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Il Libro di Grazia

“parte II”

(spiegazioni su: Apocalisse cap. 6 / 7 / 8 / 9 / 10 / 11 / 12)

 

L’ESERCIZIO DEL DIRITTO

 

 

[ Il testo dell’Apocalisse di Giovanni ]

 

INDICE  parte II

“L’esercizio del Diritto”

cap. 6                           Premessa

cap. 7      [Ap. 7]         I primi sei Sigilli - la loro conservazione, l’esercizio e il successo

cap. 8      [Ap. 8]         Il  7° Sigillo

cap. 9      [Ap. 9]         La preparazione per i fedeli e gli infedeli – Il primo tempo passato e la sua espiazione

cap. 10   [Ap. 10]       Il potere del Diritto del libro e la sua conservazione

cap. 11   [Ap. 11]       I due Testimoni: Mosè e Cristo - Il secondo tempo e la sua espiazione è passato

cap. 12   [Ap. 12]       La donna e il figlio, l’Amore e la fede; retrospezione; il significato delle due ali; del deserto; del dragone;

                                     dell’acqua; dei 1260 giorni – Un tempo, due tempi e un mezzo tempo

 

 

Parte II

Capitolo 6

(Premessa)

1. Ci sono alcuni che credono in Dio, ma hanno poca conoscenza dell’Opera creativa e del Potere-ur che fluisce nella stessa. La Creazione non era stata fatta affinché la Divinità volesse oppure, ancor meno, dovesse mettere alla prova il Suo Amore, o il Potere attraverso la cosiddetta ‘caduta’. Anche il ‘duale’ non era affatto originariamente (una cosa) naturale, bensì, era in tutti i sensi un vis-à-vis dapprima creato[1].

2. Altrimenti avrebbero dovuto esistere due Entità-ur, il che avrebbe significato un caos spirituale. Di conseguenza, se era esistente una sola Entità originaria, allora anche unicamente da Essa doveva procedere ogni formazione. Questo è successo! L’Eterno-Santo ha creato il duale come ‘persona’ e come ‘Opera’ dall’insondabile Grembo dell’onnipotenza della sua Personalità-ur, e ovviamente, unicamente tramite il Suo principio di Creatore. Cosicché Egli, all’inizio del ‘divenire’, ha fatto fluire rispettivamente secondo il Suo altissimo Piano dall’indivisibilità del Suo Essere–ur, la Sostanza e la Forza per l’edificazione di molte opere, testimoniato dalla stessa Creazione in tutta la sua meravigliosa magnificenza.

3. Alla Sostanza e alla Forza ne appartiene una terza, più correttamente una quarta, perché la Causa-prima, come Entità, rimase l’Io di UR[2], indipendentemente dal Suo essere invisibile o dalla Sua visibilità[3]. Il quarto legame per il raggiungimento di una Opera completa fu lo Spirito, la pura Essenza dal Suo ‘Io’. Questo risuona come una contraddizione, in vista dell’uniformità a Lui rimanente. Prima che UR iniziasse un’opera esteriore che fosse visibile per l’opera stessa, Egli aveva prodotto in Sé innumerevoli forme, le quali, grazie allo Spirito-ur – volute così da Lui – dovevano dimostrare da se stesse, nelle facoltà finali, dei gradi di perfezione sempre crescenti.

4. Questi flussi di forza, riconoscibili in eoni di molteplicità, Lo spinsero all’ulteriore attività. UR, il Perfetto stesso, li fece nascere dall’Unità con un vis-à-vis, che nel primo divenire non era ancora un duale personale (autonomo, indipendente). Tuttavia erano ‘spirito da Lui’, per mezzo del Quale Egli dirigeva le i flussi di forza verso gli anzidetti gradi di perfezionamento. Dopodiché la quarta ordinazione formò dallo spirito un essere personale, che riunì (in sé) Sostanza e Forza (spirituale) e divenne l’immediato punto culminante, che elevò ‘il divenire’ all’ ‘Opera vivente’.

5. Questo lascia vedere che in nessun principio, pensato o stabilito, poteva esistere una seconda personalità con un qualche potere, anche se subordinata, come nemmeno nessuna messa alla prova della Propria perfezione di Potere. Credere questo è uno dei più difficili traviamenti che offendono la Santità e l’esistenza della perfezione della Divinità.

6. Solo lo spirito perfetto fluiva nelle Opere, dall’unica Fonte:  Luce - Vita! Da questa, Ur generò gli spiriti provvisti di coscienza personale che furono chiamati ‘figli della Luce’, gli angeli. Essi non erano soltanto il duale[4] come Opera, piuttosto, innanzitutto, quelle formazioni-ur, sebbene in questo senso non fossero personalmente consapevoli di vivere, bensì dapprima erano il principio o l’essenza della vita.

7. Con quanta precisione aumentarono i gradi di perfezione degli angeli, lo testimoniano le loro capacità creative. Esse erano così grandi, che UR formò con questi angeli i Giorni-Opera dell’Anno-Atto-ur. Dio disse: «Facciamo l’uomo!». Non disse: “Voglio fare degli uomini”, bensì li invitò a partecipare a questo.  E dopo la caduta nel peccato disse: «Adamo è diventato come uno di ‘noi’ e lui sa ciò che è bene e ciò che è male» ([Gen. 1,26]: «Poi Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra’.»]; - [Gen. 3,22: «Poi l’Eterno Iddio disse: ‘Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto a conoscenza del bene e del male»).

8. La Rivelazione non vuole mostrare da dove sorse il principio cattivo, ‘la caduta’, tuttavia sia indicato al secondo Portatore del fondamento[5] la legge della libera volontà, con cui uno spirito, nella conoscenza del primo Fondamento, cioè con le condizioni poste e giustamente riservate ad UR, si sarebbe sottomesso liberamente oppure no.

9. Durante i primi quattro-Giorni della Creazione, Sadhana e i principi-angeli riconobbero le due Leggi (l’ordine e la volontà), il loro condizionato adeguamento e il livellamento. Questa fu la formazione fondamentale del Regno della Luce, e i primi divennero co-aiutanti dell’Opera. Oramai co-attivi come ‘re’ (i principi) e ‘sacerdoti’ (le fiaccole), sorse quindi la possibilità di sacrificare liberamente la facoltà creativa alla Legge della condizione, oppure, il voler diventare autonomamente attivi. Quest’ultima cosa avvenne con Sadhana!

10. Il libero riconoscimento delle giuste Condizioni-ur, (poste) alla Sera del quarto Giorno, quello della Serietà[6], Sadhana non le lasciò più valere. Con ciò si ribellò contro l’unitario Principio-Ur, e fu inevitabile che perdesse il suo principio di Vita, cioè la Forza del suo Spirito, in modo che lo stesso fu da staccare dal suo essere essenziale. In tal modo, la Sadhana divenne Lucifero.

11. Qui sta unicamente la radice del motivo per cui le giuste Condizioni divennero le Condizioni di Giudizio. A queste doveva essere subordinata la caduta dall’intoccabile Diritto-ur, al quale tendeva invano Lucifero. Solamente, già il tentativo – e la materia derivata da esso (con il rifiuto) – con l’abuso della divina Santità, elevarono per la parte dell’Opera caduta, questo Esercizio al Diritto-ur.

12. Questa fu la conseguenza della violazione di una parola, chiamata anche rottura del contratto (il Testamento di UR), da cui sorse tutto il male. Questa conseguenza non era stata creata dalla Sovranità della Potenza di UR, bensì è sorta unicamente dalla caduta di Sadhana. E l’intera caduta (Lucifero e il suo seguito) deve anche lasciar passare su di sé le conseguenze del Diritto (arrogato). Proprio in questo si trova la grandezza della Giustizia-Ur, del ‘giusto Giudizio’!

13. Il veggente di Dio[7] trasmette nelle seguenti quattro grandi parti di visioni della parte II della Rivelazione, come lui la poté vedere:

 “L’Esercizio del Diritto”

 

 

«Iddio è molto terribile nell’assemblea dei santi,

e più tremendo di tutti quelli che l’attorniano.

O Eterno, Iddio degli eserciti,

chi è potente come te, o Eterno?

E la tua fedeltà ti circonda da ogni parte.

Tu domi l’orgoglio del mare;

quando le sue onde s’innalzano, tu le acqueti.

Tu hai fiaccato l’Egitto, ferendolo a morte;

col tuo braccio potente hai disperso i tuoi nemici.

I cieli son tuoi\, tua pure è la terra;

tu hai fondato il mondo e tutto ciò ch’è in esso.

Hai creato il settentrione e il mezzodì;

il Tabor e l’Hermon mandan grida di gioia al tuo nome.

Tu hai un braccio potente;

la tua mano è forte, alta è la tua destra.

Giustizia e diritto son la base del tuo trono,

benignità e verità van davanti alla tua faccia.

Beato il popolo che conosce il grido di giubilo;

esso cammina, o Eterno, alla luce del tuo volto;

festeggia del continuo nel tuo nome, ed è esaltato dalla tua giustizia.

Perché tu sei la gloria della loro forza;

e la nostra potenza è esaltata dal tuo favore.

Poiché il nostro scudo appartiene all’Eterno

E il nostro re al santo d’Israele.»

 

[Salmo 89, 7-19. Cap. 6-7]

 

parte II

capitolo 7

[Ap. 6,1-17]

I primi sei  Sigilli: la loro conservazione, l’esercizio e il successo

 

1.      La prima visione dell’Esercizio del Diritto ha nove immagini singole, la cui limitazione il veggente può riconoscere chiaramente. Le interruzioni non avvengono – come già fatto notare – per Giovanni, ma sono la causa fondamentale di tutte le immagini, perché ognuna riguarda un proprio tempo, anche delle Opere singole dell’intera Creazione. Le nove immagini iniziano nella loro prima interpretazione con la prova della libertà nel Regno di Luce, nella seconda interpretazione il loro agire rimane fino alla conclusione del tempo dell’Esercizio del Diritto. Dalle aperture (sigillate) delle immagini si dovrà dedurre, che la caduta di Sadhana abbia avuto per conseguenza l’operativo Sacrificio-Ur (Golgota).

1.      «Ed io vidi, che l’Agnello ebbe aperto uno dei sette sigilli» [Ap. 6,1]. – In prima linea l’Agnello rappresenta, soprattutto durante i tre periodi d’inizio dell’Esercizio del Diritto, l’Opera del Sacrificio-Ur. Cioè la rinuncia alla giusta Ira e alla Santità ferita, al cui posto della Pazienza, Dio ha messo l’Amore e la Misericordia. Qui Agnello significa quindi: l’Opera Ausiliaria apre il primo sigillo del Libro del Diritto, che introduce il giusto Giudizio.

2.      Nell’apertura non si mostra ancora nessuna conseguenza, per cui ne fa ancora parte l’ultima visione “il Potere-Ur, trasferito all’Agnello Cristo”.  Lo dimostra la «voce di tuono» [Ap. 6,1] di uno dei quattro animali, dell’angelo Guardiano della corrente del Creatore ([Gen. 2,1]: «Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto il loro esercito. Il settimo Giorno, Iddio compì l’opera che aveva fatto, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatto») Costui dice a Giovanni: «Vieni!» [Ap. 6,1]. Questo Guardiano ha ricevuto naturalmente  un gran potere dal Potere-Ur, per esercitare la sua funzione. Non c’è da meravigliarsi che Giovanni senta l’ordine come con voce di tuono. Con la chiamata viene guidato in un altro luogo, che fa parte anche di un altro tempo.

3.      La prima immagine dell’Esercizio del Diritto: Giovanni viene retrocesso nel Santuario, nel tempo, dove Lucifero vuole fuggire dal Fuoco dell’Ira e non trova né Spazio né Tempo per nascondersi. Il Potere-Ur, qui l’Opera ausiliaria lascia temporaneamente il caduto a se stesso; il peso dell’essere abbandonato è così immenso, che inizia un primo atto d’umiltà, anche se non voluto. Nel tormento del “senza Spirito” la caduta grida per un luogo. In questo momento è aperto il primo sigillo.

4.      «Ed ecco, vidi un cavallo bianco; e colui che lo cavalcava aveva un arco, e gli fu data una corona, ed egli uscì fuori da vincitore, e per vincere» [Ap. 6,2]. – Il Regno ha degli animali, perché ciò che è terreno ha bisogno della sua pre-formazione. Il cavallo incorpora la Forza, anche l’impiego per un’attività. Quest’ultima si riferisce ai cavalli di colore, mentre il bianco significa una propria attività, un puro istinto.

5.      Chi siede sul cavallo bianco? Ma solamente qualcuno che vi si siede con la propria Forza! Non c’è bisogno di una particolare interpretazione per l’Uno [Ap. 19, 11], è Lui, l’Esercente il Diritto. Ha un arco! Non viene menzionato e non è facilmente visibile, se esista anche una freccia.

6.      Ma non è un arma, è un “Arco del Patto e della Grazia” ([Gen. 9,13]: «Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra). Per i figli della Luce, che già durante la prova della Libertà della Creazione hanno posto  le giuste Condizioni dell’Atto-Ur al di sopra della loro libertà, è l’Arco = il legame, il collegamento, il Patto. Ur poteva concludere il Patto per l’Opera con i Suoi angeli in base alla loro riconoscenza voluta liberamente; ed hanno concluso il Patto con Ur per essere co-attivi, non autonomi, come lo voleva diventare Sadhana.

7.      Rispetto al Duale, formato, Persona ed Opera, anche l’Arco deve avere la sua dualità. Questi sono i suoi estremi, visibilmente riposando come su una Terra = saldamente uniti, il Patto e la Grazia nella mano del cavaliere bianco. Nel momento in cui la Pazienza traspone l’Amore d’aiuto e la salvifica Misericordia alla giusta Ira e la Santità ferita, fu preparato l’Arco della Grazia. Si riferiva esclusivamente alla caduta creativa. Ur si è piegato nelle Grazie, giù alla figlia profondamente precipitata.

8.      «Gli fu data una corona» non significa, che uno Superiore sia il Donatore. Ur ha dato l’inesprimibile Legame di Grazia; quindi Lo coronava il Suo Arco di Grazia! «Ed uscì da vincitore e vinse» viene considerato quasi sempre come doppia rappresentazione di una questione. In ciò riposano due cose, e cioè: Egli uscì da vincitore = in partenza era il vincitore. Questo lo dimostra l’incoronamento eseguito prima, che seriamente può avvenire solamente dopo una vittoria conquistata. La corona, giustamente il sigillo della corona (il primo) però era manifesto, quando Ur per la beatitudine dei figli ha posto accanto alla Sua Legge della Condizione quella della libera volontà. La Sua vittoria si chiama: il pareggio più alto possibile dei figli all’Essere Personale Ur ([Matt. 5,48]: «Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste»).

9.       «per vincere». Questa Vittoria nel divenire non è da separare da quella esistente; riguarda l’iniziale possibilità del ritorno di Lucifero. Questa Vittoria nella vittoria significa: “E’ compiuto!”, ed è il documento del cavaliere bianco, che si mostra in seconda linea durante la totale durata dell’Esercizio del Diritto presso i co-attivi, i co-portatori del Sacrificio. Loro vincono nell’Unità della loro Forza di Spirito contro la parte assunta da Lucifero, quindi contro l’oscurità. Che la loro vittoria mediante il peso della materia non è del tutto completa, sovente persino minima, ciò viene pareggiato dalla Luce!

10.  I quattro cavalieri nel principio stanno insieme, rappresentano una sequenza suddivisa fra sé, ma nel loro esercizio sono indipendenti fra loro. Perciò nella seconda immagine, di nuovo, il comando: «Vieni» [Ap. 6, 3] del secondo animale come angelo Guardiano dalla Corrente del Sacerdote ([Gen.  2,13]: «…, l’oro di quel paese è buono, quivi si trovano pure il belio e l’onice».). Il veggente viene di nuovo guidato altrove; Spazio e Tempo insieme agli effetti dell’ulteriore avvenimento sono esistenti per sé. –

11.  «Ed uscì fuori un altro cavallo, rosso; ed a colui che lo cavalcava fu dato di toglier la pace dalla Terra affinché gli uomini si uccidessero gli uni gli altri, e gli fu data  una grande spada» [Ap. 6,4]. – Dall’Esercizio del Diritto procede un’altra Forza, ma non come il cavaliere bianco nella propria azione. Essa viene impiegata e guidata. Il cavaliere rosso non può perciò fare quello che vuole, per la Magnificenza del Potere, ma quello che gli viene ordinato.

12.  Il cavallo rosso: retribuzione per coloro che infrangono la Legge, – anche: la vendetta rossa abbatte i popoli, finché le Si mette di fronte il santo Vendicatore. Ancora, rimane lontano! La vendetta di sangue, la grande spada, porta a lungo un tempo senza pace, che allora – da Caino – fu provocata. Questo, ha la sua causa attraverso il mondo, del perché il cavallo rosso fino al giorno d’oggi continua a passare attraverso la nostra Terra.

13.  A questo agire rosso, Ur impone apparentemente nessun arresto. Caino viene protetto sette volte ([Gen. 4,15]: «E l’Eterno gli disse: “Perciò, chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte più di lui”. E l’Eterno mise un segno su Caino, affinché nessuno, trovandolo, l’ucciddesse».), ma soltanto per l’alto scopo, che l’oscurità abbia da restituire le sue anime. Soltanto, già su Lamech si impiega una vendetta di settantasette volte ([Gen. 4,24]: «Se Caino sarà vendicato sette volte, Lamec lo sarà settantasette volte»), e questo non dal Signore.

14.  Anche se appena presagito, l’Arco di Grazia del cavaliere bianco ha questo effetto. Più la vendetta rossa avanza, più viene abbreviato il tempo dell’oscurità. Si consuma praticamente da sé. Appena la sua forza è esaurita, esisterà ancora soltanto un Vincitore bianco. Ma quanto immensamente domini il cavaliere rosso, lo diventerà visibile nella terza parte della Rivelazione; perché con lo scambio figurativo dei cavalli, l’effetto non è per nulla passato. –

15.  L’Agnello apre il terzo sigillo. Al terzo angelo Guardiano davanti alla Corrente di Dio ([Gen. 2,14]: «Ecco, tu mi scacci oggi dalla faccia di questo suolo ed io sarò nascosto dal tuo cospetto, e sarò vagabondo e fuggiasco per la terra; e avverrà che chiunque mi troverà mi  ucciderà») viene dato il potere di suddividere la sua parte nell’Esercizio del Diritto. «E vidi (imparai) e guardai (riconoscere la Verità) un cavallo nero. E colui che lo cavalcava aveva una bilancia nella mano. Ed udii una voce in mezzo alle quattro creature viventi che diceva: Un chenice di frumento per un denaro e tre chenici d’orzo per un denaro. E non danneggiare né l’olio né il vino» [Ap. 6, 5-6].

16.  L’immagine vale prevalentemente per la superstizione, alla perdita della Luce. Si fa nero! Al timone sta l’oscurità! Ma le viene opposta resistenza, cosa che mostra il cavaliere nero = totale abbandono dello spirito della figlia caduta del Dominio. E’ come se la Misericordia altamente lodata di Ur Si fosse nascosta dietro alle nuvole. Questo era persino il caso; venne soltanto appena ora offerta al traditore, perché soltanto nel suo abbandono dello spirito poteva giungere al ripensamento. Se prima voluto oppure no, non ha nessuna importanza essenziale.

17.  Il maestoso Aiuto riposa ogni volta per una ripercussione quasi spaventoso = la Bilancia. La spinta di distruzione della demone richiama un eco nel Regno: “Il cavallo nero!”. La durata del suo potere, in vista dell’immane svolta in tutto il Cosmo della Creazione, è indifferente. Su quale Base si svolga il colpo, la ripercussione da Ur, lo rivela il comando al cavaliere nero.

18.  «Una voce fra i quattro animali (viventi)». [Ap. 6, 6] La sua potenza di comando ha un campo comune, perché stanno presso ed intorno al Seggio (o Trono) = ne sono responsabili. Il loro comando dovrebbe colpire l’intero inferno. Che non deve e non può farlo! - lo dice l’alta immagine. La trasmissione del comando – non il suo dispendio – la esegue una voce che è subordinata agli animali, con ciò è amministrata solo una parte. Questo succede, perché si tratta di  una  Condizione-Ur, verso la quale Sadhana ha infranto la sua parola. Perciò questa giunge soltanto ora alla risoluzione.

19.  La ripercussione si riferisce alla Compassione come al ‘senza Spirito’ della precipitata. Il cavaliere nero porta bensì il rincaro, la fame e l’epidemia, ma non alla rovina, no – solo alla stimolazione della riconoscenza. «Un chenice d’orzo per un denaro, e tre chenici di grano per un denaro» [Ap. 6, 6]. L’immagine comincia con la maledizione del campo ([Gen. 4,12]: «Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti») e con il seguente spaventoso rincaro che esisteva in tutti i paesi nei dintorni. Anche l’Egitto non rimase risparmiato dal tempo del sette, quando non c’era né semenza né raccolto. Ma Giuseppe ha sfruttato il tempo fruttifero.

20.  Un chenice[8] di frumento ed un denaro è pari per pari! Il frutto dello spirito dell’uomo vale un denaro: viene acquistato il più caro possibile, mediante l’UNO! Gesù ha sovente insegnato del frumento e del denaro (Matt. 2; Marco 12; Luca 15). Diversamente è con il frumento (cibo per animali), simbolo del guadagno mondano. Un mondano deve prenderlo su di sé per ricevere  invece del grano (Luce), l’orzo (materia). Perché questo è molto più scarso, deve produrre tre volte tanto, se vuole ottenere anche un denaro.

21.  «Non danneggiare né l’olio né il vino». L’olio viene battuto dal frutto, il vino pigiato. Ambedue dei simboli alti. L’olio = battuto. Il vino = Benedetti dal Signore, figli della Luce. I battuti devono glorificare a causa della loro afflizione; i benedetti, ringraziare a causa della loro ricchezza. Non danneggiare = l’abbandono dello spirito ‘non’ deve entrare nei due generi. Dovranno ben soffrire l’afflizione della vita ([2° Cor. 11,23-31]: «Son d’essi ministri di Cristo? (parlo come uno fuor di sé), io lo sono più di loro; più di loro per le carcerazioni, assai più di loro per le battiture sofferte. Sono spesso stato in pericolo di morte. Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno  uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno ed una notte sull’abisso. Spesse volte in viaggio, in pericoli sui fiumi, in pericoli di ladroni, in pericoli per parte dei miei connazionali, in pericoli per parte dei gentili, in pericoli in città, in pericoli nei deserti, in pericoli sul mare, in pericoli fra falsi fratelli; in fatiche ed in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità. E per non parlar d’altro, c’è quel che m’assale tutti i giorni, l’ansietà per tutte le chiese. Chi è debole, ch’io non sia debole? Chi è scandalizzato, che io non arda? Se bisogna gloriarsi, io mi glorierò delle cose che concernano la mia debolezza. L’Iddio e Padre del nostro Signor Gesù, che è benedetto in eterno, sa ch’io non mento»), ma il loro essere interiore ne è libero. Secondo lo Spirito sono olio e vino, nel cuore portano il grano. Nel terreno devono accontentarsi con l’orzo, che è una parte del loro co-sacrificio. Perciò il cavaliere nero ha ricevuto l’ordine di lasciare intatto il loro spirito.

22.  Il quarto sigillo! Il quarto angelo-Guardiano del Fiume del Padre ([Gen. 2,14]: «Il quarto fiume è l’Eufrate») esclama: «Vieni! – E vidi, ecco un cavallo giallastro; e colui che lo cavalcava aveva nome ‘la morte’; e gli teneva dietro l’Ades. E fu loro data potestà sopra la quarta parte della terra di uccidere con la spada, con la fame, con la mortalità e con le fiere della terra» [Ap. 6, 8]. Un cavallo giallastro = Forza indeterminabile. Il giallastro sorge da colori misti. Dapprima è intesa la morte spirituale, che questo cavaliere porta con sé, perché a lui segue l’Inferno. In lei non esiste nessuna morte temporale terrena, soltanto quella della conoscenza. Anche la caduta di Sadhana era una morte!

23.  Lucifero cerca di inserire le anime degli uomini nella sua morte, che subisce di continuo. Dato che in realtà non gli riesce, trascina il suo peso dell’abbandono dello Spirito su tutte le anime incarnate, per liberarsene se stesso. Così spera di avere la forza per diventare un auto-portatore. Non  ha mai ammesso, che più lui colpiva delle anime con la morte, più i pesi si aggravavano. Gesù lo chiama «un omicida sin dal principio» [Giov. 8,44].

24.  Quest’immagine inizia con il diluvio. Gli uomini erano così rovinati, che Dio si pentiva di averli fatti ([Gen. 6,6]: «E l’Eterno disse: “Io sterminerò di sulla faccia della terra l’uomo che ho creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli dei cieli, perché mi pento d’averli fatti”.»). Non che si pentisse della Sua Opera, altrimenti Egli non sarebbe l’Onnisciente. Pentimento = stimolare, stimolava la Sua Santità. Perciò la Sua Ira venne sul mondo come diluvio.

25.  Ma l’incoronamento del Suo Sacrificio stava davanti alla Sua Ira. La tribù di Noè viene salvata, e non tutto il mondo viene inondato; perché …per uccidere la quarta parte sulla Terra.” Primariamente questo uccidere ricade sull’interiore, e la parte naturale sull’intero tempo del Giudizio, dove la caduta nella Creazione viene giudicata, messa a posto, di nuovo rialzata. Ma ogni singola fase è messa al suo inizio in prima linea, per concludere l’Opera del Diritto. Lo stesso con il diluvio. Alla morte corporea, la distruzione di quel paese, precedette la morte dello spirito, anzi, più precisamente, la morte dell’inferno.

26.  Di nuovo qualcosa di quadruplice. La morte tramite la spada e la fame del cavaliere rosso e nero sono indicati; il terzo dovrebbe chiamarsi secondo il senso: la morte tramite la morte [Ap.21,8]. Quando a qualcuno muore il suo cuore attraverso l’indurimento dell’animo, allora perde anche il suo spirito. Quando una volta la Luce è spenta, l’anima sprofonda in quell’abisso senza fondo, dal quale non sale mai più di nuovo da se stessa. Questa è l’altra morte; il cavaliere giallastro li ha uccisi con la sua morte. Oppure: c’è una grande voragine, non la possono passare ([Luca 16,26]: «E oltre a tutto questo, fra voi e noi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possono, né di là si passi da noi») finché il cavaliere bianco non combatta dalla sua Vittoria alla Vittoria del  Compiuto, la parte contraria della morte dalla morte.

27.  Attraverso le fiere della Terra = come i cavalli, o i quattro animali, significano una Forza. Soltanto, che questa nel suo genere ed impiego non è confrontabile con la Forza degli animali del Seggio. Le fiere della Terra sono chiaramente i servitori del mondo, portatori subordinati del potere, che esercitano appositamente la Forza della Legge trasferita a loro, per spacciarsi per potenti. Hanno la forza di lasciar vivere o di uccidere, d’impiegare una legge oppure no, secondo che con una o l’altra cosa conquistino fama, anche del guadagno.

28.  Prima del diluvio, quando spaziava abbondantemente l’assenza di scrupoli, questa aveva procurato l’oppressione di fede ed anche la perdita di fede attraverso gli ‘animali della Terra’ come esecutori del potere dominante. Il cavaliere giallastro però cavalca ancora oggi, qualche volta persino nell’esercizio rafforzato del diritto, perché tutti gli avvenimenti, oltre al loro carattere di Luce delle Immagini, corrispondenti agli effetti legati al mondo, sono attaccati alla fine dei tempi.

29.  Oltre alla vittoria bianca i cavalieri portano la guerra, l’epidemia e la morte. Ma questo è soltanto al secondo posto; in prima fila domina lo spirito, con il cui dominio è anche da dissolvere la comprensione terrena. Se lo spirituale viene abbondantemente adempiuto, allora il terreno segue come la Luna al Sole. –

30.  Giovanni vede nell’apertura del quinto sigillo «…sotto l’altare le anime di quelli ch’erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che avean resa» [Ap. 6, 9]. – L’altare, per dire giustamente il Santo Santuario, significa ‘protezione’. I perseguitati, appena raggiungevano un tempio, un altare, là non doveva capitare nessuna sofferenza. Stavano subito sotto la Protezione del Santuario. GESU’, il santo Altare, protegge la donna dalla lapidazione (Giov. 8, 1/11 - l’adultera).

31.  Chi sono le anime immolate? L’immagine è da aggiungere a ciò che era stato mostrato per ultimo. Dato che i martiri cristiani storici esistono solo molto più tardi, nella dischiusa potrebbe trovarsi una fonte di errore. Ma si vedrà come questo è da considerare.

32.  I figli della Luce riportano liberamente nella via del co-sacrificio delle potenze della materia giudicata. Se lo fanno, allora devono deporre il loro puro abito di Luce, e non hanno nessuna reminiscenza della loro vita spiritualmente ricca. Oltre a questo sono sottoposti all’oscura influenza della materia. – Di che cosa si sono incolpati? – Di nulla! – Perché allora succede? Dov’è qui la Giustizia divina?

33.  Quando l’oscurità ha immolato un’anima di Luce, allora quasi mai è senza una propria colpa. Quello che sarebbe da valutare come colpa, viene abbondantemente soppesato attraverso la via. Perciò, appena abbandonano questa Terra o un mondo, nell’aldilà comincia una straordinaria azione d’aiuto, e saranno custoditi fino al ri-ottenimento della loro purezza sotto la personale Protezione del Santuario, del Trono e della sua Forza di Diritto, quindi dell’Altare, finché la loro temporanea perdita di Luce viene vendicata sul colpevole – messo in conto a lui – ed è pareggiata da Ur stesso.

34.  Vale anche nel terreno ‘l’essere strozzato delle anime’. Il tempo del martirio non inizia solamente con la persecuzione dei cristiani. Comincia evidentemente già con la costruzione della torre di Babele [Gn. 11,1-9]. Tali abominazioni avvenivano già, sui profeti, in Babilonia ed altrove nel mondo. Più si uccidono tali anime spiritualmente, come anche fisicamente, più viene indebolito il potere del mondo.

35.  L’atto del diritto nella costruzione della torre di Babele ricade sull’intelletto dei potenti del mondo, che perdono il loro reciproco intendimento. «Tre chenici di orzo per un denaro». Quale Verità! Più grande è tutto il peso e la persecuzione, più difficile è la loro Opera. Questa costrizione di Babele ha sempre ancora un grande ruolo. Per questo motivo si ottengono difficilmente le comunicazioni (gli intendimenti): l’esercizio del diritto, che domina con il quinto sigillo fino alla costruzione dell’ultima torre!

36.  Alle anime pre-cristiane, chiedendo della vendetta, viene detto «che riposavano ancora un piccolo tempo, finché fosse completato il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che hanno ad essere uccisi come loro» [Ap. 6, 11]. – Il piccolo tempo – alcune migliaia di anni – in eterno, “una guardia di notte, che è passata” ([Salmo 90,4]: «Perché mille anni, agli occhi tuoi, sono come il giorno di ieri quand’è passato e come un turno di veglia nella notte»), si riferisce relativamente anche al tempo di persecuzione del singolo. Ma quanto grande è stato preparato l’Aiuto in precedenza! Certo, durante un tempo di sofferenza l’uomo potrà scoraggiarsi; ma dopo non pensa quasi più ai suoi dolori, che dopo non può più percepire. ([Giov. 16,21]: «La donna, quando partorisce, è in dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’angoscia per l’allegrezza che sia nata al mondo una creatura umana»).

37.  Questo è il Fiume di benedizione su coloro che hanno conservato la Parola e la fede. Il tempo d’attesa si estende nel più alto senso sul tempo di Gesù. Con il  Golgota è vendicato il sangue di ognuno = reso giusto. «E’ compiuto» ha causato l’eccezionale resa dei conti e vale come vendetta accettata per via delle ‘anime immolate’, retroattiva e fino alla fine del tempo della materia.

38.  Ogni anima riceve come protezione speciale una veste bianca, mentre l’altare offre la santa protezione per tutti. Significa inoltre, che non vengono un’altra volta esposte all’oscurità. Ma questo solamente, perché hanno ‘conservato’ la loro fede già nella caduta. Ha l’effetto una conseguenza di diritto conquistata del tutto personalmente.

39.  Il popolo di Luce apporta all’Opera d’Aiuto, pure, la sua Parte, benché sia piccola. Sui più piccoli ricade un peso minore, che non è necessariamente da riscattare del tutto. Perciò stanno sotto la protezione di salvezza dell’Altare. Nel rapporto della loro forza sono in ogni caso da mettere alla pari di re e sacerdoti, come per esempio anche Gesù, che ha preso con Sé i bambinelli, benedicendoli. Ma non da loro, no, dai discepoli Egli si aspettava assoluta successione. Essere martiri non è solamente venir uccisi, è subire tutti i generi di persecuzioni e dolori ([1°Cor. 4,9-13]: «Poiché io stimo che Dio abbia messo in mostra noi, gli apostoli, ultimi fra tutti, come uomini condannati a morte; poiché siamo divenuti uno spettacolo al mondo, e agli angeli e agli uomini. Noi siamo pazzi a cagion di Cristo; ma voi siete savi in Cristo; noi siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete gloriosi, ma noi siamo sprezzati. Fino a questa stessa ora, noi abbiamo e fame e sete, noi siamo ignudi, e siamo schiaffeggiati, e non abbiamo stanza ferma, e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo; diffamati, esortiamo; siamo diventati e siam tuttora come la spazzatura del mondo, come il rifiuto di tutti»).

40.  L’Agnello apre il sesto sigillo.  «Guardai, e si fece un gran terremoto; e il Sole divenne nero come un cilicio di crine, e tutta la Luna diventò come sangue; e le stelle del cielo caddero sulla Terra come quando un fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi immaturi» [Ap. 6, 12-13]. Un gran terremoto mostra lo scuotimento di una faccenda. Terra = reale, solido; ma, tremare = gli uomini si lasciano molto scuotere nella fede e perdono il loro sostegno. Con ciò crollano anche l’etica e la morale.

41.  L’immagine inizia con la divisione d’Israele dopo la morte di Salomone ([2° Cron. 10]: ‘Storia del regno di giuda dallo scisma fino alla cattività: divisione del regno; Roboamo re di Giuda, Geroboamo re d’Israele’). Il popolo, dapprima saldamente unito, capita in una disgregazione interiore ed esteriore. Da quel tempo iniziano le grandi lotte dei popoli che – aumentando – hanno per conseguenza degli scuotimenti del mondo ([Dan. 7,2]:  «…nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul mare grande i quattro venti del cielo). Il dominio dei popoli si trova soltanto ancora su un terreno vacillante, e non si è nemmeno aperto come un abisso, per estinguere interi regni.

42.  Il Sole in collegamento con il terremoto significa governo, capo. Diventa nero = influenzato dall’oscurità; di crine = falsa copertura, coloro che devon lasciare i loro cappelli, il loro agire viene scoperto; sacco = non trasparente, anche azione grossolana, inoltre: come misura piena viene precipitata, vuotata, mentre il suo contenuto viene mescolato come in un terremoto. C’erano abbastanza rovesciamenti, molti Soli erano (sono) neri. Questo vale sia per i reggenti, politici, come anche per la guida delle chiese. Tutti e tre dipendono quasi sempre l’uno dall’altra, che viene dimostrato qui di seguito.

43.  La Luna (satellite) = sono i popoli, dominati dal loro Sole diventato nero, lo seguono, volentieri, indifferenti, ignari oppure senza difesa. La luna diventa sangue = i popoli diventano co-colpevoli oppure anche: i governi li lasciano morire dissanguati.

44.  Le Stelle del Cielo = influenzabili, anche se sottoposti al loro Sole, guidano temporaneamente la loro forza secondo la propria volontà, non come gli ‘animali della Terra’ per la disponibilità di potere ricevuto. Per intelligenza servono il Sole. ‘Stelle’ significa ancora ‘scienziati’, per acquisire potere ed influenza, non raramente offendono la legge spirituale. Difficilmente si scopre qualche insegnamento errato, perché la loro luce splende; ‘come le Stelle nella notte’ qui significa: coprendo il loro scopo, ma compaiono con il loro splendore.

45.  Cadono giù = senza valore, non vengono raccolte da Dio; come fichi = frutti; ma mossi dal gran vento = forza di spinta, di produrre sempre di più. Scienza e tecnica non camminano, sfrecciano avanti, spinti dalla brama di guadagno e di potere influenzante. Questa è la caduta  = cadano giù.

46.  «Ed il Cielo si ritrasse come una pergamena che si arrotola; e ogni montagna e ogni isola fu rimossa dai suoi luoghi» [Ap. 6,14]. Questo Cielo è Luce o fede. Il libro = la Dottrina di Dio; viene arrotolata = non più riconosciuta. Perciò si ritrae dalla Terra e gli uomini perdono i monti = il sostegno, le guardie, che potrebbero guidare un caos; in più le isole = luoghi di salvezza. Ciò significa: gli aiutanti dall’Alto vengono rigettati, sovente uccisi. Con la loro distruzione = il muoverli dai loro luoghi, l’Aiuto spirituale si perde.

47.  Si vuole condurre il naufragio. Sette avversari si pongono di fronte al ‘Cielo arrotolato’. «I re della terra (governanti) e i grandi (aventi il potere) e i capi (= tecnici) e ricchi (= scienziati)  e potenti (= aventi il monopolio) e ogni servo (= servi dipendenti)  e ogni libero (= collaboratori) si nascosero nelle spelonche e nelle rocce dei monti» [Ap. 6, 15].

48.  Tutti alzano le loro azioni per mettersi sotto la loro fama: “Noi, tramite il sapere, capacità, diligenza e forza, abbiamo alzato lo standard della vita”. La voragine = il loro sapere non ferma nessuna rovina. La perdita dello spirituale non è da sostituire con niente, nemmeno con le loro rocce = abbiamo voluto il meglio! Ai monti = vogliono appoggiarsi alle loro azioni.

49.  Perciò la loro chiamata: «Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul Trono e dall’Ira dell’Agnello. Perché è venuto il gran giorno della sua ira, e chi può reggere in piè?» [Ap. 6, 16-17]. Vorrebbero però mostrare le loro conquiste nel gran Giorno del Signore come tesoro e protezione. Più si vogliono nascondere, più cade su di loro il loro lavoro e copre tutte le loro azioni malvagie, stolte e – senz’aiuto, prima che vengano sepolti spiritualmente come materialmente, dalla loro propria scienza.

50.  La divisione dell’Israele prescelta nella lite di fratelli ha anche fatto scaturire gli altri terremoti. Più si avvicina il gran Giorno, più sono gravi gli scuotimenti in tutti i campi. “Il gran Giorno del Signore” si riferisce tuttavia anche alle rese dei conti dei singoli con i re ed i popoli, mentre l’ultima resa dei conti di base segue ancora, che è: “Ogni operaio è degno del suo salario”, nel bene come nel male. Ma  il “gran Giorno” non significa in aggiunta la grande Longanimità di Ur?

 

* * *

[indice]

 

Quando l’Eterno fece tornare i reduci di Sion, ci pareva di sognare.

 Allora la nostra bocca fu piena di sorrisi,

e la nostra lingua di canti d’allegrezza.

Allora fu detto fra le nazioni:

“L’Eterno ha fatto cose grandi per loro!”.

L’Eterno ha fatto cose grandi per noi,

e noi siamo nella gioia.

O Eterno, fa’ tornare i nostri che sono in cattività,

come tornano i rivi nella terra del mezzodì.

Quelli che seminano con lagrime, mieteranno con canti di gioia.

Ben va piangendo colui che porta il seme da spargere,

ma tornerà con canti di gioia quando porterà i suoi covoni.

 

[Salmo 126]

 

Parte II

Capitolo 7

[Ap. cap. 7]

I primi sei sigilli: la loro conservazione, l’esercizio e il successo

 

1.      La settima, fino alla nona immagine del tempo, mostra la conservazione dei primi sei sigilli, il loro esercizio e il loro successo nella Luce e nell’oscurità. Sembra sovente strano la povertà di parola del veggente, perché solo il primo versetto del settimo capitolo è per la nona immagine.

2.      «Dopo questo, vidi quattro angeli che stavano in piè ai quattro venti della terra, ritenendo i quattro venti della terra affinché non soffiasse vento alcuno sulla terra, né sopra il mare, né sopra alcun albero» [Ap. 7,1]. Questi angeli sottostanno ai quattro animali, come già un altro parlava su incarico del terzo. Non si riesce a vedere che altri angeli siano attivi, quando sono colpite delle parti di tempo per la Benedizione o la correzione.

3.      Gli incaricati tengono i quattro venti nel senso del Diritto del sesto sigillo. Viene ancora rivelato se ritengono ancora soltanto questi, oppure se li conservano fino al loro esercizio. «I quattro angoli della terra» = quattro pilastri fondamentali; intanto quelli del santo Regno, oltre a questi i pilastri di Grazia posti per la caduta nella Creazione.

4.      «La Città di Luce» = il Luogo è quadrato ([Ap.21,16]: «E la città era quadrangolare, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza»), da cui risulta la straordinaria costruzione delle sue fondamenta. «Terra» = qui il fatto spirituale, ma oltre a questo la realtà terrena. «Quattro angoli» = Elementi di Luce: Fuoco, Acqua, Terra, Aria oppure Profondità, Altezza, Ampiezza, Vicinanza dell’Onnisanto. Come «Pilastri» (in piedi) = le Leggi, la Giustizia, la Verità, la Fedeltà, da cui provengono i venti spirituali spingendo e fertilizzando. I «flutti» di seguito = la riconoscenza della Divinità, l’accettazione delle Condizioni riservate ad Ur; la conservazione della Dottrina di salvezza; la moltiplicazione dei santi Beni del Regno: la Ricchezza!

5.      Se si tratta delle Forze dette sopra, perché le si trattengono? Perché invece quegli oscuri avversari ([Dan. 7,2]: «Daniele dunque prese a dire: Io guardavo, nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul mare grande i quattro venti del cielo»), da cui salgono solo altra rovina e giudizi penali?  Anche Zaccaria ([Zacc. 6,5]: «L’angelo rispose e mi disse: ‘Questi sono i quattro venti del cielo, che escono, dopo essersi presentati al Signore di tutta la terra») vede i quattro venti, ma “stando davanti al dominatore di tutti i paesi”, quindi sono autorizzati, i cui quattro angeli stanno in una questione di Diritto davanti al Dominatore di tutti i paesi = dell’Eterno-Santo Ur-Imanuel!

6.      I Fiumi di Benedizione originariamente erano i quattro Fiumi di Acqua provenienti dalla Fonte-Ur ([Gen. 2,11-14]: «Il nome del primo è Pishon ed è quello che circonda tutto il paese di Havila, dov’è l’oro; e l’oro di questo paese è buono; quivi si trovan pure il belio e l’onice, il nome del secondo fiume è Ghihon, ed è quello che circonda tutto il paese du Cush. Il nome del terzo fiume è Hiddekel, ed è quello che scorre a oriente dell’Assiria. E il quarto fiume è l’Eufrate».) poi i Patti di Grazia con Adamo, Caino, Noè ed Abraham, riassumendo con Mosé, il portatore della Legge. Ma il pensare ed agire liberale stava molto più vicino all’istinto terreno che ad un’accettazione libera da Patti di Grazia o magari dalla Legge.

7.      Quindi, è da imporre l’Esercizio del Diritto, come diventa evidente proprio anche in questa immagine della seconda grande visione. In se stessa rimane comunque il segreto legame di Grazia, l’arco del cavaliere bianco (Ap. 6,2). Solo ciò che da questo deve venire sulla Terra, è la resa dei conti.

8.      I quattro angeli trattengono ancora i venti del Patto e della Grazia (Ap. 7,1); da questo «trattenere» = conservazione, non procedono ancora le forze opposte, pronte, perché fluisce nuovamente una infinita disponibilità d’aiuto, giù sulla materia. Il principe Michele incarnato ([Dan. 10,13 e 21]: «…però, ecco Micael, uno dei primi capi, è venuto in mio soccorso, … e non v’è nessuno che mi sostenga contro quelli là, tranne Micael vostro capo…») compie la sua grande Opera come Elia, non soltanto per Israele. A lui segue Eliseo. Nella Giudea possono portare l’Aiuto di Dio prevalentemente Isa-i e Geremia, ma quando anche questo non vuole portare nessun frutto, subentra «la svolta» = il vento. Dalla conservazione dei primi sei sigilli, opera il loro esercizio. Non succede ancora all’improvviso, perché l’Arco del Patto deve spezzarsi. Tuttavia, le conseguenze aumenteranno funestamente. -

9.      «E vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il suggello dell’Iddio vivente; ed egli gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era dato di danneggiare la terra e il mare» [Ap. 7, 2]. Dal levare del Sole = il divenire visibile della Luce e della Vita, può essere soltanto Uraniel, il portatore dell’Ordine, il primo Spirito, la Stella, il Candelabro, la prima Fiaccola. Il «Sigillo dell’Iddio vivente» =  il Sigillo del Regno o della Corona, soprattutto perché non è indicata nessuna cifra. In Lui c’è il potere, la forza, la potestà e il vigore, la loro conservazione e l’esercizio, secondo come la materia ne ha bisogno, o dell’una e dell’altra.

10. Gridare a gran voce = come primo Spirito nella mano destra di Ur, Uraniel stesso annuncia l’Ordine del Creatore. Egli esercita il Potere sulla Legge, la Giustizia, la Verità e la Fedeltà[9]. Il suo comando: «Non danneggiate la terra, né il mare, né gli alberi, finché abbiamo segnato in fronte col suggello i servitori dell’Iddio nostro» [Ap. 7, 3]. Nel Potere del comando giace il co-incarico dei restanti sei principi. Per questo, il ‘nostro’ Iddio! Oltre a questo, intende il Dio di tutti gli angeli, i quali sono in servizio sulla Terra come servi e serve. Gli ultimi sono da suggellare!

11. Sarebbero da danneggiare la Terra, il mare e gli alberi dai venti della Grazia in esercizio oppure trattenuti? Tuttavia, il danno proviene dalla loro conservazione, dato che i venti contrari hanno una tale spinta, i quali però sono riconoscibili nella sequenza contraria: che dall’ultimo Vento di Grazia irrompe la prima tempesta, e dal primo, l’ultima.

12. Al posto della fedeltà compare sul piano il saccheggio, al posto della Verità la calunnia ([Luca 20,20]: «Ed essendosi messo a osservarlo, gli mandarono delle spie che simulassero d’esser giusti per coglierlo in parole, al fine di darlo in mano all’autorità e al potere del governatore»). La giustizia diventa l’assenza di diritto, finché dall’Ordine della Legge la rivoluzione caotica ha il timone. Così agiscono queste conseguenze e alle quattro fertilizzazioni stanno di fronte quattro cattive tempeste: il saccheggio = distrugge la Benedizione, la calunnia = la pace, l’assenza di diritto = la Grazia, l’anarchia = la Vita, soprattutto quella spirituale.

13. Daniele vede i venti sotto il cielo tempestavano sul gran mare [Dan. 7, 2]. Sotto il Cielo = senza collegamento con il Regno; sul mare = traffico mondano. Terra = in questo nesso, la legge del mondo e gli  uomini che vi sono sottoposti, dominatori e dominati. Mare = scienza, lavoro. Alberi = frutti, successo dell’azione. Questo per il momento non è da danneggiare, finché i servi di Dio vengono sigillati nelle loro fronti.

14. Che agiscano tutti i sette principi, risulta dal finché sigilliamo [Ap. 7, 3], e questo, per via della disponibilità e il loro atto del co-sacrificio. Il sigillamento comincia già nel Regno, quando un figlio della Luce va nella materia. Nell’ultimo tempo opera sin dalla morte di Abele. Caino non veniva sigillato, ma per via dell’Opera, incluso nella conservazione.

15. Conservazione, esercizio e successo dei sei sigilli cominciano con il loro esercizio del Diritto. Soltanto, non «tutti i servi» = co-attivi, devono dapprima aver percorso la loro via del sacrificio, ma sin dal Regno sono previsti ed impiegati per determinati tempi. Il decorso del co-sacrificio non ha il primo ruolo! E’ per questo che l’esercizio del Diritto non viene fermato. Se il loro sigillamento cominciasse soltanto con l’entrata nella materia oppure persino più tardi, allora l’oscurità potrebbe agire con molto maggior oltraggio su di loro di come succede già.

16. Ma sulle fronti! Fronte = stella (costellazione) è la sede della conoscenza raccolta. Dov’altro possono essere raccolte le conoscenze alte, pure, eternamente esistenti, che dapprima nel Regno? Da cos’altro potrebbero provenire che dalla prima facoltà di pensare? Questo non doveva cominciare con il principio della Vita consapevole?!

17. Sì, la Vita ha stimolato il pensare, da cui sorse la conoscenza. Quando con il suo aumento era conquistato una panoramica sulla Creazione. Si è formato nella fronte una sede di raccolta per le conoscenze, che ha creato il profondo collegamento con il Centro della Vita, con la Personalità di Ur e con il proprio. Da ciò sorse la volontà d’inserirsi nel santo Insieme, e così nacque l’Azione. Anche qui, di nuovo, i quattro Angoli [Ap. 7, 1] = Pensare, Riconoscere, Volontà, Azione!

18. Da dodici tribù vengono sigillati 144.000, il quarto gruppo di sedie. Questa cifra è da considerare solamente in modo spirituale, soprattutto perché i sigillati sono molti di più. A ciò segue direttamente «la grande moltitudine, che nessuno poteva contare» [Ap. 7, 9]. Per comprendere questo, sia interpretato dall’immagine successiva: che tutti i co-portatori del sacrificio vengono sigillati! Il quarto gruppo di sedie, nelle fronti, rimangono nel senso = le costellazioni, che possiedono particolari percorsi indicativi.

19. Le loro tribù provengono dai più anziani come angeli di Comando, portatori e mediatori della Legge dei due Fondamenti della Creazione: le Condizioni di Ur e la libera volontà! Queste si adeguano, oppure pareggiano, come ne ha bisogno ogni Opera. Saranno riconoscibili come dodici pietre preziose, ecc., quando compariranno «il Nuovo Cielo e la Nuova Terra» [Ap. 21, 1]. Nella Luce, sono: Bontà, Grazia, Longanimità, Mansuetudine, Umiltà, Forza, Pace, Gioia, Purezza, Verità, Conoscenza e Dedizione.

20. Il seme benedetto di Abraham doveva essere il simbolo del Regno e cioè era contemporaneamente suddiviso in dodici tribù. Giovanni si riferisce alle stesse; ma solo, per non prevenire al tempo della fine; inoltre, per mostrare quanto precisamente si riscontra l’Immagine del Regno sulla Terra. Anche il tempio salomonico può essere considerato come un riflesso del Tempio del Regno.

21. Con il sigillo di questi rappresentanti di tribù comincia il secondo esercizio dei sei sigilli. Quei quattro venti, che non stavano davanti al Dominatore di tutti i paesi, vengono liberati dai quattro angeli sui quattro angoli della Terra e danneggiano la legge mondana, i suoi autori e coloro che l’adempiono, il loro lavoro e i loro frutti: i successi. Il tempestare avverso, aumenta un poco alla volta, finché all’apertura del settimo sigillo [Ap. 8, 1] si arriva all’uragano infuriato.

22. L’ultima immagine dà questa visione parziale. Il successo dei sei sigilli! La menzionata grande moltitudine, «da tutte le nazioni e popolo e lingue, stando davanti al Trono e davanti all’Agnello, vestiti con abiti bianchi e palme nelle loro mani» [Ap. 7, 9]. Se in questa moltitudine non ci fossero anche dei sigillati rispetto al genere e alla dimensione della loro fede – la conservazione della Parola – non potrebbero avere delle vesti bianche e palme, soprattutto non stare ora già davanti al Trono e all’Agnello.

23. Nazioni= figurativamente loro, dalla Luce come dall’oscurità, che almeno credano che esiste un Dio. Questo significa già un cambio della loro via. Ma le anime dall’Alto devono avere in più una conoscenza generale sul Compito del Regno.

24. Popoli = si affidano sempre di più alla guida di Luce; approfittano di più delle Grazie, per cui è da avere maggior disponibilità. Questi condotti dalla Luce nell’ulteriore perfezionamento, il veggente li indica come “da tutte le lingue”.

25. Lingue in generale = alla conoscenza segue la confessione; e tutte le lingue = diverse confessioni (buone comunità). Con questa grande moltitudine si mostra magnificamente il «cavaliere sul cavallo bianco» [Ap. 6, 2], rivelando gli estremi del suo arco: il Patto e la Grazia! Si manifestano in un certo effetto di scambio. Il Patto fornisce la ricompensa: la veste bianca; la Grazia, su tutta la comprensione, il merito, la palma, perciò  questo: nelle  loro mani [Ap. 7, 9] = la loro proprietà.

26. Certo, solo al rientro nel Regno vengono consegnati l’abito bianco e la palma. Questi sono i Beni del Regno, la Proprietà del Regno, che non arriva nella materia. Quanto questo è esatto, risulta dalla rappresentazione pienamente valida  nella Rivelazione di Giovanni, la cui sequenza non si deve assolutamente sospendere.

27. «Gridavano a gran voce e dicevano: La Salvezza appartiene all’Iddio nostro il quale siede sul trono ed all’Agnello [Ap. 7, 10]. Salvezza = Santo, Dio e la Sua Opera di Redenzione, dell’Agnello-Cristo. Questo Santo continua su tutti gli angeli, i più anziani e i quattro animali, che circondano il Trono = che sono responsabili dell’Atto di salvezza. Davanti alla Forza del Diritto di Ur cadono sui loro volti = si piegano dinanzi all’Onnipotenza.

28. «Amen! All’Iddio nostro la Benedizione e la gloria e la sapienza e le nazioni di grazie e l’’onore e la potenza e la forza, nei secoli dei secoli, Amen» [Ap. 7, 12]. Di nuovo una settuplice adorazione! Il successo dell’Esercizio del Diritto, per il Regno, mostra già ora il perfezionamento dei sei Giorni della Creazione. Un anziano domanda al  veggente se sapesse da dove fosse venuta la moltitudine [Ap. 7, 13]. Lui nega. La vede bensì salire dalla materia; ma quando giunge davanti al Trono di Grazia, gli è incomprensibile. «Signore, Tu lo sai» [Ap. 7, 14], risponde lui. Ed ora la maestosa Rivelazione del Successo per la Luce:

29. «Essi son quelli che vengono dalla gran tribolazione, e hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Perciò son davanti al trono di Dio, e Lo servono giorno e notte nel  Suo Tempio» [Ap. 7, 14]: E’ ancora, il successo non scritto nella materia, la grande tribolazione vissuta fino in fondo. – I quattro venti che tempestano furiosamente l’uno contro l’altro fanno scaturire qualcosa di terribile, finché il cavaliere bianco consegna la Terra alla fine. – La prima parte dell’Esercizio del Diritto! – Ne seguono ancora tre più difficili.

30. Ma soltanto: «Hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello». Non è una cosa sola? No! Vale come «Egli uscì Vincitore, e  vinse» [Ap. 2,7 – 2,11 – 2,17 – 2,26 -3,5 – 6,12 – 7,21]. Hanno lavato = hanno riconosciuto i peccati nelle lacrime, pronti nella grande tribolazione; resi chiari= solo nel Sangue dell’Agnello, è possibile nella piena riconoscenza del Sacrificio di Ur. E quando succede questo, allora i peccati si mutano in Beatitudine. E perciò davanti al Trono di Dio = davanti al Suo Diritto e davanti alla Sua Grazia, il luogo dato a loro. Il luogo stesso è quello della Beatitudine.

31. «Lo servono giorno e notte nel Suo Tempio» [Ap. 7, 15]. Anche se si dice che l’Eternità non conosce nessuna notte. Soltanto – un possibile Giorno eterno non aumenterebbe di un punto la Beatitudine; la monotonia dovrebbe gravare anche nel Regno. Che questa non esiste, lo dimostra il servizio di giorno e di notte. La differenza esiste nell’Efficacia dell’Anno-Atto-Ur, perché quanto poco esisterebbe sulla Terra giorno e notte se non ci fosse un eterno esempio; così non esiste l’eterno Giorno sognato falsamente!

32. Dalla sera e mattino, da ‘una’ notte, sorse un nuovo Giorno [Genesi 1], è da interpretare qui soltanto nella cornice dell’immagine del tempo. Il Regno conosce dei tempi di un’attesa, una Cura, e tempi del lavoro e dell’attività. Queste  ultime sono i Giorni, i primi le Notti. Malgrado ciò, i figli spirituali sono disposti sempre pronti al servizio per Dio anche nel periodo di riposo. Inoltre, il servizio di giorno è da considerare ancora quello nella Luce, il servizio della notte come quello nella e per la materia.

33. Tempio = Sede della Santità, della Sovranità Ur; a due ranghi, l’Opera di Creazione; veglierà su di loro = il Padrone del Trono veglia su di loro e bada alle loro anime, quando loro – particolarmente nella notte della materia – sono attive per il Trono di Grazia e la Sua Forza del Diritto. «Non avrà più né fame né sete» [Ap. 7, 16]. Su questo Gesù dice: “Poiché il pan di Dio è quello che scende dal Cielo, e dà Vita al mondo” [Giov. 6, 33]. Lui intende Se stesso come il vero Pane di Dio. Chi ha Lui, non avrà fame. La grande moltitudine è nutrita tramite la “Parola” e abbeverata mediante la Grazia di Salvezza [Giov. 1, 1].

34. L’immagine del tempo della fine ha ancora qualcosa di importante: «Non cadrà su di loro il sole né la calura» [Ap. 7, 16]. Inseriti nella grande moltitudine, non c’è bisogno di un’altra via alla materia! Così non li può danneggiare più nessun sole = tirannia mondana, «nessuna calura» = persecuzione di fede, afflizione di ogni genere. «EGLI dimora su di loro, e l’Agnello in mezzo al Trono li pascerà e li guiderà alla Fonte dell’Acqua viva» [Ap. 7, 17].

35. Il veggente ha descritto quasi tutte le visioni in modo scarso: così, si nota, quando in una questione usa due parole: “Pascere” e “guidare” sono perciò due cose. Questo si riferisce anche ai portatori del Fondamento. Dato che la libera volontà per i figli veniva ancorata nella Legge, si trova in un certo senso più vicino all’Impiego del Diritto.

36. Mediante la libera volontà vengono pastorati = possono muoversi liberamente sul pascolo, ma rimangono sotto la Custodia del Pastore. Lui le guida = conduce oltre, quando un pascolo è stato consumato, quando è stato conquistato un gradino. Allora Lui precede verso il gradino successivo più alto e loro vi si lasciano guidare, anche da stella in stella.  Questa è la Condizione che Ur pone a Se stesso, cioè di portare i figli coscientemente viventi, liberamente, alla perfezione di ogni Giorno di Creazione. Quindi il santo Pastore guida il Suo gregge ([Giov. 10,16]: «Ho anche delle altre pecore, che non sono di qeust’ovile, anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore»).

37. Fonte di Acqua viva = ricchezza spirituale; la veste bianca, le palme, ambedue prese dal Tesoro della Corona di Ur. Ora alla fine: «E Dio asciugherà ogni lagrima dai loro occhi» [Ap. 7, 17]. In Verità, qui si apre la terza Camera del Cuore di Ur, con Pazienza e Amore, e l’Opera della Corona della Misericordia, perché la Redenzione, che Ur come ‘Dio in Gesù Cristo’ ha conquistato per i Suoi figli il sesto Giorno della Creazione, con la conclusione della stessa: asciugherà ogni lacrima dai loro occhi!

38. Giovanni ha visto magnificamente il Successo dell’Esercizio del Diritto dai sei primi sigilli, sin dal loro inizio fino al santo finale.

* * *

[indice]

 

Deh, venga meno la malvagità dei malvagi,

 ma stabilisci il giusto;

 poiché sei l’Iddio giusto che prova i cuori e le reni.

Il mio scudo è in Dio, che salva i diritti di cuore.

Iddio è un giusto giudice,

un Dio che s’adira ogni giorno.

Se il malvagio non si converte

 egli aguzzerà la sua spada;

egli ha teso l’arco suo e lo tien pronto;

 dispone contro di lui strumenti di morte;

 le sue frecce le rende infocate.

Ecco, il malvagio è in doglie per produrre iniquità.

Egli ha concepito malizia e partorisce menzogna.

 

[Salmi 7, 10-15]

 

Parte II

capitolo 8

[Ap. cap. 8]

Il settimo Sigillo

 

                      1.           Il mondo non ha dato molta attenzione ai primi sigilli aperti. Anche Israele, eletta come linea di condotta, ha formalmente provocato il Santo Regno. Ma dato che questo non era in genere successo solo in seguito all’influenza oscura, ma anche fortemente per il proprio cattivo istinto, gli accusatori davanti a Dio non devono stupirsi, in qual genere di amara Forza deve aumentare l’Esercizio del Diritto.

                      2.           «E quando l’Agnello ebbe aperto il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa lo spazio di mezz’ora» [Ap. 8,1]. L’apertura di questo sigillo, malgrado non ci fosse da sospendere l’indugio, segue circa duecento anni più tardi. Ma l’esercizio non arriva senza preavviso. Proprio a causa della spanna di tempo più lunga sarà visibile la Mano della Forza di Ur. Indica due vie: quella della salvezza e quella del disastro. Spetta all’uomo, non per ultimo all’oscuro demone, di accettare dall’apertura del sigillo ciò che sarà benedetto o ciò che non lo sarà.

                      3.           L’immagine del sigillo mostra la volontà di condurre alla conoscenza, altrimenti, compensare il demoniaco, fino al punto che non avvenga subito una totale decadenza. Già il fatto che nel Cielo c’era un silenzio, costringe a una riflessione più profonda: un silenzio solenne, di meditazione, perciò santificato, oppure: – segnali di tempesta?

                      4.           Valgono ambedue. Dapprima il silenzio solenne, nel quale i celesti sono radunati nell’adorazione silenziosa della Maestà-Ur.  La Forza del Diritto diventa più raccapricciante più il “peccato contro lo Spirito Santo” si riversa su tutto  il mondo come una fiumana. Contemporaneamente regna un tempo di calma, della raccolta di forze, perché con l’inizio (versetto 6), gli esercenti devono essere ‘preparati’.

                      5.           Perciò non si trova ancora nessun “accusatore” ([Giov. 5,45]: «Non crediate che io sia colui che vi accuserà davanti al Padre; v’è chi v’accusa, ed è Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza»]. [Ap. 12, 10: »Ed io udii una gran voce nel cielo che diceva: ora è venuta la salvezza e la potenza e il regno dell’Iddio nostro, e la potestà del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusava dinanzi all’Iddio nostro, giorno e notte». davanti al Santo Focolare, né quello giustificato, tanto meno quello ingiustificato. Durante la calma, condizionato dal tempo sia spirituale che terreno, l’Onnisanto raccoglie il pro e contro e lo posa nel Suo Fuoco nel Focolare. Quello che ne sorge, diventa evidente. Così intanto riposa apparentemente nel silenzio la Giurisdizione e la Giustificazione = Ur tace;  perciò, per il mondo il “silenzio prima della tempesta”!

                      6.           Una mezz’ora. Che questo non riguarda un tempo terreno, ma di  Grazia, di cui si tratta di un “mezzo tempo di Grazia”, è facilmente comprensibile. Il tempo complessivo di Grazia non è noto ai cattivi. Loro hanno lasciato passare “un tempo e due tempi” ([Daniele 12 7]: «Per un tempo, per tempi e per mezzo tempo!»), senza stenderne una mano. La mezz’ora = un mezzo tempo nella Forza. Questo dura in una vista nel Giorno della Creazione fin dal tempo  adamitico, fino a quello dell’Uomo Gesù. Secondo l’esercizio del Diritto ha ancora un’altra conseguenza, qui solo secondo l’immagine.

                      7.           «E vidi sette angeli che stanno in piè davanti a Dio e furon date loro sette trombe» [Ap. 8, 2]. I principi, i portatori del Diritto delle sante Caratteristiche, come Spiriti, Stelle, Fiaccole e Candelabro. Loro incorporano l’Unità di Ur, la Sua Personalità, la Sua Corona a sette punte. Se compaiono nella Forza unitaria, allora solo quando il settimo Raggio agisce nella Potestà. Questo è avvenuto nella Rivelazione del settimo sigillo.

                      8.           Sette trombe = annuncio della Forza del Diritto che dura fino alla fine; è stato perduto il tempo di Grazia. Si sentono anche, e nessuno si può chiudere l’orecchio. A nessuno sarà una volta possibile di dire alla resa dei conti: “Signore, non sapevo!”, proprio per questo vengono impiegate le trombe, come voci non inudibili.

                      9.           Ancora sono mute, per il momento sono soltanto consegnate, perché la prima immagine di questa seconda visione parziale comprende la preparazione per tutti i fedeli nel Cielo e sulla Terra; tuttavia anche per l’oscurità! Da ciò vale la Forza e la fiducia per i credenti; in più, la speranza che a loro rimanga questo tempo della salvezza di Grazia; per gli altri il contrario! Questa preparazione viene sigillata: resa reale. Sì!

                    10.         «E un altro angelo venne e si fermò presso l’altare, avendo un turibolo d’oro; e gli furono dati molti profumi affinché li unisse alle preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro che era davanti al trono. E il fumo dei profumi unendosi alle preghiere dei santi, salì dalla mano dell’angelo al cospetto di Dio» [Ap. 8, 3-4]. «All’Altare» = al Santo Focolare per eseguire una messa solenne. Soltanto Ur, l’Alto Sacerdote Melchisedec, nella Sapienza e nella Serietà, la esegue. E’ il Suo Sacerdozio!

                    11.         AiutarLo in questo = co-esercitare il diritto; lo può fare soltanto un angelo, il Guardiano al Fiume – Ghihon, presso la seconda Porta. Melchisedec assiste nella Luce della Sapienza all’agire dei credenti e dei miscredenti; la Sua Serietà benedice oppure rigetta; perdona i peccati oppure li conserva; dona la pace oppure li lascia consumare nella discordia, secondo le anime che stanno dinanzi a Lui.

                    12.         Oro = eterna Luce; turibolo = strumento di purificazione. L’oro si riferisce all’autentico Patrimonio celeste della Corona. Viene purificato tutto ciò che giunge davanti al Seggio di Grazia e di Diritto; e non c’è nulla che non venga portato dinanzi a lui. Persino le preghiere di tutti i santi vengono messe con molto fumo nello strumento di purificazione, non per pulirle dalla sporcizia, perché i santi, i volonterosi, sono coloro che riportano a Casa il patrimonio sperperato di Lucifero ([Luca 5,14]: «E Gesù comandò di non dirlo a nessuno. - “Ma va”, gli disse, “mostrati al sacerdote ed offri per la tua purificazione quel che ha prescritto Mosé; e ciò serva loro di testimonianza”.»). Quello che è stato riportato a Casa viene purificato, trasformato di nuovo nella Luce nello Splendore di milioni di Anni Luce e di tutta la Maestosità di Ur.

                    13.         Molto fumo = inafferrabile Clemenza, con cui Melchisedec guarda le azioni d’oltraggio  presentate e pensa di fare di queste, di nuovo, Luce. Questa Clemenza dà il Perdono fedele a coloro che come veri volonterosi si sforzano di sfilarsi la materia. Ma se, come mostra il prossimo atto dell’immagine, si approfitta ingiustamente della Clemenza, compare sul Piano la ricompensa e la riparazione.

                    14.         Il fumo sale = il secondo angelo-Guardiano ha messo tutte le preghiere dei santi dal turibolo d’oro nella Coppa del Sacrificio, che pende sul Fuoco del Focolare e da cui sgorga il fumo. La via della materia, seria intercessione, il dare del proprio ad altri e molto di più, sono sacrifici = il co-sacrificio dei figli del Regno. Dalla mano dell’angelo = dal Diritto santificato. Quindi il fumo giunge davanti a Dio con diritto e giustificato; Lui lo guarda. «Questo Fumo» = perdono confermato.

                    15.         Le preghiere dei santi = le intercessioni. Nessun’altra è così santa come questa. La ‘Preghiera alta sacerdotale di Gesù’ [Giov. 17] è l’Intercessione più imponente; insegna che cosa significa pregare. Ogni richiesta, che si  pronuncia per se stesso, eccetto per il Perdono dei suoi peccati, viene santificata = giustificata, solamente, quando delle intercessioni sono il loro vero motivo di salvezza. Chi chiede il pane, lo deve dapprima fare per tutti i poveri; chi supplica per sé la salute, pensi dapprima agli altri malati.

                    16.         Chi vorrebbe ricevere l’eterna Luce, rivolga dapprima i suoi occhi alla povera oscurità e s’impietosisca del suo pianto dell’abbandono dello spirito. Chi desidera il perdono, perdoni i suoi debitori e chieda il perdono per la colpa altrui presso Dio. Una preghiera diventa così una intercessione santificata e, così, giunge nel turibolo d’oro che non è solamente – come qui nella visione – una comparsa temporale, ma eterna.

                    17.         La preparazione per i credenti è conclusa; a ciò segue quella per i miscredenti, per i debitori dei credenti, per cui una preparazione sorge dall’altra. La dimostrazione: lo stesso angelo continua ad agire! Se ambedue le parti sorgessero separatamente dall’Esercizio del Diritto, ne sarebbero stati impiegati due di angeli. Soltanto, è ancora il Guardiano al Ghihon, che ha da procurare il resto.

                    18.         «Poi l’angelo prese il turibolo e l’empì del fuoco dell’altare e lo gettò sulla terra; e ne seguirono tuoni e voci e lampi e un terremoto» [Ap. 8, 5]. Perché l’angelo riempie un’altra volta il turibolo? Che cos’è del fumo uscito e la preghiera! Perché il turibolo d’oro compare a un tratto, vuoto? Perché il fuoco viene messo proprio nello strumento di purificazione?

                    19.         Con il contenuto della preghiera dovevano essere scoperte tutte le malefatte, per fare della mezz’ora di silenzio celeste, ancora, una mezzo tempo di Grazia. Quindi il turibolo è di nuovo vuoto. Per aiutare, ogni Forza disponibile sta pronta, infine, sulla base del pieno Esercizio del Diritto, cosa che per la materia significa: ‘Giudizio’. Proprio questo viene ora preparato nel turibolo, nello strumento dove vengono raccolti tutti i sacrifici della Luce.

                    20.         Il Guardiano prende al posto del fumo, il Fuoco dell’Altare, dal Piatto d’argento sul santo Focolare, che non si spegne nemmeno durante le ignote Notti della Creazione. E’ una duplice Potenza, Forza, Potestà e Vigore, proprio come il secondo, riempie il turibolo d’oro. La fiamma della più alta Benedizione viene ora scambiata dalla resa dei conti d’Ira più grave, perché l’oscurità ha inghiottito il Sacrificio del Regno, anzi tradito. Quindi il santo Fuoco non la può levare dal pantano, ma questo deve dapprima cadere su di essa.

                    21.         Rovesciare sulla Terra = Terra! Anche qui, di nuovo, la realtà oltre a tutta la materia, sia quella sostanziale come anche l’essenziale dell’oscurità. Rovesciare = non viene fermato più da nulla, soprattutto, che il turibolo d’oro sia svuotato di ogni bene. Questo produce anche il passaggio alla successiva immagine, il cui inizio è la tromba del primo angelo. In modo terreno, questo inizia con la disgregazione delle dieci tribù d’Israele (722 a.C.). Di questo verrà ancora riferito.

                    22.         A questo avvenimento precedono ancora molti guai di natura dolorosissima. Un guaio quadruplice! «Voci, tuoni, fulmini e terremoti»! Ha il suo numero nel fatto, perché gli altri tre guardiani esercitano anche la loro co-funzione, grazie a colui che agisce da solo.

                    23.         Voci = accuse, che gridano al Cielo per via della grande ingiustizia. Le voci diventano tuoni = primi segnali della retribuzione. Anche se al mondo capita molto del male – simbolicamente ad Israele – nessuno ritorna indietro, e sorge il santo temporale. Fulmini = terribili confusioni. Israele batte se stesso e con tutti i popoli. Come i re della Terra studiano sempre nuovi intrighi, così scendono i fulmini della retribuzione, e confondono tutto il loro agire. Come re non sono soltanto intesi tutti i dominatori e governanti, anche altri regni d’influenza.

                    24.         Delle voci d’avvertimento, mandati al mondo, vengono gettati ai venti, i messaggeri perseguitati e uccisi. Nessuno stupore, quando la quarta, la distruzione, la decadenza inarrestabile, non si ferma. Solo ancora una particolare spinta e, sugli Stati minati da scuotimenti, cade la totale distruzione. Terremoti = rivolte, sospensione di ogni Ordine; moralità e decoro diventano sozzura.

                    25.         Non è ancora un ultimo peso; il tempo di Grazia per Israele, per l’umanità, non è ancora del tutto trascorso. Soltanto, il tempo di Grazia non viene accettato, e i terremoti succedono a causa della sospensione di ogni ordine spirituale e di tutti i diritti celesti.

                    26.         «E i sette angeli che avevan le sette trombe, si prepararono a sonare» [Ap. 8, 6]. L’inizio della seconda immagine di questa visione. E’già stato fatto cenno al significato delle trombe. Coloro che abitano sulla Terra non possono chiudersi alla Verità. La Voce del Potere del portatore dell’Ordine mediante la sua tromba, viene presto su Israele, e più tardi anche su tutti i popoli. «E fu grandine e fuoco, mescolati con sangue, che furon gettati sulla terra; e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, ed ogni erba verde fu arsa» [Ap. 8, 7].

                    27.         Il Fuoco gettato sulla Terra dal Guardiano del Ghihon era quello della Santità offesa. Il mondo non può quasi più essere aiutato, a meno ché il Cavaliere bianco (Dio, come Gesù) vien riconosciuto alla Sua Venuta. I Suoi più alti portatori della Dignità, i principi, si sono armati = hanno preso in mano i Segni delle loro Caratteristiche. E già il primo non può più pesare con la sua bilancia; deve soppesare! Un esempio:

                    28.         Ahab, uno degli  ultimi re d’Israele [2.Cron. 18], conosce solamente l’aberrazione e la perfidia, soprattutto bestemmia maligna. Lui viene gettato dalla bilancia. La grandine, oltretutto mescolata con il fuoco = distrugge la casa di Ahab; il suo dominio sta finendo. E mescolato con sangue = le guerre e guerre civili. Questo vale per tutto il mondo.

                    29.         La terza parte degli alberi arsa = fallimenti di Stato e certa scienza; erba = il lavoro degli umili, indegni. Regna il simbolo del Diritto del Giudizio di Dio, finché la Sua Forza viene consegnata a Colui che viene. Alberi come tali = alti, hanno ancora un successo parziale; erba come tale = umili, piccoli, che non hanno nessuna influenza, oppure solo scarsa, sul decorso del mondo e sugli alti.

                    30.         Su Israele si mostra per tutto il mondo il decorso del diritto. Vengono ancora risparmiate due tribù per via del loro compito, cioè: attendere Colui che vuole visitare ‘il popolo’, ‘la Terra’. Soltanto, nemmeno per la Giudea la rovina non si può più arrestare.

                    31.         «Poi suonò il secondo angelo, e una massa simile ad una gran montagna ardente fu gettata nel mare; e la terza parte del mare divenne sangue, e la terza parte delle creature viventi che erano nel mare morì, e la terza parte delle navi perì» [Ap. 8, 8-9].  Grande montagna = alto dominatore; spiritualmente, ‘Ur’, il Quale vuole consumare il mondo antidivino. Per Israele, il re degli assiri, che distrugge la Samaria. Ma anche agli assiri succede la stessa cosa, perché «…si leverà un nazione contro nazione…» [Matt. 24, 7]. Questo era già valido con l’inizio dell’Esercizio del Diritto. “Il principe Michele ha in mano la sua spada” = presa per diritto; solo molto meno per proteggere, piuttosto che per battere.

                    32.         Grande montagna = re; ardente, va con ‘fuoco’ = guerra improvvisa; in mezzo al mare = nell’agire terreno; un terzo diventa sangue = dei popoli sui campi di battaglia; un terzo delle creature viventi nel mare = conducenti e guerrieri; un terzo delle navi va in rovina = collegamento, salvezza, l’aiuto pensato rimane solo con dei successi parziali.

                    33.         Così capita ai popoli che hanno perduto Dio, i cui governi diventano ‘sacchi vuoti’. Anche alla Giudea spetta questo destino. Vengono deportati due volte in Babilonia; poi cadono sotto al dominio egiziano e siriano, finché prima della nascita di GESU’ vengono sottomessi dai romani; dopo, attraverso una totale distruzione (70 d.C.) cessa di esistere come popolo. Il popolo delle dodici tribù ha cessato d’essere.-

                    34.         Poi suonò il terzo angelo, il portatore della Sapienza. Il suo equipaggiamento è la Falce [Ap.14, 15]. Non può fare il raccolto, taglia soltanto  e lascia giacere. «E cadde dal cielo  una grande stella, ardente come una torcia; e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle fonti delle acque. Ed il nome della stella è Assenzio. E la terza parte delle acque divenne assenzio; e molti uomini morirono a cagione di quelle acque, perché eran divenute amare» [Ap. 8, 10-11].

                    35.         L’interpretazione riguardante la stella, per la materia, soprattutto per questo mondo = il Santo manda un’ulteriore visione. Questa cade come una fiaccola che brucia = pericolo inevitabile; sulla terza parte dei corsi d’acqua = propaganda, diverse attività; e pozzi = diverse opinioni, opinioni di fede. Sono talmente arse, che la fiaccola distrugge le loro acque = movimenti distrutti.

                    36.         Inoltre vale ancora: il vero modo di vivere degli uomini è alla rovina, il loro agire è senza contenuto, senza spirito; quasi soltanto materia, che vale     la sostanza grossolana. Qui la stella è l’insegnamento del sostanziale, che appare nella sua sostanzialità come una ‘grande stella nel Cielo’, Cielo = contemplazioni, percezioni; correnti d’acqua = quelli che conducono oltre; pozzi = quelli che rimangono nello smarrimento.

                    37.         Ma quando, dove e come, la stella tocca la Terra = diventa realtà, influenza la vita e il pensare, si mostra ciò che è venuto con lei: assenzio = guai!  Questo rende l’acqua amara = l’insegnamento della sostanza senza lo spirito toglie la Grazia. Chi beve questo insegnamento = accetta, viene inquinato fino alla morte materiale e interiore. Quest’ultima è peggio che quella fisica. La stella Assenzio impedisce la conoscenza e il portare lo Spirito e la Verità.

                    38.         Anche se questo è stato spesso presagito, gli uomini si precipitano su tutto ciò che offre l’insegnamento della sola-sostanza, e credono che una grande stella è caduta su di loro. L’arraffano a sé, e si accorgono solo troppo tardi che hanno perduto lo Spirito, quindi hanno gustato la morte spirituale, con cui la loro vita è diventata amara = miserabile.

                    39.         A questo punto è da illuminare particolarmente ‘un terzo’. Si tratta meno del numero preciso, ma questo terzo ha un  significato unico che riguarda unicamente lo spirituale. Quando Ur ha creato i Suoi primi grandi Spiriti equipaggiati con ricca conoscenza,  Egli aveva elevato Sadhana di fronte a Sé come negativo santificato dell’Opera. Dalla dominante Polarità di Potere ha lasciato sorgere in lei un terzo del Potere dell’ Opera in perfetta incorporazione, mentre due terzi ricaddero sui sette Spiriti.

                    40.         Queste parti – l’una e i due terzi – stavano sempre bene reciprocamente, ma durante la prova della libertà della Creazione, come combattenti. Sadhana cercò di afferrare l’intero Potere e – cadde nel suo intento “di essere simile a Dio” [Gen. 3,5]. Con ciò cadde anche un terzo del Potere dell’ Opera, sia come figura dell’essere personale [Gen. 2,7], come anche di Forze dal decorso dell’Opera.

                    41.         Ha trovato l’incorporazione nella materia, anche là in forma di esseri e forze. Se questo terzo spezzato, appunto doveva venir di nuovo elevato alla consapevolezza di Vita, allo Spirito, potevano avvenire solo due cose: o Lucifero riconosceva di nuovo il Regno, prima della prigionia nella materia, oppure doveva essere battuto! = la Forza del Diritto doveva giungere all’Esercizio! E’ successa quest’ultima cosa, che si riferisce anche a ciò che è stato annunciato in tutte le visioni di Giovanni, il sempre ripetuto: “un terzo fu battuto!”.

                    42.         Il quarto angelo. La sua tromba, la voce del Diritto, può essere bensì venir ignorata, ma mai non sentita. «E la terza parte del sole fu colpita, e la terza parte della luna e la terza parte delle stelle affinché il giorno non risplendesse per la sua terza parte e lo stesso avvenisse della notte» [Ap. 8, 12].

                    43.         Anche se l’interpretazione vale dapprima per l’essenziale, non rimane comunque senza effetto per il materiale. Proprio il quarto angelo con il suo segno “Torchio”, che torchia per il vino buono o inutilizzabile, fa cadere la sua forza dalla Serietà sacerdotale l’Esercizio del Diritto sulla progenie rovinata della Terra.

                    44.         Sole = guide, monarchi, presidenti del mondo, portano poca chiarezza, non guidano i popoli sui monti della purezza; così vengono «oscurati per un terzo = anche abbreviati. Esistono solo raramente dei lunghi tempi di governo; nel loro oscuramento mancano la via. Come i governanti, così i popoli, che servono volontariamente tali governi. Vengono battuti persino nel personale. Compaiono dei dominatori sempre meno spirituali e meno sani fisicamente. Qui è intesa l’intelligenza del pensare.

                    45.         Così pure vengono battuti i popoli, abbreviato il loro tempo, oscurato, cosa che conduce all’ulteriore peggioramento di Verità e Diritti di vita. Invece della giustizia, regna disonestà, e uno fa come l’altro, persino superandolo, perché la luna = il popolo dice: se così agiscono i grandi e i ricchi, lo possiamo anche noi. La luna segue quasi il sole.

                    46.         Non diversamente «le stelle» = dei capaci, i ‘luminari del mondo’. Alcuni tendono a servire l’umanità, ma quasi mai il Cielo = Verità. Anche per loro vale “il terzo della parte della caduta”. Così la maggior parte rimane non benedetta, per se stessa, per il Sole, soprattutto per la Luna. Perciò il loro giorno = conoscenza, la loro notte = ambizione coperta, guadagno mancato per un terzo.

                    47.         «E guardai, e udii un’aquila che volava in mezzo al cielo e diceva con gran voce: ‘Guai, guai, guai a quelli che abitano sulla terra, a cagion degli altri suoni di tromba dei tre angeli che debbono ancora suonare’!» [Ap. 8, 13]

                    48.         Che si veda quest’angelo, è spiegabile; che lo si senta volare, è un’altra faccenda. Il battere d’ali di un uccello si sente solamente quando passa basso sulla Terra. L’angelo vola quindi, raso terra = il suo tempo è venuto molto vicino. Giovanni vede contemporaneamente l’Incarico, e sente il comando che dev’essere esercitato.

                    49.         In mezzo al Cielo = il Libro di Grazia viene tagliato, la Luce per la Terra divisa in due parti. Chi la riconosce, viene illuminato dalla parte superiore e benedetto; chi la respinge e si distoglie, deve far passare su di sé la parte inferiore = al di sotto del Patto di Grazia nell’oscurità e nella distruzione.

                    50.         A gran voce = a questo punto, la Forza del Diritto che entra con le tre successive trombe, annunciata  come triplice guaio. Quelli sulla Terra = che si mettono a disposizione alle potenze esteriori, alla forza di spinta della materia, all’insegnamento della sola-sostanza, che servono loro; abitano = che sono attaccati al sostanziale grossolano, senza conoscenza e senza riconoscenza dell’Insegnamento di Dio, dello Spirito.

 

*  *  *

[indice]

 

«O Dio delle vendette, o Eterno, Iddio delle vendette,

apparisci nel tuo fulgore! Levati, o giudice della terra,

rendi ai superbi la loro retribuzione!

Fino a quando gli empi, o Eterno,

fino a quando gli empi trionferanno?

Si espandono in discorsi arroganti, si vantano tutti

questi operatori d’iniquità.

Schiacciano il tuo popolo, o Eterno,

e affliggono la tua eredità.

Uccidono la vedova e lo straniero, ammazzano gli orfani,

e dicono: L’Eterno non vede, l’Iddio di Giacobbe

non ci fa attenzione.

Abbiate intendimento, voi gli stolti fra il popolo!

E voi, pazzi, quando sarete savi?

Colui che ha piantato l’orecchio non udirà egli?

Colui che ha formato l’occhio non vedrà egli?

Colui che castiga le nazioni non correggerà,

egli che impartisce all’uomo la conoscenza?

L’Eterno conosce i pensieri dell’uomo, sa che sono vanità»

 

[Salmo 94, 1-11]

 

Parte II

Capitolo 9

[Ap. cap. 9]

La preparazione per i credenti e gli infedeli

Il primo tempo passato e la sua espiazione

 

1.                 Alle sette immagini della seconda visione parziale ne seguono due, che mostrano il primo tempo passato in retrospezione e nell’avvenimento del tempo insieme all’espiazione. Di per sé stanno isolati, trattano però dell’ultima durata di vita della Giudea, come nell’insieme del mondo avanti Cristo.

2.                 «Poi sonò il quinto angelo, io vidi una stella caduta dal cielo sulla terra; e ad esso fu data la chiave del pozzo dell’abisso» [Ap. 9, 1].  Anche qui Giovanni vede dapprima la causa dell’aldilà e poi la conseguenza. Guidato e tratto dall’immenso gioco comune di ambedue Fondamenti della creazione, il quinto principe della Luce come ‘portatore della Pazienza’, ‘portatore del Calice’, colui che suona la tromba per questa immagine.

3.                 La causa del Giudizio è la prima figlia, ma la personale cattiveria dei mondani non è da meno. Sono certamente portatori di più bacilli, mentre Lucifero nel senso è il bacillo, il germe patogeno. Ur ha una Pazienza infinita per aiutare il caduto. L’Esercizio del Diritto e l’ultima resa dei conti del Giudizio rimangono l’Aiuto maggiore; in questi si rivela anche la più grande Pazienza.

4.                 L’attuale stella non identica con la precedente “caduta stella dal Cielo”, è Sadhana, la più grande Luce del Cielo. Caduta dal Cielo = decaduta da Ur e dalla propria destinazione. Sulla Terra = caduta reale. La Luce della stella è diventata una luce smarrita. La fede degenera in non fede o superstizione. Su questa si edifica più saldamente, perché apparentemente offre più opportunità terrene che una fede in Dio. Qual luce d’errore rovinosa!

5.                 «Ad esso fu data la chiave del pozzo dell’abisso». Dapprima non esisteva nessun ab-bisso, è sorto dopo la battaglia fra Michele e Lucifero. Quest’ultimo, poi, ottenne il luogo dove poteva rimanere. Difficile da comprendere, perché gli era ora data la chiave per questo abominio che può aprire.

6.                 E la Pazienza Ur? Se a Lucifero stesso non fosse stata data la chiave per il suo abisso, nessun figlio della Luce lo avrebbe aperto. Ma se non venisse mai aperto, nessun prigioniero potrebbe arrivare alla Redenzione, perché solamente al proprio esaurimento poteva seguire un libero ritorno. Che di fronte a questo ritorno sulla via della santa-nascosta Grazia del Patto stava il Sacrificio di UR , è una questione del tutto a sé. Riceverete ancora la sua spiegazione particolare.

7.                 Satana deve aprire con la forza il proprio reame, per liberare le forze a lui rimaste per l’esaurimento. Dal Cielo =  Fondo Ur; sulla Terra = nella materia; la chiave = la possibilità data; pozzo = potere per l’influenza; abisso = profondità d’inferno; aprire = diventare attivo. L’influenza di questo pozzo non si esaurisce così rapidamente, perché :

8.                 «E dal pozzo salì un fumo simile al fumo di una gran fornace; e il sole e l’aria furono oscurati dal fumo del pozzo» [Ap. 9, 2]. – Invece dell’acqua arriva il fumo = avvelenamento ; grande fornace = dimensione, anche apostasia. Da quando esistono uomini, già prima di Adamo, Satana poteva far valere la sua influenza, perché in questo senso doveva sentire prima la Vittoria della Luce.

9.                 Che gli fosse possibile oscurare il Sole = di porre resistenza, sta nel processo di svolgimento della lotta fra la Luce e la tenebra. La pura Dottrina rivelata da Dio per ogni formazione d’uomo vale nel senso dell’immagine come Sole = Luce Ur;  fu oscurata.  Dio deve aver detto …: Aria = Vita dall’Insegnamento, osservanza dei santi Comandamenti. L’aria significa qui, come questo Sole profondamente spirituale, ‘l’Atma Ur’; questo venga coperto, reso irriconoscibile.

10.            «E dal fumo uscivano sulla terra delle locuste; e fu dato loro un potere pari al potere che hanno gli scorpioni della terra» [Ap. 9, 3]. Dalla miscredenza e superstizione provengono cattivi istinti, prevalentemente contro l’onore, l’amore e la vita. Un’anima senza fede ha poca comprensione per l’onore dell’altro, per il puro amore, ancor meno per il diritto alla vita. Locuste = devastatori, divoratori, non solo fisicamente!

11.            Anche il popolo nel quale il mondo doveva sperimentare il suo processo di libertà, guarigione ed elevazione a Dio, ha molto fallito. I suoi servitori, coloro che hanno influenza, i potenti, i forti, i grandi, stanno all’ombra di miserabili luci regali. L’irriverenza, il disamore e il disprezzo per la vita umana, sono i tre grandi istinti di base del mondo, da cui scorrono tutti gli altri sciami di locuste.

12.            Anche se come scorpioni = pungono, agiscono mortalmente, sottostanno al Comando della Luce. «E fu loro detto di non danneggiare l’erba della terra, né alcuna verdura, né albero alcuno, ma soltanto gli uomini che non avevano il suggello di Dio in fronte» [Ap. 9, 4]. Intanto qui valgono come erba = onore, verde = amore, albero = vita. Nonostante il demonismo abiti presso tutte le luci, ancora onore, amore e vita; e il divieto si riferisce all’etos spirituale dei sigillati, che ha contrassegnato Dio, ma nessun potere d’uomo. Tutti gli altri senza il suggello di Dio verranno colpiti, indifferentemente da quello per ciò che si spaccino.

13.            Malgrado la porta aperta dell’abisso, l’Opera del Regno rimane sovrana. Può essere danneggiata, ma non trattenuta. Se già al tempo dell’immagine il Cielo presso le Luci sulla Terra non era morta, così nemmeno più avanti l’Influenza santa e santificata  potrà essere limitata. L’onnisanto Portatore del Sacrificio, ‘Gesù’, dice: [Giov. 5,41] “Non prendo onore dagli uomini”. – [Giov. 8,50] “Non cerco la Mia Gloria; ma c’è Uno che la cerca e la vede!”. – Ancora: [Giov. 11,25]Io sono la resurrezione e la vita”. – [Giov. 5,41]: “Io non prendo gloria dagli uomini”; [Giov. 8,50]: “Allora essi presero delle pietre per tirargliele, ma Gesù si nascose ed uscì dal tempio”; [Giov. 11,25]: “Gesù disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà”. L’insegnamento e la redenzione di GESU’ per la Gloria e la Vita è l’Amore!  

14.            In questo Altissimo, l’abisso non ha nessuna parte. Perciò alle «locuste» = a tutte le macchinazioni oscure viene comandato l’arresto dai portatori dei Sigilli. Sigillo = Conservazione da Dio; fronte = alta etica spirituale. «E fu loro dato di non ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi e il tormento che cagionavano era come quello del prodotto da uno scorpione quando ferisce un uomo» [Ap. 9, 5].

15.            Non uccidere! Il ‘Santo’, il Cui Comandamento dice: “Non uccidere”, non si contraddice! Nell’uomo, malgrado nell’aumentata pietrificazione dell’animo, rimane sveglia una voce, che non si esaurisce mai del tutto. Soprattutto prima del morire, la coscienza si apre di nuovo con vigore. Finché questa non è stata uccisa, fino ad allora la via del ritorno rimane aperta. Questa è la segreta Grazia del Patto, il cui agire primordiale, potente, conviene quasi riconoscere. Ma con il comando alle locuste è però manifesta.

16.            A loro fu dato = devono agire nella Legge della Condizione della Grazia del Patto, inconsapevolmente, ma guidate dal Testimone fedele e verace. Tutti i grandi e piccoli sulla Terra, che non si sforzano per il sigillo, vengono torturati per via della loro vita scellerata: è la coscienza, il tormento della loro irrequietudine di giorno e di notte; contemporaneamente, il loro terribile tendere ad un alto stato, guadagno, di danneggiare e di opprimere il prossimo, ovunque questo sia possibile.

17.            Anche qui predomina l’interpretazione spirituale, la quinta tromba, cinque mesi = tempi senza pace, gioia, quiete, felicità e fede. Possono susseguirsi oppure anche scorrere l’uno accanto all’altro, secondo come l’uomo ci si solleva contro Dio. Terrenamente, e nel decorso degli avvenimenti, dell’immagine sono cinque tempi limitati, che devono sperimentare sia Giuda come simbolo, ma anche il mondo; dalla disgregazione d’Israele fino alla deportazione a Babele, prigionia; nuova deportazione; ed il tempo fino alla supremazia egiziana.

18.            Come se degli scorpioni battessero gli uomini = esposti al destino. Non è ancora il culmine, in cui i popoli salgono e scendono come Stelle cadenti. «In quei giorni gli uomini cercheranno la morte e non la troveranno, e desidereranno di morire, e la morte fuggirà da loro» [Ap. 9, 6]. – In quei giorni = evidenza, consapevolezza; cercare la morte = uccidere in sé delle voci scomode, la Voce di Dio che parla in loro. Soltanto, a questa Voce fanno della violenza inutile. Cercano invano la morte.

19.            Cercano anche la morte del corpo; possibilmente nel genere più scarso, perché ogni morte sembra per loro la più difficile; e con tutti i terrori di morte, non sono comunque morti. Durante il secondo e ‘quarto mese’ della prigionia in Babele (come ovunque) sono quasi sempre i grandi e i ricchi, che cercano volentieri di morire. Negli altri tempi lo vuole di nuovo il povero popolo, troppo sovente schiavizzato dai propri superiori. L’immagine si ripete inoltre nella dimensione più ampia durante la terza parte della Rivelazione, nell’ “ulteriore Esercizio del Diritto”.

20.            «Le cavallette (locuste) sono come i cavalli che sono pronti alla guerra; e sul loro capo come delle corone, simile all’oro, e il loro volto simile al volto d’uomo» [Ap. 9, 7]. – Al contrario dei cavalli mostrati prima, viene impiegata la parola ‘ross’. Nel senso dell’immagine anche il cavallo (‘Ross’=cavallo, in ted.) è  una Forza, ma una minore, demoniaca, cosa che dimostrano le cavallette «simili ai cavalli». Istinti animali diventano forti, cosa che significa anche il sorgere di guerre. Perciò ‘che sono pronti alla guerra’.

21.            Sul loro capo come corone = ricevono il dominio; ma solo come = provvisoriamente; simile all’oro = sembra autentico. Ma ‘simile’ all’oro come corone, quindi non autentico, solo apparente. L’apparente dominio non viene lasciato a nessuno che lo porta anche per un tempo come una corona. Questo è confermato con: il loro volto simile al volto d’uomo = finto, immenso inganno.

22.            Parlano nel ‘nome dell’umanità e del suo diritto!’. Portano la maschera di un volto dignitoso, dell’onestà e della fedeltà al governo; ma nell’interiore sono colmi di bramosia brutale, brama despiritualizzata e istinti, che sono saliti dal pozzo dell’abisso e ne saliranno ancora. Persino nel nome della ‘Santità’ vogliono dimostrare, che agiscono umanamente; ma il fumo del grande forno = oscurità dell’inferno, domina i loro cuori.

23.            «Ed avevano dei capelli come capelli di donne e i denti erano come denti di leoni» [Ap. 9, 8]. – Capelli = lunghi, sinuosi; s’intendono di guadagnare tempo, danno promesse che non vengono mantenute. Come capelli di donne = possono voltarsi e girarsi, il loro braccio arriva lontano; denti come leoni = brutali, senza coscienza, la coscienza viene oppressa con violenza; inoltre: la loro cattura macina, come il leone mangia la sua vittima. Onore, amore, vita, valgono come nulla. I sofferenti sotto questo terrore sospirano e si lamentano: Oh Signore, quanto tempo ancora?

24.            «E avevano degli usberghi come usberghi di ferro; e il rumore delle loro ali era come il rumore di carri tirati da molti cavalli correnti alla battaglia» [Ap. 9, 9]. – Usberghi (corazze) = privilegio, si circondano con la loro legge di Stato; di ferro = inflessibile durezza. Il grido per la Misericordia non penetra attraverso la legge ferrea, su cui si sfracella il diritto dei poveri, la protezione dei calpestati. Rumore come carri = esclamare: noi vogliamo il meglio! Ali = si sollevano senza scrupoli al di sopra della loro infrazione del diritto, sulla smisurata sofferenza di intere nazioni.

25.            Carri di molti cavalli = velocità, perseveranza nella politica e nel giudizio; generalmente da forza inferiore, perché:  corrono alla guerra =  scongiurano la non-pace, guerra civile e di popoli. Sì, vi accorrono. Nella bramosia di adulare il loro potere, corrono anche nel braccio della propria infelicità. Nessuna guerra ha ancora portato la pace! Questo farà dei cerchi sempre più ampì. Lo dimostra ciò che segue.

26.            «Avevano delle code come quelle degli scorpioni e degli aculei, e nelle code stava il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque mesi» [Ap. 9, 10]. – Coda = cattiva fine; inoltre, ritirare la coda, coprono la loro intenzione; con aculei = malizia,  perfidia. Una fine di guerra è anche una coda con l’aculeo; il vincitore opprime il vinto per trionfo, per paura, ed il vinto studia vendetta. I cinque mesi si riferiscono a ciò che è già stato detto.

27.            «Avevano come re sopra di loro l’angelo dell’abisso, il cui nome in ebraico è Abbadon (perdizione), in greco Apollion (sterminatore). Il primo guaio è passato, ecco, vengono ancora due guai dopo queste cose» [Ap. 9,11-12]. – L’angelo dell’abisso è Lucifero, nel suo mondo  un “re, del suo piatto di lenticchie”. Abbadon, Apollyon = figlio dell’oscurità, rovina. Domina quegli uomini che sciamano come locuste contro la Luce. Ma a loro sono concessi solamente il tempo e il potere nel pareggio dei due Fondamenti della Creazione. I due nomi indicano qualsiasi mimetizzazione.

28.            La prima voce di guaio, inoltre, comprende il grande avvenimento, ma tutti i tre guai riempiono la seconda, la terza e la quarta parte della visione principale, per cui il primo guaio mantiene la sua forza nella futura nona immagine del tempo, che va fino alla fine della Giudea. Il secondo guaio si estende fino alla fine dell’Esercizio del Diritto (/1914 ?).

29.            Fra il secondo dominio babilonese ed egiziano sulla Giudea  si è adempiuta l’ottava immagine del tempo. La nona sale nel Cielo come un immagine di stella, a cui molti uomini concedono l’influenza di Forze. Non hanno del tutto torto. –

30.            Il sesto angelo suona la tromba. Il portatore dell’Amore nel Segno della ‘Croce’. Quanto è strano che ottiene la Misericordia, che ha il suo proprio portatore. Giovanni «sente una voce dai quattro angoli dell’Altare d’oro davanti a Dio» [Ap. 9,13]. – Ur: Creatore-Fedeltà, Sacerdote-Verità, Dio-Amen, Padre-Imanuel! Solo la Sua Voce può penetrare dai quattro Angoli dell’Altare – dall’altissima santa Entità Quadruplice, della sovranità-Ur del Potere, della Forza, della Potestà e del Vigore. Altare d’oro = autentico, nobile Protezione del Diritto, in particolare nel regnante Esercizio del Diritto.

31.            Il Signore del Regno comanda al sesto principe di Luce: «Sciogli i quattro angoli che son legati sul gran fiume Eufrate» [Ap. 9,14]. – Con questi angeli non si fa riferimento ai quattro angeli-guardiani (4 animali), ai quattro Fiumi. Dapprima deve essere riconosciuto il fiume Eufrate. Questo significa, come già rivelato, le quattro Camere del Cuore di Ur, il santo Principio di Padre della Misericordia, che questi angeli rappresentano durante la durata dell’immagine. Sono il Perdono, la Liberazione, l’Elevazione e la Ricompensa.

32.            Li deve sciogliere il portatore dell’Amore = lasciarli liberi per l’atteggiamento; poiché, essendo stati attaccati all’Eufrate, il flusso del Padre = attivi solo per la Misericordia, che come Caratteristiche possedeva il  Dominio su loro, potevano ora istituire il Perdono, la Liberazione, l’Elevazione e la ricompensa, anche se questo non è sempre il caso.

33.            Ora è cambiato. Gli uomini e il loro re Abbadon hanno invertito la riprovevole lotta contro Dio e, per via dell’offesa, alla santa Misericordia, il rapporto di questa Caratteristica verso i quattro angeli. Perciò, per il mondo vengono sciolti così = non devono comparire per Misericordia, sono temporaneamente ‘sciolti dalla loro funzione’, per quanto si tratta dei caduti e infedeli, e cioè, intanto fino alla fine dell’immagine di questo tempo, quindi fino al Ritorno del Re Ur-Imanuel sulla Terra!

34.            «E furono sciolti i quattro angeli che erano stati  preparati per quell’ora, per quel giorno e mese ed anno, per uccidere la terza parte degli uomini» [Ap. 9, 15].  – Detto in anticipo: le locuste dovevano solo far soffrire; gli angeli devono uccidere, di nuovo una terza parte, con cui il Potere del Regno, e ciò che gli è riservato diventa nuovamente evidente.

35.            La morte, intesa qui come quasi ovunque nella Rivelazione, è la seconda [Ap.21, 8], l’abbandono dello Spirito. Su questa, l’oscurità non ha nessun potere. Se a questa segue una volta un risveglio, viene mostrato più avanti. L’immagine, interpretata in modo terreno, si riferisce alle ultime guerre nella Giudea e del tempo di allora, in cui un terzo degli uomini morì facilmente. Anche dei figli della Luce cadono sotto la ‘verga dei quattro angeli’, naturalmente solo per via della liberazione. Ai ‘senza spirito’ l’effetto dell’immagine porta il luogo al di sotto della voragine.

36.            Le indicazioni del tempo non si dischiudono facilmente. Il sesto principe al discepolo preferito di Gesù fa vedere di più di come tutti i veggenti hanno mai percepito in questo senso.  Qui sia dapprima il discorso dell’Anno. La terza Entità di Dio nella Pazienza e nell’Amore domina nel terzo Anno-Ur. Quello dell’ Atto. Ed è inteso lo stesso. Al mese = il Primo dell’Anno-Atto; al Giorno = il sesto di questo mese, quel Giorno, in cui nel Segno della Croce è stato acceso il sesto Candelabro. In questo Giorno è accaduta la caduta sin dalla sesta ora. In questa avviene l’ultimo distacco; e l’ultima epoca adamitica dura circa seimila anni.

37.            L’ora del distacco è però la quattordicesima (Il tempo del distacco insieme: 1° tempo = la prima Terra; 2° tempo = prima di Adamo; 3° tempo: il tempo da Adamo fino a Cristo; un mezzo tempo: da Cristo fino alla fine della materia. Su questo le indicazioni bibliche, (tra l’altro Ap. 11,2; - 12,6 e 14; - Dan. 7,25; - Giac. 5,17.). Tutte le sette Caratteristiche nell’Entità positiva e negativa come Cherubino e Serafino sono partecipi come simbolo della Persona-Ur. Questa è l’indicazione del tempo  per il mondo che sorge da quello spirituale e cioè: la Nascita di Cristo, con il grande ombreggiamento di Adamo, alla fine da quel momento, in cui la Giudea ha rinunciato lei stessa al diritto del Regno spirituale (14 ore sono anche da intendere come 14 stazioni d’aiuto, nella fede cattolica, come i 14 aiutanti nella miseria.)

38.            La terza parte riguarda lo svelato, ma anche il terzo periodo, quello adamitico fino a Gesù. «E il numero degli eserciti della cavalleria era di venti migliaia di decine di migliaia; io udii il loro numero» [Ap. 9, 16]. – Il popolo viaggiatore sono gli equipaggiati, qui le masse, che si conquistano il loro presunto diritto con la violenza, strappano a sé il potere e il governo. Giovanni sente il loro numero, ma il materialmente lo può nominare solo nella circonferenza, a meno che lo si chiami ‘Eone’.

39.            «Ed ecco come mi apparvero nella visione i cavalli e quelli che li cavalcavano; avean degli usberghi di fuoco, di giacinto e di zolfo; e le teste dei cavalli erano come teste di leoni, e dalle loro bocche usciva fuco e fumo e zolfo» [Ap. 9, 17]. – Cavalli nella visione = stanno prima arrivando; ma vide = passato; su di loro stavano seduti = precise intenzioni; i loro usberghi = l’inesorabilità; di fuoco = bruciare il diritto e la Verità; giacinto = il diritto sfracellato degli oppressi; di zolfo = il diritto della fede soffocato.

40.            Cavalli = forza bassa; testa di leone = masse, nel riflesso del mondo prevalentemente i potenti con mentalità bassa, animalesca; bocca = lingua, seducendo i popoli; viceversa: i popoli dominano nel modo rivoluzionario (con urla) il loro tempo ed i grandi e coloro che hanno l’influenza. Il fuoco di tale lingua = guerra, demonìa, vendetta; il fumo = annebbiamento della Verità del diritto e della libertà; Zolfo = soffocamento di ciò che era predetto. Insieme: crollo dei potenti e dei loro popoli nella rovina mortale.

41.            Questo avvenne press’a poco con tutti i popoli e questo succede fino all’ultimo raccolto del Regno. «Da queste tre piaghe: dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalle loro bocche fu uccisa la terza parte degli uomini» [Ap. 9, 18]. – La ripetizione conferma qui l’abnorme e assoluta gravità.

42.            «Perché il loro potere era nella loro bocca e nelle loro code; poiché le loro code erano simili a serpenti ed avevano delle teste e con esse danneggiavano» [Ap. 9, 19]. – Potere nella bocca = arte di seduzione, influenza costringente e raggirare la legge dell’amore; code simili a serpenti = gravi conseguenze dopo che avevano finito di parlare. “Il serpente era il più astuti di tutti gli animali sul campo”. [Gen. 3,1]. Perciò molto danno! Le code hanno delle teste = provvisti con autorizzazione di grandi poteri, collaboratori, della bocca = superiore.

43.            «Il resto degli uomini che non furono  uccisi da queste piaghe, non si ravvidero delle opere delle loro mani sì da non adorar più i demonì e gli idoli d’oro e d’argento e di rame e di pietra e di legno, i quali non possono né vedere, né udire, né camminare; e non si ravvidero dei loro omicidì, né delle loro malìe, né della loro fornicazione, né dei loro furti» [Ap. 9, 20].

44.            Il resto degli uomini = che promuovono l’ingiustizia tramite il silenzio; non fanno penitenza = come pure adoratori di Abbadon con il discorso: “Non possiamo farci nulla; siamo senza colpa. Sono i corsi del tempo...”. Ma incassano pure il guadagno mondano.

45.            Per le opere delle loro mani = tutto il loro guadagno insieme alla malvagità tollerata; adorare gli idoli = i loro sensi sono rivolti solamente al mondano, cedono ai loro istinti, anche per e contro il mondo, secondo come serve alla loro ricchezza, reputazione o alla loro violenza.

46.            Cinque idoli predominano: d’oro, d’argento, di ferro, di pietra e di legno, il cui dominio viene riconosciuto e sostenuto. Questi sono mammona, influenza, violenza, disamore, infrazione di parola e di fedeltà. Da ognuna di queste cinque potenze del mondo fuoriescono ancora altri come quattro istinti principali come: omicidio, magia, prostituzione e rapina.

47.            Questi sono anche oppressione, inganno, saccheggio e furto della vita, dell’onore, della fede e dei beni. L’oppressione è come un omicidio. Naturalmente precede la morte del corpo, sotto cui, visto severamente, cade anche un’esecuzione. Chi non può creare nessuna vita, non ha nessun diritto di distruggerla! Si dovrebbe di più provvedere al ritorno.

48.            Magia = inganno, danneggiare coscientemente altri, creandosene un vantaggio. Prostituzione = va pari passi generalmente con il saccheggio, soprattutto dei puri benedetti da Dio, degli istinti dati agli uomini. Propriamente, la distruzione di purezza e castità mediante la prostituzione, è uno dei più gravi servizi agli idoli. Il furto è in sé la rapina di proprietà altrui, ma qui, prevalentemente, la proprietà interiore. Furto d’onore e di fede vengono puniti da Dio più pesantemente che il rubare di beni mondani.

49.            Per tutto questo, ogni anima che serve Abbadon e i suoi idoli, deve giustificarsi e prendersi la responsabilità. Si vedrà in seguito ciò che sarà di loro.

 

*  *  *

[indice]

 

«Tu non prendi piacere né in sacrificio né in offerta;

tu m’hai aperto gli orecchi.

Tu non domandi né olocausto né sacrificio per il peccato.

Allora ho detto: Eccomi, vengo!

Sta scritto di me nel rotolo del libro,

‘Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà’

e la tua legge è dentro al mio cuore’.

Io ho proclamato la tua giustizia nella grande assemblea,

ecco, io non tengo chiuse le mie labbra, tu lo sai, o Eterno.

Io non ho nascosto la tua giustizia entro il mio cuore,

ho narrato la tua fedeltà e la tua salvezza;

non ho celato la tua benignità

 né la tua verità alla grande assemblea.

Tu, o Eterno, non rifiutarmi le tue compassioni,

la tua benignità e la tua verità

mi guardino del continuo!»

 

[Salmo 40, 7-12]

 

Parte II

Capitolo 10

[Ap. cap. 10]

Il Potere del Diritto del libro e la Sua Conservazione

 

1.                   La terza visione della seconda parte dell’Apocalisse contiene nuovamente quattro immagini del tempo, le cui prime due riguardano il Potere del diritto del Libro e la Sua conservazione. Giovanni diventa lo straordinario annunciatore, come il salmista, egli non nasconde davanti alla grande comunità la Giustizia, la Verità, la Bontà e la Fedeltà di Dio.

2.                 Sia detto ancora una volta, che le quattro parti principali dell’Apocalisse formano l’una dopo l’altra una compattezza, che riguarda anche la visione parziale e la singole immagini del tempo. Ogni immagine ha il suo preciso inizio e, nella cornice dell’avvenimento del tempo, anche la sua fine. Le sequenze però, che risultano dagli avvenimenti, hanno l’ulteriore effetto nelle successive immagini del tempo nella loro visione parziale.

3.                 Soprattutto l’inizio del tempo in quello del diritto ha un certo pre-ombreggiamento, perché – per quanto si tratti dell’Apocalisse di Giovanni – l’origine degli avvenimenti celesti e terreni si trovano nella caduta. Rimane comunque un’irradiazione delle immagini del tempo malgrado la limitazione, per cui le piaghe continuano rafforzate, finché la santa Mano del diritto mette la Sua Fine redentrice nell’insieme del finale.

4.                 Dalla visione parziale precedente si  poteva vedere, che il popolo dei popoli, come anche il mondo, ha rinunciato al Diritto-Ur e ed al Diritto di Grazia. Non si trovava nessuna via libera, che avrebbe potuto ancora pareggiare l’ingiustizia prima del Compimento terreno del Sacrificio-Ur.

5.                 La terza visione parziale comincia con la nascita di Gesù ed un breve tempo antecedente, per non dover iniziare con la Nascita una visione più forte. Ancora lo sanno soltanto i quattro grandi gruppi di angeli ciò che farà scaturire la nascita del Santo nella più profonda profondità, perché “l’Arco del Patto e della Grazia del Cavaliere bianco” sin da prima era stato eretto anche su ogni Esercizio del Diritto. Chi lascia regnare in sé solamente lo Spirito, lo può in parte riconoscere.

6.                 Per creare l’eterno Pareggio, quello giusto, espiando, redendo, molto era stato preposto alla ‘Nascita’. L’Onnipotenza di Ur è così infinitamente maestosa, che era giustificato considerare la ‘Nascita dell’Amore’ come il ‘Sacrificio compiuto’.

7.                 Non è però soltanto da fare – anzi, da concedere – l’ultima infrazione della libertà, per questo precedeva come parte costituzionale della Nascita dell’Amore-Ur un complessivo Raggio di Grazia. Di questo si tratta nelle due immagini: il Potere del Diritto e della sua Conservazione.

8.                 «Poi vidi un altro angelo potente che scendeva dal cielo, avvolto in una nuvola, sopra il suo capo era l’arcobaleno, la sua faccia era come il sole, e i suoi piedi come colonne di fuoco, e aveva in mano un libricino aperto; ed egli posò il piè destro sul mare e il sinistro sulla terra; e gridò con gran voce nel modo che rugge il leone; e quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire le loro voci» [Ap. 10, 1].

9.                 L’angelo è un avvolgimento, perché forte = il più alto Potere del Regno, che cela ancora altro che finora la Forza del Diritto. Perciò ‘un altro’ angelo, questo non si riferisce ad uno che dà il cambio al precedente, ma che annuncia qualcosa del tutto diverso. Dal Cielo = il Regno della Veracità; disceso = pietosamente piegato; vestito con una nuvola = Splendore e Missione velati, cosa che significa ancora, che sotto la veste di nuvola è attivo ancora un altro Spirito.

10.            Capo = Altezza superiore; su questo, un arcobaleno = Arco del Patto e della Grazia, posto al di sopra di tutto ([Gen. 9,13-15]: «Io pongo il mio arco nella nuvola, e servirà di segno del patto fra me e la terra. E avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al disopra della terra, l’arco apparirà nelle nuvole e io mi ricorderò del mio patto fra me e ogni essere vivente d’ogni carne, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni carne»); il volto era il Sole = il Suo vedere pura Luce; i suoi piedi = Diritto e Giudizio, in collegamento con quello come colonne di fuoco = Santità e Giustizia. Nella sua mano = Spettanza, attività; libretto = parte del grande Libro; aperto = il suo contenuto entra in vigore; il piede destro = Giudizio; mare = la vita caduta; il piede sinistro = il Diritto della Misericordia per la Redenzione; terra = realtà; gran voce = precoce esercizio del dominio, annuncio, perciò anche come un leone = dominatore.

11.            I sette tuoni si riferiscono a due cose diverse. Dapprima valgono come la venuta dell’angelo velato; come voci sono i sette Spiriti di Dio. Con i tuoni sono collegati sette terribili segnali. Insieme sono il Verdetto del diritto della retribuzione nel senso: santo-liberatore, come nel castigo liberatore.

12.            «E quando i sette tuoni ebbero fatto udire le loro voci, io stavo per scrivere; ma udii una voce dal cielo che mi disse: suggella le cose che i sette tuoni hanno proferite, e non le scrivere!» [Ap. 10, 4]. – Si deve perciò seguire l’immagine. Questo è oltretutto l’unico sigillamento; tutto il resto è aperto, perché il seguito dice: “Non suggellare le parole della profezia di questo libro.” [Ap. 22, 10].

13.            L’Angelo è il Figlio dell’Amore, che lascia il Suo Empireo, la Sua Altura di Maestà, per ‘redimere in alto’ – con la Sua Discesa – l’abisso al suo divenuto Essere primordiale! Per questo si è vestito con una nuvola = coperto, solo come angelo = riconoscibile come figlio, perché se il sigillamento dei sette tuoni si riferisse solamente alle successive retribuzioni del libricino del Diritto preso in mano, non sarebbe stato necessario nessun abito di nuvola; sarebbe anche in contraddizione sull’intero genere dell’Apocalisse. E’ quest’unico sigillamento che comprende unicamente l’avvenimento del tempo: la nascita di Gesù!

14.            Solo il Santo ha sul Suo Capo, l’Arco del Patto e della Grazia. Per via di un’inaudita Benedizione Egli compare qui come angelo = Figlio. Ha anche levato su di Sé, l’Argo, come Gesù stesso si è sottomesso allo stesso =  ha piegato il Suo Dominio sotto il Sacrificio ripacificante durante il Suo tempo terreno. Dimostrazione del Diritto: Volto come il Sole, Piedi come colonne di fuoco! Così il veggente vedeva dapprima l’Onnisanto. Si mostra come Figlio, affinché nessun figlio subisca un eterno Giudizio, ma come Figlio forte = Principio salvifico del Padre. L’Eterno–Santo, l’Eterno-Unico e Veritiero si è fortemente velato come Gesù–Imanuel = coperto la Divinità, E’ diventato un ‘Figlio’ della Terra. Anche più avanti solo pochi seguaci hanno potuto riconoscere la Sua vera essenza.  ([Giov. 14,9] «Gesù gli disse: “Da tempo sono con voi e tu non m’hai riconosciuto, Filippo?”»; [Matt. 16,20]: «Allora vietò ai suoi discepoli di dire ad alcuno ch’egli era il Cristo»). L’ultima voluta conoscenza su ‘chi era Gesù’, solo un Figlio oppure Dio-Ur stesso, poteva e potrà essere annunciato solamente nell’ultimo tempo; perciò quest’unico sigillamento nell’ultimo libro della Bibbia su un Dio!

15.            Chi altro, oltre a Ur, può tenere nella Mano il libricino aperto? Egli stesso, il grande, santo Libro?! Lui ha portato sulla Terra una parte della Sua Persona-Ur, il “libricino del Libro dell’Eternità-Ur in Spazio e Tempo! Quanto vero è il libricino, lo si vedrà quando Giovanni verrà in contatto con questo in un modo veramente singolare.

16.            Il leone e la sua gran voce sono interpretati, ma c’è da dire di più, perché le sette voci di tuono sono sigillate. Se il Signore è venuto velato sulla Terra, dopo così breve tempo, come questa Rivelazione posticipata della Comparsa del Figlio, non viene già preposto lo svelamento ultimo, come può contemplare Giovanni grazie al suo spirito e al suo eccellente amore per il Signore.

17.            Lui deve persino sigillare la sua propria, alta conoscenza. I sette tuoni gli insegnano il mistero della nascita, della vita e della discesa all’inferno, come lo ha già visto (3a Pietra miliare). La Verità su Ur era da sigillare, perché il tempo della materia era ancora immaturo. Proprio l’Espiazione del Giudizio fu infine il ‘Miracolo della redenzione’ volontario, derivato per una via di Salvezza in modo del tutto sconosciuto, una delle immagini del tempo più significativi del Libro della Rivelazione.

18.            «E l’angelo che io avea veduto stare in piè sul mare e sulla terra, levò la man destra al cielo e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso e la terra e le cose che sono in essa e il mare e le cose che sono in esso, che non ci sarebbe più indugio» [Ap. 10, 5]. – Quanto magnificamente il Santo rivela Se stesso! Egli può posare i Suoi piedi sulla Terra = Regno-Terra, ed Egli alza la Sua Mano al Cielo = Santuario!

19.            “Poiché, quando Iddio fece la promessa ad Abraham, siccome non potea giurare per alcuno maggior di lui, giurò per se stesso”. [Ebrei 6, 13]. Che cosa ha giurato Egli? L’eterno Patto della salvezza, della Grazia misericordiosa! Le preghiere di Gesù erano la Mano del Santo, che Egli tendeva verso il Cielo = a Sé, il Suo Giuramento di non cedere, finché il Patto del Sacrificio non fosse sigillato [Giov. Cap. 17 e 19,30]. La preghiera altamente sacerdotale, la Sua Parola del Sigillo altamente maestosa “E’ compiuto!”, sono le testimonianze di Spazio e Tempo del Suo eterno-santo Giuramento.

20.            Per il Vivente = per Se stesso. Per la Vita generata da Lui, Egli fa il Giuramento di salvezza. Egli testimonia: “Finché la terra durerà, sementa e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai.” [Gen. 8,22]. Anche qui, dalla Sua Quadruplice Entità, il quadruplice della Sua Promessa dal Patto.

21.            Soltanto Ur, il Senza Tempo, dice: che «d’ora in poi non deve più esistere il tempo» = è iniziato l’ultimo mezzo tempo, in cui l’Onnisanto porta al compimento sia l’Esercizio del Diritto come il Suo santo Giuramento. Per il Cielo e ciò che è in esso = la Sua Verità e la sua eterna sussistenza; per la Terra e per quello che è in essa = il fatto in ogni Creazione e nella Sua Rivelazione; per il mare e ciò che è in esso = la Sua Parola, l’assoluto successo del diritto,  ancora, che Egli è la Parola stessa! [Giov. 1,1]. Questo è il Giuramento, che nessun’altro può prestare se non il ‘Maestro dell’Eternità-Ur’.

22.            Si veda ancora così: da ora in poi non c’era più nessun tempo di rimandare il Sacrificio-Ur posto sul Santo Focolare, già con la caduta della Creazione; ed inoltre: Il dare e avere della caduta e le prove della libertà della Creazione sostenuta dei fedeli mostrano ora gli stessi numeri. I massimi numeri, che erano stato assegnati al Giorno dell’Amore.”Ma quando giunse la pienezza dei tempi, Iddio mandò il Suo Figliuolo, nato di donna, nato sotto la legge,[Gal. 4,4].

23.            Per ogni singolo e per tutto il mondo: Il tempo di Grazia della Pazienza è trascorso, inizia il tempo di Grazia del Giudizio. Nel senso più stretto della successione delle immagini si riferisce all’ultimo misero resto dalla casa di Abraham.

24.            «Ma nei giorni della voce del settimo angelo, quando suonerà la tromba, deve essere completato il Mistero di Dio, come Egli ha annunciato ai Suoi servi, ai profeti» [Ap. 10, 7]. Nel tempo annunciato il Mistero sperimenta la sua Rivelazione. E’ accennato solo brevemente, che questo succede al tempo della settima tromba (il tempo di Lutero); nella santissima successione però nel settimo Giorno della Creazione.

25.            Secondo l’immagine si rivela ora per tutti coloro che conoscono e riconoscono il Regno e la Sua Benedizione, la ‘Casa d’Israele’, a cui è trasmesso il ‘Patto’. Nei Giorni = diventare visibile (giorno significa visibiilità o azione); la voce del settimo angelo = l’esercizio dell’ultima delega, quella della Misericordia. Quanto grande questa possa essere, si mostra alla fine di ambedue gli esercizi del Diritto.

26.            Come Egli l’annuncia ai Suoi servi = a tutti i fedeli; ai profeti = maestri della Luce. Isaia conosce molto del Mistero e della realizzazione nel tempo giusto, della meta della Creazione, della grande Redenzione tramite l’afflizione come ‘Pareggio del Diritto per il Sacrificio portato da Ur’, per quanto a suo tempo se ne poteva parlare. ([Isaia 9,4-6]: «Poiché ogni calcatura portata dal guerriero nella mischia, ogni mantello rotolato nel sangue, saran dati alle fiamme, saran divorati dal fuoco. Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero, e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo; questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti»). La prima immagine della visione parziale è completata, ma le sue conseguenze corrono accanto alle immagini seguenti, le completano o le ampliano, le alleggeriscono oppure le aggravano, secondo che o l’uno o l’altro ha bisogno dell’Esercizio del Diritto.

27.            «E la voce che avevo udita dal cielo mi parlò di nuovo e disse: Va’, prendi il libricino che è aperto in mano all’angelo che sta in piè sul mare e sulla terra!» [Ap. 10, 8]. – E’ la voce che aveva ordinato il sigillamento. Giovanni può ricevere il libricino; poiché ciò che viene rivelato dal Libro – e dal libricino del Libro – lo porta in sé e lo annuncia. Non c’è da stupirsi che esegua subito l’ordine, dato che è con tutto il suo spirito e il suo cuore «nel Giorno del Signore e nella Sua Rivelazione» [Ap.1, 10].

28.            «Dammi il libricino». Da ciò procede qualcosa di molto grave, persino per lui personalmente. Il suo amore potrà bensì pregare: “Signore, chiudi il libricino, non darmelo, altrimenti si adempiono gli spaventi”. Ma lui ha la sapienza che non vuole che interferisca nel decorso di ciò che ha da avvenire. Semplicemente, esegue il commando sconvolgente, perché vede non solo ciò che porta il libricino, ma che cosa e Chi rappresenta, cioè ‘la Vita del Salvatore’.

29.            La Pazienza che Ur portava incontro all’umanità sulle Mani della salvezza, è la ‘Scrittura di Grazia del libretto’. Al suo posto sta ora ‘il tempo di Grazia del Giudizio’. Se da ciò irromperà una ‘straordinaria benedizione di Grazia’, sia riservato alla fine della Rivelazione.

30.            «Ed egli disse: “Prendilo, e divoralo: esso sarà amaro alle tue viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele”» [Ap. 10, 9]. «Divorare» = averne parte. Giovanni ha riconosciuto almeno spiritualmente l’intera visione ed è disceso profondamente in qualche sapienza; soltanto, – lui può dare quasi soltanto in modo cambiato ciò che è sigillato dalla settima voce di tuono. Questo è radicato con la ‘Venuta di Dio avvolta nelle Grazie’ sulla Terra.

31.            Il tempo di Grazia del Giudizio gli è amaro nelle viscere, la Scrittura di Grazia del libretto è il dolce miele. Lui vorrebbe volentieri annunciare pienamente, tramite il suo discorso, la meravigliosa dolcezza della Parola vivente dal libretto – che è Gesù! Ma la contesa contro il Regno e le Sue Verità di salvezza argina meno l’Esercizio del Diritto. E questo è amaro = lo irrita, gli duole.

32.            Inoltre con il divorare gli è chiaramente rivelato tutto ciò che sta per succedere. Ora vorrebbe amorevolmente aiutare, vorrebbe gridare a ogni singolo, agli ultimi perduti della casa d’Israele e a tutti i popoli: “Tornate indietro, tornate tutti indietro voi poveri uomini e popoli, prima che l’orrendo, da voi scongiurato, deve inondare voi stessi!”

33.            Anche se soltanto in modo sonnambulo, il divorare annuncia: venga fatto ingoiare dalla Terra, l’inevitabile; il Pareggio del Diritto fra la caduta e il Sacrificio deve avvenire! Quindi Giovanni accoglie in sé per la Terra il libretto della Pazienza e del Giudizio, della Resa dei conti e della Salvezza. Presto, sente quanto aveva detto di vero l’angelo. Quando gli uomini esercitano la loro cattiveria, allora a loro è dolce (come nella bocca), ma quando poi vengono le conseguenze, allora è amaro (come nelle viscere).

34.            E mi fu detto: “Bisogna che tu profetizzi di nuovo sopra molti popoli e nazioni e lingue e re”» [Ap. 10, 11]. – Che il veggente non debba profetare, lo dice il divorare il libricino, con cui mina il suo essere-a-disposizione. Le quattro categorie di cui si parla, si suddividono in due grandi direzioni di base, e cioè in quella della Luce e in quella dell’oscurità.

35.            Popoli = figli della Luce, appartenenti al Regno; nazioni = coloro che sono diventati credenti; lingue = coloro che dichiarano; re = guide della Luce. Questi ultimi dal Regno guidano i fedeli, i titubanti, coloro che vacillano e i perseguitati. Ma come uomini sono coloro nei quali lo Spirito di Dio opera potentemente ([Rom. 8,14]: «Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio, son figliuoli di Dio»). Rispetto al tempo era difficile di eseguire la grande svolta spirituale dalla Nascita del Signore.

36.            Devi profetare di nuovo = l’oscurità non l’ha capito ([Giov. 1, 5]: «E la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno ricevuta»), cioè: popoli = coloro che corrono insieme, come bandiere al vento, oggi “osanna”, domani “crocifiggi”, – se questo porti solamente abbastanza vantaggio esteriore; nazioni = miscredenti, che non conoscono nessuna misericordia, rappresentano anche degli elementi distruttivi; lingue = influenzati, che si gettano qua e là, a volte si fanno usare per i tradimenti. I re sono di nuovo i dominanti e aventi influenza, i potenti e grandi del mondo.

37.            La profezia vale per i due rappresentanti fondamentalmente diversi della vita umana. Per i partecipanti della Luce una testimonianza, che non si può sempre eseguire sulla Terra. Ma rimane in vigore: loro stessi sono dei testimoni, e il Regno testimonia e garantisce per loro, per cui sono anche i suoi legittimi cittadini; da ciò, i concittadini.

38.            Per gli altri si dice: Contro, rivelare il loro oltraggio. Giovanni ha sperimentato poco, ma a visto il naufragio della Giudea come ‘Specchio del Diritto’ per tutti i popoli infedeli. Perciò comunica fedelmente l’aperto Annuncio del Regno, perché con la nascita dell’Onnisanto è venuto il libro = la Parola sulla Terra, come dato di fatto = Carne, Uomo.

39.            «La Parola  era con Dio e Dio era la Parola!»  (L’ultimo riconoscimento su “Chi era Gesù”, solo Figlio oppure Dio-Ur stesso, lo poteva e può annunciare soltanto l’ultimo tempo, perciò questo ‘unico’ sigillamento nell’ultimo libro della Bibbia sul Dio unico!)  Questo sta scritto nel Libro, di conseguenza il Libro è la Parola della Verità. In Gesù, il Redentore, ha ottenuto la sua valida conservazione, simbolicamente attraverso il divorare il libretto, ma eternamente conservato attraverso il Compimento di ciò che ha indicato, istruito, fatto e compiuto l’eterno-santo-Ur come Figlio d’Uomo. 

 

 

*  *  *

[indice]

 

L’Eterno ha stabilito il suo trono nei cieli,

e il suo regno signoreggia su tutto.

Benedite l’Eterno, voi suoi angeli,

potenti e forti, che fate ciò ch’egli dice,

ubbidendo alla voce della sua parola!

Benedite l’Eterno, voi tutti gli eserciti suoi,

che siete suoi  ministri, e fate ciò che gli piace!

Benedite l’Eterno, voi tutte le opere sue,

in tutti i luoghi della sua signoria!

Anima  mia, benedici l’Eterno!

 

[Salmo 103, 19-22]

 

Parte II

Capitolo 11

[Ap. cap. 11]

I due Testimoni: Mosè e Cristo

Il secondo tempo e la sua espiazione è passato

 

                      1.           La terza immagine del tempo della terza visione parziale. Giovanni riceve l’incarico di collaborare; il divorare del libretto ne era l’inizio. Con ciò entra nella concreta dipendenza di servizio per il Regno, e quest’Ultimo gli dà l’Incarico che cosa deve fare ([Luca 7,8]«Poiché anch’io son uomo sottoposto alla potestà altrui, ed ho sotto di me dei soldati; e dico ad uno: “Va’!”, ed egli va; ed ad un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al  mio servitore: “Fa questo!”, ed egli lo fa».)

                      2.           Qui è subentrata una significava svolta per il veggente e per la profezia. Tutto ciò che veniva finora annunciato fa parte – visto dal tempo di Giovanni – del passato, con cui lui non ha nulla a che fare, questo è passato. Ma ora inizia il tempo del futuro, di ciò che sta per arrivare, nel duplice senso. E qui ci vuole la collaborazione positiva.

                      3.           «Poi mi fu data una canna simile ad una verga; e mi fu detto: Levati e misura il tempio di Dio e l’altare e novera quelli che vi adorano; ma tralascia il cortile che è fuori del tempio, e non lo misurare, perché esso è stato dato ai Gentili, e questi calpesteranno la santa città per 42 mesi» [Ap. 11,1-2]. – Inizialmente gli vengono dettati i sette messaggi alle comunità; ora gli viene dato soltanto il materiale per il lavoro.

                      4.           Già nel tempo antico il tempio era misurato spiritualmente ([Ez. 40,3]: Egli mi menò là, ed ecco che v’era un uomo, il cui aspetto era come aspetto di rame; aveva in mano una corda di lino e  una canna da misurare, e stava in piè sulla porta.; Zacc. 2, 5: Ed Io, dice l’Eterno. Sarò per lei  un muro di fuoco tutt’attorno e sarò la sua gloria in mezzo a lei»). Allora lo ha fatto un “uomo di rame” e i profeti ne erano i testimoni. Ora al posto del celestiale di rame compare un terreno, e questo ha nuovamente due significati. Ma questo dopo.

                      5.           Canna = megafono, che deve annunciare il presente e il futuro sulla cerchia d’ascolto di una voce umana. Ciò che è da rivelare, deve giungere in tutti i paesi. Mi fu data = legittima ricezione, quello che il ricevente può usare come lingua, con cui vengono trasmesse le profezie ed usare la canna, simile a una verga.

                      6.           Il celeste aveva una “corda” = il tempio del mondo poteva ancora essere legato al Santuario, confermato dal fatto che al misurare segue il ritorno della Giudea dalla prima prigionia babilonese, mentre Zaccaria riceve una immagine uguale del misurare dopo il secondo tempo di Babele. Questo risultava in vista dell’antico, pietoso un legame al Santuario del Regno, la riedificazione del tempio in Gerusalemme [Esdra cap. 6].

                      7.           Ma ora il terreno, in seguito alla morte interiore, non è più da legare al Santuario, per cui lo strumento per misurare era diventato una verga. La Giudea è battuta, con lei tutti i popoli ed uomini che percorrono i loro sentieri smarriti nel destino voluto da loro propriamente ([Atti. 13, 46]: «Ma Paolo e Barnaba dissero loro francamente: Era necessario che a voi per i primi si annunziasse la parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna,  ecco, noi ci volgiamo ai Gentili»).

                      8.           Alzati = essere responsabile per ciò che viene ordinato, proprio come nelle altre immagini, essere responsabile. Ma misurare il tempio? Dato che al tempo della Rivelazione il tempio di Gerusalemme non esiste più, può trattarsi solamente dell’ ‘edificio della fede’. Se è così, ne risulta una giusta misura? Indubbiamente ne risulta un errore, che fa riconoscere la differenza fra lo strumento per misurare celeste e di quello terreno, la corda e la verga.

                      9.           Altare = insegnamento, servizio, osservanza del Comandamento. Dio non lo chiama un puro servizio d’altare, quando si sacrificano dei giovenchi e montoni («Che m’importa la moltitudine dei vostri sacrifici? Dice l’Eterno; io son sazio d’olocausti e  montoni e di grasso di bestie ingrassate; il sangue dei giovenchi, degli agnelli e dei capri, e non lo gradisco» [Isaia 1, 1]), ma quando qualcuno osserva i Comandamenti («L’Assiria non ci salverà, noi non monteremo più su cavalli, e non diremo più – Dio nostro – all’opera delle nostre mani; poiché presso di te l’orfano trova misericordia» [Osea 14, 3]). Se la fede è giusta, allora è anche l’osservare i Comandamenti; diversamente tutto il tempio non vale nulla! Lo stesso mira a «coloro che vi adorano». La Giudea ha volentieri adorato gli idoli dei pagani ([1° Re 18,21]: «Allora Elia  s’accostò a tutto il popolo e disse: ‘Fino a quando zoppicherete voi dai due lati? Se l’Eterno è Dio, seguitelo; se poi lo è Baal, seguite lui’. Il popolo non gli rispose verbo») anche se stessi, cosa che significa: la sua arroganza, la sua brama di guadagno, il tendere al dominio del mondo. Così viene misurato il tempio proprio di ogni uomo e di tutto il mondo.

                    10.         Cortile = limitazione verso la Dottrina di Dio. Là ci si vuole muovere liberamente, dove non c’è bisogno di essere religiosi oppure di fingere d’esserlo. Questo non fa parte del vero tempio. Buttarlo fuori, sprecare la misurazione del cortile = ciò che è inutile, è indegno di Dio; dato ai pagani = lasciarlo ai senza Dio, e a tutti coloro che vi adorano, = essere tiepidi, simile ai senza Dio.

                    11.         «Santa Città» = Luogo, al suo posto. Ur nel pareggio delle Condizioni poste giustamente, ha dato la legge della libera volontà. L’Edificio del Regno di tutti i figli era fondato su ambedue i Fondamenti dell’Opera, una “città libera” ([Numeri 35, 6]: Questo è quel che l’Eterno ha ordinato riguardo alle figliuole di Tselofehad; si mariteranno a chi vorranno, purché si maritino in una famiglia della tribù dei loro padri»), dove si può raggiungere la figliolanza-Ur. Sadhana ha calpestata per sé il luogo libero, mentre aspirava ad un auto-dominio. 42 mesi = tre anni e mezzo = un tempo, due tempi ed un mezzo tempo, cosa che dimostra la successiva immagine parziale per altro in Giorni, con cui è poi concluso l’Esercizio del Diritto. Nel Libro di Mosè c’è un verso molto velato rispetto al sesto Giorno e i 42 mesi.

                    12.         I tempi sono già interpretati per la Redenzione complessiva. Nel senso più stretto dell’immagine somigliano ancora: un tempo = il tempo di Grazia per i caduti; due tempi = la Rivelazione di Dio fino a Cristo e da lì fino all’inizio dell’ulteriore Esercizio del Diritto; mezzo tempo = l’ultimo sin dal 1914. Durante tutti i tempi venne e viene calpestata la santa Città = contro Dio, viene combattuto contro il tempio della fede, l’altare e i veri adoratori.

                    13.         Ma l’Onnisanto non assiste inattivo al calpestare dei Suoi santi Luoghi. “I due Testimoni” sono responsabili per i Fondamenti, per le Condizioni di Ur e per la libera volontà.

                    14.         Sono i portatori del Comandamento”, legati con ciò ai “portatori del Comandamento”: MOSE’ e CRISTO! Le Fondamenta dell’Opera nella materia hanno bisogno del loro giusto pareggio. In ciò Israele ha il ruolo maggiore, cioè viene impiegato solamente come segno del Cielo.

                    15.         Consisteva in dodici tribù. Dieci si univano in un proprio regno; il principe dell’Ordine, Mosè, ha portato dieci Leggi dalle Condizioni di Ur. Le Condizioni ([Matt. 5,18]: «Beati i perseguitati per cagion di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli»)  sono i primi portatori dei Fondamenti. Due tribù formavano la Giudea; il Cristo ha portato due Comandamenti del libero adempimento; tramite Maria proveniente dalla casa reale di Davide. Mosè e Cristo come portatori delle dieci Leggi e dei due Comandamenti dalla Condizione e dalla libera volontà: sono il Simbolo di ‘Eternità-Ur in Spazio e Tempo’!

                    16.         Viene rimandato ai due incaricati di misurare. Il celeste di rame porta dalla distruzione del tempio la riedificazione; il terreno come discepolo dell’Amore, deve aggiungere la definitiva distruzione del tempio per la Giudea, per il mondo. Non era stata riconosciuta la Scrittura di Grazia del Libro – ‘Gesù’ – quindi giunge al timone la verga come tempo di Grazia del Giudizio.

                    17.         L’effetto dell’interazione è infinitamente meraviglioso. Quello di rame prende in mano la corda, il discepolo ‘la verga del Dominatore’. Proprio così compaiono i due Testimoni, ‘Mosè’, che porta la Legge, al cui Ordine il popolo rimane legato ancora per molto tempo al Santuario (Il Santuario di Luce);  ‘Gesù’, il Donatore dei Comandamenti, sfracella il mondo. Ma che ciò lo faccia l’Amore, rimane lasciato libero per ogni figlio  il “di nuovo venir legato”, da qualunque casa voglia venire.

                    18.         Profetare = annunciare, per nulla limitato al tempo terreno dei Testimoni. Tutti coloro che vengono nella materia come co-portatori del Sacrificio, stanno sotto la Guida della Luce dei portatori del Comandamento, al primo Raggio della Creazione ‘Ordine’ ed al primo Raggio del Giorno dell’Amore. Se all’Amore non fosse preposto l’Ordine, non potrebbe regnare in modo santo, perché dai determinati Raggi l’Ordine, la Volontà, la Sapienza e la Serietà per il sesto Giorno procedevano l’Alto Flutto dell’Amore, abbracciato dalla Pazienza e dalla Misericordia!

                    19.         1260 giorni = 42 mesi = tre tempi e un mezzo tempo. In ciò affluirono le Condizioni e la libera volontà come Legge e Comandamenti nella parte caduta = un terzo, i sette Spiriti = due terzi insieme al Patrimonio della Creazione affidato a loro. Finché alla materia vengano delle Luci, fino ad allora dura il tempo dei due Testimoni. Vestiti di sacco = il portatore dell’Ordine e il  portatore dell’Amore diventano uomini; sacchi = corpi, misera sostanza del Cosmo dei mondi. Per sacchi vengono  impiegati degli stracci.

                    20.         «Questi sono i due alberi di olivo e due fiaccole che stanno davanti al signore della Terra» [Ap. 11, 4]. – Più avanti una visione conferma i due Testimoni. Un accenno: I Vincitori presso il mare di cristallo cantano a “Mosè”, il servo di Dio, ed il canto dell’Agnello” [Ap. 15,3]. Questo vale nell’ante-Raggio per questa visione del tempo. Il Canto di Mosè è la Legge, ed il Canto dell’Agnello è l’Insegnamento della Legge. ([Matt. 5,17]: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io son venuto per compiere»).

                    21.         Gli alberi d’ulivo = simbolicamente ne esistono in genere solo due. Olio = nutrimento, forza; albero = Vita. Dai Dieci Comandamenti della benedizione di Grazia dal Cuore, fluisce la Forza, con cui sono da mantenere vivi i due Comandamenti dell’amore. Due fiaccole = dapprima due delle sette, ma profondamente spirituale è il polo del Potere fermo e operante; la Condizione di Ur, la libera volontà; a Favore di Ur, a favore delle creature. Sono la Luce nell’abbandono dello spirito di Lucifero e del suo regno, che irradiano su ogni notte. Dove ardono le loro fiaccole, si fa giorno = essere attivo.

                    22.         Chi è il signore della Terra? Sembra come se i Testimoni stessero come dei vassalli davanti al loro signore, stando in piedi forniscono la loro relazione e ricevono l’Ordine. Non è così. L’Onnisanto non Si mostra così, perché come Creatore Si è scelto la Terra come “sgabello per i Suoi Piedi” ([Matt. 5, 35]: «… né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi»). Invece Lucifero è indubbiamente il signore del mondo, del suo regno, in base alla libera volontà, che non è stata nemmeno limitata o sospesa nella sua caduta.

                    23.         Perché Mosè e Cristo sono come Testimoni davanti a lui? Non sarebbe giusto il contrario? No, stare = essere responsabile, essere nel Diritto, nel Potere della loro Pretesa davanti a Lucifero. Con l’ultimo portare delle Leggi e dei Comandamenti egli non può passare oltre a loro. Stanno a destra ed a sinistra del sentiero, che lui deve accomodarsi a percorrere dopo l’adempimento parziale di questa immagine del tempo, sia che lo voglia oppure no. E «stare davanti a lui» = gli hanno sbarrato la vecchia via sul più sublime Incarico (Mosè) e dalla personale Perfezione di Potere (Gesù).

                    24.         «E se qualcuno li vuole offendere, esce dalla lor bocca un fuoco che divora i loro nemici; e se alcuno li vuole offendere bisogna che ei sia ucciso in questa maniera» [Ap. 11, 5]. – Offendere due volte riguarda la tiepidezza e maligna lotta contro Dio. Fuoco = Santità delle Caratteristiche dell’Ordine dell’Amore; dalla loro bocca = Mosè porta la Legge, Gesù l’adempie tramite l’Insegnamento del Sacrificio. Che la Santità della Legge e della Dottrina di Dio consuma i nemici, non ha bisogno di spiegazione.

                    25.         Mosè testimonia mediante imponenti azioni davanti al Faraone e nella guida nel deserto; le Azioni di Gesù, prevalentemente Azioni d’Aiuto, sono comunque uniche! In Lui agisce oltretutto il Fuoco della Parola. Quanto furbescamente i farisei Lo volevano catturare nelle Parole – non ne sono mai riusciti ([Luca 20, 26]: «Ed essi non poteron coglierlo in parole dinanzi al popolo, e meravigliati della sua risposta, si tacquero ed altro…»). Gesù era ‘l’unico Maestro’! ([Matt. 23, 8]: «Ma voi non vi fate chiamar Maestro”, perché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli». – [Giov. 13, 13]: «Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono»). Quindi davanti ai nemici sta il Fuoco della Parola e dell’Azione. Uccidere = rendere innocuo; l’opera cattiva è più breve che un giorno, che una veglia di notte che è passata. La Santità della Parola e dell’Azione rimangono nell’Eternità-Ur.

                    26.         «Essi hanno il potere di chiudere il cielo onde non cada pioggia durante i giorni della loro profezia, e hanno potestà sulle acque di convertirle in sangue, potestà di percuotere la terra di qualunque piaga, quante volte vorranno» [Ap. 11, 6]. – Gesù non ha mai chiuso il Cielo, e Mosè ha operato solamente su diretto Incarico del Regno; mai, quando e quante volte voleva. Con ciò è confermata l’interpretazione spirituale. Ma questo non sospende mai delle conseguenze terrene. Elia chiude il Cielo per tre anni e mezzo = 42 mesi = 1260 giorni = 3 tempi e 1/2.

                    27.         Chiudere il Cielo = impedire la Luce e la conoscenza, chiudere a chiave. Chi non tende alla Luce da se stesso, non la può conquistare, gli rimane chiusa. “Bestemmiano!” ([Matt. 12, 31]: «Perciò io vi dico; Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata»). - dice il Signore, ed è impossibile che dei bestemmiatori ricevano la Luce. Se hanno la libertà di calpestare nell’istinto oscuro il secondo Fondamento della maestosa Opera del Creatore, allora loro stessi devono convertirsi secondo la Condizione del primo Fondamento. Questa è la Condizione!

                    28.         Non far piovere = togliere una Benedizione aggiunta, i bestemmiatori hanno sprecato la Benedizione dell’ Opera; pioggia = la diretta Guida della Luce alla conoscenza. Questa rimane nascosta ai nemici, perché «nei giorni hanno il potere sulle acque di cambiarla in sangue»; Giorno = azione e la comparsa sono illimitati, perché la Legge e l’Insegnamento non possono essere meno eterni di quanto non lo sia il loro Fondatore-Ur, dall’Eternità. Questo riguarda prevalentemente la Terra, il decorso del Giudizio, quindi ambedue gli Esercizi del Diritto. 

                    29.         Cambiare acqua in sangue = la vita nella morte, cosa che non avviene, perché Dio lo vuole così! Gli uomini e gli esseri senza luce hanno sacrificato lo spirito alla materia. Vivere mondanamente, è vivere da morto! Gesù chiama Se stesso e la Sua Dottrina ‘l’Acqua della Vita’ ([Giov. 3,5]: «Gesù rispose: In Verità, in Verità, Io ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio». – [Giov. 7,38]: Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno»),  che dà l’eterna Vita nella Pace di Dio. Dove non c’è pace, regnano miseria, bisogno, odio come guerra e quella come sangue genera la morte interiore ed esteriore, nel senso della Terra battuta = vita apparente, togliere il contenuto dell’esistenza.

                    30.         Quante volte vorranno = quante volte lo richiede una Legge delle Condizioni. La loro volontà, fondata sull’Ordine e sull’Amore, si trova nel Regno della Perfezione. Vogliono  su vie segrete di Grazia! Una volta si vedrà ancora, che il Tempo del Giudizio è stato il più sublime Tempo di Grazia

                    31.         «E quando avranno compiuta la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso moverà loro guerra e li vincerà e li  ucciderà» [Ap. 11, 7].  Compiere la testimonianza = eseguire il loro Compito terreno, che ha naturalmente a che fare con la loro morte personale. La Testimonianza dalla Forza del Diritto rimane così, com’è salita dalla santa Fonte Ur.

                    32.         Che Giovanni vede i due Testimoni ‘Mosè e Gesù’ in una visione, si trova nell’inseparabilità delle Leggi divine. Compaiono anche sempre insieme nei nominati ‘due tempi’, che riguarda una volta il secondo, la Terra attuale, e in aggiunta nella cosiddetta parte vecchia e nuova della Bibbia.

                    33.         La bestia dall’abisso = il potere del mondo dell’oscurità poteva uccidere ambedue, Mosè nel libero credito e Gesù nel volontario libero Sacrificio. La loro morte non ha portato a Satana la vittoria, che combatteva sempre contro l’Ordine e l’Amore. Lui ha già visto nel portatore della Legge che il suo tempo sarebbe presto finito; e si è precipitato sul portatore del Comandamento, perché lo stesso sfracella la sua magnificenza di lenticchie. Ma non può prendere nessuno! Ur stesso seppellisce il Suo Mosè in un luogo segreto ([Deut. 34, 6]: «E l’Eterno lo seppellì nella valle, nel paese di Moab, dirimpetto a Beth-Peor, e nessuno fino a questo giorno ha mai saputo dove fosse la sua tomba»), e come GESU’ sorge dalla tomba. Con ciò Lucifero ha giocato la sua ultima forza.

                    34.         «E i loro corpi morti giaceranno sulla piazza della gran città, che spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il Signore loro è stato crocifisso» [Ap. 11, 8]. – Certo, Lucifero ha combattuto per avere Mosè = per distruggere il santo lavoro della Legge, ma non per la salma fisica. Né con Mosè, molto meno ancora con Cristo. Nella magnificenza, l’Onnisanto ha coperto  il portatore dell’Ordine disceso sulla Terra, nel paese di Moab = forestiero, sconosciuto, e come Cristo si è lasciato portare nella tomba da un uomo pio, per via degli uomini.

                    35.         Salme = qui solo segni di vita per i due alberi d’olivo; giaceranno = la loro Opera sul Fondamento-Ur; via della grande città = in evidente vista per tutto il mondo; Sodoma ed Egitto = dispiacere, miscredenza. Questo vale per la materia, inoltre per gli uomini della caduta adamitica nel peccato ([Matt. 18, 7]: «Guai al mondo per gli scandali! Poiché ben è necessario che avvengan degli scandali; ma guai all’uomo per cui lo scandalo avviene!; Giov. 3, 19: E il giudizio è questo: che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvage».);  dato che il loro Signore è crocifisso = il Successo del Sacrificio. Dato che non può riguardare né Sodoma né l’Egitto, non è nemmeno inteso Gerusalemme. Città = Terra, giusto l’Efrata del Cielo, quel luogo del mondo, luogo dell’Universo, nel quale era nato il Signore.

                    36.         «E gli uomini dei vari popoli e tribù e lingue e nazioni vedranno i loro corpi morti per tre giorni e mezzo, e non lasceranno che i loro corpi morti siano posti in un sepolcro» [Ap. 11, 9]. – Perché qui non viene menzionato nessun re? Sì, i potenti non riconoscono Dio, perché con un tale riconoscimento dovrebbero rinunciare al loro potere del mondo e non avrebbero più nelle mani i fili del mondo.

                    37.         Vari = pochi buoni risvegliati; popoli = comunità religiose; tribù = guidati dalla Luce; lingue = coloro che dichiarano di vedere i corpi morti = riconoscere la Vita e la Verità di Dio. Tre giorni ed  uno mezzo vale di nuovo per i tempi rivelati. Non esisteva una messa in vista delle salme; nei tre giorni e mezzo di giorni terreni i ‘popoli’ non potevano nemmeno vedere le salme. Ancora più chiaro in: e non lasceranno che i loro corpi morti siano posti in un sepolcro = non lasciar dichiarare per inutili la Vita e l’Opera dei due Testimoni. Che con ciò rimane generalmente escluso una dimenticanza, si rivela quando, dopo questi giorni indicati, i corpi morti diventano di nuovo viventi.

                    38.         «E gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti avranno tormentati gli abitanti della terra» [Ap. 11, 10]. – Quelli della terra = tutti gli altri, i materialisti; abitare = si attengono ai loro interessi del mondo, stare seduti, saldi. Sì, a loro riesce ad uccidere i Testimoni in sé = la loro Vita non sarebbe dimostrata, i loro Comandamenti e Insegnamenti sarebbero imprecisi.

                    39.         Quando è stato raggiunto questo, Dio è per loro scomodo, allora si rallegreranno = vivere disordinatamente; farsi regali reciprocamente = sostenersi nella lotta contro l’Insegnamento di Dio. Ma i profeti li tormentavano = la coscienza non da pace. Poi, non tutto va secondo il loro cattivo proponimento. Anche se non viene ammesso, si sente, che il Governo celeste procura il fallimento di potenti imprese. Questo è un orrendo tormento, che nell’ulteriore corso dell’Esercizio del Diritto si manifesta ancora di più.

                    40.         «E in capo ai tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro, ed essi si drizzarono in piè e grande spavento cadde su quelli che li videro» [Ap. 11, 11]. – Dopo i giorni = tempo compiuto di singoli uomini, di interi popoli, infine del mondo, viene fatta la resa dei conti. Gesù si riferisce in questo caso a Mosè, l’ ‘accusatore’ ([Giov. 5, 45-47]: «Non crediate che io sia colui che vi accuserà davanti al Padre; v’è chi vi’accusa, ed è Mosè nel quale avete riposta la vostra speranza. Perché se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me. Ma se non credete agli scritti di lui, come crederete alle mie parole?»). Lo spirito di vita = il Potere della sua Verità personale; di Dio = l’eterna Testimonianza, con Mosè attraverso l’Incarico ricevuto, con Dio Stesso attraverso il Sacrificio nell’unanimità con i Suoi sette Spiriti.

                    41.         Drizzarsi in piedi = diritto ad erigere il Giudizio, appoggiarvisi; la Benedizione a popoli, tribù e lingue, ma portare la Resa dei Conti a coloro che abitano sulla terra. In ambedue i casi agiscono le Conseguenze del Comandamento attraverso i due Testimoni, anche per il fatto che non Cristo accusa, anche se Dio-Ur è il Signore del Giudizio, ma Mosè = le Leggi annunciate. Saranno dei Giudici incorruttibili;  contro coloro che infrangono le Leggi, per coloro che testimoniano davanti ai loro avversari la Parola del Cielo. I Dieci Comandamenti dell’Ordine e i due Comandamenti dell’Amore sono i Testimoni per il Diritto e per il Giudizio. Loro rivelano anche il Potere e il Dominio di Ur.

                    42.         Se arriva una Resa dei Conti, la gente è sempre colma di paura, perché allora la fine arriva con il suo potere. Non possono aiutare se stessi; ma non accettano la mano del Salvatore dall’adempimento del Comandamento. Quale spavento, come deve finire, quando gli uomini s’impadroniscono con la forza del potere del mondo ‘nel nome della loro religione’, condannano, torturano, uccidono? Sin da Cristo fino al consolidamento della prima religione mondiale è già stato versato molto sangue, che non dura più molto e giunge fino ai recinti dei cavalli [Ap. 14, 20].

                    43.         «Ed essi udirono una gran voce dal cielo che diceva loro: Salite qua. Ed essi salirono al cielo nella nuvola e i loro nemici li videro» [Ap. 11, 12].  – Questo è quasi fecondato dinamicamente, che dapprima viene interpretato solo la Parola, poi può seguire una profondità spirituale.

                    44.         Loro = dapprima le pecore nella speranza di un Diritto, i capri nella paura del Giudizio; ascoltare = nessuna creatura può più chiudersi alla Verità di Dio, ognuna coglie la Magnificenza di Potere della Rivelazione. La grande Voce = L’Onnipotenza, l’Eternità-Ur, il Principio che tutto abbraccia, perché espressamente soltanto una Voce, l’unica, che ogni profeta riconosceva, come si legge: «E la Parola del Signore mi venne rivolta: “Così dice il Signore!”».

                    45.         E l’interpretazione della Luce: dal Cielo = dal Regno, che ha dato due Testimoni del Regno per la Redenzione; salite qua = accettate la posizione del Regno, che corrisponde ai due Fondamenti di Base, dati nelle dieci Leggi e dai due Comandamenti; salirono nel Cielo = Ur-GESU’ assume di nuovo la Magnificenza del Dominio, sia dell’Empirio che anche del Globo d’Ombra, ed Uraniel-Mosè la sua sedia di principe. Che questo non si sentiva quasi sulla Terra, non sminuisce il seguito dei fatti dell’immagine.

                    46.         La dimostrazione: Salire in una nuvola = ultraterreno, eterna-vera realtà. Non si può nemmeno rinnegare l’Infinito, proprio perché il  piccolo uomo non lo può afferrare con le mani, come questa nuvola. Ed allora i loro nemici vedono: vedono e sentono! Strano, anche qui due Testimoni ed in se stessi: occhio e orecchio. Per quanto qualcuno assicura esteriormente il contrario – nell’interiore lo ha ammesso. Questi sono i due Testimoni del mondo contro il rinnegamento dei due Testimoni del Regno discesi dal Regno.

                    47.         Nei due Testimoni sono davvero da considerare Mosè e Cristo? Sì, perché tramite due meravigliosissimi casi singoli, questo viene affermato. Nell’inizio dell’immagine del tempo si parla di “Colui che viene”. Questo è Cristo! Inoltre la prima misurazione del tempio è di uno celeste; e solo Dio è celeste! Dopo, un terreno misura il tempio; ed in modo terreno l’Onnisanto è venuto nel mondo, per compiere il Suo tempo = continuare, concludere la Redenzione.

                    48.         Per Ur-Imanuel non esiste nessuna morte! Ma dato che per via della Redenzione Egli si è sottomesso temporaneamente alla morte, il Suo precursore, il portatore della Legge, doveva pure cadere sotto la morte e venir seppellito come il Suo Signore. Ma, come Costui, è risorto, non è mai stato nemmeno trovata la tomba di Mosè.

                    49.         Per questo i due unici Simboli dei manifesti vincitore della morte terrena: Enoch ed Elia, principi dell’Amore e della Volontà. Per il mondo viene inviato davanti all’Ordine (Mosè) l’Amore (Enoc), ed all’Amore del Sacrificio (Gesù) la Volontà (Elia). Enoch non muore, ([2° Re: 2,11]: «Ed Enoc camminò con Dio; poi disparve, perché Iddio lo prese.; - [Gen. 5,24]: «E com’essi continuavano a camminare discorrendo assieme, ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separano l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine».) ed Elia sale nel turbine al Cielo. Alla Trasfigurazione di Cristo assistono Mosè ed Elia = Gesù, l’Amore, Si trova fra l’Ordine e la Volontà, le Caratteristiche del Creatore. Qual santa Assistenza del Diritto! Anche Daniele sente: “La pace sia con te”. Questo lo può dire solamente il Santo Ur Stesso. Lui dice: “Non c’è nessuno che Mi aiuta contro costoro tranne il vostro principe Michael”, che lottava con il drago (Ap. cap. 12,7)  ([Dan. 10,19-21]: «E disse: ‘O uomo grandemente amato, non temere! La pace sia teco! Sii forte, sii forte’. E quand’egli ebbe parlato meco, io ripresi forza e dissi: ‘Il mio Signore parli pure poiché tu m’hai fortificato’. Ed egli disse: ‘Sai tu perché io son venuto da te? Ora me ne torno a combattere col capo della Persia; e quand’io uscirò a combattere, ecco che verrà il capo di Javan. Ma io ti voglio far conoscere ciò che è scritto nel libro della verità; e non v’è nessuno che mi sostenga contro quelli là tranne Micael il vostro capo»).

                    50.         Ora ancora la fine dell’attuale immagine: «E in quell’ora si fece un gran terremoto e la decima parte della città cadde, e settemila persone furono uccise nel terremoto; e il rimanente fu spaventato e dette gloria all’Iddio del cielo» [Ap. 11, 13]. Alla stessa ora = un periodo di Giudizio; terremoto = (per quanto non naturale) Scuotimenti di Stati, governi, leggi, anche la sospensione della forma materialistica mondana; la decima parte [Ap.13,1 e 17,12] = un numero mondano ([Dan. 7, 24]: Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; e dopo quelli, ne sorgerà un altro, che sarà diverso dai precedenti, e abbatterà tre re.);  la città = la Terra, inoltre ancora la materia.

                    51.         “Uno” è l’opinione all’unisono delle mete di potere mondano-popolare dei grandi; “nulla” sono i loro popoli, con i quali rappresentano unicamente un potere ammassato – dieci; città = il campo mondiale della sua efficacia; di questo, la decima parte = le loro mete segrete, nascoste. Questa parte cade = attraverso la Forza del Diritto e la Magnificenza del Dominio delle Leggi e dei Comandamenti di Dio.

                    52.         Nomi = quindi nessuna persona, altrimenti Giovanni avrebbe detto “settemila uomini”. Sono sette fraternità, le cui mete vengono nascoste persino in parte con il mantello di copertura dell’Insegnamento di Dio. Loro sono l’oscuro vis-à-vis dei sette Spiriti di Dio. Mille = unità racchiusa; vennero uccisi = derubati della posizione di potere e della forza; gli ‘altri’ si spaventarono = popoli, tribù, lingue (come da versetto 9). Costoro danno l’onore a Dio, malgrado ogni oltraggio, mentre i restanti miscredenti bestemmiano ancora per molto [Ap.16,9 e 16,21].

                    53.         «Il secondo guaio è passato, ed ecco, il terzo guaio verrà tosto» [Ap. 11, 14]. – Il primo guaio è avvenuto con l’Arrivo del Signore nella Sua Pazienza, il secondo nel Segno dell’Amore della Sua Vita terrena. Ora segue la Misericordia, che sanziona ciò che determinano l’Ordine, la Volontà, la Sapienza e la Serietà. Dato che l’oscurità, la mandante del mondo, infrange fondamentalmente contro la Legge e l’Insegnamento, solo le tre Caratteristiche possono portare i tre guai. Questa è la Condizione e la Grazia del Patto! La terza immagine del tempo è passata; ma le conseguenze continuano, finché l’orologio del mondo non si ferma.

                    54.         «Ed il settimo angelo sonò e si fecero gran voci nel cielo, che dicevano: “Il regno del mondo è venuto ad essere del Signore nostro e del suo Cristo, ed egli regnerà d’Eternità in Eternità”» [Ap. 11, 15]. – Il settimo angelo = il principe Gabriele, l’annunciatore della pace. Da questo fondamento, il ‘Giubilate’! La Misericordia è il Simbolo della Corona. Che il suo principe suona un guaio, dipende dall’aver suscitato  Esercizio del Diritto.

                    55.         Grandi voci = intercessori potenti. L’Opera del Cristo è ora da condurre alla Gloria, per cui le voci. Nel Cielo davanti al Seggio di Grazia e di Diritto di Ur, i Cui Lembi riempiono il Tempio ([Isaia 6, 1]: «Nell’anno della morte del re Uzzia, io vidi il Signore assiso sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo manto riempivano il tempio») La quarta immagine comprende la fondazione della prima religione cristiana, la sua ambizione al potere spirituale-politico, fino al tempo in cui le voci mandano sulla Terra,  tramite una forte intercessore, un grande spirito (Lutero), che esegue la svolta della fede, quindi il secondo tempo passato e la sua espiazione.

                    56.         Questo viene confermato con: i regni del mondo sono venuti ad essere del Signore nostro e del Suo Cristo. L’indicata prima religione non ha resistito a lungo alla svolta; è avvenuta! E spirituale = il Santo, viene portata anche la Ricchezza del Regno.

                    57.         Signore e Cristo =  UR e la Sua Opera! Quest’Ultima viene tenuta saldamente dalle Mani sacerdotali di Ur-Melchisedec. ‘Gesù’, la ‘Persona’; ‘Cristo’, la ‘Redenzione’. Il Sacrificio è il Garante per la vita di tutti i figli! Così viene offerta la Ricchezza, per riportare nel Santuario la parte caduta del Dominio come “l’eredità sperperata” ([Luca 15, 14 e 24]: «E quand’ebbe speso ogni cosa, una gran carestia sopravvenne in quel paese, sicché egli cominciò ad esser nel bisogno;   ..rallegriamoci, perché questo mio figliuolo era morto ed è tornato a vita, era perduto ed è stato ritrovato, e si misero a far gran festa».), dove viene a giacere sul Santo Focolare come la Corona dell’Opera del Giorno. La validità: Egli regnerà d’eternità in eternità!

                    58.         Qui è già in parte visibile il Mistero di Dio, perché il mondo e il suo mandante può precipitarsi nel proprio abisso, in questo è totalmente libero; ma al di sopra di questo abisso sta il Governo delle eterne Condizioni, ed al di sotto il maestoso Fondamento del Diritto di Ur, su ogni Spazio e su ogni Tempo  !!

                    59.         «E i ventiquattro anziani seduti nel cospetto di Dio sui loro troni si gettarono giù sulle loro facce ed adorarono Iddio: Noi ti ringraziamo, o Signore Iddio onnipotente che sei e che eri, perché hai preso in mano il tuo gran potere, ed hai assunto il regno» [Ap. 11, 16]. Gli anziani stando seduti ora sui loro troni, donano all’immagine un particolare rilevanza.  Davanti a Dio = hanno assunto il diritto dell’intercessione; sui loro troni = lo fanno per fedele co-responsabilità; siedono e contrattano nel ‘Consiglio della Corona’!

                    60.         Dato che ora le loro voci hanno grande valore dinanzi all’Altissimo, cadono sulle loro facce = inesprimibile umiltà, dedizione. Questo risulta dalla loro riverente adorazione; come co-responsabili del Consiglio della Corona non pretendono nulla per se stessi. L’onore vale all’eterno-santo-Ur, loro Signore e Dio.

                    61.         Onnipotente Iddio, che sei e che eri. In questo luogo, il nome ‘Dio’ non è nessuna espressione generale, ma vale per la terza Camera del Cuore di Ur. Hai preso in mano il Tuo gran Potere e regni = il Golgota indica pienamente, che a questo ‘Dio’ tutto è esposto. E’ ‘diventato Suo’. ed Egli regna! Quanto ancora questo agisce forte sulla Terra, è riconoscibile da ciò che segue, che forma l’inizio per la settima tromba.

                    62.         Lasciar naufragare il mondo nel suo caos, che toglie il fiato nella sua oscurità ed il suo oscurantismo (guerre di fede, processi alle streghe ecc.), è fallito soltanto troppo spesso per via del Dominio dell’Onnisanto. I più anziani dicono ciò che provocano i miseri mondani, perché sentono l’Onnipotenza e la propria limitazione. S’inquietano per via di ambedue le cose.

                    63.         «Le  nazioni  s’erano adirate, ma l’ira tua è giunta, ed è giunto il tempo di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi servitori, i profeti ed ai santi ed a quelli che temono il tuo nome e piccoli e grandi e di distruggere quelli che distruggono la terra» [Ap. 11, 18]. – Le nazioni (i pagani) = coloro che infrangono le Leggi; la fede e il battesimo non aiutano, perché secondo l’immagine del tempo molti credenti sono da indicare come pagani, perché sono senza opere di vero amore per il prossimo.

                    64.         La loro ira è comprensibile, dato che l’Onnipotente scopre le loro malefatte (Lutero per questo era stato odiato e perseguitato). Di fronte alla magra ira pagana, l’elemento distruttivo, sta la Santa Ira; e questa riedifica, persino ancora nel togliere o distruggere l’esteriore. Ogni movimento pagano adirato si annulla davanti alla resa dei Conti dell’Ira di Ur.  E’ venuto il Suo Tempo = le sequenze dell’immagine si accumulano in una Forza raccolta, per trasmettere l’Esercizio del Diritto all’ “Ulteriore Esercizio di Diritto”.

                    65.         Il tempo dei morti = coloro che sono guidati nell’errore e coloro che guidano nell’errore. Il  primo genere diventa l’accusatore, il secondo l’accusato. Finché infuria la lotta dei due portatori d’ira, c’è molta morìa materiale e spirituale. In Verità, un tempo terribilmente lungo dei morti! Il terzo tempo del Giudicare ed il suo vis-à vis pure imponente, il Giudizio, continua la resa dei Conti e la Riedificazione, lo si vede veramente soltanto nella consegna della retribuzione.

                    66.         Il quarto tempo dei servi = co-attivi dell’Opera d’amore; i profeti = insegnanti, che portano ad altri la Parola dei due Testimoni attraverso due condotti d’oro ([Zacc. 4, 12]: «E per la seconda volta io presi a dire: ‘Che significano questi due ramoscelli d’ulivo che stanno allato ai due condotti d’oro per cui scorre l’olio dorato’?») – Leggi e Comandamenti; dei Santi = i portatori di Salvezza, i pilastri del Regno; coloro che temono il Nome = che vengono recintati dai sopra indicati pilastri con l’intercessione: il ‘popolo del Regno’. A loro è rivolta la riedificazione.

                    67.         I tre gruppi non santi, con i quali si fanno la resa dei Conti: Piccoli = quelli che corrono accanto, bandiere al vento, che devono essere responsabili solo per sé stessi; grandi = reggenti di ogni genere; distruttori = quelli che influenzano i reggenti ad azioni rovinose (diplomatici di guerra e simili).

                    68.         «E il tempio di Dio che è nel cielo fu aperto e si vide nel suo tempio l’arca del suo patto, e furono lampi e voci e tuoni e terremoti ed una forte gragnola» [Ap. 11, 19]. – Il tempio di Dio fu aperto = viene offerto il Vangelo, non come finora soltanto per i grandi, ognuno può attingere alla Fonte (traduzione della Bibbia); nel Cielo = nella Magnificenza del Regno; l’Arca del Patto da vedere = riconoscere la Parola di salvezza.

                    69.         L’arca = Altare; giusto = Santo Focolare, che custodisce il Testamento della Creazione scritto il Giorno della Serietà. Perciò: “Il Potere del diritto del Libro e la sua conservazione”. Da questo Testamento, l’eterno Patto d’Aiuto, sorge la vita. Il veggente ha scelto l’espressione migliore: “L’Arca del Patto” (Cassetto, tirante, nel quale si conserva il suo possedimento più prezioso).

                    70.         Chi apre gli occhi può vedere l’Arca del Patto; perché il Tempio è aperto = viene di nuovo preparato il puro Vangelo per la Terra, per pareggiare il tempo ultimo del Giudizio attraverso il tempo ultimo della più sublime Grazia. Il Testamento rafforza nuovamente il Giuramento. Questo rafforzamento consolida le Benedizioni di Grazia e del Giudizio. Questo significa la settima tromba, che ha da agire in aggiunta nella successiva visione parziale. I pre-segnali compaiono come fulmini, voci, tuoni, terremoti e grande gragnola.

                    71.         Fulmini = cause che il mondo ha provocato ed ha da prendere su di sé come segnali della grave Resa dei Conti dell’Ira. Voci = rappresentazione della situazione, ma fra fulmini e tuoni anche inserito come meraviglioso Atto di Grazia che non si deve trascurare. Ancora viene trattenuto, le voci possono almeno fortemente indebolire le tuonanti conseguenze dei fulmini, quando avviene una svolta di mondo, quindi di una umanità.

                    72.         Ma ahimè, il tuono rulla = effetto, amarissima retribuzione, perché le voci nel mezzo = non è stato considerato l’ultimo Atto di Grazia prima del temporale. I terremoti seguono inevitabilmente = distruzione di machiavellici accordi (falsi contratti di pace, contratti che saccheggiano l’economia e simili.

                    73.         E’ da osservare: i quattro segnali di avvertimento compaiono nella maggioranza, perciò ovunque, in ogni tempo, come li provocano le potenze del mondo. Ma una grande gragnola! Questa forma in certo qual modo è la conclusione ed include in sé ciò che è preceduto. Questo riguarda bensì la fine dell’immagine del tempo in sé, ma più la fine delle sequenze d’immagini insieme. E’ l’unico, l’ultimo Atto di Giudizio.  Una gragnola !

                    74.         Questo distrugge ogni impresa, che nessuno, sia un potente o un popolo, un singolo o una società (e simili), non può tenere la sua posizione di potere nel mondo. Con ciò è già confermata la vittoria finale che si trova avvolta in lontananza del Regno tramite quest’immagine d’epoca. Non per nulla è la settima tromba, l’ultima, che ha levato la sua voce gloriosa da “Eternità Ur in Spazio e Tempo”.

 

*  *  *

[indice]

 

Non dare alle fiere la vita della tua tortora,

non dimenticare per sempre

il gregge dei tuoi poveri afflitti!

 

[Salmo 74, 19  Cap. 12]

 

Parte II

Capitolo 12

[Ap. cap. 12]

La donna ed il Figlio, l’Amore e la fede – La Retrospezione

Il significato delle due ali; del deserto; del drago; dell’acqua; dei 1260 giorni

Un tempo, due tempi e un mezzo tempo

 

1.                   Sono nuovamente quattro immagini del tempo in quattro visioni parziali della seconda parte principale, le cui conseguenze si riversano sin dall’esistenza precedente all’umanità – preparata per gli uomini – fino al tempo della svolta. La  prima visione parziale include l’Atto di Grazia, che succede solo una volta fra i fulmini e i tuoni, e decorre sin da Lutero fino al 1914.

2.                 «Poi apparve un gran segno nel cielo; una donna rivestita del sole con la luna sotto i piedi, e sul capo una corona di dodici stelle» [Ap. 12, 1]. – Sarebbe insufficiente, considerare l’espressione «e apparve» solo come qualcosa di visibile; “appare” piuttosto un Potere esercente, che può benedire e anche punire; perché è «un gran segno».

3.                 Questo è un corteo trionfale del Vangelo malgrado il massimo sforzo dell’oscurità. Sì – nel Cielo, non presso o sotto questo stesso si svolge il segno = la Verità incancellabile! Qui significa straordinariamente ‘l’onore all’alta Casa’ dei Cieli, che sceglie il gran segno per il suo Interiore. Ma dato che deve avere la validità anche all’esterno dell’Alta Casa, viene mostrato tramite «apparve».

4.                 Una donna, un’interpretazione quadruplice, strettissimamente unita con la Creazione dell’ Opera. Dapprima rappresenta l’Amore attivo del sesto Giorno, l’inafferrabile Sacrificio-Ur con l’effetto sul Golgota. Il suo secondo genere è l’Amore unitario del Cielo, che si riversa dal Regno fino nell’ultimo angolo della materia. Il primo genere sperimenta un simbolo in Maria, la madre terrena di Gesù, il secondo in Sadhana e nella sua caduta. Perciò di fronte ai due reali generi stanno due immagini simboliche. Nel segno ‘donna’ è perciò da vedere come ‘Amore del Giorno’,  la Redenzione complessiva.

5.                 «Vestita del sole» = Ur ha donato l’Amore come una Luce dalla Sua Camera del Cuore di Dio, alla piena Opera del Giorno. “La Luce splende nella tenebra([Giovanni 1, 5]). Oh, quale Verità! Sì! La luna sotto i suoi piedi = la materia viene messa sotto i piedi di questo Amore, ancora: viene sulla stessa come la Rivelazione di Dio.

6.                 La materia, sorta mediante la caduta, è sottoposta alla donna = Amore; sul suo capo una corona = ha raggiunto la sua meta. E’ da considerare: sotto = dietro di lei, ha vinto il mondo; su = davanti a lei il perfezionamento! La corona è fatta di dodici stelle, non che ne appartenga qualcuna; e più facilmente riconoscibili sono i dodici Comandamenti. Concludendo: l’Amore del Giorno nell’osservanza dei Comandamenti viene elevato in tutti i figli della Luce come Opera incoronata = sul Capo di Ur!

7.                 «Ella era incinta e gridava nelle doglie tormentose del parto» [Ap. 12, 2]. - Era = durante la sua attività dei 1260 giorni rivelati, solo più tardi. Non è una piccola battaglia che s’infiamma intorno alla donna. La nascita non è ancora riconoscibile in vista dell’immagine del tempo; ma la semenza dapprima posta, il “germoglio di Zemach” ne esce nella Magnificenza ([Zacc. 6, 12]: Così parla l’Eterno degli eserciti: Ecco, un uomo che ha nome il Germoglio, egli germoglierà nel suo luogo ed edificherà il tempio dell’Eterno).

8.                 L’Amore di Ur ha combattuto gravemente per il successo! Non per via di una debolezza, oppure perché l’avversario possegga maggior forza. E’ il pareggio fra le Condizione e la libera volontà. L’Amore deve sempre nuovamente partorire, un unico frutto eternamente Ur! Sotto le doglie del parto lei grida, calpestata e perseguitata dalla tenebra, come tutti coloro che portano in sé questa ed il suo seme. Questo richiede tormenti di parto = battaglie, perché ogni persecuzione pretende dall’Amore un nuovo parto!

9.                 «Apparve un altro segno nel cielo» [Ap. 12, 3]. –  La seconda immagine del tempo. Anche questo appare = diventa realtà; anche nel Cielo = la Verità. Ma la differenza? Il primo segno è uno ‘grande’, il nuovo solo un ‘altro’; in questo collegamento posto dopo il primo. Il senso profondo, che il “grande segno dell’Amore” è preceduto, viene contemporaneamente illuminato dal secondo segno.

10.            «Ed ecco, un gran dragone rosso che aveva sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi» [Ap. 12, 3]. – Il contrasto è quasi troppo grande, che la donna e il drago appaiono nel Cielo. Il secondo segno non dovrebbe piuttosto apparire sotto il Cielo? Ma no: «nel»! Si deve guardare nell’occhio a questo dato di fatto. Ma una domanda “chi è il grande drago rosso?”, getta una chiarissima Luce nel buio abissale di questo misticismo.

11.            Se il drago apparve nel Cielo, allora primordialmente dev’essere stato qualcos’altro. Il Cielo non fa sorgere nessuna tenebra! Poteva essere soltanto il puro luogo di nascita del segno. Da qui, quella conseguenza che soltanto con “l’apparizione” legata all’immagine, diventava un drago. Questo indica la caduta luciferina di Sadhana.

12.            Sadhana è caduta nel Recinto di Luce e soltanto dopo la lotta dei principi venne espulsa dalla Luce. Al di fuori dalla stessa non è mai diventata qualcosa. Tutto il divenuto può solamente cambiare, verso l’Alto oppure verso  il basso, secondo come si usa la libera volontà. Il drago è Lucifero, anche la tenebra in tutto. Rosso = il colore dell’Amore; il contrario, di vendetta, rovina, guerra, morte.

13.            Il drago ha sette teste con ognuna un diadema e dieci corna. Egli è l’avversario sottomesso alla morte; poiché muore ciò che vive al di fuori del Recinto del Regno.  Il morire è solamente una dissoluzione, più giusto, un cambiamento, ma non una distruzione. Chi muore interiormente, perde la sua parte di Luce e riconquistarla costa più tormento, che la donna ha nelle “doglie del parto”.

14.            Grande = la terza parte della Luce, da cui sono sorti oltre alla Parte-Ur la Sostanza, la Forza e lo Spirito nel puro riflesso delle Caratteristiche. E come nelle sette teste = come i principi possiedono la loro manifestazione, così pure l’avversario mostra le sue sette teste, purtroppo senza armonia; ne escono dieci corna. (Le sette teste dell’avversario viste dal Regno sono i sette anziani della collina creati da Sadhana sul suo sole Arateo prima della sua definitiva caduta).

15.            Le teste = disordine, volontà propria, furbizia, scherno, impazienza, odio e crudeltà (caos, caparbietà, cattiveria, vuoto, arroganza, stupidità, inganno); sono i re, i grandi, i ricchi, i comandanti, i portentosi, servi e liberi. Il drago, la regina nera, doveva abbandonare il campo già nella terza immagine della terza visione parziale. Ora dominano le sue teste = sette demoni ([Luca 11, 26]: «Allora va e prende seco altri sette spiriti peggiori di lui ed entrano ad abitarla; e l’ultima condizione di quell’uomo divien peggiore della prima») come dinastia dell’oscurità. Per via della massima Bontà, Ur non ha ancora offerto lo “Scatto matto”, benché la regina nera è già nelle Sue Mani!

16.            Le dieci corna ricadono su dieci regni del mondo, di cui ne appartengono sette al tempo prima di Gesù e tre al tempo dopo; quelli che hanno un ruolo nel Pareggio della Creazione. Le teste delle corna sono l’Egitto, la Siria, la Babilonia, l’Assiria, i filistei, medi e persiani che, secondo l’immagine del tempo, seminano l’assenza di diritto, tirannia, l’immoralità, l’oltraggio, la mania di potere, discordia e rivoluzione.

17.            Le altre corna, senza proprie teste, del tutto diverse nella loro struttura e mostrando un affiatamento egoistico fra il patrimonio popolare e quello voluto, sono Roma (popolo e chiesa), il regno romano di nazioni tedesche (non la Germania) e l’intera coalizione dei popoli nemici dell’oriente (Paese di sera (del levante) = sera = fine). Il loro esercizio sono il potere centralizzato, potere popolare e politico.

18.            Le corone sono pari a sette fraternità e cioè: società mondiali, centri di mammona, influenza, ambizione, sfarzo, bramosia di possesso e corruzione. Sorgono precisamente nella sequenza delle sette teste, il loro istinto. Le corone sulle teste = dominio raggiunto dei loro impulsi.

19.            «La sua coda trascinava la terza parte delle Stelle del cielo e le gettò sulla terra» [Ap. 12, 4]. – «Coda» = conseguenze, anche fine; trascinare = voler distruggere con violenza, ma la volontà è più forte della riuscita. Tuttavia, un terzo delle Stelle = il terzo del regno di Sadhana, perciò “Stelle del Cielo”. Diversamente significano Luce, Conoscenza e Sapienza, al cui posto viene il sapere del mondo. Gettare sulla terra = schiavizzare, umiliare, fare dallo spirito la materia.

20.            «Il dragone si fermò davanti alla donna che stava per partorire al fin di divorarne il figliolo» [Ap. 12, 4]. – Davanti alla donna = mettersi davanti all’Amore di Dio; divorare suo figlio = distruggere l’Opera dell’Amore, togliere il successo al buono sforzo, erigere degli ostacoli ai credenti. Ci si domanda del perché; ma la fine dimostra, che cosa vuole ottenere questa nascita di spirito e miseria.

21.            «Ed ella partorì un figliuolo maschio, che ha da reggere tutte le nazioni con verga di ferro. Ed il figliuolo di lei fu rapito presso a Dio e al suo trono» [Ap. 12,5]. – Partorire = l’Amore porta il suo frutto malgrado l’animosità; un maschio = Fede! E’ ancora un piccolo frutto, giace umilmente nella cara mano. Soltanto, esso vive, è una testimonianza! Deve pascere delle nazioni nobili = tutti gli uomini, nessuno n’è escluso, ognuno è eternamente collegato, racchiuso, adagiato nella Redezione.

22.            Pascere = lasciar la libera volontà, si può credere oppure no. Proprio così è posto l’Amore di Dio su tutti i demoni, perché esiste  il grande gioco avverso. I pagani credono pure negli  idoli, ai quali sacrificano tutto ciò che fanno e non fanno. Verga di ferro = la santa Volontà di Ur nel segno della Spada, come rivela la successiva immagine del tempo. La Spada regna sul pascolo = Terra e materia ([Matt. 10, 34]: «Non pensate che io sia venuto a metter pace sulla terra; non son venuto a metter pace, ma spada»). (Figliuolo) La nascita dell’Amore = vera fede; viene rapita presso a Dio e al Suo Trono.

23.            Rapire = realmente elevata, liberata; presso Dio = appartenente al Regno secondo la Volontà di Dio, che protegge i credenti come la Spada a due tagli, batte i miscredenti; presso al Suo Trono =  portata davanti alla giustificazione. Se la fede nasce dall’Amore divino, allora giunge al Trono del Diritto e della Grazia di Dio “Se avete fede quanto  un granel di senapa …” ([Gal. 3, 24]: «Talchè la legge è stata il nostro pedagogo per condurci a Cristo, affinché fossimo giustificati per fede»; - [Giov. 1, 12]: «A tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio, a quelli, cioè che credono nel suo nome») .

24.            «La donna fuggì nel deserto, dove ha  un luogo preparato da Dio, affinché vi sia nutrita per 1260 giorni» [Ap. 12, 6]. – E’ facilmente comprensibile che la donna non rappresenta nessuna persona. «Fuggire» = l’Amore si ritira; ma con ciò non subisce nessuna mancanza nel Piano di Salvezza, perché viene nutrito in questo tempo secondo l’atto dell’immagine = sostenuta, mantenuta nella forza non sminuita.

25.            Solo in queste tempo dell’immagine l’Amore si distoglie dalla Terra, perché il figlio = la fede, le viene tolto. In questo, le voci introdotte in questo luogo tra fulmini e tuoni nell’immagine precedente non hanno nessun successo nell’esercizio. Del perché l’Amore e la fede nell’ambito del tempo della settima testa del drago e delle sue dieci corna vengono tolti della Terra, non ha bisogno di nessuna interpretazione.

26.            Perché la fuga nel deserto? In un luogo preparato da Dio? Deserto = solitudine, all’amore non viene concesso nessun diritto di dimora sulla Terra. Qui dimora il drago. Visto solo dal punto di vista terreno, l’amore sarebbe abbandonato nel deserto del mondo, spintovi dal drago nella sua fede idolatra, che quivi dovrebbe morire di fame. E se l’Amore di Dio vi fosse morto = sette teste, dieci corna, sarebbe il suo trionfo!

27.            L’Onnisanto distrugge la vittoria ambita; perché il luogo preparato si chiama Golgota! Da questo Luogo scorre ininterrottamente il Sangue del Sacrificio attraverso lo Spazio e il Tempo. Chi beve da questo Sangue, viene nutrito nella sua solitudine e nel suo abbandono, nella paura e nella miseria = fortificato. Persino l’oscurità ne deve bere. Questa è la Conduzione-Ur più sublime, che Colui che si sacrifica, la pone ai Suoi oltraggiatori della Sua Creazione! Con l’assoluto adempimento della pretesa, l’amore viene nutrito nei 1260 giorni = diluvio della Benedizione di Grazia!

28.            La terza immagine del tempo: il grande combattimento del Cielo! E’ bensì una retrospezione sul combattimento, direttamente dopo la caduta. Ma se fosse inteso soltanto questo, allora il veggente lo avrebbe registrato all’inizio della sua Rivelazione. La retrospezione mostra le conseguenze che ne seguono, la continua lotta fra la Luce e le tenebre.

29.            «E vi fu battaglia in cielo: Michele e i suoi angeli combatterono col dragone; e il dragone e i suoi angelo combatterono, ma non vinsero e il luogo loro non fu più trovato nel cielo» [Ap. 12, 7]. – Il nemico viene perseguitato dal fuoco della Fiaccola della Serietà; lui fuggì in spazi bui, una parte dell’Eternità-Ur, che non era ancora stata consegnata al Giorno dell’Amore né all’Anno-Atto.

30.            L’interpretazione dell’immagine del tempo vale per la lotta continua e futura. Si solleva «una contesa» = viene presentato un disaccordo; nel Cielo = Forum della Verità-Ur; Michele e i suoi angeli = la Volontà di Dio e quegli aiutanti, che ricevono il loro posto nell’Ordine; dragone e i suoi angeli = il cattivo principio, sostenuto da vizi, vezzi, sussurri ed altre seduzioni.

31.            Il “non vincere” suona improbabile, perché sulla Terra, il luogo principale dell’esilio dell’oscurità, il principio malvagio, ha assunto una violenza quasi inimmaginabile. Al male sono aperti porte ed angoli per trascinarsi attraverso la “via larga” e per impiegare il massimo della sua forza. Così ha raggiunto la sua velocità più estrema, ma non la vittoria, però l’esaurimento delle ultime riserve di forza. Sul luogo, dove il suo principe è ‘signore sulla Terra’, la Luce continua ad operare. Nessun ammassamento oscuro ha fermato il corteo trionfale del Vangelo. Dal Luogo segreto, solitario (Golgota) fluisce la Pienezza della divina Verità di Salvezza.

32.            «E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo fu gettato giù; fu gettato sulla terra e con lui furono gettati gli angeli suoi» [Ap. 12, 9].Gettato = lasciato cadere, non essere più degno. Ma il Dono creativo donato prima della caduta non è distrutto, è solamente legato. Perciò grande = impulso di forza, antico = essere il primo, primogenitura per l’Opera; in collegamento con il serpente = ciò che è caduto prima.

33.            Questo antico caduto riguarda la persona di Sadhana-Lucifero, nella forza diavolo-Satana, l’intera oscurità. Fu gettato sulla terra = la sua caduta è un dato di fatto; i suoi angeli = seguaci. Secondo l’oscurità può mancare la parola ‘angeli’, soprattutto che Giovanni vide in retrospezione, la lotta di una volta nel Cielo, ma intende quella che continua sempre. Lo dimostra l’immagine conclusiva dell’Esercizio del Diritto, i cui compiti continuano a scorrere malgrado fino alla fine del mezzo tempo. –

34.            «Ed io udii una gran voce  nel cielo che diceva: “Ora è venuta la salvezza e la potenza ed il regno dell’Iddio nostro, e la potestà del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusava dinanzi all’Iddio nostro, giorno e notte”» [Ap. 12, 10]. – Grande = non una singola voce, ma l’evidente rappresentazione dell’Onnipotenza: la Parola dalla Croce! Sì: Salvezza, Forza e il Regno sono diventati di Dio = il Sangue della Croce compie la Salvezza della terribile ferita della Creazione, con cui il Regno della Magnificenza si eleva al primo Stato conservato, cioè: a Dio, ad Ur !

35.            La Potestà del Suo Cristo = l’Opera compiuta alla Sera del Giorno dell’Amore di Salvezza, l’Opera-CRISTO! Salvezza = Sacrificio del Salvatore, Potere - “Forma di Redenzione”, ed ambedue sono per via del Golgota due Parti fondamentali Ur del Regno. Da questo, Gesù, dopo la Sua Azione di Sacrificio compiuta, è di nuovo Ur-Imanuel, l’Alto Sacerdote Melchisedec! Nella Rivelazione, il Regno è divenuto Suo = la parte caduta è di nuovo inglobata nel Regno primordiale attraverso il Testamento.

36.            L’accusatore dei nostri fratelli è stato rigettato! Non era annunciato Mosè come l’accusatore? Oppure accusatore e accusante sono due cose diverse? Sì, secondo le persone, certamente; perché Mosè accusa in base alle Leggi non osservate, mentre il dragone è l’accusato principale. Ma il venir sedotti, l’essere trascinati nell’abisso, si trova come travolgente accusa davanti all’Onnipotente. In questo senso il dragone viene rigettato come comparente accusante. 

37.            Giorno = tralasciare buone azioni; notte = malgrado la conoscenza, esercita la cattiveria; l’accusa salita in ogni tempo davanti a Dio = tutte le azioni non nascoste. I nostri fratelli = ogni creatura-figlio, che va dal Regno nella materia allo scopo di un aiuto della Luce (lavoro di raccolta). Il fondamentale rigettare davanti a Dio: peccati ereditari e quel male sorto sotto le persecuzioni più gravi non vengono considerati per via del co-sacrificio offerto, meno ancora salvifico, se  un figlio non perde l’alta meta dal suo cuore.

38.            «Ma essi  hanno vinto a cagion del sangue dell’Agnello e a cagion della parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita anzi l’anno esposta alla morte» [Ap. 12, 11]. – Dichiararsi per il Regno pretende un superamento, che si raggiunge raramente sulla via mondana. Lo stato più alto dipende però fino a che punto qualcuno lascia agire in sé le Forze del Cielo. Questo può avvenire nel tempo soltanto tramite il Golgota e la testimonianza della Parola collegata con esso, ma ancora di più attraverso l’azione secondo la Parola.

39.            La loro vita = clientela già raggiunta; non amato fino alla morte = discesa nella materia, sacrificio della  figliolanza, per aiutare il caduto ad alzarsi. E’ vero, non hanno amato la loro vita. Loro conoscono il Sacrificio-Ur, simbolizzato nel Sacrificio di Miseria della Croce. Vanno liberamente nell’abisso = morte, per riportare nell’alta Unità del Regno, nel più faticoso sforzo, pezzo per pezzo della Ricchezza di Forza sperperata. La vita in un mondo senza la reminiscenza e senza contemplazione di Dio viene valutata come co-sacrificio. Oltre a questo una morte terrena vale dalla testimonianza come perla in una corona di figlio.

40.            «Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi. Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è disceso a voi con gran furore, sapendo di non aver che breve tempo» [Ap. 12, 12].  – Voi cieli = le sette sfere del Regno sono pieni di Gioia sull’esito della Redenzione; «che vi abitano» = il loro Diritto di Regno tramite la fedeltà nella prova della libertà della Creazione e nella via del co-aiuto (lavoro di raccolta) per aver conquistato il perduto. Il Signore parla sempre soltanto di un Figlio, di una   pecora, oppure un denaro, che era perduto.

41.            Guai a coloro = una parte del terzo guaio; abitare sulla terra = attaccati materialmente, servili; ed abitare sul mare = ingarbugliati nelle faccende del potere mondano, un relitto senza spirito, senza timoniere su acque ingannevoli spinto da cose passate.

42.            Il diavolo discende = cattivo principio nel patto con i mondani. La Rivelazione mostra ancora che con il “E’ compiuto”, Lucifero non agisce più come persona operativa, ma bensì è la sua dinastia che è da strappare al suo inferno solo nell’ultimo decorso del Giudizio, mentre la ‘testa’ del serpente viene schiacciata con il Golgota = venne staccato dal corpo del serpente (inferno) ([Gen. 3,15]: «E io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno’»). Le sette  teste del drago hanno gettato sul mondo, per questo, un settuple demone.

43.            E la dinastia dell’inferno ed i suoi appartenenti sono arrabbiati, anche l’Onnipotente non trattiene la Sua Ira di Diritto. Tutto spinge incontro alla decisione per via del breve tempo. Il demone si ammassa con violenza, per arrivare ancora a una possibile breccia. Ma l’immagine dice ancora altro:

44.            «Il drago vide che era rigettato sulla Terra, inseguì la donna che aveva partorito il maschi» [Ap. 12,13]. – Vide = rabbia, la percezione dell’impotenza; gettato sulla terra = avendo influenza solo ancora su una piccola cerchia del mondo, eccetto sugli incarnati (esseri di Luce) il cui essere-Ur viene dal Cielo, che non sono esposti all’influenza, ma bensì all’attacco. Ma il successo finale rimane negato all’oscurità.

45.            La continua lotta è rivolta alla donna, all’Amore, congelato nel mondo come nel ghiaccio e nella neve. Soltanto – l’IDDIO che, grazie al Suo Patto, ha dato alla Terra le quattro stagioni, che con  un  fön scaccia il nemico inverno, quello stesso Dio che ha concesso questo duro inverno del mondo; ma sotto il suo ruvido involucro Egli edifica la magnificenza della Mattina della Resurrezione come Vincitore della morte e dell’inferno. (mi viene in mente la Parola: «…se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe» [Mt. 24,20-22])

46.            Che a questo “inverno” segue la Primavera della Creazione, il santo Sabato ([Gen. 2,2]: «Il settimo giorno, Iddio compì l’opera che aveva fatto e si risposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatto. E Dio benedisse ili settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera che aveva creato e fatto»), viene meravigliosamente mostrato al veggente. «Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente» [Ap. 12,14].

47.            Deserto = luogo e nutrimento sono già stati spiegati. Dell’altro sia ancora detto: due ali = Forza e Grazia; dato = costante Assistenza; simbolo delle ali = l’Amore si eleva al di sopra del mondo che sta crollando in macerie; come un aquila = lasciar la materia sotto di sé;  in più una grande = che accoglie e porta compassionevole i piccoli, i vacillanti nella fede. Il ‘luogo’ significa ancora = essere adagiati in Dio, sentirsi custoditi nella Sua Protezione dell’Onnipotenza.

48.            Profondamente spirituale: L’Amore (donna) viene sulla Terra (deserto), riceve il perfezionamento del sesto Giorno della Creazione (viene nutrita), da cui viene conquistata la figliolanza Ur, anche riconquistata. Il tempo di tre e mezzo che viene nuovamente citato, è il tempo complessivo della caduta, confermato con “alla presenza del serpente” = all’interno del luogo e del tempo lasciatogli, anche: deve assistere al Governo dell’alto santo Amore.

49.            Viene tentato l’estremo: la Morte di Gesù! «E il serpente gettò dalla sua bocca, dietro alla donna, dell’acqua a guisa di fiume, per farla portar via dalla fiuman[Ap. 12, 15]. – Gettare = astuzia, agguato; dalla sua bocca = falso linguaggio; un’acqua = autorità del mondo; fiume = ammasso del forte potere. Sembra che l’amore anneghi, perché annegare = annientare la giusta resistenza.

50.            Al dragone, alle sette teste e alle dieci corna non riesce a rovinare l’Amore. Tutto dev’essere riparato nell’inevitabile riparazione. La demonìa si appoggia su qualcosa che viene in aiuto alla donna. Sì: «La terra soccorse la donna: e la terra aprì la sua bocca e inghiottì il fiume che il dragone aveva gettato fuori dalla propria bocca» [Ap. 12, 16].

51.            La terra come mondo significa o l’intera oscurità oppure un dato di fatto; nella Luce più sublime però il terzo Elemento-Ur. E questo, secondo l’immagine, apre la bocca = annuncia il giusto e l’ingiusto. Questo ‘annunciare’ resiste al fiume di ogni male! Perciò l’Amore rimane nel suo luogo = sotto la Protezione dell’Onnipotente. Anche se questo non succede sempre durante un tempo di vita, il dato di fatto viene comunque esposto per i credenti. Per questo il Regno di Luce è il più sublime Garante dei suoi cittadini! E la Terra è il luogo di Redenzione: Golgota! Questo inghiotte il fiume dalla bocca del dragone = morte, assenza di spirito.

52.            «E il dragone si adirò contro la donna ed andò a far guerra col rimanente della progenie d’essa, che serba i Comandamenti di Dio e ritiene la testimonianza di Gesù Cristo» [Ap. 12, 17]. – Perché il dragone non s’adira per via della Terra, che ha rovinato il suo intento? Ora, se ciò riguardasse il mondo in generale, diventerebbe il suo stesso nemico ([Luca 11,18-19]: «Se dunque anche Satana è diviso contro se stesso, come potrà reggere il suo regno? Poiché voi dite che è per l’aiuto di Beelzebub che io caccio i demonì. E se io caccio i demonì per l’aiuto di Beelzebub, i vostri figlioli per l’aiuto di chi li caccian essi? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici»). E negare il Golgota, il Simbolo Ur dell’Amore di Dio, non gli è proprio possibile, soprattutto perché era avvenuto primordialmente soltanto per i caduti! La Benedizione del Giudizio lo affermerà magnificamente.

53.            La lotta contro Dio e di coloro che amano Dio, una volta cesserà, perché la Croce è il loro Patrono: Gesù e la Sua croce = l’Amore e la Volontà sono i Signori della Vincita sull’inferno. Nell’immagine, il dragone non si dà ancora per vinto e si rivolge al Seme dalla donna, indubbiamente a coloro che osservano i Comandamenti di Dio ed hanno la Testimonianza di Cristo = hanno la fede, il maschio.

54.            L’Amore è il Dominante del sesto Giorno-Atto-Anno; da ciò sorge quello di cui il Giorno ha bisogno: il Perfezionamento come Sigillo di Cristo! Quello che Lui ha, è un nemico dell’oscurità. L’umanità coglie la sua ultima Eredità: “L’ulteriore Esercizio del Diritto!”. E’ nello stesso tempo la via per “Emmaus” e per “Armaghedon”. Alla fine del tempo del rivelato ‘Esercizio del Diritto’ sia ancora aggiunta l’urgente richiesta:

 

“SIGNORE, rimani con noi,

perché si fa sera,

il giorno sta per finire.”

 

- - - - - O - - - - -

 

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Il testo prosegue con la parte III: “Ulteriore esercizio del diritto

 

 

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[1] Vis-à-vis = viso a viso, un‘immagine speculare, un essere creato ad immagine di Dio, un Suo negativo, non essenzialmente una controparte.

[2] Ur’ è un dittongo che in maiuscolo ‘UR’ definisce l’essenza della Divinità originaria, il Dio originario, l’Amore, il Padre, l’Essenza increata; in minuscolo ‘ur’ significa originario, primordiale, molto usato nell’espressività delle opere di A.Wolf.

[3] Vedi su questo il dettato “Visibilità ed invisibilità di Dio” nella raccolta “Dieci piccoli mattoni” di A.Wolf

[4] Duale: ogni angelo fu creato doppio, cioè essenzialmente maschio e femmina, cherubino e serafino, con esclusione di Sadhana che era un essere unico femminile. [n.d.r.]

[5] Il secondo Portatore del fondamento: non espressamente mai indicato, rappresenta colui che poteva cadere, come poi si è dimostrato. (vedi in “Eternità-Ur in Spazio e Tempo”) [n.d.r.]

[6] Alla sera del quarto Giorno fu stipulato il ‘Testamento della Creazione’ tra tutti i figli, compresa Sadhana, e controfirmato da UR. [n.d.r.]

[7] Il veggente di Dio = Giovanni attraverso l’Apocalisse.

 

 

[8] Un chenice = una misura greca uguale alla razione di grano per un soldato per un giorno, o poco più di un litro

[9]  Vedi “Le sette caratteristiche di Dio” rappresentate dei sette arcangeli originari