dalla Vita di Gesù
«E lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta,
ripetendo le medesime Parole»
[Matteo, 26,44]
(testo
aggiornato con revisione del dicembre 2019)
«Or vi sono
ancora molte altre cose
che Gesù ha
fatto, le quali se si scrivessero,
ad una ad
una, credo che il mondo stesso
non potrebbe contenere i libri
che se ne
scriverebbero».
[Giovanni 21,25]
Titolo originale: “Gethsemane”
Traduzione di Ingrid
Wunderlich e Antonino Izzo
Tutte le opere (in lingua tedesca) vengono consegnate gratuitamente agli amici
che cercano la Luce
Per ristampe
in lingua tedesca, eventuali offerte e contributi di spedizione sul conto:
Anita-Wolf-Freundeskreis e. V.
Postgiroamt Stuttgart (BLZ 600 100 70), Konto 351 983 709
IBAN-Nr. : DE
56 600 100 700 351 983 709
BIC: PBNKDEFF
Edito dal circolo degli amici di Anita Wolf - C/o Jurgen Herrmann
Hohenfriedberger Strasse, 52 - 70499 Stuttgart
Email: bestellung@anita-wolf.de.
Sito:
http://www.anita-wolf.de
Questa edizione in lingua italiana è stata curata dal
gruppo:
‘Amici della nuova Luce” – www.legamedelcielo.it
Contatti: info@anitawolf.it
INTRODUZIONE
a Getsemani e Golgota - (dal
primo editore sul testo tedesco)
«Padre, se
possibile, passi oltre da Me
questo calice, ma
se non lo è, allora lo bevo»
Cap. 1 Un angelo ci conduce al Getsemani
Cap. 2 Davanti alla prima Pietra
Cap. 3 Davanti alla seconda Pietra
Cap. 4 Davanti alla terza Pietra
Cap. 5 Il senso dell’avvenimento del Getsemani
۞
Un angelo ci conduce al Getsemani
1.
La preghiera più inconcepibile, la preghiera dell’Universo,
viene dallo Spazio-Ur e dal Tempo-Ur. Chi può comprendere la sua grandezza,
afferrarne l’Onnipotenza? Non c’è nessuno, nemmeno gli angeli supremi possono
contemplare l’innominabile grado di una ‘Pazienza divina’, così com’è rivelata
con questa preghiera, la più santa fra tutte quelle mai espresse. Sì, essi – i
guardiani del Cielo – sono penetrati nel Mistero; essi guardano! Fin dov’è
aperto per loro il Regno, fin là giunge la loro conoscenza e partecipazione, il
loro sapere per il sublime di questa Preghiera, e per il frutto che è loro
offerto da ciò. Ma gli uomini – impigliati nei vincoli della materia – stanno
piccoli e miseri di fronte al Calice della Preghiera che scuote il Cosmo; e
resta da attendere presso ogni singolo, in quale modo egli si occupi del grido
d’aiuto, affinché gli possa essere data quella potente Pietra miliare, che non
assicuri solo la redenzione, bensì che con la sua incrollabile certezza porti
con sé la conduzione a casa.
2.
Il fondamento della Preghiera è il santo
Debito di un’Opera della Creazione, illimitata nella Sua Onnisantità;
per contro, ciò che è stato rivelato è il santo Credito, tutto comprendente,
tutto circondante, tutto preso a un Bene della corona, la Cui magnificenza i
Cieli glorificano inutilmente. Nondimeno agli uomini il senso per questo non è
chiuso, esso c’è ed è loro aperto; ma solo chi apre a questo totalmente il suo
cuore, contempla un raggio di Luce proveniente dall’avvenimento notturno, che
verrà sulla sua anima come uno Spirito-Elia, che ascese al Cielo nella
tempesta. E questa è la via per la conoscenza: in silenzio, umilmente seguire
le orme, rabbrividendo inginocchiati e pregare; pregare nel cuore in quel santo
luogo degno di ricordo, dove duemila anni fa, fu depositato il supremo
Sacrificio sull’Altare della Creazione.
3.
Oggi, dopo una lunga epoca e nell’immediato
periodo degli ultimi avvenimenti, così come i suoi limiti dati, i cuori degli
uomini devono essere chiamati a radunarsi, per vivere il GETSEMANI nello
Spirito e nella Verità. Tutti sono chiamati! Chi ascolta, starà subito alla
porta aperta, che conduce al santo Giardino di Cristo. Alcuni domanderanno: “Che
cosa dobbiamo fare noi, piccoli uomini meschini? Che cosa dobbiamo cercare lì?
Non profaniamo noi il luogo solenne con la nostra veste peccaminosa, dove
l’inconcepibile, l’inaudito santo Sacrificio-Ur fu riconosciuto e accettato?
Difficilmente noi siamo in grado di comprendere anche soltanto un frammento di
questo Avvenimento della Creazione, molto meno poi di realizzarlo in noi, così che
possiamo attingere dalla sua profondità, e poi, non allontanarcene mai più”.
4.
Questo linguaggio non è infondato, ma nemmeno
eternamente valido. E sebbene per taluni uomini non segua nessuna risposta o
soluzione completamente appagante, oppure qualcosa di soddisfacente, il
collegamento dallo Spazio-Ur e dal Tempo-Ur produrrà, comunque, anche qui un
effetto santificante, non importa se questo è presentito solo vagamente,
inconsciamente. – Sì, ‘nondimeno’ sia questa la nostra guida! Comunque sia io
rimango sempre in Te ... anche se comprendo ancora poco del santo Mistero. Il
nondimeno lo fa fluire nel cuore come un’energia liquida di un santo Fuoco e
Luce. Quindi gli uomini devono e possono, hanno il diritto di seguire anche
oggi la chiamata che li guiderà al GETSEMANI nello Spirito e nella Verità. –
Venite!
*
5.
Ci sono alcuni che si lasciano guidare
volenterosi, e dalla loro schiera, un’anima parla per tutte. La stessa
annuncia: “Esitanti, noi stiamo alla
porta di quel giardino, dove due anime in ore notturne giocavano la loro posta
suprema: Essere o non-essere!
– Lentamente oltrepassiamo la soglia, consapevoli che un cherubino in qualunque
momento potrebbe sbarrarci la strada, poiché manda luce improvvisa la parola: «Togli
i calzari dai tuoi piedi; perché il luogo dove tu stai,
è terra santa» [Esodo 2 -
3,5]. – Ci pieghiamo tremando; ci alita incontro il respiro di un’eternità, che
un po’, fin dove siamo capaci, ci fa comprendere l’inconcepibile della lotta
della preghiera. – Abbiamo la buona volontà. Essa è riconosciuta, basta essa …?
6.
Sì, essa è accolta in Grazia; poiché vedete,
davanti a noi sulla via, sta un amichevole principe della Luce, con un viso
santo-serio. Non è il cherubino che chiude le porte del paradiso; egli
piuttosto le apre, poiché è il portatore della Pazienza[1],
di quella meravigliosa caratteristica di Dio che il santo Orante portò nel
Getsemani per il supremo spiegamento di forze e d’azione. Sul petto della veste
puramente splendente, riluce il Segno-Ur della Pazienza in oro e rosso. Il
Calice, colmo fino all’orlo con il Mistero del Giovedì
e Venerdì santo. D’argento sono i suoi calzari, la cintola, la stella sul capo,
rosso e argento gli orli della sua veste. Egli stende su di noi, imponenti
argentee ali luccicanti di madreperla, e mentre questo accade, ci sentiamo
sollevati da terra. Non sappiamo come ci accade. Ma l’angelo lo sa; sul suo
volto principesco passa un leggero sorriso. Oh, la Grazia del nostro Signore
Gesù Cristo, che è superiore a ogni logica, ci ha resi degni di assistere con
sguardo retrospettivo a questa parte determinante della Sua santa Vita di
Redentore. Ci parla ora il principe della Pazienza:
7.
«Venite, voi
anime credenti, voglio mostrarvi due vie. – No…», ci raggruppa
amichevolmente, quando tutti rimangono dietro di lui in una comprensibile
soggezione, «…non dietro di me, ma accanto e
intorno a me, dovete camminare. Noi tutti siamo figli di un Padre, anime di un
Dio, portiamo in noi lo Spirito proveniente dal Suo Spirito sacerdotale, e
siamo proceduti come creature dalla mano del Creatore, forme di Vita
provenienti da Ur, l’eterno Santo, l’eterno unico e veritiero. Chi rimane
indietro, perderà qualche parola dell’insegnamento, e con ciò, qualche Raggio
della benedizione. – Ora fate attenzione!
8.
La via che io
percorro con voi, richiede da voi non soltanto una, bensì la decisione, quel
che accadde qui, di cui vi devo svelare il mistero, per quanto le vostre anime
siano in grado di sopportarlo. Per voi c’è ancora tempo di tornare indietro.
Vedete, la porta è aperta; potete andare, senza che dobbiate perdere la Grazia
di Gesù. Voi potete adempiere la via del fanciullo, senza il più interiore
Getsemani. Allora sarà sufficiente credere ed essere afflitti col Signore. Ma
se rimanete, allora dovrete soffrire con Lui! Vi lascio il tempo».
*
9.
L’angelo ci
conduce in un luogo di riposo, nella cui sfera ci sentiamo stranamente al
sicuro. E domandiamo a noi stessi: “Siamo già stanchi, prima che cominci la
via vera e propria. Perché il principe celeste ci conduce in questo luogo? –
Oppure, la scelta tra il rattristarsi e il soffrire insieme ci costa già fin
dal principio così tante forze, perché siamo ancora fanciulli, e dobbiamo prima
diventare ragazzi?”. – Abbiamo paura ... e guardiamo indietro!
[indice]
۞
Davanti alla prima Pietra
1.
Fuori, davanti alla porta, conduce l’altra via, il sentiero
del con-rattristato. Molti, molti lo percorrono; li vediamo passare a schiere e
singolarmente. Vengono alla porta aperta, guardano dentro con facce serie,
malinconici e profondamente afflitti. Molti s’inginocchiano, molti si segnano
con la croce; alcuni stendono esitanti una mano verso la maniglia, altri
piangono. C’è un angelo alla destra della porta, il quale con dolce gesto porge
a tutti un poco da bere dal Calice della sofferenza del Signore. Spesso è solo
una goccia, che rimane attaccata alle pallide labbra di fanciullo. E ciò
nonostante il Calice non si svuota, perché la Terra è ancora in attesa del suo
Giorno di redenzione. E tutti quelli che hanno bevuto, e anche quelli che hanno
solo portato il Calice alla loro bocca, chinati passano oltre. Sentono il peso
della Croce. Ma, …portarla? – Noi ancora non lo sappiamo! Nei nostri cuori deve
certo ben venir fuori una disposizione di contribuire a portarla, e a soffrire,
poiché il principe proveniente dal Cielo superiore ci fa cenno di seguirlo. Ci guida
nel profondo del Giardino. È un sentiero stretto, pietroso, sul quale passarono
un giorno i Piedi nudi e stanchi, a disposizione della morte. L’angelo parla; e
di nuovo solleva su di noi le sue scintillanti ali. …e ora, …siamo del tutto
rapiti dalla Terra.
*
2.
«Qui», egli
accenna a una lastra di pietra liscia, a destra della via, «stava inginocchiato
il Figliuol dell’Uomo per la prima volta in quella notte per pregare. Aveva
lasciato dietro di Sé i discepoli in due gruppi, gli otto, e i tre, – il maggior
numero davanti alla porta, il minore nella maggior vicinanza del santo luogo di
preghiera. La separazione non avvenne perché gli otto discepoli valessero di
meno, bensì dovevano rappresentare i molti alla porta davanti alla santità del
giusto Giudice; i tre, invece, dovevano stare al fianco del forte Combattente.
Egli aveva esclamato loro la prima Parola: “Vegliate e pregate, poiché il tentatore è vicino. Lo
Spirito è volonteroso ma la carne è debole”.
3.
Quel giorno,
quando la pallida fronte dell’Orante si chinò nello scialbo chiarore della
notte sulle mani contratte, quando quelle labbra tremanti, con parole,
cercavano una possibile via d’uscita, quando quel Cuore, nell’angoscia mortale,
lottava per il ritorno a casa, nel breve tempo della preghiera del Calice gravò
sulla Terra il ‘Silenzio del Cielo’. Qui c’era
da attendere, se il Calice di tutte le sofferenze più amare dovesse
essere bevuto, oppure no. – Fate attenzione alle Mie parole e indicazioni; esse
si riflettono anche nella vostra vita, nel possibile adempimento di un cammino
di con- sacrificio.
4.
Quel giorno
per l’angelo e per gli uomini, persino per GESU’ stava invisibile, accanto
‘all’Afflitto fino alla morte’, una figura senza luce e senza ombra. Essa non
stava lì per caso; non per comando, non per proprio impulso. Doveva stare
secondo la condizione di legge! Immobile guardava giù sull’Inginocchiato.
Vedeva la lotta spaventosa, la lotta sanguinosa; – e vedeva l’Umiltà, la
Rassegnazione, la Pazienza e l’Amore per la Creazione e per la creatura. Alla
decisione erano concessi solo pochi minuti terreni, una decisione che poteva
trasformare l’intero Giorno della Creazione, imprimendone di colpo una
direzione totalmente diversa. Sospettava quella figura il peso della decisione?
Sapeva essa – dopo che all’inizio del Giorno dell’Amore creativo, si valse solo
della libera legge della volontà, respinse le condizioni poste giustamente ed
equiparanti – ora non poteva più pretendere tributi, bensì doveva adempierli? –
Essa lo sapeva! Ma nessuno poteva aiutarla, nessuno aveva il permesso.
5.
La sua
schiera taceva, la Terra, il Cielo taceva! Il Santo-Ur trattenne per pochi
minuti terreni i torrenti di vita dalla parte del Suo Cuore di Sacerdote, di
Dio e di Padre; solo il torrente di vita di Creatore scaturiva. Nondimeno
nessuno dei potenti angeli guardiani stava alla Sua sorgente, per essere
mediatore della Creazione; poiché – taceva anche il Creatore! Inquietante era
questo silenzio, nel quale soltanto due anime lottavano: il santo Orante – – –
e l’ingannatore.
6.
Anche i
discepoli avevano pregato, finché le labbra di Gesù formavano ancora udibili
parole. Soltanto, la Sua anima divenne ombrosa per la vicina lotta mortale;
così a poco a poco la Sua bocca ammutolì. Tanto più ardentemente supplicava il
Suo Cuore. – I discepoli erano stanchi. Il loro cammino era stato lungo, il
Sole cocente aveva bruciato, le vie pietrose avevano ferito i loro piedi. E non
sentirono più parlare il loro Maestro. Allora cedettero e si addormentarono.
Gesù pregò, finché il sudore coprì la Sua fronte. Il silenzio e la solitudine,
la sensazione di avere accanto a Sé, un’invisibile, oppresse all’improvviso
l’animo Suo. Guardò su, e vide i Suoi dormire. Un dolorante amaro sorriso, e
ciò nonostante, d’inesprimibile bontà, passò per pochi secondi sul Suo
Volto. Svegliò i tre discepoli: “Non
potete dunque vegliare? Vedete, presto verrà l’ora!”. Spaventati, i
dormienti balzarono in piedi.
[indice]
۞
Davanti alla seconda Pietra
1.
Gesù s’inoltrò in profondità nel Giardino, lentamente,
stanco del peso del tormento. “La Mia
Anima è afflitta fino alla morte”, aveva detto ai discepoli, e li sollecitò
a vegliare e pregare. – Vedete, voi anime, il sentiero è terribile, come se
fosse caduta una pioggia di sassi; e badate alle spine, che mettono i tralci a
destra e a sinistra; gli alti alberi anneriti gettano ombre tenebrose. E
guardate la pietra a sinistra, scabrosa, piena di spaccature, erosa dal tempo,
una pietra da far paura.
2.
Qui
s’inginocchiò per la seconda volta il Figliuol dell’Uomo, lottando per una
Redenzione della Creazione. Egli guardava i discepoli mentre pregava, affinché
potessero alleviarGli la Sua lotta nella preghiera,
pregando con Lui. Poiché essere abbandonati nella lotta mortale, è la cosa più
difficile che una vita possa sopportare. I discepoli anche lo fecero; l’ardente
implorazione degli Occhi profondamente tristi, aveva scosso inconcepibilmente i
loro cuori. Si sforzarono molto a rimanere svegli. La voce di Gesù lottava con
forza con le potenze delle tenebre e con la Decisione-Ur, con la Volontà, con
le condizioni dell’Eternità-Ur da Spazio e Tempo, con il Proprio comprensibile
scoraggiamento e l’umiltà che stava di fronte a questo, per esercitare la
pazienza e sottomettersi. I discepoli comprendevano di questo appena qualcosa,
perché la Redenzione non era ancora avvenuta.
3.
E di nuovo la
lotta angosciosa e piena d’umiltà divenne un interiore grido sanguinoso. Non
c’erano Parole, – l’Anima si consumava nell’ardente Fiamma dell’ultima
dedizione all’Opera. La forza elementare della preghiera fece tremare il Figlio
dell’Uomo; essa toccò anche le anime dei discepoli con alito fremente, affinché
scacciassero via il sonno, che assaliva i loro corpi stanchi. Per quanto tempo
–? Essi non sapevano che cosa aspettava al loro Maestro, sebbene le ombre della
morte, date in anticipo, gravassero anche su di loro; essi presentivano solo
vagamente il ‘terribile domani’. Essi sedevano lontani dal Signore, per non disturbarLo. Questo era appena accaduto e la Voce
supplicante penetrò ai loro orecchi solo più debolmente, li vinse il sonno e
non seppero più nulla di ciò che accadde alla scabrosa pietra piena di
spaccature.
4.
Frattanto in
angoscia e pena, al Figlio dell’Uomo solitario soverchiò anche lo Spirito in
Sé, che legittimamente stendeva la mano alla Potenza-Ur divina e sacerdotale.
Ora taceva anche questo ‘Spirito’, dopo che il CUORE precedentemente si era
piegato alla forza della prima preghiera. E l’Anima piangeva solo incontro alla
terza prova. Gesù percepì ancora una volta il silenzio intorno a Sé, che
minacciava di coprirLo con le ali della morte. Il
Povero, il Grande, il santo Orante, guardò su. Fra nuvole smembrate, vagava un
filo di luce lunare e cadde sull’avvolto dal pesante sogno. Stanco, indebolito
dalla lunga via, dalla lotta-Ur per l’unico potere, il Signore, al Quale stanno
agli ordini innumerevoli legioni di angeli, si alzò e andò dai Suoi undici
fedeli, i quali avevano condiviso con Lui ogni sofferenza per tre lunghi anni,
avevano sofferto ogni persecuzione e umiliazione, credendo incondizionatamente
con lieto fervore e pieni di fiducia a tutte le Parole pronunciate da Lui,
anche se spesso non le avevano comprese. Così la Bontà divina stava in primo
piano, quando Egli – svegliandoli – li pregò: “Alzatevi, vedete, l’ora è giunta ed è già
qui, dove si compirà tutto ciò che è stato profetizzato del Figlio dell’Uomo.
Vegliate, presto verrà il traditore. Non volete rimanere presso di Me? Vedete,
Io lotto per voi! Ancora un breve tempo, poi tutto sarà superato. Ma la Mia Anima
ha paura, perciò pregate con Me!”.
5.
Già al primo
richiamo, i discepoli si erano alzati vergognandosi. Essi domandavano a se
stessi: “Come avviene che siamo così deboli e senza resistenza?”. Si
schierarono strettamente intorno al Signore, di gran lunga più per ricevere la
Sua protezione che per essere a Lui seriamente un sostegno nella preghiera in
quest’ora consacrata alla lotta della Redenzione. Quando videro nel languido
bagliore di poche stelle il Volto pallido totalmente sfigurato, i loro
presentimenti per la lotta e le sue conseguenze, diventarono grandi. Pietro si
riprese per primo, e afferrò la spada portata di nascosto sotto il suo
mantello. Giovanni vide la mossa. Uno sguardo simultaneo a quello di Gesù, lo
convinse subito che la sua spada non poteva dare nessuna svolta all’avvenimento
incombente su tutti loro. Con sospiri pesanti egli seguì il Signore, silenziosi
e tristi gli altri. Poche ore prima, il Maestro aveva offerto loro nel pane e
nel vino il Suo corpo e il Suo sangue come somma per il riscatto di tutti i
peccati, presentati dalla caduta della Creazione. Ora tutto questo tornò loro
in mente, senza tuttavia riconoscere la santa relazione con la lotta del
Getsemani.
6.
Su grandi e
piccoli sassi, tra rovi e piante rampicanti, sul sentiero che sempre più
peggiorava, il Figlio dell’Uomo vacillante andava incontro alla Sua ultima
lotta della preghiera. Timorosi, stranamente agitati, i discepoli Lo seguirono.
Un grande masso di roccia Gli sbarrò la via. Il Signore si volse, e sul Suo
volto cadde un raggio pieno della costellazione notturna, che le nuvole per
pochi secondi avevano liberato del tutto. A questo punto i discepoli si
spaventarono a morte. I loro cuori battevano, ad alcuni tremarono le ginocchia,
altri tesero le mani come nella lotta; ma nessuno emise un suono. Gli otto si
voltarono indietro, anzi, si afferrarono l’un l’altro per le mani, come se con
ciò fossero ora più sicuri, di fronte a quello che sarebbe successo.
7.
Anche Pietro
e i due rimasero indietro di alcuni passi. Era quello il buono, clemente Volto,
sempre irradiato da un Amore inconcepibile, e da una comprensione ultraterrena
con tutte le debolezze e gli errori umani? Quel Volto, che talvolta si
accendeva nel sacro fuoco, quando una cattiveria fatta di proposito bestemmiava
la Divinità – quel Capo che si chinava pieno di Misericordia su tutti i malati,
oppure, benevolo, con un dolce sorriso, stringeva i fanciulli con braccia
redentrici? Quel Volto, già adesso sfigurato, pallido, lacerato dal dolore, con
gli Occhi, …nei quali stava il tormento di un martirio…? Cosa – che cosa era
accaduto con il loro amato Signore, nel frattempo che si erano addormentati per
la seconda volta? Nondimeno, prima che potessero tormentare le loro anime con
pensieri autoaccusanti, risuonò loro incontro la Voce consolante: “Non temete, poiché
non vi abbandonerò! E quando non Mi vedrete più – allora credete: dopo un po’
Io sarò nuovamente con voi. Ora però, il traditore è per la via, quindi
vegliate e pregate. Vedete, è la Mia lotta, e la Mia Anima si deve piegare.
Ahimè, come sono rattristato, e voi non immaginate che cosa sia. Avete ricevuto
la Mia Cena, e uno l’ha disprezzata. Volete ritirarvi da Me?”. – I
tre discepoli si affrettarono al fianco di Gesù, gli altri intesero la Parola
nel silenzio del giardino, volevano tornare indietro; ma già il Signore si
volse alla grande pietra per pregare. E poiché durante i tre anni Egli spesso
aveva lasciato indietro i Suoi discepoli per pregare, essi non osarono andar
più vicino. Anche Pietro, Giacomo e Giovanni si tennero un po’ indietro sul
sentiero.
[indice]
۞
Davanti alla terza Pietra
1.
Il Figlio stava in ginocchio, posava le Mani congiunte sulla
pietra e cominciava l’ultima, potente decisiva lotta. Sopraffatti da brividi,
afferrati da scuotimenti, i discepoli sentivano la Voce del Signore che ora
lottava appassionato e impetuoso, supplicando, ora mormorante stanco morto
nella preghiera. La Sua Anima aveva una discussione con la Potenza divina,
quella Potenza che non diceva:“Tu devi!”[2]
– bensì: “Tu
devi!”[3].
– “Tu lo
puoi! È bene se lo fai! Sta a Te decidere!”. – Ma proprio in questo
stava la Forza costringente, l’impiego nel più alto volontariato!
2.
La lotta
della preghiera era così inesorabile, che il sudore sprigionato si arrossò, e
gocce di sangue caddero sulla pietra. Da lungo tempo la bocca contorta
dall’inconcepibile pena, non poteva formare più nessuna parola, e solo la
domanda di gravità mondiale scuoteva il povero Corpo: “Non è possibile? Non c’è altra via, per
riportare a Te, o Dio, il Tuo santo Bene e la Tua santa Proprietà ...?”.
Ecco – i pensieri stanchi cessarono di agitarsi, si attenuò la paura per il
proprio tormento puramente umano; e solo l’ultimo, il totale abbandonarsi, il
Sacrificio di Sé, rimaneva ancora da compiere.
3.
I discepoli
si difendevano inutilmente dal sonno; anche lo spavento li aveva resi deboli,
la mezzanotte era passata, la Voce del Signore andava estinguendosi. Come Gesù
se ne accorse, seppe all’improvviso: “Devo essere
completamente solo ed è la Mia battaglia! Essi non hanno colpa, perché non sono
ancora liberi. Così, dunque, devo Io diventare Redentore!”.
4.
Oltre andò la
Sua silenziosa, terribile lotta. Il carico non era quasi più sopportabile.
Sotto il suo peso non si piegavano solo le spalle nell’Umiltà, le spalle si
piegavano anche nella colpa. Era come se la cortina dovesse essere strappata
già adesso, affinché la Luce dell’eternità illuminasse il buio di un’anima e si
incrociasse un secondo paio di mani! –Sì, accadde: dita simili a ombre
sussultavano un poco, un capo tenebroso si chinava più profondamente, e degli
occhi simili alla lava giacevano scrutando sul Volto illuminato dalla spettrale
pallida luce notturna, nella più violenta lotta della preghiera. – L’Anima del
Figlio dell’Uomo non lo sapeva, ma la Sua purezza percepiva l’ombra, aveva la
sensazione che da questa Preghiera dipendesse più che tutto! – Ancora un
minuto, un mezzo, …cinque secondi. Ecco che la figura si mise ritta. “Perché?”,
echeggiò come un respiro spirituale attraverso la notte satura di temporale. “Non sono io signore
della Terra e dello spazio intorno ad essa? Che m’importa dell’Orante che è un
Figlio dell’Uomo? Non sono io…?”.
5.
Il respiro
tacque, la voce si frantumò in atomi. L’immensa dedizione non poteva rimanere
senza risposta, non senza somma benedizione! Il Cuore era domato, lo Spirito
del vincitore stava al fianco dell’anima. Un ultimo scuotimento passò sul
figlio come una grossa onda che il Padre aveva dato per il Sacrificio. – Dal
Santuario scese giù un raggio di Luce che avvolse l’anima tremante nella
Misericordia. E come un potente finale, la Parola dell’Altissimo di tutti gli
Oranti, stava nell’eterno Splendore glorioso davanti a tutta la Creazione: “Padre, se è possibile, allora passi oltre da Me questo
Calice; ma se non lo è, allora lo bevo!”.
6.
“Allora lo bevo”, riecheggiò attraverso lo spazio-Ur e il tempo-Ur,
attraverso Cielo, inferno e mondo, attraverso gli uomini, che solo non lo
sapevano ancora. “Allora lo bevo!”. – La figura senza ombra si sciolse in nebbia
davanti alla potenza di questa Parola. La decisione era presa! La Redenzione guadagnata! Ciò che seguiva ancora,
il GOLGOTA, era l’impronta sanguinosa del calice della Preghiera! Sì, nel senso
dell’accettazione del Sacrificio, la lotta era terminata. “Padre,
la Tua Volontà sia fatta!”.
7.
Ora il dramma
sanguinoso era inevitabile. Solamente – poteva significare di più, procurare
più di quello che era già accaduto, con l’accettazione incondizionata del
Sacrificio-Ur che separava ermeticamente l’interiore Figlio dell’Uomo
dall’esterno? – Solo perché Cuore, Spirito e Anima di Gesù si erano disposti
liberamente a vuotare il calice della sofferenza fino all’ultima goccia, per
compensare totalmente il grande debito, l’errore, la somma della colpa del
Giorno della Creazione, attraverso il santo Credito dell’adempimento del
Sacrificio, l’Uomo Gesù poteva sopportare la terribile durezza della via del
Golgota e a star di fronte ai Suoi carnefici senza un suono lamentevole.
8.
Così – solo
così ha portato Lui il peso della Creazione, Lui, davanti al Quale noi per
primi al Suo trono, al santo seggio, ci inchiniamo adorando mai senza grande
riverenza, perfino quando l’Eterno, Santo-Ur, l’Eterno-Unico e Veritiero, parla
a noi come PADRE. Oh, proprio allora nella nostra riverenza divampa l’Amore,
poiché il nostro Amore, che noi Gli portiamo legittimo della Creazione, è
riverenza! L’Onnisanto-Ur – come puro Amore è venuto
sulla Terra dalla parte del Suo Cuore divino, uguale a un figlio di uomo – ha
preteso il Sacrificio e – lo ha compiuto Egli stesso. Egli come Uomo ha bevuto
il calice in un’immensa, inesprimibile e completamente inafferrabile pazienza.
9.
Ciò che vi ho
rivelato dal passato avvenimento, è sufficiente. Nondimeno ora rimane ancora da
illuminare la Pietra miliare, che dovrà diventare una Pietra angolare, affinché
non passi più nessun giorno, nessuna ora nella quale non pensiate al
Sacrificio, altrimenti non sarete pronti al Sacrificio. Io, l’angelo della
Pazienza, non lo posso formare in voi, nemmeno il Padre. Egli diede il Seme,
noi ariamo il vostro terreno, lo Spirito di Grazia semina affinché la semenza
venga su e porti frutto: è il vostro lavoro, che voi avete da pagare
all’Altissimo. Tutte le indicazioni, ammonizioni, suppliche di preghiere, come
anche miseria, preoccupazioni e tribolazioni, sono soli, venti e piogge, che il
santo Giardiniere manda attraverso i Suoi collaboratori, affinché la buona
volontà, la fatica di un uomo possa portare anche frutto. Oggi ricevete
esortazioni e indicazioni; essi sono raggi di Luce che vi porta il messaggero
di Luce. Così ascoltate ancora».
[indice]
۞
Il senso dell’avvenimento del Getsemani
1.
Noi immaginiamo che ci sia la necessità di una
Rivelazione, per comprendere il senso che racchiude il santo Avvenimento. Non
dobbiamo passare solo credenti davanti al giardino. – Ora ascoltiamo le parole
meravigliose. – «Amici, la prima lastra di pietra levigata, è un grande
ostacolo per gli uomini. Anche per voi significa qualche scoglio e – lo è
ancora. La pietra è la miseria, non
meno la voglia dei sensi. L’anima
disunita vi si urta due volte. Quella parte dell’anima, discendente dalla
bassezza, dice: ‘Perché Dio mi manda la
miseria? Sono io, non credente?’. – Con questa domanda la tentazione rotola
la pietra così ben in primo piano, che il figlio vi si deve urtare e ferire. Ma
se qualcuno percorre le vie piacevoli delle voglie mondane, nonostante la
conoscenza di Dio, e si desta all’improvviso perché la Voce di Gesù lo richiama
ammonendo, allora quell’uomo troverà volentieri delle scuse, giustificandosi: ‘Era solo una gioia innocente!’; oppure: ‘Siamo solo
uomini!’. – Con questi pensieri la pietra levigata si fa avanti con
l’insinuazione: ‘Non era grave, non era
peccato!’.
2.
Al di sopra
di questo è sommersa la Voce lottante e orante del Salvatore, e non la sentite
più. Subito cadete nel sonno. Io però, …vi dico:», le parole dell’angelo
riecheggiano con grave serietà nei nostri cuori, «…guardatevi da ogni tepore
nel servire il Signore; poiché, chi ha portato l’Eterno, Santo-Ur,
l’Eterno-Unico e Veritiero stesso, nel suo cristico Giardino, deve vegliare e
pregare! Non siate lontani dalla Verità e dalla conoscenza, non abbiate bisogno
– come i piccoli e deboli fanciulli, per i quali il peso della Croce è troppo
pesante – di passare davanti alla porta, solo credendo. Se la campana vi chiama
al servizio, allora correte! Gettate tutto dietro di voi come Lot, il quale non si voltò verso nulla, di ciò che era suo.
Se qualcuno ha bisogno del vostro aiuto, sia esso amico o nemico, non
voltatevi, né all’avere né al tempo, perché allora vi chiama la Voce del divino
Orante: “Non
potete vegliare? Vedete, l’ora verrà presto!”. – Se volete servirvi
l’un l’altro nello Spirito e nella Verità, allora non tardate, perché il
Signore vi ha destato dal vostro primo sonno. Oppure: ‘L’eterna Anima-Ur dev’essere afflitta fino alla morte’ a causa della
vostra indolenza? – Amici, io vi chiamo: seguite le orme del Maestro di tutte
le eternità!
3.
Il
superamento vi deve essere facile, poiché chi riconosce queste parole, si trova
già da molto tempo nella Scuola privilegiata di Dio, ed ha ricevuto dal Suo Regno
una Grazia dopo l’altra – senza interruzione. Vi possono ancora allettare le
voglie del vostro corpo, i desideri verso una vita facile? Io vi dico: quando
questi vengono ancora su di voi, allora pensate alla prima, la levigata pietra
della Preghiera, sulla quale GESU’ ha sacrificato il Suo CUORE. – Questo Egli
diede al Creatore! Fatelo anche voi seriamente, allora la voce della Pazienza
vi consolerà e vi aiuterà a uscire dalla tiepidezza, come un giorno furono
destati i discepoli.
4.
Eppure con
questo non avete ancora completamente raggiunto la vostra meta. Solo adesso
comincia la via più difficile, perché vi seducono amici e godimenti. Questo
accade spesso in modo tanto innocuo, che difficilmente ve ne accorgete. A ciò è
rubata qualche ora, che sarebbe meglio fosse presentata al Signore di tutti gli
eserciti. Anche l’anima si concede volentieri un riposo, e dice: ‘Deve esserci una compensazione!’. – Sì,
se voi conosceste giustamente la misura e meta di una tale compensazione,
allora il termine sarebbe giustificato. Ma voi non siete ancora così avanti: lo
sarete quando vivrete conformemente alla Via del Getsemani fino in fondo.
Tuttavia, non siate neanche afflitti su di voi, perché i cardi e gli alberi
cupi ci devono essere. Le pietre sono i peccati, i rovi, le preoccupazioni
della vostra vita, gli alberi, le vostre paure, il che vuol dire: nascondersi,
come Adamo ed Eva. Dapprima, superate tutto nell’esteriore, allora giungerete
alla seconda pietra della Preghiera.
5.
La pietra
della paura! Erosa dal tempo, ruvida e piena di crepe, – ha raccolto in sé
tutta la paura che un giorno colse la prima coppia umana, poiché doveva
abbandonare la protezione dell’Eden e stare tremante dinanzi all’Onnipotenza
del Creatore. Questa paura venne sull’umanità dal peccato contro lo Spirito
Santo. Perciò Cristo lottò nella seconda battaglia della Preghiera con lo
SPIRITO in Sé. Poiché fino a quel momento, la santa condizione non era
cancellata, e diceva: “Il peccato contro lo Spirito non è perdonato!”.
– La Misericordia contrappose: “Se Io, il Padre, do Mio Figlio in Sacrificio per la
Creazione, allora il Sacrificio dovrà eliminare tutti i peccati!”.
Questa fu l’ultima lotta, il contrappeso delle sette Caratteristiche, compresa
la Preghiera del Calice e del Sangue. – Ebbene vedete, molto – molto è da
adempiere, a voi dinanzi.
6.
La
Misericordia prima pretende che voi perdoniate ai vostri nemici tutto ciò che
vi hanno fatto di male, perché solo con questo, lo spirito in voi diventerà
radicalmente vincitore. Bestemmiare il Nome di Dio, rinnegarLo coscientemente, combatterLo
con tutti i mezzi, uccidere o rubare agli altri uomini la fede, sono peccati
contro lo Spirito Santo. La Misericordia pretendeva dall’Ordine, dalla
Volontà, dalla Sapienza e dalla Serietà, in seguito al Sacrificio sanguinoso,
la completa assoluzione anche di questi peccati. Le condizioni del Creatore e
del Sacerdote in ogni modo non potevano essere revocate, esse potevano solo
essere trasformate.
La trasformazione si chiamava: ‘Riparazione’!
7.
Prima della
morte del Redentore, tutti i peccati contro lo Spirito Santo rimanevano non
espiati; nessuno era in grado di compensarli. La lotta della preghiera del
Cristo nel giardino, e la Sua morte sul Golgota, diedero a tutti i figli, la
possibilità di riparare di nuovo questi peccati, di immergere se stessi nel
Sangue fluente della Salvezza dell’eterna Misericordia. Altri peccati possono
essere perdonati attraverso il giusto pentimento e la volontà di espiazione;
questo vuol dire che il Signore condona in Grazie tale colpa. Il peccato dello
Spirito invece deve essere espiato col lavoro. Quando tutta la colpa è pagata,
essa è cancellata! Che comunque anche su ciò l’Atto di redenzione di Gesù
stenda il mantello della Misericordia, questo nasce dalla Pazienza e
dall’Amore. Lo Spirito, pregno di Sapienza e Serietà, fu placato dallo Spirito
di Sacrificio di Gesù. Egli diede il Suo Spirito senza riserve al santo
Sacerdote, Egli stesso divenne il sommo Sacerdote per tutti i figli, e ottenne
così il totale ritorno di tutti loro, – senza eccezione – nell’Essenza-Ur della
Divinità. Ora, esaminate fino a qual punto avete sopraffatto in voi tutto ciò
che il Figlio dell’Uomo superò per tutti.
8.
Non tenete
alle volte in bocca il santo Nome abusivamente, ma avete invece paura di
confessare Dio apertamente, per lo più per sciocca vergogna? Come vi potete
meravigliare, se all’improvviso il Signore tace e non dà nessuna risposta? –
Ciò nonostante nessuna notte è tanto buia, che in essa non fiammeggi un raggio
di Luce. Siate pur certi: il Raggio di Luce viene, come cadde allora sul
solitario, divino Orante un fascio di Luce lunare attraverso le nuvole
smembrate, per scorrere confortante e fortificante intorno al Lottatore. La
conoscenza sull’ancora mancante forza della fede, più ancora sulla chiamata,
questa vi colpisce, smembra le oscure nuvole delle tenebre. Allora desterà in
voi le forze buone, che vi sorprenderete della vostra insicurezza e tiepidezza,
della paura e del sonno.
9.
Non era indebolito anche il Signore per la
lunga via, stanco per la dura lotta? Pensate voi che vi debba andare meglio,
perché Egli vi chiamò nel Suo giardino? Io vi dico: “Il servitore non è maggiore del suo Signore!”.
– Se non diventate altrettanto vincitori nella lotta contro la vostra
debolezza, contro i peccati, allora pensate alla pietra della paura nella
seconda lotta della Preghiera. Però non dite: ‘Questi era comunque il Signore!
Noi, siamo solo uomini!’. – Anche gli uomini possono resistere! Giacobbe lottò
fino all’alba, finché dovette abbandonare il suo io, totalmente, alla Divinità.
Poi poté esclamare: “Io non ti lascerò, finché Tu non mi avrai benedetto!” [Genesi 32,27]. – Pensate anche ai discepoli, la cui
fede era così tenuta in conto dal Signore.
10.
Molti
credenti dicono: “Per i discepoli era facile; giornalmente vedevano il
Signore, ascoltavano la Sua voce ed erano testimoni delle Sue azioni”. –
Ebbene, tali uomini non sanno ciò che dicono! Nessuno di loro, avvolto
dall’errore, potrebbe solo una volta fare ciò che i discepoli facevano. Essi
seguivano un Uomo all’apparenza povero, senza patria, esteriormente quasi
insignificante, il Quale portava loro comunque i Suoi Doni spirituali, non
tanto il pane per saziarli. Essi si lasciarono ingiuriare e si trovarono con il
Signore in più di un pericolo mortale. Avete voi già sopportato questo, per il
Nome di Gesù? E se vi capitasse, potreste tener testa?
11.
Se le domande troveranno risposta, allora nessuno afferri la
spada portata di nascosto, quella parola: “Sì, quando sarà, …lo farò!”.
– Che cosa farai amico mio? Sai tu veramente che cosa in seguito farai, oppure:
…che cosa potrai fare? – Non lo sai! Poiché lo spirito in verità è volonteroso,
ma l’anima è debole! Guardate piuttosto tutti al Volto di Gesù, e con Giovanni
comprenderete. Allora pregate: ‘Padre nel Cielo, se un giorno pretenderai questo da me,
allora assistimi, …e donami la forza del Tuo Santo Spirito!’.
12.
Ed essa verrà
su di voi, perché avete ricevuto il Pane e il Vino, la Vita e il Perdono. Siete
stati riscattati a caro prezzo, davvero, perché questo Ur, nel Quale giacciono
innumerevoli compiuti anni della Creazione, ha sacrificato Se stesso per voi,
per tutti voi! – Comprendete la potenza di quest’Opera? Potete cogliere con
tutti i vostri pensieri e forze dei sensi, il santo, sublime Avvenimento? –
*
13.
La terza via
si apre dinanzi a voi. Molti alberi, cupi come la notte, la fiancheggiano.
Anzitutto significano paura del Dio vendicativo; ma ora essi sono diventati
qualcos’altro. Vi ho detto che con il Signore non dovete soltanto
co-affliggervi come quei molti fanciulli che passano alla porta, e dei quali –
come avete visto – solo pochi bevono dal ‘Calice delle sofferenze’, ma dovete
esser capaci di portare il peso con
Lui, diventare co-portatori del Sacrificio. Perché, ora che si tratta della
lotta dell’anima, occorre vuotare il Calice di Sangue.
14.
Voi
domandate: ‘Lo dobbiamo vuotare fino in fondo?’. Oh, questa domanda somiglia
già a un albero, perché essa è l’incerta, ignota paura del veniente, davanti
all’‘essere lasciati soli’, come
dovevano provarlo i discepoli, quando ad essi fu preso il loro Signore e
Maestro. È anche paura della propria sconfitta. Questo è rappresentato dagli
alberi. Le pietre, in verità, corrispondono qui, ripetutamente, ai peccati e a
talune voglie dei sensi non superate con abbastanza serietà; in genere,
significano scherno, calunnia, sfida contro la Verità e ogni genere di
persecuzione. I rovi sono discordia e contesa che gli ultimi dell’inferno
spargono tra gli eletti, e nello stesso tempo, sono la grave miseria della
Terra che pesa su tutti i popoli.
15.
Nondimeno
vedete, poiché non comprendete precisamente il perché di tutto
quest’Avvenimento e perciò vi sembra anche diversa la ‘Visione’, vale a dire la
conoscenza, dalle Alture celesti scendono su di voi le Parole consolanti: “Non temete, perché
Io non vi abbandono! Quando non Mi vedete (proprio quando non
comprendete qualcosa) allora credete: fra poco sarò nuovamente con voi!”.
– Vegliate e pregate, non vi distraete dalla via verso la vita eterna,
schieratevi intorno al Maestro. Egli è già con voi. Non Lo sentite? Oh, non
appena vi attenete seriamente alle regole, non appena non lasciate impunito
nessun pensiero oscuro, nessuna parola inutile, pentendovi sul serio di ogni
azione non vera e cercando di riparare, allora l’Onnisanto
vi sarà vicino in ogni momento. Egli si rivelerà, perché verace è la Sua
Parola!
16.
Se voi
sapeste quale risonanza un ‘io’ vinto con tutte le forze, fa sorgere nel santo
Cuore di Ur, nel Santuario e in tutti gli angeli, ora – ora vi pieghereste
sulle ginocchia, potendolo percepire, e le vostre labbra sarebbero mute, perché
il Fiato di Dio alita sui vostri cuori. –
*
17.
L’ultima
pietra è il polo che attira a sé tutto il vacillante, è l’isola di salvezza
nell’agitato mare burrascoso di ogni anima. Attraverso il peccato, la paura, la
miseria, la persecuzione, attraverso tutte le tentazioni, passa l’ultima, la
più difficile via. – Dove perseveranza e fede sono messe alla più dura prova,
segue la purificazione dell’oro nel fuoco dell’afflizione e, all’improvviso,
anche per voi termina la via della sofferenza. La pietra, sulla quale fu
fondata la vita, sta in mezzo a voi. Su di essa – vale a dire sul Signore di
tutti gli eserciti – posate le vostre mani giunte, e combattete nell’ultima
preghiera.
18.
Se voi avete
consegnato – come il Figlio dell’Uomo – sulla prima pietra il cuore al
Creatore, sulla seconda pietra lo spirito al Sacerdote, allora su questa terza
pietra, la pietra della salvezza che emerge oltre tutte le risacche, donate la
vostra anima e raccomandatela a Dio. La Pazienza e l’Amore la poseranno nel
santo Grembo del Padre della Misericordia. Solo allora, allora soltanto
riuscirà il supremo, il pieno impegno, la Preghiera per la perfezione:
“Padre, io bevo
il Tuo Calice,
ma non come voglio
io, bensì come vuoi Tu.
LA TUA VOLONTA’
SIA FATTA!”.
*
19.
Amici miei,
su incarico di Colui che ha mandato me, Suo servitore e portatore della
Pazienza, per rivelarvi questa Pietra miliare della Sua Vita terrena, vi
domando nel Suo sommo Nome, l’Eterno, Santo-Ur, l’Eterno-Unico e Veritiero: ‘Siete disposti
d’ora in poi, seriamente, ad entrare nel servizio dell’Altissimo?’. Allora
confessate dinanzi al Volto Suo santo che volete portare il peso della Croce, e
non solo riconoscere la Croce della Salvezza. Volete non solo co-affliggervi,
bensì, anche soffrire insieme. Non solo passare oltre il giardino del
Getsemani, riconoscendo, ma piuttosto, confessando che siete disposti a
sperimentare, nel giardino di Cristo, le Sue lotte della preghiera, affinché
esse risorgano in voi vivamente, e non solo prendendone alcune gocce dal grande
creativo Calice delle sofferenze, ma tutto ciò che vi dà da bere lo Spirito,
per il comune adempimento dell’Opera.
20.
Quel che ci
si aspetta da voi, può toccare solo ai figli della Luce. Quelli che l’hanno già
fatto, stanno davanti al trono di Dio giorno e notte, per adorarLo.
Sono coloro che son venuti dalla profonda afflizione e hanno lavato le loro
vesti nel Sangue dell’Agnello!
21.
Il loro
Alleluia compenetra tutte le eternità!
22.
Sia questo il
vostro salario: dalla sera di questa Terra, e dal Mattino della vostra
Resurrezione, vi è donato un nuovo Giorno».
*******
[Indice]
[Nascita] - [Golgota] - [Giudizio] - [home
sito]
[1] ‘il principe
della Pazienza’: è l’arcangelo Alaniel, sulla Terra incarnato come Giobbe.
[vedi ‘Sancto Sanctorum’]
[2] Devi, come
necessità imprescindibile.
[3] Devi, come
obbligo o dovere morale.