Commento

al dettato tratto da: “Dieci piccoli mattoni”

di A.Wolf

 

 “Il diritto di primogenitura”

 

Il diritto di primogenitura: la storia di Giacobbe presentata in Genesi 25-32 narra un’apparente storia di vita di un degno rappresentante della stirpe di Abramo. Ma può una tale storia non avere uno o più significati spirituali? Anche questo Dettato ad A. Wolf dimostra inequivocabilmente che qualunque azione, di qualunque specie, ha sempre un essenza spirituale, il cui significato – nella sua rispondenza – rappresenta un insegnamento.

Chi impara da una tale scienza delle corrispondenze e mette poi in pratica nella sua vita tali insegnamenti, allora procede sulla scala verso l’alto e non gli mancherà l’aiuto né dagli angeli invisibili, né dalla stessa Forza del Padre.

Così come in Giacobbe, così la vita di ciascuno di noi ha sempre da riservarci infinite possibilità, per farci comprendere quanto profondamente si è immersi nel materiale del mondo, e come riuscire ad elevarsi già qui, per trovare quello spirituale promesso a tutti coloro che liberamente scelgono di conoscere Dio e il prossimo, e servilo con tutto se stessi.

Giacobbe è un gemello che nasce per secondo e non ha diritto alla primogenitura, tiene però in mano il calcagno di Esaù con la sua manina, e ciò ha il suo significato. Egli non ha peli, neanche caccia animali nella campagna, ma lotta spiritualmente per conquistarsi – poi, apparentemente con l’inganno – la benedizione del padre diventato cieco, grazie anche alla complicità della madre, anch’essa elemento spirituale nella sua vita. Il piatto di lenticchie diventa la merce di scambio per la primogenitura beffeggiata da Esaù, ma che dimostra la sua importanza diventando un elemento soprannaturale che porta con sé, forza e vita.

Giacobbe dovrà lottare anche col mondo per dimostrarsi degno rappresentante della stirpe di Abramo con tutte quelle qualità di un bravo figlio benedetto, non soltanto dal padre, ma anche da Dio. Egli resterà al sevizio in terra straniera tra stranieri per tre volte sette anni, avrà quattro donne e dodici figli, e lotterà perfino col Signore resosi visibile – impropriamente indicato come ‘angelo’ dalle scritture – tutta una notte, e ne pretenderà la benedizione.

Il Signore con le Sue spiegazioni non risparmia ‘nessun segno’ per spiegare, e spiegare, il senso della corrispondenza – ovvero, che in ogni gesto, umano, c’è un ‘perché’ spirituale, dove la sapienza degli uomini deve solo esclamare: “O Dio, quanto ed infinitamente profonde sono le Tue vie!”. – Grazie, o Padre!

Amici della nuova Luce

 

[vai al dettato]: Giacobbe: “Il diritto della primogenitura”