a
Jakob Lorber
[cifr. “Governo della Famiglia di Dio
- vol. 1 / cap. 5-22”]
Cap. 5
Il mistero
della Creazione
1. (Il Signore:) «Chi
ha orecchi per udire, oda, e chi ha occhi per vedere, veda; poiché, vedi, Io
voglio svelarvi un grandissimo mistero, affinché possiate vedere come il vostro
Padre amorevolissimo e santo vuole mostrarSi
fraternamente a
voi faccia a faccia e farvi
gioire del Suo Aspetto. Poiché i figli devono essere introdotti fin dall’eternità
nella grande gestione della casa del loro Padre!
2. La Divinità era fin dall’eternità la Forza
che compenetrava tutta l’infinità dell’infinità, ed
era ed è e sarà eternamente l’Infinità Stessa. Al centro della Sua profondità
Io ero, dall’eternità, l’Amore e la Vita Stessa in Essa;
ma vedi, Io ero cieco come un embrione nel corpo materno! Ma
la Divinità Si piacque nell’Amore e Si strinse totalmente al Suo Amore. E all’Amore
venne sempre e sempre più caldo nel Suo centro, e masse e masse della Divinità
vi si affollarono, e tutte le potenze e le forze si precipitarono su di Esso.
3. E vedi, allora sorse un grande
rumoreggiare, fremere e infuriare, e vedi, l’Amore venne angustiato e premuto
da tutte le parti, così che l’Amore tremò fin nell’intimo! E
l’Amore percepì tutto ciò, e il rumoreggiare divenne un suono, ma il suono
divenne nell’Amore una Parola, e la Parola disse: “Sia Luce!”. E allora divampò nel cuore la fiamma dell’Amore che si era
acceso, e fu Luce in tutti gli spazi dell’infinità!
4. E Dio vide in Sé la grande
gloria del Suo Amore, e l’Amore fu rafforzato con la Forza della Divinità, e
così la Divinità si unì con l’Amore per sempre, e la Luce scaturiva dal Calore.
5. E vedi, allora l’Amore vide nella Divinità tutte le glorie, al cui numero non vi è fine,
e la Divinità vide come tutto ciò si riversava dall’Amore per passare in Lei, e
l’Amore vide nella Divinità i Propri pensieri, e trovò grande compiacenza in
essi. Allora l’Amore Si accese di nuovo, e le forze della Divinità rumoreggiarono
attorno ad Esso, e vedi: “I pensieri dell’Amore erano
essi stessi amore, ed erano senza numero”.
6. Allora la Divinità vide la Propria Gloria, e
l’Amore percepì la Propria Potenza. E allora così parlò l’Amore nella Divinità:
“Lasciamo che i
pensieri della Gloria rimangano stabili (‘fissati’),
ed escano, perché diventino liberi, e possano percepirCi e vederCi, come
Noi li percepiamo e li vediamo, e come Noi li percepimmo e li vedemmo prima
ancora che la Luce illuminasse le loro forme!”
7. Allora la Parola trapassò nella Divinità, e
la Divinità divenne ovunque Amore. E vedi, allora
disse la Divinità per la prima volta: “Sia fatto!”, e da Dio divenne libera una schiera
di spiriti, il cui numero non ha fine, e l’Amore vide
Se Stesso moltiplicato all’infinito, e vide in maniera perfetta la Sua infinita
Bellezza.
8. Ma tutti gli esseri non erano ancora vivi, e
ancora non percepivano, e ancora non vedevano; poiché essi erano ancora forme ‘fissate’
nella Divinità fuori dall’Amore.
9. E ciò rincrebbe all’Amore,
ed Esso Si agitò, e l’agitazione salì nella Divinità, e la Divinità diede i
Suoi prigionieri all’Amore, e l’Amore compenetrò tutto. E
vedi, allora le forme divennero vive, e si meravigliarono, e si scaldarono ai
fiumi di fiamme del divino Amore, e ottennero così movimento e attività autonomi!
Ma ancora non si riconoscevano.
10. Allora disse nuovamente l’Amore: “Facciamo in modo
che si riconoscano, perché possano poi riconoscere Me e anche Te attraverso Me!”.
11. Allora la Parola salì di nuovo nella
Divinità, e nella Divinità risuonò la Parola, e la
Parola divenne Legge, e la Legge era l’Amore e si riversò in tutti.
12. E vedi, allora furono formati tre, e da essi ne vennero sette! E i tre
erano simili all’Amore, alla Luce e alla Divinità, e i sette erano simili ai
sette spiriti di Dio, e si chiamano e si chiameranno eternamente:
I. Amate
l’Amore.
II. Temete
la Divinità - la quale uccide -, per non essere uccisi.
III. L’Amore
in voi è santo; perciò stimatevi l’un l’altro, come l’Amore
nella Divinità vi stima e prova gioia per voi.
IV. Ognuno
è proprietà di se stesso e proprietà dell’Amore di
Dio; perciò nessuno diventi preda dell’altro.
V. Nessuno
copra mai il proprio volto davanti all’altro perché l’altro non sappia com’è l’amore, e ciò affinché voi siate come l’Amore
che vi chiamò a divenire.
VI. Il
vostro interno sia anche il vostro esterno, perché non sorga
in voi alcun falso impulso e voi non periate.
VII. Il
vostro esterno sia il fedele riflesso del vostro specchio interno, nel quale l’Amore della Divinità Si
contempla; altrimenti lo specchio interno verrà
spezzato e il vostro aspetto diventerà orribile.
13. Allora la Divinità tuonò negli infiniti
spazi un terribile giudizio di punizione per i trasgressori, e così nel sommo
timore fu comandata l’adorazione della Divinità, e fu loro comandato di amare l’Amore.
Ed essi furono posti fuori nella massima libertà e potevano fare ciò che
volevano, e nulla doveva e deve ostacolarli nella loro libertà e fino al tempo
in cui si saranno riconosciuti nella loro libertà e
nella loro umiltà, affinché la Legge diventi la loro propria legge, ed essi
allora diventino perfettamente liberi.
14. Sennonché giunse il tempo in cui essi si
riconobbero nella loro grande potenza e nella gloria e
maestà che irradiavano su tutto, e il più alto dei tre, simile alla Luce della
Divinità, si accese nella sua avidità per impossessarsi completamente della
Divinità. Attraverso lui si accese una grande parte
degli spiriti che sorsero per suo tramite; e tramite costoro anche la Divinità
arse nella sua Collera, così come i due spiriti più bassi fra i tre, e lanciò
la cattiva masnada nel profondo del profondo della propria Ira.
15. E i due e quelli
che erano proceduti da loro, e i sette, nel cui numero erano giusti, furono
trovati nella fedeltà della loro umiltà e furono accolti nelle sfere della Potenza
di Dio; e l’Amore vide che essi erano stati trovati puri, e si rallegrò della
loro completezza. E vedi, la Forza della Divinità nell’Amore
si erse e la Divinità Si mosse, e i creati percepirono il movimento della
Divinità, e la Divinità Si mosse verso il Proprio Amore, e ai creati furono
aperti gli occhi, ed essi videro per la prima volta l’eterno Amore.
16. Allora le schiere degli innumerevoli si
stupirono, e sorse un grande giubilo e una grande
gioia fra loro; poiché essi videro la Potenza di Dio nell’Amore, e videro l’Amore
in se stessi, e anche la Forza che li chiamò ad esistere, e si riconobbero, e
riconobbero ’Amore e riconobbero Dio.
17. Ora Si mosse la Divinità, e i creati ebbero
timore della Divinità, e l’Amore vide il loro timore e vide che il loro timore
era giusto, e il timore divenne per loro ubbidienza, e l’ubbidienza era l’umiltà,
e l’umiltà era il loro amore, e l’amore divenne la loro legge, e la legge la
loro eterna libertà, e la libertà divenne la loro vita, e la vita
la loro beatitudine in eterno.
18. Ora vedi, l’eterno Amore li interpellò, ed
essi compresero la Parola! Allora le loro lingue si
sciolsero, e la prima parola che sfuggì dalle loro labbra fu "amore". E
alla Divinità piacque il suono del loro linguaggio, e la Divinità fu mossa dall’Amore,
e il movimento prese forma nei creati, e la forma divenne suono, e il suono fu
la seconda parola e fu "Dio".
19. Ed ora soltanto i
creati erano completi. E l’Amore disse ai creati: “Il primo fra voi
andò perduto; perciò assumo Io il suo posto e sarò fra voi eternamente!”.
20. Allora le loro lingue si sciolsero di
nuovo, e le loro ginocchia si piegarono, ed essi adorarono l’Amore.
21. Adesso, guarda ancora tutto quello che fece
l’Amore, e Dio nell’Amore, e l’Amore in Dio! Vedi, l’Amore si dolse per i
perduti; ma la Divinità fremette nella Sua Ira, e in tutti gli spazi dell’infinità
di Dio fu udito un grande tuono. E il tuono penetrò
fin nell’intimo dell’eterno Amore, e l’Amore soltanto
comprese il tuono della Divinità, e il tuono in Lui divenne Parola, e
così disse: “Ogni
potenza Ti sia soggetta; fa’ come Ti piace e dì: ‘Sia!’, e così sarà fatto!”.
22. E vedi, l’Amore fu
commosso fin nell’intimo, e la prima lacrima fluì dall’occhio dell’eterno
Amore, e questa lacrima fluì dal Cuore della Divinità e si chiamava e si chiama
e si chiamerà eternamente la "Misericordia".
[inizio]