- Raccolta –
(Alcune conferenze di Anita Wolf svoltesi tra 1952 e il 1964)
(citazione.): «Dov’è il vostro tesoro, qui sarà anche il vostro cuore!» – «Una Parola importante del Signore da Luca 12,34! Egli non ci dà questa Parola solo perché sia da meditare, – no! Questa ha un tal profondo santo senso celato, come del resto lo è ogni Parola di Dio, cosicché val la pena di iniziare la via in questa spirituale profondità, nella salvifica Profondità».
----------
Raccolta
di conferenze
INDICE
La vita umana, animica e spirituale - La vita dal cuore |
Gennaio 1952 |
|
Politica, socialismo e l’uomo - Su ciò |
|
|
Cap. 3 |
Di eternità in eternità, origine e futuro |
Marzo 1952 |
Cap. 4 |
Il potere dallo spirito, l’impotenza dalla carne |
Aprile 1952 |
Cap. 5 |
Il rapporto di diritto del credente verso il potere mondano e spirituale
- Il santo Diritto |
Maggio 1952 |
Cap. 6 |
Il campo del cuore e i sette Spiriti di Dio - Il loro libero impiego |
Giugno 1952 |
Cap. 7 |
I sette Giorni della Creazione nel Cosmo e nel cuore |
Luglio 1952 |
Cap. 8 |
Una rivelazione all’ultimo tempo |
Agosto 1952 |
Cap. 9 |
Il Tabernacolo |
Ottobre 1952 |
Cap. 10 |
Il santo gioco delle fossette |
Dicembre 1952 |
Cap. 11 |
L’Umiltà di Dio |
Marzo 1953 |
Cap. 12 |
Davanti alle porte dell’eternità |
Agosto 1953 |
Cap. 13 |
Sotto il Patronato degli angeli |
Dicembre 1953 |
Cap. 14 |
Dio e idoli nel nostro tempo |
Luglio 1956 |
Cap. 15 |
La chiesa del passato, del presente e del futuro |
Dicembre 1958 |
Cap. 16 |
Dio e Terra, uomo e mondo |
Luglio 1959 |
Cap. 17 |
La fine del mondo porta la svolta dei tempi |
Agosto 1960 |
Cap. 18 |
Opinione e religione – oppure convinzione e fede |
Giugno 1964 |
Gennaio 1952
La
vita umana, animica e spirituale
La
vita dal cuore
«O Signore, tu sei
stato per noi un rifugio
di generazione in generazione.
Prima che i monti
nascessero
e la terra e il mondo fossero
formati,
dal tempo eterno e in eterno, tu sei
Dio.
Tu fai tornare i
mortali in polvere
e dici: “Ritornate, o figli degli
uomini”.
Perché mille anni, ai
tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri, quand’è
passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tu li annienti li
sommergi nel sogno.
son come l’erba che verdeggia al
mattino,
la mattina fiorisce e verdeggia,
la sera è falciata e dissecca.
Poiché noi siam consumati dalla tua ira,
siamo atterriti dal tuo furore.
davanti a te Tu poni
le nostre iniquità,
occulti i nostri peccati alla luce della
tuo volto.
Tutti nostri giorni
svaniscono per il tuo cruccio,
finiamo gli anni nostri come un soffio.
Gli anni della nostra
vita arrivano a settanta,
ottanta per i più forti,
e quel che ne fa l’orgoglio, non è
che travaglio e vanità,
perché passano presto, e noi ci dileguamo.
Chi conosce l’impeto
della tua ira,
e il tuo sdegno col timore che t’è
dovuto?
Insegnaci dunque a
contare i nostri giorni,
e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti o Eterno; fino a quando?
Muoviti a pietà dei
tuoi servi.
Saziaci al mattino con
la tua Grazia,
e noi esulteremo e gioiremo per tutti
i giorni nostri.
Rallegraci in rapporto
ai giorni di afflizione,
per gli anni in cui abbiamo visto il
male.
Appaia l’opera tua a
pro dei tuoi servi,
e la tua gloria sui loro figli.
La grazia del Signore Iddio nostro sia
su di noi,
rendi stabile l’opera delle nostre mani,
sì, rendi stabile l’opera delle nostre
mani».
[Salmo 90]
Cari amici!
«Dov’è il vostro tesoro, lì è anche il vostro
cuore!»
Una Parola significativa del Signore da Luca 12,34! Non soltanto che
Egli ci ha espresso con
Per la nostra
considerazione, questa parola di Luca ci è data come
in modo particolare. Dato che l’uomo ama la sua vita, non ci si stupisce che si
cerca di occuparsene maggiormente e lo si deve anche
fare. Non è ingiusto occuparsi intensamente con la vita terrena-umana;
perché infine viviamo in questa ‘strana scuola da vivaio’, che si rivela in
tutto il suo graduale sviluppo spirituale per ciò che è realmente. La grave materializzazione dimostra che si
tende al naufragio, piuttosto che ad una risalita
dell’intera esistenza, a cui la tecnicizzazione fornisce insieme la più
essenziale parte di decadenza.
Ma come noi ci
poniamo verso la vita di questa Terra, così questa si porrà nuovamente verso di
noi, perché - come lo dice il Signore – appunto – ‘là dov’è il nostro tesoro, quivi sarà il
nostro cuore’. Verso dove ci volgiamo, verso ciò che amiamo, verso ciò che
eleviamo al nostro Dio oppure di cui ne facciamo i
nostri idoli. Questo dipende del tutto da noi! Il vero Dio può Essere il nostro
Tesoro al Quale attacchiamo il nostro cuore; la vita mammonistica
può diventare l’idolo che curiamo amorevolmente, ma che poi, diventa il
contenuto del nostro povero cuore.
Paolo annuncia
dallo spirito e in collegamento con
Solo l’eternità è veramente costante!
6. Sarebbe bene
se si considerasse la vita umana come mezzo allo scopo, come l’ha determinata
l’Ordine divino. All’inizio
Cogliamo dal santo terreno madre ciò
che ha dato l’eterno Maestro-Forestale, di conseguenza, grandi e robusti,
possiamo già essere trasferiti qui sulla Terra nella foresta alta? Il buon
tralcio prende dal terreno ciò di cui ha assolutamente bisogno per la crescita,
tutto il resto lo lascia da parte, per cui vince meglio, larve e vermi.
Sull’immagine della parola di Paolo: «Chi semina sulla carne»! Più inseguiamo
il tesoro del mondo, più marciume e larve della materia ci aggrediscono. L’uomo
deve mangiare cibo puro e nella misura necessaria, per quanto ne ha bisogno il
corpo esterno.
Lo stesso vale
per il riposo. Nell’Opera tramite Lorber il Signore
dice sovente, quasi da stupirci: “Ora ci
vogliamo fortificare”. Poi viene tenuta un buon
pasto. Chi lo fa nel giusto rapporto, nella conoscenza del:
“Noi mangiamo per vivere”, e non: “Noi viviamo per mangiare”, costoro adempiono
l’opera terrena del giorno nel rapporto dell’Ordine. Costoro riconoscono
e utilizzano in
modo giusto la vita umana. In tal modo edificano anche la vita animica e spirituale, il meglio dal cuore.
Purtroppo, qualche
cristiano, nonostante la conoscenza spirituale, mette la sua vita umana nel
proscenio: “Dapprima devo fare questo, e
quello!”. ‘Poi’ è il turno del Signor Iddio. Infatti, se nel momento dello
svolgimento delle azioni, abbastanza sovente da considerare secondari, laddove
Dio non ci aspetta, e se il nostro cuore si decide ragionevolmente e si tende
all’affare mondano, non si deve Egli, voltare? In ciò il cuore perde il Tesoro
spirituale che dura in eterno. Lo colmiamo con la semenza di questo mondo, della
carne.
Paolo aveva
ragione che in tal modo dalla semenza si raccoglie la rovina. Finché viviamo
qui, stiamo sempre fra due imponenti fondamenti, su cui si basano l’essere e il
non essere, eterna costanza e mondana nullità, spiriti e materia, fra i quali
si deve decidere. Si è liberi di scegliere: o lo
spirito o la materia!
La decisione
costa ‘lotte’, un sempre continuo inseguire e perdere, trattenere e rigettare.
In questa lotta della vita la nostra anima sta nel mezzo. Nella realtà
spirituale non è l’anima che combatte queste lotte, perché essa stessa
difficilmente giungerebbe alla buona fine a causa del peso materiale. In noi
lotta lo spirito contro la materia, contro la consapevolezza della vita terrena-istintiva, non importa su quale base ciò avviene.
In questa lotta l’anima viene sovente strappata quà e là, che l’uomo percepisce precisamente.
Per offrire
all’anima un sostegno o una protezione nella lotta, è previsto il cuore a
servirla (non quello corporeo). Stranamente il Signore dice in qualche versetto:
«Il cuore è la
dimora della Mia Parola di Vita»; altrove: «Dal cuore provengono i cattivi pensieri».
Ma qui non si vuole prevenire. L’indicazione rimanga
riservata per la fine. Intanto è sufficiente notare che il cuore dev’essere la capanna di protezione dell’anima, per
decidere se stessa nella lotta che divampa. Perché è così.
Se l’anima si
pone dalla parte dell’esistenza terrena-istintiva,
allora questa diventa la padrona in
noi; e raccoglieremo ciò che abbiamo seminato nella carne. Se ci si lascia
catturare dallo spirito buono e ci si sforza nella lotta dell’esistenza della
grande prova di libertà – anche sulla Terra – di
accettare l’aiuto di Dio per vincere la carne, alla fine anche l’anima,
circondata dal raggio dello spirito, sta come punto centrale di un figlio di
Dio nel luogo del Giudizio, che è previsto per un giusto luogo eterno. Da ciò è da intendere che cos’è e cosa
significa la nostra vita animica, in quale rapporto
la portiamo o ad una esistenza solo umana o a quella
spirituale, e se poi si sviluppa un valore permanente o transitorio, un eterno
tesoro del cuore, oppure uno che divoreranno ‘le tarme e la ruggine ’.
Che cos’è
veramente l’anima? La sua forma esteriore – cioè com’è formato il corpo
dell’anima – questo è già stato presentato a sufficienza. Le sostanze per
costruire questo corpo terreno dell’anima le riceve
ogni uomo dal regno della materia sotto forma di sostanze di forza della figlia
del Cielo caduta. A ciò serve il regno minerale, vegetale e animale. A questo
si aggiungono le sostanze eteriche.
Insieme a questo sia considerato che ogni Creazione, spirituale o
materiale, si basa su due imponenti portatori di fondamento secondo l’Ordine
della Creazione. Questi sono in prima linea l’esistenza interiore ed esteriore.
In tutte le cose il grande confronto. In qualsiasi
formazione, terrena, animica, spirituale e secondo il
cuore, dipendono reciprocamente e sono uniti
l’interiore e l’esteriore. Di conseguenza l’anima per se stessa ha anche il
corpo formato ed un’ampia facoltà del pensare. In
quest’ultima sono contenute le eterne sostanze della vita, che essa ha da
condurre alla sua forma esteriore, affinché questa diventi anche il ‘valore permanente’. Questo avviene quando ci si pone decisamente dalla parte del suo spirito.
Sui figli dall’Alto
e dal basso ci sarà da dire ancora più tardi qualcosa di preciso, oggi solo
l’indicazione che in un figlio dall’Alto, l’essere cosciente dell’anima
proviene dalla Luce, la sostanza di collegamento fra anima e corpo viene colta sempre
dalla materia. Schiller (un poeta tedesco) ha detto
una verità: ‘Due anime, ahimé, abitano nel mio petto; l’una che vuole il bene,
l’altra che crea il male’. Sì, la consapevolezza della vita interiore di
un’anima, di un figlio di Dio, vuole il bene; quella sua esteriore naturale
tende al mondo, da dove è stata anche colta.
Che il cuore di
Luce, in effetti, sia la capanna di protezione di un’anima, risulta
dal fatto che in tutte le azioni, siano queste buone o cattive, il cuore vi
batte il suo ritmo: lento, veloce, timoroso, coraggioso, caparbio o gioioso, a
seconda. Nella quarta parte della conferenza vi ritorneremo.
Come ci riesce
questo? Come rendiamo capace l’anima di celare dalla consapevolezza di vita
interiore i suoi istinti materiali nel cuore spirituale, nella capanna di
protezione? Con ciò lei si potrebbe porre quasi automaticamente, naturalmente,
sotto la guida del suo spirito. Per questo prevale la
verità di Dio, il Padre celeste. ‘Nicodemo
viene di notte’. Questo significa,
l’involucro della sua anima. Con ciò può riconoscere solo
difficilmente la Parola della Luce: – provvisoriamente.
Si legge in modo
inconfutabile: «In
verità Io ti dico: a meno che tu non nasca dall’acqua
e dallo spirito, così (come sei
ancora) non puoi venire nel Regno di Dio» [Giov. 3,5]. Dio
parla della rinascita, della purificazione fondamentale delle potenze di forze
materiali e della loro accoglienza temporanea della consapevolezza di vita pura-animica, che si può pure descrivere come un ‘regno intermedio’, oppure, come
lo chiama l’apostolo dell’est Sadhu Sunda Singh: ‘Il secondo Cielo’.
Il moto animico, soprattutto quello esteriore, occupa la parte più
grande della nostra vita, perché ci attacchiamo troppo all’essere di qua.
Quante volte controlliamo pensieri, moti e sensazioni? Quante volte invece ci
si lascia prendere al laccio dall’apparenza esteriore? Nel momento in cui lo
riconosciamo, dove prendiamo in mano con tutta la
forza il timone dell’anima, contribuiamo a 180 gradi alla direzione, alla ‘rotta verso la Patria eterna’, là comincia la rinascita raccomandata dal
Padre Gesù: il primo grado della purificazione fondamentale.
Così l’uomo può
sottoporre la vita spirituale ad una osservazione più
accurata. “Lo spirito deve crescere”,
si dice. Chi comprende che lo spirito stesso non ha bisogno di crescere? Se il
nostro spirito è da Dio, allora è una Parte personale del Dio perfetto! Quando
mai questo dovrebbe crescere? Il
Signore, non dice: ‘Diventate perfetti, come il vostro
Padre nel Cielo diventerà perfetto’,
ma: “…come EGLI è”!
Se è vero che in
noi portiamo una parte di vita dallo Spirito di Dio, allora la stessa deve
essere pure perfetta, nella sua misura come l’ha ricevuta la creatura-figlio.
Nonostante ciò, non è sbagliata la Parola che ‘lo spirito deve crescere’; solo l’interpretazione, la conoscenza
non sempre è chiara e perfetta.
E’ un dato di
fatto che pure lo spirito ha una parte costituente interiore ed esteriore, che
naturalmente oltre alle potenze spirituali non ne ha di materiali, ma un puro
nocciolo di vita e la sua manifestazione di vita è
questo: comparabilmente una Forza ferma e
dominante! La prima come nocciolo spirituale è l’esistente, il costante Principio, come Dio-UR stesso è
Nel vivaio della
Terra lo spirito viene retrocesso su un determinato
gradino di attività, perché lui, la divina scintilla della Forza di vita, la
sua anima, sopratutto attraverso la sua forte spinta di Luce, può vincere la
parte materiale, per cui le particelle dell’anima da redimere verrebbero
giudicate, derubate del loro libero sviluppo. Da questa retrocessione deve
sviluppare la sua attività sotto il massimo sfruttamento delle sette
Caratteristiche. In ciò, ciascuno deve aver riguardo allo sviluppo della
propria anima, e questo, in modo che lui rimanga il conducente, colui che precede, che la tiene saldamente nella sua mano.
Non la può stimolare solo da una qualsiasi lontananza.
Se il principio animico si subordina allo spirituale, allora lo spirito
conquista il dominio, che è da contrassegnare con ‘crescere’.
E più ci avvaliamo della Forza costante dello spirito, più chiaramente si
manifesta la sua guida. Tuttavia Giovanni Battista dice di Gesù: «Lui deve crescere!»
Sarebbe stolto se qui volessimo mettere alla pari la predetta crescita del
nostro spirito.
Anche qui: «E Gesù aumentò in
Sapienza, età e Grazia presso Dio e presso gli uomini». Oh, un
Vangelo per sé! Ora non ne possiamo discutere. Sia solo detto, che sotto
‘aumentare’ e ‘crescere’ è intesa l’aumentata attività. Un re, se agisce in
modo intelligente, mette lentamente la sua mano da governante sul paese; così
lo porta, quasi impercettibile ai sudditi, a sé con dolce forza. Ma lui era re prima come dopo! Proprio così dobbiamo far dominare in noi la vita
spirituale.
Possediamo un
segno di riconoscimento, se e in quale misura il nostro spirito giunge al
dominio? Sì, su questo, Paolo ha qualcosa da annunciare. Lui ha percepito lo
sviluppo spirituale su se stesso e durante l’assistenza delle comunità. Lui
scrive ai Galati: «Tuttavia il frutto dello spirito è amore,
gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, castità».
[Gal. 5,22] Il Regno della Luce non ci
può trasmettere un gradimento più giusto.
Qui abbiamo letteralmente, tutto insieme. Nemmeno la sequenza è gettata
arbitrariamente, no, qui procede una cosa dall’altra, una cosa
condiziona l’altra. Ma solo nel pienissimo utilizzo di
questi celesti doni di frutta il nostro spirito in noi diventa il re, il
sacerdote, il principio regnante e, …conducente.
Se questo viene raggiunto, allora si riconosce la ‘vita dal cuore’. Prima abbiamo chiamato il cuore la capanna di protezione dell’anima, ma
contemporaneamente esso è anche il ‘santo
tempio’ dello spirito. Vuole e può offrire protezione contro tutte le
sfide del mondo, che non troverebbero mai influenza, se la parte materiale
dell’anima non ne aprisse le porte. L’attacco animoso avviene essenzialmente attraverso noi stessi.
Meno consideriamo responsabile un ‘mondo’ per le nostre
manchevolezze, più lo spirito giunge al dominio, il cuore diventa il puro
tempio. Allora non deve più valere come capanna di protezione. Adamo si era
nascosto dietro Eva, quest’ultima dietro il serpente. Se quest’ultimo avesse
unicamente la colpa, la prima coppia di uomini non sarebbe mai stata scacciata
dall’Eden! Non avrebbe mai avuto bisogno di concedere l’accesso alla voce
seduttrice, poiché, all’anima dall’Alto, il cuore serve come ‘capanna di
protezione’, in cui può svolgere la sua attività.
Che cos’è ora la
vita dal cuore? Di nuovo possiamo ascoltare Paolo. Lui scrive ai Romani [10,10]: «Perché quando si
crede di cuore, si diventa giusti». E Giacomo [2,17]: «La fede, se non ha
opere, è morta in se stessa» Sì, credere di cuore senza brama di
dubbio, esaminando, soppesando, cercando comunque come insegna il Signore, in
ciò, ‘come i bambini’, che Gesù ha posto come un
esempio ai Suoi discepoli.
In tutto questo
possiamo riconoscere un percorso del divenire nel nostro genere d’essere. 1°) Limitare la vita
umana nel cerchio assolutamente necessario, che non diventi a nessuno una
tentazione. 2°)
Sulla vita animica: dobbiamo controllare
dove tendono i pensieri, desideri e moti, per affidarla nel momento
giusto alla guida del nostro spirito. 3°) Portare la vita spirituale all’assoluto
predominio, finché spirito e anima dall’Alto dominino liberamente la parte
dell’anima dal basso insieme alla vita materiale. In questo modo ci riesce
anche il 4°) il cuore credente e l’attività dalla fede! Quello
che raggiungiamo in noi, lo possiamo lasciar giungere secondo il cuore al
nostro prossimo, fedeli nel santo comandamento
dell’amore.
Da questo si
spiega anche l’apparente contraddizione, che il cuore viene
rivelato una volta come santo tempio, come dimora della voce di Dio, poi come
abitazione del diavolo, da cui procedono omicidio, adulterio, ruberia, crapuloneria, ecc. A tutto ciò batte il ritmo
il cuore corporeo, spinto dalla coscienza, quindi dalla parte sapiente nel tempio del cuore.
‘Dov’è
il vostro tesoro, qui sarà il vostro cuore!’
La Rivelazione è
inimmaginabilmente santa e verace! Dipende da noi quale tesoro raccogliamo,
quale dimora facciamo del nostro cuore. Dipende da noi se diventiamo il nostro
stesso tentatore, per cercare poi, magari da qualche parte, un posto per
scaricare la colpa. Questo lo portiamo unicamente in noi!
Se amiamo Dio,
se serviamo il prossimo, spiritualmente e terrenamente
secondo la capacità, allora la verità
è il nostro tesoro, che cambierà la nostra vita dal cuore sulla via della verità. Se abbiamo raggiunto questa meta,
allora si può adempiere in noi quella Parola che dice: «Io vi do
Politica, socialismo e l’uomo – Su ciò
Il resto del testo in preparazione - se Dio vuole