INTRODUZIONE

all’Opera

Le sette caratteristiche di Dio

 

 

Attraverso tutte le Rivelazioni passa come un luminoso filo rosso la Parola AMORE. La si chiama la prima Caratteristica di Dio. Ma c’è da notare che è più l’interpretazione che le dà quel privilegio, piuttosto che la Rivelazione stessa. L’interpretazione lotta per questo: “Quale Caratteristiche di Dio è la prima? Con quale Caratteristica si raggiungono le altre? Dio però non si suddivide in più Parti oppure in più Persone, poiché anche del ‘Figlio di Dio’ si dice: «In LUI abitava corporalmente tutta la pienezza della Divinità!», [Col. 2,9]; e ancora: «Dalla Sua Pienezza noi tutti abbiamo ricevuto Grazia su Grazia!» [Giov. 1,16].

Questa ‘Pienezza’ non è una singola Parte (Figlio), come nessuna parte d’Essere (Caratteristica) può essere maggiore di un’altra. Non le rivelazioni, bensì la loro interpretazione è da sempre la causa, perché i cristiani giungono così poco all’opinione unitaria di fede, alla conoscenza più profonda. Quattro domande devono essere il filo conduttore per la riflessione.

1)  È un fatto secondario in quale successione o predominio, dominano le sette Caratteristiche della Divinità, come pure nel campo del raggiungimento di una creatura-figlio?

2)  Se queste Caratteristiche della ‘Pienezza della Divinità’ sono un’Unità compatta, possono essere rese differenti nel loro equilibrio armonico nel campo di sviluppo di una creatura-figlio?

3)  Se per le creature-figlio una Caratteristica di Dio dovesse possedere un rango particolare, come lo si potrebbe confrontare con la Parola: ‘Dovete essere (diventare) perfetti, com’è perfetto il vostro Padre nel Cielo!’ ?  [Matt. 4,58]

4)  Dato che nessuna creatura-figlio può possedere la stessa Perfezione di Dio, si potrebbe conciliare la rilevazione di una Caratteristica con la differenza della Perfezione di Dio e del figlio?

 

La risposta alle domande riguarda l’entità delle Caratteristiche e la loro attività; ciò può condurre alla conoscenza, perché anche in Luca 2,52 è da impiegare sull’uomo: ‘Gesù cresceva in sapienza e in statura, e in grazia dinanzi a Dio e agli uomini’. Perché non: ‘Cresceva nell’Amore?’. – Primo: perché era già il perfetto Amore, mentre tutto il resto doveva prima crescere in Lui, come appunto viene confutato in Col. 2,9 dove

‘in Lui abitava tutta la Pienezza!

Se la Pienezza dello Spirito, secondo la Legge dello sviluppo, la naturalezza nel Figliuol dell’Uomo doveva essere incorporata, rivelata un po’ alla volta, questo non avrebbe avuto nessuna influenza sulla Pienezza già esistente in Lui, come nemmeno sullo stesso rango di tutte le altre Caratteristiche di Dio.

D'altra parte, Dio aveva già rivelato comunque l’Amore fin dove può giungere l’intelletto umano. Su questo non c’è nulla da ridire; l’amore dalla corona chiusa delle sette Caratteristiche è appunto quello che viene raccomandato in particolar modo agli uomini. Ma devono essere marcati gli errori delle conoscenze errate degli uomini sulle rivelazioni di Dio.

Se l’Amore fosse stato da conquistare senza una regolare presa di possesso di tutte le Caratteristiche di Dio, allora sarebbe stato dato solo a Lui ogni Privilegio; allora, perché nei millenni, soprattutto nello spazio di tempo della religione cristiana, si nota assolutamente così poco del frutto di un amore universale? Non si contano più le vittime che sono state sacrificate ‘nel Nome di Dio’, …quindi, appunto nel Nome del Suo Amore.

È colpa della Divinità? Dipende dal fatto che gli uomini spingono così volentieri da sé i vizi e cercano di risolvere con una ingenuità i gravi problemi di religione, che sono del tutto opposti alla Divinità? Questo svela il nocciolo del frutto molto inacidito, che l’uomo si è coltivato nella credenza di aver compiuto qualcosa di magnifico. Se coloro che dovrebbero posare sulla Bilancia dell’Altare di Dio i frutti del loro amore senza ordine, né volontà, né sapienza, né serietà, né pazienza, né misericordia – secondo la loro interpretazione – allora si mostrerebbe tanto magro, quanto misero risulterebbe il loro raccolto. GESU’ CRISTO indica in particolare la Misericordia in tutte le Sue prediche.

La ‘Predica sul Monte’ getta una Luce speciale su ciò che è stato detto qui sopra. In nove brevi versetti ([Matt. 5,3-11]: «Beati i poveri in ispirito, perché di loro è il regno dei cieli. Beati quelli che fanno cordoglio, perché essi saranno consolati. Beati i mansueti, perché essi erederanno la terra. Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Iddio. Beati quelli che s’adoperano per la pace, perché essi saran chiamati figliuoli di Dio. Beati i perseguitati per cagion di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati voi, quando v’oltraggeranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro a voi ogni sorta di male per cagion mia».) il Signore indica la via che conduce alla perfezione. Ma non vi è scritto nulla dell’amore. Chi invece ha mai compreso DIO, a costui arriva come un lampo che proprio questa Predica più marcata illumina l’Amore.

La povertà spirituale che il Cielo rivela, il portare nella pazienza la sofferenza, l’essere mansueti nella volontà, nella Giustizia, nell’Ordine, nella Misericordia sono la sua propria ricompensa, il puro cuore della Sapienza, la pacificità nella Serietà, ancora, la Giustizia del Regno dei Cieli, il sopportare la persecuzione nel senso di GESU’. Ciò è ‘l’Alto Cantico dell’Amore’, non nominato, però rilevato.

Sembra strano che in questa Predica della Creazione si parli solo una volta dell’Amore, non accarezzando, come si desidera volentieri considerare l’Amore, perché questo è più comodo per i mondani; no, …se ne parla in modo quasi severo.

Il motivo serio è l’amore per il nemico. ([Matt. 5,43-44]: «Voi avete udito che fu detto: Ama il tuo prossimo ed odia il tuo nemico») Se fate accoglienza solamente ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non lo fanno anche i pagani, altrettanto?’ [Matt. 5,47] Dell’ ‘odio contro i nemici, il Signore dice che i giudei odiano da sé e non che lo avesse detto Mosè in contrasto ai Dieci Comandamenti di Dio (cristiani contro cristiani). ([Giov. 5,45]: «Non crediate che io sia colui che vi accuserà davanti al Padre, v’è chi vi accusa, ed è Mosè, nel quale avete riposta la vostra speranza».)

Quante volte il Signore parla della volontà. 'Chi fa la Volontà del Padre mio che è nei cieli’. [Matt. 7,21] Dalle domande preposte nella Luce del Vangelo di Giovanni risulta un’indicazione per ottenere dalla Perfezione di Dio-UR la propria perfezione creativa. La prima domanda premette di considerare diversamente il genere e la sequenza delle sette Caratteristiche nella Divinità, com'è da vedere la sua conquista per l’uomo. ‘Chi ha occhi per vedere, veda; chi ha orecchie per udire, oda!’. Questo significa: aprire i cuori ed andare volenterosamente incontro a ciò che finora è sconosciuto!

Non è necessario gettare fuori bordo ciò che finora è stato riconosciuto; sarebbe del tutto sbagliato. Ma aprire se stesso ampiamente per far entrare i ricchi Raggi del Cielo per ulteriori conoscenze; allora ogni serio ricercatore arriverà ben presto a comprendere se e come devono essere accolti i meravigliosi Raggi della Vita fondamentale di Dio.

Nell’Eterno-Santo UR, l’Eterno-Unico e Verace, non esiste nessuna sequenza che descriva una differenza di VALORE. Le Sue Caratteristiche indicate in successione ed essendo efficaci, valgono per il decorso dello Sviluppo della Creazione, valgono per i figli di Dio, non per LUI e per la Sua Personalità! Certo è, che CRISTO-GESU’ è il Rappresentante dell’Amore ([Giov. 3,17]: «Infatti, Iddio non ha mandato il Suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».), mediante il Quale tutti i figli vengono salvati ([Rom. 11,32]: «O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi, e incomprensibili le sue vie!») Se Cristo-Gesù è l’Amore personificato della Divinità, questo non significa per nulla che le altre Caratteristiche non abbiano lo stesso Rango. Inizialmente sta sempre ‘tutta la Pienezza.

I figli della Luce sanno che l’esistenza dell’uomo è una vita transitoria. Il Signore indica a Nicodemo la differenza fra la Sua stessa ‘nascita interiore per la Terra e la nascita nel mondo degli uomini ([Giov. 3,6]: «Quel che è nato dalla carne, è carne, e quel che è nato dallo Spirito, è spirito».) Non dipende dal chiarimento di opinioni contrastanti; è da riconoscere la ‘nascita interiore di GESU’’. In questa è fissata anche la nostra nascita spirituale. La via verso questa meta ha bensì molteplici differenze che, chi non se ne occupa con tutta la serietà, difficilmente arriverà alla vera chiarezza. E nonostante ciò, …non sarà difficile.

Il magnifico versetto ‘Lo spirito di Dio investiga tutte le cose, anche le profondità della Deità’ [Cor. 2,10], è un alto sentiero che conduce nel Suo Essere, fin dove una creatura-figlio può giungerLo. Tuttavia solo questo procurerà la ‘perfezione dalla Perfezione di DIO’. Chi vuole raggiungerla naturalmente con una sola caratteristica, non la possederà mai!

La Sapienza viene spesso attaccata, persino del tutto misconosciuta. Soltanto:

«…Ma la Sapienza deve farSi giustificare dai suoi figli!» -  ([Matt. 11,19]

Una Parola del Signore: E Paolo l’esclama giubilando:

«O quale profondità di ricchezza»,

ambedue: «…Sapienza e conoscenza di Dio!»  -  [Rom. 11,33]

In più, la «Parola di Dio viva e forte, che è più tagliente che una spada a doppio taglio» [Ebr. 4,12] testimonia del vero Essere di Dio, delle Sue maestose Correnti di Forza e di Grazia, che sanno donare a tutti i figli.

Sia notato, che il Dio dell’Amore ha dato un Privilegio per i figli - non per Sé - in vista dell’intera Redenzione. Ma non è né più potente né più importante delle altre Caratteristiche. Domina nel sesto Giorno, che ora la Creazione sperimenta, in cui sono stati creati ‘i figli’ (anche gli uomini). Per questo viene sovente chiamato per Primo. Soltanto la Nomina è ciò che viene rilevato, non il suo Rango. CRISTO-GESU’ mostra chiaramente a noi uomini la Vita nella Luce nel Vangelo di Giovanni, proprio così, affinché ‘tutta la Pienezza della Divinità’ sia unitaria.

 

1969

A.   Wolf

 

[Le 7 Caratteristiche di Dio]