– Rivelazione –

(Dettato ad Anita Wolf nel 1956)

 

GOLGOTA

 

 

La terza Pietra miliare

dalla Vita di

Gesù

 

crocifissione

 

 

INTRODUZIONE a Getsemani e Golgota – dall’editore sul testo tedesco

Un commento all’opera - di Josef Brunnader

Un commento alla rivelazione – di Margareth Eckel

«E quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse:

“E’ compiuto!”. Chinò il capo e spirò»

[Giov: 19,30]

(Testo aggiornato con revisione del maggio 2021)

 

 

Titolo originale:  Golgatha

Traduzione di Ingrid Wunderlich

Revisione di Antonino Izzo

 

L’originale edito dal circolo degli amici di Anita Wolf - C/o Jurgen Herrmann

Hohenfriedberger Strasse, 52 - 70499 Stuttgart

Email:     bestellung@anita-wolf.de.

Sito:           http://www.anita-wolf.de 

 

Questa edizione in lingua italiana è stata curata dal gruppo:

‘Amici della nuova Luce” – www.legamedelcielo.it

Contatti:    info@anitawolf.it

 

INDICE

Cap. 1        Maria e Giovanni ai piedi della Croce

Cap. 2        Due angeli presso Giovanni

Cap. 3        La nostalgia del figlio perduto

Cap. 4        La malignità di Lucifero

Cap. 5        La battaglia dell’arcangelo Michael

Cap. 6        Lucifero non ricorda d’essere stato Sadhana

Cap. 7        L’esortazione del Figlio

Cap. 8        Lucifero sulla via del ritorno

Cap. 9        La sconfitta di Lucifero

Cap. 10       La notte della battaglia

Cap. 11       Lucifero è scosso per la chiamata del Padre

Cap. 12       I sette Spiriti si chinano sopra Lucifero

Cap. 13       Nessun peccato è così grande

Cap. 14       Il crollo di Lucifero che chiede di essere annientato

Cap. 15       L’annientamento di Lucifero solo alle condizioni del Padre

Cap. 16       Prima richiesta di aiuto “Gesù aiutami!”

Cap. 17       Il perdono – Lucifero ridiventa Sadhana

Cap. 18       Seconda invocazione “Gesù aiutami”

Cap. 19       Il Padre abbraccia Sadhana e la benedice

(Allegato)    Che cosa dice il Signore tramite Jakob Lorber sul ritorno del ‘figlio perduto’

 

 

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Cap. 1

 


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Maria e Giovanni ai piedi della Croce

                    1.                      Poche persone stanno ai piedi del monte Golgota, pronte a fuggire. I loro volti sono in parte rivolti in alto, al luogo dove, verso il cupo cielo che diventa sempre più buio, si tendono minacciose verso l’alto tre croci poco rassicuranti. In parte guardano davanti a sé con occhi smarriti, …senza sapere dove. Le migliaia e migliaia, superiori e inferiori, ricchi e poveri, schernitori e curiosi, sacerdoti e profani, comandanti e soldati, nativi e stranieri, tutti, tutti sono fuggiti; perfino quasi tutti i seguaci del gran Nazareno che, per tre anni, ha fatto tanto parlare di Sé, e ora – dopo indicibili martirii e tormenti – pende pallido e morto alla croce.

                    2.                      Perché sono fuggiti, sparpagliati ai quattro venti, tutti questi uomini che, comunque, erano venuti per vedere uno spettacolo singolare: tre crocifissioni in una volta? Fra queste, una riservata a un Uomo che non era un criminale, non un sobillatore, eppure è stato condannato come nemico del popolo. Dov’è finita la gioia sadica che colmava le migliaia, di assistere al tormento di un torturato lentamente a morte? E come avviene che il Sole nel cielo senza nuvole, si sia improvvisamente eclissato? E che cosa rumoreggia così violentemente nella Terra, che fa barcollare e tremare il suolo, dal Golgota fin oltre Gerusalemme? Non è un evento naturale che ha provocato quell’eruzione, che è accaduto immediatamente dopo la Parola: E’ compiuto! Padre, nelle Tue Mani raccomando il Mio Spirito!”

                    3.                      E chi ha strappato la preziosa cortina, rigorosamente custodita nel tempio? E divisa in due pezzi? Quella cortina tessuta con i più pesanti fili da tappeto, che nemmeno venti uomini potevano portare, tanto era pesante! Quali mani hanno potuto questo? E perché i due ladroni sono molto quieti nei loro dolori e non gridano così terribilmente, come succedeva invece durante le crocifissioni? Tutto è completamente diverso, e la fine – la terribile fine – non per i crocefissi, ma per la giustizia e per i giudici, per i servi del boia e per gli spettatori, per tutti quelli che portavano con scherno e odio il Figlio dell’Uomo sulla Croce, sembra adempiersi la Parola[1]: ‘Mene Mene, tekel ufarsin.

                    4.                      Ora c’è silenzio, sul Calvario. I martoriati hanno cessato di soffrire. Le rozze croci si ergono come spettri nella luce crepuscolare di un cielo morente. Sotto la Croce di Gesù sono rimaste due persone: Maria e Giovanni. Maria, stremata dalla difficile lotta del suo povero cuore materno, attraverso il quale passa la spada a doppio taglio, poggia il suo capo stanco sulla spalla del discepolo che stava più vicino a Gesù. Non perché … il Signore lo preferisse, ma perché egli si occupava assai coscientemente dell’essenza del suo Maestro e della Sua natura, e Lo riconosceva incondizionatamente.

                    5.                      Egli guarda al pallido, delicato volto, e si accorge che Maria si è addormentata. Iddio le ha mandato il sonno che, per delle ore dissolve ogni tormento della sua anima. Allora distoglie il suo volto e leva gli occhi in alto, a Colui che, ancora pochi minuti prima, aveva detto: È compiuto!”. Si sbaglia? Non sta intorno al Capo chinato profondamente di lato, un raggio di luce? – La terribile corona di spine non è diventata una strana corona sfavillante –? E ora – il suo cuore si blocca – ora non si aprono le pallide, esangui labbra, formando Parole udibili, Parole – che a lui – a Giovanni – donano mille benedizioni e gli aprono le porte di quel santo Regno, di cui Gesù insegnava, per il quale Egli aveva raccolto seguaci, e ora, sanguinante, è morto? Quel Regno immortale, annunciato nella potente ‘Predica del Monte?’.

                    6.                      Come un soffio assai delicato e simile a una bufera che scuote la veste celestiale, scendono giù dalla Croce le Parole: “Tu devi essere il Mio veggente!”. – Nessun uomo percepisce la Rivelazione, ma il Cielo la sente, e anche tutti gli angeli e gli spiriti beati. E sotto la Terra, là dove dimorano i demoni, questa Parola echeggia con forza e potenza, tanto che essi devono nuovamente torcersi. Perché da quella decisione, durante la sanguinosa Preghiera: Allora Io lo bevo!”, cioè il Calice per la Redenzione, l’inferno è pieno di ansietà e terrore. Esso sa: la sua ora è venuta, il suo falso regno cadrà in pezzi!

                    7.                      Giovanni assapora la Parola con tutte le beatitudini e tutte le amarezze. Sì, beato – egli è beato d’essere il veggente di Dio! Perché Colui che ha dato questa promessa, non è più il Figlio dell’Uomo, l’Agnello di Dio, sgozzato a causa di tutti i peccati passati e futuri, Egli è Dio stesso! – È compiuto!”. – Giovanni sente anche questa esclamazione di giubilo, che è nata dai dolori di una Creazione, quando l’Agnello moriva, ma l’Anima diventava Una con lo Spirito. Allora nel cuore del discepolo riecheggia la Parola: “Io e il Padre siamo Uno. Chi vede Me, vede il Padre! Filippo, tu credi questo?”. Oh, per Giovanni non ci sono dubbi. Figlio di Dio: Anima e Agnello durante il tempo terreno! DIO stesso, senza compromessi nell’attimo in cui scese la Parola dell’Adempimento. – E l’amarezza della promessa di veggente: la crudele, terribile morte dell’Innocente che, nato come Salvatore di tutto il mondo, è stato condannato alla croce del martirio per la Redenzione di tutte le tenebre! Che cosa pesa di più: la beatitudine, oppure l’amarezza? Giovanni non lo sa ancora, e anche, non lo pondera.

                    8.                      Come Maria, così egli chiude gli occhi, ma non per il sonno, bensì per ascoltare, per essere pronto, quando l’occhio dello spirito sarà aperto. A lungo siede immobile, – nessuno lo disturba. Nessun uomo del numero dei centomila osa ritornare al luogo dell’orrore. Anche i pochi che stavano ancora ai piedi della collina, sono fuggiti. Ecco che una mano si posa dolcemente sui suoi capelli bruciati dal sole. Stupito, guarda in alto, non aveva percepito nessun passo sulla brulla via rocciosa; le quattro guardie si trovano abbastanza lontane. Il suo stupore diventa un’incredibile meraviglia, quasi spavento, ma poi diviene gioia e beata certezza, alla Parola: Tu devi essere il Mio veggente!”

 

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Cap. 2

 

Due angeli presso Giovanni

                    1.                      Due figure ultraterrene, maestosamente sante, stanno accanto a lui – ‘Principi-angeli’, gli sussurra qualcuno all’orecchio. Le loro ali ampiamente estese, simbolo di forza, quiete, sicurezza e rapidità, ombreggiano l’intero Calvario. Sì, Giovanni vede quest’ombreggiatura fin oltre la lontana città di Gerusalemme. Strano però: due diversi tipi di ombre partono dalle potenti vibrazioni delle ali. Al di fuori del Golgota, gravano incutendo timore sul lontano paese, su case e uomini; qui, esse sono protezione, portano la Pace della Luce. E questi volti! Giovanni non ha elementi, per afferrare la santa serietà, l’indicibile solennità, la gravità della Creazione, la responsabilità, beatitudine e sublimità, e quel sorriso nel quale si congiungono Pace e somma Sapienza. E ciò nonostante, il suo cuore afferra tutto questo, senza esserne cosciente. Gli è, allo stesso tempo, estraneo e conosciuto, lontano e vicino. – Gli angeli si siedono giù, ai suoi lati, e si chiudono in uno con la Croce di Gesù. Giovanni si meraviglia molto, di come i loro occhi guardino nello stesso tempo lui, lì sulla Terra, mentre compenetrano l’ampiezza del Cielo e anche alzano lo sguardo senza posa al Signore, guardando al Vincitore della morte e della Vita, che pende su di loro alla Croce, – – – sanguinante, smorto, dilaniato.

                    2.                      “Giovanni”, comincia uno degli angeli, “tu non hai riposato solo esteriormente al Petto del tuo Maestro: la tua anima giacque saldamente al Cuore del Padre. Là essa attinse tutto l’Amore, tutta la comprensione, là accolse con certezza la Parola vivente; nulla poteva strapparla dall’unione con Gesù. Tutti i condiscepoli ebbero qua e là dei dubbi, un’incomprensione, ma tu potesti donare incondizionatamente il tuo cuore al Salvatore. Questo, Giovanni, è stata Grazia! Accoglila nell’umiltà, poiché da te stesso seguisti il Signore e Gli donasti la tua vita. Vedi, perciò devi essere tu il Suo veggente!”. – Giovanni intende il messaggio dalla bocca celestiale. La gioia precipita sulla sua anima come l’acqua dall’alto del monte. Vorrebbe rispondere qualcosa, domandare: ‘Chi è l’annunciatore dal Regno?’. – Sorridendo, l’angelo prende le mani di Giovanni nelle sue.

                    3.                      “Tu mi conosci. Guarda il segno della Croce sul mio petto, è il segno dell’Amore[2], che come Uomo è morto sulla Croce per l’intera Creazione, adempiendo con ciò il comandamento posto da Sé, fino alla fine. Gli uomini emettono e assegnano ordini, che devono essere rigorosamente osservati da altri. L’Eterno, Santo-UR, l’Eterno-Unico e Veritiero, però, non ha soltanto dato i più sommi Comandamenti, ma Egli stesso vi si è attenuto! Questo è avvenuto ben nel segno del Suo Potere, Forza, Vigore e Potenza, ma – sul Golgota – nel segno della Terra e della debole umanità!

                    4.                      Col Golgota la Divinità ha alienato Se stessa. Ha lasciato completare la Via ai Suoi sette Raggi, mentre l’Amore di Dio è divenuto un ‘Figlio dell’Uomo’. Guarda la stalla di Betlemme, la prima Pietra miliare nella Vita di Gesù, conferma il Comandamento della Sua Misericordia e Sapienza. Tu ti meravigli come mai la nascita sorse dalla Misericordia e Sapienza. Riconosci che solo il Padre poteva sacrificare il Figlio; e il Padre è Misericordia. Essa è la corona preparata ai figli ritornanti a casa. Soltanto, quando è spiegato anche il motivo della nascita del Figlio, rimane ancora da riconoscere la causa, da cui scaturì l’effetto come comandamento, l’azione della Misericordia. E la causa fu la Sapienza! – Ti meravigli di nuovo, discepolo dalla schiera di Gesù, sebbene tu abbia maggior conoscenza di tutti i seguaci? Ti voglio guidare alla radice della Sapienza. – Ma non adesso, prima devi ascoltare ancora.

                    5.                      La seconda Pietra miliare fu portata alla Creazione attraverso il ‘Getsemani’, quando la Preghiera sanguinosa riportò la Vittoria con quelle Parole estese alla Creazione: ‘Allora Io lo bevo’. Là stava in primo piano solo la Pazienza. Il santo Comandamento di UR risplendeva nella propria sublimissima opera! Il Calice, il simbolo della Pazienza, era qui allo stesso modo causa ed effetto. Nessuno è in grado di afferrare la Pazienza che il Cuore divino aveva con i figli della Creazione, con Lucifero, per assicurare a tutti, sulla Legge della libera volontà, la Via di casa al Cuore del Padre. Questa Causa-ur era in se stessa già l’Effetto, lo portava con Sé e consisteva in ciò: che il Figlio dell’Uomo come Agnello di Dio accettasse il Calice, e precisamente in maniera incondizionata, la cui inafferrabile grandezza fece tremare perfino noi primi angeli davanti al Suo santo Seggio. Voi, discepoli e uomini – sconvolti da questo Golgota – vi siete già un poco scostati dall’Avvenimento notturno; sì, esso non è penetrato profondamente nelle vostre anime. Questo è un bene per voi, perché non avreste potuto comprendere questa conoscenza. Ma noi, che siamo i portatori della Sua Corona a sette Raggi, potevamo e dovevamo occuparci della necessità della Preghiera del Calice. Se tu potessi dare uno sguardo nei nostri cuori, comprenderesti la Potenza dell’Avvenimento, ma sei ancora uomo e devi prima diventare veggente.

                    6.                      Ora ti viene rivelata la terza Pietra miliare della Via di Dio. Essa diventa la pietra di base della tua predestinazione. Questa, porterà più tardi la conoscenza della quarta, il cui significato generale ti può essere mostrato già adesso, per introdurti nel decorso dell’Amministrazione della Creazione, dalla quale provengono tutte e quattro le Pietre miliari.

                    7.                      Vedi: Colui che pende alla Croce, ritornerà per te e per me, per tutti i figli, anime, spiriti e creature, per rivelarSi in inesprimibile Potenza e Magnificenza. Dapprima Egli verrà per breve tempo, – presto, quando il Golgota condurrà alla Giustizia dell’Opera del Comandamento. Soltanto – questo ritorno starà ancora sotto il segno di questa Croce. Ma nel Suo grande ritorno e apparizione gloriosa, porrà come quarta la Pietra di chiusura per la Sua Opera del Giorno. Serietà e Ordine –torchio e bilancia – suoneranno le campane del riposo serale del Giorno della Creazione. Quello che precederà alla grande chiamata a casa, ed è già preceduto, dovrai annunciarlo tu come veggente agli uomini, finché ti troverai ancora sulla Terra. Ma ciò che vieni a sapere adesso attraverso di noi, Raphael e Michael, dovrà rimaner sopito a lungo, fino al tempo in cui un angelo scioglierà la fune della campana, per darla nelle mani di Muriel e di Uraniel”. – Raphael tace, perché ciò che è stato udito deve prima diffondersi nel cuore di Giovanni.

                    8.                      A bassa voce, timidamente, il discepolo dice: “Voi siete due principi e venite da me – solo da me? In verità, io non sono più degli altri. Ma Gesù, il mio Amico e amato Maestro, perché – perché questa cosa terribile doveva succedere a Lui? Non aveva Egli abbastanza amici e ricchi romani, che volevano accoglierLo con vero amore e venerazione? Ciò nonostante rifiutava tutto! Non si concedeva la più piccola gioia esteriore, non accettava nessun dono da coloro che Egli guariva, che liberava da afflizione e bisogno. Quante volte rinunciava al riposo, a cibo e bevanda, quando  sapeva: ‘Nel luogo successivo qualcuno ha bisogno di Me’. – E questa…”, Giovanni accenna amareggiato alla Croce, “…questa è il ringraziamento di un popolo, per il quale Egli era diventato l’indescrivibile Benedizione! – Perché, oh, perché?”. – Giovanni ammutolisce. Il suo cuore piange, piangono anche i suoi occhi. Grosse lacrime scendono sul suo giovane volto.

                    9.                      Allora Michael alza la sua mano, la posa dolcemente sulle spalle sussultanti del discepolo e dice: “Giovanni, sii triste e nello stesso tempo lieto. Le tue lacrime saranno raccolte, come tutte le lacrime che sono versate per le sofferenze e i dolori degli altri. Ma credilo, il ‘Golgota’ doveva avvenire, anche se tu non comprendi ancora ‘il perché’. Non esisteva nessun’altra Via, per trasformare in realtà la parabola del figlio perduto. Ricordati dei discorsi di Gesù sul Padre che, nel grande Amore, non fu  disposto solo ad accogliere nuovamente il figlio che aveva dilapidato tutta la sua eredità, ma per giunta, gli andò incontro, quando il figlio volle nuovamente ritornare a casa. Ahimè, – il Padre sa: al figlio è difficile questo ritorno, perché ha fatto troppo male; cerca invano la via che lo spinge da se stesso nelle braccia del Padre. Ora il Padre vuole andare a prendere Suo figlio, per annunciare pieno di gioia: Il Mio figliolo che era perduto, è di nuovo tornato a Casa!’.

                  10.                    A quel tempo, quando Gesù insegnava questa parabola, quel figlio stava accanto e ascoltava queste parole. Esse non rimasero senza impressione. Allora sopraggiunse per la prima volta l’esitante amara conoscenza: ‘Che cosa ho fatto?’. Senza questa prima personale conoscenza, il Getsemani e il Golgota non avrebbero avuto quell’esito che ti si dovrà rivelare, affinché tu apra parecchi cuori prima del grande ritorno del Signore, ed essi sentano la Verità. Perciò, io ti voglio illuminare il mistero più da vicino.

                  11.                    Tu sai che tutti gli uomini provengono dall’Adilà, e vi ritornano. E non ti è sconosciuto che anche i demoni, che Gesù scacciò spesso, hanno una vita autocosciente; altresì che il supremo di tutti i demoni si chiama Lucifero. Lucifero è il figlio perduto[3]. Sì, puoi tu immaginare, che il Padre vada ostinatamente in cerca  di questo Suo primo figlio e faccia di tutto perché esso non vada perduto, ma che ritrovi la via di casa? Puoi inoltre immaginare che questo continuo impiego di fatica dovrà un giorno essere coronato dal successo? E ti è difficile decidere quale successo corrisponda di più alla Divinità, se sia solo mediante l’opera di Dio che smuova al ritorno il figlio, oppure che, attraverso il Suo instancabile Lavoro, si accenda una buona volta un pensiero della nostalgia di casa nel figlio, e ora il Padre esegua con maggior ragione il Suo progetto di andare incontro al perduto? Il Padre, l’Onnisanto-UR, non sarebbe ricompensato con questa nostalgia di casa suscitata nel cuore del figlio?

                  12.                    Tu esamini la mia parola, e fai bene. Tu però riconosci anche la Verità, e ora vedrai la Vita e l’Insegnamento di Gesù in una Luce completamente diversa, nella Luce della futura Rivelazione, nello splendore della gloriosa apparizione di Cristo, quando Egli ritornerà, per forzare le ultime tombe degli spiriti-dormienti.

 

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Cap. 3

 

La nostalgia del figlio perduto

                    1.                      Ascolta ancora, prima che accada quel che seguirà. Il figlio, infatti, sentì la nostalgia di Casa quando fu data quella parabola della Creazione. Ma – non era ancora maturo, aveva ancora un’ultima rimanente eredità nella mano. S’immaginava di campare ancora a lungo e non voleva sapere che la pietra, quanto più si avvicina all’abisso, tanto più rotolerà velocemente. Fin dalla parabola, Lucifero fu spesso ascoltatore inosservato del Maestro, ma nel frattempo, soltanto una volta aveva sentito una breve nostalgia di Casa, e precisamente durante la Preghiera del Calice di Gesù. – Soltanto – ecco che lo sedusse nuovamente il suo potere. Egli credette ancora di poter mantenere il suo regno, di essere più grande di Dio. Senza conoscenza vi poteva anche sperare, quando vide inginocchiato il solitario Orante, al Quale non stavano accanto nemmeno gli ultimi undici fedeli, nella Preghiera sanguinosa. Da ciò non gli sorse nessun rimprovero. Ma quando le Parole ‘Allora Io lo bevo’, furono prese dalla Creazione, dal santo Universo, venne il primo amaro pentimento sul figlio totalmente confuso. E come tremavano le Labbra del divino Orante, così pure quelle labbra del figlio, sussurravano: Se fossi rimasto nella Casa del Padre …, oh, se io fossi…’ - E l’Agnello di Dio, con il Proprio compimento dei Comandamenti-ur, scosse potentemente il regno delle tenebre.

                    2.                      Da allora in poi, Lucifero vaga intorno con angoscia e terrore. Una volta infuria attraverso il suo inferno, poi va di nuovo a quella terza Pietra della Preghiera che ha bevuto le gocce di Sangue di una Lotta mortale. Egli soffre la grande paura di incontrare la Divinità; pensa anche alla mia spada che un giorno gli oppose la tempesta del Cielo. Ma gli sarà impossibile evitare ancora il Veniente! L’Azione da Spazio-ur e Tempo-ur pretende il frutto! Le condizioni riservate alla Creazione per la giusta compensazione e la Legge della libera volontà, porteranno in necessaria conseguenza l’inizio e la fine, il seme e il grano, la radice e l’albero, fiore e frutto, nostalgia e adempimento; sono essi causa ed effetto in uno! Questo significa che il santo Sacrificio sanguinoso del Figlio dell’Uomo Gesù, che è il Cristo, non potrà mai rimanere senza immediato coronamento. Per colui per il quale fu portato il Sacrificio, questi lo deve ora riscattare! Poiché Dio stesso in Gesù ha vinto la morte ed è Vincitore di ciò che si oppone al Suo santo Regno, ed è impossibile che in qualche modo una vita decada per sempre nella morte. Quindi, qui vuol dire: Morte, dov’è il tuo pungolo? Inferno, dov’è la tua vittoria?’. Il supremo della morte e dell’inferno dovrà soccombere, perché non è rimasto nei limiti della Legge della libera volontà, ma li ha oltrepassati con la Forza che stava a sua disposizione. I frutti derivati da ciò, sono adesso il suo raccolto; non gli rimane null’altro che riporli nel granaio. – Come avverrà questo, lo vedrai.

                    3.                      Come il grande Sacrificio porta l’immediato adempimento, per cui è successo, cioè, niente di più portentoso che il ritorno del figlio perduto, così anche la sua duplice nostalgia di casa, specialmente a causa dell’ultima Parola sulla Croce, lotta nel suo interiore, sebbene debellata continuamente dalla sua abituale ambizione. Solo il Sangue di Gesù rimane vincitore, a maggior ragione qui; perché al perduto tocca la Vita e il morire di GESU’! Se questi non fosse salvato, in verità ti dico: nessun uomo sarebbe redento, e nessuna anima sarebbe liberata dai legacci tenebrosi; nessuno spirito potrebbe diventar beato e nessun angelo stare più dinanzi al potente Seggio di Dio! Allora questo Giorno della Creazione, il sesto dall’Anno dell’Opera-ur nel quale il Creatore aveva detto a noi Primi: Lasciateci fare un’Immagine degli uomini che sia simile a noi!’– sarebbe fallito, non avrebbe potuto avere la sua fine! – E sarebbero fallite tutte le Creazioni già precedute; sarebbe fallito persino il Veniente! La santa Opera di UR sarebbe dovuta ricadere nella Sua Essenza interiore, e sarebbe stato come nel principio mai conosciuto: Lo Spirito aleggiava sull’abisso!’.

                    4.                      Con ciò è motivata la necessità del Sacrificio-ur e il Suo Compimento. Sulla prima figlia Sadhana, che a causa della sua caduta era diventata un Lucifero, poggia un terzo di questa Creazione. Un terzo di tutti gli esseri e anime, è dominato da lui. Il Creatore non gli tolse nulla della parte di Forza concessagli, perché solo con questo, la vittoria di Gesù poteva diventare una vittoria perfettissima. Questa vittoria porterà nel mondo la Redenzione a tutti gli uomini, e alla fine del tempo della materia, la quarta Pietra miliare del santo Avvenimento divino: il Suo meraviglioso ritorno, l’apparizione gloriosa di Cristo! – –

                    5.                      Ma ora presta attenzione Giovanni! Non tremare e non ti spaventare; guarda in tutto ciò che contempli, la santa Vittoria titanica, questa Vittoria-ur dalla profondità di Spazio e Tempo, dalla sconfinata Eternità-ur”. – Michael tace. Lentamente le mani di Giovanni cadono all’indietro, nella sua cintola. Con grandi occhi, nei quali l’Avvenimento ha acceso chiare fiamme, si rivolge una volta a Michael, una volta a Raphael. Il petto gli è divenuto troppo stretto, respira più volte a stento e con agitazione. Ma non appena vuol guardare in alto, alla Croce, i principi-angeli si alzano, stendono le loro ali su di lui e ...Giovanni è rapito al mondo. – – –

* * *

                    6.                      Fulmini di luce a velocità e forza spaventosa s’incrociano attraverso l’Ade. Fragori e tuoni riempiono il luogo. I caduti odono la Voce piena di Potenza e Forza: Lucifero, vieni fuori! Non ti nascondere, perché Io ti vedo!”. – Il chiamato scappa e fugge. Ma più cerca di sfuggire al potente comando, tanto più si perde nella propria confusione, e alla fine – sconfitto per mezzo del Golgota – sta nel cerchio di Luce di tre figure, il cui splendore e autorità rischiarano l’oscurità e fanno tremare l’inferno. Presto i demoni s’irrigidiscono dal terrore. Lucifero si torce e contorce come un verme. La sua caduta, la ribellione contro l’Onnisanto, la resistenza contro le Condizioni date da UR, il suo esagerato utilizzo della Legge della libertà, la sua insensata, menzognera lotta contro il Regno di Pace, contro i Figli della Luce, e ultima, ma non meno importante, la sua duplice nostalgia di casa, che cerca di soffocare con furiose maledizioni, lo frantumano dinanzi all’apparizione della Luce.

 

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Cap. 4

 

La malignità di Lucifero

                    1.                      Nondimeno, ancora una volta affiora la sua smisurata arroganza, la sua forza e malignità, la sete di potere, tutta la sua infamia demoniaca. Orgoglioso si rizza, e scherno gronda dalla bocca sua, quando dice: “Che cosa vuoi tu, uomo morto, che io ti faccia? Devo far vendetta per Te con la mia schiera sul popolo che ti…”. Lucifero si blocca. La figura di luce a destra, Michael, sfodera la spada fiammeggiante, dalla quale saettano intensi fasci luminosi come fiamme divampanti. La figura di luce a sinistra, Raphael, leva in alto una croce verso lo scellerato, che nasconde in sé lo splendore della potenza di una Creazione. Allora la Figura di mezzo che concentra in Sé la spada fiammeggiante e la potenza della Croce, facendole riflettere attraverso il Cielo, l’inferno e la Terra, stende le due Mani ed afferra con esse, spada e croce. Subito il principe delle tenebre stramazza in sé, privo di ogni potere e resistenza. Nasconde il volto nelle pieghe della sua veste perché non vuole, non può guardare Colui che è l’Origine e l’Essenza della sua vita.

                    2.                       CRISTO, il DIO vivente, dice: “Inutilmente, o Lucifero, nascondi i tuoi occhi, perché il Mio sguardo ti è impresso nell’anima, ma se credi di possedere l’eredità che un giorno ricevesti nell’Onnisantissimo dalle Mie mani davanti al sacro focolare, e la consideri ancora tua proprietà conquistata da te stesso dopo la tua separazione, guarda, voglio stare ora dinanzi a te, né nel Mio Potere di Creatore, e nemmeno nella Mia Forza sacerdotale, né come Potenza di Dio e Forza del Padre, bensì sono ancora una volta il Figlio dell’Uomo, il povero abbandonato Orante del Getsemani, il Morente che esclamò dalla Croce nel più atroce tormento e pena: ‘Mio Dio, perché Mi hai abbandonato?’. E voglio essere il Fanciulletto appena nato, affinché tu, Lucifero, sii certo che la Mano di UR nemmeno adesso poggia su di te nel modo più segreto.

                    3.                      A te, Michael, Io dico: ‘Ritira la tua spada!’ – Tu, Raphael: ‘Metti la croce davanti ai tuoi piedi!’. – Ora, Lucifero, sei libero come mai nella tua esistenza tenebrosa! Impiega la tua forza ereditata, come vuoi tu! …levati e strappa tutta la Creazione, Cielo, Terra, inferno! E se ti riesce, allora annienta Gesù che sta dinanzi a te come il Figlio dell’Uomo, – allora la Sua Nascita, la Sua Preghiera del Calice e anche la Croce del Golgota, saranno cose inutili, e sarà inutile il Suo Ritorno condizionato nel Sacrificio!

                    4.                      Questa è la Mia ultima offerta che ti posso donare. A motivo del Sacrificio mortale, la cui onnipotenza non comprendono del tutto nemmeno i Miei supremi figli della Vita, esistono ancora due sole risoluzioni: la Mia Vittoria, …oppure l’immediata dissoluzione della Creazione! Infatti, se Io ho edificato come UR la Mia Opera, sull’Ordine e sulla Volontà e l’ho benedetta con la Sapienza e la Serietà, l’ho guidata con Pazienza e Amore e, ora la voglio portare all’incoronamento mediante la Misericordia, questo avverrà solo se tutto ciò che si è risvegliato alla Vita autocosciente dalla Mia Essenza, potrà essere incluso in tale coronamento! – E questo è nuovamente basato solo sulle due Regole fondamentali della Creazione: quella delle condizioni riservate ai Miei Diritti, e quella della Legge della libera volontà data come Diritto ai Miei figli! Di questo perfezionamento, se deve essere perfetto, fai parte anche tu, Lucifero, – tu e la tua schiera, le anime, tutti gli uomini e gli esseri legati ancora nell’errata illusione!

                    5.                      Per questo, Io diedi due esempi: uno del figlio perduto, tu lo conosci, Lucifero, e l’hai riconosciuto allora rapidamente come ascoltatore non visto, come potevi esserlo soltanto tu; – il secondo della pecorella smarrita che il fedele pastore cerca finché l’ha trovata e la riporta a casa nelle sue braccia, e questo vale per ogni singola anima, che tu portasti allo smarrimento. Guarda: ora riconosci che non esiste nulla nella sua Origine che non sia provenuto dapprima come Pensiero di Luce solo da Me! Soltanto che tu non vuoi utilizzare questa conoscenza come una base su cui è da edificare il tuo ritorno. Ma siccome non esiste veramente nulla che non sia stato originariamente buono perché proceduto unicamente e solamente da Me, allora sappi che in tutta l’eternità, nulla può vivere al di fuori di Me e lontano dalla Mia Luce come antagonista! Già la fine di questo sesto Giorno della Creazione lo deve vedere! – Orbene, Lucifero, mostra la tua forza ereditata! L’Uomo-Gesù sta dinanzi a te, la nuda Anima che da Se stessa si è guadagnata la Forza con la propria conoscenza per andare incontro al proprio avversario!”

                    6.                      Nell’inferno regna un silenzio poco rassicurante. Gli spiriti maligni sono come senza vita. Lucifero dipende del tutto da se stesso, dal potere della sua personalità. Si alza solo con grande tormento e faticosa pena. Allora sente nel suo petto ancora una volta, la terza, la nostalgia di Casa. Tuttavia sopprime la nostalgia, e con la sua ultima forza costringe la volontà, e dice: “Vieni, tu, povero Uomo-Gesù, ho davvero pietà di Te, poiché sei stato ingannato per la Tua vita e per l’Opera della stessa. Ti voglio risarcire”.

                    7.                       Gli Dice Gesù: “Tu pensi che Io sia stato ingannato, oppure che piuttosto, solo adesso, la Divinità debba essere ingannata? Mi sembra che tu voglia rubare un figlio al Padre”.

                    8.                      “Te?”, domanda Lucifero.

                    9.                      “Dipende da cosa farai ora. Ma puoi rubare un solo figlio: te, …oppure Me! In verità, l’effetto sarebbe lo stesso”.

                  10.                    “Non farmi ridere!”. La più orrenda sprezzante risata del demone echeggia attraverso l’Ade. “Posso io, rubare me stesso? No, questo non esiste! Ma Te, Anima-Gesù, – guarda: mi hai fatto venire una nuova idea. Ah, questa ne vale la pena! Non l’ho mai tentata nemmeno durante il Tuo tempo terreno! – Perché allora, sul monte, non volevo la tua Anima, che proviene dal mio mondo, no – allora io volevo sopprimere lo spirito nell’Uomo”.

                  11.                    “Ti era riuscito di attrarre a te lo Spirito?”, domanda Gesù.

                  12.                     “Allora…”, Lucifero evita di rispondere alla domanda con un sì oppure con un no, “…avrei dovuto solo afferrare la Tua Anima terrena come si afferra astutamente anche il nemico nel suo punto più debole. Purtroppo Ti avevo sottovalutato”.

                  13.                    “Non ci vuole nessun coraggio, né forza, né valore, ad attaccare alle spalle un nemico. Io questo lo trovo disonesto e vile. Chi agisce così, consegna a se stesso un grande certificato di povertà”.

                  14.                    “Tu, Uomo, sta’ attento!”, sibila il tenebroso, “oppure …”.

                  15.                    “Sta’ attento tu!”. Un fulmine iracondo dagli occhi d’acciaio colpisce Lucifero, rimandandolo al suo posto. Michael si è fatto avanti.

 

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Cap. 5

 

La battaglia dell’arcangelo Michael

                    1.                      Una volta”, dice con durezza il principe di Luce, “stavi di fronte a me nella prima battaglia che fu combattuta tra le creature. Allora non c’era ancora l’alta Anima di Gesù che ora ti sta dinanzi, perché a quel tempo non esisteva né una Terra né le Sue anime. Ma già allora, per la volontaria cattiva rivolta contro Dio, si erano moltiplicati in te il disonore e la perfidia. Io ti stavo di fronte, la mia schiera contro la tua. Considerato che tu portavi un terzo delle Forze dei Pensieri, la tua schiera era molto maggiore della mia. Uraniel[4] come co-portatore delle Caratteristiche del Creatore mi sosteneva. Ammettilo che hai evitato la mia spada. Io avevo disposto la mia schiera davanti a te; tu hai combattuto per l’imboscata. La tua perfidia ti fu ricompensata; diventasti vassallo! Ammettilo!”

                    2.                      “Devo che cosa? Confessarlo? Di aver mai incrociato le armi con te? Non me lo ricordo!”. – Lucifero ride, pieno di scherno e d’infamia.

                    3.                      Michael avanza ancora di un passo. Una Forza straordinaria scaturisce copiosamente da lui, quando dice: “Lucifero, UR mi ha ordinato di ritirare la spada. Ma sappi, che il Sacrificio dell’Espiazione che comprende tutte le Creazioni non tollera più nessuna menzogna, nessun nascondiglio, poiché questo Sacrificio deve essere posto sul piatto della Bilancia delle Condizioni emesse giustamente. Infatti tu, tu solo hai rivendicato per te la legge della libera volontà oltre ogni spettanza. Ora, senza nessun comando io difenderò il santo Sacrificio sanguinoso del Figlio dell’Uomo-Gesù con il potere dato a me e con la libera volontà a me disponibile! Ancora una menzogna, …e non tratterrò più la mia spada! Ora non assisterò invano l’Amore! – Io saprò portare a termine il compito. – E ora, principe tenebroso dell’inferno, confessa la verità!”

                    4.                      Alla minaccia dell’eroe, Lucifero indietreggia di molto, incutendogli questa, molta paura. E solo impiegando tutta la sua misera forza si tiene in piedi barcollando. Egli percepisce che questi è avanzato meravigliosamente nella sua potenza di volontà; al confronto, …lui è un nulla. Digrignando i denti ammette: “È così come tu dici”. – Michael continua a domandare: “Sul monte della tentazione[5], com’era là? Hai veramente osato avvicinarti allo Spirito di Dio incarnato in Gesù, per sottometterLo? Non volevi sedurre piuttosto malignamente e con infamia, solo la parte dell’Anima? Confessa la verità!”. - Lucifero brontola e borbotta, il suo inferno vomita veleno e zolfo; soltanto, non gli serve a nulla! – Michael mette la sua mano alla spada. – Il maligno grida: “Sì, l’Anima, …volevo soltanto l’Anima!”. – Da questo grido irrompono il suo tormento e l’afflizione della Creazione. In quest’afflizione la Voce di Gesù risuona soave, quietando e guarendo:

                    5.                      “Michael, la poca conoscenza del povero figlio deve diventare occasione per un ritorno, a cui in futuro potrà suggellarsi il rimpatrio. Vuoi aiutarMi?”. – Quale inafferrabile Amore! Per quanto siano ampi tutti i Cieli, le infinità degli Spazi nei quali innumerevoli soli tracciano solitari le loro orbite, per quanto distante sia il Mattino dalla Sera di un Giorno della Creazione, tutto è troppo piccolo per accogliere la pienezza di quest’Amore. – Michael rientra al fianco di Gesù, solleva la sua spada sul santo Capo e dice: “Su di Te, Figlio Gesù, la mia spada come protezione, finché il Tuo Sacrificio otterrà la Vittoria! Ma davanti a Te, Tu Eterno Santo-UR, Eterno-Unico e Veritiero…”, e s’inginocchia, posando la sua arma al suolo, “…voglio stare in ginocchio, in adorazione e umiltà! Ed io so: sarai Tu il Vincitore! Ma Tu chiedi se Ti voglio aiutare? Tu lo sai, senza che io risponda”.

                    6.                      “Sì, Michael Mio, Io lo so. Ma questo deve accadere per via dell’inferno. Alzati; ora vogliamo lasciare agire Lucifero”. Gesù chiama a Sé Lucifero e dice: “Ora fa’ secondo il tuo giudizio”. – Lo spirito maligno è immediatamente libero dal potere supremo della spada e così alza più in alto il suo capo, benché nel suo interiore gli pesi il sacrificio. Due parole stanno davanti a lui in fiamme: ‘Per te!’ – La lotta è così violenta, che i suoi spiriti perdono la loro rigidità. Essi infuriano, agitano le fauci delle tenebre; urla, imprecazioni, frastuoni rumoreggiano attraverso il tenebroso luogo e si combattono nel modo più orribile. E quando Lucifero non vede nessuna via d’uscita, come potersi avvicinare a Gesù, il Signore domanda:

                    7.                      “Tu hai detto che Io, da povero Uomo, sarei stato defraudato della Mia Vita e dell’Opera di questa. Mi volevi risarcire. È vero? E cosa vuoi farMi?”

                    8.                      “Oh, …”, Lucifero ritrova fiducia in se stesso. Gli deve riuscire, di strappare il Regno a sé. “… ho davvero compassione di Te, perché in definitiva… No! La Tua Croce non è colpa mia!”. – Egli evita sempre di guardare la croce e Raphael.

                    9.                      “Se non porti nessuna colpa per il Mio sangue, di chi è la responsabilità? Perché Mi è accaduto questo?”

                  10.                    “Devo saperlo io? Chiedilo ai potenti Kaifa, a Erode e a Pilato; forse essi Te lo diranno!”

                  11.                    “Sì, Lucifero, la loro risposta sarebbe: ‘Il demonio è venuto su di noi!’. – Ma quanto poco costoro si possono scagionare dalla propria co-colpa, tanto meno tu sei da assolvere dalla colpa principale. Perché solo tu, sei la causa di questa!”. – “Anche Tu vuoi addossare tutta la colpa su di me, che altri hanno perpetrato senza il mio più minimo contributo? Finora sei stato Tu, l’unica Anima che ha vinto il fardello della materia senza cercare qualcuno su cui fosse da addossare. – E ora vuoi accusare me, della colpa principale?”

                  12.                    “Non ho parlato di ‘questa colpa’, bensì della ‘causa’. Quello che uomini, anime o spiriti fanno di cattivo, ognuno deve portarlo da se stesso e risponderne dinanzi a Dio. Egli non caricherà per nulla il loro peso sulle tue spalle. Ma Io, o Lucifero, ho preso su di Me il tuo grande fardello e il carico di tutti i colpevoli, per la liberazione di tutti, per riscattare te, con ciò, dalla causa della colpa, poiché vedi, se tu una volta non avessi infranto la tua promessa data liberamente, di riconoscere e adempiere le condizioni giustamente poste, senza disprezzarle e gettandole via da te, in verità, nessun figlio sarebbe mai giunto su una tale via del profondissimo abisso, dove tu adesso già cammini da quasi sette Ore del Giorno della Creazione, a danno della Mia Opera, per la tua propria perdita. Non te ne rendi conto?”

                  13.                    “Non lo so e neanche comprendo come mai debba essere io il perdente. E la perdita di Quell’altro, riguarda forse Me?”

                  14.                    “Ti sbagli! La perdita di Quell’altro, il cui santo Nome non vuole uscirti dalle labbra, consiste solo in un tempo, che in verità Gli dispiace per via dei figli di cui tu Lo derubi, ma non per amor di Se stesso, poiché un tale tempo in Lui è un soffio, solo una goccia dalle quattro sante Correnti della Vita dell’Eternità-ur, il cui inizio e fine – sorti alla Fonte della Mezzanotte, a te eternamente coperta – nessun figlio contemplerà mai. Che cosa è una tale goccia del tempo risiservatole, nello scorrere della santa Volontà del Creatore? In verità, Io ti dico: non di più, ma infinite volte di meno, che un povero granellino di sabbia della povera Terra.

                  15.                    Ma la tua perdita... ”, Gesù esita, e poi accentuando dolcemente, ma con quell’ardente potere che avvinceva migliaia di ascoltatori, dice: “…Sadhana, tu, prima figlia del Padre Celeste… la tua perdita è quasi incommensurabile! Hai rinunciato a tutto, all’abbondanza delle ricchezze, alla magnificenza della Luce, al diritto della Primogenitura della Creazione! – E questo, tutto per un piatto di lenticchie! In verità, Sadhana, ciò che hai ottenuto in cambio, la povera Terra, il piccolo globo involucro, l’insignificante cella di soli, …è solo un piatto di quella misera zuppa di lenticchie di Esaù, che per te fu un esempio. Su questo, non ti è ancora mai venuto nessun discernimento?”

                  16.                    Nell’essere stato chiamato ‘Sadhana’, Lucifero è terribilmente trasalito. La sua anima rabbrividisce. ‘E il piatto di lenticchie? Sì, quasi, …no, così non si dà per vinto, questo non lo riguarda per niente. Lui è Lucifero, il signore della Terra! Che cosa valgono le poche anime che si sottraggono a lui di mano? Milioni peregrinano sulle vie indicate da lui della ricchezza mondana, del potere sugli uomini, sui popoli, e per la lussuria. E quando saranno liberi dal loro corpo terreno, apparterranno a lui completamente! Non gli dovrebbe essere possibile, tener stretta l’Anima di Gesù che è venuta a lui persino volontariamente?’. Soltanto, il nome ‘Sadhana’ lo indebolisce immensamente; solo a fatica oppone resistenza. Nondimeno, …deve essere! Egli dice: “Vieni, seguimi, Ti mostro il mio ‘piatto di lenticchie’; forse allora riconoscerai, dove c’è potere e magnificenza, e dove, solo apparenza”.

                  17.                    “Allora guidaci”. – Lucifero sarebbe andato volentieri solo con Gesù, perché spada e croce lo aggravano, sebbene entrambi, Michael e Raphael, non facciano sentire influenza alcuna. Egli non potrebbe nemmeno dire se volontà o amore paralizzino la sua forza di volontà. Non gli riesce comunque di trattenere i principi, e nemmeno di mettersi tra loro e Gesù. Non gli rimane altro che andare avanti. … In un volo rapido girano intorno alla Terra. Lucifero mostra magnifiche regioni, potenti regni con un atteggiamento come se volesse dire: ‘Non è nulla rispetto a ciò che Ti voglio donare’. Egli mostra mondi, stelle, soli. Su un sole molto grande, Lucifero guida il Signore su una collina.

                  18.                    La pura Anima, – che in virtù del Suo Sacrificio domina con lo sguardo l’intera Creazione, – e anche gli angeli sentono ugualmente che qui si prenderà la decisione. Lucifero chiede perfino che Gesù si metta a sedere, e Gli offre un posto scelto espressamente. Egli stesso siede dinanzi, di traverso su una nuda pietra. I principi della Luce rimangono in piedi appena dietro al Signore. – Per un tempo considerevole grava uno strano silenzio sul piccolo gruppo. Alla fine Gesù domanda: “Sadhana, che cos’hai da offrirMi?”

 

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Cap. 6

 

Lucifero non ricorda d’essere stato Sadhana

                    1.                      Lucifero chiede a sua volta: “Perché mi chiami con un nome che non mi appartiene?”. – “Hai ragione, Sadhana, non ti appartiene. Più esattamente: non più! Ma guarda: ti deve appartenere di nuovo! Con la Mia croce sanguinosa ne ho posto il fondamento. Riconoscilo: solo la Divinità, portava nel proprio Essere il proprio Nome! Invece nessuno degli angeli, per quanto sommo e più perfetto, mai si è attribuito un nome da se stesso, perché nella Luce di Dio erano tutti solo fanciulli, e sono stati educati a ciò che sono oggi. Se qualcuno si attribuisce un altro nome, diverso da quello che ha ricevuto alla sua nascita spirituale e perfino anche terrena, allora questo, per vero, non sarà mai sussistente. Non diversamente è con te. ‘Lucifero’ non era e non sarà mai il tuo nome; UR non ti aveva chiamato così! Non devo chiamarti anch’Io col tuo vero nome?”.Lucifero cambia tono. “Che cos’è un nome? Suono e fumo! Io non mi chiamo: io sono Lucifero!”. – Nessuno avrebbe potuto parlare con più superbia che il demone supremo.

                    2.                      “O povero figlio smarrito, come puoi parlare così stoltamente?”. Dagli occhi, Gesù irradia un’indicibile compassione. “Ma ora parla, Sadhana. Io voglio… Io non posso regalarti più tempo di come il Mio sacrificio te ne può concedere per la conoscenza”.

                    3.                      “Non voglio derubarTi”, dice Lucifero. La sua voce è stranamente calma. Proviene questo da un incerto passo per il ritorno? È una tattica? – I principi-angeli vedono chiaro: Gesù vorrebbe credere in ciò che è buono (di Lucifero).

                    4.                      Lucifero accenna alla regione solare con un ampio movimento della mano. “Guarda questo sole e riconosci che cosa si può far di lui. Tu hai una grande forza. Oh, …io lo so, non mi chiudo al sapere, sebbene non capisco come Tu, con un tale potere non sei riuscito a sottrarti alla morte vergognosa. Ebbene, questo è affar Tuo, non m’interessa, con questo non ho nulla a che fare!”. – L’ostinazione nelle parole è così grande, che perfino Gesù indietreggia spaventato.

                    5.                      “Ti voglio fare la mia offerta”, continua Lucifero dopo una breve pausa. “Il sole sia Tuo con tutto quello che vi è sopra, al di sopra e al di sotto, con tutti gli uomini che io ho mandato qui. E li manderò a Te, tutti senza eccezione, non appena avranno lasciato il loro compassionevole, miserabile, puzzolente corpo. Potrai fare di loro quello che vuoi e Tu stesso ne sei il padrone; non m’importa di nulla. Un ricco campo d’azione! – E qui Ti devono venire incontro Caifa, Erode e Pilato. Allora renderai loro ciò che Ti hanno fatto di male! Gli assassini saranno nelle Tue mani. Non hai Tu anche predicato volentieri, e difeso i vermi umani, sebbene nemmeno uno possedesse tanto valore da essere degno di essere solo guardato da Te? Invece, sei corso dietro a loro! – E se non Ti basta questo luogo di lavoro, oh …io ho anche un'altra ricchezza. Vieni! Seguimi!”

                    6.                      Lucifero guida. Il Globo-involucro[6] si apre, e in tutti gli angoli razzolano i suoi esseri. Dopo di ciò ritornano a quel sole che era stato offerto a Gesù. Non appena riprendono i loro precedenti posti. – Lucifero domanda: “Ebbene, che ne dici adesso del piatto di lenticchie? Mostrami il piatto sul quale sarebbe da ammassare”.

                    7.                      “Sadhana, la tua zuppa di lenticchie è grande ai tuoi occhi. Quanto piccola sia veramente e quanto poca sia, Raphael e Michael te lo mostreranno dopo. – Prima voglio occuparmi dell’offerta. Mi alletta di raccogliere intorno a Me le anime di tutti gli uomini, di insegnare loro il Mio Amore che essi conoscono poco, sebbene parlino molto dell’Amore. Chi conosce l’Essere altamente lodato, la Sua settupla irradiazione, congiunta saldamente nelle quattro correnti della Vita e racchiuse insieme? Chi ha mai esplorato il fondamento dell’Amore che domina in questo sesto Giorno della Creazione, di cui l’Ordine e la Sapienza sono i pilastri? Sì, Mi alletta mostrare a ogni anima la sovranità di Dio per scatenare la nostalgia che dovrebbe spingerle tutte nel Cuore del Padre!”

                    8.                      Il Salvatore tace. I Suoi occhi girovagano nello spazio. Vede giungere delle schiere, – grigie, curve, tormentate dal peccato e dalla colpa; e le vede, benedette e adornate dalla Sua mano, con le vesti bianche, e sul loro capo le corone della conoscenza, andare dallo spazio solare, con giubilo ed esultanza, con ringraziamento e lieto fervore, nel Regno della luce, libere dal potere dell’oscurità. – – Il tetro distrugge precipitosamente l’immagine esultante: “E Tu, …accetterai? Tu, …lo farai?”

                    9.                      Gesù si desta dalla Sua immagine salvifica. – Come ascoltando, alza lo sguardo. La tentazione sulla Terra non era nulla, in confronto a quel che deve avvenire adesso. Gravemente, Egli replica: “Nessuno compra una veste senza averne chiesto il prezzo, sebbene lo si rinnovi spesso. Meno ancora un uomo prudente compra una casa senza esaminare precisamente il suo prezzo insieme alle condizioni. Egli esamina anche se l’acquisto gli porterà un’utilità oppure danno, se più tardi non si manifesteranno difetti che poi egli non sarà più all’altezza di riparare, così che gli venga tolta la casa e, povero e nudo, debba essere cacciato fuori insieme ai suoi cari. Tutto questo si deve pensare prima che si stenda la mano e si dica: ‘Dà qua, la voglio avere!’. Il mercante disonesto metterà presto la merce nelle mani tese dell’onesto acquirente e incasserà il prezzo. Ma davanti al tribunale egli affermerà: ‘Alla vendita, la mia merce era buona, si è guastata più tardi’. – Quindi, Sadhana, che cosa vuoi avere per questo?”

                  10.                    “Tanto, quanto niente! Ti sono cedute legioni di anime, e solo un’unica, ne voglio come prezzo”.

                  11.                    “E… chi è quest’unica anima?”

                  12.                    “Tu stesso!”

                  13.                    “Io? …E che vuoi fare di Me?”

                  14.                    “Nulla. Pretendo solo che Tu non abbandoni mai questo spazio solare, né nutrire altri desideri, eccetto che di lasciar andare via le anime a Te donate secondo la Tua immagine fantasiosa, senza cedere Te stesso al desiderio di seguir loro, anche solo una volta”.

                  15.                    “Allora sarei un tuo prigioniero, un vassallo alle tue grazie!”

                  16.                    “Queste sono parole dure, esse non colgono il senso”.

                  17.                    “No!”. La voce di Gesù si alza. Somiglia a quella voce quando nel tempio Egli brandì la verga, esclamando: «La Mia Casa deve essere una casa di preghiera; voi ne avete fatto un covo di assassini!» – “No! Il senso è duro, le parole, vere!

                  18.                    Sadhana, tu una volta stavi come un libero figlio principesco con Michael, Raphael e i fratelli nell’Onnisantissimo dinanzi al sacro focolare. Stavi in ginocchio davanti al Seggio per adorare Colui che vi sedeva, che è il tuo Creatore. UR donava a te i Suoi doni. Egli non esercitò commercio, Egli diede dalla pienezza della Sua abbondanza! Ma tu, non appena ottenesti molto, ti credesti abbastanza grande da opporti al Padre e dire: ‘Ciò che io possiedo, è mia proprietà conquistata da me!’. – Allora diventasti prigioniero e vassallo della tua cattiveria, ma non del Padre tuo, bensì prigioniero e vassallo della tua superbia, e fosti asservito ed imbavagliato nell’infamia della tua perfidia. – Infatti, in verità, se UR ti avesse asservito e fatto prigioniero, tu non saresti mai potuto sopravvivere a questo tempo, perché allora si sarebbero dovute adempiere su di te le condizioni della Creazione. Questo avrebbe veramente avuto per conseguenza la dissoluzione del Giorno della Creazione.

                  19.                    Ora è giunto il momento, in cui hai dilapidato completamente il dono e l’eredità. UR non ti darà nulla di ciò che possiedono tutti quanti i Suoi figli. L’Ordine, la Volontà, la Sapienza e la Serietà avrebbero voluto rovesciare in una notte la mostruosità della tua caduta, il piatto di lenticchie. Inevitabilmente, fuori dalle condizioni, una notte anzitempo avrebbe coperto l’intero Giorno della Creazione. Allora quest’Opera, da Spazio-ur e Tempo-ur, sarebbe stata inutile!

                  20.                    Ma guarda, si levò la Pazienza e disse: «Mi sia dato un breve tempo, che voglio innestare come semenza nel Grembo dell’Amore; poiché è il Giorno dell’Amore». – L’Amore parlò: «Voglio dare alla luce, come Figlio, il tempo affidatomi dalla Pazienza, così che sulla Via del Sacrificio riporterà il già perduto, e voglio mettere ai piedi della Misericordia il ‘Sacrificio del Figlio’». La Misericordia parlò: ‘Io ero già Corona, quando nel Tempo senza tempo di UR sorsero sublimi, sacre Opere, e grandi senza numero! Nella quadruplice Creazione nella quale ora sarebbe cominciato l’Atto-Anno-ur nella luce pre-sorgente e di cui il sesto-Giorno attendeva l’adempimento con il fiato sospeso, Io ho portato il Sigillo della Corona a ogni essere e a ogni divenire. Anche questo Giorno stette nella Mia mano.

                  21.                    L’incoronazione non poteva avvenire solo attraverso di Me se non vi fosse stato il fondamento nell’Ordine, nella Volontà, nella Sapienza e nella Serietà, e se la Pazienza e l’Amore non avessero eretto il Ponte dall’interiore all’esteriore, dal Maestro all’Opera, dal Creatore alla creatura, dall’inizio alla fine. Altrettanto poco sarebbe stato l’adempimento, se Io, la Misericordia, non avessi guidato su questo Ponte, la fine all’Inizio, la creatura al Creatore, l’Opera al Maestro, l’esteriore all’interiore, e quindi, formato il tetto sul Pilastro di base del Tempio della Creazione. Nel corso finora svoltosi del Giorno dell’Amore, Io ho solo elevato la Corona. Adesso bisogna imprimere all’Opera il sigillo della Corona, per portare alla fine anche ad essa l’incoronazione» Così fu deciso nel Consiglio secondo il senso di Dio-UR! – Quindi parlarono i quattro primi: ‘Così sia! Noi diamo il tempo alla Pazienza. Una volta trascorso, si vedrà che cosa dovrà accadere con lo spazio cosmico’.

                  22.                    Quindi la Pazienza generò il Tempo come semenza nel grembo dell’Amore, e nacqui Io. – La Misericordia serbò il sigillo nella mano, mentre l’Amore portò l’inconcepibile Sacrificio! – Una volta – e questo non ti è sconosciuto – UR volle provare se un cuore paterno fosse capace di sacrificare il proprio figlio. E niente di meno che Abramo, il portatore della Serietà[7] andato sulla Terra, assecondò il comandamento di sacrificare il tanto amato Isacco.

 

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Cap. 7

 

L’esortazione del Figlio

                    1.                      (continua a parlare Dio-Gesù-Figlio) UR ha sacrificato il Figlio che era proceduto dalla santa Giustizia e dalla Misericordia. Dunque, che adesso UR abbia lasciato venire Me, il Figlio dell’Amore, a te, per rivelarti questa Santità, questa è compassione! E ora Io grido a te: Torna indietro, Sadhana! Torna indietro!’. Vedi, le Mie mani sono ancora rosse del sangue della sacra Sorgente della Vita che è stato versato anzitutto per te! La Croce, addossata alla Creazione per orgoglio, per la colpa e il peccato da te soltanto, Io la tolsi da essa e la caricai liberamente sulle Mie spalle. ElencaMi anche un solo peccato dalla Mia vita terrena, un’arroganza con cui avrei perseguitato un altro. Non puoi mostrarMi nulla! Per chi e per che cosa, dunque, avrei Io, o Sadhana, preso su di Me la Croce, eretta a causa della tua colpa, se non per te, l’autrice della stessa? – Finché le Mie mani saranno ancora arrossate dal sangue del Sacrificio, fino ad allora ti rimane il tempo per il ritorno!

                    2.                      Il Mio Amore ti serve santamente. Per amor del Mio straordinario Sacrificio ora devi provare quanto sia difficile per Me stare adesso dinanzi a te come ‘Figlio dell’Uomo’, come ‘unico-Gesù’. Quando nel compimento della Croce pronunciai morendo le parole: ‘È compiuto’, ho raccomandato il Mio Spirito nelle mani del Padre. Così Io, il Gesù, divenni nuovamente Uno con UR, il Santo stesso! Soltanto, …il Mio Amore sacrificato gridava vendetta! Che cosa ne sai tu, Sadhana, del senso della vendetta divina? Di riportare a Me il Mio primo, perduto Figlio? Di dare nuovamente l’Onore alla Casa del Padre profanata e guarire la grande ferita alla Luce? Questa è l’unica vera, perché santa vendetta! – Da te si rende il bene col male, e anche il male solo col male. Nel Mio Regno questo non esiste, perché qui tutto è nobile, buono e puro, tutto è solo perfetto. Invece quello che tu hai fatto di male alla Creazione, soprattutto a Me, al tuo Creatore, Io te lo ricambio di cuore con la Mia Misericordia.

                    3.                      Ho respinto la tua offerta come Anima, poiché ciò che tu vuoi, può a Me, al Figlio dell’uomo, non rimaner nascosto. L’Amore disceso sulla Terra sarebbe segregato per ogni tempo dal Mio Regno, che andrebbe in rovina se mancasse anche una sola Caratteristica. Con la perdita dell’Amore, Io, l’Eterno-Santo, non sarei più il sublime, il perfetto UR. Così il sesto-Giorno della Creazione perderebbe il Fondamento, sul quale esso sta magnificamente. – Tu non potevi evitare il Mio Sacrificio. Lo sapevi! Quello che tu nascondi davanti al Cielo e davanti all’inferno, vale a dire lo scuotimento che ti colse con la Mia ultima Parola sulla Croce, vedi, Sadhana, a Me non rimase nascosto!

                    4.                      Tu sei proceduta da Me. Del Mio più prezioso Io posi una grande parte nel tuo cuore. Tu potevi  colmare tutto. Hai accumulato sui Miei sontuosi doni, montagne alte come mondi, in colpa, peccato, cocciutaggine, cattiveria, perfidia che, all’apparenza, era come se la Mia Parte-ur fosse soffocata in te. Ma ... tu non potevi ucciderLa! E poiché questo non ti riuscì, allora portasti nel mondo il maligno fratricidio del fratello. Caino fu l’opera tua! Da allora in poi è scorso inarrestabile il sangue, senza che ti riuscisse di distruggere l’originaria eredità della Luce in ogni figlio.

                    5.                      Questo scuotimento fu la tua prima cosciente conoscenza. Stavi qui, in questo posto e ti rivoltavi da tutte le parti; questo per cancellare ciò che vedevi: ‘Per te!’. – Non ti riuscì! Le Mie mani stigmatizzate dai chiodi attinsero nella tua profondità e portarono tutto il bene alla luce del Giorno, e si tesero verso l’alto al Mio trono. Così Io unii il Cielo e l’inferno, e distrussi l’abisso provocato dalla tua caduta. Allora venne su di te il primo singhiozzo. Tu lo soffocasti. Ma quelle parole sussurrate: Ora mi sono perduto completamente’, erano buone. E dopo non ti dominò solo l’ostinazione, quando distruggesti ancora una volta la tua nostalgia di Casa, no! – In ciò c’era anche il riconoscimento della colpa.

                    6.                      Allora la Misericordia si cinse del Mio mantello dell’Amore, e della cintola della Pazienza, intorno alla tua parte della Creazione. Ora sta soltanto a te, Sadhana, giungere dalla conoscenza della colpa, alla confessione della colpa, di deporre la dura corazza della tua ostinazione e lasciarti avvolgere da Me, per non chiudere i tuoi occhi al monito della Croce, bensì dire: Ho peccato dinanzi a Te, o Padre, nel Cielo e sulla Terra. Da ora in poi non sono più degno di essere chiamato figlio Tuo!’.Se farai questo, Sadhana, ti andrà come al figlio nella parabola: in futuro sarai condotto a casa con Gioia! – –

                    7.                      Ora però hai ancora bisogno di una sola visione. – Michael e Raphael, portate il figlio Mio perduto e mostrategli la vostra magnificenza. Sarà sufficiente che egli riconosca il suo Giudizio della caduta. Gli altri Miei principi celesti, nel frattempo Mi serviranno”. – Subito gli incaricati stanno accanto a Lucifero, e in un attimo sono sfuggiti allo spazio solare.

 

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Cap. 8

 

Lucifero sulla via del ritorno

                    1.                      Lucifero sta nuovamente dinanzi al Signore. Gesù attende, finché parla. Gli deve essere lasciato il tempo perché il suo interiore ha provato un enorme cambiamento. Si siede sulla pietra, il capo profondamente chino. Finalmente alza lo sguardo. Qual fuoco arde nei suoi tetri occhi; una fiamma consuma l’altra. Ostinazione contro ravvedimento, odio contro amore, superbia contro orrore, in breve …l’inferno combatte contro un Cielo, nel figlio diventato ora povero.

                    2.                       Uno sconfinato tormento risuona, quando – a metà girato verso Gesù – egli dice: “Sarebbe stato meglio se Tu non mi avessi fatto vedere ciò che i Tuoi Servitori mi hanno svelato. Anche questa è Misericordia, a me, che sono caduto in una risacca dalla quale non c’è nessuna scappatoia con le proprie forze, gettare sì un salvagente, ma non tirare la corda, così che io veramente non vada a fondo, ma non vada nemmeno a riva, né alla vecchia né alla nuova? Perché mi hai fatto questo?”

                    3.                      Raphael accenna alla Croce e domanda: “Perché tu hai fatto questo al Signore? Sì, l’Altissimo doveva farti sentire il vortice, che è stato finora la tua vita. Guarda quello che ora hai, come debito verso di Lui, verso la Creazione e verso te stesso! Non reprimere il sapere che senza il salvagente di Dio saresti perduto, ma mettiti ora sotto la Croce di Cristo; stendi in alto le tue mani verso Colui che ha sacrificato su questo Legno del martirio la Sua santa Vita. Se lo farai, Egli ti tirerà presto di là, a destra della riva. – Allora sarai salvo, sarai libero da ogni colpa e un giorno troverai la via di ritorno nella casa del Padre tuo. Allora sentirai l’Amore misericordioso che salva anche te dall’angoscia della morte, dalla notte e dall’orrore, come una pecorella smarrita, e ti porta a casa su forti, fedeli braccia da Pastore. – Riconosci quest’Amore, Lucifero! Prendilo fiducioso per te! L’Amore attende solo che tu lo desideri”. Splendente nella sua Luce, il principe dell’Amore sta dinanzi al caduto.

                    4.                      Lucifero sente il contrasto. Guarda una volta in alto, all’irradiato, amichevole Volto, ma presto abbassa il suo sguardo a terra dicendo: “Troppo tardi arriva la conoscenza a quale riva Egli voleva…”, con ciò accenna a Gesù, “…anche attirarmi. Non posso più essere signore del mio regno dopo aver visto che cosa è diventata la vostra proprietà. E il Sangue ... oh, ora non lascia più andare l’anima mia! Ma alla riva dove state voi, posso venire ancor meno! Io non sono dei vostri, non lo sarò mai! Voi mi avete svelato tutto ciò che avvenne nel sesto Giorno della Creazione, in una chiarezza per me raccapricciante. Ora mi imbatterò sempre ai limiti della mia zuppa di lenticchie auto-imposta, e andrò completamente al fondo di questa vita infernale. Ci vorranno ben eoni di tempi, finché mi sarò logorato alla mia colpa, fino a che non rimarrà più nulla di me”.

                    5.                      “Perché non vuoi venire su quella riva dove t’illuminerà la Luce, dove ti attende l’Amore?”

                    6.                      “Là ...?”. Per un attimo Lucifero guarda a Gesù. “Come puoi addossarmi quest’insopportabile tormento? Non è sufficiente di dovermi trascinare per eternità con questa conoscenza?[8] A cosa mi serve questa riva, se non posso essere partecipe della Sua Benedizione? La Luce mi caccia da un estremo all’altro! In me si adempie la parola: ‘Tu dovrai essere errabondo e fuggitivo!’. – No, là, io non posso!”

                    7.                      “Nessuno ti caccerà”.

                    8.                      “Possibile. Allora lo farà proprio la mia colpa, il che è la stessa cosa. Per noi è meglio separarci, e ognuno ritorni là da dove è venuto. Non si può superare l’abisso!”

                    9.                      L’angelo dell’Amore, triste, guarda al povero figlio, il cui cuore brucia nella sofferenza, perché l’anima non vuole né sentire né vedere l’aiuto. Ma lui non può aiutare più di quanto è stato fatto finora. Anche l’Amore non deve costringere; esso può solo precedere come luce nell’oscura notte verso il viandante smarrito. Può solo attirare e chiamare. Chi lo segue, ne è eternamente salvato! Come da una parte l’Amore mostra la santa, alta Meta, così deve, dall’altra parte, risvegliare la volontà a riconoscere la Luce e seguire il richiamo. Ma Lucifero, è già così avanti da piegare la sua volontà a questa Meta?

                  10.                    Michael si reca da lui, si china e posa dolcemente sulla sua spalla la sua mano avvezza alla spada. Egli dice: “Lucifero, tu sei già arrivato sulla via del ritorno, Noi lo vediamo meglio di te stesso. Lascia che ti aiuti! Anche se sono il portatore della Volontà[9], ho comunque in me l’Amore dell’Altissimo. Se tu credi che la parte dell’Amore in me sia troppo piccola, allora ti sbagli di grosso. Essa è così forte, che con questa potrei rendere beato non solo il tuo intero inferno, ma potrei rendere assai felici anche tutti gli angeli fino alla fine di questo Giorno della Creazione. Altrettanto è così con i miei fratelli. E ciò che ogni singolo possiede, questo, o Lucifero, UR un giorno lo aveva messo nelle tue mani, nel tuo cuore, in settuplice abbondanza settuplicata. Non varrebbe la pena venirne nuovamente in possesso?”. Le efficaci parole di Michael sono colme di forza come le può esprimere solo il portatore della Volontà. Ciò nonostante esse sono compenetrate da un Fuoco d’Amore contro cui Lucifero – dapprima turbato nell’interiore da Raphael – non può più difendersi. In lui combattono ancora le sue potenze oscure, pur tuttavia, esse hanno già perduto la forza elementare.

                  11.                    Lui non si volta nemmeno mentre ribatte: “Tu dici che sarei giunto sulla via del ritorno? Non sento nulla di questo! E lo potrei anche? A cosa mi servirà poi la convinzione? Se adesso cambiassi perfino nel senso tuo… Guarda le mie schiere. Che cosa ne sarebbe di loro? Noi siamo in eterno, i dannati! Ciò che io possedevo un giorno, …mai più sarà mai più mio! Non mi servirebbe a niente riconoscere il valore della ricchezza, poi stenderei inutilmente le mani fino alla fine dei miei giorni”.

                  12.                    Michael replica: “Lucifero, ti costerà una cosa sola: la decisione della volontà; compiere i quattro passi che ti separano dal Signore del Cielo”.

                  13.                    “Tu pensi che io debba far questo?”. È difficile dire ciò che la domanda esprime nell’opposizione. Essa è emersa nella piena incertezza sullo svolgimento della lotta della Creazione. La crescente nostalgia di casa viene repressa; in controsenso stanno ostinazione, vergogna e amara conoscenza. La compassione dell’angelo scende benefica sulla povera anima. Michael dice a bassa voce: “Tu, non, ‘devi’, Lucifero; tu ‘puoi’, da te! Tu ‘puoi’, per la Conoscenza. Puoi, per il santo Sacrificio del Sangue e per l’espiazione”. – Dopo di ciò regna un grave silenzio tra luce e tenebra.

 

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Cap. 9

 

La sconfitta di Lucifero

                    1.                      I principi-angeli stanno ancora attendendo. Le loro mani sono sulle spalle di Lucifero. L’Onnisanto-UR siede di fronte al gruppo. I Suoi occhi sono rivolti fissi al figlio a Lui più caro. Anch’Egli attende, come Padre della Misericordia. Ora che è iniziata la decisione tra il ritorno voluto liberamente e la dissoluzione del Giorno della Creazione, Egli non è più solo il Figlio dell’Uomo, Egli non Lo può più essere, perché non c’è solo da guidare, in modo tale – e precisamente solo mediante il richiamo – che, o diventa totale la conoscenza, dalla quale solo una volta avverrà il rimpatrio, oppure che le Caratteristiche delle camere del Cuore di Dio e del Padre lascino la tutela della sacra intangibilità alle Caratteristiche del Creatore e del Sacerdote, per offrire la soddisfazione al Sacrificio compiuto. Perciò ora Lucifero deve stare di fronte alla Divinità.

                    2.                      Egli non se ne rende conto del tutto coscientemente, ma sente secondo ragione che non gli rimane nessuna via d’uscita. Nel gioco a scacchi della Creazione ha perduto tutti i pezzi; solo lui stesso sta lì, come regina nera di fronte al partner in numero completo. Allora domanda a Michael: “Come puoi dimostrarmi che attraverso il ‘devo’, io posso ed ho il permesso, e sarò sottratto al vortice, e raggiungerò quella riva dove si trova il Salvatore? Non lo puoi! Ora riconosco la mia smisurata colpa. Ma appunto questa visione m’impone: ‘Via le mani!’. Mi sono giocato ogni diritto di alzare anche soltanto gli occhi, là dove, dopo la….”, egli esita, solo con difficoltà il resto lotta sulle sue labbra, “…quella parola, no! …il povero Lazzaro (qui inteso Gesù) fu elevato. – Ma devo essere in eterno un ermafrodito, non appartenendo né al vostro, né al mio regno? Dover stare tra i confini, significa essere perennemente senza patria. – Solamente… Di là da voi non posso, …e non devo!”

                    3.                      Raphael sorride benevolmente e dice: “Tu devi e puoi! La Croce del Golgota ha gettato il ponte tra Luce e tenebra!”. – “Questo potrà ben essere per tutti coloro che mi appartengono, poiché loro sono i sedotti, …e giungono appena alla conoscenza. Invece io mai sono stato sedotto, bensì la causa, il seduttore! Quindi per me non può esserci nessun ponte! Esiste l’abisso! – Come e quando, dovrei venire di là?”

                    4.                      “Questo te lo dirà al meglio il Salvatore stesso”, replica Michael. “Domandalo a Lui.”.

                    5.                      “Domandarglielo, io?”. Lucifero scoppia a ridere disperato. “Allora potrei trasformare me stesso in un puro nulla, se questo mi fosse solo possibile. Però, … hai ragione, poiché non posso venire né su questa riva, né posso riavere la vecchia, la cosa migliore è che io segua il tuo consiglio. Allora: che sia annientato!”

                    6.                      Dice Raphael: “Va’, e prenditi la risposta. Ma sappi: la Croce riedifica a nuova vita ciò che è distrutto!

                    7.                      Lucifero riflette a lungo. Esita. A lui è ancora nascosto il collegamento della Luce, il vincolo con il suo io rinnegato è strappato. Gli manca ancora il completo discernimento sul suo torto fatto alla Santità di UR: è impossibile senza l’incondizionata sottomissione! Ma ora la sua anima porta, altrettanto, il carico della Creazione così pesante, come l’Agnello di Dio alla Croce della redenzione. Ma quale differenza tra i due carichi e i portatori! Qui la libera Volontà del sacrificio e la letizia nata da questa, d’aver donato la Vita per gli amici; là, al contrario, paura opprimente di non aver più nessuna via d’uscita, nessuna prospettiva di successo, aggravata dalla sensazione di essere perduto.

                    8.                      In Lucifero preme e cozza; farebbe volentieri come gli consigliano i principi di luce. Ma la sua paura dinanzi al Signore è molto grande, e terribile è il suo raccapriccio davanti al momento dell’annientamento e alla natura dello stesso. Ed egli ne è convinto: cesserà di essere, se rischia il primo passo verso il Vincitore della Croce.

                    9.                      Ecco che al suo orecchio risuonano stranamente alcune parole assai serie, piene di affetto; esse sono potenti come un giorno le trombe di Gerico. Oggi esse vogliono abbattere le mura e il bastione dell’oscurità. Disperato e terrorizzato, Lucifero ascolta il Potere; piena di angoscia trema l’anima sua. Sotto sotto, però, vacilla ora per la prima volta una timida fiammella.

                  10.                    UR dice: “Dall’eterna Essere di cui nessuno conosce l’inizio e la fine, sono sorti i Miei Pensieri che divennero ‘forma’. E sebbene Io avessi donato loro una vita cosciente affinché Mi potessero vedere, erano, sono e rimarranno sempre in Me, l’incessante Donatore della luce e della vita. Dove vuol fuggire un pensiero del figlio? Dove nascondersi per essere lontano da Me? Allora dovrebbero esistere due Dei! Se ora al di fuori del Mio Essere non esistesse nessun Pensiero perché così fosse stabilito dall’Ordine, allora non potrebbe mai esistere in eterno un’esistenza staccata da Me. Di conseguenza non esiste nessuna dannazione, nessuna morte, perché Io stesso non posso sottomettere nemmeno la parte più piccola a una morte o ad un’eterna distruzione, poiché ogni vita essendo proceduta unicamente da Me, deve anche rimanere in ogni tempo unita con Me!

                  11.                    Adesso, spirito delle tenebre, Io ti chiamo ancora una volta Lucifero, il ribelle, l’ingannatore ingannato. Tu fosti il primo Pensiero della forma di vita che sorse dal Mio Potere creativo. Senza quest’Origine non avresti mai potuto edificare il regno apparente dal tuo potere disperso. Anzi, hai disperso quella parte di potere che ti ho dato! Hai gettato via da te la fortuna e la Mia ricchezza; essa, attraverso di te è diventata sporcizia, un oltraggio alla Mia veste creativa e sacerdotale, una macchia di scherno alla Mia parte del Cuore divino e paterno! Credi tu che avrei tollerato l’insudiciamento e lo scherno del Mio santo primordiale Io-ur come ignominia permanente, senza adoperare la Mia piena Autorità e, attraverso di essa, ad estinguerla? Un bottegaio può cancellare nel suo libro un debito non pagato; soltanto – con ciò, il debito non è saldato, e si vede il tratto nero. E una donna può anche cucire una toppa sulla sua veste strappata, così ha ben eliminato il buco, ma la veste rimane rattoppata. – – Ma come potrei, Io, nella Luce, coprire la tua colpa dicendo: ‘Vedete, il Mio Regno è di nuovo perfetto!’, cacciandoti in eterno via da Me? Non rimarrebbe comunque visibile la tua colpa e la vergogna, come il segno nel libro del bottegaio e come la toppa sulla veste della donna?

                  12.                    Oh, impossibile! – Eoni di volte impossibile, che Io resti a guardare all’arci ingannatore! Ho mobilitato i Miei servitori; il loro essere volenterosi e l’amore filiale hanno compiuto enormi sacrifici, ed essi sarebbero anche riusciti a riscuotere i tuoi debiti e ad espiare l’ignominia, ma per raggiungere la meta finale ci sarebbero volute più di due eternità. Le loro anime santificate si sarebbero stancate. Infatti, la tenebra è un Moloch insaziabile che divora avidamente tutte le vittime. Avrei anche dovuto stare a guardare come i Miei fedeli si sacrificavano e perdevano la loro eredità di luce in una giusta lotta? E tutto questo, soltanto per te, …Lucifero?

                  13.                    No! Io non volevo conservare solo la Mia Opera nel Potere non sminuito e nella Magnificenza non offuscata, ma il permanente servizio delle schiere dei figli fedeli aveva bisogno di un aiuto, e precisamente, un unico intervento, perché anch’Io sono un Dio unico! Doveva essere un aiuto abbracciante il Cosmo, divenendo Io stesso una tutela del Mio Regno, una protezione dei Miei, ma nel secondo senso, anche per l’infedele. Io dovevo aiutarlo, affinché nella sua caduta, per quanto grande questa fosse, egli non rimanesse un precipitato! Io preparai la via che lasciasse inviolata la Mia Santità, sulla quale Io portassi un Sacrificio, e mediante questo, si desse lo stesso diritto alle condizioni a Me riservate e alla Legge della libera volontà, e si rendesse di nuovo perfetto il Mio Regno, in modo che il Mio libro dell’Universo rimanesse senza titolo di colpa. Queste erano quattro potenti aspirazioni da adempiere attraverso un’unica Azione redentrice!

                  14.                    Credi tu che una tale Opera redentrice fosse da concludere con un compromesso, con una restrizione? – O tu, spirito delle tenebre, ti sia detto questo: ‘Non esiste nessun compromesso!’; forse nella forma. Se Io adesso non ottengo tutto ciò che espia la tua mancanza, allora questo potrà avvenire con il Mio previsto ritorno! Che cosa sono dunque i tempi di questa Terra dinanzi a Me? Io non avrei mai potuto imporre una restrizione al successo della Mia opera, magari arrivando al fatto che una conoscenza del Mio avversario portasse, a poco a poco, pure alla meta. Ancor meno di tutto, la Mia opera avrebbe potuto avere una qualsiasi lacuna! Oppure, tu immagini che sarebbe stato possibile, attraverso la pura Potenza del Creatore, cancellare per sempre il polo opposto, e questo in un modo di un’eterna dannazione? Tutto questo era tanto impossibile, quanto è impossibile un’improvvisa rottura della nostra attuale discussione!

                  15.                    Una volta Michael combatté per Me e per la Mia opera. Oggi sto Io personalmente di fronte a te come il ‘Combattente supremo’. Non porto nessuna spada né un segno visibile o invisibile della Mia santa Essenza-ur. Ciononostante non Mi metto di fronte al Mio nemico senza armi. Guarda in su e osserva!”

 

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Cap. 10

 

La notte della battaglia

                    1.                      Lucifero obbedisce, costretto dalla Parola. Allora Gesù stende le Mani trafitte; apre la Sua veste e mostra il colpo della lancia nel fianco. Indica le ferite dei piedi e della fronte, e dice con profonda, santa serietà: “O figlio Mio perduto! Con l’arma del Mio santo Sangue e della morte oltraggiosa legata a questo, avvenuta originariamente per causa tua, Io sono venuto da te, per vincerti in aperta campagna con Pazienza, Amore e Misericordia. Nelle ferite delle Mie mani si trovano tutti i tuoi peccati, nelle ferite dei Miei piedi, l’allontanamento dal tuo Creatore. La tua delittuosa arroganza Mi inferse la ferita nel fianco. Le seduzioni ai figli della luce che vennero sulla Terra a causa tua, Mi premettero sul capo la corona di spine. Non devo, adesso, combattere con te? E sarà una battaglia fino all’alba, di questo siine certo, poiché ti posso accordare solo quest’unica notte! Se non ti metterai nelle Mie mani redentrici, sarà finita con questo Giorno della Creazione! – In tutti i Miei Cieli è esistita una sola caduta, una sola rottura da Me. Questa avvenne tramite te. – Quindi esiste anche un’unica sola Opera redentiva e un unico Tempo redentivo, che entrambi devono essere rivelati nell’ambito dell’abisso; e l’Adempitore, e nello stesso tempo, il Garante, posso essere soltanto Io!

                    2.                      Egli ti chiama al grande ritorno, al riconoscimento della Mia espiazione, che unicamente può aiutarti dalla conoscenza alla confessione, che dalla tua confessione farà seguire anche il ritorno nella Casa del Padre. E Questo, Lucifero, sono Io, l’Eterno-Santo-UR, l’eterno, unico e veritiero, il Cui Nome la Terra ha perduto a causa del peccato originale e che Gli sarà dato nuovamente prima del Mio ritorno. La Mia morte è il sigillo delle Mie parole! Quando avrai percorso i passi che ti separano interiormente ed esteriormente da Me, allora ti mostrerò la tua via successiva. I passi esteriori li puoi compiere facilmente, quelli interiori devo dapprima annunciarteli. A dire il vero te li trovi dinanzi, ma non li reputi per veri, non ne attingi la tua salvezza. I passi si chiamano: accorgimento, pentimento, penitenza, e incondizionata sottomissione! In verità ti dico: quando avrai fatto il quarto passo, ti renderai conto che la tua esistenza tenebrosa, tutta la tua colpa, giace sepolta nelle Mie ferite, e che il Mio vivente sangue vi scorrerà sopra finché il tuo intero Io sia lavato, diventando puro come la Luce.

                    3.                      Le Mie parole devono toglierti ancora una cosa: la paura di Me! – Io sono certamente un giusto, sommo Giudice, e alla Mia destra si trova l’avvocato della Mia Creazione; invece alla sinistra vi è il difensore dei figli! Il giudice è l’Ordine e la Serietà; l’avvocato è la Sapienza e la Pazienza; il difensore è la Volontà e l’Amore[10]. Ma la penna che scrive il Giudizio nel Libro dell’eternità si chiama ‘Misericordia’! Credi tu, Lucifero, che questa mano…”, UR stende la Sua Destra, “…che si è lasciata volontariamente inchiodare per te sul legno del martirio della Croce, scriva con una penna della Misericordia un verdetto di morte? Allora, che senso avrebbe prendere dapprima liberamente l’inaudito Sacrificio, per poi – senza successo – emettere eterna dannazione e un esilio senza fine? Può sorgere veramente un tale assurdo operare dal Creatore di tutte le cose, dal Donatore della Vita?

                    4.                      Dovrei Io aver vinto la morte, e poi imporla in eterno a un figlio, per quanto possa egli essere ancor anche caduto così in basso? – In verità, per fare questo, non avrei avuto bisogno di scendere dai Miei Cieli sulla Terra, poiché per l’addietro c’era già la morte, come castigo sull’opera delle tenebre!

                    5.                      Allora con la Mia morte avrei suggellato quella dei caduti! Io però ti dico: ho sofferto e vinto la morte, per donare l’eterna Vita a tutti i figli nel Cielo, sulla Terra e al di sotto di questa, e tenerla pronta per l’ora del loro ritorno. Se nonostante la Mia morte, voluta dall’oscurità, fosse rimasta ancora un resto della dannazione, ciò avrebbe colpito tutti coloro che fino a quest’unica, sublime, santissima notte di Grazia, non vennero alla piena conoscenza. Una gran parte del Mio Sangue sarebbe allora stato versato invano! E questo non può accadere mai in eterno!

                    6.                      Lucifero, Io ti chiamo! Vieni a Me, Padre tuo, il Quale cancella la tua via dalla colpa e dall’inaridimento, e vuole erigere in eterno il più magnifico Giardino. Fa’ che il Mio difficile infinito Sacrificio, che nello stesso tempo è anche il più santo, non sia stato portato inutilmente per te; accetta la sublime santa notte della Grazia con la sua unica disposizione espiativa e vera potente redenzione della Creazione! Accetta la sentenza del Giudice. In verità, non solo il tuo difensore, ma anche l’avvocato della Mia Creazione ti aiuteranno a formare il tuo arbitrato. Con questo, Lucifero, non ti è assicurato solo il libero ritorno, ma è preparato piuttosto un rimpatrio con una vita in e presso di Me, Padre tuo eterno! Accetta pienamente come diritto il Mio Sacrificio, accetta il Mio sangue, la Mia morte, la redenzione compiuta attraverso di Me. Vedrai: i Miei Cieli riecheggeranno nel giubilo e nel grido di gratitudine, dell’osanna e dell’alleluia che non avrà più fine. – Lucifero, Io ti chiamo!” – –

 

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Cap. 11

 

Lucifero è scosso dalla chiamata del Padre

                    7.                      Esistono parole ancora più sante? Ha, una Creazione, mai sentito questo? Può la Divinità rivelare segni più alti della Misericordia, di come accade adesso? – Il dramma della Creazione ha raggiunto il suo punto culminante. Ciò che segue, può essere solo una via delle due possibilità offerte. In questa grande chiamata a casa al figlio smarrito, UR opera come PADRE. La Sua Croce, il segno del Sacrificio, pretende l’innegabile adempimento delle giuste condizioni. L’esclusiva Misericordia, sostenuta dalla regale Bontà e Grazia senza fine, sta come un Gioiello nelle mani di UR, aperte e piene di Benedizione.

                    8.                      I Primi nel santo Tempio trattengono il respiro. I loro cuori si accendono nell’Amore reverenziale. Essi stanno in ginocchio e in umiltà dinanzi al sacro focolare, e attendono la decisione. La loro adorazione e la loro preghiera che esprimono per Sadhana nel ‘servizio fraterno’, non è una piccola Forza che tocca alla Creazione e aiuta a ottenere la vittoria. Sì, tutti i Cieli si agitano ed esprimono una sola preghiera: Padre, riconduci la Tua Sadhana! Salva il Tuo Giorno della Creazione dalla macchia della sua caduta!”. – La forza della Preghiera, di cui nessuno conosce l’origine, per via della quale fluisce eoni di volte attraverso tutte le sfere, si posa come balsamo sulla ferita della Creazione.

                    9.                      Anche Lucifero non sa nulla della Preghiera che eoni esprimono per lui. Ma come una forza rinfrescante essa si posa meravigliosamente sulla sua anima, su cui fluisce l’Acqua vivente: la chiamata di risveglio del Padre! – Se ne rende sempre più conto; gli sembra che sia quel cordone che lo strappa dal vortice del suo abbandono. Ma, ah – la colpa passa nell’amara conoscenza, cresce nel gigantesco. Le sue ombre cadono su di lui e trasformano in oscurità la luce a lui splendente. Come, …come deve e può, seguire questa chiamata che lo ha squarciato fin nel più profondo? Egli percepisce come presentimento l’incommensurabile ampiezza attraverso la quale passa un carro infuocato, trainato da quattro destrieri veloci come la luce, i cui nomi sono: Bontà, Grazia, Longanimità, Mitezza. E Colui, che siede sul Carro, con nelle Mani le briglie dei santi animali bianchi, non è forse il Re di Salem, nel mantello bianco del segno della Misericordia? E sul Suo capo non sfavilla una corona? Oh, tutto passa nel suo petto. E se egli vede solo l’orrore, l’orrore dell’eterna notte per sé, allora riconosce ancora di più la luce dell’Eterno-Santo.

                  10.                    Quanto più lo inonda questa conoscenza, tanto più commovente si rivela l’Atto della Salvezza per la chiamata del Padre che scuote il suo io, e tanto più grande diventa il peso della separazione e della seduzione delle schiere, da non potersi quasi contare. Questo, l’opprime indicibilmente, cade su di lui come una roccia. Oh, se potesse! Si precipiterebbe nel pantano più profondo dell’inferno e non leverebbe in eterno il suo capo. Solamente, nascondersi davanti a quegli Occhi di fuoco, solamente, non dover guardare dove gli si mostrano le Ferite sanguinanti! Lo soffoca lo splendore della Magnificenza; la sua misera anima grida aiuto, sebbene non osi accettare l’offerta.

                  11.                    La sua lotta è tanto terribile, finché gli mancano le forze. Egli è il chicco di grano tra le macine della colpa della Creazione e della santa opera redentiva. Il granello viene quasi completamente macinato. Ciò nonostante, una mano del Creatore vi bada affinché non perisca. La lotta non deve durare troppo a lungo, se il granellino deve portare un nuovo, buon frutto. Ma come Gesù ha percorso la Sua via dall’ultima Cena oltre il Getsemani verso il Golgota, così il tenebroso principe deve fare ora la stessa via. Il tempo del Sacrificio non può essere, né qui né là, più lungo o più breve. – I cinque principi-angeli convocati da UR si recano da Lucifero, e adesso stanno presso di lui tutti i sette. Egli si spaventa. Come  sopporterà questa massa di luce che diventa sempre più pesante? È proprio tempo che le buone mani dell’Onnipotente intervengano per salvare il resto del chicco di grano macinato. – –

 

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Cap. 12

 

I sette Spiriti si chinano sopra Lucifero

                    1.                      L’Ordine [Uraniel] si china verso Lucifero e dice: “Figlio della santa Sovranità, guarda: ti sei levato contro l’Ordine e l’hai trasformato in disordine. Riconosci il Mio raggio del santo Mattino che prepara ai figli della luce il fondamento su cui era ancorata la libera volontà. Ricordati dell’Ora in cui tu – in giusta riverenza e comunque in gaia esultanza – ti abbandonavi all’Eterno-Santo-UR, l’eterno, unico e veritiero, portandoGli la tua promessa. Ora sacrifica a Lui il tuo giuramento, abbandonando il caos del tuo mondo così miserabile, e ritorna nel Grembo dell’Ordine eterno. La Bontà ti ha preparato la via”.

                    2.                      Per secondo si china la Volontà [Michael]: “Figlio della santa Onnipotenza, l’onnipotente Creatore ti provvide con una grande volontà, ma poiché riconoscesti la capacità che ti concesse la Potenza creativa, rifiutasti la Sua Grazia e non volesti più essere potente nel Signore, ma arbitrariamente da te stesso. Hai trasformato il secondo raggio della Vita, il pilastro di sostegno della libera volontà, in ostinazione. Con ciò hai distrutto quella forza a te data un giorno. Riconosci che è suonata l’ora di rigettare da te il tuo controsenso, e ritorna nel Grembo dell’onnipotente Volontà. La Grazia ti ha preparato la via”.

                    3.                      Per terzo si china su di lui la Sapienza [Zuriel]: “Figlio dell’Onniscienza, il Santo ti donò la conoscenza della Luce. A te era possibile dominare con lo sguardo, spazio e tempo, che riempirono i Giorni della Creazione. E qualcosa che apparteneva all’Eternità-ur lo presentivi, pieno di Sapienza. UR riversò la Luce del Suo Spirito nel tuo, ma tu accogliesti la santa Luce in te e dicesti: ‘E’ il mio sapere; io so tutto!’, e da ciò creasti la tua assai orribile oscurità. Così hai distrutto in te il terzo santo raggio della Vita. Esci dalle tenebre del tuo falso senso, ed accogli la Luce che ti viene offerta, con la quale potrai avere il tuo ritorno nel Grembo dell’onnisciente Sapienza. La Longanimità ti ha preparato la via”.

                    4.                      Per quarto, si china la Serietà [Muriel]: “Figlio del santo Onore, il sommo Sacerdote Melchisedec ti concesse, dalla Sua Serietà, una pura forza oratoria. Era Lui, Lo è ancora e Lo rimarrà in eterno, Colui che racchiude unicamente in Sé la potenza della Parola. Egli andò sulla Terra anche come ‘il Verbo’. Dal Verbo ricevesti il dono più grande. Una Forza infuocata attraversò i cuori di coloro che tu ammaestravi, e la Serietà della tua parola accese sante fiamme di vita. Ma tu, quando fosti potente della forza, trasformasti la Serietà sacerdotale di Melchisedec nella smorfia del tuo scherno. Con il santo dono affidato da Melchisedec, convincesti la tua schiera, eccetto le prime quattro coppie di figli, i quali riconobbero la nullaggine della tua prontezza di lingua. Tu derubasti il quarto raggio di Vita in te, quello della Santità. Ora distogliti dall’inganno del tuo influsso e dell’antico scherno; prendi di nuovo possesso della vera forza del Verbo, affinché tu possa ritornare nel Grembo dell’Onore della santa Serietà. La Mitezza ti ha preparato la via”.

                    5.                      Per quinto si china la Pazienza [Alaniel]: “Figlio della santa Onnipresenza, il Sublime del Regno imperituro ha messo nella tua mano un Bene. Con inesprimibile Pazienza, le cui ali raggiungono eoni di volte i più lontani invisibili confini di una Creazione, Egli si creò un’immagine dalla molteplicità dei Suoi Pensieri-ur pieni di potere, forza, autorità e potenza, che accanto a Lui divenne il più potente e il più grande di tutti i figli. Egli la provvide con lo Spirito dei sette raggi, delle quattro affluenze e dei ventiquattro segni della Sua Sovranità. Gli consegnò il Sigillo rivelato, rimanendo Egli stesso il Custode del sigillo segreto. Vedi: questa immagine, il negativo santificato dello stesso santo Positivo, eri tu!

                    6.                      Quando tu riconoscesti questo quasi in piena misura, dicesti: ‘Io stesso sono raggio e contro-raggio, sono il polo; io voglio regnare dalla mia stessa magnificenza di dominio!’. In tal modo la Pazienza in te divenne impazienza. Il tempo d’insegnamento e prova ti durò troppo a lungo. Nel dispotico sentimento del potere, strappasti a te in anticipo ciò che ti doveva portare solo il tempo della prosperità. Lascia la tua impazienza, che ha portato te e la tua parte della Creazione sull’orlo della morte. Sottomettiti e ritorna nel Grembo della Pazienza di Dio. L’Umiltà ti ha preparato la via”.

                    7.                       Per sesto si china l’Amore [Raphael]: “Figlio della santa fedeltà! Dalla magnifica primordiale Divinità, il Signore pose nel tuo cuore un gioiello. Questo era comprensione del Suo Amore per te, ed era il motivo al fine di mettere il contraccambio di dono sul sacro focolare. Ecco che il tuo amore stette come un cuore ardente che accese in tutti i figli e anche per te il giusto amore per Dio, e tu ti rallegravi dell’Amore. Questa gioia fu offerta come ringraziamento, come giubilo e come lode all’Onnisantità. Giunse il tempo in cui le sante mani di Dio si tesero verso il tuo amore e la tua gioia, per spargerli nel fuoco del crogiolo d’argento e nella ciotola delle offerte.

                    8.                      Quando ti accorgesti come l’amore dei figli per te cresceva continuamente, facesti di questa pura gioia, pura vanità. Ti elevasti al di sopra dell’Amore di Dio e credesti che l’amore dei figli per te fosse una parte molto maggiore che quella per Dio. Quanto grande era la parte che rimaneva dedicata nella giusta misura della Creazione, a UR, tu non potevi notarlo. Trasformasti la ragione in irragionevolezza, l’intelletto in pura stupidità. Ma con promesse, con amore esteriore, che divenne servilismo, ti riuscì, in virtù del raggio di Dio a te dato, di sedurre le tue schiere e, con la variopinta bolla di sapone di un apparente magnifico cielo, simulare quel cielo come vera loro dimora.

                    9.                      In tal modo il sesto raggio della Vita perse in te il più interiore, il collegamento tra Dio e l’essere, e originò il peccato, la rovina e la morte. Abbandona questa via menzognera; l’Amore di Dio ha vinto la morte ed ha eliminato la separazione; esso ha tolto anche a te il pungiglione della morte. Con il Suo incomparabile santo Sacrificio ha creato il collegamento con la salvezza e la vita, adesso per il ritorno, e nel futuro per il rimpatrio, con la reintegrazione di tutti i tuoi diritti della Creazione. – Ritorna a Casa, nel Cuore dell’Amore per la gioia di Dio, poiché tu avrai nuovamente parte alla Benedizione di Dio. La Fedeltà ti ha preparato la via”.

                  10.                    Sei principi-angeli hanno parlato. La figura sulla nuda pietra crolla profondamente in sé. È difficile dire che cosa la pieghi in giù: le giuste accuse, che alludono a un tribunale inesorabile, oppure la Grazia, impossibile da accettare? Nel Getsemani si scuotevano le sante spalle dell’Orante nel dolore sovrumano della conoscenza della morte, nell’ardente otta per la piena Redenzione. La figura senz’ombra, che stava accanto al grande Orante e Redentore del mondo, non ancora pronto ad accettare a priori la Grazia, contrae ora le spalle nel doloroso riconoscimento: ‘Troppo tardi per te!’. Oh, come opprime fino a terra la parola! Non c’è quasi più niente del chicco di grano che è continuamente macinato tra le due pietre: della colpa della Creazione e dell’Atto redentivo. La poverissima anima… Chi vuole aiutarla a portare il giudizio e rimettere il suo enorme peso del peccato nelle mani del Salvatore, che portarono senza riserve il Sacrificio, le quali ora – ancora sanguinanti – riversano la Benedizione di un Venerdì santo sulla Terra? Sì, chi altro può ancora aiutare, se non, …la Misericordia [Gabriel]?

                  11.                    Egli china il suo capo raggiante di luce sul piegato, lo solleva con mano gentile dal suo scanno di pietra, e tiene nelle braccia la figura vacillante, altrimenti essa crollerebbe. L’anima più bassa dell’oscurità deve ora altrettanto combattere da sola la battaglia fino alla fine, come nella notte precedente il Solitario, il santo-Orante, come Anima umana, Gesù, nella Sua lotta sanguinosa, nella Sua amarissima Preghiera del Calice.

                  12.                    La Misericordia dice: “Figlio della sublime Pace, il santo Padre di tutta la Verità e della Vita ti ha dato il Suo sigillo. Tu eri la Sua risonanza, il giusto negativo. Dal tuo grembo dovevano nascere i Suoi santi Pensieri-ur, divinamente capaci di vivere. L’intera opera meravigliosa della Creazione era pronta a giungere alla magnifica rivelazione di tutto ciò che doveva nascere attraverso le tue mani. Allora avevi riconosciuto la via e ti sentivi elevato in UR come Suo primo figlio.

                  13.                    La tua felicità giubilante fu la Sua sublime risonanza di gioia! Ma che la predestinazione, il tuo diritto di primogenitura davanti a tutti i figli, fosse un atto di salvezza della Misericordia, non lo hai riconosciuto più. Non dal raggio di vita del Padre, ma solo per conto tuo hai creduto di possederne il privilegio. Con ciò spegnesti l’ultima fiamma. Diventasti oscurità!

                  14.                    Conseguentemente, hai voluto ingannare UR. La Misericordia, la Pazienza e l’Amore si misero sotto la protezione dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà, affinché non fosse subito tenuto il giudizio su di te. Le quattro determinanti Caratteristiche pretesero l’espiazione, quando le tre portanti cercarono invano di indurti al ritorno. Tre volte dei puri spiriti angelici andarono liberamente nel tuo abisso[11] per influire su di te mediante una via sul tuo mondo e su questa Terra. Il Creatore inviò fuori per la prima volta i Suoi figli, poi venne il Sacerdote, e poi Dio. Ogni volta provocasti la quasi totale distruzione di questi luoghi di rifugio tramite la tua capacità del potere ancorata alla legge della libera volontà. I puri angeli Adamo ed Eva (Orytam e Hagar) erano figli tuoi che, con la tua separazione, si dichiararono per UR. E tu seducesti gravemente entrambi, finché dovettero lasciare la protezione dell’Eden!

                  15.                    Nell’assassinio di Abele, nel diluvio universale, nella prontezza del sacrificio di Abramo, nella zuppa di lenticchie di Esaù, in diversi avvenimenti della Terra ti fu mostrata la tua via sbagliata, ma anche la possibilità di un ritorno liberamente voluto. Tu hai rifiutato tutto, hai disdegnato ogni chiamata dal Santuario di Dio. Nulla poté spezzare la tua ostinazione! – Discutibile sarebbe stata anche la missione del Figlio del Padre se non avesse preso su di Sé la missione il Figlio dell’Uomo per Pazienza e Amore, per provocare una definitiva svolta col Suo cruento Sacrificio. Infatti, la condizione che tu avevi creato nella scellerata baldanza e noncuranza della Santità di UR, non poteva più sussistere, se proprio questa Santità non doveva essere ferita. Per questa ragione il Signore dispose l’opera su un’immediata irrevocabile decisione, che desse all’Eterno-Santo-UR la più piena soddisfazione ed espiazione! –

                  16.                    Il Figlio dell’Uomo prese su di sé l’opera. In Lui dimorava la pienezza dei sette raggi fondamentali della Vita e della santa quadruplice Essenza. Questa pienezza non era sottoposta allo Spirito di Dio, ma a quest’Anima terrena, il cui compito era, di occuparsi di questa pienezza. L’ha compiuta! Gesù il Figlio dell’espiazione, percorse la via del Sacrificio! – – Ebbene, Sadhana-Lucifero, non credi tu che, l’inconcepibile Sacrificio, sia degno di un contro-sacrificio?

                  17.                    Lascia cadere la tua ostinazione, poiché, che cos’è la rinuncia del tuo oramai spezzato apparente potere, di fronte all’opera di GESU’ del Getsemani e del Golgota? Che cosa ha compiuto Egli per te? Che cosa devi compiere tu per Lui? Di ciò che tu sacrifichi, Egli ne farà per te una Benedizione.

                  18.                    Vedo nel tuo interiore uno sconcerto causato dalla pena della coscienza, che diventa tanto peggiore quanto più a lungo cerchi di nascondere la presa di coscienza. Fa’ il passo che conduce dalla conoscenza alla riconoscenza, così dalla coscienza diventerà la ‘grande conoscenza’, e ogni tua pena si trasformerà in gioia. Coscienza e conoscenza sono i battenti della porta davanti ai quali si trova un figlio smarrito, e una piena dedizione alla Volontà dell’Altissimo apre questa porta. Allora ti sarà facile esprimere la confessione del tuo sacrilegio davanti a Dio. E su di te verrà la grande conoscenza con tutta potenza e magnificenza!”

 

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Cap. 13

 

Nessun peccato è così grande ….

                    1.                      Il portatore della Corona, Gabriel, solleva dolcemente il capo chino di Lucifero. “Guarda in su! Vedi: nessun peccato è così grande, da non poter trovare estinzione nel Sacrificio di Gesù! Alza i tuoi occhi a Colui che ha incluso tutti i peccati nella Sua morte sulla Croce. Ti sarà dato un santo conforto, perché in me, nella Misericordia, giace la forza della consolazione. In seguito al Sacrificio compiuto per te, UR ha ricoperto completamente la Sua Santità, per aiutarti al ritorno. Ora oltrepassa la porta della coscienza e della riconoscenza; là…”, Gabriel indica trionfante, sorridendo a Gesù, “…sta il Figlio dell’Uomo; Egli è pronto per essere Padre tuo!”

*

                    2.                      Nessun angelo coglie il sacro silenzio che segue al grande grido ammonitore. Esso grava pesantemente come una Creazione sul luogo della decisione. L’ultima resistenza di Lucifero si abbatte in sé quando egli – vinto dalle parole di tutte le Caratteristiche – rivolge ora i suoi occhi a Gesù. Ma là non sta più di fronte a lui il Figlio dell’Uomo, bensì il ‘Maestro di ogni eternità’. Come un tizzone ardente precipita sulla sua anima: “Che cosa ho fatto e come ho peccato, contro il Santo? Posso io stesso, dalla lontananza della Creazione, rivolgere i miei occhi su di Lui, che portò i pesi dei miei peccati? Posso nutrire una preghiera per il perdono del mio delittuoso operato? Non mi deve l’Eterno, subito condannare, dissolvere nel nulla, se soltanto oso pensare di fare un passo verso di Lui?”. … Le amare domande scatenano una rinnovata battaglia nell’essere tenebroso che scuote il suo inferno così come non era mai successo. Sempre più terrificante sorge la conoscenza: Ho tentato d’ingannare la Divinità!

                    3.                      Il Golgota lampeggia su di lui come ‘la spada del Giudice’. Vorrebbe chiudere i suoi occhi, vorrebbe fuggire – soltanto – su di lui si adempie quella parola: “Dove devo fuggire, dinanzi al volto Tuo?” (Salmo 139, 7).

                    4.                      L’Ordine e la Volontà afferrano la sua mano stesa in difensiva, e la Pazienza, l’Amore e la Misericordia passano dinanzi a lui spianando la via. La Sapienza e la Serietà gli coprono le spalle e gli infondono protezione. Così il demone e avversario, senza volontà, si lascia finalmente condurre verso la Divinità; …ora ha sacrificato la sua volontà. Due soli sentimenti combattono ancora nel suo petto: la grande non più arginabile nostalgia di casa, e la sensazione di essere del tutto perduto. Egli sta dinanzi al santo Portatore della Croce. I principi-angeli hanno formato un cerchio intorno alla Luce e all’oscurità. Ancora vacilla e barcolla tutto in Lucifero; il suo io somiglia a un mondo esploso. Adesso UR non stende più, ancora una volta, le Sue mani, …ora, lo stesso figlio perduto deve prostrarsi, …e umiliarsi.

                    5.                      Chi sente sulla Terra lo scuotente avvenimento che qui si svolge? Solo i figli beati lo intuiscono. Ma i primi del Regno, con santa disponibilità hanno assunto il co-sacrificio nel giusto servizio per l’Opera redentiva di UR. La loro battaglia nella preghiera aiuta il perduto a piegarsi finalmente sotto il Golgota. Nessuno è in grado di comprendere l’onnipotente senso della notte del Venerdì santo; un altro Giorno lo rivelerà. UR solamente porta in Sé la Potenza della decisione! Ma causa ed effetto della Redenzione sono da riconoscere, quando un cuore si piega nella conoscenza di ogni sua colpa e peccato.

 

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Cap. 14

 

Il crollo di Lucifero che chiede di essere annientato

                      1.                    Tutto ciò che si sussegue attraverso l’anima di Lucifero, frantuma il suo cuore, – – questo non è spiegabile con parole umane. Egli, che si levò sopra UR, e voleva strappare a sé tutti i Cieli, soltanto una volta Lo guarda negli occhi, il cui splendore non sopporta, …e poi stramazza! Nasconde il suo capo letteralmente a terra, e da lui erompe un grido pieno d’indicibile tormento: “Va’ via da me, Eterno, …Onnisanto! Distruggimi, perché non sono degno di stare nella polvere dinanzi a Te!” – – –

                    2.                      La parola è pronunciata. La confessione dell’anima assai profondamente caduta, è evidente. I principi trattengono ancora il giubilo di un eternità, essi attendono ancora la risposta. Ma vedono la fine, e un’innominabile beatitudine riempie il loro essere. I secondi passano silenziosi, gravando attraverso Spazio e Tempo, colmati dal destino di Lucifero. La sua anima percepisce il destino. Ancora più in profondità si spinge a terra, e finalmente, finalmente prorompono da lui, con rude violenza, le lacrime. Lucifero piange! Non è ancora un pianto purificatore, che proviene dalla conoscenza di aver peccato contro qualcuno. Ancora, nel pianto lottano i dolori dell’umiliazione, ma anche il sapere di non essere degno della Grazia, e perciò, di essere rigettato. – Quando questo agita Lucifero, il Padre si china verso il Suo disperato figlio, lo rialza, affinché, ginocchioni, possa poggiare il suo capo da quel lato in cui la lancia dello sgherro trafisse, e dice:

                    3.                      “Figlio Mio, tu vuoi che Io ti distrugga? Questo non lo posso fare, perché tu stesso ti sei diviso e frantumato nel tuo essere infernale. Io posso solo metterti di nuovo insieme, guarire i tuoi mali, formare il tuo essere, disperso in quella portentosa unità come eri all’inizio del Mio atto operativo. Se vuoi questo, allora parla, e avverrà!”

                    4.                      “Non lo posso!”, replica Lucifero senza più energia. “Quello che ho fatto a Te di male, pretende l’eterna espiazione. Rigettami! Respingimi da Te! Il Golgota pesa troppo pesantemente su di me”.

                    5.                      “Pensi tu che sia più difficile per te, di come lo è stato per Me?”. Lucifero trema a questa domanda. Le sue mani cercano un sostegno nella santa veste.

                    6.                      “Hai ragione”, mormora senza alcuna speranza. “Posa la Tua Croce come espiazione e giusto giudizio su di me, finché io non svanisca sotto l’eterno peso della mia esecrabile esistenza”. – Mai ci fu e ci sarà un figlio così, senza conforto, come lo è ancora adesso il perduto. – –

                    7.                      “Figlio Mio!”. Una compassione amorevole avvolge Lucifero. “Tu non vuoi più essere! Io dovrei prendere la tua esistenza e la vita; ed è la tua amarissima serietà. Ma perché ti aggrappi a Me e le tue mani cercano un sostegno in Me? Perché piangi ancora così, al punto che le tue lacrime riempiono la Mia ciotola delle offerte del sacro focolare?”

                    8.                      “Questa è la mia maledizione che mi sono addossato: essere libero da Te; voler essere smembrato da Te, – e comunque, non poterTi mai lasciare, perché, ... perché Tu sei UR! Se vuoi salvarmi, allora salvami da me”.

                    9.                      “Io esaudisco la tua preghiera; soltanto, lascia a Me il modo e anche il tempo, che in questo, Io annodi”, dice UR.

                  10.                    “Il Tuo Sacrificio, venga su di me!”, replica Lucifero, ed attende la sua distruzione.

 

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Cap. 15

 

L’annientamento di Lucifero solo alle condizioni del Padre

                    1.                      Nello Spazio celeste fluttuano preponderanti i quattro Correnti della Vita. Angeli, figli e spiriti beati stanno alla riva ed attingono quest’Acqua che in questa notte porta la suprema Benedizione. I guardiani alle sorgenti versano l’Acqua miracolosa della santissima Misericordia sulla Terra, su Lucifero. La sua grande caduta è purificata. Il suo pentimento subisce l’incremento più alto possibile, finché alla fine le sue lacrime ancora prorompenti sono quelle del vero pentimento, libero dai dolori dell’umiliazione. Sempre più saldo, quanto più crede di essere annientato, tanto più si aggrappa alla veste del Santo.

                    2.                      “Figlio Mio!”, per la terza volta risuona la parola. “Quel che ora ti annuncio, accade – per via del coronamento dell’opera Mia – come UR, come l’Eterno-Santo, l’Eterno-Unico e Veritiero! Infatti, il Mio Sacrificio tocca tutta la Creazione, la decisione su di te deve essere presa ora dall’insieme della Creazione. Ma guarda: anche se Io come l’Onnipotente, come il Supremo e, come il Santissimo, ho da regolare i conti con te, allora sappi che dopo la tua contrita confessione, la Pazienza, l’Amore e la Misericordia non hanno più bisogno della protezione dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà. Il loro scopo del Sacrificio è raggiunto!

                    3.                      Davanti a te c’è ora una via amara, molto difficile, perché l’annientamento da te implorato non può svolgersi all’improvviso, e non senza una precedente espiazione. Io ho sacrificato nella Mia Vita terrena il tempo della Creazione da te rubato, che spiritualmente consiste infinitamente di più del tuo tempo materiale. Allora non sarebbe nessun sacrificio, se tu volessi essere annientato velocemente[12]. ‘Devi prendere la mia vita’, hai detto. Oh, questo accade in ogni caso! Perché essa non serve più a nulla, è cancellata! Devo anche – secondo la tua parola – importi la Mia Croce come espiazione e giudizio, finché sotto il suo eterno peso tu perda la tua esecrabile esistenza, e alla fine trovi da te stesso la redenzione! Questo ti deve accadere, Lucifero, affinché in ultimo, la tua vita infernale sia cancellata. Ora ascolta e damMi una risposta, se sei d’accordo con le Mie condizioni giustamente poste.

                    4.                      La tua totale dissoluzione, che accadrà sotto il peso della Mia Croce, potrà terminare solo quando, dopo il Mio ritorno sulla Terra, Io avrò riedificato il Regno della pace e dopo che tutto il perduto e lo smarrito senza eccezione si troverà sulla via del ritorno verso la Patria primordiale. La tua via sarà tanto più difficile, quanto più essa si avvicinerà alla fine. E ciò nonostante – che cos’è questa, rispetto alla Mia via e al peso della Mia Croce? In verità, Io ho portato tutti i peccati, e con ciò ho guarito ogni infermità; Mi son fatto caricare volontariamente la tua intera colpa della Creazione sulle Mie spalle, mentre Tu, al contrario, o Lucifero, porti solo la tua propria colpa, sebbene gli uomini scarichino su di te i loro fardelli. Ancora un attimo prima del Mio ritorno[13] si griderà: Lucifero, l’arcimaligno è il colpevole di tutto; è lui il seduttore!’.

                    5.                      Quando sarà ora, allora pensa alla Mia via del martirio e che anche di Me si è detto: ‘Sei colpevole!’. Allora impara a tacere come ho taciuto Io. Allora porta volontariamente questa Croce. Nessun peso è così grave e toglie all’anima tutte le forze, come ‘l’essere incompreso!’. Stando al bordo della strada tra luce e tenebre, tu domanderai: Perché si crederà ancora che sia io il principe dell’inferno?. E la cosa più grave in quest’amarezza sarà di non dover comunicare agli uomini che ti sei già da molto tempo piegato alla Croce del Golgota. In questo modo sarà possibile redimerti da te stesso! O Lucifero, che cosa deve rimanere ancora della tua esistenza? La tua oscurità si eleva al di sopra di te, e una sopra l’altra[14]. Questo produce i suoi effetti più terrificanti sulla Terra, finché alla fine si leverà mondo contro mondo, e a questo tu dovrai stare a guardare del tutto senza potere, in buona conoscenza, e senza poter arginare tale orribile movimento. Non ti si ascolterà per niente, anzi – ti si oltraggerà come l’autore dell’orribile tempo. Queste saranno le conseguenze della tua caduta! Allora, pensa agli oltraggi che Io ho accettato da innocente!

                    6.                      Tu, dalla tua forza di vita, mettesti fuori da te una schiera dopo l’altra. Esse erano e sono una parte molto notevole di te. Se ora ti vengono tolte e portate sulla via del ritorno, tu diventerai sempre più piccolo, finché alla fine non rimarrà più che il tuo proprio essere personale. Allora, o Lucifero, ti sarai redento da te, dal tuo diabolico, arcimaligno essere! Allora il principe dell’inferno e il suo potere saranno cancellati per sempre! Tuttavia, ... rimarrà, ...o Lucifero, sì, rimarrà la tua anima, il tuo cuore, la tua propria essenza, e questo dovrà rimanere come simbolo sempre eterno della Mia Opera di redenzione, della Parola è compiuto!’, questo dovrai prenderlo liberamente su di te sotto il riconoscimento delle Mie nuove condizioni a te date. Se farai anche questo, allora ti rivelerò ciò che accadrà dopo con te”.

 

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Cap. 16

Prima richiesta di aiuto: “Gesù aiutami!”

                    1.                      Non frenano gli angeli il loro giustificato giubilo, quando in verità, vedono la confessione del caduto, ma ancora non conoscono il verdetto del giusto Giudice? È questa, Misericordia, o non doveva il Portatore della Corona, aggiungere qualcosa? Un completamento del verdetto? Nessuno sa ciò che seguirà; esso vive segretamente in UR. – È un verdetto schiacciante, poiché una morte veloce è solo la parte più piccola dell’orrore di un carcere a vita. Ma, …è giusto! – L’ha emesso UR.

                    2.                      Questo attraversa l’anima smembrata di Lucifero, attraversa il suo cuore pronto a morire. Le sue lacrime sono ben esaurite; solo la tristezza a causa dei suoi errori, rimane non diminuita. Si mantiene tutto silenzioso, il suo capo al fianco di Gesù, le mani nelle pieghe della veste del Santo. Ora solleva in alto il volto suo. – Ah, come deve farSi violenza il PADRE, in UR, per non chinarSi troppo presto e confortare il figlio amato sopra di tutto, per consegnare a lui il dono tenuto pronto e ancora nascosto.

                    3.                       La voce di Lucifero suona quasi calma, quando dice: “Riconosco le Tue condizioni, o Eterno, le voglio osservare e piegarmi al Tuo verdetto. Vedo dinanzi a me la via del carcere, non c’è nessuna scappatoia. E davvero, o Onnipotente e Onnisanto, mi hai mostrato il futuro così come avverrà. Ho riconosciuto e confessato, vorrei riparare a tutto, ah, ...ma come potrà riuscirmi questo? Per i miei sono diventato il rinnegato, per gli uomini rimango l’arcimaligno, e per Te, per la Tua santa opera della Creazione, sono un’eterna macchia! Voler di nuovo riparare e, …non poterlo fare, è il mio più grave tormento. Io devo! Voglio portarlo! – E ciò nonostante, oh...”, Lucifero tace a lungo; nuove immagini incalzano nella sua anima, “... come poter sostenere tutto questo da me? – No, no, non ci riuscirò mai! O Gesù…!”, grida all’improvviso, Gesù …aiutami!”

                    4.                      Le mani di Lucifero si abbassano, il suo capo giace ai piedi del Maestro, i principi-angeli nel momento del grido di bisogno ‘Gesù, aiutami’, serrano più strettamente il cerchio di luce. Si solleva un raggio, un fuoco di luce; e nel Regno suonano le campane. Chiare trombe risuonano attraverso gli Spazi, e prorompe il giubilo degli angeli. I portatori del comando adornano il Tempio del Regno, i più anziani stanno alle porte e i guardiani sui pinnacoli. Con una prodigiosa magnificenza il Sole-ur irradia la Sua Luce. Non si può descrivere ciò che fa scaturire il necessario grido e la contro parola del Portatore della Croce. Là: E’ compiuto!’; qui: Gesù, …aiutami!’. Agli uomini si può solo accennare il giubilo titanico, la Terra non ha pensieri, né parole, né un’idea, di ciò che ha provocato il grido del figlio della Creazione pieno di pentimento. – –

                    5.                      E UR, l’Eterno-Santo, l’Eterno-Unico e Veritiero? Come sta Egli di fronte al figlio Suo? Perché esita ancora per un po’ di tempo con il Suo aiuto? Deve attendere anche Lucifero, come l’Onnisanto, finché quest’unica anima non si piegherà spontaneamente? Oppure il grido d’aiuto deve dapprima riecheggiare in ogni Creazione, finché non abbia compenetrato completamente il caduto? Sì, un tale grido può, provocato dall’afflizione più profonda, sfuggire all’improvviso a un figlio. Ma se esso porta anche la fede incondizionata nell’aiuto, lo dovrà dimostrare il seguito e il tempo. UR donerà il tempo. Allora, ancora una volta lui Gli sussurra: “Gesù, aiutami!”

                    6.                      Lucifero ha invocato Gesù non solo nella riconoscenza del bisogno, per disperazione, no – la sua fede nell’aiuto si è destata, sebbene non osi farsi ancora nessuna idea, e non lo può nemmeno fare.

                    7.                      UR si china profondamente. Solleva il rigettato, aiutato da Michael e da Raphael. Posa le Sue mani sul capo scuro, e poi… Allora stringe il figlio nelle Sue braccia, e dice: “Ho ritrovato Mio figlio!”, ed esclama ai Suoi primi servitori. “Correte, Miei principi, e ditelo a tutti quelli che lo vogliono sentire! Annunciate il lieto Messaggio: Il figlio del Mio Amore, è pronto per il ritorno a casa!

                    8.                      Subito corrono i sette angeli. In pochi secondi terreni sono di ritorno, s’inchinano profondamente dinanzi a UR con le braccia incrociate sul petto, e parlano: “Il Tuo Ordine è stato eseguito. Il Santuario è già preparato, la Città santa adornata. Il Cielo prepara le Tue vie e i bianchi destrieri sono imbrigliati. Le Luci alla Fortezza diffondono i loro raggi in tutta la magnificenza e sontuosità. Tra i Tuoi figli regna una gioia inesprimibile, e del giubilo non c’è fine. Ora la Creazione ottiene l’Adempimento e il Giorno dell’Amore avrà piena Benedizione. – Santo, Santo, Santo, Santo sei Tu, o UR! Mirabile il Tuo Nome, Consiglio e Forza, Tu, Eroe trionfante, eterno-Padre, Principe della pace! Lode e Potere e Onore, Gloria sia a Te, santo Creatore, Sacerdote, Dio e Padre! Ci inchiniamo dinanzi a Te, Ti lodiamo, Ti adoriamo e Ti diciamo: Grazie. Tu sei sublimemente Santo, senza inizio, senza fine! Il Tuo Potere, Forza, Potenza e Autorità compenetrano Spazio e Tempo, tutto l’esteriore e l’Essenza più intima del Tuo Cuore. Santo, Santo, Santo, Santo, sei Tu, o UR, nostro Eterno-Santo, Eterno-Unico e Veritiero! Osanna, alleluia, eterno, eterno sei Tu!”

                    9.                      L’inno di lode si è smorzato. Il Cielo l’ha inteso ed ha aperto una porta speciale nel Cuore di UR. Da lì scaturisce copiosamente un raggio d’Amore e un raggio di Benedizione scorre sui sette, su tutta la Creazione, e poi si concentra su Lucifero. Anche i principi-angeli rivolgono ora i loro occhi a quell’unico figlio, al quale è dedicato il senso originale della Redenzione. Lucifero è così profondamente impressionato da tutto ciò che avviene, da dimenticare completamente il suo atteso annientamento. Egli guarda dall’uno all’altro. Nel suo petto comincia a sgorgare una sorgente da lungo tempo essiccata. Nei suoi occhi passa quasi uno splendore, mentre dimostra di voler prendere parte all’inno di lode e di adorazione, al santo raggio d’Amore e di Benedizione.

                  10.                    Quando però rivolge nuovamente il suo sguardo a UR, egli vede che, dinanzi a lui, sta ancora GESU’, GESU’ con le cicatrici, GESU’ stimmatizzato per lui, per la sua separazione. Allora l’immagine amorevole sprofonda; al suo posto subentra l’ombra della sua colpa, che offusca nuovamente l’anima sua. A bassa voce sussurra: “Una volta avevo parte al meraviglioso, santo servizio. Mai starò di nuovo tra le file di coloro, che possono chiamare ‘Luce’ e ‘Santo’. Io devo vivere fino alla fine la mia esecrata esistenza, e comunque so per certo, che non la potrò portare da me. Ma io, …se già non intonerò più nessun inno di lode, voglio continuamente invocare: ‘Gesù, aiutami!’. Così potrò comunque proseguire l’ultimo pezzo della mia misera vita, finché non sarò redento da me stesso”.

 

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Cap. 17

 

Il perdono

Lucifero ridiventa Sadhana

                    1.                      Nessuno avrebbe potuto sentire le parole, più pensate che pronunciate; le hanno scorte i principi; UR le ha sentite. Egli si piega ancora una volta su Lucifero, che è nuovamente sprofondato a terra. “Figlio Mio amato, finalmente posso parlare a te come PADRE, poiché ora ti sei piegato del tutto volontariamente alle Mie condizioni che Io ti devo imporre come UR, e tu hai steso totalmente da te stesso le mani verso di Me, verso l’aiuto che solo Io posso darti. Deve essere dimenticata la trasgressione ai Miei santi Comandamenti, l’elevazione al di sopra di Me; voglio perdonare ogni tua colpa peccaminosa e la tua malignità. Non deve rimanere più niente di ciò con cui Mi hai offeso. Ora un Padre tiene Suo figlio in braccio, lo stringe nuovamente al Suo Cuore! – Io ti domando: «Vuoi percorrere quelle vie che ti mostrerò, ed agire fedelmente secondo la Mia Parola?»”

                    2.                      “Sì, lo voglio! Solo così potrò riparare di nuovo un po’ di ciò che ho fatto a Te ed ho peccato contro di Te. Ma, …la mia fine, …”, Lucifero indugia e continua faticosamente, “…la mia fine, devo certo aspettarmela. Ma se verrà su di me, allora, o Gesù – aiutami!”. Il capo di Lucifero si abbassa profondamente sul suo petto.

                    3.                      Allora il Padre lo appoggia al Suo Cuore, tocca benedicendo la sua fronte china e dice: “O figlio Mio, Mi hai creato veramente difficoltà con le tue malefatte e preoccupazioni con i tuoi peccati, ma Io ho cancellato tutte le tue trasgressioni e ora voglio guarire tutte le tue infermità. – Tuttavia la Mia Misericordia, come Giudizio nel Libro dell’Eternità, scrive questo: la tua vita, Lucifero, sarà distrutta; al suo posto subentrerà la vita della Mia amata Sadhana! La tua esistenza, Lucifero, sarà cancellata e per questo, sarà insediata Mia figlia Sadhana! Sotto la Croce del Golgota, tu, Lucifero, cesserai totalmente di essere, fino al Mio grande ritorno; però, sarà con la Mia apparizione gloriosa, Sadhana, che comincerà la tua via verso casa! Allora, Lucifero, Io ti redimerò, perché il ‘nome Lucifero’ non sarà più! E il ‘nome Sadhana’ sarà di nuovo chiamato nei Miei Cieli, e la casa del Padre si preparerà per il ritorno a casa del figlio redento!

                    4.                      Non posso toglierti le condizioni poste giustamente a causa del Mio santo Sacrificio; esse sono da adempiere! Hai anche bisogno della purificazione. Dovrai portare tu la croce del mondo, come Io ho portato per te la Croce della Creazione della redenzione. Sei ritornato pentito, ti sei distolto spontaneamente dalla tua via maligna. La lunga strada che ti fece allontanare dalla tua rottura da Me, è da peregrinare all’inverso, passo dopo passo. Questa non potrà esserti risparmiata. Ma guarda, la tua via quasi infinita si può accorciare, a seconda di come approfitterai della Mia Grazia. Ti sarà difficile rimanere con i tuoi buoni propositi, poiché, come tu tentasti gli uomini, anche tu sarai sottoposto alle tentazioni. Ma poiché il tuo ritorno è un ritorno vero che scuote le tue fondamenta durate fino ad oggi, allora in virtù del tuo pentimento e della tua conoscenza, – che ti ha portato alla grande confessione, all’accettazione incondizionata delle condizioni a te imposte dal Mio Sacrificio della Croce, – da parte tua difficilmente potrà sopravvenire una ricaduta. La Mia vittoria del Sacrificio ti preserverà da una seconda caduta; e l’accettazione del Sacrificio ti trasmetterà la Mia forza per resistere a tutte le seduzioni.

                    5.                      Quanto più ti adopererai per venire nella casa del Padre, tanto più velocemente scorrerà la via sotto i tuoi piedi, e quindi comparirà il Mio grande ritorno sulla Terra. Ma quando sarà il momento, dovrai percorrere, ancora come ultima grande prova, la via terrena. E questa sarà per te, la più difficile di tutte. Agli uomini rimane nascosta l’origine della loro vita; pochi sospettano, ancor meno sanno di questa. Ma tu giungerai a conoscere, chi tu eri. L’ultima amara battaglia contro di Me offuscherà spesso l’anima tua. Quasi inoperoso, dovrai assistere e ascoltare come Io sarò nuovamente oltraggiato e crocifisso simbolicamente. Queste saranno le tue ore di espiazione più amare.

                    6.                      Graverà anche su di te il fatto che si nomini il tuo nome con brivido. Fino a poco prima del Mio ritorno sarai descritto come il più grande seduttore e ti malediranno ovunque. Solo quando la Mia gloriosa apparizione sarà preparata dai Miei angeli anche all’interno dell’ambito terreno, dovrà accadere che su di te venga per la prima volta la verità con la rivelazione. Proprio per questo si accenderà qualche battaglia. Infatti, l’umanità che crede in Me, vorrà riconoscere tanto poco la tua conversione, quanto poco la tenebra vuol sapere qualcosa di Me. Questa vuole continuamente esigere te come suo superiore e, nella sua afflizione, addossare a Me la colpa, perché alla fin fine vede che, nonostante ogni rinnegamento, la Mia esistenza non può essere contestata; quella invece vuole ben riconoscerMi, anzi – molti combatteranno seriamente per Me. Ma anch’essi vorranno un posto per scaricare la colpa, e poiché non avranno ancora nessuna vera conoscenza su di te, metteranno più o meno il peso dei loro peccati sulle tue spalle. Non lo faranno con cattiva intenzione; a loro mancherà la conoscenza che tu hai adesso. Tu hai cercato ogni colpa solo in te, non hai scaricato la minima parte di colpa su nessuno dei tuoi esseri. Invece gli uomini lo faranno ancora, ti accuseranno presso di Me, ti presenteranno come l’arcimaligno che li seduce, sebbene siano per lo più loro stessi, a darsi di buona voglia alle gioie terrene e a non prendere troppo sul serio il servizio per Me.

                    7.                      Dovrai far passare tutto questo su di te, in silenzio, come anch’Io tacqui davanti ai Miei giudici. Non dovrai accusare gli uomini davanti a Me, ma solo difenderli, sebbene di questo, quasi raramente ne sono degni. Infatti, vedi come ti hanno difeso la Mia Pazienza, l’Amore e la Misericordia davanti alle Caratteristiche dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà, e tu non ne eri assolutamente degno. Non misurare mai con la scala dell’esteriore conoscenza; ricorda sempre come la Mia Vita, la Nascita, i Getsemani e la morte in Croce ti hanno misurato! Se farai così, allora impiegherai la giusta misura per tutti gli uomini, i quali – senza reminescenza – portano in sé una particella animica del tuo oscuro patrimonio. Allora diventerà una giusta misura anche per te, col Mio ritorno.

                    8.                      Ma invoca sempre: ‘Gesù, aiutami!’. Infatti, finché non sarai ritornato a casa, Io posso essere per te solo GESU’, avendo portato per te il Sacrificio. Quando in futuro sarai davanti alle porte della sacra-Luce ed Io uscirò per venirti a prendere, allora per te sarò di nuovo l’Eterno Santo-UR, l’Eterno-Unico e Veritiero! Fino allora non devi chiamarMi col Mio nome, UR, ma per te sono e rimango GESU’ CRISTO fino all’adempimento della tua vita di espiazione. – Ora, figlio Mio, parla, se vuoi accettare anche ciò che ti ho rivelato adesso, ossia l’ultimo responso del giudizio”.

 

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Cap. 18

 

Ancora un’invocazione: “Gesù aiutami!”

                    1.                      Nel figlio della Creazione avviene adesso un’immensa trasformazione; essa è così potente, che tutto ciò che è stato finora è da chiamare solo ‘un preludio’. – Incredulo, come irrigidito, egli guarda in alto. Ha sentito bene? Solo al NOME, all’essenza Lucifero, toccherà in sorte il Giudizio annientante? Non a lui stesso? Non sarà dannato in eterno, non …cancellato? Potrà, ancora una volta, …poter essere Sadhana, …e ritornare nell’eterna Casa paterna? – Chi può descrivere la sua commozione! Il veggente[15] che sta assistendovi, afferra ben la tempesta; soltanto, – rappresentarla con parole, non ne è capace. I principi portano insieme a Lucifero, fedelmente, i suoi dolori; essi potrebbero dire come stanno le cose nel figlio redento, ma parlerebbero con la loro lingua degli angeli, e ciò nonostante, il loro linguaggio, per gli uomini, rimarrebbe incomprensibile. Quindi il veggente potrà descrivere solo ciò che vede.

                    2.                      “Come devo intendere questo?”, domanda Lucifero. “Questa Grazia è impossibile! Non l’ho meritata. Questo supera perfino il Tuo Sacrificio! O santo Gesù, guarda: ho preso volonterosamente su di me la giusta sentenza del tribunale. I pesi dei miei peccati, della mia esecrabile esistenza, la Tua Croce: voglio portare tutto questo senza lamento; ma non posso sopportare il peso di questa Grazia, mi renderebbe il giogo troppo pesante! – Inoltre, dovrei far passare anche questo su di me, perché le mie azioni contro di Te non si potranno espiare in tutta l’eternità! Allora mi voglio sottomettere, o Gesù Cristo, e stare saldo al Tuo giudizio”.

                    3.                      Un meraviglioso appena percettibile sorriso, splende dagli occhi di UR: “Tu, figlio delle Mie preoccupazioni e fatiche, avevi solo la sensazione del peso quando ti ho affidato alla Mia Grazia? Non ti ha colmato dapprima un pensiero più felice? – RivelaMi il tuo cuore”.

                    4.                      “Tu vuoi che io dica che cosa di meglio non sarebbe sorto dapprima vivente in me. Sì, era un riflesso della felicità che un giorno potrei vivere: essere nuovamente Sadhana ed essere guidato a casa nel Tuo Regno! Ma guarda, mi ha stordito solo il riflesso, mi ha fatto dimenticare per pochi secondi la mia eterna infamia e ignominia. Era orgoglio, il credere di ottenere parte della Tua Grazia nel senso di un totale distacco-colpa. O Gesù, aiutami, affinché non cada ancora una volta in un simile orgoglio!”. Lucifero alza le sue mani imploranti.

                    5.                       Allora per la seconda volta passa un meraviglioso sorriso sul Volto eterno. Più forte il Padre stringe Suo figlio al Cuore, e dice: “Accetta la Mia Grazia, se Io te la do. Non ti colma più nessun orgoglio ma un’umiltà che Mi appaga. Una cosa, devi imparare comunque, figlio Mio, cioè riconoscere la Mia vittoria del Sacrificio come una vittoria perfetta. A ciò, è legato il pienissimo perdono dei peccati per tutti quelli che riconoscono veramente il Mio santo Sacrificio e si mettono sotto la Mia Croce in umiltà e sincera confessione della colpa, e quindi si rimettono anche di buona voglia a Me, al Giudice di tutta l’eternità. Da questo può seguire solo Grazia, Redenzione dal peccato, dalla colpa e dalla morte. Io su di te ho espresso la Grazia come Giudice! Perciò non è un peso, è liberazione, è eterno distacco da ogni colpa! Ciò che devi prendere su di te come giusta espiazione fino al Mio ritorno, lo porterai in virtù della Mia Grazia, con la certezza – redento dal Mio Sacrificio – di ritornare un giorno a Casa, in seguito al tuo ritorno liberamente voluto. Questo è il dono del Mio Amore nel sesto-Giorno della Creazione! Pertanto, non vorresti accettare questa felicità della Grazia, piuttosto che un peso che Io non ho collegato con la Mia Grazia?”

                    6.                      Lucifero alza lo sguardo. I principi della luce gli sorridono, e Uraniel dice: “Lucifero, io porto il segno della Giustizia. Guarda”, egli tiene alta nella mano una bilancia, “in un piatto c’è la tua colpa, nell’altro la Giustizia. La tua colpa fin da prima del tuo ritorno tirava profondamente in giù. Ma fa attenzione: io prendo la spada e la croce del Difensore”. Michael e Raphael consegnano a Uraniel i segni dell’elevatezza creativa. “Entrambi i segni ti sono diventati salvezza della Grazia, perché essi ti hanno vinto. Perciò io metto sul piatto della Giustizia i segni di questa Salvezza per Grazia”. Non appena questo accade, il piatto della bilancia con la parte di Lucifero sale. “La tua colpa è compensata, essa non potrà esserti più di nessun peso. Ciò che tu porterai come espiazione, sarà la riparazione di tutti i tuoi sacrilegi. Tuttavia, se tu avessi sentito questi come peso, ti saresti piegato soltanto condizionato sotto la Croce di Gesù, e non incondizionatamente. Perciò accetta la salvezza della Grazia con entrambi le mani, come il santo Padre-UR te l’ha offerta”.

                    7.                      Con occhio ardente, Lucifero assiste all’avvenimento. Quando la sua colpa tirava così profondamente in basso, tanto che la bilancia non mostrava più nessun peso, il suo cuore aveva battuto ancora una volta di timore mortale nell’amara conoscenza; ma quando la Giustizia, accoppiata con la Volontà e l’Amore, come Difensore ha tirato in giù, un santo brivido è passato sull’anima sua. Ora guarda a UR mezzo impaurito e mezzo alleggerito, e timidamente chiede: “Questo tocca veramente a me? Mi è permesso, e posso avere questa Grazia? Di ciò nessun uomo, nessuno spirito basso ne è degno, ed io meno di tutti! O Gesù Cristo, Tu, mio Maestro, dimmi: com’è possibile?”

                    8.                      “Questo ti è stato notificato, soprattutto perché avevi bisogno di ammaestramento”, ribatte UR. “Vedi, ognuno può ottenere una Grazia; Io la preparo per ogni figlio; ma se giunge anche alla rivelazione, ciò dipende unicamente dal destinatario. Quando un figlio approfitta solo in parte della Mia Grazia offerta, essa si rivelerà naturalmente solo proporzionata. Ma in ogni caso, qualcosa ha da precedere. E questo è un divenire degno! Chi non viene a Me e alla Mia Croce, chi Mi combatte – oppure, chi Mi conosce senza tuttavia servirMi, non potrà mai avere questa Grazia! Solo quando uno ha riconosciuto nel sincero pentimento la sua ingiustizia ed è pronto a pentirsi e ad espiare, su costui la Mia Grazia cade in grande abbondanza, ed aumenta tanto più ancora, quanto più c’è disposizione alla penitenza e all’espiazione.

                    9.                      Certamente, spesso devo dare l’impulso al pentimento e alla penitenza, solo che non accade mai attraverso la Grazia come ‘dono’, bensì attraverso un atto che precede la Grazia, la quale consiste in questo: che Io lasci andare un tale figlio, specialmente gli uomini, attraverso malattia, afflizione, grandi sofferenze e altro. Io mando loro questo, non dalla Mia Volontà, ma per la maggior parte ne sono essi stessi gli autori, come anche delle guerre e di altri orrori. Solamente, Io Mi servo di questi carichi causati dai figli infedeli e, apparentemente, non li aiuto, lasciandoli andare attraverso ondate di travagli, finché imparano a sospirare e a guardarsi intorno per l’aiuto, che credono – veramente più inconsciamente – venga dall’Alto. Se ora questa piccola scintilla è destata, trasferisco l’atto di Grazia alla Grazia pura. Allora però, un figlio si deve convertire a Me per libera volontà, deve seguire passo per passo; una volta un pezzo della Mia Grazia, poi di nuovo un pezzo dell’ammissione e della confessione, e questo, fino a che la Mia Grazia si rivela pienissimamente, in seguito ad una disponibilità di pentimento ed espiazione il più grande possibile.

                  10.                    Nello stesso modo è avvenuto anche con te, figlio Mio, che eri perduto e ora sei stato ritrovato. Nel tuo caso, Io condussi dapprima la Mia Grazia sul campo di battaglia, che era il presupposto per l’ingiustizia arrecata alla Creazione. Però fu tracciato un limite, oltre il quale anche la Mia Grazia non doveva essere spinta a causa dell’intera Creazione. La linea di confine si chiamava GOLGOTA! Qui Io ho aspettato la tua resa. Naturalmente non potrai tenere nelle mani ‘lo scopo principale della Mia Grazia’ prima di aver intrapreso in futuro il tuo ritorno a casa come Sadhana. Fin dove però ora è giunta su di te la sua parte – e non è da definire piccola – fino a quel punto tu sei degno di deporre il carico e di ottenere in cambio, per questo, felicità e gioia per il tuo ritorno e per il verdetto. – Perciò rallegrati in Me, come Io e tutti i Cieli ci rallegriamo della vittoria del Mio Sacrificio cruento!”

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Cap. 19

 

Il Padre abbraccia Sadhana e la benedice

                    1.                      Un breve indugio, e poi, quasi come uno slancio, – il figlio che vuol trovare la via del ritorno stringe le sue braccia intorno al collo del Padre. Egli non si lascia più soltanto premere al petto del Padre, no, …egli stesso si stringe al grande Cuore di Grazia, cercando protezione, e nelle forti braccia è colmo di felicità. Infantilmente imbarazzato, sussurra: “Non riesco ancora a dire ‘PADRE’, ma il mio cuore giubila: Padre, Padre, Padre – e ancora una volta: ‘Padre’! Oh, qual ringraziamento Ti vorrei portare! Come vorrei giubilare! Soltanto, …ora voglio piuttosto stare in silenzio e prepararmi alla difficile via. Anzi, dapprima devo imparare a venire del tutto incontro a Te, poiché i miei passi sono piccoli e meschini, sono quelli di un fanciullo nella mano della madre; i Tuoi, con i quali Tu, o Gesù, mi sei venuto incontro, al contrario, erano lunghi come Creazioni. Io non li posso né misurare né calcolare. Io so: solo in tal modo è venuta su di me la Grazia della Tua Salvezza, che Tu solo me ne facesti degno”.

                    2.                      “Hai riconosciuto il meglio! – Ora preparati, poiché la tua via sarà veramente difficile. Fino al Mio grande ritorno e alla gloriosa apparizione, Io sarò per te il Maestro, perché ti ho affrontato e vinto; e fino allora, l’umanità vedrà in te il tentatore e il tenebroso principe dell’inferno. Mi vedrai raramente e poi anche solo da lontano. Però, figlio Mio, Io non ti lascio solo! ChiamaMi con il Mio nome del Sacrificio ‘Gesù Cristo’, e presto t’invierò uno che un giorno ha combattuto contro di te, ora combatterà per te, perché si tratta di proteggere il Mio primo figlio”.

                    3.                      Michael tiene la sua spada su UR e su Lucifero, il quale domanda: “Maestro Mio, Gesù Cristo, mostrami il luogo dove posso rimanere fino al tempo Tuo, affinché impari ad osservare i Tuoi Comandamenti con la Tua forza e il Tuo aiuto”.

                    4.                      “Fai bene a chiederMelo. Questo mondo solare sia il luogo della tua istruzione e preparazione. Qui verranno gli spiriti più maligni e tu dovrai affrontarli, non più come loro signore, bensì come un essere senza posizione di potere. Queste saranno decisioni amare, e raramente sarai tu il vincitore. Ma per quante volte supererai ogni sconfitta, non mancherà che tu cresca nella tua personale forza, finché tutto il Lucifero sarà morto, redento da se stesso, anzi sarà completamente dissolto come ti ho annunciato nel verdetto. Allora verrà sopra di te la vittoria di quel Tempo, dove si suoneranno le campane della pace in tutte le parti della Creazione; per questo, la Mia Benedizione che Io ti do come consolazione e forza. Rimani memore di questo! Dunque, figlio Mio, guarda: l’aurora del mondo si avvicina. Puoi ancora dire una parola, poi devi perseverare nel luogo della battaglia della decisione, della vittoria e della Grazia”.

                    5.                      Lucifero, lentamente, s’inginocchia con solennità. Anche i principi-angeli piegano le loro ginocchia. Alza in alto le sue mani e dice: “Io non Ti lascio, eccetto che Tu non mi benedica!”

                    6.                      Oh, quale anelito, quale ardente desiderio mette egli nella nota preghiera; com’è diventata essa così completamente nuova! UR è vinto dal suo potere. Egli posa le Sue mani sul capo chino e dice: Come sommo Sacerdote Mechisedec, dallo Spazio-ur e dal Tempo-ur, Io ti benedico!”

*

                    7.                      Quando Lucifero dopo un po’ guarda in su, tutte le figure di luce sono scomparse. – Là dove stava e sedeva il Santo, è rimasto indietro un chiaro bagliore. Più tardi, in questo luogo gli perverrà sempre nuova Forza, quando dei demoni si precipiteranno su di lui, quando lo assalirà lo scoraggiamento, oppure – come soprattutto nel primo tempo – pure qua e là l’antica brama di potere luciferina minaccerà di risalire. Egli chiamerà presto tale luogo come suo salvagente; perché, solo quando sta in questo piccolo spazio egli sente la santa vicinanza di Dio. Nessuno spirito, per quanto furioso, può fargli qualcosa. Quanto più occupa il salvagente a lui lanciato, tanto più aumenta il suo pentimento e la volontà di penitenza, e la sua via lo riconduce come figlio nella casa del Padre, passo per passo, al santo Tempio dell’Infinità-ur.

*   *   *

                    8.                      Sotto la Croce si risveglia un giovane dormiente. Guarda in alto, meravigliato. Il delicato volto della donna, pallido come la neve, si china su di lui. Un triste sorriso sfiora le sue labbra. “Hai dormito a lungo, Giovanni”, dice dolcemente Maria. – “Dormito? No!”. Il discepolo si ricorda. Di colpo si alza ed esclama: “O madre del Mio Signore! Non dobbiamo più essere tristi! Egli, GESU’, tuo Figlio e Maestro di tutti noi, …oh, …Maria!”

                    9.                      Giovanni s’interrompe. Poi balbetta: “Mi mancano le parole per comunicare ciò che ho visto. Ma EGLI, il Santo, ha riportato la Sua Vittoria della Creazione! Tutto doveva avvenire così, e le Sue sofferenze sono espiate! Maria, tu, Pura, EGLI è morto per noi, e ora, Egli ha redento tutti! Siamo liberi, madre Maria, liberi dal laccio dell’oscurità, della morte, liberi da ogni colpa e peccato! EGLI ci ha santificato e portato l’eterna libertà!”. – Inconcepibile giubilo si perde in lontananza da queste parole, che sono pronunciate alla Croce del Golgota – alla quale il Signore, GESU’ CRISTO, ancora pende pallido e sanguinante.

                  10.                    Maria è sorpresa. Scuotendo la testa osserva Giovanni, il giubilante. Lacrime cadono dai suoi occhi, quando guarda suo Figlio segnato dal martirio. All’orizzonte sale un debole chiarore, primo messaggero del nuovo giorno, quando si avvicinano dei passi veloci. Alcuni discepoli e uomini influenti, amici del Signore, arrivano per prendere la Salma, prima che un raggio di Sole cada su di Lui, e prima che il tempio faccia annunciare il sabato. Qualcuno sussurra: “La morte del suo Signore ha confuso il suo spirito!”

                  11.                     Giovanni si accorge dei pensieri e, indicando Gesù, esclama: “PortateLo via! SeppelliteLo! Ma Io vi dico: vana è la vostra opera! Perché Colui che voi credete morto e volete portare nella tomba, è già risorto! Fra breve non troverete più il Suo corpo esteriore! EGLI vive, EGLI ha vinto questa notte il Satana e ha calpestato la testa al serpente!”. Giovanni fugge nella solitudine, la sua anima vuole essere presso G E S U’.

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Allegato

 

Che cosa dice il Signore tramite Jakob Lorber

sul ritorno del ‘figlio perduto’

 

rif. [Grande Evangelo di Giovanni vol.10 cap. 188,21]:  «…. Certo che adesso non capirai ciò che voglio dire con questo: il figlio perduto è già sulla via del ritorno, ma saranno necessari ancora tempi di lunghezza quasi infinita, prima che egli ritorni del tutto all'antica casa paterna».

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rif. [Le Dodici Ore – Prefazione versetto 8]:  «Per comprendere l'insieme di queste cose è necessario che apprendiate anzitutto chi è, di fatto, questo figlio perduto. Quando Io v’indicherò il figlio perduto, sia pure solo per nome, in verità dovreste essere colpiti da una cecità più che settupla, se all'istante non vi doveste accorgere che una grossa benda vi è stata tolta dagli occhi. Ora preparatevi e udite il nome! Vedete, esso è ‘Lucifero!’ In questo nome sta l'intero compendio, per voi eternamente inafferrabile e infinito, del figlio perduto».

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rif.  [Le Dodici Ore – cap.11,1]:  «Voi avete letto nel  Mio Libro (Evangelo Luca 15.) la storia del figlio perduto e non l'avrete letta e udita una volta sola, ma già più volte. Ebbene, Io vi dico che in tutto il Libro non c'è alcun versetto né alcun capitolo, che comprenda in sé qualcosa di più grande del figlio perduto. Come pure, non è tanto facile trovare un punto che possa essere per voi più difficile da comprendere, di questo. E ciò proprio per la ragione, che dovete conoscere, poiché essa è della massima importanza e, come tale, è una chiave indispensabile per la contemplazione interiore».

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rif. [Le Dodici Ore – cap.11,9]:  «……Voi sapete, dalla storia del figlio perduto, come andò a finire con il suo destino finale….».

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rif. [Le Dodici Ore – cap.11,19]:  «…..Ecco, la loro grande pena si estende ora in rapide vibrazioni, e quest'ultime arrivano dinanzi alla grande Casa paterna, e le vibrazioni del Padre, colmo d'Amore, si scambiano con quelle del figlio perduto, che sono di paura, di miseria e di pena».

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rif. [Le Dodici Ore – cap.11,20-24]:  «L'anima del figlio perduto percepisce un simile dolce e santo Alito, proveniente dalla casa del grande Padre. Essa, alimentata da queste sante vibrazioni, ritorna nuovamente nella sua casa fatiscente, la riedifica e, nella più grande umiltà annullando se stessa, si dirige laddove voi sapete che si è diretto il figlio perduto. Ma cosa succede, là? Vedete, solo gli stracci sono tolti al figlio e bruciati e, come sapete, soltanto il figlio sarà nuovamente ripreso.

Vedete, ora avete svelato davanti ai vostri occhi tutto il mistero, nascosto fino a questo istante, del numero profetico dell'uomo. Se ritornate, anche solo un poco, sulle condizioni di questo tempo, in verità dovreste essere più che morti, per non accorgervi neppure adesso delle sante vibrazioni di Grazia, che ora sgorgano a torrenti dalla santa casa del Padre!

Anche voi siete membra del figlio perduto! Allargate la vostra anima e fate in modo che lo Spirito in essa si desti e, confidenti, in tutta umiltà, ritornate come il figlio perduto, consolati nella grande Casa del vostro amorosissimo Padre.  In verità vi dico: Egli vi verrà incontro a metà strada!

Come vedete, il tempo della Mia Grazia si è avvicinato, e perciò Io vi ho dato quanto precede, affinché riconosciate, che questo è quel grande tempo che i profeti hanno annunciato, sì, proprio quel tempo che è stato annunciato dalla Mia bocca.  Dunque, perseverate ancora soltanto un breve tempo e rallegratevi con grande fiducia!

Poiché in verità vi dico: "La grande casa paterna è venuta incontro a voi e tanto vicino a voi, che non potete immaginarvi!”

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rif. [Le Dodici Ore – cap.12,1]:  «Dopo che, nell'undicesima ora abbiamo accompagnato e illuminato il figlio perduto, dal suo inizio fino alla sua fine, e calcolato il tempo e quasi stabilita l'ora che dovrà testimoniare del suo tramonto, vogliamo un po' vedere, in questa dodicesima ora, dove e come questo figlio perduto, umiliato da cima a fondo, rientrerà nella grande casa paterna».

 

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A seguito di questa Rivelazione straordinaria crediamo sia opportuno inserire anche

un commento/spiegazione di Margarethe Eckel:

 

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[1]Mené, Mené, tekél perès (o ufarsin)”: una frase biblica presente in Daniele 5,25. Essa comparve in modo soprannaturale sul muo di fronte al re Baldassàr, figlio di Nabucodònosor. Daniele fu l’unico che ne spiegò il significato: Mené = Dio ha misurato il tuo regno e gli ha fissato un termine: Tekél = tu sei stato pesato sulla bilancia e sei stato trovato mancante; Perès = il tuo regno è stato (sarà) diviso ed è stato (sarà) dato ai medi e ai persiani.

[2] Il segno sull’arcangelo-principe Raphael, sulla Terra presente come Asarja  per aiutare Tobia. [vedi: ‘Un angelo sulla Terra’]

[3]  Vedi il Grande Vangelo di Giovanni, Vol. 11

[4] L’arcangelo-principe Uraniel, il portatore dell’ordine, quale Mosè sulla Terra. [vedi: ‘Quando morì Mosè’]

[5] ‘il monte della tentazione’ : il monte in cui Gesù nel deserto, durante i quaranta giorni, fu tentato con le tre note tentazioni (Lc. 4,1-13).

[6] Vedi la spiegazione del Globo involucro

[7] ‘il portatore della serietà’: si tratta dell’arcangelo-principe Muriel, incarnato sulla Terra come Abramo. [vedi: ‘Il patriarca’]

[8] Questa conoscenza: cioè quella derivata dall’aver visto il mondo in cui vivono i fedeli, probabilmente, la loro città-santa e l’intero Regno benedetto, cioè quelle immense meraviglie create dai figli benedetti di cui Sadhana e i suoi accoliti non hanno mai avuto sentore, essendo quel Regno a loro interdetto.

[9] ‘il portatore della Volontà’ : è l’arcangelo-principe Michael, sulla Terra incarnato come Elia. [vedi: ‘Il tisbita’]

[10] I citati sono i sette angeli-arcangeli rappresentanti le sette Caratteristiche di Dio aventi in sé le funzioni citate. (vedi “Spiegazioni delle sette Caratteristiche di Dio”)

[11] Tre volte … nel tuo abisso: ciò si intende che per tre volte dei puri spiriti si incarnarono su tre mondi per guidare i ciechi caduti al ritorno. Da altre rivelazioni viene detto che i puri spiriti sono invitati in questa azione di co-aiuto anche fino a sette incarnazioni per aiutare. Un esempio sulla Terra lo abbiamo con i grandi primi spiriti incarnati, ad esempio, come Mosè, Elia, Isaia, Giobbe, Abramo, Giosuè, Lutero, Abele, Adamo, ecc.

[12]  Vale a dire dissolto = spiritualizzato

[13] ‘del Mio ritorno’: è il momento prima del Giudizio universale, in cui saranno giudicati tutti gli uomini empi.

[14]  I principi infernali e i vassalli del regno delle tenebre.

[15] Giovanni con il corpo è ai piedi della croce, ma con lo spirito, è nell’aldilà.