Commento a cura di Margareth Eckel

su

Il ritorno di Sadhana

(a seguito della rivelazione “Golgota”)

 

1. La Comunicazione più sorprendente della Rivelazione-Wolf è il messaggio del cambiamento di pensiero di Sadhana, già avvenuto. Molti amici nello spirito non l'accettano. Questo ha diversi motivi: gli uni hanno in sé ancora troppo dello spirito del giudizio e della condanna, agli altri manca una Rivelazione dello stesso genere nell'Opera-Lorber e nelle comunicazioni di B. Dudde; di nuovo, altri sono dell'opinione che nel mondo ci dovrebbe essere qualcosa da notare di questo avvenimento, se fosse avvenuto davvero.

2. Per comprendere la contraddizione del fatto che, nonostante il già avvenuto cambiamento di volontà di Sadhana il mondo non sia migliorato, ci si deve rendere chiaramente conto su che cosa significa questo cambiamento, cioè ritorno, e questo si dimostra meglio di tutto in noi stessi. Noi tutti abbiamo alle spalle un tale cambiamento. Ognuno è andato una volta o l’altra nella direzione sbagliata, ed è ritornato, solo dopo averlo riconosciuto, cioè: abbiamo cambiato volontariamente la direzione della nostra via. Ci siamo rivolti a Dio e abbiamo indirizzato la nostra volontà a LUI, dopo che in precedenza avevamo spesso agito nella volontà invertita, contro di LUI.

3. La nostra conversione consiste perciò nel fatto che vogliamo di nuovo vivere nell'Amore dell'Ordine di Dio; che vogliamo accogliere le Caratteristiche di Dio: vorremmo essere pieni d’amore, umili, mansueti e pazienti. Ora, però, ognuno esamini se stesso, se gli riesce. Se siamo onesti, dobbiamo ammettere che, nonostante la nostra migliore volontà interiore, esteriormente mostriamo spesso false reazioni, parlando e agendo diversamente da come vogliamo veramente.

4. Ciò che ostacola spesso la nostra buona volontà più interiore, è il nostro essere: quell'involucro dagli innati tratti del carattere e propri pensieri, sentimenti e azioni del passato, nel quale stavamo come in un carcere; quel mantello sorto dalle forze della nostra anima che ci rimane attaccato finché non è trasformato pezzo per pezzo attraverso l'Amore e la Grazia del nostro Padre Celeste, attraverso la Forza del Suo spirito in noi, e più precisamente secondo la misura del nostro sforzo proveniente dal nostro nuovo e giusto volere, secondo la misura del nostro superamento e, soprattutto, secondo la misura del nostro amore e dalle opere procedute da questo.

5. Finché questo cambiamento non seguirà, il nostro atteggiamento esteriore spesso rimane ancora nella contraddizione al nostro volere interiore, cioè non ci si riesce ad essere tanto buoni come vorremmo volentieri esserlo. Ricadiamo e commettiamo continuamente i vecchi errori.

6. La nostra inversione si è svolta da tempo, ma il nostro essere è ancora, in gran parte, non cambiato.

7. Similmente, ma in una dimensione immensa, si può immaginare la faccenda con Sadhana. Il suo cambiamento, o ritorno nella Notte del Venerdì Santo [la terza Pietra miliare “Golgota”] – per quanto lo comprendiamo giustamente – il cambiamento di massima della volontà del figlio perduto, il suo rinsavire, la sua decisione, la propria forza di volontà finora rivolta contro Dio, fu di nuovo da adeguare con la Volontà di Dio.

8. Tuttavia, tra volere e potere si trova una lunga via. Tutte le forze dell'anima, che Sadhana ha impiegato attraverso le Eternità per opere di cattiveria, la circondano, come circondano il suo essere esteriore, che dapprima deve essere trasformato. Le membra del suo corpo (le schiere di spiriti proceduti dalla sua forza) sono ancora animati in gran parte dal suo falso spirito – insomma: nell’enorme grandezza dell'involucro dell'anima di Sadhana è semplicemente naturale che il processo di trasformazione occupi delle Eternità. Il ritorno deve avvenire passo dopo passo, come anche il distacco, l'allontanamento da Dio, si è svolto a poco a poco.

9. Per comprendere la narrazione degli avvenimenti nella notte del Venerdì Santo nel Regno spirituale, è quindi assolutamente necessario che si faccia una distinzione tra cambiamento e ritorno. Il cambiamento si è svolto in quella notte, e significa la svolta fondamentale della volontà erroneamente orientata di Sadhana, al suo orientamento su Dio[1]. Il ritorno[2] è la lunga via della lenta purificazione e riparazione del suo essere in tutte le sue parti, e a questo ritorno un giorno seguirà il ritorno a casa.

10. Inoltre c'è da distinguere tra l'essere-Satana e la persona Sadhana-Lucifero. L'essere di Satana non è identico con la persona di Sadhana ("Il Libro di Grazia"). L'essere di Satana è il principio cattivo, e questo è ciò che è proceduto da lui nelle attività malvagie. Queste forze (Forze di Dio che una volta erano buone e attraverso l'inversione della volontà di Sadhana furono continuamente rivolte contro Dio) sono realtà spirituali che, con il personale voltafaccia della volontà di Lucifero, non sono rimosse dal mondo, ma devono prima essere redente. – Se si pensa a tutto questo, non c'è da meravigliarsi che, in pratica, non percepiamo ancora nulla della conversione di Sadhana, tanto più che l'inferno è abbastanza fittamente popolato anche senza Sadhana.

11. Dalla Rivelazione tramite Anita Wolf, però, non apprendiamo solo che Sadhana, secondo la volontà, ha già effettuato il ritorno, ma anche del fatto che in questo stadio deve superare quattro prove del cambiamento di volontà, ovvero dovrà stare quattro volte davanti ad una svolta decisiva, per così dire, davanti a un incrocio. – Di che genere erano e saranno queste prove, non è stato detto, tuttavia questa indicazione ci aiuta comunque molto alla comprensione di alcune apparenti contraddizioni altrimenti inspiegabili.

12. Per esempio, nell'Opera-Lorber si legge da un lato, che il figlio perduto è bensì già sulla via del ritorno [Grande Evangelo di Giovanni, vol. 10, cap. 188, 21]: «Non comprenderai ciò che voglio dire con questo: il figlio perduto è di certo già sulla via del ritorno, ma ci vorranno tempi infinitamente lunghi prima di giungere nella vecchia casa del Padre".).

13, D'altra parte nel [vol. 2, cap. 63, 3]. «Ma quando tutte le terre e tutti i soli saranno dissolti e convertiti esclusivamente in esseri umani, allora anche di quell'uno non resterà più che solo e unicamente il proprio io, il quale, nello stato di assoluto abbandono e di perfetta solitudine in cui verrà a trovarsi, dovrà, con il succedersi dei tempi, piuttosto disporsi al ritorno, che non condannarsi a languire senza speranza per l'eternità (…)».

14. Si può supporre che nel secondo caso si tratti dell’ultimo punto di svolta delle quattro prove sulla via di Sadhana indicati da Anita Wolf.

– * –

15. Nella più grande contraddizione sul ritorno di Sadhana sembra stare la Rivelazione-Dudde. [BD n. 7838] Là si legge: «…essa sta ancora nell’opposizione più dura contro di Me, come nemico e avversario è ancora nella massima posizione di rifiuto, e opera costantemente contro di Me (…) che per lungo tempo ancora non c'è da pensare ad un ritorno dello spirito avverso, perché dapprima deve essere redento l'intero seguito…».

16. In primo luogo è da constatare che il Signore nella Rivelazione-Dudde, usa molto raramente il nome "Lucifero", ma dice quasi sempre: "il Mio avversario", quando parla della parte opposta. "Il Mio avversario", però, non è solo la persona di Sadhana-Lucifero (e nemmeno più adesso), ma tutto l'inferno ancora esistente, soprattutto il principio satanico, la forza opposta che – proceduta un giorno da Lucifero – continua ora a operare finché non sarà definitivamente trasformata e redenta. "Il Mio avversario" significa quindi: il potere delle tenebre nella sua ostilità alla Potenza di Luce di Dio! Questo potere opposto, il rimanente seguito di Lucifero, deve ora naturalmente in primo luogo essere redento, prima che Sadhana possa ritornare, perché questo seguito di un tempo forma appunto la veste animica di Lucifero, è il suo involucro, il suo essere esteriore, che rimane unito con lui, verso il quale si deve affermare e dal quale sguscerà – in futuro – come la farfalla dalla crisalide.

17. E questo coincide perfettamente con le dichiarazioni per mezzo di Anita Wolf. Anche nell'Opera UR è comunicato che Sadhana ritornerà a casa per ultima, dopo che tutti gli altri saranno salvati e redenti. La lunga, lunga via del ritorno, però, è la metamorfosi che si svolge all'interno dell'involucro del bruco, è la lotta che Sadhana deve portare a termine contro tutte le forze spirituali negative del suo involucro che la circondano costantemente, forze che agiscono su di lei, come anche il nostro passato aderisce a noi, ci opprime, come anche i nostri pensieri negativi del passato ci girano intorno, ritornano continuamente a noi, finché non saranno redenti. La via del ritorno è la Redenzione, ed è già cominciata con la formazione della materia. Ma per la persona di Sadhana, il suo ritorno, comincia, secondo la dichiarazione dell'Opera UR, con il ritorno del Signore.

18. Perciò, il ritorno di Sadhana contraddice tanto poco come il concetto del vostro ritorno, quando si legge in Bertha Dudde [BD n. 7838]: «Voi uomini non dovete farvi deviare, quando vi viene detto che lui si troverebbe già sulla via del ritorno…».

19. Poiché il Ritorno del Signore non si è ancora svolto in tutte le fasi, e dato che il Signore non usa dire la stessa cosa in tutte le Rivelazioni, qui si può presumere che l'inizio del ritorno personale di Sadhana, non è ancora cominciato.

20. Un ulteriore intoppo nel confronto tra l'Opera-Lorber e la Rivelazione-Wolf, lo fornisce la dichiarazione dell'Opera-Lorber, che tutta la Creazione materiale sarebbe fatta della grande anima di Sadhana. In base a questa Comunicazione, molti lettori s'immaginano ora che Lucifero sarebbe diventato un essere senza anima dopo la formazione della materia, quindi solo spirito, tanto più – che è accentuato anche nelle comunicazioni-Dudde – che l'anima di Lucifero sarebbe stata dissolta con la creazione della materia, in modo che ne è rimasto solo il suo io.

21. Ebbene, ad ognuno deve essere chiaro che per un "io", ci vuole anche un'anima, soprattutto proprio un'anima. Ma quest'anima non è identica alla veste dell'anima oppure corpo dell'anima, che però anche spesso, per brevità, è descritta con "anima".

22. Il grande spirito Sadhana-Lucifero, la prima figlia di Dio, proprio come tutti gli altri spiriti che sono stati creati secondo l'Immagine di Dio, ha un nocciolo personale (come Dio stesso) ed un essere esteriore impersonale. Ambedue formano la grande essenza spirituale Sadhana oppure Michael, ecc. Il mantello dell'anima che avvolge il nocciolo personale, la persona, si forma dalle ‘azioni’ di questo spirito, dalle sue forze e da tutti i suoi prodotti, dalle generazioni sorte da lui, che sono pervase tutte dal suo spirito, le quali fanno parte della sua essenza spirituale; esse, quindi, sono membra del suo corpo.

23. Questo corpo animico di Sadhana, questo strato esteriore della sua anima, fu dissolto e legato nella materia, non la sua anima personale.

24. Perciò è perfettamente giusto e in accordo con Lorber e Dudde, quando si legge:

25. [Opera UR - 6° Giorno/1279]: «Ma ora la sua anima (di Lucifero) porta altrettanto il carico della Creazione ugualmente pesante, come l'Agnello di Dio alla Croce della Redenzione».

26. Idem [6° Giorno/1340]: «Tu mettesti fuori da te, dalla tua forza vitale, una schiera dopo l'altra. Esse erano e sono una parte considerevole di te. Se ora ti sono tolte e portate sulla via del ritorno, tu diventerai sempre più piccolo, finché alla fine non rimarrà più che il tuo essere personale. Allora, o Lucifero, ti sarai redento da te, dal tuo diabolico arcimaligno essere! (...) Ma rimarrà Lucifero, rimarrà la tua anima, il tuo cuore, la tua stessa essenza".

27. C'è anche una comunicazione di B. Dudde, nella quale è espressamente accentuato che Lucifero non fu dissolto come il suo seguito, ma rimase ciò che era stato, e che, personalmente, percorre un'altra via, diversa dalle sue schiere.

– * –

28. Come aggiunta per un’illuminazione ancora migliore del procedimento del ritorno di Sadhana, qualcosa d’altro: Si parla di quattro passi che Sadhana deve fare. Questi sono: intendimento, pentimento, espiazione e sottomissione incondizionata!" [Opera UR 6. Giorno/1294].

29. Questi quattro passi stanno certamente in relazione con le quattro prove, delle quali si parla in altri punti dell'Opera UR, e possiamo presumere che Sadhana nella notte del Venerdì Santo è riuscita a fare solo il primo passo: è giunta all’intendimento!

30. Ora si tratta di pensare: se un uomo si trova in uno stato di altissima ostinazione e grande indurimento, allora è naturale che gli sia immensamente difficile vincere questa ostinazione. Sebbene egli ammetta già il suo torto, e anche se vorrebbe ritornare, il suo testone non glielo permette (come usiamo dire noi in casi simili). È bloccato nella prigione della sua stessa ostinazione, e gli costa un’immensa lotta per sfondare questo carcere. In che misura gigantesca deve risultare questo per Sadhana, è ovvio.

31. Essa, è giunta all'intendimento, e vuole ritornare! – Questo è il primo passo, il principale cambiamento di volontà nella notte del Venerdì Santo. Ora però è seguita la spaventosa lotta tra quest’intendimento, tra questo primo volere da una parte, e la sua arroganza e la sua ostinazione dall'altra parte.

32. Questa lotta è durata quasi 2.000 anni, ed è ancora in corso. Di questo si legge [Opera UR - 6° Giorno/1291]: «E sarà una battaglia fino all'alba, di questo siine certo! – Solo quest'unica notte[3] ti è concessa …».

33. ‘Questa unica notte’ non s'intende solo la notte del Venerdì Santo, nella quale cadde e doveva cadere la decisione principale; diversamente, tutta la Creazione sarebbe stata dissolta, il Signore intende sicuramente anche la notte dell'umanità dei seguenti 2.000 anni fino all'alba del Suo ritorno.

34. In tutto questo tempo è durata la lotta: la lotta di Sadhana tra intendimento e ostinazione, tra il volere e il suo impedimento per la propria arroganza, i su e giù dei tentativi di arrendevolezza e ricadute nell'indurimento.

35. Visto così, diventano comprensibili anche due testi finora incomprensibili dell'Opera-Lorber: la scena tra Minerva e Cado in "Robert Blum", e la scena tra Satana e il Vescovo Martino sul Sole nel libro il "Vescovo Martino". Nelle due scene si lotta per la resa di Lucifero, che però non accade, né può ancora accadere, perché l'ostinazione non è ancora vinta. Tuttavia, Cado e Minerva ottengono un certo effetto su Sadhana, così che qualche volta sembra come se lei volesse arrendersi. In fondo lo vorrebbe anche, ma il suo orgoglio è ancora troppo forte.

36. Come si vede, quindi, anche questi testi dell'Opera-Lorber non stanno in contraddizione per il ritorno di Sadhana. Dobbiamo solo tener presente che Sadhana si trova nella prima parte del suo ritorno, allora tutto diventa comprensibile. Sarebbe innaturale se un tale – in tutta la sua profondità, un caso per noi inimmaginabile – con un così altissimo grado di orgoglio e ostinazione, durato delle eternità, che hanno indurito del tutto l'anima di questo essere, si potesse, per così dire, dissolvere tutto in una notte. Con mezzi naturali, cioè senza l’impiego dell'Onnipotenza di Dio, ma venendo dal proprio interiore di Sadhana, una rapida trasformazione è totalmente impossibile, e perciò, Dio ha anche concesso un determinato tempo per il superamento delle quattro fasi del suo ritorno e della relativa lotta nel proprio interiore.

37. Tutto diventa ora più chiaro; tutte le Comunicazioni dell'Opera di Lorber e della Dudde, che parlano di un ritorno di Lucifero nel futuro, ora sono ben comprensibili e da inserire perfettamente nella Rivelazione-Wolf, se teniamo presente che con ognuna di queste dichiarazioni è certamente inteso una delle future svolte che introducono, cioè concludono questi quattro passi di questo tempo del ritorno.

38. Fino all’ultima fase del ritorno personale di Sadhana c’è ben ancora da percorrere da parte sua una lunga via, perché quest’ultimo passo significa la sua incondizionata sottomissione definitiva e la rinuncia di ogni resistenza, e più precisamente non solo nel volere, ma anche nell’azione.

39. Dovremmo immedesimarci nelle lotte animiche di Sadhana, dobbiamo pensare a lei con amore e comprensione, pregare per lei, perché con ciò l’aiutiamo sulla sua difficile via, nella sua dura lotta con se stessa, e di conseguenza aiuteremmo anche il Celeste Padre nostro a riconquistare più velocemente la Sua figlia smarrita.

– * –

40. Un ulteriore argomento per l’esattezza del messaggio del ritorno di Sadhana, risulta dalla meditazione sul significato della Parola: "Vittoria sull'inferno".

41. In che cosa consisteva questa grande vittoria annunciata sin da 2.000 anni fa? Una volta, nel fatto che l'inferno si vide ingannato nelle sue aspettative, e dunque doveva adempiere le condizioni che aveva accettato. Si sperava che Gesù non avrebbe sopportato le torture disumane che potevano essere inflitte a Lui dalle diverse sfere dell'inferno. Ci si aspettava un crollo prematuro, oppure che Egli perdesse la Sua Mansuetudine e, con ciò, "diventasse colpevole" verso di loro. Ma Gesù doveva poter portare comunque alla fine la Sua Passione, allora il Suo corpo ucciso sarebbe rimasto in ogni caso nella morte, come quello di qualunque altro uomo. Noi ‘Lo uccideremo!’. Così speculava l'inferno, e poi i Suoi figli continueranno a rimanere nostri schiavi.

42. Tuttavia tutte queste speranze sono state deluse. «Come Vittima innocente, Egli li aveva spiritualmente disarmati» [Johann Widmann - conferenza del 13.03.1982]. Con la Sua Umiltà e Mansuetudine, in nessun istante mancanti, furono definitivamente battuti, e con la Sua Resurrezione fu anche vinta la morte della materia.

43. Questo però non poteva essere stato tutto il successo del Suo immenso Sacrificio. Dio aveva impiegato la Sua massima Potenza d'Amore per vincere il duro cuore di Sadhana. Solo questa riuscita rende completa la vittoria sull'inferno, anzi, in sostanza, questa è la vittoria vera e propria!

44. Che Gesù abbia adempiuto le condizioni, attraverso le quali la tenebra da parte sua fu costretta ad attenersi ora alle condizioni da parte sua accettate, era una vittoria esteriore, una vittoria della Sapienza di Dio, che non avrebbe cambiato nulla allo stato interiore dell'inferno, alla sua unanime resistenza contro Dio.

45. Ma in Verità è cambiato molto e di determinante: «Quando l'Onni-Uno, il Santo stesso, è diventato Vittima, (…) allora la tenebra si è spezzata, (…) l'inferno è andato in pezzi, (…) l'inferno non è più un regno completo, (…) esso è un popolo diviso!» [Johann Widmann, - comunicazione 2/71 del 3. 01.81].

46. Una frammentazione dell'inferno può aver luogo solo con ciò: che una parte dei nemici di Dio sia vinto interiormente e convertito. E può essere diverso? Tutte le inconcepibili sofferenze di Gesù, questa inaudita dimostrazione del massimo Amore sacrificante, non doveva aver conquistato almeno alcuni cuori tra i deviati? Ed è immaginabile qualcos'altro: che il loro capo ne abbia dato l'inizio!

47. [Johann Widmann, libro di preghiera Dr. 11]: «Sulla Croce ho rivelato la Mia altissima Potenza, la Mia altissima forza, perché lì, dei nemici ne ho fatto degli amici. CredeteMi: il Mio Sacrificio sulla Croce Mi ha riportato difficili e difficilissimi avversari della Luce, e ora, come santi soccorritori, essi aiutano nel Mio piano. Se questo Sacrificio della Croce non fosse mai avvenuto, non sarebbe mai stato possibile riportarli indietro. Il Mio Sacrificio sulla Croce è: … la vittoria del Mio Amore!».

48. La vittoria dell'Amore: che da nemici, diventano amici! Questa è la cosa più grande, la cosa più importante; solo attraverso una tale conversione interiore, che è una libera decisione, il centro dell'inferno, il cuore della figlia perduta, poteva essere conquistato (e così con il tempo siano convertiti anche gli altri nemici di Dio).

49. Se il cuore di Sadhana non fosse conquistato, allora sarebbe ancora non tutto compiuto.

50. Infine, ancora un accenno: la "Visione di Ebal", nel vol. 11 del Grande Evangelo di Giovanni (cap. 18), è con grande probabilità un’immagine spirituale della conversione di Sadhana-Lucifero. In una previsione lontana nel futuro, essa mostra anche, come la figlia riconquistata (il 'figlio perduto') diventa sempre più chiara, e alla fine risplende "nel più chiaro splendore".

51. (Disse Ebal): «Signore, vidi le porte del Cielo aperte, e mi splendeva incontro una chiara Luce dalle incommensurabili profondità della Creazione. E una voce mi disse: 'Ecco, questa è la Luce del mondo che è discesa agli uomini, e ora ha preso dimora presso loro'.

52. E poi Ti vidi camminare, e venivi irradiato chiaramente da questa Luce e, totalmente, da questa compenetrato, e nel Tuo Cuore ho visto ardere una fiamma che diventava sempre più chiara. E più chiarore irradiava questa fiamma, più scompariva la Luce che risplendeva dall'esterno.

53. Poi vidi avvicinarsi una figura oscura, che si sforzava di coprire la Luce in Te; e in questo sforzo vidi le schiere del Cielo, le quali guardavano timorose a questo procedimento. Ed ecco, più la figura si sforzava di avvolgerTi con l’oscurità, più risplendeva la Luce in Te, e infine la figura crollava davanti a Te, abbagliata dal più potente splendore di Luce. Ma Tu toccasti quest’oscura figura, la quale giaceva ora come morta davanti ai Tuoi piedi, e Tu le dicesti: 'Sono beati tutti i peccatori che fanno penitenza, e nessun peccato è così grande che non possa essere perdonato, se il peccatore prega nel Mio Nome! Quindi: prega anche tu, affinché ti possa essere perdonato!'

54. E continuai a vedere che le Tue mani e piedi erano trafitti, e dal Tuo Cuore scorreva una goccia di Sangue. La figura giacente ai Tuoi piedi assorbì in sé questa goccia di Sangue e guadagnò in vita, e divenne sempre più chiara, finché anch’essa risplendette nello splendore più chiaro. Allora risuonò una voce attraverso lo spazio dei Cieli: 'Vedete, ho inviato Mio Figlio, affinché Mi riportasse il perduto, ed Egli non temette di morire, affinché ristorasse e vivificasse l'indebolito con il Sangue del Suo Cuore! Evviva Lui, perché ora Io prendo totalmente dimora in Lui; infatti, siamo diventati una cosa sola in eterno!'.

55. Quando questa voce si disperse, di nuovo mi ripresi. Questa stessa oscura figura, invece, la vidi stare prima accanto a me, sorridendomi sprezzante, come se mi volesse dire qualcosa, e poi scomparve".

56. Questa visione, ad Ebal del tutto incomprensibile, ma anche al lettore del Grande Evangelo di Giovanni, in parte ancora misteriosa, trova ora una plausibile spiegazione nella Rivelazione-Wolf.

 

Margareth Eckel

 

[Golgota]

 

 

 

 



[1] (nota italiana): Significa anche: uno stop alla caduta che si svolgeva da eoni di tempo.

[2] (nota italiana):  Come occorsero tempi per la caduta, altrettanti tempi saranno necessari per la completa ‘remissione della colpa’. Nell’opera “Chiamata dall’universo” al cap. 16,116, il Padre rivela: «Ora è trascorso la metà del tempo del mondo terreno (…)»,il ché significa che la Creazione avrà da passare ancora altrettanto tempo già trascorso, al fine di essere completamente redenta, e con essa, il completo ritorno di Sadhana.

[3] (nota italiana) - ‘questa unica Notte’: dall’opera “Chiamata dall’universo” apprendiamo che la Notte della Creazione, messa in rapporto con il Giorno dell’Amore quasi concluso, seguirà per eoni di tempo, rappresentando all’inizio il Regno millenario citato in Apocalisse [cap. 20] dopo del quale, seguirà questo tempo ‘la Notte’, in cui potrà avvenire il completo ritorno di Sadhana e la spiritualizzazione di tutta la materia. Solo dopo tale periodo, potrà avvenire l’avvento dell’Aurora e poi del Giorno della Pace o Giorno di Festa.