sempre più conto; gli sembra che sia quel cordone che lo strappa dal vortice del suo abbandono. Ma, ah – la colpa passa nell’amara conoscenza; cresce nel gigantesco. Le sue ombre cadono su di lui e trasformano in oscurità la luce a lui splendente. Come, …come deve e può, seguire questa chiamata che lo ha squarciato fin nel più profondo? Egli percepisce come presentimento l’incommensurabile ampiezza attraverso la quale passa un carro infuocato, trainato da quattro destrieri veloci come la luce, i cui nomi sono: Bontà, Grazia, Longanimità, Mitezza. E Colui che siede sul Carro, con nelle Mani le briglie dei santi animali bianchi, non è forse il Re di Salem nel mantello bianco del simbolo della Misericordia? E sul Suo capo non sfavilla una corona? Oh, tutto passa nel suo petto. E se egli vede solo l’orrore, l’orrore dell’eterna notte per sé, allora riconosce ancora di più la luce del Santo-eterno.

1303. Quanto più lo inonda questa conoscenza, tanto più commovente si rivela l’Atto salvifico per la chiamata del Padre che scuote il suo io, e tanto più grande diventa il peso della separazione e della seduzione delle schiere, da non potersi quasi contare. Questo l’opprime indicibilmente, cade su di lui come una roccia. Oh, se potesse! Si precipiterebbe nel pantano più profondo dell’inferno e non leverebbe in eterno il suo capo. Oh, nascondersi davanti a quegli Occhi di Fuoco, solamente, non dover guardare dove gli si mostrano le Ferite sanguinanti! Lo soffoca lo splendore della Magnificenza; la sua misera anima grida aiuto, sebbene non osi accettare l’Offerta.

1304. La sua lotta è tanto terribile, finché gli mancano le forze. Egli è il chicco di grano tra le macine della colpa della Creazione e della santa opera redentiva. Il granello viene quasi completamente macinato. Ciò nonostante, una mano del Creatore vi bada affinché non perisca. La lotta non deve durare troppo a lungo se il granellino deve portare un nuovo, buon frutto. Ma come GESU’ ha percorso la Sua Via dall’ultima Cena oltre il Getsemani verso il Golgota, così il tenebroso principe deve fare ora la stessa Via. Il tempo del Sacrificio non può essere né qui né là più lungo o più breve. I cinque principi-angeli convocati da UR si recano da Lucifero, cosicché adesso stanno presso di lui tutti i sette. Egli si spaventa. Come sopporterà questa massa di luce che diventa sempre più pesante? È’ proprio tempo che le buone Mani dell’Onnipotente intervengano per salvare il resto del chicco di grano macinato.

1305. L’Ordine (Uraniel) si china verso Lucifero e dice: “Figlio della santa Sovranità, guarda: ti sei levato contro l’Ordine e l’hai trasformato in disordine. Riconosci il Mio raggio del sacro Mattino che prepara ai figli della luce il Fondamento su cui era ancorata la libera volontà. Ricordati dell’Ora in cui tu – in giusta riverenza e comunque in gaia esultanza – ti abbandonavi a UR, al Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, portandoGli la tua promessa. Ora sacrifica a Lui il tuo giuramento, abbandonando il caos del tuo mondo così miserabile, e ritorna nel Grembo dell’Ordine eterno. La Bontà ti ha preparato la via”.

1306. Per secondo si china la Volontà (Michael): “Figlio della santa Onnipotenza, l’onnipotente Creatore ti provvide con una grande volontà, ma poiché riconoscesti la capacità che ti concesse la Potenza creativa, rifiutasti la Sua Grazia e non volesti più essere potente nel Signore, bensì arbitrariamente da te stesso. Hai trasformato il secondo raggio della Vita, il pilastro di sostegno della libera volontà, in ostinazione. Con ciò hai distrutto quella Forza a te data un giorno. Riconosci che è suonata l’ora di rigettare da te il tuo controsenso, e ritorna nel Grembo dell’onnipotente Volontà. La Grazia ti ha preparato la via».

1307. Per terzo si china su di lui la Sapienza (Zuriel): «Figlio della santa Onniscienza, il Santo ti donò la conoscenza della Luce. A te era possibile dominare con lo sguardo, Spazio e Tempo che riempirono i Giorni della Creazione. E qualcosa che apparteneva all’eternità-ur lo presentivi pieno di Sapienza. UR riversò la luce del Suo Spirito nel tuo, ma tu accogliesti la santa Luce in te e dicesti: ‘È il mio sapere; io so tutto!’, e da ciò creasti la tua assai orribile oscurità. Così hai distrutto in te il terzo santo raggio della Vita. Esci dalle tenebre del tuo falso senso, ed accogli la Luce che ti viene offerta con la quale potrai avere il tuo ritorno nel Grembo dell’onnisciente Sapienza. La Longanimità ti ha preparato la via”.

1308. Per quarto si china in basso la Serietà (Muriel): “Figlio del santo Onore, Melchisedec, il sommo Sacerdote ti concesse dalla Sua Serietà, una pura forza oratoria. Era Lui, Lo è ancora e Lo rimarrà in eterno, Colui che racchiude unicamente in Sé la potenza della Parola. Egli andò sulla Terra anche come ‘il Verbo’. Dal Verbo ricevesti il dono più grande. Una Forza infuocata attraversò i cuori di coloro che tu ammaestravi, e la Serietà della tua parola accese sante fiamme di Vita.

1309. Ma tu, quando fosti potente nella Forza, trasformasti la Serietà sacerdotale di Melchisedec nella smorfia del tuo scherno. Con il santo dono affidato da Melchisedec, convincesti la tua schiera, eccetto le prime quattro coppie di figli, i quali riconobbero la nullaggine della tua prontezza di lingua. Tu derubasti il quarto raggio di Vita in te, quello della Santità. Ora distogliti dall’inganno del tuo influsso e dell’antico scherno; prendi di nuovo possesso della vera Forza del Verbo, affinché tu possa ritornare nel Grembo dell’Onore della santa Serietà. La Mitezza ti ha preparato la via”.

1310. Per quinto si china la Pazienza (Alaniel): “Figlio della santa Onnipresenza, il Sublime del Regno imperituro ha messo nella tua mano un Bene. Con inesprimibile Pazienza, le cui ali raggiungono eoni di volte i più lontani invisibili confini di una Creazione, Egli si creò un’immagine dalla molteplicità dei Suoi Pensieri-ur pieni di potere, forza, autorità e potenza che accanto a Lui divenne il più potente e il più grande di tutti i figli. Egli la provvide con lo Spirito dei sette raggi, delle quattro affluenze e dei ventiquattro segni della Sua sovranità. Gli consegnò il Sigillo rivelato, rimanendo Egli stesso il Custode del sigillo segreto. Vedi: questa immagine, il negativo santificato dello stesso santo Positivo, eri tu!

1311. Quando tu riconoscesti questo quasi in piena misura, dicesti: ‘Io stesso sono raggio e contro-raggio, sono il polo; io voglio regnare dalla mia stessa magnificenza di dominio!’. In tal modo la Pazienza in te divenne impazienza. Il tempo dell’insegnamento e prova ti durò troppo a lungo. Nel dispotico sentimento del potere, strappasti a te in anticipo ciò che ti doveva portare solo il Tempo della Prosperità. Lascia la tua impazienza, che ha portato te e la tua parte della Creazione sull’orlo della morte. Sottomettiti e ritorna nel Grembo della Pazienza di Dio. L’Umiltà ti ha preparato la via”.

1312. Per sesto si china l’Amore (Raphael): “Figlio della santa Fedeltà! Dalla magnifica primordiale Divinità, il Signore pose nel tuo cuore un gioiello. Questo era comprensione del Suo Amore per te, ed era il motivo al fine di mettere il contraccambio di dono sul sacro focolare. Ecco che il tuo amore stette come un cuore ardente che accese in tutti i figli e anche per te il giusto amore per Dio, e tu ti rallegravi dell’Amore. Questa gioia fu offerta come ringraziamento, come giubilo e come lode all’Onnisantità. Giunse il tempo in cui le sante Mani di Dio tesero già verso il tuo amore e la tua gioia, per spargerli nel fuoco del crogiolo d’argento e nella ciotola delle offerte.

1313. Quando ti accorgesti come l’amore dei figli per te cresceva continuamente, facesti da questa pura gioia, pura vanità. Ti elevasti al di sopra dell’Amore di Dio e credesti che l’amore dei figli per te fosse una parte molto maggiore che per Dio. Quanto grande era la parte che rimaneva dedicata nella giusta misura della Creazione, a UR, tu non potevi notarlo. Trasformasti la ragione in irragionevolezza, l’intelletto in pura stupidità. Ma con promesse, con amore esteriore, che divenne servilismo, ti riuscì, in virtù del Raggio di Dio a te dato, di sedurre le tue schiere e, con la variopinta bolla di sapone di un apparente magnifico cielo, di simulare come vera loro dimora.

1314. In tal modo il sesto raggio della Vita perse in te il più interiore, il collegamento tra Dio e l’essere, ed originò il peccato, la rovina e la morte. Abbandona questa via menzognera; l’Amore di Dio ha vinto la morte ed ha eliminato la separazione, esso ha tolto anche a te il pungiglione della morte. Con il Suo incomparabile santo Sacrificio ha creato il collegamento con la salvezza e la Vita, adesso per il ritorno, e in futuro per il rimpatrio, con la reintegrazione di tutti i tuoi diritti della Creazione. – Ritorna a Casa, nel Cuore dell’Amore per la Gioia di Dio, poiché tu devi nuovamente aver parte alla Benedizione di Dio. La Fedeltà ti ha preparato la via”.

1315. Sei principi-angeli hanno parlato. La figura sulla nuda pietra crolla profondamente in sé. È difficile dire che cosa la pieghi in giù: le giuste accuse che alludono ad un Tribunale inesorabile, oppure la Grazia impossibile da accettare? Nel Getsemani si scuotevano le sante spalle dell’Orante nel dolore sovrumano della conoscenza della morte, nell’ardente lotta per la piena Redenzione.

1316. La figura senza ombra che stava accanto al Salvatore, non ancora pronta ad accettare a priori la Grazia, contrae ora le spalle nel doloroso riconoscimento: “Troppo tardi per te!”. Oh, come opprime fino a terra la Parola! Non c’è quasi più niente del chicco di grano che viene ancor sempre macinato fra le due pietre: della colpa della Creazione e dell’Atto redentivo. La poverissima anima… Chi la può aiutare a portare il Giudizio e rimettere il suo enorme peso del peccato nelle Mani del Salvatore che portarono senza riserve il Sacrificio e che ora – ancora sanguinanti – riversano la Benedizione di un Venerdì Santo sulla Terra? Sì, chi altro la può ancora aiutare, se non …la Misericordia  (Gabriel)?

1317. Egli china il suo capo raggiante di luce sul piegato, lo solleva con mano gentile dal suo scanno di pietra e tiene nelle braccia la figura vacillante, altrimenti essa crollerebbe. L’anima più bassa dell’oscurità deve ora altrettanto combattere da sola la battaglia fino alla fine, come nella notte precedente il Solitario, il santo-Orante come Anima umana, GESU’, nella Sua lotta sanguinosa, nella Sua amarissima Preghiera del Calice.

1318. La Misericordia dice: “Figlio della sublime Pace, Ur, il Padre di tutta la Verità e della Vita, ti ha dato il Suo sigillo. Tu eri la Sua risonanza, il giusto negativo. Dal tuo grembo dovevano nascere i Suoi santi Pensieri-ur, divinamente capaci di vivere. L’intera Opera meravigliosa della Creazione era pronta a giungere alla magnifica rivelazione di tutto ciò che doveva nascere attraverso le tue mani. Allora avevi riconosciuto la via e ti sentivi elevato in UR come Suo primo figlio. La tua felicità giubilante fu la Sua sublime risonanza di Gioia. Ma che la predestinazione, il tuo diritto di primogenitura davanti a tutti i figli, fosse un atto salvifico della Misericordia, non lo ha riconosciuto più. Non dal Raggio di Vita del Padre, ma solo per conto tuo hai creduto di possederne il privilegio. Con ciò spegnesti l’ultima fiamma. Diventasti oscurità!

1319. Tu volesti ingannare UR. La Misericordia, la Pazienza e l’Amore si misero sotto la protezione dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà, affinché non fosse subito tenuto il giudizio su di te. Le quattro determinanti Caratteristiche pretesero l’espiazione quando le tre portanti cercarono invano di indurti al ritorno. Tre volte dei puri spiriti angelici andarono liberamente nel tuo abisso[64] per influire su di te mediante una via sul tuo mondo e su questa Terra. Il Creatore inviò fuori per la prima volta i Suoi figli, poi venne il Sacerdote, e poi Dio. Tutte le volte provocasti la quasi totale distruzione di questi luoghi di rifugio tramite la tua capacità del potere ancorata alla legge della libera volontà. I puri angeli Adamo ed Eva (Orytam e Hagar) erano figli tuoi che con la tua separazione si dichiararono per UR. E tu seducesti gravemente entrambi, finché dovettero lasciare la protezione dell’Eden!

1320. Nel fratricidio di Abele, nel diluvio universale, nella prontezza del sacrificio di Abramo, nella zuppa di lenticchie di Esaù, in diversi avvenimenti della Terra ti fu mostrata la tua via sbagliata, ma anche la possibilità di un ritorno liberamente voluto. Tu hai rifiutato tutto, hai disdegnato ogni chiamata dal Santuario di Dio. Nulla poté spezzare la tua ostinazione! Discutibile sarebbe stata anche la missione del Figlio del Padre se il FIGLIO non avesse preso su di Sé la missione con la Pazienza e l’Amore, per provocare una definitiva svolta col Suo cruento Sacrificio, poiché la condizione che tu avevi creato nella scellerata baldanza e noncuranza della Santità di UR, non poteva più sussistere, se proprio questa Santità non doveva essere ferita. Per questa ragione il Signore dispose l’Opera su un’immediata irrevocabile decisione che desse a UR, il Santo-eterno, la più piena soddisfazione ed espiazione!

1321. Il FIGLIO dell’Uomo prese su di sé l’Opera. In Lui dimorava la pienezza dei sette raggi fondamentali della Vita e della santa quadruplice Essenza. Questa pienezza non era sottoposta allo Spirito di Dio, bensì a quest’Anima terrena, il cui Compito era di occuparsi di questa Pienezza. L’ha compiuta! GESU’ il Figlio dell’espiazione, percorse la via del Sacrificio!! Ebbene, Sadhana-Lucifero, non credi tu che l’indicibile Sacrificio sia degno di un contro-sacrificio? – Lascia cadere la tua ostinazione! Infatti, cos’è la rinuncia del tuo oramai apparente potere spezzato, di fronte all’opera di GESU’ del Getsemani e del Golgota’? Che cosa ha compiuto Egli per te? Che cosa devi compiere tu per Lui? Ciò che tu sacrifichi, Egli ne farà per te una Benedizione.

1322. Nel tuo interiore vedo uno sconcerto causato dalla pena della coscienza, che diventa tanto peggiore quanto più a lungo cerchi di nascondere la presa di coscienza. Fa il passo che conduce dalla conoscenza alla riconoscenza, così dalla coscienza diventerà la ‘grande conoscenza’, e ogni tua pena si trasformerà in gioia. Coscienza e conoscenza sono i battenti della porta davanti ai quali si trova un figlio smarrito, e una piena dedizione alla Volontà dell’Altissimo apre questa porta. Allora ti sarà facile esprimere la confessione del tuo sacrilegio davanti a Dio. E su di te verrà il grande sapere con tutta la potenza e magnificenza!”

1323. Il portatore della Corona (Gabriel) solleva dolcemente il capo chino di Lucifero: “Guarda in su! Vedi: Nessun peccato è così grande da non poter trovare estinzione nel Sacrificio di GESU’! Alza i tuoi occhi a Colui che ha incluso tutti i peccati nella Sua morte sulla Croce. Ti verrà dato un santo Conforto, perché in me, nella Misericordia, giace la forza della consolazione. In seguito al Sacrificio compiuto per te, UR ha ricoperto completamente la Sua Santità per aiutarti al ritorno. Ora oltrepassa la Porta della coscienza e della riconoscenza; là…”, Gabriel indica trionfante sorridendo a GESU’, “…sta il Figliuol dell’Uomo; Egli è pronto per essere PADRE tuo!”

1324. Chi afferra il sacro silenzio che segue al grande grido ammonitore? Esso grava pesantemente come una Creazione sul luogo della decisione.

- L’ultima resistenza di Lucifero si abbatte in sé quando egli – vinto dalle parole di tutte le Caratteristiche – rivolge ora i suoi occhi a GESU’. Ma là non sta più di fronte a lui il Figlio dell’Uomo, bensì il ‘Maestro di ogni eternità’. Come un tizzone ardente precipita sulla sua anima: “Che cosa ho fatto ed ho peccato contro il Santo? Posso io stesso rivolgere i miei occhi su di LUI dalla lontananza della Creazione, Lui che portò i pesi dei miei peccati? Posso nutrire una preghiera per il perdono del mio delittuoso operato? Non mi deve l’Eterno, condannare subito, dissolvere nel nulla, se soltanto oso pensare di fare un passo verso di Lui?”

1325. Le amare domande scatenano una rinnovata battaglia nell’essere tenebroso che scuote il suo inferno così come non era mai successo. Sempre più terrificante sorge la conoscenza: Ho tentato d’ingannare la Divinità!’. Il Golgota lampeggia su di lui come ‘la spada del Giudice’. Vorrebbe chiudere i suoi occhi, vorrebbe fuggire, soltanto, che su di lui si adempie quella Parola: Dove devo fuggire dinanzi al Tuo volto?”(salmo 139,7).

1326. L’Ordine e la Volontà afferrano la sua mano stesa in difensiva, e la Pazienza, l’Amore e la Misericordia passano dinanzi a lui spianando la via. La Sapienza e la Serietà gli coprono le spalle e gli infondono protezione. Così il demone e avversario senza volontà si lascia finalmente condurre verso la Divinità; …ora ha sacrificato la sua volontà. Due soli sentimenti combattono ancora nel petto suo: ‘La grande non più arginabile nostalgia di Casa e la sensazione di essere del tutto perduto’. Egli sta dinanzi al santo Portatore della Croce. I principi-angeli hanno formato un cerchio intorno alla luce e all’oscurità. Ancora vacilla e barcolla tutto in Lucifero; il suo io somiglia ad un mondo esploso. Adesso UR non stende più ancora una volta le Sue mani, ora lo stesso figlio perduto deve prostrarsi e umiliarsi.

1327. Chi sente sulla Terra lo scuotente avvenimento che qui si svolge? Solo i figli beati lo intuiscono. Ma i primi del Regno con santa disponibilità hanno assunto il co-sacrificio nel giusto servizio per l’Opera redentiva di UR. La loro battaglia nella preghiera aiuta il perduto a piegarsi finalmente sotto il Golgota. Nessuno è in grado di comprendere l’onnipotente senso della notte del Venerdì Santo; un altro Giorno lo rivelerà. UR solamente porta in Sé la potenza della decisione! Tuttavia, causa ed effetto della redenzione sono da riconoscere, quando un cuore si piega nella riconoscenza di ogni sua colpa e peccato.

1328. Tutto ciò che si sussegue nell’anima di Lucifero, frantuma il suo cuore, … questo non è spiegabile con parole umane. Egli che si levò al di sopra di UR, che voleva strappare a sé tutti i Cieli, una sola volta Lo guarda negli occhi, il cui splendore non sopporta, …e poi stramazza. Nasconde il suo capo letteralmente a terra e da lui erompe un grido pieno di indicibile tormento: “Va via da me, Eterno, …Onnisanto! Distruggimi, perché non sono degno di stare nella polvere dinanzi a Te!”

1329. La parola è pronunciata. La confessione dell’anima assai profondamente caduta, è evidente. I principi trattengono ancora il giubilo di un eternità, essi attendono ancora la risposta. Ma vedono la fine, e un’innominabile beatitudine riempie il loro essere. I secondi passano silenziosi gravando attraverso Spazio e Tempo, colmati dal destino di Lucifero. La sua anima percepisce la sorte. Ancora più in profondità si spinge a terra e finalmente, finalmente prorompono da lui in violenza elementare le lacrime. Lucifero piange!! Non è ancora un pianto purificatore che proviene dalla conoscenza di aver peccato. Ancora nel pianto lottano i dolori dell’umiliazione, ma anche il sapere di non essere degno della Grazia, e perciò, di essere rigettato.

1330. Quando questo agita Lucifero, il Padre si china verso il Suo disperato figlio, lo rialza, affinché, ginocchioni, possa poggiare il suo capo da quel lato in cui la lancia dello sgherro trafisse, e dice: “Figlio Mio, tu vuoi che Io ti distrugga? Questo non lo posso fare, perché tu stesso ti sei diviso e frantumato nel tuo essere infernale. Io posso solo metterti di nuovo insieme, guarire i tuoi mali, formare il tuo essere disperso in quella portentosa unità come eri all’inizio della Mia Creazione-Azione. Se vuoi questo, allora parla, e avverrà”.

- “Non si può”, replica Lucifero senza tono. “Quello che ho fatto a TE di male, pretende l’eterna espiazione. Rigettami, respingimi da Te, il Golgota pesa troppo pesantemente su di me”.

- “Pensi tu che sia più difficile per te di come lo è stato per Me?”

- Lucifero trema a questa domanda. Le sue mani cercano un sostegno alla sacra veste. “Hai ragione”, mormora senza alcuna speranza. “Posa la Tua croce come espiazione e giusto giudizio su di me, finché io non svanisca sotto l’eterno peso della mia esecrabile esistenza”.

-  Mai ci fu e ci sarà un figlio così, senza conforto, come lo è ancora adesso il perduto.

1331. “Figlio Mio!”. Una Compassione amorevole avvolge Lucifero. “Tu non vuoi più essere. Io dovrei prendere la tua esistenza e la vita; ed è la tua amarissima serietà. Ma perché ti aggrappi a Me e le tue mani cercano un sostengo in Me? Perché piangi ancora così, al punto che le tue lacrime riempiono la Mia ciotola delle offerte del sacro focolare?”

1332. “Questa è la mia maledizione che mi sono addossato: essere libero da Te; voler essere smembrato da Te, – e comunque, non poterTi mai lasciare, perché... perché Tu sei UR! Se vuoi salvarmi, allora salvami da me”.

- “Io accondiscendo la tua preghiera; soltanto, lascia a Me il modo e anche il tempo, che in questo, Io annodi”, dice UR.

- “Il Tuo Sacrificio, venga su di me”, replica Lucifero, ed attende la sua distruzione.

*

1333. Nello Spazio celeste fluttuano preponderanti le quattro Correnti della Vita. Angeli, figli e spiriti beati stanno alla riva ed attingono quest’Acqua che in questa notte porta la suprema Benedizione. I guardiani alle Sorgenti versano l’Acqua miracolosa della santissima Misericordia sulla Terra, su Lucifero. La sua grande caduta viene purificata. Il suo pentimento subisce l’incremento più alto possibile, finché alla fine le sue lacrime ancora prorompenti sono del vero pentimento, libero dai dolori dell’umiliazione. Sempre più saldo si aggrappa alla veste del Santo, quanto più crede di essere annientato.

1334. “Figlio Mio!”, per la terza volta risuona la Parola. “Quello che ora ti annuncio, accade – per via del coronamento dell’Opera Mia – come UR, come il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero! Infatti, il Mio Sacrificio vale per tutta la Creazione, la decisione su di te deve essere presa ora dall’insieme della Creazione. Ma guarda: anche se Io come l’Onnipotente, come il Supremo e come il Santissimo, ho da regolare i conti con te, allora sappi che dopo la tua contrita confessione, la Pazienza, l’Amore e la Misericordia non hanno più bisogno della protezione dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà. Il loro scopo del Sacrificio è raggiunto!

1335. Davanti a te c’è ora una via amara, molto difficile, perché l’annientamento da te implorato non può svolgersi all’improvviso, e non senza una precedente espiazione. Io ho sacrificato nella Mia Vita terrena il tempo della Creazione da te rubato, che spiritualmente consiste infinitamente di più del tuo tempo materiale. Allora non sarebbe nessun sacrificio, se vuoi essere annientato velocemente[65]. ‘Devi prendere la mia vita’, hai detto. Oh, questo accade in ogni caso! Perché essa non serve più a nulla, è cancellata! Devo anche – secondo la tua parola – importi la Mia Croce come espiazione e giudizio, finché sotto il suo eterno peso tu perda la tua esecrabile esistenza e alla fine trovi da te stesso la redenzione! Questo ti deve accadere, Lucifero, affinché in ultimo la tua vita infernale sia cancellata. Ora ascolta e damMi una risposta, se sei d’accordo con le Mie condizioni giustamente poste.

1336. La tua dissoluzione che accadrà sotto il peso della Mia Croce, potrà terminare solo quando, dopo il Mio ritorno sulla Terra, Io avrò riedificato il Regno della Pace e dopo che tutto il perduto e lo smarrito, senza eccezione, si troverà sulla via del ritorno verso la Patria primordiale. La tua via sarà tanto più difficile quanto più essa si avvicinerà alla fine.

1337. E ciò nonostante, che cos’è questa, rispetto alla Mia via e al peso della Mia Croce? In verità, Io ho portato tutti i peccati, e con ciò ho guarito ogni infermità; Mi son fatto caricare volontariamente la tua intera colpa della Creazione sulle Mie spalle, mentre Tu, al contrario, o Lucifero, porti soltanto la tua propria colpa, sebbene gli uomini scarichino su ti te i loro fardelli. Ancora un attimo prima del Mio ritorno si griderà: Lucifero, l’arcimaligno è il colpevole di tutto; è lui il seduttore!’

1338. Quando sarà ora, allora pensa alla Mia via del martirio e che anche di Me si è detto: Sei colpevole!’. Allora impara a tacere come ho taciuto Io. Allora porta volontariamente questa Croce. Nessun peso è così grave e toglie all’anima tutte le forze, come ‘l’essere incompreso!’ Stando al bordo della strada tra luce e tenebre, tu domanderai: Perché si crede ancora che sia io il principe dell’inferno?’. E la cosa più grave in questa amarezza sarà di non poter comunicare agli uomini che ti sei da tempo piegato alla Croce del Golgota. In questo modo sarà possibile redimerti da te stesso!

1339. O Lucifero, che cosa deve rimanere ancora della tua esistenza? La tua oscurità si eleva al di sopra di te, e una sopra l’altra[66]. Questo produce i suoi effetti più terrificanti sulla Terra, finché alla fine si leverà mondo contro mondo. A questo tu dovrai stare a guardare del tutto senza potere, in buona conoscenza, senza poter arginare questo orribile movimento. Non ti si ascolterà affatto, anzi, ti si oltraggerà come l’autore dell’orribile tempo. Queste sono le conseguenze della tua caduta! Allora pensa agli oltraggi che IO ho accettato da Innocente!

1340. Tu, dalla tua forza vitale, mettesti fuori da te una schiera dopo l’altra,. Esse erano e sono una parte molto notevole di te. Se ora ti vengono tolte e portate sulla via del ritorno, tu diventerai sempre più piccolo, finché alla fine non rimarrà più che il tuo proprio essere personale. Allora, o Lucifero, ti sarai redento da te, dal tuo diabolico, arcimaligno essere! Allora il principe dell’inferno e il suo potere saranno cancellati per sempre! Tuttavia, ...rimarrà, ...o Lucifero, sì, rimarrà la tua anima, il tuo cuore, la tua propria essenza, e questo dovrà rimanere come simbolo sempre eterno della Mia Opera di redenzione, della Parola ‘è compiuto, questo dovrai prenderlo liberamente su di te sotto il riconoscimento delle Mie nuove condizioni a te date. Se farai anche questo, allora ti rivelerò ciò che accadrà dopo con te”.

1341. Non frenano gli angeli il loro giustificato giubilo, quando in verità, vedono la confessione del caduto, ma ancora non conoscono il verdetto del giusto Giudice? È questa, Misericordia, oppure, non doveva il Portatore della Corona aggiungere qualcosa? Un completamento del verdetto? Nessuno sa ciò che seguirà; esso vive segretamente in UR. È un Verdetto schiacciante, poiché una morte veloce è solo la parte più piccola dell’orrore di un carcere a vita. Ma… è giusto! – L’ha emesso UR.

1342. Questo attraversa l’anima smembrata di Lucifero, attraversa il suo cuore pronto a morire. Le sue lacrime sono ben esaurite; solo la tristezza, a causa dei suoi errori, rimane non diminuita. Si mantiene tutto silenzioso, il suo capo al fianco di Gesù, le mani nelle pieghe della veste del Santo. Ora solleva in su il volto suo. Ah, come deve farSi violenza il PADRE, in UR per non chinarSi troppo presto e confortare il figlio amato sopra di tutto, per consegnare a lui il dono tenuto pronto e ancora nascosto.

1343. La voce di Lucifero suona quasi calma, quando dice: “Riconosco le Tue condizioni, o Eterno, le voglio osservare e piegarmi al Tuo verdetto. Vedo dinanzi a me la via del carcere, non c’è nessuna scappatoia. E davvero, o Onnipotente e Onnisanto, mi hai mostrato il futuro così come avverrà. Ho riconosciuto e confessato, vorrei riparare a tutto, ah..., ma come potrà riuscirmi questo? Per i miei sono diventato il rinnegato, per gli uomini rimango l’arcimaligno, e per Te, per la Tua santa Opera della Creazione, sono un’eterna macchia! Voler di nuovo riparare e, …non poterlo fare, è il mio più grave tormento. Io devo! Voglio portarlo! E ciononostante, oh...”, Lucifero tace a lungo; nuove immagini incalzano nella sua anima, “...come devo poter sostenere tutto questo da me? No, no, non ci riuscirò mai! O GESU’…’”, grida all’improvviso, “…Gesù aiutami!”

1344. Le mani di Lucifero si abbassano, il suo capo giace ai piedi del Maestro, i principi-angeli nel momento del grido di bisogno ‘Gesù, aiutami’, serrano più strettamente il cerchio di luce. Si solleva un raggio, un fuoco luminoso, e nel Regno suonano le campane. Chiare trombe risuonano attraverso gli Spazi, e prorompe il giubilo degli angeli. I portatori del comando adornano il Tempio del Regno, i più anziani stanno alle porte e i guardiani sui pinnacoli. Con una prodigiosa magnificenza il Sole-ur irradia la Sua Luce. Non si può descrivere ciò che fa scaturire il necessario grido e la contro parola del Portatore della Croce. Là: ‘È compiuto’, qui: ‘Gesù, aiutami!’. Agli uomini si può soltanto accennare il giubilo titanico, la Terra non ha né pensieri né parole né un’idea di ciò che ha provocato il grido del figlio della Creazione pieno di pentimento.

1345. E UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero? Come sta Egli di fronte al figlio Suo? Perché esita ancora per un po’ di tempo con il Suo Aiuto? Deve attendere anche Lucifero, come l’Onnisanto, finché quest’unica anima non si piegherà spontaneamente? Oppure il grido d’aiuto deve dapprima riecheggiare in ogni Creazione, finché non abbia compenetrato completamente il caduto? Sì, un tale grido può, provocato dall’afflizione più profonda, sfuggire all’improvviso a un figlio. Ma se esso porta anche la fede incondizionata nell’aiuto, lo dovrà dimostrare il seguito e il tempo. UR donerà il tempo.

- Allora ancora una volta, lui Gli sussurra: “Gesù aiutami!”. Lucifero ha invocato Gesù non solo nella riconoscenza del bisogno, per disperazione, no! … La sua fede nell’Aiuto si è destata, sebbene non osi ancora farsi nessuna idea, e non lo può nemmeno fare.

1346. UR si china profondamente. Solleva il rigettato, aiutato da Michael e da Raphael. Posa le Sue mani sul capo scuro, e poi… Allora stringe il figlio nelle Sue braccia, e dice: “Ho ritrovato Mio figlio!”, ed esclama ai Suoi primi servitori. “Correte, Miei principi, e ditelo a tutti coloro che lo vogliono sentire! Annunciate il lieto Messaggio:

Il figlio del Mio Amore è pronto per il ritorno a Casa!”

1347. Subito corrono i sette angeli. In pochi secondi terreni sono di ritorno, s’inchinano profondamente con le braccia incrociate sul petto dinanzi a UR e parlano: Il Tuo Ordine è stato eseguito. Il Santuario è già preparato, la Città santa adornata. Il Cielo prepara le Tue vie e i bianchi destrieri sono imbrigliati. Le luci alla Fortezza diffondono i loro raggi in tutta la magnificenza e sontuosità. Tra i Tuoi figli regna una gioia inesprimibile e del giubilo non c’è fine. Ora la Creazione ottiene l’adempimento e il Giorno dell’Amore avrà piena Benedizione. Santo, Santo, Santo, Santo sei TU, o UR! Mirabile il Tuo nome, Consiglio e Forza, Tu, Eroe trionfante, eterno Padre, Principe della pace!! Lode e potere e onore, gloria sia a Te, Ti lodiamo, Ti adoriamo e Ti diciamo: Grazie. TU sei sublimemente Santo, senza inizio, senza fine! Il Tuo Potere, Forza, Potenza e Autorità compenetrano Spazio e Tempo, tutto l’esteriore e l’Essenza più intima del Tuo Cuore. Santo, Santo, Santo, Santo, sei TU, o UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero! Osanna, alleluia, eterno, eterno sei TU!”

1348. L’inno di lode si è smorzato. Il Cielo lo ha inteso ed ha aperto una porta speciale nel Cuore di UR. Da lì sorge un raggio d’Amore, e un raggio di Benedizione scorre sui sette, su tutta la Creazione e poi si concentra su Lucifero. Anche i principi-angeli rivolgono ora i loro occhi a quell’unico figlio, al quale è dedicato il Senso primordiale della Redenzione.

- Lucifero è così profondamente impressionato da tutto ciò che avviene, da dimenticare completamente il suo atteso annientamento. Egli guarda dall’uno all’altro. Nel suo petto comincia a sgorgare una sorgente da lungo tempo essiccata. Nei suoi occhi passa quasi uno splendore, mentre dimostra di voler prendere parte all’inno di lode e di adorazione, al santo Raggio d’Amore e di Benedizione.

1349. Quando però rivolge nuovamente il suo sguardo ad UR, egli vede che dinanzi a lui sta ancora GESU’, GESU’ con le cicatrici, GESU’ stimmatizzato per lui, per la sua separazione. Allora l’immagine amorevole sprofonda; al suo posto subentra l’ombra della sua colpa che offusca nuovamente l’anima sua. A bassa voce sussurra: “Una volta avevo parte al meraviglioso, santo servizio. Mai starò nuovamente tra le file di coloro che possono chiamare ‘Luce’ e ‘Santo’. Io devo vivere fino alla fine la mia esecrata esistenza, e comunque so per certo che non la potrò portare da me.

1350. Ma io… se già non devo intonerò più nessun inno di lode, voglio continuamente invocare: GESU’ aiutami!’. Così potrò comunque perseverare l’ultimo tratto della mia misera vita, finché vengo redento da me stesso”.

- Nessuno avrebbe potuto sentire le parole, più pensate che pronunciate; i principi le hanno scorte, UR le ha sentite.

1351. Egli si piega ancora una volta su Lucifero che è di nuovo sprofondato a terra: “Figlio Mio amato, finalmente posso parlare a te come PADRE, poiché ora ti sei piegato del tutto volontariamente alle Mie condizioni che Io ti devo imporre come UR, e tu hai completamente steso totalmente da te stesso le mani verso di Me, verso l’Aiuto che I o Solo posso darti. Deve essere dimenticata la trasgressione ai Miei santi Comandamenti, l’elevazione al di sopra di Me; voglio perdonare ogni tua colpa peccaminosa e la tua malignità. Non deve rimanere più niente di ciò con cui Mi hai offeso. Ora un Padre tiene Suo figlio in braccio, lo stringe nuovamente al Suo Cuore! Io ti domando: «Vuoi percorrere quelle vie che ti mostrerò, ed agire fedelmente secondo la Mia Parola?»”

1352. “Sì, lo voglio! Solo così potrò riparare di nuovo un po’ di ciò che ho fatto a Te ed ho peccato contro di Te. Ma, la mia fine…”, Lucifero indugia e continua faticosamente, “…la mia fine, devo certo aspettarmela, ma se verrà su di me, allora, o GESU’, …aiutami!”. Il capo di Lucifero s’abbassa profondamente sul suo petto.

1353. Allora il Padre lo appoggia al Suo Cuore, tocca benedicendo la fronte china e dice: O figlio Mio, Mi hai creato veramente difficoltà con le tue malefatte e preoccupazioni con i tuoi peccati, ma Io ho cancellato tutte le tue trasgressioni e ora voglio guarire tutte le tue infermità. Tuttavia la Mia Misericordia, questo come Giudizio nel Libro dell’Eternità, scrive questo: la tua vita, Lucifero, sarà distrutta; al suo posto subentrerà la Vita della Mia amata Sadhana! La tua esistenza, Lucifero, sarà cancellata; per questo sarà insediata Mia figlia Sadhana!

1354. Sotto la Croce del Golgota, tu, Lucifero, cesserai completamente di essere fino al Mio grande ritorno; però, sarà con la Mia gloriosa apparizione, Sadhana, che comincerà la tua via verso Casa! Allora, Lucifero, Io ti redimerò, perché allora il nome ‘Lucifero’ non sarà più, e il nome ‘Sadhana’ sarà chiamato di nuovo nei Miei Cieli, e la Casa del Padre si preparerà per il ritorno a Casa del figlio redento!

1355. Non posso toglierti le condizioni poste giustamente a causa del Mio Sacrificio, santo; esse sono da adempiere! Hai anche bisogno della purificazione. Dovrai portare tu la croce del mondo, come Io ho portato per te la Croce della Creazione della redenzione. Sei ritornato pentito, ti sei distolto spontaneamente dalla tua via maligna. La lunga strada che ti fece allontanare da quando ti separasti da Me, è da peregrinare all’inverso, passo per passo. Questa non potrà esserti risparmiata.

1356. Ma guarda, la tua via quasi infinita si può accorciare, a seconda di come approfitti della Mia Grazia. Ti sarà difficile rimanere con i tuoi buoni propositi, poiché, come tu tentasti gli uomini, anche tu sarai sottoposto alle tentazioni. Ma poiché il tuo ritorno è un ritorno vero che scuote le tue fondamenta durate fino ad oggi, allora in virtù del tuo pentimento e della tua conoscenza che ti ha portato alla grande confessione, all’accettazione incondizionata delle condizioni a te imposte dal Mio Sacrificio della Croce, da parte tua difficilmente potrà sopravvenire una ricaduta. La Mia vittoria del Sacrificio ti preserverà da una seconda caduta, e l’accettazione del Sacrificio ti trasmetterà la Mia forza per resistere a tutte le seduzioni.

1357. Quanto più ti adopererai per venire nella Casa del Padre, tanto più velocemente scorrerà la via sotto i tuoi piedi e quindi comparirà il Mio grande ritorno sulla Terra. Ma quando sarà il momento, dovrai percorrere ancora come ultima grande prova la via terrena. E questa sarà per te la più difficile di tutte. Agli uomini rimarrà nascosta l’origine della loro vita; pochi sospetteranno, ancora meno sapranno di questa. Ma tu giungerai a conoscere chi tu eri. L’ultima amara battaglia contro di Me offuscherà spesso l’anima tua. Quasi inoperoso dovrai assistere ed ascoltare come Io venga nuovamente oltraggiato e crocifisso simbolicamente. Queste saranno le tue ore d’espiazione più amare.

1358. Graverà anche su di te il fatto che si nomini il tuo nome con brivido. Fino a poco prima del Mio ritorno ti si descriverà come il più grande seduttore e ti malediranno ovunque. Solo quando la Mia gloriosa apparizione sarà preparata dai Miei angeli anche all’interno dell’ambito terreno, dovrà accadere che su di te venga per la prima volta la verità come con la rivelazione. Proprio per questo si accenderà qualche battaglia. Infatti, l’umanità che crede in Me, vorrà riconoscere tanto poco la tua conversione, quanto poco la tenebra vuol sapere qualcosa di Me.

1359. Questa stessa vuole continuamente esigere te come suo capo, e addossare a Me la colpa della sua afflizione, perché alla fin fine vede che nonostante ogni rinnegamento, la Mia esistenza non può essere contestata; quelli altri invece vogliono ben riconoscerMi, anzi, molti combatteranno seriamente per Me. Tuttavia anch’essi vorranno un posto per scaricare la colpa, e poiché non avranno ancora nessuna vera conoscenza su di te, metteranno più o meno il peso dei loro peccati sulle tue spalle. Non lo faranno con cattiva intenzione; a loro mancherà la conoscenza che tu adesso hai. Tu hai cercato ogni colpa solo in te, non hai scaricato la minima parte di colpa su nessuno dei tuoi esseri. Invece gli uomini lo faranno ancora, ti accuseranno presso di Me, ti presenteranno come l’arcimaligno che li seduce, sebbene siano per lo più loro stessi a darsi di buona voglia alle gioie terrene e a non prendere troppo sul serio il servizio per Me.

1360. Dovrai far passare tutto questo su di te, in silenzio, come anch’Io tacqui davanti ai Miei giudici. Non dovrai accusare gli uomini davanti a Me, ma solo difenderli, sebbene di questo quasi raramente ne sono degni. Infatti, vedi come ti hanno difeso la Mia Pazienza, l’Amore e la Misericordia davanti alle Caratteristiche dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà, e certo tu non ne eri assolutamente degno. Non misurare mai con la scala della conoscenza esteriore; ricorda sempre come la Mia Vita, la Nascita, i Getsemani e la morte in Croce ti hanno misurato! Se farai così, allora impiegherai la giusta misura per tutti gli uomini, i quali – senza reminiscenza – portano in sé una particella animica del tuo oscuro patrimonio. Allora diventerà una giusta misura anche per te, col Mio ritorno.

1361. Ma invoca sempre: ‘Gesù aiutami!’. Infatti finché non sarai ritornato a Casa, Io posso essere per te solo GESU’, avendo portato per te il Sacrificio. Quando in futuro starai davanti alle porte della sacra-Luce ed Io uscirò per venirti a prendere, allora per te sarò di nuovo UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero! Fino ad allora non devi chiamarMi col Mio nome, UR. Ma per te sono e rimango GESU’ CRISTO fino all’adempimento della tua vita di espiazione. Ora parla, figlio Mio, se anche tu vuoi accettare quello che ti ho rivelato adesso, l’ultimo responso del giudizio”.

1362. Nel figlio della Creazione si svolge adesso un’immensa trasformazione; essa è così potente, che tutto ciò che è stato finora è da chiamare solo ‘preludio’. Incredulo, come irrigidito, guarda in su. Ha sentito bene? Solo al nome, all’essenza Lucifero, toccherà in sorte il Giudizio dell’annientamento? Non a lui stesso? Non sarà dannato in eterno, …non cancellato? – Potrà, ancora una volta …poter essere Sadhana, …e ritornare nell’eterna Casa paterna? – Chi può descriverne la commozione?

- Il veggente[67] che sta assistendovi afferra ben la tempesta, soltanto, – rappresentarla con parole, non ne è capace.

- I principi portano insieme a Lucifero, fedelmente, i suoi dolori; essi potrebbero dire come stanno le cose nel figlio redento, ma parlerebbero con la loro lingua degli angeli, e ciò nonostante, il loro linguaggio, per gli uomini, rimarrebbe incomprensibile. Quindi il veggente potrà descrivere solo ciò che vede.

1363. Lucifero chiede: “Come devo intendere questo? Questa Grazia è impossibile! Non l’ho meritata. Questo supera perfino il Tuo Sacrificio! O GESU’, santo, guarda: ho preso volonteroso su di me la giusta sentenza del Tribunale. I pesi dei miei peccati, della mia esecrabile esistenza, la Tua Croce, voglio portare tutto questo senza lamento; ma non posso sopportare il Peso di questa Grazia, mi renderebbe il giogo troppo pesante! Inoltre, dovrei far passare anche questo su di me, perché le mie azioni contro di Te non si potranno espiare in tutta l’eternità! Allora mi voglio sottomettere, o GESU’ CRISTO, e stare saldo al Tuo giudizio”.

1364. Un meraviglioso appena percettibile sorriso, splende dagli occhi di UR: “Tu, figlio delle Mie preoccupazioni e fatiche, avevi solo la sensazione del peso quando ti ho affidato alla Mia Grazia! Non ti ha colmato dapprima un pensiero felice? – RivelaMi il tuo cuore”.

- “Tu vuoi che io dica cosa di meglio non sarebbe sorto dapprima vivente in me. Sì, era un riflesso della felicità che un giorno potrei vivere: essere nuovamente Sadhana ed essere guidato a Casa nel tuo Regno!

1365. Ma guarda: mi ha stordito solo il riflesso, mi ha fatto dimenticare per secondi la mia eterna infamia ed ignominia. Era orgoglio credere di ottenere Parte della Tua Grazia nel senso di un totale distacco-colpa. O GESU’, aiutami, affinché non cada una volta ancora in un simile orgoglio!”. Lucifero alza le sue mani imploranti.

.- Allora per la seconda volta passa un meraviglioso sorriso sul Volto eterno.

1366. Più forte il Padre stringe Suo figlio al Cuore e dice: “Accetta la Mia Grazia, se te la do Io. Non ti colma più nessun orgoglio, bensì un’umiltà che Mi appaga. Una cosa devi imparare comunque, figlio Mio, cioè riconoscere la Mia vittoria del Sacrificio come una vittoria perfetta! A questo, è legato il pienissimo perdono dei peccati per tutti coloro che riconoscono veramente il Mio santo Sacrificio e si mettono sotto la Mia Croce in umiltà e sincera confessione della colpa, e quindi si rimettono anche di buona voglia a Me, al Giudice di tutta l’eternità. Da questo può seguire solo Grazia, redenzione dal peccato, dalla colpa e dalla morte. Io su di te ho espresso la Grazia come Giudice!

1367. Perciò non è un peso, è liberazione, è eterno distacco da ogni colpa! Ciò che devi prendere su di te come giusta espiazione fino al Mio Ritorno, lo potrai portare in virtù della Mia Grazia, con la certezza – redento dal Mio Sacrificio – di ritornare un giorno a Casa, in seguito al tuo ritorno liberamente voluto. Questo è il Dono del Mio Amore nel sesto-Giorno della Creazione! Pertanto, non vorresti accettare questa felicità della Grazia, piuttosto che un peso che Io non ho collegato con la Mia Grazia?”

1368. Lucifero alza lo sguardo. I principi di luce gli sorridono e Uraniel dice: “Lucifero, io porto il Simbolo della Giustizia. Guarda:…”, egli tiene alta nella mano una bilancia, “…in un piatto c’è la tua colpa, nell’altro la Giustizia. La tua colpa fin da prima del tuo ritorno tirava profondamente in giù. Ma fa attenzione: io prendo la spada e la croce del Difensore”. Michael e Raphael consegnano ad Uraniel il simbolo della loro elevatezza creativa. “Entrambi i segni sono diventati per te la salvezza per Grazia, perché ti hanno vinto. Perciò io metto sul piatto della Giustizia i segni di questa Salvezza per Grazia”. Non appena questo accade, il piatto della bilancia con la parte di Lucifero sale. “La tua colpa è compensata, essa non potrà esserti più di nessun peso. Ciò che tu porterai come espiazione, sarà la riparazione di tutti i tuoi sacrilegi. Tuttavia, se tu avessi sentito questi come peso, ti saresti piegato soltanto condizionato sotto la Croce di Gesù, e non incondizionatamente. Perciò accetta la salvezza per Grazia con entrambi le mani, come il Padre-UR, santo, te l’ha offerta”.

1369. Con occhio ardente, Lucifero assiste all’avvenimento. Quando la sua colpa tirava così profondamente in basso, tanto che la bilancia non mostrava più nessun peso, il suo cuore batteva ancora una volta di timore mortale nell’amara conoscenza; ma quando la Giustizia, accoppiata con la Volontà e l’Amore, come Difensore, ha tirato in giù, un santo brivido è passato sull’anima sua. Ora guarda a UR mezzo impaurito e mezzo alleggerito e chiede timidamente: “Questo tocca veramente a me? Mi è permesso e posso avere questa Grazia? Di ciò nessun uomo, nessuno spirito basso ne è degno, ed io meno di tutti! O Gesù Cristo, Tu, mio Maestro, dimmi: com’è possibile?”

1370. “Questo ti è stato annunciato, sopratutto perché avevi bisogno di ammaestramento”, ribatte UR. “Vedi, ognuno può ottenere una Grazia; Io la preparo per ogni figlio; ma se giunge anche alla rivelazione, dipende unicamente dal destinatario. Quando un figlio approfitta solo in parte della Mia Grazia offerta, essa si rivelerà naturalmente solo in modo proporzionata. Ma in ogni caso qualcosa ha da precedere. E questo è un divenire degno! Chi non viene a Me e alla Mia Croce, chi Mi combatte, oppure, chi Mi conosce senza tuttavia servirMi, non potrà mai avere questa Grazia! Solo quando qualcuno ha riconosciuto nel sincero pentimento la sua ingiustizia ed è pronto a pentirsi e ad espiare, su costui la Mia Grazia cade in grande abbondanza ed aumenta tanto più ancora, quanto più c’è disposizione alla penitenza e all’espiazione.

1371. Certamente, spesso devo dare l’impulso al pentimento e alla penitenza, solo che non accade mai attraverso la Grazia come ‘dono’, bensì attraverso un atto che precede la Grazia, la quale consiste in questo: che Io lasci andare un tale figlio, specialmente gli uomini, attraverso malattia, afflizione, grandi sofferenze e altro. Io mando loro questo, non dalla Mia Volontà, per la maggior parte sono loro stessi gli autori, come anche delle guerre e altri orrori.

1372. Solamente, che Io Mi servo di questi carichi causati dai figli infedeli e, apparentemente, non li aiuto, lasciandoli andare attraverso ondate di travagli, finché imparano a sospirare e a guardarsi intorno per l’aiuto, di cui credono – veramente più inconsciamente – che venga dall’Alto. Se ora questa piccola scintilla è destata, trasferisco l’Atto di Grazia alla GRAZIA pura. Allora però, se un figlio si deve convertire a Me per libera volontà, questo deve avvenire passo per passo; una volta un pezzo della Mia Grazia, poi di nuovo un pezzo dell’ammissione e della confessione, e questo, fino a che la Mia Grazia si rivela pienissimamente in seguito ad una disponibilità di pentimento ed espiazione il più grande possibile.

1373. Nello stesso modo è avvenuto anche con te, figlio Mio, che eri perduto e ora sei stato ritrovato. Nel tuo caso Io condussi dapprima la Mia Grazia sul campo di battaglia, che era presupposto per l’ingiustizia arrecata alla Creazione. Però fu tracciato un limite, oltre il quale anche la Mia Grazia non doveva essere spinta a causa dell’intera Creazione. La linea di Confine si chiamava GOLGOTA!! Qui Io aspettavo la tua arrendevolezza. Naturalmente non potrai tenere nelle mani ‘lo Scopo principale della Mia Grazia’ prima di aver intrapreso in  futuro il tuo ritorno a Casa come Sadhana. Fin dove però ora è giunta su di te la sua parte – e non è da definire piccola – fino a quel punto tu sei degno di deporre il carico e di ottenere in cambio, per questo, felicità e gioia per il tuo ritorno e per il verdetto. – Perciò rallegrati in Me, come Io e tutti i Cieli ci rallegriamo della vittoria del Mio Sacrificio cruento!”

1374. Un breve indugio, e poi, quasi come uno slancio, il figlio che vuol trovare la via del ritorno stringe le sue braccia intorno al collo del Padre. Egli non si lascia più soltanto premere al petto del Padre, no, egli stesso si stringe al grande Cuore di Grazia, cercando protezione, e nelle forti braccia è colmo di felicità. Infantilmente imbarazzato, sussurra: “Non riesco ancora a dire ‘PADRE’, ma il mio cuore giubila: Padre, Padre, Padre, e ancora una volta: ‘Padre’! Oh, qual ringraziamento Ti vorrei portare! Come vorrei giubilare!

1375. Soltanto, …ora voglio piuttosto stare in silenzio e prepararmi alla difficile via. Anzi, dapprima devo imparare a venire del tutto incontro a Te, poiché i miei passi sono piccoli e meschini, sono quelli di un fanciullo nella mano della madre; i Tuoi con i quali Tu, o Gesù, mi sei venuto incontro, al contrario, erano lunghi come Creazioni. Io non li posso né misurare né calcolare. Io so: solo in tal modo è venuta su di me la Grazia della Tua Salvezza che Tu solo me ne facesti degno”.

1376. “Hai riconosciuto il meglio! – Ora preparati, poiché la tua via sarà veramente difficile. Fino al Mio grande ritorno e alla gloriosa apparizione, Io sarò per te il Maestro, perché ti ho affrontato e vinto; e fino ad allora l’umanità vedrà in te il tentatore e il tenebroso principe dell’inferno. Mi vedrai raramente, e poi anche soltanto da lontano. Però, figlio Mio, Io non ti lascio solo! ChiamaMi con il Mio nome del Sacrificio ‘Gesù Cristo’, e presto ti invierò uno che un giorno ha combattuto contro di te, e ora combatterà per te, perché si tratta di proteggere il Mio primo figlio”.

1377. Michael tiene la sua spada su UR e su Lucifero, il quale domanda: “Maestro, mostrami il luogo dove posso rimanere fino al tempo Tuo, affinché impari ad osservare i Tuoi Comandamenti con la Tua forza”.

- “Fai bene a chiederMelo. Questo mondo solare sia il luogo della tua istruzione e preparazione. Qui verranno i più maligni e tu dovrai lottare con loro, non più come loro signore, bensì come un essere senza posizione di potere. Queste saranno lotte amare e raramente sarai tu vincitore. Ma per quante volte supererai ogni sconfitta, non mancherà che tu cresca in forza propria personale, finché tutto il Lucifero sarà morto, redento da se stesso, anzi sarà completamente dissolto come ti ho annunciato nel verdetto. Allora verrà su di te la vittoria di quel Tempo, dove si suoneranno le campane della pace in tutte le parti della Creazione, per questo la Mia Benedizione che ti do come consolazione e forza. Rimani memore di questo! Ebbene, figlio Mio, guarda: l’aurora del mondo si avvicina. Puoi ancora dire una parola, poi devi perseverare nel luogo della battaglia, della decisione, della vittoria e della Grazia”.

1378. Lucifero, lentamente, s’inginocchia con solennità. Anche i principi-angeli piegano le loro ginocchia. Alza in alto le sue mani e dice: Io non TI lascio, a meno che TU mi benedica!”

- Oh, quale anelito, quale ardente nostalgia mette egli nella nota preghiera; com’è diventata essa così completamente nuova!

- UR,  tutto Bontà, è vinto dal suo potere. Egli posa le Sue mani sul capo chino e dice: “Come sommo Sacerdote Melchisedec dallo Spazio-ur e dal Tempo-ur, Io ti benedico!”

*

1379. Quando Lucifero dopo un po’ guarda in su, tutte le figure di luce sono scomparse. Là, dove stava e sedeva il Santo, è rimasto indietro un chiaro bagliore. Più tardi in questo luogo gli perverrà sempre nuova Forza, quando dei demoni si precipiteranno su di lui, quando lo assalirà lo scoraggiamento, oppure – come soprattutto nel primo tempo – pure qua e là l’antica brama del potere luciferino minaccerà di risalire. Egli chiamerà presto tale luogo come suo ‘salvagente’, perché, solo quando sta in questo piccolo spazio egli sente la santa vicinanza di Dio. Nessun diavolo per quanto furioso potrà fargli qualcosa. Quanto più occupa il salvagente a lui lanciato, tanto più aumenta il suo pentimento e la volontà di penitenza, e la sua via lo riconduce come figlio nella Casa del Padre, passo per passo, al sacro Duomo dell’Infinità-ur.

 

(nota del revisore]:

(fine del testo uguale all’opera “Golgota” la 3° Pietra miliare – inizio al versetto 6,1213)

[indice]

*

6/46 – Gesu’-Dio ritorna dai figli e riabilita i caduti redenti

1380. È compiuto! O morte, dov’è il tuo dardo? O inferno, dov’è la tua vittoria? Questa questione è risolta inequivocabilmente. Certamente la Vittoria-ur non è ancora del tutto manifesta; i figli della Vita hanno ancora molto da fare, fino a quando a tutti i viandanti terreni sia da mostrare la verità del Golgota; tuttavia l’alto Cielo è afferrato dal GLORIA del GIUBILATE. Le schiere luminose affluiscono alla via della luce dove si trovano gli angeli comandanti. Là attendono, e i loro soli fanno a gara nello scintillio. Il Sole-ur non trattiene la luce della sua fonte; irradia l’intero Giorno della Creazione e indora già il vicino riposo serale[68].

1381. Nella materia (sul piano materiale) era stato fatto ciò che UR voleva come ‘Figlio dell’Amore’. Nel Regno Egli ritorna visibilmente senza abbandonare coloro che hanno seguito credenti il ‘Signore GESU’. Egli dona loro il Suo Spirito. Non quello che è comunque dato dalla Fonte-ur, dalla quale fluisce eternamente il nutrimento. E’ quello Spirito di Grazia con il Quale un figlio viene benedetto per il ‘servizio’. Anche se è unicamente da contemplare nel cuore, essendo UR non più visibile a causa della caduta, ma rimanendo comunque presente come prima con gli angeli. Proprio questo consolida il collegamento con LUI nel Cielo e nel cosmo dei mondi. Presto i fedeli potranno percorrere l’ultima strada che ‘CRISTO’ ha percorso. Allora Lo vedranno nel Suo splendore eternamente incommensurabile, nella Sua Magnificenza!

1382. Nel momento in cui (sulla Terra), trasfigurandoSi, il ‘SIGNORE ascende al Cielo lasciando indietro i discepoli attoniti e senza paura, UR è entrato sulla via orlata di giubilo, di splendore e fasto. Nella sacra maestosa Dignità, Egli cammina attraverso file di legioni che Lo seguono, finché UR si trova davanti al Duomo della Sua Magnificenza e Maestosità.

1383. Il duomo si apre. I principi precedono UR sui quattro tappeti; Lui sul tappeto rosso attraverso la porta della Sua infinita Pazienza-GESU’ e Amore-CRISTICO che si rivela loro. Si apre per tutti coloro che Lo vedono oppure che camminano nei mondi della Redenzione con benedetta nostalgia. UR sfiora la cortina chiusa; presto si riaprirà verso i due lati. UR si ferma, perché i sette stanno portando la Corona dal sacro focolare, incontro a LUI.

1384. Sulla soglia per l’Onnisantissimo, chiuso per tutti a causa della caduta ad eccezione per i principi nel servizio, essi consegnano inginocchiati il simbolo dell’Autorità di UR, la cui preziosità è diventata indescrivibile attraverso il Golgota, abbagliando persino i beati. I quattro guardiani tengono in alto gli angoli del puro, bianco risplendente tappeto dello Spazio, e lo fanno cadere solamente quando UR ci mette il piede.

1385. I più anziani, per quanto non vivono sulla Terra come discepoli, portano il prezioso lembo dell’abito regale-sacerdotale. L’interno del Santuario orlato dagli angeli comandanti, si riempie di schiere che si trovano fin oltre l’Ephata. UR si reca presso il maestoso Seggio e, come MELCHISEDEC, tiene il sommo santo Servizio.

1386. Il calice della Creazione è arroventato magnificamente; Raphael ne ha bevuto tre volte. E’ ancora riempito del tributo del Golgota. Il raggio più intimo del Sole-ur durante il sommo Servizio, cade sul calice di cristallo attraverso il quale luccica l’Acqua rossa del Sacrificio. Attraverso il cosmo fluisce un silenzio come se non ci fosse nessuna ‘ATMA’, e tuttavia, attraverso di esso pulsa il sacro Atto della Redenzione. Allora il sommo Sacerdote alza le Sue mani benedicendo. In quel momento cadono (in ginocchio) degli eoni (di figli).

1387. Chinano il capo non come prima del Sacrificio, incrociando le braccia; no, i loro volti puri sono rivolti verso la Luce (fuoriuscente da Dio-Gesù) e le mani sono sollevate in alto, alla santa Elevatezza divenuta di nuovo evidente, aperta come i calici dei fiori ai quali giunge ogni salvezza dall’alto. Un raggio, così infinitamente buono, fluisce dagli occhi di UR, racchiudendo saldamente le schiere nel prezioso Anello della Vita che per tutti è diventato pienamente e veramente ‘l’Anello dell’eternità-ur in Spazio e Tempo’. Adesso il nuovo Giorno (il 7°), nello splendore glorioso della più magnifica maestosità, raggiungerà la sua meta originariamente posta.

1388. Melchidesec dice: “Ti chiamo al Mio fianco, Raphael. Nel servizio per tutti i figli devi rappresentare loro e conservare coloro che sono lontani dalla Mia Casa. Tu stavi qui al Mio posto; hai seguito la tua spinta di impiegare completamente l’Amore per l’Opera-ur della Creazione per via del perfezionamento. Ed Io, sia come Figlio dell’Uomo che come Dio, ero incluso: sì, non potevo starne fuori! Era bene che tu non lo sapessi, altrimenti la forza della verità ti avrebbe scatenato ad altre azioni.

1389. Ciononostante presentivi l’inafferrabile abisso; perché indugiasti a prendere il sacro Calice-ur”, Melchisedec lo leva in alto. “e tremasti di bere da questo. Ciò che ti ha motivato a farlo ugualmente, portatore del Mio Amore, non provenne né da alcuna condizione che in tal modo fosse da collegare con il Sacrificio, né secondo la Legge del libero arbitrio che poteva valere come risarcimento dell’ingiustizia inflitta ai Fondamenti della Creazione. Fu un pensiero a farti superare il timido e riverente sentimento verso ciò che appartiene personalmente ed unicamente a Me. Esso fu: servire il Figlio dell’Uomo; aiutare ad alleggerire il Suo indicibile Peso!

1390. In questo sei stato senza tempo per tutta la durata dell’Avvenimento, slegato dall’Opera; sei rimasto al di sopra di essa, come anch’Io, da Creatore, sto al di sopra di tutte le Opere. Tu hai compiuto più di quello che il tuo puro spirito ora santificato, possa afferrare! Tu e voi portatori dei Miei santi Raggi della Vita fondamentale, crescete nell’intima sequenza nel ‘COMPIUTO’. Tu, con la tua stessa conoscenza il tuo diretto atto senza compromessi ha ricevuto il marchio della massima legalità. Pertanto lo voglio mettere in collegamento con tutte le condizioni poste giustamente a motivo della principale condizione di Vita-ur, e dev’essere la compensazione dei Fondamenti prima menzionati che hanno subito l’ingiustizia.

1391. Quando il Mio Amore, divenuto-Uomo (incarnato), è crollato di più sotto il peso della ‘decisione’ che sotto quello della Croce troppo pesante, la Mia Santità voleva immergere l’Anno-Azione-ur nel Mio sconosciuto Essere-ur. La Mano era già stesa! Chi avrebbe potuto impedirMi di rendere giustizia alla Mia stessa Santità come lo richiedeva? Il Testamento scritto nel quarto-Giorno della Creazione non doveva comunque essere toccato. Ma allora, ascoltate, voi figli puri, il Pensiero non doveva conquistare nessuno spazio che un co-firmatario provocasse questo Testamento. E non l’ho fatto! Infatti, un minimo Soffio del Pensiero sarebbe divenuto una condizione che avrebbe avuto il suo effetto, con cui sarebbe stato impossibile anche per ME di mettere Mano a questo Committente-ur.

1392. Voi principi comprendete il santo significato che è alla base di questa Mia parola. Ogni Pensiero è un germoglio di Vita-ur e una spinta di Vita-ur. Da questi si forma l’essere, e nulla è senza Pensieri! Tuttavia, poiché Io stesso sono il Germoglio-ur e la Spinta-ur, un tale Pensiero, come predetto, sarebbe diventato una necessità costringente, almeno il risultato di una conseguenza di Parole e Azioni. Quindi tutti i ‘caduti’ con la grande caduta della Creazione, sarebbero stati senza responsabilità, quindi ingiusta la loro condanna e, con questa, la già conquistata figliolanza collegata alla restituzione; assolutamente, però, caduco il Sacrificio della Creazione portato da Me con la quasi completa rinuncia alla Mia Egemonia-ur!

1393. Dato però che ora in Me non giaceva il pensiero, altrettanto nessuna previsione sostenuta in modo intenzionale, la Mia creatività e il Mio sacerdozio potevano ben porre in quella svolta critica la Mia Santità sotto alla Mia più alta protezione-ur personale per prestare pienissima soddisfazione all’Anno-Azione-ur, poiché un co-firmatario lo era diventato per la grande caduta! Questo, tuttavia, ha condotto all’unico diritto di annullare il Testamento!

1394. Voi principi dite che una volta avrei parlato della possibile caduta, pure che potesse venire dalle vostre file. Ora le Mie indicazioni non si riferivano ad un Pensiero seguito da un germoglio o spinta di Vita-ur, ma semplicemente ad un ‘mettere-in-conto’ da parte dell’Opera. La possibilità su cui si poteva contare l’ho prevista unicamente per via dell’Opera. Finora avete creduto che l’accenno stava nella Mia personale visione-ur. Se volevo allevarvi come Miei co-portatori della Creazione, non dovevo disturbare la vostra fede fino al momento in cui ora sarebbe venuto a mancare a causa dello stato di cose del Mio Sacrificio di salvezza.

1395. Quando Raphael, cambiando il suo timore in amore-compassione, commutò al FIGLIO l’eccesso legato al mondo, dallo spirito e dal cuore umano-divino, dall’Anima e dal corpo martoriato, solo allora il Mio Santo Spirito ne fu davvero placato. Nel silenzioso incarico di tutti i principi, proceduto dalla spinta personale del cuore, Raphael ha riscattato quella promessa data da voi liberamente, di proteggere la Santità. Egli lo ha fatto per tutti! In questo è consistita la piena protezione; la Santità placata prese quel posto dove la Mia mano tesa tendeva già ad afferrare la cortina, per utilizzarla come mantello di una Notte-ur e per ricoprire con esso l’Anno-Azione.

1396. Quando tu, Raphael, hai portato alla bocca il sacro calice del focolare, avevi frenato il Mio universale Potere del Creatore e la Forza del Sacerdote nel loro corso! E quando ti sei chinato per bere una seconda volta dall’amarezza, la Mia mano si è ritirata, perché, …fui vinto! Tu hai conservato il Santuario al Mio Posto e per Me; con ciò ha compiuto l’Atto, al posto di tutti coloro che nel cuore partecipavano con timore alla Via del Sacrificio della Creazione! Il tuo primo figlio, Mahal, è diventato il portatore della Croce per Me sulla Terra (Simone di Cirene).

1397. Pure tu, Agralea, sei stata chiamata da Me al tuo giusto posto. Sei anche stata animata a servire il Mio Sacrificio, al quale non poteva essere data nessun’altra giustizia che attraverso una vittoria che dal servizio dell’Autorità di Dio guidasse l’avversario alla conoscenza. Insieme al Sacrificio, il più difficile è stato il dover imporre l’Opera del Giorno alla terza parte del Mio Cuore. Tu, principessa dell’Amore, hai portato questo ‘dare’! Ora ti chiamo così, perché le azioni di voi due – certamente sgorgate dalla vostra origine – hanno cercato di adempiere due mete, formanti l’origine e la meta nella più splendida unione. Ciononostante, non siete separati perché ti chiamo principessa; no, cherubino e serafino rimangono sempre un principe nell’eternità di ogni Giorno.

1398. Per la tua azione personale, principessa Agralea, rimane trasferita anche a te una funzione particolare fino alla fine della Sera del Giorno, la quale certamente porterà con sé dei grandi pesi. Tu devi rappresentare Sadhana fino al suo ritorno davanti al Mio sacro seggio e al focolare, e stare al suo posto! Il Mio ‘è compiuto’ richiede subito un pareggiamento. Ma quanto meno volevo vincere l’avversario con la forza, tanto meno può svolgersi dal suo servizio un immediato ritorno e l’insediamento nel diritto e nel dovere. Sadhana deve percorrere la via dell’espiazione; questo è necessario e buono, ma nel Mio Santuario nuovamente aperto non dev’esserci nessuna lacuna!

1399. Accetta la difficile funzione nell’umiltà, però guarda Me, co-portatore dell’Entità-Dio. In Me hai il Perfezionatore del Sacrificio-ur; in Me puoi vedere l’Aiutante che non ti lascia, come tu non Mi hai lasciato sulla via del martirio verso il Golgota. Occupa il seggio vuoto del trono di Sadhana, finché lei non posi il suo piede sulla Terra. Allora ancora una volta potrai portare la Luce dell’Amore nell’ultima oscurità, perché la figlia della Creazione ha bisogno di un forte aiuto”.

- Uraniel accompagna Agralea al seggio di Sadhana. Lui e Michael si mettono dietro di lei, gli altri principi a destra e a sinistra. Tutti i primi del seggio prendono i loro posti, mentre Raphael rimane al fianco di Melchisedec.

1400. Egli gli consegna il calice della Creazione che scintilla di rosso e gli ordina: Prendi la preziosità da Spazio-ur e dal Tempo-ur, quello che nel Giorno a te affidato ha trovato la formazione e il perfezionamento. Di certo, l’acqua attinta alla Mezzanotte è rossa dalla parte del Mio Cuore-Dio, ma ora con il GOLGOTA viene mutata. Versa il calice nella ciotola delle offerte e tienilo al di sotto, affinché raccolga di nuovo ciò che gli è stato tolto”.

- Raphael lo fa. Mai un incenso più delizioso salì al Sole-ur, il quale indora l’Opera con la sua luce in una maestosa grandiosità. La ciotola delle offerte trabocca, gocciola nel sacro Calice, ma il suo contenuto brilla purpureo. Raphael guarda esaminando nel Volto santo. L’acqua della Mezzanotte diventata rossa a causa della caduta, non avrebbe dovuto scorrere cristallina, come cristallino è il calice stesso?

1401. Melchisedec continua però a ordinare: Tieni il Calice al di sopra del crogiolo d’argento. Nella ciotola delle offerte il Sacrificio deve rimanere visibile. La fiamma del sacro focolare significa la giusta espiazione, il fuoco della purificazione che consuma la caduta della Creazione”.

- Raphael esegue di nuovo l’ordine sacro. Presto le sette fiaccole divampano fino alla volta del duomo. Il fuoco del focolare avvolge la ciotola delle offerte, e il calice insieme al contenuto viene trasformato nel simbolo dell’espiazione. Ora il puro vetro è diventato rosso, ma l’acqua dalla Fonte dell’alta Mezzanotte è di nuovo bianca.

1402. Il principe posa il maestoso simbolo dell’espiazione tra il piatto e il libro della Vita della Creazione. Ecco che i rami dei primi una volta deposti diventano di nuovo visibili, anche il ramo secco di Sadhana. Melchisedec prende quest’ultimo, lo attinge nel calice e poi lo tiene nel fuoco del focolare. E allora il ramo comincia a rinverdire, sboccia un magnifico fiore bianco: il ritorno di Sadhana! Un sospiro di sollievo passa attraverso le schiere: gli occhi di tutti scintillano, prevedono il secondo fiore ancora più prezioso: ‘il ritorno’!

1403. Melchisedec continua a procedere: “Tengo Io il ramo della Vita della Mia prima figlia. Non si seccherà più! Non soltanto attraverso il Mio Sacrificio, no, in questo è compartecipe il co-sacrificio di tutti voi. Metto il ramo nel Calice della Creazione, nel quale deve rimanere fino al ritorno, quando la nostra amata figlia potrà toglierlo lei stessa e dargli quel posto che riconoscerà come eternamente permanente! DamMi il simbolo della tua nobiltà, Raphael”.

- Lui esegue in ginocchio l’ordine, e Melchisedec passa da uno all’altro cominciando da Raphael, terminando da Agralea, in modo che tutti i figli possano toccare una volta il Documento della redenzione.

1404. Con ognuno, esso continua a crescere ad una misura inimmaginabile. Il suo tronco si abbassa nella santa profondità del Creatore e si eleva in alto fino alla maestosa elevatezza sacerdotale, che in ultimo è imperscrutabile. La parte a cui erano appese le mani del Redentore, si estende con una estremità in tale lontananza, oltre la caduta, e nessun figlio afferra la sua alta Divinità. L’altra estremità s’immerge nel petto di Melchisedec, dove il Cuore del Padre provvede per tutti i figli benedicendoli. Con ciò la figliolanza una volta conquistata viene restituita nella piena misura della sua forza e magnificenza.

1405. Scossi, vedono tutti la Croce e – ben illuminato – il Sacerdote, UR, che, nella sconfinata, vasta infinità, colma l’Universo come Forma ed Essenza. Dopo di ciò il più imponente di tutti i monumenti si trova eretto davanti al Santuario; sovrasta tutte le sfere. Ma Melchisedec, di nuovo diventato Figura, ritorna al sacro focolare presso il quale il principe Raphael durante questo tempo del mutamento, aveva posto le sue mani sul libro della Creazione della Vita.

1406. L’Onnisanto dice: “Ora la Mia croce riempie la Creazione. Da essa è venuta, ad essa è stata offerta. Voi, nati nel Giorno dell’Ordine e nel Giorno dell’Amore, avete accolto il simbolo dell’Amore attraverso la disponibilità del co-sacrificio. Anche il vostro cammino verso la materia si chiama Via Crucis’! (cioè:) ‘Io voglio! Quindi, la devo valutare!’. Per l’Amore avete rinunciato a ciò che avete acquisito nella vostra prova della libertà attraverso la fedeltà e l’obbedienza, principalmente la figliolanza!

1407. Ho approfittato pienamente del vostro sacrificio, e fino alla Mia Via Crucis la figliolanza poteva essere riconquistata difficilmente; si riferiva unicamente all’Essere-Padre. Di certo siete ritornati come spiriti beati, come esseri del Cielo, ma ai quali mancava generalmente il meglio. Naturalmente, siete sempre i Miei figli, ma non potevate ancora riottenere la piena figliolanza. Voi stessi l’avevate restituita.

1408. Se avete potuto far riferimento, pienamente, al Mio Sacrificio-ur, allora dovevo rendere utile il vostro sublime sacrificio per la Mia Opera. Tuttavia, a questo non vi ho aggravato di alcun onere aggiuntivo. Il vostro ‘sguardo’ è stato trattenuto. Non sapevate che già al vostro primo ritorno eravate autorizzati ad esigerla. I primi del Seggio lo hanno notato, ma loro hanno sempre pensato al loro alto amorevole ‘dare’, lasciando riposare la figliolanza particolarmente esistente nel diritto, nella Mia Fonte-ur. Hanno aspettato pazienti l’Ora in cui il Mio ‘è compiuto’ poteva diventare anche quello di tutti i figli fedeli.

1409. Io, il Sacerdote-ur, restituisco la vostra figliolanza come proprietà eternamente sussistente. Vedo l’ardore divampato di continuare a sacrificare il vostro amore finché la Mia prima figlia non avrà ripreso di nuovo il posto nel suo seggio. Voi porgete a Me le vostre pure mani, nuovamente con il vostro dono della figliolanza. Bene, continuerò a renderlo utile per l’Opera, ma per voi il sacrificio rimane evidente come Forza per l’attuale disponibilità a cominciare ancora una volta il percorso verso la materia (anche più percorsi nella materia valgono come un co-sacrificio; davanti al Golgota la prima dedizione, successivamente, una seconda dedizione). In voi s’infiamma la meta: Aiutare a riportare a Casa, al Padre, Sadhana!. Il vostro grido amplificato rimbomba per l’infinito, e il risonare diminuisce il tempo fino all’adempimento.

1410. Per la vostra grande disponibilità vi sarà assegnato qualcosa di particolare. Non siete (ancora) in grado di abbracciare con lo sguardo la Croce nella sua estensione, ma sta a voi fare del ‘monumento’ del Sacrificio, di nuovo il simbolo della sovranità del sacro focolare. Non appena aiuterete a colmare l’ultima lacuna in un nuovo percorso, lo dovrete toccare al ritorno come è avvenuto prima. E com’è cresciuta perché avete unito le vostre vie del sacrificio, ma anche tutti i peccati nella Mia croce, allora si rimpicciolirà di nuovo, affinché anche il peso dell’espiazione possa essere annullato.

1411. Infatti, avete riconosciuto giustamente che se Mia figlia tornasse e dovesse vedere davanti al Santuario la grandezza di cui si è incolpata di questa croce, allora non potrebbe posare il suo piede oltre la sacra soglia, e questo sarebbe più che un peso della Creazione, che non vogliamo caricare sulla nostra Sadhana.

1412. Ogni volta, non appena uno di voi al suo ritorno abbraccia il monumento del sacrificio e depone sotto di questo il dono svincolato alla materia, la croce insieme al peso diventerà sempre più piccola e più leggera. Che la caduta sia da espiare principalmente da quegli esseri che sono andati insieme e sono stati catturati insieme, lo sapete. Di costoro ce ne sono molti! A loro deve giungere per GRAZIA ciò che a voi giunge per DIRITTO. Dopo vedrete come si adempirà la Mia Parola benedicente. Nel padiglione Jechahal e nella sua sfera attendono coloro che dall’oscurità attraverso una via nel mondo sono saliti alla Luce, ma non potevano giungere prima nel Regno; con maggior ragione ancor meno nel Santuario, finché non sarebbe avvenuto il GOLGOTA, ed Io, UR, il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, non avessi celebrato come sommo Melchisedec la prima alta funzione del sacrificio con voi benedetti che avevate superato la grande prova della libertà della Creazione.

1413. Ora è giunto il tempo in cui sono da portare a Casa i redenti, poiché è questa l’alta Funzione: essere pronti per i ritornati a Casa! – Raphael, chiama la prima schiera degli angeli comandanti per andare a prendere i figli redenti. Non devono stare più oltre, fuori, davanti alle porte, bensì accompagnateli dentro la Città come cittadini e co-eredi, come lo siete voi, figli della Mia Santità, cittadini ed eredi”.

1414. Allora i primi del seggio intonano un alto cantico e vi si aggiungono tutti i gruppi, finché l’intero Cielo riecheggia. Durante il lungo giubilate, Raphael conduce gli angeli comandanti al Jechahal. Là sta pronta una grande schiera, che – redenta – attende il suo ritorno a Casa. Alla vista del raggiante principe della Luce credono che lui sia Dio. Cadono giù per nascondere i loro occhi dallo splendore, ma ancora una volta per la loro colpa. Un cenno, e gli angeli rialzano i piegati. Il tocco dei puri messaggeri del Cielo fluisce attraverso i redenti. Quello che finora hanno potuto avere come Grazia, sprofonda dietro a loro come il crepuscolo del mattino davanti alla piena luce del Sole.

1415. Raphael esclama loro: “Voi redenti! Non sono Dio, sono il portatore di quell’Amore che si è sacrificato per tutti i figli. Quando l’Onnisanto ha percorso la Sua Via Crucis, avete nuovamente percepito il tormento dell’oscurità. Questa è stata la vostra ultima purificazione. Ora nulla vi impedisce al vostro definitivo ritorno a Casa. Lassù, velato dal fuoco della Sua eternità, abbracciato dal giubilo dei buoni figli, vi attende UR, l’Onnimaestoso. DIO è pronto, avendo preso per voi su di Sé la Croce della Creazione! Come ultima prova dovete passare davanti a questa Croce; a nessuno rimane risparmiato di abbracciarla con lo sguardo in tutta la sua dimensione. Dovete piegarvi ancora una volta sotto questo monumento per vedere in questo, tutto il peso della vostra colpa della Creazione. Se lo volete fare, allora seguitemi, vi guido al Padre della Misericordia”.

1416. Allora uno confessa per tutti la loro colpa, ed è volonteroso di accettare la ‘condizione’. E’ il secondo più anziano della collina dell’Ataraus di una volta, quel tenebroso che ha cercato di sedurre Kretoh (cap.6,1088-1089), e…  è stato (anche) Caino. Nell’improvvisa conoscenza di stare di fronte a Kretoh e ad Abele, si sente ad un tratto come strozzato. Ma Raphael e Remach (Abele), le guide del gruppo, lo prendono in mezzo a loro.

1417. Un frusciante giubilo accoglie i redenti. Un sogno? Oppure davvero liberi dall’oscuro abisso e dall’Armarghedon? Si interrogano inutilmente: ‘Il giubilo è per noi? Ma per chi si rallegrano quelli del Regno?’. Quando però vedono davanti al Santuario la Croce-ur, il loro piede si blocca, allora sono ancora una volta presi dall’abbandono. Raphael e Remach conducono il più anziano della collina davanti al gigantesco monumento. Il principe posa la sua destra sul tronco e piega il suo ginocchio.

1418. Quando i redenti vedono l’adorazione e la riverenza di questo alto messaggero del Cielo, riconoscono l’esempio che è dato con questo gesto. Ma anche per i figli della Luce è un’indicazione di come devono piegarsi dinanzi alla Croce quando ritornano a Casa dall’ultimo ‘cammino’. Presto si chinano senza fine e, così, allegeriscono ai redenti il loro peso. Costoro, toccano, anche se titubanti, la grande Croce, e …vi si aggrappano. Quando fanno questo, decade ogni cattivo peso, come se non fosse mai stato. Scossi, guardano in alto. Anche i figli del Cielo restano scossi, quando vedono come la Croce con il tocco diventa un po’ più piccola. I redenti sono sopraffatti dalla forza della beatitudine, la cui misura non afferrano. Ma di una cosa se ne rendono perfettamente conto:

Il vecchio è passato, per loro è diventato tutto nuovo!

1419. Le porte si aprono. Ai lati stanno pronti quelli per il servizio, i quali dovrebbero servire. Raphael passa davanti a loro e li raggruppa a destra del sacro focolare. Poi si reca dietro al seggio del trono di Sadhana. Oh, ora tutto è un sogno celestiale-beato! – Solo più tardi, sui Soli preparati per loro, lentamente si renderanno conto di cosa hanno vissuto nel Santuario: la Parola di Grazia di UR, la Sua domanda, il loro sì, la benedizione, e il loro proprio primo canto di giubilo. I cittadini del Regno che li assistono hanno conservato ogni preziosità, finché la possono portare loro stessi nel cuore un po’ alla volta.

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6/47 – Ulteriori elevate spiegazioni sul Sacrificio del Golgota

1420. La grande folla della Luce percorre la via del Giorno. Dopo l’alta funzione, nel Santuario rimangono i principi, i guardiani e i più anziani. Gli angeli comandanti hanno la loro funzione nelle sfere, ma il loro spirito è coscientemente con UR. Quando i primi si sono radunati fittamente davanti al sacro focolare, UR, ancora nella Sua stabile funzione come Melchisedec, dice:

1421. “Miei primi! Con la vostra adorazione a tutti i costi avete ottenuto più di ciò di quanto potevate pensare; avete dato all’alta salvifica funzione due consacrazioni. Ho preso da voi la consacrazione dell’adempimento dell’Opera, e voi avete ricevuto da Me la consacrazione dell’eternità. Ora vi annuncio ciò che dovrà essere rivelato solo più tardi a tutti i figli. Tuttavia, la trascendenza della rivelazione si stenderà su Spazio e Tempo dell’Anno-Azione-ur, poiché cresce con l’Opera e si completa tramite il perfezionamento dei Miei figli.

1422. Compiuto!’. Con questo viene cancellato ciò che era sorto contro di Me, contro la Mia Vita, contro la Luce, contro il lavoro delle Mie mani. Ho dato a ogni Pensiero-figlio la sua propria essenza. Ma quanti sono uniti con Me nella reale intoccabilità e quanto poco Io voglio rinunciare a loro, lo ha dimostrato la decisione per la Via del Sacrificio e il suo superamento. Tuttavia, non che Io volessi ricevere e riottenere per ME le creature insieme al loro spirito-parziale, l’essere-anima e infine la forma più sublimemente accresciuta come figlio; no, voi primi, Io …dovevo! (‘dovere’ = sempre condizionato originariamente e secondo il senso indipendente dall’Opera stessa).

1423. La distruzione di un’Opera-parziale attraverso la non-accettazione del Sacrificio avrebbe fatto scaturire qualcosa per voi inafferrabile nel Mio Essere-ur, che può essere rivelato a voi, come più tardi a tutti i figli, sempre soltanto nel senso e nella comprensione della vostra maturità della conoscenza. E’ anche pienamente sufficiente quando un figlio, presagendo, rabbrividisce sotto la forza della verità, la quale può sempre essere una pura rivelazione interiore!

1424. Voi capite bene che Io, come UR, se avessi dovuto rinunciare a una parte della Mia Entità resa utile per l’Opera, non avrei portato al termine il GOLGOTA. Era il momento più difficile dello sviluppo dell’Opera quando ho steso la Mano come Sacerdote, per dissolvere di nuovo l’Anno-Azione-ur, per preparare la pienissima soddisfazione alla Mia Santità nella quale era co-fondata l’alta soddisfazione della Pazienza, dell’Amore e della Misericordia. Sì, avevo quasi completamente posto il Mio Dominio-ur al di sotto del sacrificio dell’Uomo, ma dissolvere l’Anno-Azione-ur sarebbe stato infinitamente più gravoso che il Golgota!

1425. Voi accogliete questa rivelazione senza comprendere la sua piena profondità. Questo non è nemmeno necessario per il Giorno dell’Amore. Come i rami, le foglie e i frutti non hanno bisogno di sapere come stanno le cose nel terreno da cui le radici attingono il loro nutrimento; così è anche con la conoscenza. Voi la bevete come l’acqua limpida da una fonte senza chiedervi da dove venga. Voi attingete dalla Fonte della Vita la forza che vi fa portare vivamente in voi la Mia Parola, finché su questa è da accendere una luce dopo l’altra. Quando il settimo Giorno della Creazione comparirà nella sua glorificazione, allora vi aggiungerò dell’altro; allora lo potrete sopportare e contribuire insieme a plasmare le successive opere per benedirle.

1426. Invece, al ‘mettere-in-conto’ ciò che ho già rivelato nel Giorno dell’Ordine, sia aggiunto: – per il fatto che vi siete offerti a Me nel servizio, che siete riusciti ad unirvi a Me, ciò che in genere era riservato alla Sera, quando nell’alta funzione ne ho parlato, non lo potevate ancora comprendere. Ora vi è giunta l’illuminazione, ed Io la pongo al giusto posto, per quanto ho potuto annunciarvi della caduta di un figlio conforme al senso, nonostante non fosse preceduta nessuna minima previsione di Pensiero in Me.

1427. Vi ho insegnato che il pensiero, con il suo sviluppo, è l’origine e lo stimolatore di ogni vita. Da questo si formò unicamente quella parola che partorì l’Azione, e la Conseguenza che vi è allacciata è il riflesso del Pensiero. A questo, nulla può essere scosso, anche se ne dovesse sorgere qualcos’altro.

1428. Osservate il seguente insegnamento altamente importante: – voi primi siete dei grandi Pensieri della Mia Deità del Regno-ur. Voi sapete che ho fondato l’Anno-Azione-ur, persino l’intero Ciclo-Azione con i suoi otto Anni della Creazione, sugli imponenti portatori dei fondamenti: cioè le condizioni poste giustamente e riservate a Me e la Legge della libera volontà dedicata ai figli. Per cui segue di nuovo il richiamo, perché dovete cogliere ciò che è stato detto, in quanto la Settimana della Creazione presto completata se la può ragionevolmente aspettare da voi. Una volta fatto questo, obbligatoriamente tutte le successive Opere principali e secondarie dovranno ospitare le due Idee di base come buoni Centri di forza, come anche essere alimentate da esse.

1429. Nel corso del Ciclo-Azione ho condiviso il Mio Pensiero-ur di base per via dei figli, che rispetto alla Mia somma, santa Unità, è solamente Uno; altrettanto il potere che si sviluppa creativamente affinché l’Opera possa sviluppare come da se stessa il suo perfezionamento. Nella prima parte il Mio Io-ur è stato conservato nella Sua piena sacralità mai visibile; nella seconda parte, diramata dall’Opera secondo i due portatori dei fondamenti, è avvenuta la necessaria rivelazione dell’esistenza della Mia Persona: la (Mia) Figura visibile per i figli!

1430. In un certo qual modo avevo dato allora, al Mio Essere-ur, due Centri di forza. Questa divisione non è mai esista nel principio-ur, come neanche lo rimarrà mai. Piuttosto, era orientata a una meta, e all’interno della necessità di Spazio e Tempo possedeva la sua validità fino al raggiungimento di questa meta. Ora ne riconoscete il collegamento, che durante il tempo subordinato a una tale meta, così come la suddivisione nel suo Tempo come nel suo Spazio del Mio Essere-ur, è altrettanto condizionata quanto Io ne ho allacciato alla meta le condizioni dell’adempimento.

1431. Sulla prima-parte dell’Essere-ur consacrata positivamente alla meta, ho fondato la Legge della condizione e l’ho messa a disposizione della seconda-parte dell’Essere-ur negativo; così come d’altra parte la seconda-parte data alla base della Legge della libera volontà era disponibile alla prima-parte. Con ciò accaddero due cose: primo, che nonostante la divisione, rimase pienamente sussistente l’assoluta necessaria Unità, con cui il completamento di entrambi i fondamenti godette del suo diritto. Questa unificazione ha fondato – e su questo ho basato l’intera meta – il completo libero ritorno di tutti i Pensieri consapevoli della Vita! E questo è il secondo (obiettivo) che avevo già raggiunto come previsione nella quadruplice Creazione.

1432. Lo sviluppo del ‘figlio’ giaceva nella seconda-parte dell’Essere-ur. Entrambe le parti si chiamano:

Io e la Mia Opera!

Nell’Opera è avvenuta la caduta. E’ subentrata l’interazione sovente menzionata. Rendendovi disponibili a Me, la Mia prima-parte dell’Essere-ur poteva farSi rivalere sull’Opera nella Forma rivelata, mentre il secondo Portatore del fondamento serviva alle condizioni nella libertà attraverso di voi. Da questo si è sviluppato quasi automaticamente il mettere-a-disposizione delle condizioni alla Legge della libertà, e in questo era originariamente fondato il Mio santo Sacrificio!

1433. Se l’indicazione sulla caduta fosse proceduta come pensata in Me, quindi dalla prima-parte dell’Essere-ur, allora – come già detto – nessun figlio avrebbe potuto essere ritenuto responsabile del dato di fatto oramai subentrato, e tutto ciò che è successo per questo, sarebbe senza scopo, anzi sarebbe stato ingiusto. Ma ancora: ‘Allora perché sarebbe successo?’. – Perché proprio a tale riguardo il Pensiero sarebbe stato propriamente alla base del Mio intero Principio-ur, a ME STESSO.

1434. Tutti i Pensieri formali devono infine provenire dal Pensiero-ur, perché – prima che esistesse qualsiasi Opera – all’infuori di Me non c’era nient’altro! Non doveva allora giacere in Me anche il Pensiero contrario al senso? Oh, pensato così, allora la caduta sarebbe stata ovviamente la Mia Propria! Solamente, che in UR, nel santo-eterno, non esiste nessuna forza che si autocombatte! Diversamente, il principio dell’Unità sarebbe già in sé una divisione in due; di conseguenza la faccenda assumerebbe un aspetto del tutto diverso. No, Io non sono nessuna divisione in due, e non ho pre-pensato l’aberrazione!

1435. Unicamente nel Tempo impiegato dalla seconda-parte dell’Essere-ur allo scopo dello sviluppo dei figli altamente talentati, per il cui adempimento ho messo, per così dire, a disposizione il Ciclo-Azione, prevalentemente per il regnante Anno-Azione-ur, si poté formare dalla libertà data dal Pensiero, Parola e Azione a una totale dedizione, ma anche una caduta. Solo da questo punto di vista ho dato quella rivelazione per mostrare a voi primi il pericolo che avrebbe portato con sé un’errata presa di possesso della libera volontà. Infatti, nella libertà data una volta, giace la possibilità della separazione di un figlio! Senza il ritorno di Sadhana – come già accennato – avrei dovuto portare un altro Sacrificio, di cui verrete a conoscenza nel Giorno della Misericordia (il settimo).

1436. Ora conoscete l’origine del Pensiero, per la cui conseguenza la nostra figlia della Creazione poteva opporMi resistenza. Alla vostra domanda del perché ho investito questo, proprio in Sadhana, che avevo provvisto in modo ultra abbondantemente quale il Mio giusto negativo, rispondo dicendo che lei incorpora il senso della seconda-parte dell’Essere-ur, e per conseguenza è da considerare come la ‘Mia Opera’. In essa giace la più sublime Forza-Lavoro da sviluppare.

1437. L’Opera e la Forza non potevano essere fatti differentemente oppure persino essere separati reciprocamente. La prova della libertà era basata sulle condizioni, ma era fondata sulla legge della volontà. L’Opera, vista nel suo insieme, poteva quindi avere il perfezionamento per mezzo di questa libertà, dando se stessa in prova al servizio delle condizioni. Anche qui sono da raggiungere l’interazione dei fondamenti di base, la loro reciproca dipendenza e il loro completamento.

1438. Il Giorno dell’Amore non è ancora terminato; vi sarà rivelato ancora qualcosa affinché voi, Miei primi, possiate aiutare a edificare il Giorno della celebrazione della Misericordia. Voi vedete un perfezionamento che si sta formando, e il giubilo, il ringraziamento, la riverenza e l’adorazione salgono potentemente in voi tutti. E in voi arde ancora di più il fuoco della vostra volontarietà al sacrificio. Da voi accetto tutto ed accumulo le preziosità sul Mio sacro focolare.

1439. Anche voi siete la Mia Opera, e in verità non si può svelare più regalmente, non ci si può perfezionare più principescamente che attraverso i vostri doni e quelli dei Miei figli! Nessuno è troppo scarso, sono tutti la Mia Opera; tutti hanno riportato di nuovo a Casa, da Me, quella parte dell’Essere-ur posta in loro, al Santo-eterno, all’Unico-eterno e veritiero! Il riportato a Casa giace ben custodito nell’Arca del Patto! In futuro si rivelerà la benedizione di questi Doni come inaudita beatitudine. Questo sarà poi il Mio gran Giorno che concluderà l’Anno-Azione-ur!

1440. Ora percorrete le vostre vie; il Mio Santuario da adesso in poi rimane aperto per ogni Tempo, e la cortina non deve più coprire nulla”. Melchisedec benedice i Suoi primi.

- I quattro guardiani legano con delle catene d’oro le parti della cortina alle colonne scintillanti, e poi tutti vanno all’ultimo lavoro ancora molto difficile del Giorno dell’Amore di Dio.

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6/48 - Il segreto del vaso, contenente il dono per il settimo Giorno

1441. Sta terminando la quattordicesima-Ora nella quale la Creazione è stata soppesata e UR ha rivestito il Suo Potere universale nel Suo giubilo, nella quale, nella ricchezza dei Pensieri, ha condotto l’Opera-figlio. E’ il Tempo dell’avvenimento attuale. I primi stanno dinanzi al sacro focolare per preparare l’Ora successiva. C’è anche il grande veggente (Giovanni il discepolo), come coloro che hanno seguito il Figlio dell’Uomo. Ora un seggio del Trono è vuoto: Agralea è andata nell’incarico di UR, per portare per l’ultima volta il suo ricco amore nel mondo.

1442. Il monumento della Croce presso il Santuario ha perduto la sua imponenza. Molti celestiali hanno portato nuovamente ciò che era fluito dalla Luce al Giorno dell’Amore. Fin dalla caduta, sul focolare si trova un oggetto coperto. Nessuno ha mai chiesto, nessun principe lo ha mai toccato. Dopo il Golgota, nemmeno UR ne ha accennato qualcosa. Adesso, quando si tende alla velatura, viene rivelato loro il senso e lo scopo della ‘copertura’, e loro notano il suo futuribile dalle parole di UR. Egli scopre un vaso d’oro, meraviglioso da vedere nel suo splendore, nella magnificenza di come giace nella santa Mano. Questo vaso ha nelle incisioni i più sublimi Segni del Cielo.

1443. UR lo tiene per un po’ sollevato, come se volesse esaminare lui o il suo contenuto, oppure entrambi, come se i Suoi occhi volessero guardare nella Propria profondità se il vaso possa essere dato tranquillamente al riposo serale insieme al contenuto, oppure se fosse da conservare per un’altra Creazione. Sì, il principio di formazione che fa parte della seconda parte dell’Essere-ur, può ben essere consegnato alla Sera veniente, affinché sia preparato nella sacra Notte per un magnifico nuovo Mattino.

1444. Il primo ‘principio interiore della formazione’ che una volta, ora e in futuro, scaturì originariamente dall’inizio dell’eternità-ur, potrà certamente giacere sul delizioso fondo d’argento del vaso, finché la sacra conseguenza dell’Anno-ur lo donerà ai figli nella più sublime magnificenza. UR non l’apre ancora, ma dice ai primi del Seggio:

1445. “Miei principi, voi più anziani e voi guardiani, e voi che eseguite i Miei ordini, fate attenzione a ciò che succederà il Giorno che sta finendo. Ogni Opera è ben custodita e voi primi dovete essere gli ultimi ad aiutarMi a riportare il Mio ricco raccolto fino all’ultimo stelo. Non deve rimanere nulla sul campo della materia, nulla dev’essere da essa devastato; tutto è da raccogliere, anche l’ultimo piccolo chicco, per quanto sia rimasto misero.

1446. Quando il bello Ataraus – la formazione più meravigliosa dopo il Mio Sole-ur – si spezzò, avete chiesto in segreto dove sarebbe fluita quella ricchezza dissolta. Che non potesse andare perduta lo avete riconosciuto, come anche che non era possibile riprenderlo nella sacra Fonte della Mezzanotte, perché questo avrebbe dovuto comportare il riprendersi l’intera parte dell’Opera.

1447. Il Mio Principio-ur potrebbe senza dubbio trasformare la ricchezza dispersa, nuovamente in un’intera Opera, e certamente niente di più scarso di come esisteva un tempo. Esaminandolo dal principio dell’Opera, ho aspettato prima il Golgota e la discesa all’inferno. In ciò la Mia Pazienza è venuta in aiuto all’Opera, e questo è stato bene per tutti i figli, anche per Me stesso! Se dal Mio Principio-Personalità avessi trattenuto mentalmente una previsione su quale manifestazione si sarebbe formata la conseguenza su Parola e Azione, allora dalla ricchezza distrutta sarebbe sorto solamente quanto la sfera-Ataraus possedeva allora rispetto alla ricchezza del pensiero di Sadhana.

1448. Dagli ultimi avvenimenti avete constatato la crescente pienezza della ricchezza interiore della Mia prima figlia, sebbene per lei inconsciamente. Nondimeno, se percepisse la rivelazione, allora vi si appoggerebbe con dei piccoli pensieri, poiché il suo pentimento è reale e la disponibilità all’espiazione è permanente. Dopo il Golgota ho rivisto l’Opera direttamente dal Mio Principio-ur, al fine che i due fondamenti non fossero aggravati, bensì fossero compensati tramite il Sacrificio compiuto e nel senso della Mia Unità onnicomprendente standosi di fronte nella Mia Luce-ur. Ciò che nella parte materiale della Creazione risulta ancora come insensato, è l’ultimo filo dalla caduta che deve essere srotolato. Non influisce sul Mio Regno!

1449. In questo prezioso vaso ho essenzialmente conservato la prima ricchezza dell’Ataraus. (perciò) È stato coperto. Le Mie mani non vi hanno teso; proprio a questo gli si doveva attribuire la seconda ricchezza. L’accettazione del Sacrificio ha raddoppiato il bene, ma l’umiltà di Sadhana, che lei stessa non apprezza, e perciò è l’unica autentica umiltà, la triplicherà! Il senso della Trinità riposa nella Mia Entità-ur, nel cui terzo Principio (l’Entità-Dio) avvenne la Redenzione. Inoltre, nel terzo Anno-ur del terzo Ciclo-Azione. Quando il Giorno della Misericordia sorgerà dalla conseguente Notte-ur particolarmente sacra, allora la ricchezza di Sadhana e di voi tutti raggiungerà il quattro volte tanto! Solo allora si rivelerà la Mia alta Meta, che pongo nelle vostre mani pure, volonterose al sacrificio, come Dono regale del Mattino.

1450. Il tesoro rimane ancora nel suo involucro, ma tengo a mente la vostra nobile richiesta. Ben per voi che non pensate a voi ma a Sadhana; proprio con il ‘dare’ della prova della libertà della Creazione avete anche offerto alla Creazione ‘l’avere’, con cui il vostro amore è diventato il più perfetto riflesso del Mio proprio Amore. E sia questa la vostra ricompensa: in futuro dovrete consegnare il Mio dono del Sole alla Mia Sadhana come regalo da voi, quando in anticipo vi annuncerò qualcosa del settimo Giorno della Creazione.

1451. Nel vaso c’è pure ‘la Legge sulla materia’. Un figlio, anche quello caduto più in basso, nella materia è sempre sotto la Legge, però, attraverso il riconoscimento dei Comandamenti giunge al di sopra della stessa. Nell’adempimento del primo-fondamento il secondo è da elevare alla più alta possibile elevatezza dell’Opera all’interno dello Spazio e del Tempo di una Creazione. Colui che l’eleva, sta con questa sullo stesso gradino. Voi primi, come quasi tutti i figli della Luce, avete raggiunto l’elevatezza del Giorno dalla vostra stessa conoscenza, dalla vostra disponibilità a servire. Con l’essere-al-di-sopra-della-legge-della-materia vi trovate contemporaneamente su entrambi i Portatori dei fondamenti.

1452. Anche Sadhana sta ora al di sopra della Legge della materia, ma ancora dipendente a causa della caduta, mentre soltanto per la durata di una via nel mondo incluse quelle Sfere che alcuni (di voi) avranno da superare dopo. La materia riguarda tutte le sostanze che erano necessarie per la loro formazione e che Io ho preso dalla Mia seconda-parte dell’Essere-ur (il Sacerdote), per il momento senza un valore stabilito, ma possono ottenere dall’Opera il loro valore permanente, per cui riceveranno il completamento del Principio-ur nella prossima grande Opera.

1453. Per questo è necessario formare una specie di seconda redenzione, nella quale sono da inserire tutte le rimanenti sostanze della materia. Una tale seconda Opera risolutiva non si trova affatto sullo stesso gradino di quella della redenzione-figlio, non sarebbe nemmeno da confrontare con i vostri co-sacrifici; questa è da considerare come ‘Atto aggiuntivo’. Per lo meno, in ciò la Creazione trova anche un seguito veramente considerevole della nostra alta Meta raggiunta.

1454. In anticipo riposa molta benedizione su di voi, perché avete acceso immediatamente la disponibilità come un chiaro luminare e volete svolgere il lavoro della successiva Settimana della Creazione. Considerato che la Mia pre-benedizione può apportare degli ulteriori accrescimenti, ciò vi dimostra che non sarà guadagnato nulla di meno. La vostra volontà a servire divampa sempre più in alto, orla già la nuova Via. Per questo, ascoltate: ricevete il dono del vostro UR, il Creatore, il Sacerdote, l’Iddio e il Padre, il vostro Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero, il SALVATORE di tutto il mondo!

1455. La vostra volontà a servire ha spiritualizzato la Legge della materia, (cosicché) e le potenze della materia discusse, in futuro sono da nobilitare in pure sostanze-dell’Opera-ur senza la diretta Volontà del Creatore. Perciò – per ora simbolicamente – voglio aprire il vaso e sollevare da lui la liberazione della materia, affinché riceva come ‘futuro divenire’ il simbolo visibile nel Mio Onnisantissimo”. UR prende dal vaso un oggetto. Nessun argento della sala ha lo stesso splendore, e tutto l’oro non è da mettere alla pari dello scintillio di questo simbolo.

1456. Un risplendente cristallo di un’inaudita purezza di diamante nei quattro colori-ur attira a sé la luce e lo splendore della magnificenza esistente, e la restituisce eoni di volte, tanto che persino i principi devono prima abituarsi al maestoso fasto. Essi vedono una forma simile ad un’ancora. Ad un forte anello si unisce verso il basso un largo palo a forma di spirale come sostegno e supporto, che nella parte bassa termina in un semiarco sagomato a destra e a sinistra, le cui estremità rivolte verso l’alto si piegano leggermente verso l’anello.

1457. Nella metà superiore dell’anello sta scritto luminoso il nome ‘UR’, nella parte inferiore ‘IMANUEL’. Nello spazio dell’anello sette preziose stanghe sostengono la Corona del Padre. Lungo l’asta verso il basso scintillano la bilancia, la spada, la falce e il torchio, in più i nomi delle caratteristiche e dei principi, mentre il simbolo sulla corona (la croce) adorna la parte dell’anello inferiore a forma di pomo. Nella metà destra superiore dell’arco si vedono il calice e a sinistra la croce con i rispettivi nomi.

- I principi indagano subito: “O UR, dove si trovano il simbolo e il nome di Sadhana?”

1458. Nel Giorno dell’Amore riccamente benedetto non possono (ancora) pensare in modo più perfetto, non riescono ancora a comprendere più profondamente l’Opera-ur. Che l’ignoto Cristallo porti i loro nomi, li riempie con un’umiltà senza pari, mentre la mancanza del nome della prima figlia li scuote. Vi tendono le loro mani come se volessero cancellare i loro nomi, scritti con sacro splendore, affinché diventi visibile (solo) il nome amato, di UR.

1459. Hanno giammai visto i primi, come adesso, quanto un tale splendore si sprigiona da quei perenni Occhi-ur? È stato concesso loro di riconoscere nell’onnisanto Sguardo, più che un perfezionamento della Creazione? Oh, molto si sono conquistati, come tutti i figli della luce secondo il loro spirito e la loro anima, ma ciò che arde loro incontro non lo hanno ancora vissuto. Si chinano dinanzi a UR in un’adorazione finora mai eseguita, e su di loro giunge un alito sconosciuto, proveniente dall’eterna eccelsa Fonte della Mezzanotte non ancora mai vista finora, lontano dalla loro realtà esistenziale.

1460. UR dice: “Miei amati figli! Venite tutti a Me, dovete riposare al Mio cuore”.

 - In un sentimento di beatitudine che quasi li schiaccia, i benedetti della luce gustano fino in fondo la più sublime delle letizie. Durante questo, UR continua a parlare: “Nei nomi che adornano il simbolo rivelato della maturità della nuova Settimana della Creazione, sono contenuti tutti i nomi dei Miei figli e non ne manca nessuno, poiché Io li ho scritti nel libro della Creazione. Quale gioia avete ora, che sia così e non diversamente! Ho dato come pegno del Sacrificio il Mio Amore, affinché non dimenticassi nessuno dei grandi o dei piccoli, perché l’uno Mi è prezioso come l’altro, non importa, quali nomi portino, o in quale posto stanno nel Mio Regno!

1461. Manca soltanto il nome della Mia amabile Sadhana. Non siate tristi, Miei cari. Vedete, anche se non lo si può ancora leggere, presto verrà comunque il momento in cui al suono della campana del riposo serale verrà inciso il suo nome da Me stesso, visibile per tutti voi, con un raggio del fuoco del focolare, e starà scritto qui!”. UR indica nell’arco lo spazio tra il palo della Croce e la giunzione con l’anello, ed aggiunge spiegando:

1462. “Per la Mia meta ho preso dalla seconda parte dell’Essere-ur la Mia indivisibile Unità, dimostrata nel nome separato di ‘UR-IMANUEL’ nella metà superiore e inferiore dell’anello, su cui ho stabilito il Mio Sacrificio-Amore-ur, per riedificare dalla redenzione e riconciliazione l‘ETERNAMENTE INDIVISO’. Il simbolo significa questo. Anche Sadhana era una forma e una forza unitaria nel pomo presso l’anello, persona e principio in uno. Le spirali discendenti al palo, rappresentando la Mia croce, mostrano come lei si è allontanata da Me. Quindi alla figlia non le è rimasto risparmiato di dividere il suo essere, di cui la parte personale si è svolta nell’alienazione della forza; quella del principio, nella falsa creazione dell’essere. Tuttavia, le spirali corrono – al contrario – anche su a Me. Ed è Sadhana che sta salendo.

1463. Ho posto la Mia separazione-ur nel punto focale (il centro) della Creazione-filiale, ma nella Mia mano, del Creatore-ur, non ha perso la sua intimissima unità, perché la divisione dovuta all’Opera non è sorta da nessun obbligo riguardo il non-poter-fare-altro; ciò aveva il suo motivo nella Volontà di elevare a Me dei figli! La divisione di Sadhana si è svolta dalla caduta della Creazione come necessità obbligatoria. Nel suo ultimo punto basso lei stessa doveva dividersi nel momento adatto. E questo è successo quando, dopo il Golgota, Mi stava di fronte come Lucifero nelle sue miserabili infamie.

1464. La Mia valida richiesta legale rivolta alla prima figlia, di rinunciare a sé come persona senza alcuna forza, lo ha riconosciuto. Con questo, la via del ritorno è iniziata, cosicché da allora poté essere percorsa nella forma divisa. La scissione stava già avvenendo in segreto quando Sadhana nel suo allontanamento ha iniziato a creare il suo esercito. Considerato però che questo si è svolto per Grazia e Provvidenza e all’insaputa della figlia cadente, la divisione già subentrata e il suo ritorno tenuto separato si poteva svelare solo quando si sarebbe verificata la sottomissione personale di Lucifero.

1465. Da allora, (tutto) ciò che è stato redento in precedenza dalla sua seconda parte dell’essere, i figli della caduta da salvare e le potenze di forza fissate in loro, fu incluso successivamente nella validità del Diritto. Perciò questi esseri che giunsero alla conoscenza e al ritorno, prima del Golgota, anche se strappati all’oscurità, non potevano essere riportati a Casa come ‘figli’. Questo è avvenuto solo dopo il Mio sacrificio.

1466. Ora fate ancora attenzione: – Nella metà dell’arco con il calice giace tutta la forza di Lucifero, il suo principio; su questo simbolo è di nuovo da restituire liberamente il possesso di una volta. Che questo è successo, lo dimostra la punta dell’arco che indica all’anello. Come forma e come persona deve però percorrere la via del ritorno senza forza né principio passando dalla Croce, per diventare così, di nuovo, SADHANA. Quanto sincera la sua via dell’umiltà sia diventata nel frattempo, lo indica simbolicamente per lei l’arco della croce, che pure si avvicina all’anello. La nostra Sadhana tiene quindi il passo con la Mia Opera redentiva, con la redenzione della sua parte dell’essere di forza procurata dalla GRAZIA.

1467. Se in futuro il suo nome apparirà sul cristallo, allora si sarà riconsegnata a Me per diritto della Creazione, sarà nuovamente e per l’eternità unita con Me tramite il palo della croce e l’anello della vita. Dal salvagente a voi noto, fatto per Lucifero-Sadhana, è diventato un anello dell’eternità-ur in Spazio e Tempo!

1468. Dunque, come parte della ricompensa dovete vivere le ultime Ore del Giorno nella previsione interiore, perché avete compiuto bene e anzitempo il vostro lavoro. Potete collaborare ad erigere ciò che ancora manca alla parte inferiore dell’Opera, ma non ne siete obbligati. La vostra pura umiltà Mi chiede di partecipare all’ultimo lavoro della benedizione del raccolto. Perciò la dovete ricevere!”

- Ciò che ora UR annuncia, i primi del Seggio lo vedono passare nei loro cuori come una realtà. Loro mettono la loro forza in ciò che sta per arrivare: sono pronti ad essere servili fino alla piena fine del Giorno.

1469. UR dice: “La campana annuncia l’ultima Ora del Giorno. Il suo suono viene percepito nella materia, in particolare nel mondo. Vale per il Giudizio temuto dagli uomini. Guardate in giù! Pochi hanno riconosciuto e compreso un po’ alla volta, nel tempo, in più successioni di stirpi, che cosa significa la Mia personale rivelazione, il Giudizio e l’annunciato ritorno. Il tempo della fine del mondo richiama degli orrendi cambiamenti tra gli uomini.

1470. Quello che l’oscurità dell’inferno presto dissolto non ha fatto, non ha compiuto, lo fanno ancora gli uomini. Hanno spostato lo spirito dal campo del loro cuore, simile a un morto. In tal modo si sono preclusi la via del ritorno come una volta Lucifero davanti al Golgota, e senza l’incisivo intervento da parte nostra hanno tanto poco aiuto, quanto poco Lucifero si sarebbe potuto aiutare senza il Mio sacro originario Atto del Sacrificio e, collegato a questo, il conseguente declino dell’inferno. Adesso, come allora, solo la nostra incombente Luce potrà procurare una svolta.

1471. I Miei fedeli dimoranti ancora sulla Terra vorrebbero quasi disperarsi per via di tutte le insensate avversità. Secondo la conoscenza umana vorrebbero il meglio, vorrebbero venir fuori dagli intrighi del potere degli uomini, ma vengono oppressi continuamente nel modo più veemente dalle ondate del mondo. Persino pochi tra di loro comprendono il vero senso del Mio ritorno e descrivono il Mio Giudizio come un’eterna dannazione. Vi predominano le vibrazioni di oscuri pensieri.

1472. Vedrete svolgersi il Giudizio, e non si possono preservare gli uomini dalle amare afflizioni. Dal Mio focolare non procede nessuna afflizione, e la Mia mano non manda nessuna morte. L’umanità stessa ha scritto tutto nel libro della Creazione! Ma se la sua colpa accumulata e non ancora rimessa venisse ad effetto, in verità, non Mi rimarrebbe conservata nessuna anima, nemmeno dall’Alto, per non parlare dal basso!

1473. Perciò vedete: da un’Ora del Giorno all’altra ho rimesso così tanto da questa colpa che tutti i figli della luce hanno sacrificato, ma anche ciò che i poveri esseri sono riusciti a fare secondo la (loro) conoscenza. Voi credete che presto l’intera colpa sarà estinta perché il Mio Sacrificio dovrebbe giungere, anzi, prima di tutto, alla messa in conto. Solamente, che la colpa dei fedeli che li hanno commessi sotto l’influenza della materia, non è da ascrivere alla colpa del mondo? Pochi sono rimasti senza carichi, esclamando dalla (loro) conoscenza al proprio ambiente un ‘addio’. Perciò a questo riguardo può essere considerata per il momento solo una piccola parte come estinzioni della colpa.

1474. Sulle vie della Legge la Bontà e la Grazia mettono in conto il co-soffrire dei Miei figli e la Mia altamente Propria, come estinzione della colpa. In questo modo l’immensa colpa del mondo è pareggiata, in quanto non regna un Giudizio di perdizione, bensì la GRAZIA! L’umanità lo considera come rovina perché lo sperimenta nella dissoluzione materiale. Un gruppo, la cui conoscenza proviene da una spiritualità appena superiore, vorrebbe volentieri servire Me ed aiutare i mondani alla conoscenza. Certi lavorano – con poco successo – per la pace dei popoli, per la fraternizzazione e l’umanesimo. Se i terrestri venissero nell’avvicendamento della penultima Ora del Giorno ad una tale conoscenza generale, in effetti, contribuirebbero molto alla propria salvezza.

1475. Le forze del Cosmo riconosciute dimostrerebbero alla Terra una grande assistenza se gli uomini, ad ogni riguardo, l’impiegassero al miglioramento della vita al posto dell’opera distruttiva. Invece, dato che la loro capacità inventiva viene sfruttata molto di più per il reciproco danneggiamento, la vibrazione del Cosmo non può rivelare altro che pensieri che vogliono portare la rovina degli uomini. Voi vedete l’immensa irruzione di forze cosmiche nel vicino campo terreno, e il diluvio di Noè di fronte a questo può chiamarsi ‘un Tempo di Grazia’.

1476. Questi sono in parte ancora degli effetti di quel peccato, laddove uno voleva nascondersi dietro l’altro perché con la perdita dell’Eden era andata perduta anche la sapienza. Quindi il vecchio peccato ereditario rimane esistente fino all’ultimo respiro del mondo; verrà cancellato solo quando non esisteranno più gli altri peccati. L’amarezza getta gravi ondate, l’uno dà la colpa all’altro, e così è giunto il nostro tempo di intervenire dopo che vi ho annunciato abbastanza sovente la Mia venuta. Apparentemente ci sono solo piccoli cerchi salvifici nei quali la Mia luce si può manifestare del tutto liberamente in contrasto al grande caos umano dei molti popoli terreni, quasi scompaiono sotto la massa grigia senza Luce. In verità, però, le cose stanno diversamente.

1477. Il nostro percorso di sacrificio nel Cosmo del Regno, dal quale unicamente penetrano la luce e la vita alla materia, ha portato le forze non meno all’effetto, come la cattiveria umana nel Cosmo materiale. Considerato che la vittoria è nostra, le Forze celesti sono incomparabilmente più forti di quelle dell’oscurità. Le piccole umane isole di Luce hanno perciò una notevole irradiazione, che possiamo includere negli effetti della luce. L’umiltà dei collaboratori terreni è un buon fondamento, sul quale riposa anche il giudizio della grazia.

1478. I terreni (gli umani) che sono ancora legati alla Legge dello sviluppo, non lo capiscono molto bene, mentre con la serietà potrebbero raggiungere certamente la capacità di superare la materia. Per tale ragione diventerà riconoscibile la conoscenza sulla Mia imminente prossima seconda venuta e il loro co-aiuto per coloro sui quali abbiamo orientato la nostra Opera d’aiuto. Questo è abbastanza per fare di loro ciò che devono essere, ciò che volevano essere anche prima di aver intrapreso il volo della liberazione nell’abisso. E ora dovrete sperimentare interiormente come si svolgerà il nostro operare nel mondo terreno.

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6/49 – Immagine del futuro svolgimento conclusivo della 15° Ora

 (uno sguardo al futuro):

1479. Alcuni aiutanti ci vedono, ma l’umanità infuria, bestemmia, maledice e grida, perché le piaghe che devono sopportare sono molto grandi. Molti si uccidono e non vogliono sapere che così facendo il loro tormento non ha fine. Anche i nostri amici terreni hanno certe cose da sopportare, di cui alcune riguardano i loro propri debiti che loro – come tutti del mondo – hanno da pagare nel Tempo del Giudizio. Tuttavia, essi con gioia caricano su loro stessi non poco peso del mondo.

1480. Io lo permetto per la loro propria protezione, affinché l’orda non li assalga e possa gridare: ‘Dagli orrori non avete nulla da sopportare? Quindi li avete provocati voi!’. Così viene evitato di più, che l’ira diabolica venga sfogata sui fedeli. Loro comprendono ciò che Io rivelo loro e si inchinano sotto questo necessario obbligo, anche se è duro. E voi li aiutate; non stanno soli nell’amara lotta.

1481. Noi raccogliamo tutte le anime, e dopo il Giudizio scegliamo quel Sole di mondi come luogo del Giudizio spirituale dove Lucifero stava di fronte a Me nella grande resa dei conti della Creazione. La credenza di molti che Io edificassi sulla Terra un eterno regno della pace, non viene adempiuto secondo il loro piccolo senso. Voi lo vedete già, poiché la materia non conosce nessuna pace. E’ anche errato piantare il Mio Santuario come il Centro-ur del Mio Regno. Qui sta al suo posto, fondato da Me nel giusto! Sarebbe più facile trasferire il piccolo mondo insieme all’intero Globo-involucro materiale nel nostro Regno della luce, dove potrebbe trovare eternamente il suo buon giardino.

1482. La Mia seconda venuta si basa principalmente sulla Mia parola rivelata, e secondariamente solo su una visibilità, affinché Mi si veda anche dappertutto. Gli uomini disperati afferrano spiritualmente la Mia veste di luce come lo ha fatto Lucifero dopo il Golgota; e come lui, così anche l’umanità lotta ancora accanita, per trattenere saldamente la sua miserrima opera mondana, prima che si arrenda incondizionatamente a Me.

1483. Invece, una volta afferrata la Mia veste, cioè la Mia Parola, nemmeno l’uomo mondano la lascerà più, come la Mia amata figlia della Creazione non Mi lascia più. In luminose schiere, gli affaticati e gli aggravati, i malati, i bisognosi di consolazione, i miserevoli, i perduti e coloro che condannano se stessi, entrambi i poveri terreni e quelli animici, accorrono qui. – Venite, Miei primi, vogliamo aiutare con un giudizio di redenzione! Tuttavia, l’aiuto spirituale deve essere quello più urgente, dato che c’è ancora da aspettare l’ultima resa dei conti. Quello che resta ampiamente sul mondo è solo il pagamento esteriore che riguarda le violazioni della Legge della libera volontà. In tal modo viene riabilitato il Mio secondo-fondamento e riportato di nuovo alla nobiltà assegnata.

1484. La resa dei conti per il primo-fondamento, delle Mie condizioni poste giustamente e riservate a Me, può essere il giudizio interiore spirituale per tutte le anime che non si sono ancora rivolte alla Luce. Con ciò devono giustificare se stesse ed accogliere il Mio verdetto dalla Mia mano. Accanto a questo, viene aperta anche completamente la nobiltà per il primo-Portatore dei fondamenti, e questo è il Mio vero giudizio di cui sospetta l’umanità, ma per la maggior parte non ne vuol sapere, può anche non svolgersi sulla Terra, …perché non è terreno.

1485. Nella seconda metà dell’Ora del giudizio la Terra diventa deserta e vuota, come una volta era stata consegnata come specchio al caduto. Il suo attuale vuoto indica però che Sadhana è diventata libera e che il peccato e la morte sono stati tolti dal mondo. Il corpo del mondo – ora senza materia grossolana – ha cessato di servire e viene mantenuto solamente dal Mio Potere. Le sue forme solide si liquefano. Nella prossima Notte della Creazione voglio poi immergere tutte le sostanze utilizzabili nella Mia Fonte-ur e voi dovrete vedere ancora quale magnificenza ne sorgerà in futuro.

1486. Secondo il cuore camminate con Me sul Sole del mondo, e ora prevedete ciò che noi opereremo poi insieme. Sul Sole e sui i suoi satelliti che orbitano intorno a lui si sono radunate nel frattempo tutte le anime della luce e quelle della materia. Il Mio Seggio del Giudizio si trova in quel punto dove una volta stavo seduto di fronte a Lucifero (l’Armaghedon biblico?). Avete tracciato un cerchio intorno al posto del caduto, dove ogni anima deve stare dinanzi a Me. I figli della luce come anche coloro che prima dell’inizio di questa ‘Ora del pagamento’ hanno raggiunto una sfera di luce, anche costoro che dopo il Golgota siete andati a prendere nel padiglione Jechahal, non cadono più sotto al Giudizio; loro hanno vissuto ‘l’alba del loro giorno’, dato che nel loro tempo sono giunti ‘giustamente’ alla conoscenza.

1487. Alcuni però attendono, in parte in vesti scintillanti, altri titubanti, con piccole fiaccole tremolanti; alcuni sono perlomeno pronti per la Luce, la maggior parte però senza una giusta conoscenza. A questi ultimi succede come una volta a Lucifero. Non vedono nessun’altra via d’uscita che afferrare alla fine il salvagente gettato loro, e questa, voi primi, dev’essere la nostra sublime migliore ricompensa per l’inesprimibile dura fatica che abbiamo avuto con loro, poiché, quando l’ultima Chiamata risuonerà attraverso lo Spazio del giudizio, getteranno dietro di sé tutto il loro avere, anche se per nulla liberamente, ma con l’amara conoscenza che a loro non rimane altro da fare. Il poco della loro anima è l’unico loro avere e bene che si vergogneranno di mostrarMi.

1488. Loro Mi vedono il loro Signore e Dio, come il Figliuol dell’Uomo GESU’, com’era successo con Lucifero, perché nemmeno loro saranno consegnati da Me alla rovina! Devo comunque tenere con loro la resa dei conti, che certamente avrà il suo amaro guaio. Sulla bilancia, principe dell’Ordine, vogliamo pesare le anime e anche le loro azioni, cattive o buone che siano. Come la bilancia, così decidono tutte le Mie Caratteristiche. Voi guardiani dovete allinearli nel quadrato della piazza del giudizio.

1489. Appena però un’anima starà nello spazio di luce, dovranno riconoscere ME, che ‘i loro occhi hanno trafitto’ [(Zacc. 12,10): «Ed essi riguarderanno a me, a colui ch’essi hanno trafitto …»”; (Apoc. 1,7): «Lo vedranno anche quelli che lo trafissero…»)] come il loro eterno Giudice. Al di sopra di Me brilla il nome: UR, santo-eterno, unico-eterno e veritiero, nel Quale arde il nome GESU’! La Bilancia deve pesare o ponderare; la Spada, proteggere o abbattere; la Falce, mietere o strappare; il Torchio torchiare oppure lasciar scorrere; il Calice dare da bere o svuotare. Come sacro monumento e simbolo del Giorno della Creazione dell’Amore, la Croce sarà terribilmente efficace. Chi cade sotto alla prima resa dei conti, a costui si dimostra come un sostegno e repentina salvezza, affinché vi si possa riedificare. Sugli altri la Croce cadrà come peso della loro colpa!

1490. Gli uomini condotti qui in stato sonnambolico, ritornano ancora una volta nel mondo. A loro viene concessa una dilazione, ma la loro esperienza, anche se apparentemente reale, sembrerà loro soltanto un sogno. Anche qui vedrete come questo si ripeterà in grande come una volta con Lucifero. Voi principi avevate fatto i conti con lui, ma solo in modo condizionato egli aveva ammesso la sua ingiustizia. Io stesso ho dovuto mostrare un’ulteriore grazia, finché giunse da sé al ritorno. Così anche qui. I vostri segni principeschi terranno il pre-giudizio, e non tutti si piegheranno in piena misura. Quindi la Mia eterna lunga Grazia ‘aggiungerà una misura’, e questa sarà la guida di ritorno al mondo.

1491. La settima tromba non rimane loro risparmiata per nessun motivo. Per le sole-anime, questo sarebbe insopportabile, agli uomini porterebbe distruzione. Ma come ‘apparenti uomini’ coperti dalla Mia sinistra, potranno resistere al raggio del Giudizio. …E cammineranno e commerceranno ancora come se il mondo fosse la loro assoluta proprietà…. Quando poi verrà la settima piaga, allora saranno spinti verso di Me. Poi si precipiteranno, si aggrapperanno a Me e grideranno come una volta Lucifero: ‘O Signore GESU’, aiuta!’.

1492. Solo dopo, sulla piazza del Giudizio del Sole del nostro mondo, verranno liberati del tutto ancora una volta dalla materia. Allora termineremo il loro ‘giudizio interiore’ che incuterà loro timore, perché nessuno si potrà più nascondere. In tal modo inizierà generalmente per tutte le anime e uomini premenzionati la vera resa dei conti. Lo spazio del Giudizio non viene cambiato, ma oramai sarà circondato da voi angeli comandanti in un grande cerchio. Due vie condurranno via da questo luogo, nelle quali voi anziani dovete svolgere la vostra funzione: la via dorata indicherà alla Luce, il sentiero calpestato condurrà verso Armaghedon!

1493. L’Armaghedon è la ‘via larga’ che scorre attraverso la materia che si sta dissolvendo. La sua fine è il padiglione Merhatom. Così come le anime si lasciano purificare su questa via di sofferenza attraverso la redenzione dai loro peccati, così sprofonda dietro di loro la materia. Sadhana deve stare nel luogo del Giudizio finché l’ultimo figlio animico avrà accettato un verdetto. Questo sarà la sua più amara espiazione.

1494. Io siederò sul Seggio come giusto Giudice e sarò contemporaneamente Avvocato e Difensore. Come Avvocato difenderò la Mia Opera, perché delle voci accusatrici chiederanno il perché nella materia c’era così tanto di duro e cattivo, e con ciò vorranno nascondere la loro propria colpa. Vorranno umiliare la Mia Opera; ma la Sapienza e la Pazienza come incorruttibile avvocato della Mia Creazione condurranno severamente davanti ai loro occhi la loro accusa ingiustificata.

1495. Se però alla destra stesse solamente l’avvocato a proteggere la Mia Opera-Azione, allora la Mia Opera-Figlio rimarrebbe per la maggior parte inespiata. Perciò alla sinistra devono comparire la Volontà e l’Amore come difensori che aiutino ad estinguere persino le colpe più grandi dopo la confessione. Il Difensore indicherà al motivo fondamentale di ogni colpa, e questa, …è Lucifero! Qui ora sarà offerta a Sadhana l’opportunità di riparare realmente. Voi vedrete che lei prenderà su di sé la colpa della Creazione, e con ciò libererà tutti i co-caduti e i diventati-colpevoli-da-sé, volendosi assumere per tutti      la condanna. Oh, vedete quale Magnificenza!

1496. Il Mio Sacrificio, che ha ‘concluso’ tutta la caduta, non può avere un pareggio più santo! Voi principi conducete alla via dorata coloro di cui si dice: «…loro sono venuti dalla grande tribolazione ed hanno lavato le loro vesti nel Sangue dell’Agnello» (Ap. 7,14). Gli altri che durante il tempo del Giudizio e delle piaghe sono giunti alla conoscenza, non sono da liberare del tutto da una parte dell’Armaghedon, nonostante il ritorno, ma presto deve splendere loro ‘di essere redenti’.

1497. Al terzo gruppo, con ciò l’ultimo, che griderà: ‘Signore, Signore!’, il pieno Armaghedon sarà tanto meno da risparmiare, come Lucifero fin dal suo ritorno non era da liberare dal suo luogo d’esilio. Loro esclameranno: ‘Quindi, esiste ugualmente un’eterna dannazione!’. Saranno così ciechi, da non vedere che cosa sia realmente l’Armaghedon. Ciò che hanno vissuto interiormente durante il loro tempo spirituale del Giudizio, sembrerà loro come due eternità, perché il peso avrà allungato il tormento del pentimento.

1498. Ora vedrete dietro a Me Gabriel, il portatore della Misericordia che porgerà loro uno stilo con il pennino d’oro. Lui poserà la sua mano sulla Mia spalla, finché Io come UR non abbia soppesato reciprocamente, nel senso della più suprema funzione da Giudice spettante unicamente a Me, ciò che l’Avvocato e il Difensore avranno da dire, ma come PADRE-UR riporterò il verdetto nel Libro aperto della Vita della Creazione. Voi vedrete la scrittura, scritta nell’oro infuocato. Quattro punti provenienti dal Mio essere Creatore, Sacerdote, Dio e Padre e dal Mio Cuore-ur, e attestando, farò risultare l’eterno unico Verdetto per tutti i figli:

- «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei Cieli!» (Matt. 5,3)

- «I Regni del mondo appartengono a Cristo Signore nostro, ed egli regnerà d’eternità in eternità!» (Ap. 11,15)

- «Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo!» (Matt. 11,28)

- «Ed asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate, ecco, Io fo ogni cosa nuova». (Ap. 21,4)

La scritta di fuoco divamperà sull’Armaghedon. Il luogo della purificazione deve sopportare ciò che consuma, perché con questo sono da sciogliere le scorie, finché riappaia l’oro incrostato. La cattiveria e il peccato devono soffrire; senza dolori non si ottiene la corona, e questa brillerà già alle ultime anime dell’Armaghedon.

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6/50 – Immagine dell’ultima Ora del sesto Giorno con la riabilitazione di Sadhana  (16° Ora)

(immagine finale del futuro):

1499. Al padiglione Jechahal, Sadhana siede presso l’altare della consacrazione, nell’animo arde di nostalgia. La campana-ur! Il riposo della Sera! E la nostra primizia è ancora lontana dalla Patria, verso la quale la spinge la santa inquietudine fin dalla conversione. Timorosa, guarda a coloro che peregrinano lentamente dal Merhatom verso Jechahal. Ma umile china il capo, di nuovo amabile. Oh, lei sa che è l’ultima figlia che può ritornare a Casa.

1500. Al suo orecchio giunge il suono delle Sfere; aumenta fino a un’imponente scroscio. Lei corre alla porta e vede che i celestiali si schierano. Cosa sarà? In gran fretta, per non perdere il momento in cui comparirà il ‘Redento’, vede gli ultimi poveri circondati dai celestiali. Sadhana nel suo intimo stende le mani con nostalgia, bramando fervidamente, supplicando, ringraziando e acclamando! I ritardatari entrano nel Jechahal, ricevono la loro consacrazione, ebbri dal coro di giubilo.

1501. Allora la figlia della Creazione si inchina, e attraverso il suo cuore passano tutte le immagini iniziando dal primo Mattino dell’Ordine fino alla caduta, che Sadhana – più ci pensa – a malapena comprende il perché si è allontanata da UR. Lei copre il suo capo e non vede come una chiara Luce si riversa su di lei come una volta, quando davanti a tutti i principi ha sacrificato il giustissimo ringraziamento di giubilo presso il sacro focolare. (cap. 4,196)

1502. Ancora una volta sente il più grande pentimento. Del tutto immersa in questo, le sfugge che si apre la porta. Entrano due maestose Figure che rimangono ferme dietro a Sadhana. Una serietà solenne trasfigura i loro volti. Sotto questa serietà velata, sale la gioia del Cielo. Infatti, tutto è irradiato dal Sacrificio! I principi di UR attendono pazientemente finché Sadhana termina la sua meditazione.

1503. Nel cuore ha percorso un’altra volta la difficile via, finché il resto dall’Armaghedon è stato guidato alla beatitudine. E così è giunto anche il tempo del suo di rimpatrio. Come sarà? UR le aveva detto che dopo sarebbe potuta stare in ginocchio davanti al sacro focolare, e che avrebbe ottenuto anche la prima-elezione. – Oh, no, questo non può avvenire! Forse in una nuova Opera. Ma ora può tornare a Casa dal Padre! Quale indicibile felicità! Gioisce piano. E …vede Michael e Raphael senza spada né croce. – Michael tiene un mantello magnificamente bianco che posa con perfetta cavalleria sulle spalle di Sadhana, in più una cintura d’argento puro. D’argento sono le scarpe che le infila. Raphael stende sul mantello un delicato, lungo velo, e preme sul capello di meravigliosi boccoli scuri, una corona di fiori bianchi.

1504. Sadhana fa passare tutto su di sé come in sogno, solo le sue mani respingono: ‘Perché mi adornate così nuziale? O alti principi, non è destinato a me!’.

- Loro continuano ad adornare, animati seriamente e puri nell’amore. Michael chiude la porta che conduce ad Armaghedon. Quando nasconde la chiave nella sua tasca, non si vede già più la porta. Come anche la successiva Settimana della Creazione dovrà portare ancora qualche compensazione, non vi saranno più Armaghedon e miserevoli pianeti.

1505. I principi guidano Sadhana fuori dallo Jechahal. Davanti alla porta attende il carro del Cielo con quattro cavalli bianchi. Nessuno li guida. Svelti dall’eternità volano via. A sinistra e a destra della strada stanno delle legioni. Gioendo li seguono. Davanti alla Città ‘Sacra-Luce’ si mostra la maestosa fine della Sera di questo ricco Giorno dell’Amore. Gli angeli comandanti formano un’ala fino alla porta della salvezza ‘Ephata’; davanti a loro attendono i più anziani e i guardiani presso le porte del Santuario.

1506. Allora Sadhana vede la Croce. Pentita, s’accascia e la solleva. Quanto le è difficile, benché sia così piccola rispetto a una volta quando lei stava nell’infinito, e come Peso, UR ha preso su di Sé come GESU’. Nessun figlio avrebbe potuto portare quel ‘Peso’, vi sarebbe stato ben macinato il chicco di grano. Lei solleva la Croce sulle sue delicate spalle, la vuol trascinare nel Santuario e, al cospetto dell’Eterno, pregarLo di inchiodarla, come per sua propria unica colpa l’Onnisanto fu inchiodato alla croce della Creazione da uomini da nulla. Solo questo colma il suo essere: è la sua espiazione sublimemente voluta!

1507. I celestiali attendono senza un suono. L’azione di Sadhana ha fatto ammutolire ogni giubilo, ogni allegrezza. Lei sta piegata sotto lo splendore del suo ornamento, disonorata dal segno della sua miserabilità. Così, non vede la luce che si sprigiona dal Santuario. UR si è alzato dal Suo seggio, saluta i principi che si sono radunati davanti al sacro focolare e fa cenno a Raphael di seguirLo.

1508. Sul Tappeto rosso, sul quale DIO è andato sulla Terra ed è ritornato come Redentore, Egli cammina per cogliere la Sua vittoria davanti a tutti i figli. Lo Sguardo di fuoco, inciso nel Proprio infinito, cade su Sua figlia. Allora si inchinano gli alti e i perfezionati, i redenti e gli aggraziati. Ora nessuno deve più chiudere gli occhi. Un maestoso silenzio grava benedicente sul Tempo della Sera di questo Giorno: il giubilo di UR! Nello splendore del Suo Sacrificio vede davanti a Sé tutte le Sue Opere e completa la riuscita del Pensiero, Parola e Azione: l’Alta Meta del Suo Cuore!

1509. UR solleva la Destra. Presto a Sadhana le viene tolta la croce; come simbolo scintillante la porge a Raphael che la porta leggera al sacro posto presso il focolare. Sadhana, all’improvviso priva del giogo, sta davanti a UR. Il Suo sguardo è Serietà e Amore, Domanda e Risposta, Spazio e Tempo, …la piena Santità!

- L’indugio è la buona umile richiesta: ‘Posso?’ – E si getta al petto del PADRE, s’inginocchia dinanzi a DIO, si china davanti al SACERDOTE e posa la fronte nuovamente pura sui piedi del CREATORE! Con ciò, afferra nuovamente, soltanto molto più meravigliosamente che una volta, il suo UR, il Santo-eterno, l’unico-eterno e veritiero. Calde lacrime bagnano i piedi e le mani di Colui che Si rivela anche per tutti i caduti e gli smarriti come PADRE-UR.

1510. UR parla di molte fatiche che Lui ha sopportato nel Suo Cuore per via di Sadhana, ma nonostante ciò non le viene caricato nessun nuovo peso; è il nastro con il quale Egli la lega di nuovo a Sé.

- Felice, libera che le lacrime dei suoi begli occhi brillino come gioielli, così si lascia sollevare da UR e condurre alla Sua mano sul Tappeto bianco nell’Onnisantissimo. Le schiere seguono, le mura si estendono, e tutti, tutti vengono inclusi, tutti sono a Casa presso il loro

PADRE-UR-IMANUEL!

1511. Nella profondità, ampiezza ed elevatezza di Spazio e Tempo, lentamente sprofonda Opera su Opera. Delle ombre benedette della (veniente) sacra Notte della Creazione le scivolano sopra. Solo nel Santuario si vede ancora un pieno raggio della Sera: UR ha guidato Sadhana al suo seggio; anche i principi hanno preso posto sui loro seggi del trono. Il prezioso tappeto bianco dello Spazio giace tra il quadrato delle quattro Colonne del dominio, e su questo vi irradia dorata una grande Croce.

1512. Il più sacro discorso del Giorno (concluso), di UR, mostra ancora una volta l’inizio e la meta dell’Anno-Azione-ur. Allora fluttua sotto il raggio dorato del Suo Sole, come se ci fosse solo ora un divenire, come se venisse un Mattino invece che una Sera. UR prende in Mano il Libro principale della Vita; Egli aggiunge una parola al Testamento della Creazione e lo solleva in alto, affinché tutti i figli possano vedere che cosa vi sta scritto, eternamente valido come il Testamento della Grazia. La parola è:

 

‘COMPIUTO’!

 

Poi segue la Sua parola del riposo serale che conclude il ricco sesto Giorno della Creazione portato alla fine in modo sublimemente magnifico.

1513. “Miei principi, anziani, guardiani, e voi che avete eseguito i Miei ordini, e i figli tutti: accogliete la Mia pace e la benedizione della Sera. Vi ho destati a Vita santa, voi primi nel Giorno dell’Ordine dell’Anno-Azione-ur che da tempo ha ricevuto la sua ragione (di esistenza), voi altri al Mattino del Giorno dell’Amore preparato per voi nel quale ho dato una Vita indistruttibile alla Mia cara schiera di figli, e tale Vita non la perderete mai più.

1514. Ora si avvicina la Notte. In essa preparo il futuro. Voi lo sperimenterete in modo inconscio, ma non perderete nessun chicco di luce di tutta la magnificenza, che germoglierà come semenza in ogni figlio. Quello che Io colgo dalla Fonte-ur, lo attingo per voi, e mentre vi viene dato, lo beve ogni Spazio, ogni Tempo, che pure salgono dal Mio Essere-ur come un figlio, e dovete partecipare alla Mia Infinità-ur, mentre nottetempo vi immergo nel Mio Essere-ur e al Mattino successivo vi bacio come sveglia per una nuova magnifica Vita del perfezionamento.

1515. Voi conoscevate soltanto questo: essere a Casa con il padre, essere eternamente unito con Lui! Infatti, fin dalla prova della libertà della Creazione, voi alti e perfezionati portavate questa meta in voi. Su di voi pesava la tristezza quando al ritorno vedevate quanto di mondano, quanto di oscuro della materia era in voi. Ciononostante, avete percorso la via delle spine come veri co-portatori del Sacrificio. Avete meritato l’unificazione fondamentale con Me che si svolgerà unicamente in una (sola) Notte della Creazione, perché dal suo riposo vi sopraggiunga la Forza per aiutare a perfezionare l’Opera del Giorno successivo,

affinché i Miei Giorni aumentino nella loro magnificenza!

1516. Voi redenti avete riconosciuto ancora in tempo la nostalgia di Casa; dovete avere la vostra parte nel tesoro della Corona. Questa ve la da’ la Misericordia nel sacro Giorno della Festa (il settimo). E nemmeno voi figli molto dotati dovete stare lontani; su di voi splende la CORONA della MISERICORDIA! La notte vi nutre, affinché da figli dotati diventiate figli aggraziati. La Sera vi inserisce in tutta la beata magnificenza!”

1517. Il ‘Sole’ muta, …UR lo fa notare. “Vedete, il Mio proprio Sole della Vita si china più in basso, più vicino a voi. Un simbolo! Anche lui viene accolto dall’onnimaestosa Profondità del Creatore, e porta nuova Aurora, Sole, Giorno e Vita. Quello che il suo ultimo raggio irradia, la maestosa Notte lo avvolge nel suo velo. La parte esteriore del Regno è passata già da tempo, perché il Sole calante l’ha accolta in sé”.

1518. UR sta fermo a lungo con Braccia allargate benedicendo, e i figli sprofondano in Lui. Alla fine ci sono Sadhana e i principi e il sacro Quadrato presso il Seggio e il focolare. Come primi hanno servito UR, come ultimi aiutano il Padre a concludere la Sua Opera del Giorno. Solennemente, lontano, velato dal mistero della notte, echeggia l’ultimo rintocco del Giorno dell’Amore e… (l’ultima) l’alta Parola:

1519. “Miei principi, a voi viene dato dall’ETERNO, prima che una nuova Aurora abbia benedetto le meraviglie del Giorno della festa. In questa Notte sperimenterete il ringraziamento. Preparate i vostri cuori! - Mia amabile Sadhana, la Notte cancella ciò che Mi si opponeva. Quello che offuscava temporaneamente il Giorno dell’Amore, non deve sfiorare nemmeno nel pensiero la Luce del nuovo Sole, per via della Mia santa Bontà, Grazia, Longanimità e Mitezza! Perciò, prepara anche il tuo cuore!

1520. Ora andate a riposare, siete custoditi in Me! Sì, ora siete Miei co-proprietari, ed Io sono diventato il vostro Proprietario! La Mia Opera è sommamente benedetta, lo sono tutti i figli, grandi e piccoli; il Mistero-Azione nello Spazio-ur e nel Tempo-ur è ciò che vi copre”.

- Allora si alzano, i Doni, sono per sé e per tutti. Un fragoroso ‘IMANUEL’ è la loro ultima adorazione. Anche UR copre (ad alta voce): “Gloria, ringraziamento, lode e onore!”. Oh, qual inafferrabile ricchezza. Quanto magre sono delle parole terrene che la dovrebbero descrivere. La si può condividere solo nel cuore.

*

1521. UR prende dal cassetto del sacro focolare il resto dell’incenso del Giorno, lo sparge nella patera[69] che oscilla dolcemente, considerato che fa delle lente rotazioni. Egli stende le Sue così magnifiche mani sul fuoco del crogiolo d’argento, finché questo brucia tranquillo, e allo stesso modo le sette fiaccole intorno al Seggio. Attraverso lo Spazio arde (solo) il Sole-ur, caldo-rosso come il tappeto di Dio e il calice del sacrificio, poiché fuori dal Suo Santuario non è rimasto più niente. La Notte ha steso la sua inaudita pace su tutta la Creazione.

1522. UR chiama nel Santuario le benedicenti ombre, per quanto necessita. Esse avvolgono l’attrezzo scintillante (ciò che UR sta plasmando), perché anche il Giorno dell’Amore ha bisogno di compensazione. A quest’Opera servono le quattro Ore prima della Mezzanotte. UR è solo con i Suoi santi Pensieri. Chi li può presagire? – Essi vengono rivelati a coloro che colgono pregando coscientemente dalla Pienezza della Sua Ricchezza mai misurabile, quanto un cuore di figlio possa afferrare, quanto sia buono, che diventi una Rivelazione. E tuttavia, UR non è solo, Egli ha Se stesso!

1523. Egli attraverso lo Spazio, consacrato al Giorno dell’Amore attraverso il Suo Tempo, e celando in Sé quello che la sua Pazienza ha trasferito all’Amore nella somma Notte precedente, colma il Suo Essere-ur con la magnificenza del Giorno, portandola alla Fonte della Mezzanotte, Opera dopo Opera, figlio dopo figlio, ricchezza di Pensieri, magnificenza di parole, perfezionamento di Opere, e fa divenire tutto questo, già, una sacra conseguenza. Chi osserva le Sue mani che forgiano la futura Corona …?

1524. Sul Suo Volto giace una Luce mai contemplata, la più maestosa, quando Egli sta presso la Fonte, che nella più meravigliosa Sapienza è EGLI stesso! Egli l’aveva formata per il terzo grande Ciclo-Azione, e già ne sono sorte delle Opere sommamente benedette. La quadruplice Creazione; l’Anno-Pensiero-ur e l’Anno-Parola-ur; anche la prima Settimana si è perfezionata dall’Azione! O UR!! O UR, chi potrebbe portare e misurare la Tua Ricchezza? Tu vegli con il Fuoco su questa Fonte, sulle quattro scroscianti Correnti della Vita, perché, finché scorrono Fonte e Correnti, proprio così a lungo Tu hai il Tuo popolo-figlio! -

1525. Da Lui e dall’Acqua che fuoriesce risuona l’oscuro bemolle della Mezzanotte. Nessuno percepisce il Tempo tramite il quale corrono dodici rintocchi, e non v’è nessuno che vede quello Spazio attraverso il quale viene portato il suono. Con il primo rintocco, UR si reca nel Santuario. Con ciò è compiuto il Giorno dell’Amore anche in UR. L’Amore si è già affermato come si sono già messi alla prova le altre Caratteristiche in tutta la magnificenza miracolosa. Nella loro successione, c’è la MISERICORDIA!

 

 

IL SETTIMO GIORNO DELLA CREAZIONE

(Giorno della Misericordia)

 

Cap. 7

 

[Gen. 2,1-3]: «Così furono (saranno) portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio, nel settimo giorno portò (porterà) a termine il lavoro che aveva (ha) fatto e cessò (cesserà) nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse (benedirà) il settimo giorno e lo consacrò (consacrerà), perché in esso riposò (riposerà) da ogni lavoro che egli creando ha fatto».

[Gen. 2,4a]: «Queste le origini del cielo e della terra, quando furono creati».

«Ora è venuta la salvezza e la potenza

e il regno dell’Iddio nostro

 e l’autorità del suo CRISTO».

[Apoc. 12,10]

(ancora uno sguardo verso il futuro):

 

7/1 – Immagine delle ultime quattro Ore della Notte del 6° Giorno-ur

1. L’Infinito beve nella Notte il primo suono del Giorno. E’ ancora solo una voce dalla lontana primordiale Profondità, che si diffonde nello Spazio e nel Tempo della sacra eternità-ur. Ciononostante, si raccolgono in questo suono ogni Potere, Forza, Autorità e Vigore, che è per la nuova Solennità. Sì, l’Opera esce dall’Autorità della parte del Cuore di Dio, che si chiama ‘CRISTO’. Sulle sacre Mani, e dalla Fonte, UR porta il Suo ‘CRISTO’ nel Santuario, nel segno visibile per le Opere degli Anni-Pensiero-Parola-Azione-ur, finché ricevano in sequenza il secondo sacro adempimento nel Ciclo-ur.

2. Ecco che Egli cammina da Solo; nonostante ciò, tutti coloro che sono celati in UR sentono questo camminare, che avviene per loro. Oh, quanto sacerdotale è il Suo sacro volto, come scintilla da Lui il nuovo maestoso splendore! I Suoi occhi non sono rivolti in alto? Sì, Egli guarda alla Sua perfetta elevatezza, portandola a coloro che sono stati servili al Suo Amore nel co-sacrificio, e a coloro ai quali era rivolto il sacrificio di questo Amore. Egli porta il segno che aveva spiegato ai Suoi primi la Sera precedente. Solo Sadhana non lo aveva visto, perché prima che Dio le andasse incontro al suo ritorno, per condurla nel Suo Santuario, Egli l’aveva lasciato sprofondare nella Fonte, affinché potesse giungere solamente nella somma santa Notte benedetta, oltre tutto, tra l’Amore e la Misericordia, all’effettiva rivelazione e sviluppo. E anche nella Notte il nome ‘Sadhana’ è potuto diventare visibile in quel segno.

3. Ora è avvenuto! UR porta la cristallite nel Santuario. Egli passa sul prezioso tappeto bianco dello Spazio e guarda in Sé dove riposano tutti i figli sotto le ali dell’autorità dalla Pazienza e dall’Amore, sotto la cui protezione essi sonnecchiano incontro alla nuova esistenza. Un sonno di santa Vita, né staccato né realmente inconsapevole, quello che risulta da questa Notte. Loro lo percepiscono così realmente, come un uomo può vivere in sogno una vita lontana dalla Terra e al risveglio ne rimane sovente il ricordo. Similmente si sta svolgendo con i figli nelle Notti della Creazione. UR li lascia partecipare in questo modo al sacro creare, e conduce ognuno – fatte salve la sua grandezza di luce e la Legge della libertà – volutamente nelle Sue Opere.

4. UR parla con loro nell’alto linguaggio del Cuore, ed attraverso questo essi contemplano il nuovo Giorno. Strettamente connessa a Lui, l’esperienza notturna differisce solo dall’esistenza di un Giorno, cosicché questa rivelerà loro tutte le cose nella consapevolezza, dove anche dalla propria Forza, benedetta da Dio, dalla volontà e capacità, aiuteranno a perfezionare se stessi e anche l’Opera del Giorno, mentre nella Notte il loro progresso viene puramente guidato. Tuttavia, nella Notte viene posta in loro (anche) la facoltà dalla santa Volontà-ur dell’Opera, che dona loro la propria capacità e la propria realizzazione.

5. Questa è la Grazia dall’Onnipotenza della Mano creatrice di UR, senza la quale un figlio, in verità, non può nulla. Soltanto, dato che questa Grazia fluisce in loro nell’inconsapevolezza dell’essere e dell’esistere, loro sono, e rimangono, i figli liberi del Padre. La Grazia del Giorno è di un’altra struttura. Questa sorge da un’altra volontà di operare, fa scaturire altra conoscenza, e deve, e vuole, agire diversamente. Il Giorno della sacra celebrazione porterà il ‘corso dell’alta Magnificenza’.

6. UR officia nella sublime sovranità davanti al sacro focolare, al cospetto del Suo seggio, della Sua Sovranità. Il fuoco guizza pacifico sul crogiolo d’argento come se fosse coperto da un delicato alito, tenendo la sua vita segreta fino all’Ora in cui potrà divampare di nuovo. Egli vi soffia sopra una volta. Questo ATMA non apre ancora la porta del Potere e della Forza, essa è ancora trattenuta dal Potere e dal Vigore. UR ha rivolto un’unica Parola a questa fiamma del focolare, una parola di Benedizione per il Suo popolo che deve attingere da questa stessa, nuova Forza e ricca Vita, per il nuovo Mattino. La fiamma gli da’ una silenziosa risposta. UR tiene l’elevato maestoso cristallite, benedetto e purificato, nella Fonte del santo ‘COMPIUTO’, nel fuoco; ed ecco, diventano visibili le rune, anche il nome SADHANA scintilla argenteo.

7. Allora gli Occhi soavemente scuri di UR risplendono in magnifici fini raggi in una meravigliosa maestosità. E ora Egli prevede coscientemente dal Suo pieno Essere-ur il Giorno della Misericordia, per i Suoi cari, senza che da questa previsione si arrivi arbitrariamente al perfezionamento secondo il Potere del Creatore. Oh, anche il nuovo si poggia su entrambi i grandi Fondamenti della Creazione, a cui non viene dato il cambio; piuttosto, saranno maggiormente perfezionati nel settimo Giorno, nel ‘Giorno della salvezza’!

8. Allora convoca i Suoi primi, i portatori dei raggi della Vita fondamentale: Sadhana e i principi. La Sua parola somiglia ad un alito nella Notte disseminata di stelle, è come un mistero che viene su un uomo solitario che non può udire il segreto alito della vita di una notte di stelle, perché il suo orecchio esteriore ascolterebbe invano il suono della vita. Tuttavia lo può percepire. Così, anche se nello stato altamente spirituale, i primi odono in sé quella ‘chiamata di UR’ che non li tocca esteriormente; perché non la potrebbero percepire nella consapevolezza del Giorno. Loro seguono la chiamata solo nell’esperienza spirituale interiore.

9. Si liberano dall’essenza velata della Notte della Creazione e si accorgono della viva luce per loro invisibile. Le loro anime sono tenute dalla Benignità del Creatore. Così camminano (spiritualmente) e stanno davanti al sacro focolare, davanti all’Onnisanto che si è rivolto a loro. I loro cuori adorano. Allora Egli li tocca con le Sue mani e passa dinanzi a loro, verso l’esterno del Santuario. Loro seguono…

10. La sacra acqua rumoreggia e scroscia, velata dalla luce, (così) che nessuno veda come genera la vita più sublime e sacrifica la nascita al nuovo Giorno. Nella seconda chiamata, UR tocca i primi, i quali stanno con Lui presso la magnifica Fonte della vita. Considerato che i loro cuori vedono quel flutto che dall’eternità-ur benedice invisibilmente l’Anno-Azione-ur e i figli viventi nati liberi, loro vedono questa profondità del Creatore; ed è bene che per ora non abbiano nessuna consapevolezza del Giorno, essendo stati custoditi nella Notte. Così conservano la libertà dalla libera Grazia, che vale per la consapevolezza della vita del Giorno.

11. Tuttavia, nella visione della profondità del Creatore, il loro animo celeste è trattenuto saldamente dalla Grazia proveniente da UR, dal suo segreto Creare colmo di Benedizione. Con ciò i viventi Pensieri-figlio, autoconsapevoli, portano (adesso) in sé l’indissolubilità di UR. Ora vedono dai trascorsi sei Giorni dell’Anno-Azione, come l’Opera scivola dal settimo Giorno alla Sera, alla magnifica-maestosa incoronazione dall’Atto e dal Sacrificio!

12. Nel mistero della Grazia vincolata vedono come il caduto viene raddrizzato di nuovo nella solenne Aurora, poiché tutte le cose sono in UR! Da ciò riconoscono il meraviglioso riflesso, e Sadhana vede se stessa. Non la grazia dal Giorno, che loro non comprendono appieno, che però, all’alta Mezzanotte consentirebbe loro di contemplare in anticipo il nuovo Giorno della Creazione (il settimo), avendo potuto portare a Sadhana la salvezza ultima voluta, che dalla Notte è Grazia, preservandola da una completa distruzione per il principio della conservazione mai conosciuto, mai percepito nel momento della più sublime tensione quasi insopportabile della Legge della libera volontà. Presto comprenderanno questa santa Legge.

13. Invece la Grazia segreta che UR ha dichiarato come ‘vincolata’ perché lega inseparabilmente con Lui tutti i Pensieri di vita e tuttavia non annoda i figli nati liberi nel senso di un incatenamento, ma si chiama giustamente ‘la Grazia dell’eterno Patto-ur’, è questa che ha conservato fedelmente la Vita alla prima figlia della Creazione! Il Mattino porterà una Luce che irradierà nel modo più magnifico questo ‘buio della salvezza’. Sì: il solenne Giorno della Festa lo rivelerà!

14. L’immagine della Grazia è come un Sole. In futuro si vedranno come ‘Pensieri non nati in UR’, e già allora, portanti alla propria Vita consapevole, all’impulso della volontà che si rivelerà mentalmente come un mare di luce, formalmente come UR. Per quanti ampi cerchi abbia tracciato un Pensiero non ancora nato, come un’onda fino all’estremo limite del mare di luce volendo uscire dalla riva qui e là, quello che vedono ora percettivamente, – ciò che devia, spinge incessantemente indietro al centro, fino al Punto centrale del mare di luce. Il mistero di questa ‘Notte della Rivelazione’ è il Patto, è Grazia vincolata, che tiene con Sé proprio tutti i Pensieri, senza essere l’adempimento involontario, né il corso immutabile della Creazione oppure la costrizione di un vincolo arbitrario. La Grazia vincolata non la rappresenta mai.

15. Nella visione del futuro, il più maestoso della Grazia vincolata è da donare agli alti, come UR li chiamava, come dolce ammonimento del nuovo Giorno sommamente benedetto della Creazione, come un ‘aver parte in UR’. Questo fa scaturire un continuo riflusso di tutte le onde al centro del mare di luce. Così vedono anche la caduta di Sadhana (in rispondenza): dapprima scroscia come l’onda più bella sulla superficie argentea scintillante del Mare-ur, procedendo dal centro e lambendo molto presto i limiti a lei assegnati. ([Giobbe 38,11]: «E dissi:’ Fin qui tu verrai, e non oltre, qui si fermerà l’orgoglio dei tuoi flutti»).

16. Poi attizza una tempesta. Selvaggiamente, non imbrigliata, s’inalbera, e in tal modo si perde in incalcolabili piccole onde, le quali frantumano la forza raccolta dell’onda madre, volendosi spingere inutilmente oltre gli argini dell’Opera. Fin dove giunge realmente il mare di luce, non viene nemmeno mostrato ai primi. In UR non esistono limiti! Il mare ha lasciato dividersi l’onda – per loro inconsapevolmente – tramite la creazione quasi sterminata di figli da parte di Sadhana. Se lei avesse compiuto da sola la sua caduta – i principi lo notano rabbrividendo – l’onda principale piena di forza creativa, perché proceduta direttamente dal centro della luce, avrebbe inondato il limite della condizione, avrebbe distrutto molto, dissolta se stessa in eterno.

17. Qui è intervanuta la Grazia vincolata. – La Grazia libera aveva insegnato alla figlia della Creazione di percorrere le vie del Giorno nella propria libera volontarietà. Il creare di molti esseri non era stato previsto. Ma quanto magnificamente UR ha fondato l’Opera dell’Anno-Azione – previsto con suprema Sapienza – sui due noti Portatori del fondamento, questo si è affermato qui nel modo più meraviglioso. Proprio ‘l’adattamento incrociato’ delle due Polarità poteva condurre da solo all’alto perfezionamento. Infatti, la Grazia vincolata era stata collegata per prima alla Legge della libertà, …perché presa dalla Notte precedente per la quadruplice Creazione; mentre la Grazia libera del Giorno, successiva, fu fondata sulle condizioni poste giustamente e riservate a UR.

18. Ora (i primi) vedono disprezzato il primo-Fondamento, l’arbitrario utilizzo che fa della seconda parte dell’Opera-parziale, non corrispondente alle condizioni; perciò viene consegnata alla Grazia vincolata, ed è essa che – indipendentemente dai due Fondamenti – eleva l’opera di distruzione ad una formazione particolare senza uguali. L’estensione della forza ricevuta dall’eccessivo utilizzo della libera volontà ha portato inevitabilmente all’opposto, cioè alla frantumazione, alla suddivisione della Forza concentrica.

19. L’interminabile venne in questo modo contenuto e non poté infuriare seriamente oltre i limiti del mare di luce imposto dall’Opera. La Grazia vincolata lasciò divenire la Benedizione nell’indissolubile relazione come primo Principio-ur, e l’onda frantumata ritornò a Casa nelle sue singole parti di massa. Adesso continuò a regnare la Grazia libera, poiché si mostrò che cosa aveva fatto scaturire per la Grazia fraterna nella Luce dell’Amore e nel Giorno di questo. La Notte avrebbe rivelato se l’onda, una volta ardente di forza, avrebbe di nuovo potuto avere la sua ‘Unità’. E i primi hanno questa visione.

20. Dall’Ordine venne la luce beneficiata del primo Giorno della Creazione come consapevole essere vivente, e da questo, Sadhana potrà ottenere di nuovo il suo seggio del trono. I suoi sforzi per riparare le avevano creato la possibilità di una nuova presa di possesso nel modo più glorioso, poiché il suo sincero pentimento ha prodotto anche vera espiazione.

21. Sadhana, all’ultima Sera, non poteva espiare per se stessa più abbondantemente, poiché con ciò, nel ricco ornamento del suo rimpatrio voleva portare il resto – non leggero – della Croce della Creazione nel Santuario, e pregare davanti al sacro focolare che le accadesse quanto UR – come ‘Figlio dell’Amore’ – aveva sofferto a causa sua. Allora la Grazia vincolata che regnava su di lei divenne quella assoluta libera. Soltanto, non le era più toccata, no! Ora ne era anche partecipe come possesso auto acquisito; e questo, i primi lo vedono qui. Non soltanto brilla sul seggio del trono di Sadhana, …oh, nella Sapienza e nella conoscenza vedono come la pienezza del miracolo giunge su tutti i figli, su tutta la Creazione.

22. UR li chiama di nuovo nell’interiore, innanzitutto i principi, perché il loro libero ‘dare’ della prova della libertà esige una ricompensa particolare, da cui è da prelevare la ricompensa della schiera dei figli come anche quella dall’auto espiazione di Sadhana. Il desiderio dei principi, sul caro nome della prima figlia sulla cristallite creata, sul diritto di primogenitura, sull’Ataraus, su tutto ciò che Sadhana possedeva una volta, ridesta di nuovo, per sé, ciò che dal più profondo motivo era stato implorato per UR, per la Gioia del Padre, e giace come realtà al di sopra della Fonte della Mezzanotte. Loro vedono come sale, solennemente maestoso, giacere come un puro fiore, pronto ad essere sollevato dalle sacre acque. La chiamata di UR è molto soave e delicata, comunque determinante, indicando quella via che non hanno mai e poi mai percepito con una tale beatitudine, come ora nell’ascoltare la Sua parola e nell’eseguirla.

23. Dovrebbero immergere le loro mani nella Fonte e coglierne ciò che è divenuto; dovrebbe essere consegnato alla Sera, nella sua magnificenza. Se i principi ricevessero questo invito nella piena luce di un Giorno, pregherebbero giustificati: ‘O UR, o Padre, questo deve rimanere riservato a Te stesso. Solo le Tue mani di Creatore si possono immergere nell’onnipotente Fonte della Tua Personalità-ur! Noi, Tuoi figli, possiamo solo starle davanti solennemente, con letizia, gloria e ringraziamento nell’interiore dalla grazia notturna del Patto, per assistere che cosa fanno le Tue mani!’. – Così e non diversamente chiederebbero, se nel Giorno potessero sperimentare l’immensità di questa Notte.

24. Un segreto operare è steso su «…allora, dalla Sera e dal Mattino fu un altro Giorno», e gli angeli lo sperimentano attingendo dalla Notte. Con ciò, il loro essere ultra rabbrividisce d’umiltà, ed esitano a prendere ciò che la sacra Notte concede. Solo la seconda chiamata, ancora soave, li libera dall’incantesimo reverenziale. Allora s’inginocchiano, alzano in alto le loro mani e vedono davanti a sé la sacra fiamma del focolare. In questa vi mettono dentro le loro mani, che non vogliono sapere nulla della colpa voluta del Giorno passato. La prova della libertà giustamente compiuta le aveva tenute sempre pure.

25. Nonostante ciò, sono spinti a lavarsi nel sangue del Sacrificio. La loro umiltà è regale, adeguata all’inaudita umiltà di UR di sacrificare il proprio amore! E’ un riflesso del vecchio e, contemporaneamente, la meravigliosa visione del nuovo. Solo dopo aver bagnato nella fiamma le loro pure mani come un pezzo della luce dalla Luce di UR, eseguono il sacro ordine della grazia del Patto.

26. Ma cosa avviene con loro? Oh, non potrebbero sopportare la letizia nel Giorno, ne verrebbero cancellati, come anche un figlio può essere cancellato da una colpa non estinta. E’ inafferrabile ciò che in loro si realizza pieno di vita. In verità, se portassero tutto questo in tutto il Giorno della Festa, in seguito starebbe infinitamente glorioso davanti a tutte le Opere già incoronate di questo Giorno, nel quale UR riposerà dal lavoro delle Sue mani!

27. I suoi primi, devono essere attivi per questo, considerato che il riposo salvifico è già iniziato con la Mezzanotte? E cosa rappresenta? Anche questo creare lo dimostra. I principi, prima di tendere al gioiello, uniscono le loro mani. Sempre più vengono inondati di delizia, finché non sono più capaci di un accrescimento. Ciò che è destinato al regnare della Misericordia, con felicità, magnificenza, pace e benedizione, ha stimolato in loro una nuova vita. Così bene, così facilmente può continuare a fluire verso coloro che, altrettanto, portano in sé dell’Essere-ur.

28. Loro attingono una Perla. Quando volteggia sull’acqua, diventa visibile il nome ‘Ataraus’. Il Sole di Sadhana che Muriel voleva restituire come sfera d’oro nella giustissima condizione all’Onnipotente, perché così sarebbe stato meglio per Sadhana al livello della prova della libertà. Ora la Grazia del Patto ha esaudito la richiesta d’amore dei principi. Consegnano a UR l’Opera del Sole, ma la ricevono indietro; e così la consegnano a Sadhana, le cui mani si aprono grate per il dono. Nessun pretendere come una volta, nessun afferrare per il possesso, no: è l’umile accettazione di un prezioso dono del Mattino, con cui un Re sa rendere felici gli appartenenti alla Sua Casa!

29. Dove sorse la misera formazione di quel mondo della caduta della Creazione, viene messo l’Ataraus (il nuovo) come ormai prima fonte di luce nell’anello dei Soli della Misericordia. Non è più il posto lontano di quando la figlia si era scostata il più lontano dal Centro. Il nuovo Giorno, che concluderà la prima Settimana dell’Anno-Azione, mette l’anello dei Soli dell’alta Caratteristica intorno alle sfere; e i primi vedono questo meraviglioso collegamento dalla camera del Cuore del Padre-UR verso l’ampiezza dello Spazio e del Tempo, e la meravigliosa relazione dell’elevatezza con la profondità. La parte orizzontale della Croce è dal PADRE a DIO, quella verticale dal SACERDOTE al CREATORE.

30. Le sette sfere dei Soli con il Santuario che domina centralmente al di sopra di esse, formano visibilmente una CORONA. Non vi è nulla di lontano o vicino, nessun sopra e nessun sotto; e sebbene nella santa quadruplice Entità consistono pure delle quattro camere del Cuore, tutto è ora unito in questa più bella eterna Corona della vita. Il diadema porta un Nome, divampa nella magnificenza del dominio, nel raggio del flusso del Suo Potere, Forza, Autorità e Vigore. Esso è:

UR-IMANUEL!

31. Quando i primi vedono questa Corona, coprono il loro volto con le ali. Sono sopraffatti dal sacro avvenimento che han potuto ricevere dalla profondità di UR. Il fasto del Creatore inonda per lungo tempo la fonte e i primi, ma lentamente si riapre la loro visione, perché loro, come santificati in questa ‘alta Notte’ devono pre-vivere questo nuovo divenire, affinché – quando arriverà il Mattino – UR possa porre il lavoro su di loro. Non Lui solo vuol muovere le Mani nel Giorno della Festa. Oh, no! Egli ha eletto i Suoi portatori educati con la Pazienza-ur, a destare il nuovo essere e la vita attraverso di LUI. E quanto magnificamente avverrà questo!

32. I Suoi occhi risplendono luminosi, nella gioia del Creatore, che può ben possedere solamente il Santo-eterno, l’Unico-eterno e veritiero. Egli ha appunto preformato le Sue Opere in Eoni e le conduce, ora incoronate dalla Croce dell’Amore, da un perfezionamento all’altro. Tutti i simboli del Giorno stanno scintillanti sul sacro focolare; nemmeno la velatura notturna può nascondere del tutto il loro splendore, perché là uno si riflette nella magnificenza dell’altro, particolarmente nella Corona, giunta per il dominio del Giorno di Festa! Si sprigiona continuamente del nuovo scintillio, e corre ‘greve’ all’Ora di Grazia, che viene annunciata dalla Croce come il primo Tempo del nuovo Mattino.

33. Un raggio della Croce colpisce Sadhana e i principi della Vita, i quali stanno in ginocchio dinanzi all’Onnipotente; questo toglie i delicati veli che avevano gettato su di sé per riverenza. Guardando in su, vengono formalmente sommersi dalla ‘Luce delle Acque notturne’, che si raccoglie in un’inafferrabile accrescimento sul maestoso volto di UR. Da questa Luce eternamente vera ne passa una parte su di loro, prepensata dall’Onnisanto nel suo Cuore, quando il terzo GIORNO (di questa Settimana) dell’Anno-Azione-ur si era (talmente) perfezionato che Egli vide già dinanzi a Sé, in quella Notte, per il quarto GIORNO (Giorno del Testamento), il futuro ‘Compiuto’ nella Sapienza sacerdotale.

34. A quel tempo, UR come sommo Sacerdote Melchisedec aveva incluso in questo meraviglioso perfezionamento la possibilità di una definitiva immolazione, non soltanto la Propria, bensì anche quella dei figli fedeli. Adesso si rivela ciò che era stato in passato, il quale – partorito santamente dall’alta Sapienza – viene restituito di nuovo oltre ai Giorni della Serietà, della Pazienza e dell’Amore, nella Sua originaria notturna detenzione del creare onnipotente. Ma ora la parte dei fedeli viene annunciata come una nuova azione, come

“Aiutare a co-santificare!”

35. Il ‘Libro delle azioni’ e i rami verdi diventano visibili, dato che vi giacevano sopra al quarto Giorno, quello della Serietà e dell’Ordine (Giudice), al quinto Giorno i rami della Pazienza e della Sapienza (Avvocato), e al giorno della Croce (il sesto) erano dominanti i rami dell’Amore e della volontà (Difensore), il ramo di Sadhana era rimasto sempre al di sopra, e quello della Misericordia giaceva pre-conservato. Ora ai primi si apre il Libro della Vita della Creazione che prima consisteva in due Libri, quelli della Creazione e della Vita, ma con il ‘Compiuto’, ora sono diventati un unico. UR posa sulla pagina aperta – il cui titolo i primi possono leggere – il ramo di nuovo deliziosamente verde di Sadhana; e al di sopra di questo viene steso il ramo di Gabriel-Pura. Sono due parole:

“Il MIO GIORNO della FESTA!”

36. Niente altro! Il Sole-ur indora la scritta. Sì, è scolpita dalla sostanza di luce dell’eterna donatrice della vita, è la sua Sostanza. Quindi si rivela anche l’avvenimento di allora, non decifrato dai primi. Allora UR aveva ancora taciuto.

37. In questa scrittura del Sole il loro proprio fuoco e quello di tutti i figli luccica, in particolare quello di coloro che hanno superato la prova della libertà della Creazione. UR, nel Giorno della Sapienza ha detto che avrebbero potuto portare anche del Suo Fuoco, che non si sarebbe spento nemmeno nelle Notti, se lo avessero formato in modo giusto creativamente attraverso la propria azione (cap.3,59). Oh, coloro che stanno alla destra di Dio l’hanno innalzato, e ora è contenuto nella scritta infuocata del Libro della Vita della Creazione. Nel proprio maestoso Giorno della Festa di UR, fiorisce anche il loro. Ora è il Giorno del riposo del SIGNORE! La prossima volta un eterno buon Padre creerà del tutto Solo e donerà ai figli quel tempo di cui sta scritto: «Loro riposano dal loro lavoro» (Ap. 12,13).

38. UR non approfitta per Sé preparando il Suo Giorno di Riposo nella Propria perfezione, poiché il Suo perfetto è comunque commisurato abbondantemente alle Opere affinché giungano alla meta prepensata: la volenterosità dei figli al sacrificio, inclusi nell’Opera della Corona! Questa è lo sgabello dei Suoi piedi, su questa Egli li posa, e la Sua supremazia, il GOLGOTA, comporta nell’insospettata Nobiltà, il Giorno di Festa dei figli. Già in questa Notte lo sta preparando.

39. Questa reciprocità, l’espressione degli imponenti Fondamenti, è stata impressa ad ogni Creare come un sigillo speciale dalla più sacra Serietà all’inizio del Ciclo-Azione. Muriel lo ha espresso nella buona conoscenza, che potessero cogliere la loro luce da UR e che anche Sadhana potesse contemplare la sua luce nella sacra fiamma del focolare. Dopo, UR parla della scuola fondamentale della vita. Ora la perfezione dei Giorni passati, e attraverso così tanto lavoro delizioso, benedetto, deve diventare la Pietra fondamentale del ‘GIORNO del SIGNORE’, poiché ciò che questo porterà con sé è l’ultimo Benedire del passato ed è una preparazione per la seconda Settimana dell’Anno-Azione.

40. O inafferrabile beatitudine! O gioia inesauribile! I primi di UR raccolgono con fervore questa gioia, facendo ben attenzione a metterla come fondamento, sul quale può stare il nuovo, e per tutti i figli che abbiano la loro piena giusta parte nella Benedizione. Questo è il loro pensiero che li domina.

41. Su di loro viene ancora qualcosa di elementare, cosicché vedono del tutto sopraffatti nel maestoso Volto. Una ripetuta immolazione di UR! Uno senza inizio, senza fine, come EGLI era, è e resterà eternamente! Vedono sorgere dal nuovo Atto del Golgota, che raggiunge la sua mai afferrabile fine del Potere, e sul Golgota sta la Parola: “Mia è la Vittoria!”

42. In verità, nemmeno i principi con la loro complessiva via del co-sacrificio, nemmeno il bere tre volte di Raphael dal Calice della Creazione riempito con l’amarezza, sono autorizzati a pretendere una parte di questa Vittoria, perché nel sacro Buio di questa Notte diventa loro chiaramente cosciente che cosa significa davvero il Sacrificio-ur! Certamente il nuovo Mattino si rivelerà per la crescente beatitudine dei figli, ma nessun Giorno è in grado di sopportare ciò che UR attinge in pienezza dalla Fonte del Suo Cuore.

43. Ogni Giorno ha goduto di un Sacrificio, e se il suo ‘Compiuto’ doveva essere portato sul sacro focolare, doveva essere colto da UR e dai figli, indipendentemente se UR lo facesse consapevolmente. Oh, EGLI solo portava in Sé ogni Potere, Forza, Autorità e Vigore; EGLI solo era la Totalità di tutte le cose, non per ultimo la possibilità di perfezionamento dei figli! EGLI solo poteva portare, sostenere, dare e riprendere tutto; EGLI solo ha donato la Sua Ricchezza, la Sua inalienabile Proprietà! Quale inafferrabile ‘CONCEDERE’ ne era collegato!

44. La conoscenza grava beatissimamente sui primi, su Sadhana, su coloro che, prevedendolo, si rendono conto del sacrificio della Misericordia. ‘O UR, fermaTi! FermaTi! Non riusciamo quasi più a prendere su di noi l’ultra magnifico!’. Nondimeno, loro sono gli angeli forti, e in questa Notte il Creatore mette alla prova fino all’estremissimo limite il portamento degli Eroi celesti. Egli sa il perché accade questo in tal modo.

45. Prendendo volonterosamente su di sé un peso di Grazia dopo l’altro per portare anche in questo la più alta umiltà come contributo, comprenderanno l’insegnamento sulla scuola fondamentale della Vita, nella quale UR vuole educare i figli a Sua immagine. Nell’irraggiamento del Sacrificio del Golgota, i ‘fedeli’ hanno già raggiunto quest’immagine: il supremo Giorno della Festa donerà la stessa Benedizione anche ai ‘ritornati a Casa’.

46. UR porrà la regale Misericordia in mezzo alle creature, in mezzo ai Suoi figli! EGLI sacrificherà il Suo Giorno di Festa! Il tributo della fatica del molto creare, del Suo dono del Sangue e l’Atto della redenzione, la Vittoria, Egli metterà tutto nelle loro mani. Il GOLGOTA non potrà mai essere del tutto afferrato, ma nemmeno questo Sacrificio! Il simbolo di questo è la Palma della vittoria. Ed Egli vede camminare i figli sotto la luce del Suo Sole, vestiti in bianche vesti, gioendo ed esultando. La successiva Settimana di lavoro mostrerà quindi se da loro stessi, nel nuovo creare, fortificati dal Giorno di Festa, poseranno questa Palma, sacrificando, ai piedi del loro Padre-UR.

47. Egli farà venire sui Suoi figli la pienezza della benedizione della Misericordia, e il Suo Giorno di Festa della Creazione diventerà il loro. Non potranno ricevere nessun Dono e nessuna ricompensa in modo più regale. – Si, la ricompensa! I principi non hanno voluto proteggere allora la Sua Santità? E non hanno continuato a rinunciare alla loro Vita di luce, come lo hanno fatto tutti i primi del Suo Seggio, come tutti i Suoi buoni figli? Hanno sacrificato la loro figliolanza e la loro beatitudine! E Sadhana …? Oh, ora viene rivelata tutta la verità su di lei. Durante i primi cinque Giorni della Creazione, la favorita di UR non era mai stata avvantaggiata; lei era rimasta sempre dietro ai principi. Egli aveva creato i Suoi Giorni con loro, non con Sadhana; e lei lo aveva riconosciuto con vera umiltà.

48. La sua umiltà era da valutare ancora di più perché ha accettato di cuore questa cosa: ‘Come lo fa UR, così è ben fatto!’. Anche se ha posto qualche difficile domanda, la sua umiltà è rimasta pura comunque. UR aveva nascosto la Sua gioia su Sadhana perché non era ancora giunto il suo tempo, ma dato che aveva questa gioia di giubilo nella Sua prima figlia attraverso delle Creazioni, per questo Egli ha portato l’incomparabile maestoso Sacrificio per Sadhana! Non potevano essere soppesati facilmente i Giorni della sua umiltà con le Ore della sua caduta!

49. I primi, quando riconoscono quest’immagine e insieme a questa anche il Sacrificio della Misericordia, s’inginocchiano. Però, la loro ‘pre-scuola’ non è ancora terminata in questa Notte. Notano anche che nulla è avvenuto inutilmente, nemmeno la povera formazione del mondo. Persino la piccola Terra sarà un punto centrale nella luce dell’Ataraus, diventerà la cima del monte Mahapatra una volta sacro. Sì, la Terra ha portato la Croce, …un eterno simbolo del terzo elemento-ur. Il dono di allora, la gioia del Creatore sollevata dalla beatitudine della Creazione, è ora diventata la ricompensa per tutti i figli. La gioia di UR e la loro beatitudine si sono completati, così come i due Fondamenti, attraverso il Golgota, han potuto ricevere nella Legge dell’Opera il loro reciproco pareggio.

*

50. La sacra Fonte illumina ancora di più, come se da ciò che è passato si formi del futuristico. I primi si vedono ritrasferiti nella Casa della Volontà. A quel tempo (cap. 4,67) avevano sospettato solo vagamente il senso della gloriosa risurrezione e che cosa potesse significare. Adesso, al punto centrale della conoscenza più recente, vedono l’insegnamento alla luce del Potere del Creatore. Oh, loro stessi sono dei risorti, poiché (adesso) vedono di più di quanto si possa dare ad un pieno Giorno. Anche l’Anno-Azione-ur viene pietosamente illuminato. La risurrezione terrena di GESU’ sarà per l’intero popolo-figlio una Risurrezione spirituale-celeste.

51. Dalla caduta e dal peccato la tomba fatta saltare dal SIGNORE è diventata nuovamente visibile ai primi; anche la tomba degli smarriti, la loro ignoranza del ‘non-aver-ancora-parte’ al corso dell’Opera del Giorno, ma, oltre a ciò, alla loro edificazione. Infatti, la tomba di GESU’ ha condotto i ‘caduti’ alla conoscenza, al riconoscimento, al pentimento e, …al rimpatrio! Questo era il Simbolo-ur segreto, posto non volutamente, ma incluso nella più fedele previdenza, se in futuro fosse stato necessario.

52. Dato che dei figli, quelli del Giorno dell’Ordine, possono partecipare all’Operare sacro-notturno senza danno per la loro libertà, per questo è stata fatta scoppiare anche simbolicamente la tomba, e l’Opera-ur è risorta nei Suoi figli alla maestosa magnificenza! La Misericordia dimostra che la Sapienza ha agito molto bene, perché ora la ‘Grazia vincolata’ nell’irradiazione della Redenzione della ‘Grazia libera’ ha aperto anche la tomba delle Notti della Creazione. E’ stata rotolata via la pietra pesante! Dei figli possono portare una parte delle Notti!

53. I primi si inchinano profondamente ed esclamano: “TU, o UR, sei degno di avere il Potere, l’Onore, la Gloria e l’Adorazione!”. In tal modo, l’Amore è pienamente incoronato e la Palma della Vittoria è già data a COLUI cui spetta unicamente. Questo, per UR! Per i figli è stato aperto il Testamento e, oltre ai primi, tutti sono eredi della ricchezza con pari diritti. Allora ancora una volta si inchinano per tutti i figli nell’adorazione silenziosa, senza fine.

54. UR non vuol mai smettere di riversare nuove gioie. Egli stesso soppesa la validità giuridica del Testamento. Nella coppa destra posa il Suo Sacrificio, nella sinistra la libera amorevole obbedienza dei principi che avevano sostenuto per sé – e nell’esempio per l’intero popolo – la grande prova della libertà per l’amore a UR. Sì, Egli posa persino il risultato dei primi cinque Giorni dalla Sua parte, mentre da quella dei figli viene aggiunto unicamente il sesto Giorno dell’Amore. Ma guarda, la bilancia mostra lo stesso peso!

55.  È davvero così? Oppure da parte dell’obbedienza dei figli – forse in segreto – giace una parte della Grazia vincolata, oppure della libera? Dev’essere data loro, non diminuita, la gioia della salvezza? Sì, a loro è sembrato come se UR abbia fermato un poco la coppa dei figli, come se su di essa fosse venuto un dolce alito dalla Sua ‘Bocca di Creatore’, in modo che diventasse visibile l’equilibrio.

- Allora i primi, nell’umiltà sacrificante, non vogliono nemmeno loro sminuire la gioia di UR, e si chiudono al profondo Sguardo: “Grazia, UR! La Tua Grazia, il lato destro della Tua Bontà! … Ah, UR, non vogliamo essere altro che figli Tuoi!”

56. Con la Bontà e la Grazia in coppia con la Longanimità e la Mitezza, così l’Onnisanto irradierà il Giorno in arrivo, che Egli coglierà dall’umile amore dei Suoi primi. Tutti, cominciando da Sadhana fino al più piccolo figlio della luce, partendo dai principi fino all’anima più povera dalla caduta, guadagneranno dalla Misericordia nel suo Giorno di Festa il giubilo della loro vita, che li eleverà fino a UR, il Quale rivelerà loro il Sacrificio in vista dei due Fondamenti. Vi sarà tuttavia da svelare la libera obbedienza del Figlio dell’espiazione che è stato fedele ed obbediente, anzi, obbediente fino alla morte sulla Croce della Creazione!

57. I notturni lo sperimentano[70] come in una realtà del Giorno; loro devono essere gli attivi nel Giorno della Festa, perché UR vorrà riposare. Perciò vengono ulteriormente introdotti. Nel Santuario – ah, si guardano stupiti intorno, perché è così abbondantemente maestoso – UR tiene il sommo Servizio della celebrazione della redenzione. Non ne aveva già parlato Gabriel (cap. 6,300) all’inizio del sesto Giorno? In verità, in quale profondità ha guardato quella volta il principe! Viene eseguita la piena redenzione di tutti i figli e… la redenzione da UR, che EGLI ‘scioglie’! Non avverrà un Sacrificio nel senso del Golgota; si rivelerà piuttosto nella consegna di una gran parte della vittoria di UR a tutti i figli.

*

58. Gabriel si inginocchia presso la sacra Fonte della Mezzanotte. – Come splende seriamente il suo volto nel riflesso rispondente all’archetipo del volto di UR. Alza in alto le sue chiare mani come nell’ultima gloriosa adorazione, e senza essere invitato le immerge nell’acqua cogliendone la corona del Creatore. Alzandosi, la passa nelle mani di Sadhana e dei principi, e poi sta dinanzi a UR. E’ verità che l’Onnisanto si chini? Oppure sembra così ai benedetti? Gabriel Gli mette la corona sul maestoso Capo tutto divampante di luce ardente; e vedono come le Sue mani si posano su quelle di Gabriel.    UR ha incoronato eternamente Se stesso!    A LUI appartiene il Diritto e il Giudizio! Egli si incorona con le Sue Opere! Non il principe come figlio poteva fare una tal cosa; davanti a Lui stava il Raggio della Vita fondamentale, personificato della Misericordia. Questo diventerà visibile per tutti i figli quando la campana della salvezza annuncerà la seconda Ora del Giorno. UR non diminuisce nulla della loro beatitudine, come nemmeno nulla del Suo giubilo da Creatore. Tutto, tutto questo si riversa dalla Fonte-ur nelle quattro sacre correnti come un tuonante, scrosciante GIU-BI-LA-TE per il Giorno della Festa.

59. Ora che l’Onnisanto con la solennità tutta irradiante illumina questa Notte della Creazione per il Suo popolo affinché sperimenti nella sua luce ciò che poi verrà formato a realtà, allora i notturni vedono la ‘Redenzione di UR’ (da non confondere con la redenzione creativa). Loro non si rendono conto di questa santa visione così coscientemente come quelle che hanno vissuto finora, perché la futura beatitudine verrà data soltanto nel (durante?) Giorno. Perciò, nei figli, è più un ‘portare-certissimanente-in-sé’, che non nell’aver raggiunto il Padre-UR e, attraverso di loro, i figli. Tuttavia, attraverso il Padre, e unicamente in Lui, i figli, l’unità a cui ha teso UR fin da degli eoni senza rinunciare alla personale Vita-figlio.

60. Questa unità non significa quell’interrogatorio che sarebbe dovuto avvenire obbligatoriamente senza la redenzione, in cui UR avrebbe accolto in Sé tutte le sostanze date dall’Opera, anche e soprattutto l’autocosciente esistenza dei figli. ‘L’eterna partecipazione all’alto sacro principio-ur’ non rientra sotto nessuna riunificazione, perché esso di per sé rimane sempre unito alla sua più intima anima essenziale con il principio-ur. Solo dalla formazione personale di Pensieri con l’inizio dell’Anno-Azione-ur risultò il ‘secondo collegamento per il Principio creativo’. Una volta raggiunto questo, avrebbe assicurato alla creatura la sua imperitura personalità in virtù della Grazia del Patto, che attraverso l’unificazione della redenzione viene soltanto accresciuta, ma mai annullata!

61. Il divenire uno è in un’evidente chiarezza, così che i primi aprono le mani a mo’ di coppa, per raccoglierlo. UR ha staccato da Sé con l’Atto, attraverso il Suo sommo Sacrificio, la Sua incommensurabile ricchezza di Pensieri: ‘la Sua cara Opera-figlio’. Essa non è più una ‘parte costrittiva’, bensì una ‘parte libera’ nell’Essere-ur accanto alla Sua personalità-ur! Questo ‘staccare-da-Sé’ è da considerare come quella redenzione che GLI ha portato il Suo Sacrificio. Infatti, osservare il Suo Bene dei Pensieri come un possesso vivente inseparabile e perciò non autosufficiente, come avrebbe mai potuto procurarGli il vero giubilo da Creatore? Questo non avrebbe mai in eterno potuto essere degno del Suo supremo impulso del creare; e su questo, in vista dei Giorni formati singolarmente, sarebbe stato da registrare una gioia dell’Atto? Non avrebbe avuto questo, piuttosto, una parvenza di un’autoinganno?

62. No! UR è troppo santo, troppo onnipotente per creare delle Opere sparute! L’Indipendente è Maestro di tutte le cose. Così il maestoso Spirito del Creatore ripaga con il Ciclo-Azione questo ‘DISTACCO’ dalla Sua personale Solitudine-di Dio. Tuttavia, già la Creazione divisa in quattro, l’inizio del Ciclo-Azione, ha portato il Suo proprio santo ‘Redento’ nel brillante Faro di un “COMPIUTO-UR”!

63. Egli ha staccato da Sé la Sua Opera-figlio, l’ha prodotta dalla gran parte del suo Potere, Forza, Autorità e Vigore, l’ha resa indipendente, e proprio attraverso questa indipendenza l’ha unito con Sé nella più sublime Fraternizzazione nell’eterno Patto valido!Egli ha costruito quest’Opera di ‘distacco’, principalmente sull’adempimento della prova della libertà della Creazione.

64. Il Suo impiego-ur come fondamento di base verso la verifica della Creazione, il Sacrificio dell’Amore, giace come prezioso gioiello sul puro specchio della Fonte. I notturni lo vedono per la frazione d’un attimo e… ne restano abbagliati. UR immerge le Sue mani in mezzo al Cristallo e modella e lavora. Quando l’accecamento dei primi si è disperso, la Sua opera del Sabato è compiuta. Egli la mostra ai Suoi primi, e quando questi osservano la forma dell’opera, riconoscono quella parte della redenzione: a Sadhana, allo scopo della compensazione della Creazione, doveva essere lasciata la stessa alienazione della Forza, come la complessiva ai sette principi, indipendentemente dal fatto che avessero ricevuto, secondo l’Opera, solo un terzo di ogni forza di un Giorno della Creazione.

65. Ah, ma questa è perfino quella stessa Bontà: UR ha posto la libera obbedienza dei Suoi principi nel Suo ‘distacco’, nel Giorno del dominio della Croce. Perciò tutti i figli, in qualunque modo si svilupperanno Spazio e Tempo, rimarranno sempre il ritratto personale santificato del loro Creatore UR. L’unità interiore raggiunta con Lui li condurrà da un perfezionamento all’altro. UR non sarà mai più solo come una volta, come prima di unire le Sue sette Caratteristiche nella battaglia della compensazione. Qual giubilo irromperà allora!

66. “GOLGOTA, tu, luogo oltremodo santo, supremo! Cosa non hai portato a noi, figli di UR! O Golgota, inonda di luce la vita del Tuo sussistente verace santo eterno marchio! Tu, CROCE, tu sei l’ancora dell’Opera-figlio e il fondamento indistruttibile!

67. GOLGOTA, onnipotente, sacra, come ti elevi in alto dall’amorevole flusso del Cuore di UR, vittorioso, incoronante e incoronato, imponente nella tua mitezza senza pari! Tu ci hai preparato il futuro di eoni nello splendore della magnificenza e perfezione di Dio, accanto e tuttavia in LUI, vivendo nella Sua Vita-ur, santificati con la Sua Santità, redenti mediante il Suo distacco voluto fin dall’origine, benedetto nella Benignità della Sua Fedeltà e Veracità! O GOLGOTA,devi essere eternamente l’unico luogo d’adorazione per i nostri cuori!”

[indice]

*

7/2 – Immagine della futura penultima Ora della Notte del sesto Giorno

68. Questa è una chiamata, anche se ancora velata, ma imponente, alla quale rispondono i figli sonnecchianti. Le voci di legioni si uniscono con le voci della Vita della Creazione del Giorno che ora gradualmente inizia, fino a sfociare in una sinfonia scrosciante. Tre Ore dopo la somma santa Mezzanotte, che Sadhana e i principi potranno vivere in anticipo come dono di ringraziamento a loro e ai figli, passeranno in una magnifica visione. Anche qui un sacro Simbolo: – come una volta nel buio del piccolo Efrata (Terra) nacque il Figlio-Cristo per riversare flussi di Benedizione dalla potenza di luce sulla povera oscurità, così ora i primi di UR vedranno e vivranno nella misteriosa Notte, la luce, anzi la ‘Nascita della luce’.

69. La Campana-ur annuncia l’ultima Ora (prima dell’alba) con un soave bemolle. Nel suo suono, che dura da oltre l’alto-Tempo, la Grazia del Patto procede ancora una volta in primo piano in ogni Benedizione. Finora riguardava solo le sante somme Notti del Creatore, elevandosi da loro, dominando, ma mai viste e nemmeno mai percepite. Con lei procede la Grazia libera, poiché queste due parti della Grazia sono pure, sono diventate una, senza dissolversi o darsi reciprocamente il cambio, come i Portatori dei fondamenti, come il Padre-UR possiede l’alta ‘unitarietà’ con i Suoi figli-ur.

70. La parola ‘Grazia del Patto’, non indica tutto? Oh, sì! Prima del Golgota e persino già prima del Giorno dell’Amore, i figli obbedienti potevano operare come da se stessi; nonostante ciò, essi erano trattenuti dalla Grazia vincolata, e non del tutto liberi. Oramai, però, nel perfezionamento delle loro vie di condivisione della Croce, hanno anche concluso un patto con UR, ma sono già fuoriusciti dal loro primo tempo della prova! Solamente, solo dei partner liberi formano un Patto ‘sulla reciprocità’, e questo adesso è diventato reale.

71. Ora dei figli, prevalentemente i primi del Seggio, potranno creare veramente da se stessi nel rispettivo grado di perfezionamento della loro personalità, e a loro, grazie a questo Patto e nonostante la propria vita costante assicurata eternamente, rimarrà lasciato di dare tutto il loro essere a UR, sempre soltanto per aiutare a riempire le Sue Opere, per servirLo liberamente, e in questo modo, nel compimento del Sacrificio dell’Opera della Misericordia spettante a loro, stendere sotto i Suoi piedi la palma della vittoria. Allora UR saprà aumentare la Sua parte dell’alleanza in un modo che nemmeno agli alti primi stessi può essere minimamente mostrato in questa Notte, benché essi siano i ‘cari grandi’ del Padre.

72. Dal Patto del Giorno che da ciò si sta formando – accettato da Sadhana e dai principi per sé e per tutti i figli – sale ora come ultima visione un raggio di luce sulla ‘Grazia libera’, da cui il Sole-ur diventa di nuovo visibile per i primi. Attraverso la Grazia vincolata trasformata in un reciproco Patto libero, anche la Grazia del Giorno ha sperimentato un’ulteriore trasformazione.

73. Non è soltanto la volontarietà di UR che attraverso il Figlio dell’Espiazione (la Grazia) è stata assegnata ai caduti, ai disobbedienti, agli smarriti; essa è elevata a ‘Grazia del perfezionamento raggiunto’! Non vale più quel verdetto con il quale il Giudice, l’Avvocato e il Difensore, con il condono della colpa ha graziato ad un’assoluzione, no! È diventata la ‘Grazia liberatrice’ nella cui luce, sia UR porterà nel Cuore in modo vivo i Suoi figli, come anche i figli porteranno la vera immagine del loro UR nei loro cuori.

74. Una somma calma sopraggiunge ai primi. Non è nessuna inattività, nessun essere oziosi, non c’è nulla di simile nel Regno della luce. Anche se qualche volta hanno percepito una magnifica calma, il passato non è più da comparare con ciò che la Bontà di Dio dona loro con questo primo Raggio del Mattino: un ‘essere portati’ dall’imponente adempimento dell’Opera, a un ‘santo primordiale finale’!

75. La Notte sprofonda. Al suo posto sopravviene un’Aurora che abbraccia lo Spazio. I primi tornano brevemente nel sonno dovuto all’Opera; anche loro devono ricevere il Giorno della Festa dalla Misericordia. Ma presto l’esperienza ‘dell’alta-santa-Notte della Nascita’ passerà nel loro cosciente essere del Giorno, ed attraverso di loro, sarà assegnata a tutti i figli. UR conduce i Suoi sulla Via della luce di stelle cosparsa dalla Fonte della Mezzanotte al Santuario, e li guida ai loro seggi. – Come da un sogno miracoloso pieno di beatitudine, si svegliano poi per il

 

GIORNO del SIGNORE”.

 

76. La campana dell’eternità-ur, l’unica che è sempre esistita, ma ha già intonato in modo differente, sommessa o brillante, grave o lieta, dilettevole, ammonendo e sempre allettante, a seconda degli e bassi del Giorno, ha quattro imponenti toni che finora sono stati suonati individualmente dalla santa Mano. Ora il Mattino beve il suo suono:

 

GIU-BI-LA-TE, GIU-BI-LA-TE.

I quattro suoni diventano un accordo che fluisce magnificamente attraverso tutto il Cosmo. Sotto la scampanellata, UR si reca nell’Onnisantissimo, nella sovranità del Creatore, al suo Seggio.

77. La prima Benedizione del Giorno la ricevono Sadhana, i principi, i guardiani, i più anziani e gli angeli comandanti. Dopo la Benedizione si alza la principessa Pura. Accanto al sacro focolare, presso una delle quattro colonne del dominio, è appoggiata una grande arpa del giubilo. Lei la prende tra le mani e suona ‘un cantico nuovo’. Attraverso la sacra melodia nell’ulteriore corso della somma funzione e sotto il lietissimo scampanellio della Campana della Creazione, tutti i figli si svegliano alla loro Vita. Presto compiranno il loro primo libero ‘dare’. Allora UR terrà la seconda somma funzione, nella cui benedizione Egli imprimerà all’intero popolo, in tutti i cuori, il Suo Testamento della Creazione.

78. In questo modo, l’Anno-Azione-ur, nel suo giustificato perfezionamento sempre crescente, con sacro anticipo è stato aperto e (dis) sigillato.

 

AMEN!

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[1] Zuriel: nome terreno di Gabriel, il principe della Misericordia, da non confondere con l’arcangelo Zuriel che si è incarnato in Isaia. Gabriel si è incarnato in un discendente di Adamo col nome terreno ‘Zuriel’, il padre di Ghemela che Lo Straniero-Dio richiama a Sé senza fargli sentire la morte (G.F.D. cap. 5,34). Egli è stato figlio di Matusalem, figlio di Enoch, figlio di Jared, figlio di Malaleel, figlio di Kenan, figlio di Set, figlio di Adamo. (storia dei primi uomini da Adamo al Diluvio dettata in tre volumi a Jakob Lorber nel testo “Il governo della Famiglia di Dio” nel 1841.

[2] Principi: i rappresentanti le sette Caratteristiche di Dio, i sette arcangeli Raphael, Zuriel, Michael, Uraniel, Muriel, Alaniel, Gabriel insieme alle loro compagne quali angeli duali. (vedi spiegazione)

[3] In questa frase si nota la conferma di tutte le profezie delle S.Scritture: una Caratteristica (delle quattro) della Divinità, l’AMORE, sarà quella che si incarnerà (come Gesù). Qui il Giovinetto-Amore-Gesù, si presentata ancora una volta come se non fosse il Padre, ma che, dopo la prova superata, Quale secondo-Fondamento, diventerà l’immagine della Divinità ‘come’ quella dei figli.

[4] A suo tempo tramite Franz Schumi il 24.07.1899 in una rivelazione nel libro “La Teosofia” (cap. 91,21), il Signore si era espresso così: «Io, Gesù, quale Anima di Dio, sono il responsabile Conduttore animico e Rappresentante di tutte le anime dinanzi a Dio come Padre, il Quale dimora in Me con piena potenza e magnificenza, e con ciò sono anche il Rappresentante di Dio e Dio stesso, e come Tale, nel contempo, il Giudice, essendo la Sapienza di Dio e, da ciò, la risultante Giustizia su quell’uomo che ha l’ardire di attaccarMi senza diritto nel prossimo, il cui Spirito e Dio sono Io stesso. Infatti, come Spirito nell'uomo, Io sono puro Spirito, quindi sacro e intoccabile, e come Spirito sono Gesù, Uno nell'Amore, Uno nella Giustizia e Uno nella Potenza».

[5] (vedi “La Luna”, oppure “Il Sole naturale”, oppure “Saturno”, rivelati a Jakob Lorber nel 1841/1842)

[6] Concetto questo, ribadito più volte anche nelle rivelazioni a Franz Schumi che il perdono del cosidetto ‘peccato originale’ per Grazia, è valido solo ai trapassati ‘prima’ della Sua risurrezione e non certo per tutti i tempi successivi. (n.d.r.)

[7] Lui: qui appena accennato è inteso ‘il caduto’, e con esso tutti i caduti. Quindi “la riserva”, cioè, quello che è riservato al Padre, ovvero = l’esito finale, nel ‘tempo di Dio’, da comprendere a posteriori perché “abbastanza sconosciuto”. Cioè, la redenzione e il recupero di tutti i caduti, lui, il primo, Lucifero/Sadhana, e il seguito, deve camminare, cioè proseguire nella sua opera di opposizione, insieme alla crescita dei “santi”, cioè dei non caduti. [n.d.r.]

[8] Come Dio: è evidente che qui viene senza ombra di dubbio rimarcata la divinità di Gesù, in cui, vero è che operò come Uomo nella carne come qualunque uomo, ma nella Sua essenza Egli era particella di Sé, che sottostava alla Volontà del Proprio Sé, benché l’unione con Se-stesso-Divinità avvenne nel tempo di circa trent’anni, e quindi Gesù operò poi come Dio stesso, nella Sua essenzialità della Sua Sapienza al servizio del Suo Amore. [n.d.r.]

[9] Al terzo posto: i precedenti erano stati l’Anno-Pensiero-ur e l’Anno-Parola-ur (cap.ante 1,24).

[10] Eone: un lunghissimo periodo di tempo, non di miliardi di miliardi di anni terrestri, ma racchiudenti un numero indefinito di ere.

[11] L’Opera-Figlio, con il termine ‘Kindwerk’ espressivamente indicato per rappresentare l’essenza in divenire dell’Anima di Gesù. [n.d.r.]

[12] Piccola isola nel Cosmo: un ‘Ammasso stellare’ facente parte della Via Lattea, è solo una misera/piccola parte della totalità degli insiemi di Vie Lattee, ovvero di Ammassi-planetari e di ulteriori sistemi molto più grandi esistenti in un solo Globo-involucro. (vedi “Spiegazione del Globo-involucro”) [n.d.r.]

[13] Raggi di Vita fondamentale di Dio: sono le Caratteristiche di Dio, rappresentate dai sette principi rappresentanti le sette Caratteristiche: Amore, Sapienza, Volontà, Ordine, Serietà, Pazienza, Misericordia, quindi le prime Essenze di vita. [n.d.r.]

[14] Ad ogni Corrente un grande spirito: un guardiano. Ad esempio, Perutam, il terzo angelo guardiano, incarnato sulla Terra come Giosuè. (vedi “Phala El Phala”)

[15] Sette candelabri: I sette arcangeli (i cherubini) rappresentanti le sette caratteristiche di Dio, insieme alle loro compagne (i serafini). [n.d.r.]

[16] Otto Anni per un ciclo-ur: il concetto ‘otto’ è un altro degli elementi delle Divinità, che in questa rivelazioni verrà ripreso più e più volte. Qui un accenno: otto sono i sette-doppi primi figli con Sadhana. E’ un tempo lunghissimo in cui però rappresenta il ‘respiro di Dio’ in cui Egli in 4 Anni-ur inspira e in altri 4 espira. Otto è il doppio di quattro, il cui numero è essenziale: 4 fiumi-flussi, 4 Entità: Creatore-Sacerdote-Dio-Padre; 4 porte del Santuario; 4 gradi di perfezionamento per i figli; 4 settimane per fare un mese; 4 alberi della vita attorno alla fonte-ur; 4 camere del cuore di UR, ecc.

[17] Vedi in “Sancto Sanctorum” al cap. 7, le accuse di Satana al di fuori del Santuario.

[18] Concetto arduo che presuppone altri punti della Rivelazione: Nella Creazione dei sette Giorni della Creazione le Caratteristiche della Divinità sono in sequenza: Ordine, Volontà, Sapienza, Serietà, Pazienza, Amore, Misericordia. Mentre nella rivelazione del Suo interiore come Gesù saranno: Amore, Sapienza, Volontà, Ordine, Serietà, Pazienza, Misericordia. [n.d.r.]

[19] Il Giorno del figlio = Il sesto Giorno, attraverso cui, sia la caduta di un figlio/a, sia la manifestazione del Figlio (come Gesù), determineranno inimmaginabili conoscenze e capacità di tutti i figli, a cominciare da loro quali primi.

[20] Le quattro Entità già espresse: Creatore – Sacerdote – Dio – Padre.

[21] L'allegoria: è una figura retorica per cui, in letteratura, qualcosa di astratto viene espresso attraverso un'immagine concreta.

[22] L’ephata: è intesa la porta che era comparsa sul muro esterno della casa di Uraniel dopo che il Padre aveva pronunciato “Ephata!”, e da allora identificata con questo nome. (vedi cap. 1,180)

[23] Senza diritto di Creazione = cioè sono senza senso, non valide, non serve nemmeno porle, quindi non hanno nemmeno un qualche diritto di essere enunciate, cioè create. [n.d.r.]

[24] I portatori delle leggi mutabili: cioè i figli fedeli in divenire che come co-aiutanti avrebbero dovuto-potuto, in seguito ad un’eventuale caduta e con tutto ciò che ne sarebbe derivato, aiutare i ‘caduti’ al ritorno con una loro supposta incarnazione fino al loro livello, portando con sé delle ‘leggi-mutabili atte ad essere messe in pratica nel tempo e nel luogo della loro incarnazione, cioè leggi a cui, pur non imperativi come quelle immutabili nel Regno, non ottemperandovi, essendo appunto mutabili, anche i loro peccati sarebbero stati scritti sulla sabbia. [n.d.r.]

[25] Rizoma: è una modificazione del fusto delle piante erbacee con principale funzione di riserva. Essa e ingrossata, sotterranea con decorso generalmente orizzontale. Molte felci e molte piante acquatiche possiedono rizomi. In molte specie vegetali il rizoma è ricco di tessuti parenchimatici di riserva contenenti amido.

[26] L’immane conto: quello relativo al riscatto della caduta di Sadhana che con sé avrebbe trascinato un terzo dei figli, i quali saranno tutti ritornati riscattati e redenti all’originario Regno. [n.d.r.]

[27] La necessità di una risurrezione non deve essere vista come un fatto imprescindibile insito nella Divinità, come se un tale evento fosse congenito nella necessità del mantenimento di una vita creata, e quindi dell’Opera, per la sua sussistenza. Così come la ‘caduta’, pur se ipotizzata, non era necessaria così come avvenne, altrettanto la ‘risurrezione’, cioè la necessità di un rinnovamento totale dopo il suo ritorno, non è elemento originario indispensabile, altrimenti vorrebbe dire che la Divinità non sarebbe perfetta, avendo in Sé delle imperfezioni da correggere con una necessaria ‘risurrezione=cambiamento’. Infatti, nella nota a posteriori Egli dice che se tale necessità fosse dettata dalla volontà delle opere create che predominassero, allora essa non servirebbe né se questa fosse in Sé, cioè indispensabile, né per Sé, cioè necessaria dalle Opere create. La scelta di attuare/concedere tale ‘risurrezione’, nasce quindi come Opera della Misericordia, al fine di donare un perdono con la cancellazione del precedente, donando un susseguente, rinnovato, quale premio, se però tale ritorno avviene volenterosamente. [n.d.r.]

[28] Nel Giorno dell’Amore: questo lo diventerà il ‘sesto Giorno’, nel quale si manifesterà l’AMORE, ovverossia l’Essenza di Dio nella Sua imponente caratteristica dell’Amore, Il Quale si incarnerà per salvare-redimere i caduti.

[29] 3 x 8 (i primi) = 24 x 1000 (Unità) = 24 000 x 3 (tre Entità: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo) = 72 00 x 2 (i Fondamenti o i Fondamentali) = 144 000 = 12 x 12 (file di generazioni)

[30] Stelle: con questo termine, qui non dovrebbe essere inteso di per sé un semplice Sole come il nostro, poiché in altre rivelazioni è stato spiegato come sono da intendere i soli nella Creazione materiale. Perciò, poiché se già un solo figlio, poi caduto (Sadhana), nella sua rappresentazione schematica identificata in eoni di Globi-involucro in cui fu relegata la sua sostanza di luce-ur nella materia di questi soli (vedi 12° Ora dettata a J.Lorber), e lui-lei da solo/a rappresenta solo una minimissima parte dell’Uomo spirituale rappresentante-identificato con un immenso uomo cosmico spirituale, allora diventa difficile farsi una benché minima idea della grandezza del Regno e degli esseri che furono creati oltre ai ‘primi’ nei soli primi quattro cerchi-luce (7 volte 144.000) e a cui qui viene accennato che a ciascuno sarebbe stata donata una ‘stella’, cioè un sotto-insieme di Sole-centrale (di Ammasso galattico o di Ammasso solare o di Ammasso planetario o di Sistema solare) subordinato ad un Sole-centrale-primordiale nella sua sfera spirituale. [n.d.r.]

[31] Giogo: strumento utilizzato per l’attacco dei bovini come bestie da tiro. In questo caso, Dio addita la caratteristica della Sapienza, nel cui Giorno è stato decretato la necessità di un Portatore del sacrificio che Dio stesso si è assunto di portarne il compito, ratificato con il contratto..

[32] Overture:  è un brano orchestrale che si esegue a sipario chiuso prima dell'inizio di un'opera lirica. È frequentemente inserita all'inizio di una grande composizione musicale di genere drammatico, anche se in origine era usata come pezzo introduttivo delle suite.

[33] Qui come arcangeli è intesa l’essenzialità maschile delle coppie cherubino-serafino, mentre come angelo è inteso il singolo serafino al seguito dell’arcangelo-cherubino. [n.d.r.]

[34] Non come auto-irradianti: si tratta di soli simili al nostro sole planetario che è solo irradiante, avendo una superficie lucida, riflettente la luce ricevuta dagli altri soli. (vedi il concetto nell’opera “Il Sole naturale” dettato a Jakob Lorber nel 1842). [n.d.r.]

[35] Cioè la manifestazione dell’essenzialità del Padre nella figura di Gesù, per tutti coloro che Lo dovranno riconoscere come Padre, non più intoccabile o evanescente, ma reale per essere amato come ‘Padre’, immolato per la salvezza dei figli, nella Sua vera veste e Figura_ur dopo il recupero di tutti i caduti e la riabilitazione della prima figlia. [n.d.r.]

[36] Il Diritto di Gesù, il Quale, dopo aver rinunciato per trenta anni alle attrattive del mondo, ottenne la responsabilità di rappresentare il Padre-Divinità, pur rinnegando sempre Se stesso e presentando sempre il Padre più di Lui. La Sua successiva grande opera: i tre anni di insegnamento come fosse il Padre a operare, e soffrendo come Uomo la croce per la salvezza dell’umanità. [n.d.r.]

[37] Redime UR: sembrerebbe improprio, ma significa che il Creatore-Sacerdote-Dio, che Si immola per i caduti, con la Sua immolazione riscatta l’accusa dell’aver concesso la caduta, quindi redime Se stesso con l’impegno massimo, quale Gesù, di una vita santa nella prova della libertà. [n.d.r.]

[38] In questa frase si nota la conferma di tutte le profezie delle S.Scritture: una Caratteristica (delle quattro) della Divinità, l’AMORE, sarà quella che si incarnerà (come Gesù). Qui il Giovinetto-Amore-Gesù, si presentata ancora una volta come se non fosse il Padre, ma che, dopo la prova superata, Quale secondo-Fondamento, diventerà l’immagine della Divinità ‘come’ quella dei figli.

[39] Concentricità: per il fatto che nella visione del Cielo, il Santuario è al centro, e le sette case dei principi sono attorno a questo Centro in modo concentrico.

[40] I primi figli di Sadhana, i guardiani Orytam e Hagar del sole Orakania che non seguiranno la madre, ma aiuteranno quali angeli (tra i grandi) alla realizzazione dell’Opera. Li troveremo citati quali aiutanti in queste opere: [«Karmatha» cap.20,17] - [«Uomini edificano, uomini distruggono» cap.9,17] - [«Phala El Phala» cap.12,26] - [«La chiamata dall’universo» citati molte volte], importantissimi, dove si scoprirà il loro percorso di vita indicato in quest’Opera al cap.6,1150.

[41] Il primo angelo-guardiano è Orytam che poi si incarnerà in Adamo. Gli altri angeli-guardiano del Focolare nel Santuario di Dio sono: il 2° Mackarat/Lutero; il 3° Perutam/Giosuè; il 4° Rayutam/Abele.

[42] Gaabriel e Pura rappresentano la settima caratteristica, la Misericordia, che non sarà attiva se prima non terminerà il sesto giorno, quello della caduta che si sta ancora realizzando. E tuttavia, per rafforzare il sesto giorno dell’Amore, per coadiuvarlo, a questo punto del tempo dopo i primi creati, anche loro sono stati in parte consacrati.

[43]perché sono diventati ‘figli’ attraverso l’obbedienza: frase importantissima, poiché dibattuta tra tutti i lorberiani che non accettano altre rivelazioni, poiché essi si rifanno a diversi punti citati nell’Opera dettata a J.Lorber, malcompresi, in cui si dovrebbe accettare che per diventare ‘figli’ occorre incarnarsi necessariamente sulla Terra. Su ciò, c’è quindi un’incomprensione ora chiarita.

[44] Runa: Ciascuno dei 25 caratteri grafici dell'antico alfabeto simbolico-esoterico germanico, largamente diffuso nei secoli V-XII specialmente nei paesi scandinavi e sopravvissuto fino alla fine dell'Ottocento in un paese isolato della campagna svedese. [ndr]

[45] La sequenza con cui si presentano i principi è la stessa come sarà presentata secondo le caratteristiche insite in Gesù: Amore, Sapienza, Volontà, Ordine, Serietà, Pazienza, Misericordia (vedi anche la rivelazione a G.Mayerhofer del 4.04.1892 - “Supplemento alla predica n.32” - e tramite J.Lorber un estratto dal G.V.G. vol.7 cap.18) [ndr]

[46] Dopo il trapasso di Enoch ad angelo di luce (GfD vol.3 cap.117,20), la vita sulla Terra diventò sempre più materiale, fino al Diluvio. [ndr]

[47] Un esempio meraviglioso viene riportato con Perutam, il quarto-angelo-guardiano (Giosuè), con il suo ritorno a casa, al Santuario, davanti al focolare. (vedi “Phala El Phala” cap.12,2) [ndr]

[48] Sfere intermedie: per un’incarnazione dalla Luce/Regno di un ‘grande’, sono previsti dei gradini intermedi di vita, nei quali il rivestimento delll’anima avviene per gradi. Un esempio può essere compreso con Giosuè-Perutam. (“Phala El Phala” cap.1-3 e 4-6) [ndr]

[49] Unita: (geeinte), il termine è un aggettivo, forse mancante del sostantivo, poiché potrebbe essere riferito sia al ‘primo gradino’, come anche all’intera struttura della scala, in cui UR è portatore, guida e base per ogni figlio che deve crescere negli ulteriori sette livelli e poi ritornare a Lui. [ndr]

[50] Vedi l’Opera “La terza Pietra miliare” - Golgota

[51] Frase un po’ ermetica, che nel significato potrebbe tradursi così: «Dovete vincere l’esteriore, che è l’intelletto autoritario, mentre ‘il figlio’ (di questo), è unicamente il cuore». [ndr]

[52] Le quattro Ore più buie: Per la comprensione del tempo occorre fare riferimento ad una diversa rappresentazione dell’orologio moderno, poiché il giorno-ur non comincia come si potrebbe intendere, dalla mezzanotte, ma dal mattino. Perciò esso si sviluppa dalla prima ora di luce. Quindi, il rintocco della dodicesima-Ora corrisponde pressappoco le nostre ore 18,00, e perciò le ultime quattro-Ore della Grazia richieste dai ‘primi’ per la redenzione dei caduti (cap.6,1002), corrispondono in proporzione al nostro giorno terrestre, dalle 18,00 alle 22,00, notoriamente le più carenti di luce diurna. [ndr]

[53] Un grande insegnamento sulla necessità delle reincarnazioni e di come si guidano i ritornati nel regno dello spirito da una incarnazione difettosa o non sufficiente, vedi l’opera “La chiamata dall’universo” [ndr]

[54] Klafter: unità di misura tedesca, corrispondente a 1,9 mt.

[55] Interessante l’espressione adoperata in questa frase perché per il terzo pianeta - la Terra - viene adoperato correttamente il termine ‘…di nuovo come nuova Terra…’, ciò deve far riflettere perché da altre rivelazioni viene indicata sia l’origine della Terra, derivata direttamente da un pulviscolo del Sole-centrale-primordiale di questo Globo-involucro, sia il fatto che nel nostro sistema solare che aveva gli otto pianeti, uno di questi - Mallona - fu distrutto, testimoniato dai suoi resti nella fascia (degli asteroidi) che si trova tra Marte e Giove. [ndr]

[56] La benedizione degli uomini della Terra: vedi l’opera “Il governo della Famiglia di Dio” dettata a Jakob Lorber nel 1840-1842. [ndr]

[57] La conquista della maturità terrena: Gresù dovette lottare circa 30 anni per ottenerla, fino ad essere ‘Uno’ col Padre, dopodiché iniziò l’opera di evangelizzazione. (vedi il cap.5 scena VIII dell’opera rivelata a Max Seltmann “Scene deliziose della vita terrena di Gesù” [ndr]

[58] Tutto il percorso di Gesù nei 40 giorni nel deserto è stato rivelato a Max Seltmann. (vedi nota precedente) [ndr]

[59] Vedi nella rivelazione “Getsemani” il cap.2.

[60] Le sei parole dalla croce: «Signore, perdona loro perché non sanno quello che fanno!» – «Ho sete» – «Mio Dio, Mio Dio, perché Mi hai abbandonato?» – «Maria, ecco tuo figlio. - Ecco tua madre.» – «Già oggi stesso sarai con Me in Paradiso!» – «Padre, nelle Tue mani affido il Mio spirito!» – più la settima «È compiuto!», sono anche state rivelate nella loro essenzialità spirituale ad Antoine Grossheim nel 1863 - “Le sette parole di Gesù sulla croce”.  [ndr]

[61] ‘il monte della tentazione’: il monte in cui Gesù nel deserto, durante i quaranta giorni, fu tentato con le tre note tentazioni (Lc. 4,1-13).

[62] Questa conoscenza: cioè quella derivata dall’aver visto il mondo in cui vivono i fedeli, probabilmente, la loro città-santa e l’intero Regno benedetto, cioè quelle immense meraviglie create dai figli benedetti di cui Sadhana e i suoi accoliti non hanno mai avuto sentore, essendo quel Regno a loro interdetto.

[63] I citati sono i sette angeli-arcangeli rappresentanti le sette Caratteristiche di Dio aventi in sé le funzioni citate.

[64] Tre volte … nel tuo abisso: ciò si intende che per tre volte dei puri spiriti si incarnarono su tre mondi per guidare i ciechi caduti al ritorno. Da altre rivelazioni viene detto che i puri spiriti sono invitati in questa azione di co-aiuto anche fino a sette incarnazioni per aiutare. Un esempio sulla Terra lo abbiamo con i grandi primi spiriti incarnati, ad esempio, come Mosè, Elia, Isaia, Giobbe, Abramo, Giosuè, Lutero, Abele, Adamo, ecc.

[65] Vale a dire dissolto = spiritualizzato

[66] I principi infernali e i vassalli del regno delle tenebre.

[67] Giovanni con il corpo è ai piedi della croce, ma con lo spirito, è nell’aldilà (vedi l’opera “Golgota”).

[68] Il riposo serale: cioè la prima delle quattro Ore della Sera dopo la 12° Ora quasi alla sua conclusione, corrispondente al profetizzato prossimo Giudizio sulla Terra, e quindi, dopo di questo, all’inizio del regno millenario con la presenza di Gesù visibile ai fedeli anche sulla Terra, e per il recupero di tutti i caduti della Creazione nelle tre Ore della Sera seguenti. La cui quarta/ultima Ora della Sera servirà come consolazione col Padre prima della Notte del 6° Giorno (cap.6,150).

[69] Patera: utensile usato dagli antichi romani nei sacrifici, a foggia di bassissima scodella, senza orlo né anse. (ciotola delle offerte)

[70] I notturni: i principi e Sadhana chiamati in quelle Ore della notte del sesto Giorno a vedere e capire in anticipo lo svolgimento del successivo Giorno della Festa. [n.d.r.]